STILUM CURIAE A MONTENERO E A DUE CONVEGNI A ROMA: LA CHIESA (RIFORMATA O DEFORMATA) E L’EUCARESTIA.

7 Ottobre 2019 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari Stilumcuriali, i giorni passati sono stati un po’ densi anche per chi scrive. E mi sono trovato nella situazione di aver annunciato, e pubblicizzato tre eventi previsti per sabato 5 ottobre senza essere nella possibilità fisica di partecipare. Perché già da alcuni mesi avevo dato la mia parola di essere al Santuario di Montenero, sopra Livorno, per parlare a e con i partecipanti al pellegrinaggio organizzato dal Coordinamento Toscano Benedetto XVI. È stata un’esperienza molto bella, sia per il luogo – il santuario della Madonna è collocato sui monti dietro Livorno, sia per la bellezza della cerimonia, sia per il contatto con tante persone con cui si è discusso, a volte anche animatamente della situazione della Chiesa attuale.

Forse può essere di interesse per qualcuno leggere quello che ho detto, e da cui sono nate due ore di scambi di opinioni e testimonianze. Eccolo qua:

 

Montenero, 5 ottobre 2019

Che questo sia un momento di estrema confusione nella Chiesa credo che solo un cieco potrebbe non vederlo, come diceva il compianto cardinale Carlo Caffarra. E in questi nostri tempi così difficili, nei quali la Chiesa cattolica tanto spesso ci appare come una matrigna, e una matrigna confusa, incapace di custodire e trasmettere la  vera fede mediante la retta dottrina, spesso mi chiedo, o mi viene chiesto dalle persone che seguono il mio blog, Stilum Curiae: che cosa si può fare? Poi ci sono anche quelli che potrei chiamare i disincantati, che mi dicono: che cosa ti affanni a fare? non sai che la Chiesa ne ha viste tante e supererà anche questa fase? Non è meglio che te ne resti tranquillo e aspetti? Vedi quello che fanno la maggior parte dei cosiddetti nostri Pastori, i cardinali, i vescovi e anche tanti preti, che pur vedendo le cose, pur criticandole a quattr’occhi, però si guardano bene dall’alzare la voce, se ne stanno in silenzio, pregano e ripongono ogni fiducia nel buon Dio?

Però…però noi siamo cresciuti – o come nel mio caso, tornati, da grandi – in un Chiesa in cui è stato detto per decenni che ogni battezzato è in realtà un sacerdote, un profeta e un re, in virtù del Battesimo che ha ricevuto; cioè ogni fedele cattolico è reso dal Battesimo compartecipe delle tre prerogative di Gesù Cristo. E allora restare in silenzio di fronte a qualcosa che tocca la vita della Chiesa in realtà sarebbe, o potrebbe essere un’omissione, la rinuncia a compiere un dovere…

Il problema però resta ben chiaro. Se tu fai parte di un’istituzione, e nel nostro caso parliamo della Chiesa cattolica; e ti sembra, in maniera fondata, che questa istituzione   stia deviando, in tutto o in parte, dalle sue caratteristiche fondamentali, e che stia modificando in profondità quelle che erano le cose in cui credeva e i suoi modi di comportamento; e che questa istituzione si stia ponendo in disaccordo, forse non formale, ma sostanziale, certamente con tutto ciò che è stato insegnato e vissuto fino a questo momento dall’istituzione stessa, rinnegando o sembrando rinnegare patrimonio, tradizione e cultura, che cosa si può fare?

 

Una prima risposta è semplice e radicale. Abbandonare l’istituzione, punto e basta. È una strada che molti seguono. Senza clamore, senza rumore, si smette di far parte dell’istituzione, ci si allontana gradualmente dalle sue cerimonie (che spesso, di questi tempi, in Italia, a causa della politicizzazione della Conferenza Episcopale, e di molti sacerdoti, presentano momenti di grande sofferenza nelle omelie…). È un fenomeno che solo di rado appare evidente nell’opinione pubblica.

Mi viene in mente il caso, negli Stati Uniti, di un noto pubblicista, Rod Dreher, che ha lasciato la Chiesa cattolica ed è passato alla Chiesa ortodossa. In certi Paesi – per esempio la Germania – l’abbandono è più evidente, anche se in quella nazione, a causa del sistema di tassazione, e di finanziamento delle confessioni religiose spesso c’entrano i soldi. Ma la Chiesa tedesca subisce ogni anno un’emorragia di fedeli (duecentomila in meno nel 2014!) che addirittura fa temere nel giro di qualche lustro una scomparsa, analoga a quella che stanno vivendo alcune confessioni “storiche” della Riforma. È un fenomeno evidente anche in Sud America, e in particolare in Brasile, dove la Chiesa cattolica, anch’essa estremamente ideologizzata a sinistra, ha perso milioni di fedeli a favore degli Evangelici, dei Pentecostali.

E anche qui da noi questo fenomeno comincia ad avere una sua importanza. Se negli ultimi cinque anni due milioni di fedeli hanno smesso di destinare alla Chiesa cattolica il loro otto per mille, non si può non leggere questo dato se non come un segnale di disapprovazione verso la politica generale della Chiesa, di disagio verso ciò che essa predica e fa. Non sono a conoscenza di sondaggi in questo campo, che ci dicano quanti cattolici si sono allontanati dalla Chiesa, e perché, in Italia. Ma credo che le risposte potrebbero essere interessanti. È un fenomeno, fra l’altro, che comincia a impensierire anche la Santa Sede. Se il Pontefice regnante nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme sul deficit della Santa Sede, è anche perché americani e italiani, che erano fra i maggiori contributori, insieme ai tedeschi, smettono, hanno smesso di mandare soldi a Roma.

Naturalmente questa è un’opzione estrema. E senza voler giudicare nessuno, perché della propria coscienza e delle proprie decisioni, in materia di fede, si deve rispondere solamente a Dio, credo però che per un cattolico credente l’abbandono, l’andarsene, non possa essere realmente un’opzione. Dove altro si può trovare l’Eucaristia, il Pane della domenica? Dove si può trovare, se non nella santa madre Chiesa, l’espressione certa della Parola di Dio? Non possiamo dimenticare la risposta di Pietro a Gesù.“Gli rispose Simon Pietro: ‘Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.

La seconda possibilità, secondo me altrettanto estrema, è quella della lealtà a tutti i costi. Conosco persone, anche amici, che di fronte a mie perplessità o critiche su determinate scelte, in particolare di prelati tutt’altro che totalmente liberi da sospetti, mi hanno risposto: “È il papa che l’ha deciso, e allora va bene”. Oppure: “Se sei cattolico, vuole dire che il Papa ha sempre ragione”. Devo dire che questo tipo di opzione, e di risposta, non mi piace per niente. Capisco che possa essere richiesta a qualcuno; alle persone consacrate, per esempio, o a chi nel suo percorso spirituale faccia un voto di questo genere; ma non la trovo rispettosa né della libertà che ci è stata data, come figli di Dio, né della verità, che, come è stato detto, rende libero l’uomo (e la donna).

Temo che troppe volte questa scelta, così apparentemente umile, nasconda altre motivazioni, molto meno nobili. Il desiderio di non avere grane, la paura di conseguenze economiche o di carriera, il timore che una posizione di critica velata venga riportata ai superiori, o possa danneggiare sviluppi di carriera…potrei dettagliare esempi reali per ogni tipo di queste situazioni; ma sarebbe inutile, a noi serve solo sapere che è una realtà che esiste. Ed esiste in particolare in questo momento nella Chiesa cattolica, dove la sorveglianza su pensieri e parole è capillare, diffusa e occhiuta.

Voglio raccontarvi alcune cose.

Nelle settimane passate un arcivescovo emerito, titolare di una diocesi molto importante, ha avuto l’idea di scrivere un messaggio al Pontefice, per chiedergli di esprimersi chiaramente su alcuni punti che nei mesi passati hanno provocato dubbi, polemiche, e mezze spiegazioni. Per esempio la frase del documento di Abu Dhabi in cui si diceva che la diversità delle religioni è “voluta” da Dio. Una frase che contrasta in maniera clamorosa con la ragione esistenziale della Chiesa cattolica. Se anche le altre religioni sono “volute” da Dio, perché non dovrei sceglierne una piuttosto che un’altra, che magari mi si attaglia meglio, è meno rigida su certi punti che mi stanno stretti…insomma, come un vestito.

Bene: questo arcivescovo ha scritto una breve lettera, e qualche proposta di chiarimento. La sua intenzione era di trovare un’altra decina di vescovi che la firmassero, vescovi di diverse lingue e Paesi, prima di renderla pubblica; nella speranza poi che molti altri vescovi, sacerdoti e magari semplici fedeli si unissero nella richiesta di chiarezza al Pontefice.

Non ha trovato quasi nessuno che acconsentisse a seguirlo in questa strada. Salvo, naturalmente, ma a loro non abbia credo nemmeno chiesto, vescovi e cardinali come Burke, Brandmüller e Schneider che già si sono esposti più volte con filiale franchezza e coraggio.

Solo qualche giorno fa poi è uscito un altro documento, questa volta relativo al Sinodo sull’Amazzonia, che si apre il 6 ottobre a Roma. È una breve denuncia, in quattro punti, di affermazioni del documento Preparatorio del Sinodo che vanno contro la fede e la dottrina cristiana. Molti vescovi, cardinali e sacerdoti ne hanno preso visione e l’hanno approvato; ma si è deciso alla fine di non rendere pubbliche le firme, per evitare a quelle persone ritorsioni ed epurazioni, ben prevedibili nell’attuale regime.

È chiaro allora che la lealtà deve essere una lealtà non cieca, una realtà che vede gli errori e li fa presenti. Ha scritto un laico americano molto impegnato, Phil Lawler che la totale lealtà può essere richiesta ai religiosi consacrati, che hanno fatto voti di obbedienza, “ma per i laici cattolici la lealtà cieca, che diventa acquiescenza, non è un’opzione”. Il padre (o la madre Chiesa) vanno rispettati e amati; ma se vedi che compiono un errore, o un’azione ingiusta, è giusto e necessario farlo rimarcare.

L’ultima opzione deriva esattamente da questa considerazione: e cioè, quale deve essere la qualità della nostra lealtà? Questa è una domanda che sento che sta diventando sempre più diffusa e comune nel popolo cattolico.

Come sapete, e se non lo sapete ve lo dico adesso, da tre anni ho dato vita, e conduco un blog che si chiama “Stilum Curiae”. Gli articoli che posto, quotidianamente, sono aperti ai commenti. In questi tre anni ho “moderato” – cioè letto, approvato o cestinato – più di 72 mila commenti. Inoltre Stilum Curiae viene pubblicato anche su Facebook, Twitter e LinkedIn. Questo per dirvi che sono in contatto stretto, quotidiano, con i fedeli cattolici diciamo così “della strada”. E in questi tre anni ho potuto accorgermi di quanto stia crescendo il disagio, la confusione, e la perplessità fra i cattolici.

E questo a dispetto del fatto che i cattolici probabilmente hanno una fiducia maggiore di altri gruppi di persone nei loro leader, e in particolare nel Pontefice. Non solo: negli ultimi trent’anni la qualità spirituale e umana di Pontefici come San Giovanni Paolo II o Benedetto XVI appariva in maniera così chiara ed evidente che non era necessario un grande sforzo, per seguirli e apprezzarli. Ma adesso purtroppo sembra giunto il momento in cui è necessario usare il discernimento nel campo della lealtà. E soprattutto nel modo, in cui la lealtà verso la Chiesa deve essere espressa. Certo tacere può essere in certe situazioni anche un’espressione di lealtà.

Ma lo può essere, e spesso è assai più costoso, parlare. Ci sono momenti in cui non si può tacere, e purtroppo per noi sembrano diventare sempre più frequenti. Allora è necessario ricordare alcune frasi chiave, pronunciate nel Vangelo. “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa”. E anche questa: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci”.

Così torniamo alla questione iniziale. Che cosa possiamo fare, in una stagione tutt’altro che tranquilla, anzi tempestosa? Penso che la prima cosa da fare, con insistenza, ogni giorno, sia pregare. Pregare affinché la confusione che spesso sembra circondarci come una nuvola di polvere si plachi, e ci permetta di vedere di nuovo con chiarezza la strada. Non lasciarci confondere, o fuorviare; seguire la  via della Chiesa di sempre.

La mia opinione vale per uno. Credo che quello che si possa fare, in questo momento, sia di trovare buoni preti, che seguano e vivano la fede di sempre, e non si lascino trascinare dalle mode, anche e soprattutto dalle mode ecclesiali. Parlare con sincerità e rispetto; e soprattutto, lo dico ancora, pregare perché questo, che sembra un tempo di sofferenza, per molti cattolici, non sia troppo lungo. Mi piace sempre ricordare qualche cosa che Benedetto XVI ha raccontato. Quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger veniva a conoscenza di molte cose, certamente non edificanti, di sacerdoti, vescovi cardinali di tutto il mondo; si trovava davanti problemi di fede e di morale gravi; e ripensava, magari durante la notte, a qualche caso particolarmente difficile, qualche avvenimento che feriva la Chiesa. Poi diceva, rivolto al Crocifisso: “È la tua Chiesa, Signore, non la mia. Pensaci tu”. E si addormentava.

§§§

 

Venerdì quattro ottobre invece avevo partecipato a una tavola rotonda, a Roma, organizzata da Voce of The Family, in un grande albergo della capitale, insieme a un panel di grossi nomi, soprattutto anglofoni, che potete trovare qui. C’erano diverse centinaia di persone in sala e oltre cinquemila collegate via streaming in tutto il mondo. Mi era stato chiesto di parlare della frase del documento di Abu Dhabi. Sempre per chi fosse interessato, questo è l’intervento:

Marco Tosatti, 4 ottobre 2019-09-27

Papa Francesco ha sottoscritto ad Abu Dhabi un documento in cui è contenuta una frase che ha conseguenze esplosive per la fede cattolica. Eccola: “Il pluralismo e la diversità delle religioni, il colore, il sesso, la razza e il linguaggio sono voluti da Dio nella sua saggezza”. Sono evidenti le implicazioni di una frase del genere: se Dio ha voluto – e bisogna sottolineare questo verbo, “voluto” che esistessero diverse religioni, se ne deduce che tutte le religioni sono volontà divina, e quindi ogni persona può scegliere la religione che più gli attaglia, tranquillo nella sua coscienza di fare la volontà di Dio, e di meritarsi di conseguenza la salvezza alla fine della vita terrena. Se la religione – “voluta” da Dio, secondo il documento di Sbu Dhabi – presuppone una salvezza, e una vita dopo la morte fisica.

Successivamente, nell’udienza generale di mercoledì 3 aprile 2019, Papa Francesco ha pronunciato queste parole: “Perché Dio consente che ci siano tante religioni? Dio ha voluto permettere questo: i teologi della Scolastica facevano riferimento alla voluntas permissiva di Dio. Egli ha voluto permettere questa realtà”. Si può pensare che dopo le critiche espresse da molti, e in particolare, di persona con il Pontefice regnante da mons. Athanasius Schneider, il papa sia stato consigliato di modificare il senso della dichiarazione firmata ad Abu Dhabi. Ma il documento resta quello che è, in tutta la sua gravità; e anzi è stato creato un comitato che ha il compito specifico di diffonderlo, sine glossa, cioè con la frase incriminata.

Una frase profondamente errata dal punto di vista cristiano, e cattolico. (E anche ebraico, se vogliamo risalire più oltre; ma anche credo dal punto di vista islamico). Questa frase contraddice la Rivelazione divina, alle fondamenta, poiché Dio nel Decalogo dice: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei davanti a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai” (Es 20: 2-5).

Né si può affermare che successivamente da parte di Nostro Signore Gesù Cristo ci sia stata una correzione, perché anzi dalla bocca di gesù è venuta una conferma: “È scritto: Adorerai il Signore tuo Dio e solo a lui servirai” (Mt 4, 10). In questo senso sia il primo comandamento, che le affermazioni successive dei testi sacri del nuovo Testamento sono sempre state interpretate dalla Chiesa Cattolica in questo modo: che è volontà di Dio, volontà positiva, che tutti gli uomini rendano culto e adorazione solo a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, l’unico Signore e Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro contenuto essenziale, delle obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano” (n. 2072).

Che cosa dire? Il Pontefice regnante ci ha abituati da tempo a sentire dalla sua bocca affermazioni di ogni genere, discutibili. Questa frase però ha un valore particolare e di grandissima gravità: è scritta, firmata, fa parte di un documento sottoscritto con un alto responsabile di un’altra religione. Da un punto di vista pastorale può essere una bomba dall’effetto devastante; se non c’è – come non ci sarà, purtroppo, conoscendo il protagonista principale di questa vicenda – una chiarificazione, che dovrebbe in realtà essere una smentita, i fedeli cattolici sono lasciati nell’idea che loro fanno parte di una delle possibili Chiese volute da Dio. Non l’unica, non quella che ti indica la strada – stretta, ahimè – verso la vita eterna; ma una delle possibili. E a questo punto allora non si capise che valore possa dare il Pontefice regnante alla validità del primo Comandamento del Decalogo, cosa possa pensare dell’obbligo divino di tutti gli uomini di credere e adorare, con il loro libero arbitrio, Gesù Cristo come unico Salvatore dell’umanità. Se dobbiamo credere al Vangelo, Dio ha comandato a tutti gli uomini: “Questo è il Figlio mio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo!” (Mt 17, 5). Il libero arbitrio è stato dato affinché l’uomo potesse giudicare, e scegliere, ma affinché potesse in piena libertà decidere di seguire e adorare Dio nella sua verità; che per i cristiani è Cristo. Non per optare fra una religione qualsiasi in un ventaglio di possibilità di eguale valore. Non si capisce inoltre – anzi, si capisce fin troppo bene – quale valore possa dare il Pontefice, dopo questa frase, alla Missione ad Gentes. Perché devo farmi missionario, se tutte le religioni sono volute da Dio? Personalmente, ritengo che questa dichiarazione sia una delle frasi più devastanti per il cattolicesimo mai pronunciate da un papa, una sostanziale affermazione di relativismo. E purtroppo trova una conferma attuale nell’Instrumentum Laboris del Sinodo sull’Amazzonia che si aprirà fra pochi giorni in Vaticano. Anche in quel documento la figura e il ruolo di Cristo come unico salvatore e della Chiesa come via di salvezza eterna sono messi in secondo piano da altri elementi: l’ecologia, l’ascolto della tradizione indigena, l’idea dell’Amazzonia come locus theologicus…Un documento giudicato in maniera molto severa da eminenti studiosi e cardinali.

§§§

Ma il 5 ottobre c’era un altro convegno, oltre a quello dell’IPCO, sul Sinodo dell’Amazzonia, molto interessante, a Roma, e per cui mi era stato chiesto – nell’impossibilità di essere presente – un intervento. Che, sempre per chi eventualmente fosse interessato, allego…si parla di come ricevere l’eucarestia.

*

Buongiorno. Personalmente credo che la scomparsa degli inginocchiatoi da moltissime chiese, in Italia e altrove, sia un disastro.

C’è un rapporto preciso e diretto fra mente, intenzione, spirito e corpo.

L’uso del corpo è fondamentale per esprimere nella sua pienezza quello che lo spirito vuole trasmettere.

Non è un caso che altre antiche tradizioni religiose, come l’ebraismo, vogliano che la preghiera sia accompagnata da un movimento del corpo, a significare un’unità totale fra l’intenzione di preghiera dell’orante, le sue parole e l’unità completa del suo essere mentre si rivolge a Dio.

Pensiamo all’importanza della proskynesis nelle tradizioni cristiane orientali e ortodosse. Pensiamo alla gestualità fisica nella preghiera dell’islam. E all’importanza dell’unione corpo-spirito nelle tradizioni legate al buddismo e alla meditazione zen. Per non parlare dell’esperienza dell’esicasmo, la preghiera del cuore, nel cristianesimo dell’Europa orientale.

La tradizione cattolica presenta in innumerevoli quadri i santi in preghiera inginocl4chiati. Credo che se visitassimo le stanze in cui santi grandissimi hanno vissuto, vi troveremmo sempre un inginocchiatoio.

La memoria recente ci riporta alcune immagini drammatiche. Come non ricordare san Giovanni Paolo II, al culmine della sua malattia, durante le ultime processioni del Corpus Domini, quasi accasciato in ginocchio davanti al Santissimo? Ma neanche allora rinunciava a esprimere, con tutto il suo corpo devastato dalla malattia il suo rispetto, la sua devozione e il suo amore per l’ostia consacrata, il corpo di Cristo.

Vorrei poi fare un’altra considerazione. Inginocchiarsi è da sempre dimostrare con tutto il corpo il proprio rispetto nei confronti di qualcuno o di qualcosa. Lo pretendevano molti sovrani nel passato. Nel tempo presente, inginocchiarsi significa riconoscere e mostrare – non solo a parole, ma con i fatti; e niente è più fattuale del corpo – la propria umiltà verso qualche cosa di più grande e più alto. E quale momento più alto abbiamo di quello in cui siamo dinanzi a Nostro Signore, che si offre a noi non solo in Spirito, ma fisicamente nell’ostia?

Infine, un’ultima considerazione, minima. Se l’Eucarestia è il punto centrale dell’Ultima Cena, e se in questo modo noi partecipiamo, durante la messa all’Ultima Cena del Signore, perché dovremmo vivere questo momento impressionante, e assumere l’ostia in piedi, come cavalli? Un grande scrittore francese, molto anziano, disse a un suo amico che si preoccupava delle sue condizioni di salute: grazie a Dio, sono ancora abbastanza uomo per inginocchiarmi. Ecco, siamo uomini – e donne – e inginocchiamoci.

§§§

Ecco, cari Stilumcuriali, ora sapete tutto delle mie giornate passate. E – badate bene – nonostante tutto non avete dovuto aspettare molto per vedere i vostri commenti moderati…Vedete quanto vi voglio bene! 




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54 commenti

  • Italo stefanelli ha detto:

    Non sapevo nulla ….. peccato ! Non sarei mancato.😢

  • Antonella ha detto:

    Un articolo che ritrae nella confusione della Chiesa odierna tutta la forza critica di credenti che non intendono stare a guardare passivamente una realtà così apparentemente assurda, complessa nel suo dualismo come impegnativa per la sfida che rappresenta in rapporto al credo da custodire, difendere, professare.
    La lealtà con tanta passione difesa, dott.Tosatti, è proprio il sentimento che affiora quando bisogna fare i conti con le posizioni che intendiamo assumere nella contingenza del nostro quotidiano, soprattutto quando diventa necessario andare contro corrente per servire quella stessa Verità di cui siamo testimoni, malgrado le imperfezioni e i tradimenti …..
    Di che saremmo testimoni altrimenti, se non dei fatti per cui possiamo dire di credere, lasciando che la fede operi dentro e fuori di noi. Ma la Verità ha bisogno di credenti disponibili ad accoglierLa, questa è la prima assoluta condizione per cui si lascia incontrare e poi storicizzare.
    La Verità rifugge la menzogna e l’approssimazione che risolve ogni cosa con eccessi di buonismo misericordioso prestandosi contemporaneamente alle false condizioni del nero e del bianco insieme, senza mai rischiare di scegliere.
    “Ve ne volete andare anche voi?”. Le parole di Gesù non sono mai accomodanti anzi, qualche volta sferzanti per l’intransigenza con cui chiede la nostra libera appartenenza, senza mezze misure perché ci chiama ad una filiazione divina che è totale.
    “Aut Aut”, “sia il vostro parlare si si, no no”.
    Altre revisioni appartengono a congetture sempre più distanti e difformi dal Cristo dei Vangeli, elaborate unicamente per mistificare la sua Parola cancellandone il Volto, un nemico da combattere più che un Dio da amare
    Malgrado la confusione, contro tutte le più sinistre previsioni, la vera Chiesa avanza prendendo posizioni chiare, schierandosi dalla parte della Verità e senza compromessi, come esige la storia di fede che i nostri martiri hanno pagato e pagano nel sangue.
    Conforta sentire voci come la sua tra tanti altri rimasti coraggiosamente in piedi, nella sequela che sta dando già frutti inaspettati, mentre altri celebrano il culto ai feticci orgiastici della madre terra pan-amazzonica, idoli del nuovo paganesimo, incuranti dei martiri di cui quel suolo custodisce le sacre spoglie.

  • Paolo ha detto:

    Quali sono i ‘buoni frutti’ a cui accenna NATAN ?. Per conto mio, quando osservo come la nuova chiesa sta ribaltando certe cose, mi domando: dov’è il Dio si Abramo , di Isacco, di Giacobbe? Quattro millenni di Storia della Salvezza, di cammino di Dio con il suo Popolo, terminano in questo marasma ? Storie poderose di sant’uomini e donne costellano i secoli pregressi della Chiesa Cattolica, già prima del CV II. E partecipavano alla S.Messa ‘vetus ordo’, ora proscritta. Si cacciano gli insegnanti dell’istituto GP II, fedeli a questa tradizione, per aprire le porte a cosa ?
    Ieri festa della Madonna del Rosario, era pure l’anniversario della battaglia di Lepanto, quando decine di migliaia di cristiani offrirono la propria vita per difendere la Fede. Ho assistitu a due S.Messe, ma nessuno dei sacerdoti ne ha parlato . . .

  • Un prete ha detto:

    Caro Marco apprezzo molto la sua delicatezza nel considerare la condizione pesante di tanti preti, come me, amareggiati e sfiniti da questo momento della vita della Chiesa. Che lei parli del ” desiderio di non avere grane ” ( mi riferisco al suo intervento a Montenero) dimostra che conosce la vita di molti sacerdoti fedeli a Cristo e alla Chiesa. Quanto alla paura di conseguenze economiche o di carriera, le suggerisco di scinderle, poiché una cosa é la carriera, altra la conseguenza economica, che é tutt’uno col rischio di essere sbattuti in una parrocchia dove si fa fatica persino a mettere una minestra sul tavolo ( ce ne sono anche nelle grandi città e diocesi). Se possibile prego chiunque ( laico o laica) legga questo di non ammantarlo di moralismo: tanti preti fanno fatica a vivere dignitosamente , se la famiglia non gli ha lasciato qualcosa e soprattutto in vista di una vecchiaia, avendo coerentemente scelto il celibato , vedono prospettive difficili. E non sempre le comunità, pur fedeli al Vangelo. li aiutano . Ecco perché, ritornando all’inizio, cercano di rimanere a galla anche tacendo. Non sono vescovo ma posso immaginare che qualcosa di simile lo possano pensare vescovi magari di piccole diocesi. Di recente ( dalle mie fonti( meno intense delle sue) ho saputo di un vescovo italiano rimosso solo perché era stata intercettata una sua telefonata dalla magistratura e poi qualcuno ‘ha fatta sentire anche al Papa. In tale telefonata il vescovo criticava il Papa senza sapere di essere intercettato. Il vescovo é stato chiamato e subito rimosso. Non sono bugiarde. Grazie per aver proposto di fronte a Dio l’opzione che ci siano buoni preti, avidi i di preghiera, capaci di parole franche di predicazione, capaci pastoralmente di proporre cammini nei quali si avverta la fede di sempre , la forza della preghiera e dell’Eucarestia, e che dunque diventino riferimento per chi é sbandato. La Chiesa, oltre che per la fedeltà incalcolabile di tanti laici come lei, si salva anche grazie a preti così. La Madonna ha promesso che il Suo cuore Immacolato trionferà . Tanti lo aspettano . Grazie

    • wp_7512482 ha detto:

      Grazie, Padre, per questo Suo commento. Di cuore.

    • wp_7512482 ha detto:

      Grazie Padre per questo Suo commento. Di cuore.

    • carlone ha detto:

      Con tutto il rispetto per un consacrato , ma solitamente le intercettazioni telefoniche vengono autorizzare dal G.I.P. per proseguire indagini su gravi delitti . Forse se la notizia è vera è che il Vescovo abbia detto qualcos’altro ?

      • Mac ha detto:

        Carlone che fa rima con co…one insinua pure qualche danno lo farai.

        Le cose sono come riportate dal Sacerdote:
        se l’aspetto giudiziario è archiviato perchè non sussiste nulla di rilevante, la diffusione delle intercettazioni, o le posizioni note del Vescovo, fanno si che la chiesa non ti difenda e, anzi, colga l’occasione per sostituirti.

        Dovresti provare un po’ di vergogna.

      • MASSIMILIANO ha detto:

        Ma lei Carlone in che mondo vive mi scusi? Se ha problemi lo dica, magari la possiamo anche aiutare. Ma si rende conto che interviene sempre a sproposito? Ma si rende conto della miriade di cavolate che dice? Le devo spiegare come funzionano le intercettazioni? Le devo spiegare cosa ci fanno i giornali con le intercettazioni? Le devo spiegare cosa ci fanno i magistrati con le intercettazioni? Ma la smetta di mettersi in ridicolo sempre. La smetta per favore. Capirei solamente il suo comportamente se la pagano per quello che scrive. E purtroppo penso sia molto probabile, Non voglio credere che ci siano persone così stupide gratuitamente… Saluti.
        Massimiliano.

    • Nicola Buono ha detto:

      Grazie Padre per la sua testimonianza e fedeltà al Vangelo e non al ” nuovo corso” . Quello che ha detto ( e cioè che tanti Sacerdoti non se,la passano bene) mi conferma una convinzione che avevo da diverso tempo. Per quanto riguarda invece il Vescovo intercettato al telefono e ” spostato” , nessuna meraviglia.Questa notizia mi conferma due cose. La prima è il regno di controllo assoluto e totale che regna in Vaticano come molte inchieste giornalistiche hanno dimostrato . La seconda è lo stretto rapporto tra Governi italiani ( di sinistra) che diventano ” bracci armati ” del Vaticano . Ve lo ricordate infatti , il ” fermo ed interrogatorio ” di un camion Vela dalle parti di San Pietro? Il camion Vela fu fermato unicamente perché Il suo manifesto ricordava Papa Giovanni Paolo II ed il card Cafarra…..I poliziotti discussioni dicendo che era il loro dovere……Quindi di che meravigliarsi adesso ? Casomai è una conferma di ciò che accade oggi sotto questo Pontificato.

    • Gaetano2 ha detto:

      Il padre che scrive, evidentemente un vero e degno prete, spiega bene le difficoltà. I laici dovrebbero pensare ad organizzarsi per iniziare a sostenerli realmente. Ora si ha il paradosso che i veri preti vengono perseguitati da gerarchie perverse e abbandonati da coloro che dovrebbero aiutarli (spero di avere esagerato).

    • Italo stefanelli ha detto:

      Purtroppo è così ! A breve saremo perseguitati anche noi laici cattolici! Però per farmi tacere nel testimoniare che è GESÙ CRISTO la via la verità e la vita mi dovranno arrestare o ammazzare . Sia lodato GESÙ CRISTO e avanti con la SANTA VERGINE. Che il SIGNORE ci benedica e vi custodisca.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Su questo ha ragione don Alessandro Minutella.
    Guai a parlare delle cose di Dio
    …si scatena l’inferno!

  • Mac ha detto:

    Da “Memorie e digressioni di un italiano cardinale”.
    di G Biffi

    Dal discorso al futuro papa in occasione del conclave 2005:

    4. Infine vorrei segnalare al nuovo papa la vicenda incredibile della ‘Dominus Iesus’: un documento esplicitamente condiviso e pubblicamente approvato da Giovanni Paolo II; un documento per il quale mi piace esprimere al cardinal Ratzinger la mia vibrante gratitudine.
    Che Gesù sia l’unico necessario Salvatore di tutti è una verità che in venti secoli – a partire dal discorso di Pietro dopo Pentecoste – non si era mai sentito la necessità di richiamare.
    Questa verità è, per così dire, il grado minimo della fede; è la certezza primordiale, è tra i credenti il dato semplice e più essenziale. In duemila anni non è stata mai posta in dubbio, neppure durante la crisi ariana e neppure in occasione del deragliamento della Riforma protestante. L’averla dovuta ricordare ai nostri giorni ci dà la misura della gravità della situazione odierna. Eppure questo documento, che richiama la certezza primordiale, più semplice, più essenziale, è stato contestato. È stato contestato a tutti i livelli: a tutti i livelli dell’azione pastorale, dell’insegnamento teologico, della gerarchia”.

    Caro Tosatti lei dice cose basilari ( il primo comandamento! il più importante ) per le quali semplici cattolici come mia zia o mia madre non avrebbero mai avuto alcun dubbio eppure oggi è durissimo trovare un chierico che le ricordi.

    Buon lavoro

    Saluti.

  • Grog ha detto:

    Grazie dott. Tosatti.

  • beppe ha detto:

    Il discorso sulla volontà “permissiva” di Dio è molto scivoloso.
    Una volta perché ho detto che Dio aveva “voluto” ( in modo permissivo ) lo tsunami giapponese ho rischiato il linciaggio mediatico!

  • Beppe ha detto:

    “se in questo modo noi partecipiamo, durante la messa all’Ultima Cena del Signore, perché dovremmo vivere questo momento impressionante, e assumere l’ostia in piedi, come cavalli?”
    Semquesta osservazione è valida, allora il solo modo corretto per assumere l’Eucarestia è stando seduti , non certo in ginocchio!

    • wp_7512482 ha detto:

      Forse perché in ginocchio dimostro con tutto il mio corpo quanta è l’importanza di quello che sto facendo?

      • Ireneo ha detto:

        Lei dogmatizza la gestualità, trascurando che altri gesti possono significare per chi li compie lo stesso approccio che esprime lei inginocchiandosi. Siamo noi a dare significato ai gesti. La sottomissione al Signore è prima di tutto interiore e può esprimersi con modalità diverse, che magari a lei non dicono nulla. Giudichi meno gli altri, soprattutto quando è davanti al Signore, perché sa bene qual è la conseguenza.

        • wp_7512482 ha detto:

          Mi guardo bene dal giudicare chiunque. Dico solo che il corpo ha un linguaggio, e che questo linguaggio aiuta a sentire, ed esprimere, sentimenti e pensieri. Ed è stato così per secoli e secoli, e non solo per i cattolici. Perché privarci di una possibilità espressiva?

        • Boanerghes ha detto:

          Penso che sarebbe opportuno che lei studiasse un poco di liturgia e allora capirebbe il significato della gestualità.
          Qui non si dogmatizza proprio nulla e va da sé che il rito deve soprattutto essere interiore.
          Non facciamo come tra i francescani dove ci sono sempre coloro che enfatizzano la povertà interiore, ma trascurano quella esteriore. S. Francesco era povero in tutto, e basta.
          Poi il giudizio mi sembra l’abbia espresso lei.
          Prenda esempio da certe vecchiette che in Chiesa a fatica si inginocchiano ma lo vogliono fare costi quel che costi, perché sanno a chi si prostrano.
          Nel nome di Gesù ogni ginocchio di pieghi.
          E si pieghi la nostra superbia

          • Ireneo ha detto:

            Nulla da dire su chi si inginocchia. Non sono io ad aver detto che in ginocchio stanno le lavandaie, è l’altro utente ad aver detto che chi sta in piedi fa il cavallo.
            La gestualità è un codice espressivo che sta e cade a seconda che rispecchi o meno una disposizione interiore. Ha un consolidamento sociale che la rende comune, ma rimane comunque radicata nella soggettività individuale.
            La liturgia, quanto alle posture, adotta quelle che socialmente si presentano come adatte ad un significato. Oggi la liturgia offre l’alternativa: in piedi o in ginocchio.
            La vecchietta che si inginocchia lo fa perché LEI ritiene che quello sia il modo per esprimere il suo atteggiamento interiore. Se non c’è corrispondenza, lo fa per mero conformismo e quindi non ha significato. La stessa cosa per chi sta in piedi: dove è scritto che stare in piedi è irrispettoso?
            A Mosè fu detto di velarsi il capo e levare i calzari, oggi il capo si scopre e si tengono le scarpe. Dio è sempre lo stesso. Come la mettiamo?
            A messa vi presentate con cravatta e gemelli, come dovreste per dimostrare rispetto, o vestiti casual o con l’abito da giorno di lavoro?

          • wp_7512482 ha detto:

            La mettiamo che adesso purtroppo nella maggior parte dei casi non si permette più di esprimere anche con il corpo la devozione. Non solo alla comunione. In quante chiese non ci sono inginocchiatoi? Magari solo sedie? Poi se uno sebte nel suo intimo che vuole stare su una gamba sola, affari suoi. Ma perché negare quello che è sempre stato un modo di esprimere devozione? Mi sembra facile da capire. E invece si discetta sulla sincerità dei sentimenti..

          • Ireneo ha detto:

            Su questo ha ragione: occorre dare la possibilità di inginocchiarsi. Assolutamente.

        • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

          In una discussione tra un novatore e un conservatore (non parlo di atteggiamenti o ideologie, ma di un contrasto su una questione specifica) l’ onere della prima argomentazione spetta al primo; se il rito prevede, da secoli, una postura, ottimamente argomentata, chi non la segue dovrebbe, penso io, giustificare il cambiamento. Se l’ argomento ha un minimo di valore ( da evitare il “proviamo a cambiare”), il conservatore dovra’ rispondere; o arrendersi. Ebbene stiamo ancora attendendo una motivazione DECENTE dell’ abbandono dell’ inginocchiarsi davanti al Corpo di NSGC.

          • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

            Rispondo a Ireneo

          • LucioR ha detto:

            Ah, c’è da aggiungere come vostro metodo: non sapendo voi rispondere, gli altri oltre a “travisare” “trasudano odio”. Evidentemente Lei, come tutti i sinistri (o se preferisce progressisti) non conosce neanche l’uso dei vocaboli.

            Io le ho proposto delle citazioni bibliche, Lei mi risponde con una banalità che, effettivamente, può andar bene se la propone a se stesso (si rilegga il suo primo arrogante intervento).

          • Fontana ha detto:

            Il mio messaggio del 8 Ottobre 2019 alle 12:52 pm, erroneamente postato in quella posizione, è da intendere come seconda risposta a quello di Ireneo del 8 Ottobre 2019 alle 10:49 am.

            (Purtroppo non c’è la possibilità di correggersi quando si sbaglia nell’indirizzare una risposta; quando ci se n’accorge non si può fare niente).

        • LucioR ha detto:

          Ireneo ha perfettamente ragione; non c’è dubbio che «La sottomissione al Signore è prima di tutto interiore e può esprimersi con modalità diverse». Infatti le modalità che oggi vanno per la maggiore sono quelle di presentarsi a ricevere il Corpo di Cristo indossando luridi pantaloncini, una maglietta sbrindellata e ciabatte.

          E’ giusto: se la sottomissione è interiore, posso andare anche nudo, e magari masticando anche una buona gomma. D’Estate, s’intende, d’Inverno ci sono altre modalità altrettanto dimostranti la sottomissione al Signore). Lo si va a ricevere, il Corpo di Cristo, su mani fetenti (lo sono sempre, non sia altro avendo guidato l’automobile, avendo toccato maniglie di porte, ecc.) e spargendone per terra frammenti (ognuno dei quali è un Corpo di Cristo) che poi vengono calpestati.

          «Giudichi meno gli altri». Dicendo quanto sopra nessuno giudica “personalmente” un altro; si giudica un modo irrispettoso di presentarsi davanti al Signore, e la maggiore responsabilità non è neanche di quelle persone, ma di chi, rivestendo un ruolo autorevole, dovrebbe riprenderle e far capire che quei comportamenti sono irrispettosi.

          Una domanda: se si andasse ad un’udienza dal Presidente della Repubblica, ci si presenterebbe in quel modo indecente?

          Poiché non essendoci registratori “a quel tempo” nulla possiamo sapere di ciò che è scritto nel Nuovo Testamento (figuriamoci nel Vecchio!), evidentemente è una balla dei biechi “tradizionalisti” che San Paolo (ma sarà esistito?) abbia detto: «nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra» (Fil 2,10); ed anche: «Come è vero che io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me» (Rom 14, 11). E che nel Salmo 95 si legge: «Venite, prostràti adoriamo in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati»; e non si finirebbe più di citare tutte quelle balle inventate dai tradizionalisti. nella Bibbia. E quindi fanno bene, quelli della neo-chiesa, di non inginocchiarsi: ma chi è Gesù Cristo perché io mi debba inginocchiare davanti a lui? Se fosse un leader del Sud Sudan, allora sì, gli bacerei anche i piedi! Davanti a Gesù ci pensino i “tradizionalisti” ad umiliarsi in ginocchio!

          • Ireneo ha detto:

            Lei ha completamente travisato il mio dialogo con altri utenti e ne è conseguito un lungo messaggio del tutto incongruente e trasudante ira e odio.
            Segua questo precetto e vivrà sereno: “Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; altrimenti mettiti la mano sulla bocca.” (sir. 5,12)

          • LucioR ha detto:

            E’ chiaro: è il vostro metodo: quando non sapete ribattere sono gli altri che travisano.

            “Stai sereno Letta”: Ho capito lei Lei è un Cattolico alla Renzi.

        • Stazione Alpha ha detto:

          Eppure questo “gesto” deve avere una significato che spiritualmente e’ anche molto sostanziale, non per nulla Satana sibilo’ a Gesu’ di inginocchiarsi di fronte a lui quale condizione sine qua non per ottenere i regni della terra (Lc 4, 6-7).
          Ancorche’ Medjigorje sia ancora in attesa di vaglio, giova notare che nel messaggio del 2.9.2019 la Vergine Maria dice “non esitate ad inginocchiarvi dinnanzi a Mio Figlio”.

    • Stazione Alpha ha detto:

      E’ inginocchiandosi di fronte a Lui Eucarestia che si capisce perche’ e’ bene inginocchiarsi.

    • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

      Seduti assumiamo il cibo per il corpo, utile, anzi necesssrio, ma inferiore a noi; diciamo che il cibo e’ al nostro servizio per sua essenza. Il Corpo di Cristo ci nutre ; e si puo’ certo dire che Gesu’ si offre al nostro bisogno di salvezza ma, questo e’ il punto, rimanendo Re dell’ universo ! inginocchiandoci noi riconosciamo di “esser serviti” dal Nostro Re, dal Nostro Signore.
      Inoltre ci inginocchiamo per ricordare a noi stessi che sull’ altare
      accade il piu’ grande dei miracoli la Transustanziazione e si rinnova il Sacrificio del Calvario.

  • Adriana ha detto:

    Gentile Tosatti ,
    chiarissimo nei messaggi , commovente nella sua dichiarazione di affetto – affetto in Cristo – quello che ha sempre dimostrato nelle parole e nella liberalità con cui gestisce
    il blog .
    La neochiesa non si accorge ( forse ) di scimmiottare la politica delle multinazionali globaliste e miliardarie , ostili alla famiglia , al sacro , alla tradizione , ai confini di qualunque tipo essi siano -territoriali o sessuali – .
    E poichè il compito di cura delle anime è andato ” in cavalleria ” , ecco che Bergoglio ha indetto da oggi il Sinodo per l’Amazzonia ” affermando la missione del Cattolicesimo come Guardia Forestale del pianeta ” .
    http://www.marcelloveneziani.com/articoli/amazzonia-migranti-tortellini/

  • carlone ha detto:

    Sig .WP il suo intervento aveva per titolo:
    Pluralità delle religioni. Voluta da Dio?
    Mi sembra che abbia fatto invece una testimonianza di fede.
    Il titolo non parlava di rivelazione , fede teologale etc.
    È stato molto più sul pezzo Bergoglio.
    Però bello , anche se malinconico.

    • Marco Matteucci ha detto:

      Questo è quello di cui c’è bisogno oggi!
      Se i predicatori non predicano più, se i ministri non amministrano più, se le guide non guidano più.

      In questo momento buio in cui tutti (o quasi) i pastori trascurano il loro gregge, se anche chi ha voce per ammonire non ammonisse, chi altri potrebbe consolare il Popolo di Dio?!

      • carlone ha detto:

        Bibbia e Vangelo solitamente si possono leggere in tre modi : storico , allegorico , anagogico. Visto che il titolo della discussione era sulle religioni ed essendo queste cosa umana , per poter dire ciò che il Sig. Wp ha detto c’ era bisogno di ribaltare la prospettiva , non è l uomo che rende culto a Dio ma Dio che rende culto agli uomini ,è questo che differenzia le religioni dal cristianesimo. Prova ne è per.chi non ha capito che è per mezzo dei sacramenti che si accede alla grazia , e che sono concessi da Dio e non per culto umano come nelle altre religioni.

        • Marco Matteucci ha detto:

          Quando le obiezioni non riesco a comprenderle, mi do per vinto.
          Questo e sicuramente uno dei miei limiti più grossi, comunque anche se sono dispiaciuto di non riuscire a seguire il tuo filo logico, rimango del mio avviso.
          Ti ringrazio comunque per il tuo chiarimento.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Bellissimo questo suo ultimo articolo caro Direttore. Una fotografia nitida della situazione penosa in cui si dibatte la Santa Romana Chiesa, scattata senza filtri né effetti speciali oggi così di moda in una chiesa che insegna una falsa dottrina corrotta (o meglio adulterata) da un umanesimo ideologico che annacqua l’unica verità di fede che sempre e soltanto resterà il vero patrimonio di Cristo.
    Corriamo ai ripari prima che sia troppo tardi, il mezzo c’è ed è la Parola di Cristo, dei Profeti, dottrina vera dei Padri della Chiesa, Gloria e Onore dei Martiri e dei Santi:
    «Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. Per colpa del pastore si sono disperse e sono preda di bestie selvatiche: sono sbandate.» (Ez 34, 3-5

    Ma è proprio sicuro caro Direttore di non avere un secondo cognome?
    Marco Eugenio Tosatti D’Aquino.
    ….Suona bene, non le pare?!

  • LucioR ha detto:

    Grazie di tutto, dott. Tosatti!

  • deutero.amedeo ha detto:

    Amico Tosatti, si offende se dico che lei per noi è un grande amico? E che questi suoi tre interventi sono meglio e più rigeneranti di quelli di tanti preti? Ossequi.

  • Maria Grazia ha detto:

    Caro Dott. Tosatti, nonostante la lunghezza dei suoi interventi sono riuscita a leggerli, con interesse sino alla fine. Sono in sintonia di fede con tutto quello che Lei ha descritto.
    Molti consacrati, almeno una buona parte di quelli che ho interpellato io, al mio sollecito a prendere una posizione netta davanti alle dichiarazioni eretiche di Bergoglio, mi hanno risposto ” Il Papa ha già una reverenda età…… lasciamo che la natura faccia il suo corso!!!”
    Sono molto sensibile alla preghiera in ginocchio davanti a Dio. Pensi che alcuni mesi addietro, ero andata a Messa nella Chiesa della Consolata (una chiesa centrale di Genova) nel primo banco c’era una donna minuta che seguiva la funzione con molta partecipazione; al momento finale della Benedizione, la donna si era inginocchiata, con devozione, per poterla ricevere degnamente, senonchè dall’altare il celebrante l’aveva redarguita, intimandole di alzarsi in quanto così prevede la liturgia. La devota, però, nonostante le concitate e reiterate proteste del sacerdote, era rimasta in ginocchio. L’agostiniano, dopo aver constatato che la fedele rimaneva ferma nella sua posizione, per ragioni di tempo, è stato costretto a dare comunque la benedizione e a concludere la celebrazione.
    Sono convinta che l’uomo sia grande proprio quando è in ginocchio davanti al suo Dio, perchè in quella posizione prende coscienza e, sopratutto, esprime la realtà del suo essere creatura davanti al Creatore, il limite della sua natura davanti alla Perfezione assoluta, la sua caducità davanti all’Eterno.

    • deutero.amedeo ha detto:

      “Sono convinta che l’uomo sia grande proprio quando è in ginocchio davanti al suo Dio”.
      E’ molto simile alla risposta che, a quanto si racconta, il grande Alessandro Volta diede ad un suo allievo che, avendolo visto in preghiera in ginocchio nel duomo di Como, gli aveva detto: ma come! lei che è un grande maestro sta qui inginocchiato a pregare come una donnetta? Pare che Volta gli abbia risposto, più o meno: non sono io che sono grande è Lui che è grande e mi fa grande.

    • Boanerghes ha detto:

      Veramente a volte viene detto: inchinatevi per la benedizione.

      • wp_7512482 ha detto:

        Inchinatevi non è inginocchiatevi.

        • Boanerghes ha detto:

          Certo, ma è per dire che la vecchietta poteva tranquillamente ricevere la benedizione come riteneva di fare

          • LucioR ha detto:

            Ma perché ce l’avete sempre con la povera “vecchietta”? Io credo che tante povere “vecchiette”, senza conoscere le regole della Liturgia abbiano una conoscenza di Cristo molto superiore a tanti “sapienti” irenei; e che se resta in piedi anziché inginocchiarsi è proprio perché le sue povere ginocchia non rispondono più a quelle sollecitazioni (cosa rara perché in genere le vedo inginocchiarsi, con difficoltà). Una precisazione: quelle “vecchiette” possono anche avere solo la licenza media, come possono essere dirigenti d’industria o medici affermati (se preferite, alla Boldrini, “mediche affermate”).

  • FABRIZIO G. ha detto:

    Però la Chiesa nel tempo si è sempre riformata.
    Nel Medio Evo non era come nel Tardo Antico.
    Nell’ Ottocento non era come nel Medio Evo.
    Nei primi decenni del 900 non era come nell’ Ottocento.
    Perché nei 2000 non va bene riformata ?

    Importante è il Kerigma. Importante è la Fede nel Dio Uno e Trino, in Gesù nato da Maria, Crocifisso, Morto e Risorto per noi.
    È normale che i tempi cambiano e la Chiesa si rivolge ai tempi che vive

    • Boanerghes ha detto:

      Adattarsi ai tempi si, secolarizzarsi, relativizzarsi e modificare la dottrina no

    • Sherden ha detto:

      Ciò che non è normale è che in questo “adattarsi” ai tempi si voglia stravolgere quanto Gesù ha detto con chiarezza inequivocabile, giusto per rendersi più simpatici e piacioni.

    • Corrado Bassanese ha detto:

      Ma non era mai sprofondata nel relativismo, come promette ora.

  • Natan ha detto:

    Carissimo dott. Tosatti, Lei sarà un uomo di grande fede. ( sicuramente supera la mia) Ostinatamente ancora ci si arrampica sugli specchi, ma non abbiamo purtroppo nessuna voce in capitolo. Dobbiamo accordarci, e prendere atto che siamo dei perdenti. Dopo questo Sinodo, nulla sarà come prima ( un amico , addentro ai sacri misteri di santa Marta me lo ha confermato, e la fonte è ben autorevole, come sempre i più vicini al papa sono quelli che spifferano con facilità cosa sta a cuore realmente al pontefice) A papa Francesco interessa avviare processi, è una strada che porta buoni frutti, in questo senso nulla rompe con il passato , ma nello stesso tempo nulla è più come prima , il tempo, il suo successore , già ben individuato ( si pensi che si sanno già i nomi di due suoi delfini e sarà un conclave blindato, il terzo arriverà tra poco al prossimo concistoro) porteranno a compimento la nuova Chiesa , nata dalla cordata progressista del Concilio Vaticano II. Cattolici semplici e attenti a ciò che eravamo prima non avranno modo di esistere e vivranno nelle catacombe. Ci sarebbe molto da scrivere ma mi fermo qui. Tutto questo è permesso dal buon Dio che si china e guarda ogni tanto cosa fanno gli uomini, tutti gli uomini . Lontano, forse da Roma , sta preparando un suo esercito fedele , attento e che rinnoverà la Chiesa nata dal Concilio. Ma noi caro dott Tosatti non ci saremo o se ci saremo, avremo accumulato pene e dolori che diremo: “Non è possibile”! Sarà un nuovo inizio: “E fu sera e fu mattina primo giorno” (Genesi)