CRISIS MAGAZINE: IL CARDINALE PELL È INNOCENTE, I SUOI ACCUSATORI NO.

26 Agosto 2019 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari Stilumcuriali, un amico ci ha mandato la traduzione di un editoriale del Direttore di The Crisis Magazine, sulla sconvolgente condanna di una persona innocente, il cardinale George Pell, non in Iran o in Arabia Saudita o nello Stato Islamico o nella Corea del Nord ma nell’evoluta, emancipata e progressista Australia. È un articolo di grande interesse, per ciascuno di noi; perché una volta finita con cardinali, vescovi e preti, passeranno – hanno già cominciato – con i laici non omologati. Mi viene in mente quello che mi diceva una volta Vittorio Messori: solo tre pregiudizi sono accettati, ormai: quelli contro i fumatori, contro gli obesi e contro i cattolici. Come di diceva dalle mie parti, che semi, ci siamo. 

 

Il cardinale Pell è innocente, i suoi accusatori no

di MICHAEL WARREN DAVIS

La rana bollita non segnala mai quel primo millesimo di secondo in cui l’acqua nella sua pentola si scalda solo di mezzo grado[1]. Analogamente, i cattolici che vivono in America nel 2019 non potranno probabilmente apprezzare l’entità di ciò che è accaduto questa settimana in Australia. Eppure, non ho dubbi che lo faranno i miei nipoti.

Ecco i fatti: nel dicembre del 2018, il cardinale George Pell, ex arcivescovo di Melbourne e prefetto alla Segreteria per l’Economia del Vaticano, è stato dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente di due ragazzi del coro negli anni ’90. Il prelato è ricorso in appello; il 21 agosto, una corte ha confermato a maggioranza (2-1) la sentenza di primo grado.

Al di là di ogni ombra di dubbio, Sua Eminenza è innocente. Voglio dire, è letteralmente impossibile che il cardinale Pell sia colpevole del crimine che gli è stato imputato. Gli atti di abuso descritti dall’accusa non sono solo ridicoli, ma sono  fisicamente impossibili  da compiere da parte di qualunque uomo. Non c’erano testimoni presenti al momento dei fatti, e neppure un briciolo di prove forensi per dimostrare la sua colpa. Ogni sacerdote, chierichetto e corista della Cattedrale di San Patrizio a Melbourne ha testimoniato che Pell stava celebrando la Messa al momento della presunta violenza.

Ma se la mia parola non basta, si leggano i documenti del tribunale, i resoconti diffusi ultimamente. Che diavolo! Si legga uno qualsiasi dei libelli anti-Pell – ce ne sono a dozzine – pubblicati negli ultimi anni. Cominciando dalla faziosissima e lunga ricostruzione di Louise Milligan. Provate a sperimentare quanto presto ci si accorge che le cose che si stanno leggendo non quadrano. Vi ritroverete a rileggere gli stessi paragrafi due, tre volte. Il vostro cervello inizierà a rimuginare. «Mi manca qualcosa», direte. «Questo non ha alcun senso».

Non è che vi sfugga qualcosa: è la ricostruzione che non ha senso. E questo perché il cardinale Pell è innocente. Le accuse sono false. Eppure, il sistema giudiziario australiano, la stampa australiana e la maggior parte dell’opinione pubblica australiana si rifiuta di ammetterlo. Un uomo innocente – un uomo santo, gentile, onesto e compassionevole – trascorrerà i prossimi sei anni in prigione. A seguire, passerà il resto dei suoi giorni sulla terra con la fama di violento pedofilo.

Ogni americano intellettualmente onesto, qualunque sia il suo credo, dovrebbe sentirsi oltraggiato per la grossolana ingiustizia avvenuta nella nostra nazione sorella al di là del Pacifico.

Com’è possibile che così tante istituzioni, tutte concepite specificamente per salvaguardare i diritti individuali e garantire il giusto processo, possano aver fallito contemporaneamente e in modo così disastroso? La risposta sta nel pure e semplice anticlericalismo.

Il corrotto, il decadente e il depravato hanno sempre odiato il santo sacerdozio di Cristo. Questo era già vero ai tempi di san Telemaco, l’eremita del V secolo che si gettò tra due gladiatori per separarli… e fu prontamente lapidato dalla folla! È tuttora vero oggi nel caso del cardinale Pell, che in Australia è stato il difensore più schietto dei bambini non ancora nati, che è stato a lungo ridicolizzato per i suoi sforzi in difesa della famiglia e per l’abrogazione del divorzio senza giusta causa.

L’anti-clericalismo ha avuto un’impennata in termini di virulenza e diffusione dai tempi dell’inchiesta Spotlight pubblicata sul Boston Globe nei primi anni Duemila. Nei Paesi con grandi minoranze cattoliche (come gli Stati Uniti e l’Australia) l’insofferenza nei confronti di chi indossa i colletti romani si è ora fatta tangibile. Nel nostro comune sentire, i sacerdoti cattolici sono da ritenersi colpevoli a meno che non dimostrino di essere innocenti. Questo, letteralmente, è stato il caso del cardinale Pell, dal momento che non c’erano prove per condannarlo, ma solo le non plausibili accuse di un giovane con problemi. Il cardinale è stato condannato perché non è stato in grado di fornire prove concrete del fatto che, venti anni fa, non ha molestato quei ragazzi. Solo se, negli anni Novanta, il cardinale avesse installato telecamere a circuito chiuso nella sagrestia della sua cattedrale, avrebbe avuto oggi qualche chancedinanzi alla corte.

Inoltre, anche se i due giudici che hanno confermato la condanna non fossero degli anticlericali duri e puri, avevano veramente scelta? Il cardinale Pell è stato condannato dal tribunale dell’opinione pubblica molto tempo fa. La sua vita è già rovinata. Perché rischiare di passare alla storia come quelli che hanno lasciato libero un vescovo molestatore di bambini? Perché è giusto? Ma questo è un approccio ritenuto, per quanto ancora suggestivo, del tutto antiquato, tanto che, ordinariamente, ci si guarda bene dal proporlo nei moderni corsi di giurisprudenza.

* * *

Se tali stereotipi maliziosi si manifestassero contro una qualsiasi altra religione, sarebbero naturalmente esecrati da tutti i benpensanti come espressione di spudorata e intollerabile ristrettezza mentale. Vediamo, per esempio, che cosa è successo in aprile, quando il New York Times ha pubblicato nella sua edizione internazionale una grottesca vignetta nella quale un cane con la faccia di Benjamin Netanyahu faceva da guida a un cieco Donald Trump. Il cane portava una stella di David sul collare; il suo proprietario sfoggiava un kippah. Un’ondata di biasimo ha costretto – e giustamente – il Times a scusarsi.

Eppure, dubito che ci saranno ripercussioni verso The Australian, il principale quotidiano di centro-destra del Paese, per l’altrettanto vile vignetta che ha pubblicato il giorno in cui l’appello del cardinale Pell è stato respinto. Mostrava un prete con le corna e un pizzetto nascosto in un confessionale, coperto da un’enorme cerniera, come su un paio di pantaloni da uomo. È vero: l’anti-cattolicesimo è davvero l’ultimo pregiudizio accettabile.

Perché? Perché, in luoghi come Boston e Melbourne, la popolazione nominalmente cattolica lo è, appunto, in gran parte solo di nome. Le persone di sinistra che, a parole, dicono di aderire alla fede cattolica, comunque sostengono che la Chiesa dovrebbe «stare al passo con i tempi» sul «matrimonio» gay, sull’ordinazione delle donne e su cose simili. Questi pseudocattolici consentono ai propri compagni di strada politici di criticare la – diciamo così – «loro» religione in un modo che, se il contesto fosse diverso, verrebbe pressoché unanimemente stigmatizzato (come islamofobo, antisemita, ecc.).

In questi cattolici solo di facciata vive magari il ricordo di una pia nonnina che garantisce loro una sorta di affetto nostalgico per la Chiesa. La nonnina, però, rimane ai loro occhi una contadina polacca analfabeta che, oltre a tenersi stretto il suo rosario e a supplicare san Giuseppe di tenere lontano dalla bottiglia il proprio fratello buono a nulla, non sa fare nient’altro. Poiché non detestano la nonnina (anche se, diciamolo, è stata uno strumento superstizioso e omofobo nelle mani delle gerarchie ecclesiastiche internazionali), non si sentono anticattolici settari e faziosi,  pur odiando il dogma cattolico, il rito cattolico, il clero cattolico e praticamente tutti i cattolici praticanti. E, poi, a loro piace Joe Biden. Non è forse cattolico, lui?

A Louise Milligan, la principale aguzzina del cardinale Pell nei media australiani, questo modello di «cattolico anticattolico» si adatta come un guanto. Guardiamo questi stralci da un’intervista rilasciata in aprile al Financial Times:

«…Viene da una famiglia irlandese così cattolica che sua nonna ha rifiutato di partecipare al matrimonio di uno dei suoi 11 figli perché non si celebrava in chiesa. Quando la Milligan incontra donne della sua stessa età che sono state abusate da suore o sacerdoti, pensa “sarei potuta tranquillamente essere una di loro” …

Milligan non finge di essere distaccata. Porta la rabbia delle vittime della Chiesa come una ferita di guerra. “Sono stata educata nel cattolicesimo più rigoroso e ho fatto la prima comunione nello stesso periodo in cui la fece [la vittima di abusi] Julie Stewart”, dice. “La sua fotografia della prima comunione sembrava la mia. E, per grazia di una divinità che non riconosco più, eccomi qua”…».

Di che vi stupite, signori? Non siamo forse dinanzi a una persona normalissima che si è formata in scuole cattoliche?

* * *

In parte è anche colpa dei cattolici che, come noi, operano nei media. Troppo spesso, nella nostra corsa all’identificazione dei sacerdoti malvagi, dimentichiamo il nostro dovere di difendere i buoni. Ciò è divenuto palese quando l’appartenenza a liste di «preti oggetto di accuse credibili» è stata interpretata come prova incontrovertibile di colpa. Oggi, molti giornalisti cattolici ben intenzionati e devoti contribuiscono alla cultura della diffidenza, e questa sta causando gravi danni al sacerdozio. Anche se rifiutiamo lo stereotipo del prete pedofilo, non facciamo abbastanza per confutarlo.

Eppure abbiamo il dovere di proteggere George Pell così come ci spendiamo per condannare Theodore McCarrick. Il caso di Pell potrebbe persino assumere un significato speciale, proprio perché difficilmente esponenti del mondo laico vorranno esporsi per pretendere un giusto processo per un anziano prete cattolico che viene ingiustamente accusato di crimini atroci contro i bambini. Nel futuro, i giornalisti cattolici dovranno fare molto di più per proteggere i nostri reverendi padri da questi stereotipi malvagi. Dobbiamo assicurarci che sia loro garantito un giusto processo e che sia presunta la loro innocenza. Glielo dobbiamo, come lo dobbiamo ai nostri amici e alle nostre famiglie, la cui stessa fede nel sacerdozio potrebbe essere messa a rischio dalla retorica anticlericale. Lo dobbiamo ai nostri figli, alcuni dei quali diventeranno loro stessi sacerdoti e che soffriranno gravemente per mano dei cacciatori di preti. Lo dobbiamo a tutti i giovani che si rifiutano di accettare la loro vocazione al sacerdozio, temendo sistematiche persecuzioni legali, e a giusta ragione.

Da ultimo ma non perché meno importante, dobbiamo farlo per noi stessi. L’Australia sta usando lo scandalo Pell per costringere il nostro clero a violare il sigillo confessionale ove il sacerdote senta un confratello ammettere di aver molestato bambini. Rammentate che i cattolici in California hanno appena scansato lo scorso giugno una disposizione legislativa che andava in questa direzione.

Sono venuti per i vescovi, ora vengono per i sacerdoti. Chi entrerà nel mirino dopo i sacerdoti? Ma i laici, ovviamente, cioè io e voi.

[1]L’apologo noto come «principio» o «sindrome della rana bollita» segnala il fatto che le minacce alla sopravvivenza derivano sovente non da eventi improvvisi, ma da processi lenti e graduali che sfuggono all’attenzione dei più. Eccone una formulazione:  «Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone» [N.d.T.].





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66 commenti

  • franz ha detto:

    dunque , non ci sono prove , non ci sono testimoni , neppure video o registrazioni . Perbacco ! a nessuno è venuto in mente di contrattare Padre Sosa per difendere Pell ? Padre Sosa ha persino difeso Giuda , Pilato, Nerone … perchè non c’erano registratori…

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    I processi per violenza carnale sono stati sempre molto difficili, perché, ovviamente, spesso di tali azioni non vi sono testimoni, a parte la vittima.
    Il problema di oggi – e so di ripetermi – è che a livello legislativo/giudiziario e mediatico (all’ennesima potenza), si è creata una mentalità per cui la vittima è tale perché ha accusato e l’imputato è colpevole perché è stato accusato. A prescindere. E questo perché il furore femminista ha portato in tutto il mondo occidentale a leggi di merda che hanno invertito l’onere della prova. Quanto è capitato al cardinale Pell potrebbe capitare a ciascuno di noi in tutto l’occidente. E’ovvio che ci siano anche altre manovre dietro, ma il problema è innanzitutto culturale e giuridico: la violenza sessuale è divenuto il reato dei reati, è più grave, nel furore giustizialista dei pubblici ministeri e nell’immaginario collettivo, dei reati di sangue. Ma ancora una volta seguiamo il denaro: a quante persone questa industria delle denunce sta dando da mangiare lautamente? Avvocati, psicologi, operatori sociali, associazioni nate come funghi e, perché no false vittime che intascano l’equivalente di una buona vincita alla lotteria. Mi ripeto ancora: se non ci fossero in mezzo risarcimenti e compensi di svariate migliaia di euro il fenomeno delle denunce a scoppio ritardato si affloscerebbe nel giro di qualche settimana.

    • Milli ha detto:

      Mi spiace contraddirla Don Ettore, ma sebbene ci siano ultimamente tanti casi di false denunce, ci sono stati secoli e secoli di violenze sulle donne che non hanno mai avuto giustizia, per non parlare delle tante molestie sul lavoro che le donne devono subire o schivare . Penso che TUTTE le donne che lavorino abbiano avuto a che fare almeno una volta con un collega o un superiore che allungava le mani .
      Certamente uno stupro non è un omicidio, ma la persona violentata viene uccisa nell’anima, pensi cosa accade nell’animo di un giovane o di un bambino ! Pensa che chi commette questi gesti non dovrebbe pagare almeno un risarcimento?
      D’altra parte anche voi sacerdoti ultimamente vi siete un po’ rilassati nei costumi ,molti vestono con abiti civili, forse tutti quanti dovreste usare una maggiore prudenza.
      Mi dispiace, ma il suo mi sembra un ragionamento alquanto maschilista , non trovo accettabile rovesciare tutte le colpe su chi accusa, tante ne avete anche voi se si è arrivati a questo livello di furore (senza generalizzare).
      Speriamo che si possa sl più presto ristabilire la verità e la giustizia per tutti gli accusati innocenti ma anche per le vittime vere.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        È esattamente quanto penso anch’io. Però non si cura un male (scarsa giustizia per le vittime), introducendo un altro male (se qualcuno accusa un altro ha senz’altro ragione). I risarcimenti dovrebbero essere dati per coprire spese effettivamente sostenute o che si prevede si sosterranno. Altrimenti, è ovvio che si moltiplichino false denunce.

        • Adriana ha detto:

          Ben venga l’estensione di questo ” Mee too ” . Ma mi domando
          come mai nessuno / a abbia fatto richiesta di danni a un pensionato autenticamente ” povero ” ( ma non per questo innocente ) .

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Il risarcimento, almeno in Italia, lo fissa il tribunale, a prescindere dalle condizioni economiche dell’imputato. Francamente trovo molto umilianti questi soldi dati in riparazione di danni morali. Il risarcimento può riparare un danno materiale. Se nel danno morale ci sono aspetti materiali, quali spese mediche o mancanza di sostentamento (ad esempio quando un omicidio elimina la fonte di reddito per la famiglia) può avere un senso; altrimenti oltre ad esprimere una mentalità mercantile (l vita umana e la libertà sessuale o in generale non sono monetizzabili) è un vaso di miele aperto per tutti i personaggi di cui al mio primo intervento. Vale la pena accusare qualcuno per intascarsi 100.000 euro o no? Se fossero solo il 10, il 15 o, al massimo, il 20% magari ci si calmerebbe.

        • Milli ha detto:

          Auspico che un’ingiustizia non venga mai compensata con un’altra ingiustizia. Giammai! E i risarcimenti solo nei casi accertati di colpevolezza e non per tacitare chi chiede giustizia e così evitare lo scandalo, sarebbe cedere a un ricatto.

  • Nicola B. ha detto:

    Grazie a tutti/e per i consigli riguardo al mio eventuale bannamento su Facebook da parte di P. Antonio Spadaro. P.S. a proposito, i miei ultimi 2 post inseriti stamattina sul suo sito erano allegati a due post di Spadaro in cui faceva due filippiche laiche politiche contro i populisti e sovranisti. Al che io gli ho inserito in entrambi i post , due foto con lo striscione PARLATECI DI BIBBIANO…..

    https://images.app.goo.gl/CRQmrwdChQ8RZeX8A

  • Anima smarrita ha detto:

    @ Il veritiero (alle 9:55 am)
    Condivisibile e più che opportuno il richiamo alla povertà evangelica e alla sottolineatura della sua imprescindibile testimonianza nella vita della Chiesa, da parte di tutti i membri e in particolare dei suoi ministri. Ma: storture e stonature in condotte contraddittorie di precetti quantunque predicati non costituiscono motivi utili a convalidare – ancor peggio a emettere – condanne per accuse così infamanti, quali sono quelle per le quali sta scontando la pena in carcere il card. Pell. Accuse che – a leggere più testimonianze e articoli in Rete, soprattutto da fonti estere – non hanno convinto “oltre ogni ragionevole dubbio”, con evidenza di prove (che addirittura pare non siano state rivelate).
    Quanto alla cristiana accettazione delle sofferenze – eccessiva la parola “martirio” da lei usata con altri riferimenti in un diverso commento, sempre questa mattina – in una lettera dal carcere del 1 agosto scorso ai suoi sostenitori che l’hanno pubblicata sui social (oggetto anche di un articolo del dott. Tosatti su LNBQ, articolo più volte segnalato su questo blog nei giorni scorsi), eccola accolta in tutta modestia dal card. Pell con queste semplici parole: «La consapevolezza che la mia piccola sofferenza può essere usata per buoni scopi attraverso l’unione alla sofferenza di Gesù mi dà uno scopo e una direzione».
    Mi permetto, infine, segnalare l’articolo del dott. Tosatti sul giudice contrario alla decisione del collegio di 3 membri che ha respinto l’Appello con 2 voti a favore:
    http://www.lanuovabq.it/it/pell-innocente-quel-giudice-coraggioso-e-inascoltato

  • Anima smarrita ha detto:

    @ Carlone (alle 10:04 am)
    Stento a riconoscere una linea di azione ben definita e unica nell’affrontare le vicende cui fa riferimento. Poiché sono abituata a riflettere su quanto viene portato a conoscenza, sperando sempre che ci si muova in direzione e in ossequio della verità dei fatti, mi permetto segnarle gli articoli ai seguenti link, rinunciando ad ogni commento. Per la precisione:
    – Il card. Barbarin ha deciso – sua sponte – di ritirarsi per qualche tempo dalla guida della diocesi di Lione; le dimissioni che aveva presentato non sono state accettate.
    https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2019-03/cardinale-barbarin-ritiro.html
    – Più complesso il caso del vescovo Zanchetta, su cui è stata avviata un’indagine presso la Congregazione della dottrina della fede. Nei dettagli su “La Stampa”:
    https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2019/06/08/news/argentina-sotto-processo-il-vescovo-zanchetta-per-abusi-sessuali-aggravati-1.36539514

    • carlone ha detto:

      Nix Barbarin est Mons. Ventura Nunzio a Parigi .
      I remember “palpeggiare”!? A Lot ? I Think so..**$#
      Postumi …Hic…della festa ..See you later. ..hic.

      • Marcella bellissima ha detto:

        CARLONE, ridicolo!

      • Adriana ha detto:

        Carlone ,
        penoso !

        • carlone ha detto:

          Giudizio pertinente visto anche il tema trattato .
          Ma , forse , errato.

          2. La questione della pedofilia è, per quanto ricordi, divenuta scottante solo nella seconda metà degli anni‘80. Negli Stati Uniti nel frattempo era già cresciuta, divenendo un problema pubblico. Così i vescovi chiesero aiuto a Roma perché il diritto canonico, così come fissato nel Nuovo Co­dice, non appariva sufficiente per adottare le misure necessarie. In un primo momento Roma e i canonisti romani ebbero delle difficoltà con questa richiesta; a loro avviso, per ottenere purificazione e chiarimento sarebbe dovuta bastare la sospensione temporanea dal ministero sacerdotale. Questo non poteva essere accettato dai vescovi americani perché in questo modo i sacerdoti restavano al servizio del vescovo venendo così ritenuti come figure direttamente a lui legate. Un rinnovamento e un approfondimento del diritto penale, intenzionalmente costruito m modo blando nel Nuovo Codice, poté farsi strada solo lentamente.

          A questo si aggiunse un problema di fondo che riguardava la concezione del diritto penale. Ormai era considerato «conciliare» solo il così detto «garantismo». Significa che dovevano essere garantiti soprattutto i diritti degli accusati e questo fino al punto da escludere di fatto una condanna. Come contrappeso alla possibilità spesso insufficiente di difendersi da parte di teologi accusati, il loro diritto alla difesa venne talmente esteso nel senso del garantismo che le condanne divennero quasi impossibili….
          …………
          Ai brevi accenni sulla situazione della formazione sacerdotale al mo­mento del deflagrare pubblico della crisi, vorrei ora aggiungere alcune indicazioni sull’evoluzione del diritto canonico in questa questione. In sé, per i delitti commessi dai sacerdoti è responsabile la Congregazione per il clero. Poiché tuttavia in essa il garantismo allora dominava am­ piamente la situazione, concordammo con papa Giovanni Paolo II sull’ opportunità di attribuire la competenza su questi delitti alla Con­gregazione per la Dottrina della Fede, con la titolatura «Delicta maiora contra fidem». Con questa attribuzione diveniva possibile anche la pena massima, vale a dire la riduzione allo stato laicale, che invece non sa­rebbe stata comminabile con altre titolature giuridiche. Non si trattava di un escamotage per poter comminare la pena massima, ma una con­ seguenza del peso della fede per la Chiesa. In effetti è importante tener presente che, in simili colpe di chierici, ultimamente viene danneggiata la fede: solo dove la fede non determina più l’agire degli uomini sono possibili tali delitti. La gravità della pena presuppone tuttavia anche una chiara prova del delitto commesso: è il contenuto del garantismo che rimane in vigore. In altri termini: per poter legittimamente comminare la pena massima è necessario un vero processo penale. E tuttavia, in questo modo si chiedeva troppo sia alle diocesi che alla Santa Sede. E così stabilimmo una forma minima di processo penale e lasciammo aperta la possibilità che la stessa Santa Sede avocasse a sé il processo nel caso che la diocesi o la metropolia non fossero in grado di svolgerlo. In ogni caso il processo doveva essere verificato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per garantire i diritti dell’accusato. Alla fine, però, nella Feria IV (vale a dire la riunione di tutti i membri della Congrega­zione), creammo un’istanza d’appello, per avere anche la possibilità di un ricorso contro il processo. Poiché tutto questo in realtà andava al di là delle forze della Congregazione per la Dottrina della Fede e si verifica­ vano dei ritardi che invece, a motivo della materia, dovevano essere evi­tati, papa Francesco ha intrapreso ulteriori riforme……
          ………
          Ai brevi accenni sulla situazione della formazione sacerdotale al mo­mento del deflagrare pubblico della crisi, vorrei ora aggiungere alcune indicazioni sull’evoluzione del diritto canonico in questa questione. In sé, per i delitti commessi dai sacerdoti è responsabile la Congregazione per il clero. Poiché tuttavia in essa il garantismo allora dominava am­ piamente la situazione, concordammo con papa Giovanni Paolo II sull’ opportunità di attribuire la competenza su questi delitti alla Con­gregazione per la Dottrina della Fede, con la titolatura «Delicta maiora contra fidem». Con questa attribuzione diveniva possibile anche la pena massima, vale a dire la riduzione allo stato laicale, che invece non sa­rebbe stata comminabile con altre titolature giuridiche. Non si trattava di un escamotage per poter comminare la pena massima, ma una con­ seguenza del peso della fede per la Chiesa. In effetti è importante tener presente che, in simili colpe di chierici, ultimamente viene danneggiata la fede: solo dove la fede non determina più l’agire degli uomini sono possibili tali delitti. La gravità della pena presuppone tuttavia anche una chiara prova del delitto commesso: è il contenuto del garantismo che rimane in vigore. In altri termini: per poter legittimamente comminare la pena massima è necessario un vero processo penale. E tuttavia, in questo modo si chiedeva troppo sia alle diocesi che alla Santa Sede. E così stabilimmo una forma minima di processo penale e lasciammo aperta la possibilità che la stessa Santa Sede avocasse a sé il processo nel caso che la diocesi o la metropolia non fossero in grado di svolgerlo. In ogni caso il processo doveva essere verificato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per garantire i diritti dell’accusato. Alla fine, però, nella Feria IV (vale a dire la riunione di tutti i membri della Congrega­zione), creammo un’istanza d’appello, per avere anche la possibilità di un ricorso contro il processo. Poiché tutto questo in realtà andava al di là delle forze della Congregazione per la Dottrina della Fede e si verifica­ vano dei ritardi che invece, a motivo della materia, dovevano essere evi­tati, papa Francesco ha intrapreso ulteriori riforme.

          Sono parole di Benedetto non quelle di uno qui che viene considerato un minchione.
          Secondo me danno un idea del cambiamento in atto .

          • Anima smarrita ha detto:

            Benissimo! E su che cosa insisto io se non su almeno un’ indagine interna, che nel “caso” Pell la Congregazione per la dottrina della Fede avvierà – come da comunicato – soltanto al termine di tutti i gradi di giudizio presso i tribunali civili in Australia? Facciamo a capirci: non ho lanciato nei suoi confronti allusioni offensive. Le suggerirei di citare la fonte esatta da cui attinge i riferimenti che riporta, per il futuro, specie se maneggia documenti del Magistero, per evitare il rischio di incomprensioni. In quello che ha copiato e incollato ( due volte; non è grave!) si rimanda esplicitamente ai processi in Congregazione nell’interesse dei soggetti coinvolti in certe vicende. Grazie per l’attenzione!

          • carlone ha detto:

            Mi sembra che qui Benedetto parli di impossibilità di tempi brevi per giudizio interno . Nell attesa che fare ?
            Non è Magistero ma la lettera di Benedetto sul problema abusi che abbiamo già letto e commentato diverse volte anche qui.

    • carlone ha detto:

      Non ho detto Barbarin ma il Nunzio di Francia che è mons. Ventura

      • Anima smarrita ha detto:

        Anche su mons, Ventura: nessuna decisione! è in scadenza di mandato, quindi…la cosa andrà a…conclusione…fisiologica!!!
        Quanto al nostro botta e risposta:
        non è nelle nostre competenze e prerogative suggerire una soluzione per il quesito che lei pone. Noi restiamo avvitati in discussioni e dubbi che altri – chiamati a ricoprire ruoli di altissima responsabilità – dovrebbero dirimere.
        A chi spetta rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla conduzione e conclusione di un “giudizio interno” in tempi ragionevolmente “brevi”? L’ammissione di una simile “impossibilità” riscontrata non giustifica il non avviare un’indagine. E sì che di tempo ne è trascorso da quelle che ho definito “avvisaglie” e che, credo, non ci sia bisogno di riassumere per chi conosce la vicenda fin da quando quelle stesse avvisaglie indussero Benedetto a non cooptare il card. Pell nel servizio in Curia – come si vociferava e prospettava – proprio per evitare che si scatenasse un prevedibile attacco nei suoi confronti.
        Concludo semplicemente ricordando l’interventismo di Bergoglio in tutti gli ambiti e preferisco non insistere su questo tasto, anche perché sarebbe perfettamente inutile. Buona giornata.

        • carlone ha detto:

          Se in Vaticano giocano con le fakes

          Posso confermare che la Santa Sede rinuncia all’immunità giurisdizionale di cui gode il nunzio apostolico in Francia, mons. Luigi Ventura, in virtù della Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961 sulle relazioni diplomatiche, ai fini della procedura penale che lo riguarda”. Lo precisa il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, che spiega come “si tratta di un gesto straordinario che conferma la volontà del nunzio, espressa fin dall’inizio della vicenda, di collaborare pienamente e spontaneamente con le autorità giudiziarie francesi, competenti per il caso. La Santa Sede ha atteso, per assumere questa decisione, la conclusione della fase preliminare del procedimento – comunicatale a fine giugno – a cui mons. Ventura ha liberamente partecipato. La decisione della Santa Sede è stata comunicata ufficialmente alle autorità francesi la settimana scorsa”.

          • Anima smarrita ha detto:

            Bene ha fatto; il minimo sindacale! A conclusione di una prima fase di un processo civile, su espressa volontà (chissà se costretto e, poi, per salvare la “facciata” come al solito, spacciata per libera decisione) di farsi interrogare del nunzio – ricordiamolo – destinatario nel frattempo di una seconda denuncia.
            Ha altri “casi” da stiracchiare per dimostrare una “ridicola” risposta, che lei intende far passare per eccezionale, in nome di quella strombazzata “trasparenza” e in ossequio a verità e giustizia? Se dovesse essere tentato dal bisogno di segnalarmelo, badi bene: non prenderò in considerazione ulteriori segnalazioni di vicende che meriterebbero attenzione massima e analisi serie e approfondite nelle sedi opportune.
            Resto in attesa della pubblicazione da parte della Congregazione per la dottrina della fede dell’annunciato vademecum con direttive antiabuso valide per la Chiesa universale, in linea con le Norme e la Legge valide per il Vaticano, entrate in vigore solo da qualche mese. Per inciso: queste prevedono l’obbligo di denuncia alle Autorità competenti di eventuali abusi sessuali commessi di cui si fosse a conoscenza. E poi? Si procederà come stabilito, superando quell’impasse dei tempi “non brevi” da lei segnalato nel precedente commento?

          • carlone ha detto:

            Sì certo …
            Veda , l ‘ accusa al monsignore è talmente stupida , che se anche corridpondesse al vero , temo , che solo gli accusatori attuali , lei , e altri di questo Blog, potrebbero ricorrere alla giustizia.

          • carlone ha detto:

            23:33 @anima

            Mi scusi ma la mia risposta precedente non è pertinente a questa discussione.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Il primo cardinale martire dei bergogliani. Avevano bisogno di qualcuno per compensare McCarrick.
    Beato lui. Ha già un tesoro in cielo.

  • Felice ha detto:

    La storia di Pell è quella del martirio di Cristo. Come i martiri di tanti santi servi di Dio commessi da un mondo distratto, mondano, impaurito, irresponsabile.
    Preghiamo per il cardinale Pell.

  • Felice ha detto:

    La storia di Pell è quella del martirio di Cristo. Come i martiri di tanti santi servi di Dio commessi da un mondo distratto, mondano, impaurito, irresponsabile.
    Preghiamo per il cardinale Pell.

  • MARIO ha detto:

    Per gli incalliti sostenitori di proditorie insinuazioni e accuse nei confronti del Vaticano e del Papa, di cui ai commenti precedenti e dei probabili che seguiranno, ricordo ancora una volta che le vostre analisi circa la vicenda giudiziaria del Card. Pell non trovano alcun riscontro né nell’articolo di oggi (molto bello), né nelle dichiarazioni, interviste e articoli dei “veri” amici australiani di Pell, che sicuramente sulla sua vicenda (giudiziaria, vaticana, ecc.) ne sanno sicuramente molto più di voi.
    Per cui non mi vergogno a ripetere ancora una volta che i vostri commenti contribuiscono ad aggravare il percorso giudiziario, non ancora concluso, del Card. Pell. Punto. Assumetevene almeno la responsabilità.
    Saluti.

    • carlone ha detto:

      Anche perché sembra che questa sia la linea del Vaticano :
      rimessa dell immunità al Nunzio in Francia su richiesta della magistratura per procedimento giudiziale
      pure su Zanchetta sembra sia stata tolta l immuniá e verrà processato ,
      ma ce Ne sono altri per cui è stata intrapresa. questa strada.

    • Marcella bellissima ha detto:

      Mentre invece, se rimanessimo muti e indifferenti, o se ci unissimo al coro degli accusatori, noi «contribuiremmo ad alleggerire il percorso giudiziario, non ancora concluso, del Card. Pell».
      Complimenti, neppure un gesuita riuscirebbe ad attorcigliare il ragionamento in questo modo!

    • Un confratello ha detto:

      Complimenti, MARIO: neppure il mitico Padre Federico Lombardi SJ, già portavoce della Sala Stampa Vaticana, sarebbe riuscito a dire di meglio!

    • Davide ha detto:

      Concordo che sia sempre necessario sentire anche le altre campane per avere una corretta, ed imparziale visione di ogni fatto; è sempre stata la metodologia di ricerca critica che ha caratterizzato la mia vita.
      Perché quindi non ci riporta la versione dei fatti che lei conosce ?

  • Nicola B. ha detto:

    O.T. sto cercando di entrare nella pagina Facebook di Padre Antonio Spadaro ma mi compare questa maschera . Qualcuno sa dirmi cosa potrebbe significare? Devo dire che ultimamente ho postato parecchi interventi critici sul suo sito Facebook e quindi potrei essere stato bannato. Qualcuno sa dirmi cosa potrebbe significare? Grazie.

    https://m.facebook.com/spadaro

    • Kiss kiss ha detto:

      Te lo dico io.
      Quella foto significa: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.

    • Davide ha detto:

      A me visualiza regolarmemte….
      Probabilmente dipemderà dal fatto che sei stato bannato…
      Potresti mandare uno screenshot al dott. Tosatti con la richiesta di pubblicazione

  • Nicola Buono ha detto:

    O.T. sto cercando di entrare nella pagina Facebook di Padre Antonio Spadaro ma mi compare questa maschera. Cosa significa che sono stato bannato? Devo dire che ultimamente ho postato parecchi interventi critici sul suo sito Facebook. Qualcuno sa dirmi cosa potrebbe significare questa maschera, grazie ?

    https://m.facebook.com/spadaro

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Caro Nicola, ho fatto la prova e non ho avuto nessun problema. Probabilmente il gesuita che ama il dialogo non apprezza le tue argomentazioni … infatti ho letto un po’ in qua e in là, e c’erano solo applausi a scena aperta. Se a Spadaro piace so!o essere gratificato, dimmi un poco : Chi siamo noi per giudicare ?

    • Milli ha detto:

      Ho fatto la prova e mi sembra regolare. Non si deve stupire, quel profilo è il suo privato (anche se visibile dal pubblico) e ci entra chi vuole lui.
      Credo che abbia un super lavoro a tenere lontano i critici dai suoi social, sicuramente ciò toglie tempo alla preghiera e alla meditazione dei sacri testi. Poi si vedono i risultati!

  • Adriana ha detto:

    Questo , di Veritiero , è il commento di un aspirante ” presbitero ” ?
    Beh , con l’età , lo diventiamo tutti…

    • Il veritiero ha detto:

      É il commento di una petsona onesta adriana…
      Io con le parole mi spiego male, e poi cado facilmente in provocazioni. Devo correggere il difetto di non cadere in provocazioni. Però da un punto di vista evangelico la sofferenza subita nel nome di Dio è un onore, non so voi xhe bibbia avete in casa. Forse l’abbiamo diversa.
      Come anche la morte é solo un passaggio e il defunto vive una nuova vita momto più felice di quella che viveva in terra.
      Poi detto questo dove nessuno può correggermi altrimenti contraddice il vangelo…. dico perché non ho conpassione verso “nessum vescovo o sacerdote” che hanno i MILIONI DI EURO DI AVERI E DI SOLDI LIQUIDI frutto delle offerte che la povera gente lascia per i poveri. I sacerdoti lavorano? NO! E allora dove hanno preso tutti quei MILIONIA DI EURO che hanno certi vescovi? Sono i soldi che la gente lascia in donazione per i poveri! E io devo avere compassione di questa gente?
      Ma voi avete perso il contatto con la realtà.

      • MARIO ha detto:

        Mi sembra piuttosto che lei “non ci sta dentro”. Mi di spiace…

        • Il veritiero ha detto:

          Posso accettare e condidere la sua affermazione/critica se la motiva. Lei pensa che soa giusto che questi cialtroni che si approfittano del nome di Dio per fare i prppri interessi é giusto che hanno MILIONI DI EURO? Ville e attici da 10 MILIONI EURO AL CENTRO DI ROMA , SOLDI CASH PER MILIONI DI EURO.
          Se i “veri padri della chiesa” vedessero tutto questo i calci nel sedere si sprecherebbero; altro che lo schiafgo di San Nicola ad Ario! Le randellate proprio!!
          La chiesa attuale “oltre al problema della pedofila e dell’eresia, ha anche il probema dei ladri”
          C’è gente che lascia eredità intere convinta che quello che lascia andrà ai poveri che muoiono di fame…non per l’atticp da 10 milioni di euro dei vescovi….o per l’autista o le vacanze dei vescovi….

          • Felice ha detto:

            Un concetto troppo fumoso, quello di Veritiero. Di chi non riesce a distinguere le cose. Mi dispiace.

          • MARIO ha detto:

            Io la inviterei a mettersi un po’ il cuore in pace e prendersi un po’ d’aria fresca, invece di preoccuparsi dei soldi di non si sa chi e di scrivere paginate di commenti inutili.
            Pace e bene.

      • Adriana ha detto:

        Indubbiamente sono , o siamo fuori dalla realtà . Se per realtà si intende esclusivamente quella mondana . Quanto più alto è il piedestallo dove l’individuo è collocato , tanto più la sua caduta
        dovrebbe ingenerare compassione . Lo rammenta A. Manzoni nel Conte di Carmagnola e nell’Adelchi . Lo testimonia – per sua esperienza – Oscar Wilde nel De Profundis . Non conosco il Card. Pell , come neppure lei , del resto . Ma non mi azzardo a fare di tutta l’erba un fascio –
        La Chiesa dei primi secoli metteva in guardia i fedeli dall’esporsi al martirio – infatti , nella sua ostentata ricerca , si possono individuare semi di vanità e di orgoglio , perfino di piacere – .
        La Chiesa , un tempo , era saggia e prudente e conosceva i suoi
        ” polli ” . Non si faceva incantare dalla fama di personaggi che si rivelavano molto ” dubbi ” ( come Nelson Mandela per esempio ).
        Ma , già , non esisteva il web , né Wiki .

        • Il veritiero ha detto:

          È vero, su questo hai ragione, si può arrivare anche al fanatismo. É che io non sopporto la loro ricchezza “che jon dovrebbero avere” e allora non riesco proprip a difenderli, mi fanno rabbia perché si sono approfittati della loro posizione e invece di essere “servi deo fedeli” hanno fatto i padroni nella casa di Dio.

          • Adriana ha detto:

            Il comportamento ” ideale ” del Vescovo lo trova rappresentato
            nel Vescovo Muriel , personaggio dei ” Miserabili ” di V. Hugo .
            Oppure / e anche nel Cardinal Federigo dei ” Promessi Sposi ” .
            Non serve obiettare che si tratta di personaggi letterari .
            Esprimono l’aspirazione dell’anima umana . E , come tali , servono da modelli – pratici – . Inoltre , testimoniano l’effetto spiritualmente ” nobilitante ” che la Chiesa ha esercitato sugli autori .

      • carlone ha detto:

        Potrebbe anche lei essere stato messo alla prova….si prenda delle pause , non è questo il luogo dove tutto si gioca..

      • Milli ha detto:

        Comprendo il suo punto di vista. Ma, mi chiedo: è questo il caso di Pell? Sappiamo se si è indebitamente impossessato di denaro, ci sono state indagini o provvedimenti in corso, oppure qualche giornale ha scritto dei suoi sprechi, analogamente a quanto successe per il card. Bertone? Se sì, sono d’accordo con lei, altrimenti bisogna tenere in conto dei compiti gravosi di cui si è occupato, come quello presso la Banca del Vaticano, che godevano sicuramente di un buon appannaggio.
        Mi sembra che il card. Pell, da quanto mi è consentito comprendere, accetti ciò che gli sta accadendo con cristiana accettazione, eccezion fatta,per la lotta per la verità.
        Quindi anche lui sarà consapevole del valore di questa prova.
        Dio talvolta permette il male per ottenere un bene più grande, di questo sono convinta.

  • Anima smarrita ha detto:

    Più chiaro di così? Resoconto lucido, fedele, completo. Vi leggo un riscontro ai vari commenti pubblicati su questo blog – sia pure nei limiti della nostra capacità di espressione – con l’eccezione di qualche interpretazione con supposta conferma nella e della linea di azione adottata in Vaticano, in attesa del verdetto finale della giustizia civile, cui – come evidente – si va a rimorchio.
    Resto del parere che una parola inequivocabile sarebbe dovuta venire primariamente e soprattutto in difesa della verità da un’indagine interna, che si sarebbe dovuta avviare nei tempi utili ad evitare il deflagrare di uno scandalo annunciato, e a maggior ragione ai nostri giorni, allo stato presente delle cose, in nome della tanto sbandierata “trasparenza”, con un’assunzione di responsabilità che rientra nei “doveri del proprio stato”.
    Chissà se sia stato letto questo articolo, come altri dello stesso tenore pubblicati su organi di informazione esteri, dalle parti di Santa Marta, o semplicemente sia rimasto fra le pagine delle Rassegne stampa, curate – suppongo – con meticolosità ogni giorno. Inserito fra le letture da evitare “per igiene mentale”, come tutte le altre critiche che si è deciso di ignorare perché non sarebbero ispirate al conseguimento del “bene della Chiesa”?
    «Chi ha orecchi per intendere, intenda!…A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché ”vedendo non vedano e udendo non intendano”» (cfr. Lc 8,4-15).

  • Nonno Asdrubale ha detto:

    La Neo-Chiesa di Bergoglio non insegna, ma ascolta; non guida, ma insegue; non si espone, ma si adegua. La Neo-Chiesa di Bergoglio non ha la minima intenzione di combattere contro lo spirito del mondo, ma con la scusa del dialogo e dell’accompagnamento si conforma supinamente allo spirito del mondo.
    Per questo la Neo-Chiesa di Bergoglio non ha più la forza di difendere la verità delle cose, né a livello di dottrina e di morale (vedi Amoris Laetitia), né a beneficio di singole persone (come appunto il Cardinale Pell). E se qualche volta la Neo-Chiesa di Bergoglio si espone per difendere qualcuno, lo fa con personaggi chiaramente schierati dalla propria parte (come i diversi Mc Carrick [finché ha potuto], Maradiaga, Peña, Zanchetta e compagnia bella).
    La Neo-Chiesa di Bergoglio non ha una rotta nobile, determinata da una stella polare, ma si muove a vista, per non dire a ca**o, secondo le indicazioni di una qualche ideologia e secondo la legge suprema dell’opportunismo. La Neo-Chiesa di Bergoglio non è credibile e non può durare, perché non è disposta ad affrontare “il buon combattimento della fede”.
    E pensare che Bergoglio e i gesuiti sono stati fondati da un grande combattente!

    • Erika M. ha detto:

      E che interesse ci sarebbe ad esporsi per difendere un Cardinale che ha preteso fare chiarezza sui misteri delle finanze vaticane e che – soprattutto – ha espresso vive preoccupazioni sul Documento preparatorio per l’Amazzonia? Come è stato ampiamente spiegato in questo blog, Pell non è un Cardinale allineato con il nuovo corso gesuitico della Chiesa.

  • Maria Cristina ha detto:

    La condanna senza prove del card. Pell secondo me somiglia molto come esempio di odio puro al commissariamento e alla punizione senza motivo dei Francescani dell’Immacolata e del loro superiore Padre Manelli.
    In entrambi i casi una persona ragionevole anche se non credente si chiede perche? Ma non c’e’un perche’solo odio puro che si riversa in maniera diabolica contro la vittima designata.
    il capro espiatorio. Il card. PELLe’ l’offerta a Azazel , e Azazel non e’altro che uno dei nomi che gli ebrei davano allo spirito delmale
    Anche Gesu’di Nazaret doveva essere solo un capro espiatorio , una vittima su cui riversarel’odio irrazionale ed emotivo , ma per Azazel qualcosa e’andato storto….da vittima Gesu con la sua Resurrezione e’diventato il trionfatore su Azazel e su tutti i demoni.
    Il card. Pell, i Francescani dell’Immacolata, e penso anche al card. Zen e ai cattolici cinesi, da vittime con il loro Signore Gesu’si trasformano in vincitori del male e testimoni de bene. Bisogna credere questo e certo il card. Pell nelfondo della sua prigione ha il conforto della fede.
    Quanto ai tormentatori, ai falsi testimoni, alla massa di odiatori che gridano Crucifige che sputano in faccia al giusto sofferente, come pure ai preti rinnegati e pavidi sappiamo che anche loro avranno la loro ricompensa, e sappiamo comeSatana premia i suoi servi.

    • Milli ha detto:

      Hanno fatto di Pell un martire e tutto questo si rivolterà contro la loro malvagità.

  • Gian ha detto:

    Un Paese civile si dimostra tale soprattutto dal modo in cui amministra la giustizia. L’Australia sta mostrando a tutto il mondo di non essere un Paese civile, se questa è la giustizia che sa garantire. Una terra da non calpestare.
    Per il vostro bene STATE ALLA LARGA DALL’AUSTRALIA. VERGOGNA!
    Preghiamo per il Cardinale Pell.

    • Davide ha detto:

      Da quanto ho letto, sembra che l’Australia sta scendendo sempre più all’infimo livello italiano…
      Come può, comunque, un essere infinitamente buono e giusto come l’Onnipotente tollerare, se non permettere, tutto questa memlma ?
      Perdonatemi la provocazione; ma non riesco a non fare questa domanda.

      • Felice ha detto:

        L’Onnipotente ci ha fatti liberi. La libertà ci da la sua stessa dignità, non potremmo essere simili a Dio senza la possibilità di scegliere tra il bene ed il male, è questo che ci distingue dagli animali. La libertà con ‘tutte’ le sue conseguenze.
        Per questo Dio permette queste cose, perché ci ha fatti liberi.
        Allora, prigionieri come gli animali oppure capaci di scegliere con tutte le conseguenze che ne derivano? Non possono esserci vie di mezzo.

  • Il veritiero ha detto:

    Se veramente è innocente allora deve esultare ed essere fiero, perché sta soffrendo per la vera fede in cristo. E questo è un onore, é l’aspirazione massima per un veto servo di Dio ( la corona del martirio o essere confessore della fede ). Gli Apostolo Pietro e Giovanni dopo essere stati arrestati per 2 giorni dal sinedrio ingiustamente per la fede in Cristo, erano FIERI di essere diventati “confessori della fede”. L’apostolo Paolo bastonato e lapidato ma sopravissuto era FIERO. Poi a dire la verità il card.Pell non mi semvra proprio povero, semvra uno che la vita se la gode pieno di comodità e di beni… cosa che se sei alla sequela di Cristo dovresti rinunciare..
    Tanto é vecchio, fra 1 anno neanche esce, con tutti i soldi che ha fra poco si fa dare l’incompatibilità con il carcere per motivi di salute. oppure si fa dare gli arresti domiciliari a metà pena… gra poco sarà di nuovo a piede libero. Siamo noi poveracci che se succede la stessa cosa a noi ci buttano dentro e tutti quanti si scordano di noi.

    • Sherden ha detto:

      Per dire tante scemenze di fila in un solo post devi avercene messo di impegno.

      • Il veritiero ha detto:

        Vuoi scommettere che fra 1 anno sta a casa?
        Guarda, sinceramente non riesco ad avere compassione per un consacrato che entra nella chiesa perché ha la “vocazione di essere servo” e poi invece ha i MILIONI DI EURO. ( ma non solo di lui, di tutti quanti, anche gli altri )
        Perdonami ma non riesco ad avere compassione di gente che ha I MILIONI DI EURO SENZA AVER MAI LAVORATO 1 GIORNO.
        Io ho un concetto di giustizia divirso dal vostro, “voi ragionate secondo il mondo”. Io ragiono secondo la legge di Dio e secondo la bibbia. “Esultate quando parleranno di voi e vi perseguiranno a causa del mio nome”.
        Tu conosci i disegni di Dio? Tu sai per quale motivo Dio sta permettendo questo? Sai se è una punizione per altro oppure se è una prova per renderlo più forte? Guarda Nelson Mandela…. tanto per fare un esempio dei disegni di Dio.

        • Sherden ha detto:

          Guarda che più intervieni e più confermi il vuoto assoluto della tua scatola cranica.
          Cosa dovrei contestare? Il nulla totale che vai sputacchiando?
          O l’affermazione da bar del sabato sera ((all’ora di chiusura) che “tanto fra un anno starà a casa”? E’ questa la tua idea di giustizia?
          Torna al lambrusco, va’…

      • Il veritiero ha detto:

        Ah scusa dimenticavo…MILIONI DI EURO “PROVENIENTI DALLE OFFERTE DELLA POVERA GENTE che ancora crede che quei soldi serviranno per dare da mangiare a un senza tetto….. questi sono tutti MILIONARI CON I SOLDI DELLE OFFERTE e noi dovremmo anche avere compassione?
        Voi state fuori di testa, avete perso il contatto con la realtà.

        • Valeria Fusetti ha detto:

          Caro Veritiero, visto che ha tirato in ballo la Bibbia vorrei ricordarle che san Paolo racconta che chiese più di una volta al Signore che gli venisse tolta la spina dalla carne. Evidentemente tanto entusiasmo non doveva averne. Negli Atti si racconta anche che per sfuggire ad un linciaggio fu calato in una cesta fuori dalle mura. Non voglio sembrarle poco rispettosa di san Paolo, ma torturato fermò i suoi aguzzini dicendo che era cittadino romano. Che era giusto l’ unica dichiarazione che avrebbe potuto fermarli. E per questo fu spedito a Roma. Per questo dovremmo considerare san Paolo meno santo di san Lorenzo, papa Sisto e gli altri tre diaconi ? E magari, in un impeto giustizialista depennare il N.T. dalle sue lettere ? E da dove le viene tanta sicurezza nell’ affermare che il card Pell si era appropriato di denaro che gli era stato affidato per la Chiesa ? Sono accuse gravissime, e comunque se vere dovrebbe essere accusato di questo, e non di pedofilia. E l’ ultima accusa ha ancora meno fondamento, cioè che non avrebbe fatto un solo giorno di lavoro in vita sua. Da cosa lo ricava ? Se lei pensa che chiunque è Cardinale sia un emerito fannullone le do un consiglio: legga la biografia di mons. Siri, poi ne riparliamo. Nessuno dei fedeli che l’ hanno conosciuto ha dato, del card Pell, una testimonianza men che buona. Sicuramente avrà dei difetti, come tutti noi, ma non sembrano tali da giustificare il suo livore che, allo stato attuale, non lo sembra affatto. Mi scusi sa, ma anche per me, come penso per le persone adulte, trattare il prossimo cercando di agire secondo giustizia ( per quanto mi sia possibile) è importante. E quando mi sbaglio chiedo scusa, possibilmente alla persona che ho offeso.

          • Sherden ha detto:

            “…giustificare il suo livore…”
            Non è il livore, è l’alcool: quello che gli fa vedere tutti gli altri (meno che lui e quelli che ritiene amici) ingombri di valige piene di quattrini, ovviamente “rubati ai poveri”.
            Visione maniacale tipica da DT.

      • giesse ha detto:

        Brutal and dogmatic, George Pell waged war on sex – even as he abused children
        David Marr

        David Marr
        This prince of the church was a superb political operator. Listing sins and condemning sinners kept him in the news.

        Questi sono i titoli di due commenti del The Guardian Australia a firma David Marr, noto omosessuale a attivista LGBTQ+. Il suo compagno si chiama Sebastian Foriero; detto giornalista è stato stato protagonista accanito contro Israel Folau, un rugbista appartenente alla Jesus Christ Church che si era permesso di citare San Paolo sull’argomento. Inutile dire che Folau ha dovuto rinunciare alla sua squadra di club oltre che alla nazionale. Solo una piccola aggiunta: quando La Stampa ne diede notizia parlò di faneticazioni. Nemmeno si erano accorti che era una citazione paolina!

        • Alessandro2 ha detto:

          Siamo tornati davvero all’impero romano dei primi secoli: o bruci il grano d’incenso agli dèi (omosex, immorali, eco, ecc) o sarai eliminato. Possibilmente soffrendo.

          Onore a questi martiri.