DISPACCI DALLA CINA. LE MANIFESTAZIONI DI HONG KONG E L’ESTRADIZIONE. UN COMMENTO.

20 Giugno 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri è stato testimone diretto in questi giorni di quanto sta accadendo a Hong Kong, e ci ha mandato questa sua riflessione. Buona lettura.

 

Hong Kong e la Cina: una riflessione

Le due manifestazioni del 9 giugno e del 16 giugno sono stato un segnale inequivocabile del modo in cui la gente di Hong Kong vede il suo rapporto con la Cina continentale. Ovviamente non hanno la pretesa di mettersi di mezzo per cambiare la storia, gli “indipendentisti” sono una minoranza, anche se ora molto agguerrita e probabilmente in crescita. Ma certamente il messaggio inviato dalla popolazione di Hong Kong è stato chiarissimo: “non toccate le nostre libertà!”. La prima manifestazione del 9 giugno aveva visto almeno un milione di persone partecipare, su una popolazione di sette milioni e mezzo di persone. Sarebbe come se in Italia scendessero in piazza per manifestare, tutte insieme, 13 milioni di persone. Insomma, un numero imponente. Gli scontri seguiti il mercoledì successivo che hanno di fatto impedito la discussione della legge sulla estradizione, il casus belli, non hanno fatto che portare ancora più attenzione anche a livello internazionale sulla situazione di Hong Kong. Non dimentichiamo che oggi non è 30 anni fa, quando la Cina si affacciava al mondo ma non giocava nessun ruolo importante sulla scena internazionale. Quanto avvenne a Tiananmen attirò la condanna e l’esecrazione della comunità internazionale su un paese che in fondo era ancora marginale. Ma ora non è così, la Cina vuole giocare un ruolo economico importante e si vuole proporre come alternativa alla superpotenza americana. Le sue mosse sono ora scrutate con estrema attenzione. Il sabato 15 giugno il capo dell’esecutivo Carrie Lam ha annunciato che la legge sull’estradizione sarebbe stata sospesa, visto che comunque l’omicida incarcerato a Hong Kong non sarebbe stato comunque richiesto da Taiwan e per evitare spargimenti di sangue. Allora la manifestazione del 16 giugno? Si è fatta comunque e questa volta il numero dei manifestanti è stato di due milioni. Insomma, sarebbe come se da noi scendessero in piazza 26 milioni di persone. Sono numeri veramente imponenti.

Alcuni accusano la Cina di essere dietro a questa proposta di legge, ma io ho i miei dubbi. Perché la Cina dovrebbe esporsi con una legge così controversa in un momento in cui tenta di proporsi come partner affidabile per le democrazie di stampo occidentale? Insomma, non sono stupidi. Sanno bene cosa pensa la gente di Hong Kong e la diffidenza verso le diversità che esistono nella Cina continentale. Perché esporsi? Qualcuno mi ha detto che potrebbe essere stata una mossa per mettere in difficoltà il presidente Xi Jinping, una mossa di oppositori interni. Potrebbe essere una tesi.

Anche prendiamo la questione di Taiwan. Come potrà mai risolversi la questione di Taiwan quando viene vista la situazione di Hong Kong? Chi vorrebbe mettersi in una situazione come quella attuale dell’ex colonia britannica? Insomma, che interesse avrebbe la Cina di minare la stabilità già precaria di Hong Kong?

Poi non dimentichiamo la guerra commerciale con gli Stati Uniti. A che serve dare argomenti di critica per l’avversario?

Il fatto che la Cina si stia di fatto smarcando da quanto avvenuto in Hong Kong, fa pensare molto. Anche il Liason Office, cioè la rappresentanza di Pechino nella ex colonia che di fatto ha un ruolo preponderante sulle decisioni di governo (come molti sostengono) è stato tutto sommato molto cauto.

Allora perché tutto questo? È stata una iniziativa in solitaria del governo di Hong Kong per compiacere il potere centrale? Forse la verità è più complicata di così, come dicevamo in apertura.

La Chiesa in Hong Kong mostra un atteggiamento ambivalente, tra prudenza e aperto schieramento con i manifestanti. Ricordiamo che la diocesi è senza vescovo titolare da 6 mesi e che essa è stata strategica anche per l’accordo provvisorio proprio con la Cina. Come mai una diocesi così importante non ha vescovo titolare, anche se c’è un vescovo ausiliario che sembra molto amato dalla popolazione e vicino alle istanze di chi soffre? Eppure qualche segnale esiste, se si pensa che il “Sunday Examiner”, settimanale diocesano in lingua inglese di Hong Kong, ha pubblicato il 15 giugno un articolo di Michael Sainsbury in cui si sollevano molti dubbi sull’efficacia dell’accordo provvisorio (http://sundayex.catholic.org.hk/node/6696). Certo i segnali che arrivano qui non sono mai univoci, ma sono sempre segno di tensioni sotterranea che a volte vengono in superfice quando è troppo tardi per risolverle.





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8 commenti

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Caro Direttore.
    “Three-Self Church Members Refuse to Worship Communist God”:
    https://bitterwinter.org/three-self-church-members-refuse-to-worship-communist-god/
    Saluti.

  • Iginio ha detto:

    Il governo cinese avrà voluto sondare il terreno.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Grazie, maestro Porfiri.

    Ho letto l’articolo linkato del SE. Cose che avevamo già saputo e capito, e che vengono confermate.
    In ultima analisi, perché dissentiamo da questo pontificato, su tutto, dall’accordo cino-vaticano, che ha gli effetti che abbiamo letto sul SE, ad AL che sdogana l’adulterio, fino alla riabilitazione dell’eretico Lutero, e infinite altre cose che sappiamo, delle quali ultima è la deificazione della “madre terra” amazzonica?…

    E’ perché non siamo come gli islamici, i quali non si fanno domande sulle cose che non capiscono della loro fede, ma obbediscono ciecamente, e basta.
    Noi cattolici, invece, cerchiamo di tenere insieme fede e ragione. Quindi, se qualcosa non ci torna, come nell’accordo “segreto” (!) tra vaticano e regime totalitario cinese, o qualcuno in vaticano ce lo spiega in modo convincente, oppure, se continua l’omertà, come per i “Dubia”, semplicemente diciamo, secondo canone 915 del Codice di Diritto Canonico,che questo pontefice sbaglia.

    E questo lo facciamo sia perché non ci venga addebitata la mancata correzione fraterna nel Giorno del Giudizio, sia perché abbiamo ricevuto, bene o male, una educazione cattolica, per la quale ci dà fastidio essere presi per i fondelli.

    Per come vanno le cose, ci sta che questa materia sarà risolta il Giorno del Giudizio, però forse anche prima… non è però dato sapere quando. Aspettiamo e preghiamo, specie, in questo caso, la Madonna si Sheshan, nella sua bella e potente iconografia, dove solleva alto, con le sue braccia, verso di noi, il Bambino Gesù. Che il regime totalitario di Xi & compagni possa cadere presto, e il popolo praticare la fede in libertà.

  • Creazionista ha detto:

    Comunque i calcoli sono sbagliati, 1 milione su 7.5 sono come 8 milioni in Italia

  • Anima smarrita ha detto:

    Se non suscita più stupore l’ ambivalenza della Chiesa, in ogni questione e a ogni latitudine, le perplessità – ormai evidenti anche ai profani – dovrebbero indurre ad una seria riflessione e ad una assunzione di responsabilità per porre un argine e tentare proposte risolutive a questioni che, chiaramente, hanno già dato segnali di deflagrazione.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Frankie ha fatto un sogno…truce Salvini in viaggio Hong Kong arrestato pet bacio rosario in pubblica piazza…deportato Cina giudicato e…condannato pena capitale…Frankie pregato molto per sua (di Salvini) anima nera…!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Adriana ha detto:

    Il mondo cinese è vasto , complesso , numericamente quasi inconcepibile . Certo è che la società di porno film , attiva a Hong-Hong , ha sospeso le sue trasmissioni in rete per non ” distrarre ” i giovani Cinesi dal partecipare alle manifestazioni di strada .
    Quali le ” vere ” motivazioni ?

    • Adriana ha detto:

      Si deve , forse , supporre che per i giovani senza futuro di Hong-Hong sia più
      preoccupata l’industria porno della neo-chiesa ?