DISPACCI DALLA CINA. LUCI E OMBRE DEL POST-ACCORDO PROVVISORIO FRA PECHINO E LA SANTA SEDE.

28 Aprile 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari Stilumcuriali, gli avvenimenti di questi giorni e le feste di Pasqua hanno alterato un poco il normale fluire delle notizie su Stilum Curiae. Così solo oggi pubblichiamo i Dispacci dalla Cina del M° Aurelio Porfiri. Buona lettura!

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Segnali misti

Un articolo della sempre ben informata “AsiaNews” informa su alcuni sviluppi nella diocesi di Mindong per quello che riguarda i rapporti fra Chiesa clandestina e associazione patriottica. Gli eventi descritti nell’articolo di Peter Zhao sono avvenuti durante la Messa crismale. Leggiamone alcune parti: “Mons. Guo Xijin, vescovo ausiliare di Mindong, e mons. Zhan Silu, vescovo ordinario, hanno concelebrato nella messa crismale oggi. In particolare mons. Guo ha potuto celebrare con le insegne episcopali (mitria e croce pettorale) pur non essendo ancora riconosciuto come vescovo dal governo. Alcune settimane fa i fedeli di Mindong (Fujian) avevano espresso la preoccupazione che siccome il vescovo non era riconosciuto dal governo, non volendo aderire all’Associazione patriottica, egli sarebbe stato bloccato dal concelebrare. Anche gli oltre 50 sacerdoti del ramo non ufficiale della comunità hanno partecipato alla concelebrazione che ricorda l’istituzione del sacerdozio da parte di Gesù.

Non è chiaro quanto è successo in questi giorni. È probabile che lo stesso Vaticano e il governo centrtale siano intervenuti per salvare l’accordo sino-vaticano messo in crisi dalla possibile esclusione di mons. Guo. Dopo la firma dell’accordo e la riconciliazione di papa Francesco con il vescovo Zhan Silu, mons. Guo, vescovo non ufficiale, che era l’ordinario della diocesi, ha accettato di fare un passo indietro divenendo il vescovo ausiliare di mons. Zhan, salito al ruolo di vescovo ordinario. Ma il Fronte unito e l’ufficio affari religiosi hanno distribuito un foglio a tutti i sacerdoti e a mons. Guo in cui si esige da loro obbedienza al nuovo vescovo, ma soprattutto adesione ai principi di “indipendenza” della Chiesa e all’Ap”. Insomma, alcune notizie che sembrano confortanti non nascondo la situazione che è ancora molto molto complessa. Ci si augura che le cose buone possano diffondersi anche se non simdeve mai abbassare la guardia.

 

Due nuovi vescovi: luci e ombre

Padre Sergio Ticozzi, su “AsiaNews”  ci informa sulle modalità che hanno portato all’elezione di due nuovi vescovi in Cina: “Il 9 aprile, nella diocesi di Jining (Wumeng), nella Mongolia interna, è stato eletto candidato episcopale l’ex-vicario generale rev. Antonio Yao Shun, 54enne. La cerimonia è avvenuta in un albergo sotto il pieno controllo delle autorità civili, ma presieduto da mons. Meng Qinglu, vescovo di Hohhot, la capitale provinciale. Il Rev. Yao era l’unico candidato proposto ed è stato votato da 29 sacerdoti, 4 suore e dieci laici. L’11 aprile, ad Hanzhong (Shaanxi), il rev. Stefano Xu Hongwei, 44enne parroco della cattedrale, è stato eletto candidato episcopale per la diocesi di Hanzhong. Anche questa elezione si è svolta in un albergo sotto il pieno controllo delle autorità civili. I votanti, presieduti da mons. Dang Mingyan, vescovo della capitale provinciale, Xi’an, erano 27 sacerdoti, 3 suore, 23 laici, di cui alcuni proposti dal governo, e il candidato, anche qui unico, ha ottenuto 52 voti. La procedura di entrambe le elezioni è stata simile: sono avvenute in un albergo, sotto il pieno controllo delle autorità locali civili; presiedute dal vescovo della capitale provinciale, con il clero diocesano, rappresentanti di suore e di laici come votanti, con un solo candidato. Entrambi erano però già stati accettati dalla Santa Sede anni prima dell’Accordo provvisorio tra Vaticano e Cina. (…) La procedura seguita manifesta però elementi problematici: l’evento è condotto sotto il pieno controllo delle autorità civili e in un ambiente secolare, quasi come un avvenimento civile; sebbene sia chiamata elezione democratica, di fatto non lo è stata, come anche non è stata condotta secondo le richieste del diritto canonico.  Di positivo c’è il fatto che le autorità cinesi hanno accettato e sostenuto il candidato che la Santa Sede aveva già approvato, e di questo, dobbiamo ringraziare il Signore. Potrebbe essere l’unico effetto positivo dell’Accordo, anche se però anche prima dell’Accordo erano avvenute decisioni simili da parte delle autorità civili”. Anche qui, luci e ombre.

Il nodo di Taiwan

La questione irrisolta di Taiwan, che la Cina considera come parte del suo territorio, sarà ancora al centro di tensioni geopolitiche a livello globale. In un articolo sul “Global Times”, emanazione del governo cinese, viene dato conto della segnalazione fatta dallo stesso giornale verso un sito di statistica tedesco che descriveva Taiwan come territorio indipendente dalla Cina.

Non penso che la Cina userà la forza nel breve periodo, specie in considerazione del fatto che essa sta cercando di estendere la sua strategia commerciale, la Belt and Road Initiative, a livello globale e un atto di forza contro Taiwan non concorrerebbe certo all’immagine della Cina come partner pacifico. Io penso che alla lunga si troverà una situazione di compromesso, che non farà perdere la faccia ai due contendenti. Non perdere la faccia è molto importante nella cultura cinese.

Dissidenti in carcere in Hong Kong

Quattro dissidenti democratici di Hong Kong sono stati tratti in prigione nella ex colonia britannica. I quattro, tra i leader del movimento chiamato “Occupy Centra”l che chiedeva riforme democratiche nella ex colonia, sono stati giudicati colpevoli dall’autorità giudiziaria di Hong Kong. Come informa il “South China Morning Post”, la causa della condanna sembra essere stata quella di distruzione della quiete pubblica. Per alcuni, in ragione dell’età e altre circostanze, la sentenza è stata sospesa.


 


Oggi è il 240° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.


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