CONCILIO VATICANO II, NOVUS ORDO, VETUS ORDO. GIOVANNI FORMICOLA RISPONDE A LUCA DEL POZZO.

20 Aprile 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mai avrei pensato che l’articolo di Luca Del Pozzo avrebbe destato tanto interesse e dibattito. Ma invece è così. Ho ricevuto una lettera dell’avvocato Giovanni Formicola, che i lettori del blog già conoscono, che commenta l’articolo di Del Pozzo. E mi sembra interessante pubblicarlo, come abbiamo fatto in passato su altri argomenti che hanno provocato reazioni e opinioni contrastanti. Approfitto dell’occasione per dire ancora una volta che Stilum Curiae rispetta opinioni e posizioni dei suoi collaboratori. In altre parole: non tutto quello che scrivono i collaboratori del blog rispecchia in tutto, o in parte (e talvolta magari in parte anche assai piccola) quello che pensa il vostro titolare e moderatore. Ma ci mancherebbe che facendo questo lavoro proprio per garantire libertà di espressione in un regime di informazione sempre più omologata permettessi solo espressioni allineate…Non vi sembra? Buona lettura e discussione.

≈ ≈ ≈

Gentilissimo e caro Tosatti,

so di disturbarla di sabato santo, ma non posso fare a meno di scrivere due righe di replica al valoroso Luca Del Pozzo, e solo perché è persona stimabile e intelligente, per cui sono rimasto assai perplesso, per non dire deluso, dalle sue considerazioni che ho letto stamattina, intendendole – spero di sbagliarmi – come una sorta di “colpo al cerchio e alla botte” nel quadro di una teoria degli “opposti estremismi”, “novatori” e “tradizionalisti”, ecclesial-teologica.

“Opposti estremismi” che in realtà non esistono. Infatti, mai mi sono detto “tradizionalista”, perché in realtà la linea di divisione (sì divisione, cristicamente e cristianamente non solo lecita, ma necessaria) è tra cattolici ed eretici di vario tipo – consapevoli o meno, intenzionali o meno -, la cui pluralità è unificata dal modernismo (oggi si dice progressismo). Esso altro non è che attribuire storicisticamente al tempo (anche quello passato, non solo quello a venire), e quindi alle mentalità/sensibilità e ai costumi dominanti, in ultima analisi all’uomo che le interpreti, la funzione di fonte della fede, che prevale sulla Scrittura e sulla Tradizione, in quanto se ne fa criterio interpretativo e modificativo esclusivo. Ed anche perché il cattolicesimo è per essenza Tradizione e tradizioni (nulla ovviamente a che vedere con il “fissismo” idolatra delle forme storiche), nel duplice senso di “ciò ch’è trasmesso” e di “trasmissione” viventi, perché è dalla parte dell’essere e dell’immutabilità, immortalia et semper manentia che dominano il tempo e non “innescano processi”, ma li controllano e li giudicano. E quindi non c’è bisogno di farsi parte ipostatizzando in una posizione teologica quello ch’è già essenziale, con il solo risultato di dialettizzarlo e perciò relativizzarlo nel gioco delle parti “tradizione”-“progresso, novazione” per sua natura storicista.

Osservo anche che sarebbe non ingenuo, ma proprio stupido pensare che il 10 ottobre 1962 le cose stessero “a posto”. Se fossero state a posto, donde gli uomini e le tendenze che hanno “fatto” il Concilio, nel senso della narrativa dossettiana, della “Scuola di Bologna” e della “mafia di San Gallo”? Ma altrettanto deve dirsi, per le stesse ragioni, che non si può ritenere una cesura netta tra il Concilio e il “post-concilio” o “l’anti-spirito del Concilio”, nel senso della narrativa di “Rapporto sulla Fede”. Nessun protestantizzante, giansenista, modernista, ha mai potuto strumentalizzare Trento o il Vaticano I. Evidentemente il Vaticano II qualche crepa, spiraglio e persino fenditura deve averli aperti. No?

Ho scritto anche troppo, e troppo potrei e forse dovrei scrivere ancora, ma mi limito ad una brevissima chiosa per interpolazione delle considerazioni che più mi sembrano riflettere i luoghi comuni e i presupposti piuttosto psicologici che teorici dell’attuale status Ecclesiae e soprattutto del franceschismo militante.

L’ottimo Del Pozzo censura quelli che sono “convinti che sia sufficiente riportare le lancette dell’orologio alla Chiesa pre-conciliare affinché l’uomo contemporaneo, sazio e disperato (copyright card. Biffi), possa innamorarsi di Cristo con la messa tridentina (in latino, che la gente non capisce

[Nessuno però ha mai spiegato come e perché quelli che “non capivano”, in tempi di analfabetismo diffuso, anche correndo seri rischi quando e dove la Rivoluzione anti-cristiana cruenta si scatenava (due esempi per tutti, Messico e Spagna nella prima metà del XX secolo), riempissero le chiese, che invece sono svuotate e dismesse con progressione geometrica da quando “si capisce”. Ma sul punto, ed anche sul concetto di participatio actuosa temo che la produzione teologica e magisteriale di  Ratzinger e di Benedetto XVI sia stata più e più volte dirimente, sgretolando questi luoghi comuni]),

il catechismo di S. Pio X (intellettualistico e nozionistico, per nulla biblico ed esistenziale),

[Questa mi pare enorme, ma proprio enorme, tanto che il “modello catechistico” di san Pio X è stato adottato per rendere fruibile il CCC. In ogni caso, “biblicismo” e “esistenzialismo”, anche al di là delle censure ecclesiali, sono evidentemente prospettive dannose, tanto ch’è proprio difficile sostenere che l’abbandono del “San Pio X” abbia anche solo in minima misura giovato alla catechesi e alla formazione cristiana e spirituale dei catecumeni]

la pastorale sacramentale (che presuppone una fede che spesso non c’è più)

[C’era forse la fede ai tempi apostolici? Eppure fu proprio la “pastorale sacramentale” – espressa con severità che oggi appare indigesta quasi a tutti -, insieme ovviamente con il sangue dei martiri e la santità manifesta di molti (non tutti, ovvio), a convertire il mondo]

e tutto l’armamentario delle pratiche di pietà e di una morale casuistica lontana anni luce dalla sensibilità contemporanea”.

[Ma la “sensibilità contemporanea” è criterio di giudizio o ciò che va giudicato? Ancora una volta, sul punto che cosa fecero i primi cristiani?, che proprio per questo venivano avversati come saevi solones, perseguitati come “nemici del genere umano” in quanto non vivevano secondo la visione orgiastica della “sensibilità contemporanea” e condannavano divorzio, adulterio, aborto, selezione eugenetica, sodomia, crapule varie, etc, tanto in voga ai loro tempi. E quanto alla “morale casuistica”, questa è tipica dei “novatori” modernisti – dice niente il “caso per caso”? – “gesuitica”, ma non autenticamente cattolica, e forse troppo poco contrastata nei manuali di morale in uso nei seminari e nella facoltà teologiche, quando i gesuiti comunque difendevano la fede e la sana dottrina e godevano d’un prestigio meritato, ma in nuce covavano questa degenerazione dell’insegnamento morale, che ha soppiantato il realismo alfonsiano.

Chiedo scusa per la prolissità e le auguro ancora una santa Pasqua di Risurrezione.

Saluti cari

in J. et M.



Oggi è il 234° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.


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33 commenti

  • gabriele ha detto:

    Cavalcoli e Baronio che fine hanno fatto?

  • Nat ha detto:

    Se ad un certo punto è stato necessario scrivere un documento come la “Dominus Iesus” sulla unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo significa che, evidentemente, qualcosa è andato storto dopo il VII.
    Perché quelli che “non capivano” non avrebbero mai avuto un solo dubbio su questa verità di fede.

  • Andrea ha detto:

    Il declino della fede è stato programmato dai poteri massonici. Cosa determina sostanzialmente ciò che viene chiamato “progresso” ? La scienza. Con l’aumentare delle conoscenza, l’uomo si è sentito sempre più autosufficente e Dio è diventato un intralcio alle ambizioni umane. Ma il progresso che vede l’uomo è solo quello materiale, del benessere, soddisfazione e piacere fisici. Lo spirito è regredito ed oggi è moribondo. La causa fin dalla diserzione di satana è sempre la stessa: la nostra superbia; nonostante ogni istante della vita ci dimostri inequivocabilmente la nostra natura imperfetta e corrotta, ci impuntiamo e non accettiamo di ubbidire al Padre, vogliamo essere giudice e dio di noi stessi. Pochi uomini diabolici molto potenti hanno gettato le basi, finanziando, progettando, corrompendo tutto il corruttibile. Ma se il resto dell’occidente non fosse stato a sua volta attratto da questo disegno tutti i loro sforzi sarebbero stati vani (e per grazia Divina lo saranno). La maggior parte degli italiani è contraria all’immigrazione clandestina… Ma se si approfondisce si vedrà che pochi si oppongono perchè vogliono difendere l’identità cattolica, perchè fiutano la trappola delle strategie ecumeniche etc. La stragrande maggioranza parla di difesa della civiltá cristiana contro gli oppressori del progresso, contro “gente medievale”. In realtà vede solo minacciata la propria oasi laica della libertà dove i peccati mortali sono stati normati e regolamentati. L’Islam minaccia la vita terrena. Ma ciò che sta uccidendo lo spirito e la fede è stato partorito e nutrito qui: è il nichilismo, l’egocentrismo, l’edonismo portati all’ennesima potenza grazie ad un mastodontico impianto mediatico, grazie allo sviluppo tecnologico, all’ottenimento sempre più rapido e semplice delle cose, buone o cattive. Oggi credere in Dio è sempre più difficile perchè questa esistenza di schermi, di luci e di specchi ha generato un’illusoria e sedante sensazione di eternità terrena aiutata da un notevole balzo della medicina, utile certo, ma che ha reso tutti più ossessionati dalla salute fisica e dal proprio corpo. L’occidente è diventato troppo comodo e colorato per preferirgli la croce. Ho la sensazione che non sia la Chiesa che abbia mosso il vento ma semplicemente si è lasciata trasportare da esso. E non ritorneremo allo spirito cattolico (e ad un papa cattolico) pacificamente, attraverso compromessi mondani. Se parte della Chiesa è finita in mano a satana come pensiamo possa essere ridotto il mondo fuori di Essa? Stiamo procedendo nell’era profetizzata da S. Antonio Abate. Resta solo da scegliere se venire considerati pazzi o meno. Se continuare a portare la croce o no.

    • Alda ha detto:

      Standing ovation per Andrea, concetto chiarissimo e sintetico (a differenza di certi pistolotti)….
      Chiedo a Tosatti…non si potrebbero diffondere via whatsapp i singoli commenti?

    • GMZ ha detto:

      Questo commento è più cattolico dell’articolessa di Del Pozzo. E più interessante, più condivisibile, più sano.
      Bravo Andrea.

    • Andrea ha detto:

      Vi ringrazio Alda e Gmz, cerco di ascoltare lo spirito, niente meriti miei, è indubbio. Standing ovation sempre solo a Dio quando ci fa grazia di ricercare la Sua volontá.

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Caro Direttore:
    Una Chiesa cattolica che si inginocchia davanti al Mondo ma non davanti a Dio:
    https://www.youtube.com/watch?v=iT5cEgfYJd0
    https://www.vaticannews.va/es/papa/news/2019-04/jueves-santo-2019-misa-coena-domini-en-la-carcel-de-valletri.html
    Saluti

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    Pero’ due questioni gravissime restano poco o punto risolte,
    1) Quali dichiarazioni ufficiali del Concilio giustificano la deriva modernista attuale? A me pare che le deformazioni dottrinarie piu’ gravi non riescono a esser dedotte dai documenti conciliari.
    Faccio un esempio: le ambiguita’ sulla liberta’ religiosa non giustificano la dottrina dell’ equivalenza tra le religioni; infatti i suoi sostenitori si appellano al, famigersto, “spirito del concilio” piuttosto che a testi precisi inequivocaboli. Ancora, quali testi giustificano il ribaltamento della dottrina morale in materia sessuale, attuato da una parte del clero, soprattutto negli anni ’70 ?
    2) Se si denuncia il Vaticano ll per aver insegnati dottrine erronee, come si puo’ evitare , un domani, denunce analoghe su QUALSIASI concilio passato? Martini non pensava forse a un Vaticano lll ? E tale concilio non avrebbe “corretto” necessariamente il Vll ?, ovviamente in senso contrario a quello qui proposto. Penso che Gherardini avesse presente queste difficolta’ : se passa il principio che un concilio sia, su dichiarazioni fondamentali, riformabile, come si conserva la dottrina dell’ irreformabilita’ ? Certo si potrebbe, in linea teorica, affermare che il Magistero non e’ da seguire quando non sia coerente col Magistero precedente; insomma, correggere il Vll col Tridentino. Io non sono un teologo (probabilmente si
    capisce) , ma mi pare una opzione molto molto molto pericolosa!
    Attendo illuminazioni…

    • Alfredo Grande ha detto:

      Il grande pronlema del CVII è l’omissione. Sia nella Costituzione Conciliare sulla liturgia “Sacrosantum concilium”, sia nel Novo Ordo Missae, è colpevolmente taciuto e mai esplicitato il carattere propiziatorio della Santa Messa. Sia nella Sacrosantum concilium, sia nel Novo ordo Missae, la parola transustanziazione risulta colpevolmente assente. La questione è gravissima, perché nel Magistero non esiste il silenzio assenso, non si può ritenere implicito quello che non è detto esplicitamente. Facciamo un esempio storico di somma importanza. Nella Bolla pontificia Auctorem Fidei, promulgata il 28 agosto 1794 dal papa Pio VI per condannare il Sinodo di Pistoia, è condannato proprio questo silenzio :

      DELL’EFFICACIA DEL RITO DELLA CONSACRAZIONE.

      Dell’Eucaristia, § 2.

      XXIX. La dottrina del Sinodo in quella parte nella quale, cominciando ad esporre la dottrina della Fede circa il rito della Consacrazione, rimosse le questioni scolastiche sul modo in cui Gesù Cristo è nell’Eucaristia (dalle quali esorta i parroci che hanno l’incarico d’insegnare a volersene astenere), propone soltanto queste due cose: 1. Che Gesù Cristo dopo la consacrazione è veramente, realmente, sostanzialmente sotto le specie; 2. Che allora cessi tutta la sostanza del pane del vino rimanendovi le sole specie, ma omette completamente di menzionare la transustanziazione, ossia la conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo, e di tutta la sostanza del vino nel Sangue, quale il Concilio di Trento ha definito come articolo di Fede, e come si racchiude nella solenne professione di Fede;

      Poiché per questa sconsiderata e sospetta omissione si sottrae la notizia di un articolo appartenente alla Fede, e anche di un vocabolo consacrato dalla Chiesa per conservare la professione di quell’articolo contro le eresie, e perciò tende ad indurre la dimenticanza di esso, come se si trattasse di una questione meramente scolastica;

      PERNICIOSA, DEROGANTE ALL’ESPOSIZIONE DELLA VERITÀ CATTOLICA CIRCA IL DOGMA DELLA TRANSUSTANZIAZIONE, FAVOREVOLE AGLI ERETICI.

      Questa definizione di Pio VI è una definizione contenuta in un documento certissimamente ex cathedra.

      Passiamo al carattere propiziatorio del Santo Sacrificio ed al canone 3 del Concilio di Trento:

      Can. 3. Se qualcuno dirà che il sacrificio della Messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento, o una semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce, e non un sacrificio propiziatorio; o che giova solo a chi lo riceve; e che non deve essere offerto per i vivi e per i morti, per i peccati, le pene, le soddisfazioni e altre necessità: sia anatema [cf *1743].

      Come è stato possibile passare sotto silenzio, per oltre cinquant’anni, tutto ciò? Il risultato voluto, con la tecnica dell’omissione, è che nessun cattolico medio conosce più il valore propiziatorio del Santo Sacrificio della Messa. Qualche anno fa, mandai ad amici veramente devoti e di preghiera se sapessero cosa fosse il sacrificio propiziatorio: tutti risposero di no, addirittura uno mi scrisse che “sentiva puzza di zolfo”. Ed effettivamente, questa assenza, puzza terribilmente di zolfo!

      Ebbene, nella Messa di Paolo VI l’dea del Sacrificio per la remissione dei nostri peccati ci sfugge, a causa del contesto in cui è celebrata: rivolti al popolo. Il Sacrificio è diretto a Dio, non agli uomini. Rivolgendosi al popolo, l’attenzione del prete è fissata sia su Dio sia sugli uomini, così che la liturgia della parola e la comunione acquistano la stessa importanza del Sacrificio. A causa del rito. Piuttosto che mettere l’accento sul Sacrificio per la remissione dei peccati, le parole e i gesti del prete ci condizionano ad assistere ad un semplice memoriale. Guardiamo la preghiera eucaristica n° 2: il termine “Sacrificio” è assente. E a proposito di quella parte della Messa chiamata preghiera eucaristica (che ha rimpiazzato il Canone della Messa di San Pio V), non possiamo non rimanere colpiti dal fatto che la Consacrazione del Prezioso Corpo e del Prezioso Sangue si fanno col tono del racconto… Tacere le parole chiavi e realizzare la Consacrazione come se si raccontasse una storia, non può che mettere in pericolo la fede dei fedeli nel Santo Sacrificio, e forse anche quella dello stesso prete.

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Caro Direttore:
    https://www.vaticannews.va/es/papa/news/2019-04/jueves-santo-2019-misa-coena-domini-en-la-carcel-de-valletri.html
    Questo è quello che insegna con l’esempio il profetizzato “Pastore stolto e Falso profeta” Francesco: che non bisognare inginocchiarsi nella Consacrazione!
    Se l’ispira lo Spirito Santo…? Io non lo credo.
    Saluti.

  • Natan ha detto:

    dott. Tosatti , la invito a leggere l’editoriale di Gianni Valente su Vatican Insider. (il marito della Falasca) IL “Misericordioso” Valente usa un linguaggio “duro” verso chi ostacoli l’avanzare del nuovo. perchè è tutta opera di DIo. Roba che può entrare nelle meditazioni pasquali? Il “popolo ha capito” . MNella treagedia della Chiesa , Valente, da la colpa a quegli sciagurati clericali tutti amanti del carrierismo. E sono haimè uomini appartenenti alla vecchia Chiesa. Alla fine , il Valente,alza una preghiera perché il Signore pensi presto a chi si oppone al nuovo corso

    • wp_7512482 ha detto:

      Cerco di non seguire il Suo consiglio. So bene chi è Valente.

    • adriano ha detto:

      La preghiera finale del testo di Valente è una citazione (tra virgolette) di J. Ratzinger. Merita, secondo me, un commento con le parole di R. Kipling: “Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto / Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi (…)
      — sarai un Uomo, figlio mio!”.
      Che la Pasqua ci faccia tutti vivi in modo nuovo.

  • Francesco ha detto:

    Premesso che condivido alla lettera quanto scritto dall’avv. Formicola, aggiungo alla sua riflessione lo spunto già inserito a commento del precedente articolo di SC:
    La causa essenziale della crisi non è la crisi della fede ma la crisi di ciò che costituisce elemento essenziale per fondare la fede: LA CRISI DELLA RAGIONE.
    È questa crisi, che si esprime oggi nel pieno compimento del passaggio dal realismo oggettivista al soggettivismo (della linea di pensiero che passa da Cartesio, da Kant, da Hegel ed arriva fino a Nietzsche ed Heidegger), e nella negazione radicale della razionalità del reale (e quindi nella negazione di Dio), che è alla base di quel pensiero dialettico (hegeliano) con cui, con ingenua presunzione, si continua pertinacemente a credere che, ad es., il concilio Vaticano II possa (e debba) essere la base da cui ripartire.
    O si affronta e si comprende l’attuale crisi della ragione (e se ne individuano la causa ed il rimedio) o si continuerà a parlare tutt’al più delle ‘cause seconde’…

  • Beppez ha detto:

    Si può essere cattolici e apprezzare il Concilio senza essere “turiferari” ( secondo il neologismo coniato da Rusconi ) o si deve per forza essere paladini del VO ?
    C’è o non c’è un declino della Fede?
    Il declino della Fede da cosa è dovuto?
    Alcuni dicono: dalle Riforme Conciliari, altri : dalla mancata applicazione delle Riforme Conciliari.
    A me paiono entrambe risposte insufficienti.

  • Mazzarino ha detto:

    Un Concilio si convoca quando vanno risolte questioni fondamentali e improcrastibabili di Fede Il CVII non è stato convocato per questo, ma per volontà di un Papa di assecondare le volontà del “mondo” ebraico e protestante, nuovi padroni incontrastati del pianeta. Il bidone era nell’aria e per questo era stato blindato. Ma chi teneva le Chiavi lo ha sblindato e consegnato al segretario Dossetti. Poi nell’immensa generale presunzione dei buoni di poter riscrivere tutto meglio, si è riscritto tutto in maniera ambivalente, mediando gli opposti, in modo che ciascuno potesse capire come voleva e fosse inizialmente contento. L’esatto contrario di ciò che un Concilio è tenuto a fare. Molto era giusto ma spesso lo era hegelianamente anche il contrario. Il ruolo di Cristo e della Sua Chiesa unico strumento di salvezza umana però fu lessicalmente abilmente negato., La Messa invece non fu toccata, c’era di mezzo molto clero e tutto il popolo cristiano. Troppo pericoloso, poteva saltare tutta l’operazione. Ci pensò poi il successore del papa buono ai comunisti a trasformare il Santo Sacrificio in cena protestante ed il Sacerdote in presidente di assemblea, incorrendo, probabilmente, nell’anatema di S.Pio V. E’ comprensibile che BXVI non “sia riuscito” a denunciare suo figlio CVII, non c’è riuscito neppure sul tema dell’omosessualità. Su questo, e non su Bergogilo, ha puntato Martini. Come Montini distrusse il sacerdozio cattolico così Ratzinger, con le sue dimissioni, ha compiuto l’atto finale di trasformazione del Papato in presidenza. Velenoso frutto finale del Concilio. Ed oggi nelle chiese di tutte le parrocchie la “lettura” protestante in assemblee presiedute da non sacerdoti SOSTITUISCE l’Adorazione Eucaristica la domenica pomeriggio. Il CVII ha veramente creato un’altra fede. Probabilmente erano molto pochi quelli che lo volevano. Ma l’ignavia dei più, e l’interesse di molti, lo ha permesso. Concilio buono e postconcilio cattivo? Suvvia è conclusione contro natura. Ormai gran parte degli ancora cattolici lo ha capito. E sulla propria salus animae. W Bergoglio. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

    • Maria Cristina ha detto:

      Un cattolico che l’ aveva capito fin da subito fu il grande mistico Don Divo Barsotti che scrisse nel suo Diario nel 1967 che la paurosa crisi della Chiesa post-conciliare fosse proprio derivata
      “ dalla leggerezza di aver voluto provocare e tentare il Signore” ,
      d’ aver quasi costretto Dio a parlare quando non v era il bisogno di farlo, poiche’ un concilio si convoca solo se vi e’ una suprema necessita’ .
      Secondo Don Divo ( che pure si piego’ per obbedienza alla riforma liturgica) “ la pletora dei documenti conciliari , la loro lunghezza, il loro linguaggio fanno paura..Ma soprattutto mi indigna il comportamento dei teologi. Credero’ loro quando li vedro’ veramente , bruciati, consumati dallo zelo per la salvezza del mondo. Tutto il resto e’ retorica. Solo la santita’ salva la Chiesa “

      • Diana ha detto:

        Grazie Maria Cristina, non conoscevo questo scritto di Don Barsotti. Mi sembra che converga con la posizione di De Mattei, che individua nel linguaggio dei documenti conciliari, necessariamente adottato trattandosi di un concilio “inutile”, l’ambiguità che ha dato i frutti avvelenati che conosciamo. Il mezzo è il messaggio.
        Buona e Santa Pasqua a tutti.

      • Giovanni ha detto:

        Chiedere a Costantino e a qualche altro imperatore
        per quale motivo hanno indetto alcuni dei primi concili.
        Erano costretti Dio,il papa e tanti vescovi?
        Se c’è stato un concilio necessario,questo è stato
        il Vaticano II: ha fatto tanto bene alla Chiesa e all’umanità.

    • GMZ ha detto:

      Plaudo al suo commento, e ancor più al “viva Bergoglio”: il papa che ha gettato la maschera e ha resa manifesta l’impostura con cui i suoi graziosi predecessori – da Giovanni XXIII in poi – si sono baloccati.

      • Adriana ha detto:

        GMZ ,
        concordo , ahimè ! ” Quelli ” si sono ” baloccati ” con l’impostura dando modo a ” questo ” di far considerare il Cristianesimo tutto una ” impostura ” – olisticamente – e – sosianamente -.

        • GMZ ha detto:

          Cara Adriana,
          Non avverte anche Lei la vertigine dell’internet? Pensi: le nostre parole, affidate alla rete, saranno perpetuate in eterno…! Mica come quelle dell’ebbro* ebreo che, 2000 anni fa, sproloquiò di eternità e oggi è incensato da ottusi sgranarosari che si accontentano di testimonianze vintage…
          E invece noi (che bello!) colla mafia valore nazionale e l’inferno che non esiste, e tutte le misericordiate del pampa che ci faranno compagnia in saecula saeculorum.
          Il buon Sosa troverà nelle nostre parole più verità che in quelle del migrante crocifisso – che gioia!
          Buona Pasqua a Lei e a tutti i Suoi cari.

          *Ma dai: chi è che ancora può credere al “dio sommelier” che, come primo miracolo, si improvvisa cantiniere? Suvvia, siamo adulti.

          • Adriana ha detto:

            Caro GMZ ,
            la vertigine di internet…che ci eterna in un nanosecondo – senza patire lacrime e sudori – la sento tutta .
            Nutro speranza che l’oculato padre Sosa riesca a leggere – un giorno molto futuro – le nostre testimonianze . Ho appena preso atto che validi scienziati sono riusciti a ri-animare il cervello di un maiale morto e perciò….
            Il mondo virtuale prenderà a gomitate – un po’ per volta – il mondo cosiddetto ” reale “. Così come quello reale ha soppiantato quello
            ” spirituale ” con tutte le sue ” superstizioni ” buone a incantare gli sciocchi e i bambini ( non gretini ) .
            Siamo sulla strada della rete : on the road . ” Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati ! ” , ” Dove andiamo ? “,
            ” Non lo so ma dobbiamo andare “…Lo disse Kerouac e lo dice anche Bergoglio – . Andare non è più ” fatale ” , solo stancante : ma per questo c’è oggi la lavanda dei piedi ! Domani …quella del cervello .
            Ricambio gli auguri , di cuore .

  • Klaus ha detto:

    Formicola da saevus Solon polemizza con il processo di storicizzazione della fede e, indubbiamente, coglie un aspetto problematico dello status quaestionis. Tuttavia, dovrebbe pur considerare che lo stesso criterio di storicizzazione può legittimamente applicarsi alla lettura di molti passaggi dei documenti del Vaticano II, questi sì frutto di una determinata temperie storica. Considerando altresì che, secondo l’insegnamento di Gherardini, non ogni proposizione del Vaticano II gode del più alto grado magisteriale e del conseguente assenso, una lettura storicizzante vi appare più che adeguata. L’autore poi della più feroce e sommaria critica al ’68 saprà pur leggere anche alcune affermazioni – verbi gratia- di Gaudium et Spes come figlie di un ingenuo ottimismo che poi si è misurato tragicamente e infranto contro l’evoluzione della società globale degli anni a venire!

  • low ex ha detto:

    mi vien da pensare che finchè ci sono persone come DeMattei, Formicola , Agnoli , possiamo mantenere accesa la speranza che il progressismo teologico dei vari Faggioli, Melloni , Riccardi , Tornielli, ecc. ecc. non resterà per molto tempo la teologia imposta dalla intellighenzia .

  • La Verità vi farà liberi ha detto:

    “Nessun protestantizzante, giansenista, modernista, ha mai potuto strumentalizzare Trento o il Vaticano I.
    Evidentemente il Vaticano II qualche crepa, spiraglio e persino fenditura deve averli aperti. No?”

    Qua dentro c’è tutto, ma proprio tutto, fonte e culmine della crisi nella Chiesa, ecco la famosa fessura che Paolo VI non seppe spiegarsi.
    Complimenti avvocato!

  • HK ha detto:

    ECCO , FORMICOLA DIMOSTRA ANCORA UNA VOLTA DI ESSERE IL VERO PROSECUTORE DEL PENSIERO ORIGINALE DI ALLEANZA CATTOLICA , OGGI DEFORMATO DA INTROVIGNE E NON PIù RIVALUTATO. CREDO CHE FORMICOLA POSSA ASPIRARE A CREARE UN VERO MOVIMENTO DI RESTAURAZIONE . BRAVO !!

  • bartolo T. ha detto:

    CARO TOSATTI , QUESTI SONO DIBATTITI DI ALTO LIVELLO. uTILI SOPRATTUTTO . DOPO L’INTERVENTO DI FORMICOLA A REPLICA DI DEL POZZO SAREBBE OPPORTUNO UN COMMENTO DI UN PADRE CAVALCOLI , O DI UN DON ARIEL . SPERO INVECE DI NON TROVARE UN COMMENTO DI QUALCHE TEOLOGO PER CORRISPONDENZA TIPO QUEL TAL – GIUSEPPE- CHE FAREBBE PRECIPITARE IL LIVELLO IN UN ABISSO

    • Giuseppe ha detto:

      Evocato, eccomi qui.
      Ma non mi offenda dandomi del “teologo per corrispondenza”. Non mi disturba affatto il “per corrispondenza”, ma proprio il “teologo”: le assicuro che non ho mai sprecato nemmeno un secondo della mia vita, dall’adolescenza in poi, a occuparmi di un qualsivoglia dio, di turiboli, della messa in latino o in aramaico antico, di incenso, del celibato dei preti sì o no, delle “cose ultime” a voi tanto care (per meglio dire: le uniche faccende che vi sono care).
      Come ho già scritto, mi interesso, per quel che posso, delle “cose prime”, delle vicende e della sorte degli uomini e delle donne, qui e ora.

      • deutero.amedeo ha detto:

        Quindi, se è vero quanto lei afferma di se stesso, lei sarebbe un antropofilo che ci segue preoccupatissimo per la nostra sorte, nel tentativo di salvarci risollevandoci dall’abisso di ignoranza in cui siamo precipitati. A nome di tutti la ringrazio per questa bella preferenza, ma credo che volentieri ne faremmo tutti senza. (Fa anche rima :-). )

      • paul ha detto:

        EVOCATO COME UNO SPIRITO , CHISSA’ SE BENIGNO O MALIGNO. mA VADA A FARSI , APPUNTO, FRIGGERE , GIUSEPPE !