DISPACCI DALLA CINA. LA SCHIZOFRENIA DELL’APPARATO VERSO LA RELIGIONE. HONG KONG?

3 Marzo 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri ci ha mandato, come è solito fare, i suoi dispacci dalla Cina. Mi sembrano come è usuale molto interessanti e stimolanti alla riflessione, in particolare per quello che riguarda la schizofrenia dei comportamenti ufficiali, e l’incertezza relativa alla situazione. Buona lettura.

Simboli religiosi

Un articolo firmato da Padre Stanislaus su “AsiaNews” ci informa sulla schizofrenia della Cina in materia di religione: “La scorsa domenica sono andato a celebrare la messa. Mentre ascoltavo le confessioni sono venuti a cercarmi alcuni fedeli, dicendo che i quadri cittadini del Partito hanno invitato a togliere tutte le scritte religiose esposte in occasione della Festa  di Primavera [il Capodanno lunare] sostituendole con altre ad uso civile. Quando ho chiesto il motivo, mi hanno risposto che era un ordine dall’alto. Ho chiesto allora da quale capo e da quale dipartimento venisse l’ordine. Mi hanno risposto: dall’Ufficio affari religiosi. Così ho telefonato al direttore del Dipartimento per gli affari religiosi, chiedendo spiegazioni. Il motivo principale – mi hanno detto – era che in quei giorni personale dell’ufficio governativo provinciale per la riduzione della povertà avrebbero fatto dei controlli senza preavviso: se avessero visto quelle scritte religiose, loro sarebbero stati puniti con severità. (…)Alcuni anni fa i quadri del Partito sono venuti in parrocchia con una richiesta simile, chiedendo anche di rimuovere le immagini sacre, per sostituirle con un ritratto del leader o rimuovendole completamente. Il motivo era lo stesso: un’ispezione del governo locale e provinciale. (…) Su questo argomento ho interrogato i dirigenti del governo locale e provinciale. La risposta è che una richiesta del genere non c’è mai stata in passato e che questo modo di fare è ovviamente sbagliato.

Sono io che ho sentito male? Oppure il Partito soffre di schizofrenia ed è profondamente diviso? Qualcuno segretamente mi ha detto – non posso dire chi – che gli affari ufficiali esterni e quelli interni hanno direttive completamente diverse!”. Già, nella Cina chi ci capisce è bravo!

Riti e cerimonie

Dalla “Storia del pensiero cinese” del Professor Paolo Santangelo troviamo queato pensiero: “Scorrendo i pensieri di Confucio, ritroviamo una costante attenzione per il “Li”, concetto estremamente complesso, che comprende i riti, le cerimonie, ma anche le norme e i modelli di comportamento tradizionale, e quel sistema di «buone maniere» che configurava i rapporti fra i membri della classe colta, basati sull’onore, il rispetto e la dignità”. In effetti i cinesi, in un certo senso per loro fortuna, sono molto attenti a certi modi standard di comportarsi, sembrano molto più “rigidi” nei rapporti con gli altri, il che permette una maggiore regolarità nelle loro performances ma certamente molto meno creatività che, come sappiamo noi italiani, ha anche i suoi lati oscuri.

Hong Kong e il suo vescovo

Prosegue in Hong Kong l’amministrazione del Cardinale John Tong, che ha recentemente reso pubblico il suo messaggio per la Quaresima. Dopo circa due mesi non si ha ancora un nuovo vescovo. Chissà questa amministrazione, in fondo straordinaria, che cosa serve a preparare. I cattolici in Hong Kong sono amche confusi su quanto sta accadendo. È probabile, da quanto sento, che il vescovo Joseph Ha, francescano e che era il più possibile successore, sia avversato dal governo di Pechino, che malgrado la cosiddetta indipendenza dell’ex colonia britannica, fa sempre il bello e cattivo tempo.

Accordi commerciali e non

Ho ascoltato vari imprenditori in commercio con la Cina avere dubbi sulla efficacia di accordi che poi è (molto) difficile far rispettare dalla controparte cinese. Io non so quanto sia vero. Non posso che ripetere qualcosa che vado dicendo da tanto tempo: nella Cina c’è un concetto diverso della verità, che dipende dalle circostanze più che da una sua oggettività come per noi.



Oggi è il 180° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.


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4 commenti

  • Adriana ha detto:

    D’accordo che in Cina sono tanti , ( un vasto mercato ) , ma con questa intensa campagna pubblicitaria sulla pedofilia che gli Eminentissimi riescono a fabbricarsi da soli vedo i ” contatti ” in forte pericolo .

    • deutero.amedeo ha detto:

      e poi mettendo le mani nei “contatti” c’è il rischio di rimanere fulminati. Dipende dalla tensione.

  • deutero.amedeo ha detto:

    –Con l’interrogativo: «Può forse un cieco guidare un altro cieco?» (Lc 6, 39), Egli vuole sottolineare che una guida non può essere cieca, ma deve vedere bene, cioè deve possedere la saggezza per guidare con saggezza, altrimenti rischia di causare dei danni alle persone che a lei si affidano.—
    Non so fino a che punto il Santo Padre ponga a se stesso prima che agli altri questo interrogativo. Leggendo il seguito del discorso (qui il link : http://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2019/documents/papa-francesco_angelus_20190303.html )
    parrebbe proprio di no. E sarebbe inutile chiederlo a lui perché lui alle domande che giudica “calunnia” e/o “chiacchiericcio” non risponde per non farsi complice dei peccatori.

    Il seguito della mia riflessione sul vangelo di oggi lo tengo per me: però una cosa la dico. Nella domanda di Gesù i personaggi sono due: chi si fa guida a chi si fa guidare. Quindi mentre il Papa – e come potrebbe essere diversamente?- si è messo spontaneamente dalla parte di chi fa la guida, io mi metto dalla parte di chi vuol essere guidato e, seguendo il consiglio evangelico, mi guarda bene dal farmi guidare da un cieco.

    Se qualcuno ha orecchie che intendono, intenda. Altrimenti faccia senza.

  • Anima smarrita ha detto:

    L’accordo provvisorio, e tuttora segreto, stipulato fra il Vaticano e la Cina, «è un caso sui generis, perché realizzato tra due parti che non hanno ancora un riconoscimento reciproco». Così si è espresso il card. Parolin in un’intervista a margine di un convegno alla Gregoriana sul tema: “Gli accordi della Santa Sede con gli Stati”, riproponendo la necessità di proseguire nella sua attuazione pratica sui vescovi, per garantire margini di operatività alla Chiesa nell’adempimento della sua missione.
    A leggere l’intervista (al link seguente) mi sembra si sia rimasti aggrappati alla speranza che esso dia frutti e – ovviamente, come ha aggiunto – «poi il Signore vedrà, nella sua provvidenza…».
    Mi chiedo – ma forse è una mia limitazione mentale – quali garanzie possa assicurare un modus operandi “sui generis” e su quali basi di concretezza e affidabilità si possano stringere patti fra contraenti che “ancora” non si riconoscono reciprocamente.
    E, a causa di troppi discorsi e vicende contraddittorie, dubito anche che pure da noi dipenda dalla sua “oggettività” il “concetto della verità”.
    https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-02/cardinale-parolin-santa-sede-accordo-cina-nomina-vescovi-stato.html