LA MITRA E IL PASTORALE. GIORGIO SPALLONE SCRIVE DI BOLOGNA, E DELL’ARCIVESCOVO.

7 Febbraio 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici di Stilum Curiae, da Bologna abbiamo ricevuto una lettera accorata dell’avvocato Giorgio Spallone. Che ci sembra interessante e giusto condividere con voi. Mi è venuto in mente quello che mi raccontava un collega che aveva vissuto in uno studentato dell’Opus Dei, e che aveva sentito quello che diceva San Escrivà de Balaguer a proposito dei preti, e della talare. Riporto a memoria: i preti per strada devono essere come i tassì, facilmente riconoscibili, per chiunque abbia bisogno di loro. Buona lettura.

La mitra e il pastorale

Poco tempo addietro recandomi a Messa nella Cattedrale di San Pietro in Bologna, con gioia, mi sono unito alla Festa della Famiglia Salesiana in occasione della celebrazione di San Giovanni Bosco, la cui immagine era esposta a lato dell’altare.

Dunque una celebrazione solenne.

All’ingresso del corteo mi ha colpito il fatto che il celebrante principale, Arcivescovo Mons. Matteo Zuppi non portasse né mitra, né pastorale.

A questi dettagli che, in realtà, dettagli non sono affatto, occorre unire altra circostanza, tanto inusuale, quanto, purtroppo, da anni silenziosamente derubricata a normale.

Il Vescovo di Bologna – ad imitazione del Pontefice che non risiede nel Palazzo Apostolico – a propria volta non risiede nel Palazzo Arcivescovile, bensì nella Casa del Clero, luogo destinato ad accogliere sacerdoti anziani che hanno dismesso il proprio incarico per raggiunti limiti di età ovvero malati.

In questo modo l’Arcivescovado è relegato ad una sorta di museo dei Cardinali nel quale l’attuale Titolare riceve i propri ospiti.

Ora il fedele si domanda il significato di queste scelte, inequivoci segnali di frattura con tradizioni millenarie.

Ritiene forse il Vescovo, senza mitra e pastorale, di rendersi più vicino al popolo omologandosi anche dal profilo esteriore agli altri presbiteri, alcuni dei quali, a propria volta, in termini di look, vanno a rendersi indistinguibili dai laici?

Non è questione di tradizionalismo o progressismo, ma il risultato è diametralmente opposto.

Sappiano i Pastori che l’uomo, vieppiù l’uomo di questa Europa scristianizzata, ha il non detto desiderio di ritrovare simboli, segni, anche esteriori, di un’autorità morale e spirituale cui aggrappare la ricerca di senso della vita.

E se, nella confusione del mondo, i Pastori si rendono invisibili il vuoto che circonda quell’uomo si fa ancor più inquieto e disperato.

Il rosso della veste indica, anche esteriormente, il sangue che i Cardinali giurano di volere versare in difesa della fedeltà alla Chiesa: “usque ad effusionem sanguinis”.

Effusione del sangue che, esattamente in questi tempi, in Paesi lontani – ancor più che geograficamente, dalla nostra conoscenza e coscienza – vede piena realizzazione come in poche altre epoche della storia millenaria del Cristianesimo.

I Simboli sono testimonianze di fede, di cui il martirio è la misura ultima.

Giorgio Spallone


Oggi è il 158° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.


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44 commenti

  • Alessandro ha detto:

    Signori miei, guardate che questo e’ il silenzio prima della tempesta, ci soffermiamo su pastorali, su vicine di corridoio, QUI fra 10-15 giorni scoppia la guerra dei cieli, licenzieremo anche bergoglio, come hanno licenziato benedetto. Benedetto era vittima e licenziato in quanto ostacolo, bergoglio invece viene licenziato come un utile servo che non ha dato i frutti sperati ai propri padroni. Vedrete, ce da aspettarsi anche un probabile scisma, i giornali non dicono niente perché l’ Italia ha troppo conflitto di interesse, siamo ai livelli dei paesi africani sotto dittatura, ma fra un Po vedrete che casino scoppierà, altro che mitra e pastorale.

  • Ilario ha detto:

    A proposito della veste rosso porpora dei cardinali e del mantello porpora indossato dai papi prima di papa Francesco.
    Alla sua elezione Tempestivamente apparve su civiltà cattolica un articolo del direttore .a.spadaro sj in spiegava come tante forme e colori del cerimoniale pontificio fossero stati mutuati da quello imperiale quando ormai l’imperatore aveva posto la sua sede altrove e il vescovo di Roma aveva acquistato un’autorità sempre maggiore nel IV e V secolo , tra cui per es il colore di alcuni paramenti rosso porpora simbolo del potere imperiale. Infatti papa Francesco non ha mai voluto usare mozzetta o mantelli color porpora e altro segno di smantellamento del cerimoniale romano per chi ha notato quando terminata la celebrazione eucaristica in piazza San Pietro il papa si vede tornarsene in San pietro alla chetichella non professionalmente come facevano altri papi e così via. Quindi è un rincorrersi di emulazioni che come nel caso denunciato va al di là dello spogliarsi dei simboli di potere mondani x toccare anche quelli teologicamente e biblica mente fondati dell’ autorità ecclesiale data da Cristo ai suoi .come se così facendo si diventa più umili .peggio democratici e più accettati dal mondo . Chissà quando finirà questa ondata.

    • Il Criceto ha detto:

      ”Professionalmente”???

      Poveri noi….

      • Adriana ha detto:

        Criceto ,
        l’ultimo blog di Berirotti sul Giornale si intitola : ” Come lavora questo Papa “—e Bertirotti è un suo sostenitore .

        • il criceto ha detto:

          Davvero? Ottimo, magari comincia a andare a messa anche bertinotti 🙂

          • Adriana ha detto:

            Criceto ,
            un consiglio utile e magari anche cristiano . Aggiustare gli occhiali .
            BERTIROTTI , non Bertinotti :-)) -Mi par difficile che Bertinotti desideri un Blog sul Giornale !!!!!

  • MASSIMO S ha detto:

    Caro Tosatti,
    la faccenda che viene narrata in questo post dell’Avv. Spallone credo non sia profondamente grave in se stessa, ma semplicemente una dimostrazione di un sciocco conformismo, altrimenti detto “moda”.
    Ecco, si ricorda quando l’Avv. Agnelli sfoggiava il suo Rolex sopra il polsino della camicia e tutti i manager, o presunti tali, lo imitavano o quando, se non indossavi un giubbotto Moncler non eri un paninaro, ovvero, non eri (secondo molti) nessuno, o quando Mary Quant inventò la minigonna e le ragazze di allora facevano a gara a mostrare le gambe, o … eccetera.
    Moda, caro Tosatti, solo moda. Adesso il papa vive a Santa Marta e l’arcivescovo lo imita non abitando nel palazzo apostolico, ma nella casa di riposo dei preti anziani. Posso portare l’esempio di un noto superiore di una casa di preghiera, con annesso santuario mariano, che prima di iniziare la predica, invece che usare il “Sia lodato Gesù Cristo!” o, al limite, non dir nulla, esclama un sonoro “Buongiorno !”.
    Ma potrei continuare a citare altri mille esempi di conformismo alle mode ecclesiastiche del momento.
    Insomma, il papa dice che la Madonna è “L’influencer di Dio” (e Chiara Ferragni si è offesa, perché credeva di essere lei l’influencer per antonomasia), ma il vero influencer del momento è proprio lui, è Bergoglio, con i suoi comportamenti strampalati da papa anticonformista.
    E’ solo una questione di “moda”, caro Tosatti, ma le mode, si sa, non durano mai a lungo !
    Dunque, teniamo duro e non perdiamo la speranza che, in quanto virtù bambina, può solo crescere !

  • GIORGIO VIGNI ha detto:

    Chesterton diceva che sarebbero venuti i tempi in cui si combatterà per dimostrare le cose ovvie.
    Un facsimile di vescovo, fariseo, è perfettamente a norma. Vedasi un facsimile di papa acconciato da gelataio, facsimili di don, musei del cencio colorato…….
    E’ assolutamente inutile dire che il Galileo ci teneva all’abito: la sua tunica, l’invitato alle nozze buttato fuori perché non in abito, il pescatore Pietro che corre a coprirsi…..Tutte cavolate, naturalmente da contestualizzare e verificare.
    Hanno cambiato anche le parole uscite dalla bocca dello stesso Cristo. Forse quel giorno non si è espresso bene, disattenzione, cena pesante, mah……
    De Benoist parla di un mondo in cui nulla ha più valore, ma dove tutto ha un prezzo.

    G.Vigni

  • Grog ha detto:

    Mi sembra di ricordare che Mons.Zuppi abbia i trascorsi dalla famigerata e paramassonica comunità di S.Egidio. Quindi di che meravigliarsi?
    Certo che dal Card.Caffarra all’attuale occupante dell’arcivescovado di Bologna corre un abisso; come dire dalle stelle alle stalle in un balzo solo…

    • Enrico66 ha detto:

      Non dimentichiamo anche il card Biffi, predecessore del card. Caffarra.
      Per il resto concordo con lei. Dalle stelle alle…

  • IMMATURO IRRESPONSIBLE ha detto:

    Forse rischiamo di fare un processo alle intenzioni; tuttavia l’abbandono dei simboli ha sempre degli effetti che non bisogna trascurare. Il Vescovo cattolico ha l’autorita’ per proteggere i fedeli dall’errore, in campo morale e dottrinario. Il cattolico ha il diritto di sapere ,in qualsiasi angolo del mondo egli si trovi, chi leggitimamente abbia tale autorita’. L’aggettivo “cattolica” riferito a Chiesa, cio’ ,anche, significa: Una autorita’, Un insegnamento. Per (a mio parere malinteso) scrupolo di umilta’ ,molti pastori vogliono presentarsi nella loro personalita’ , senza apparenti segni di autorita’, al loro “gregge”. Il fatto e’ che la loro personalita’ e’ proprio cio’ che meno puo’ servire ai fedeli; amici con cui condividere la mia esistenza li scelgo da me ; persone con cui discutere dei fatti della vita non me li cerco nella gerarchia . Il servizio religioso, in senso lato, ha un’ autorita’ che non riceve ,in alcun modo, legittimita’ dalle virtu’,o dalle buone capacita’ personali ,e nemmeno dalla buona violonta’ dei consacrati (naturalmente, se ci sono, ne riñgraziamo il Cielo!) . I simboli vogliono significare cio’, la funzione, il servizio di cui la persona e’, appunto, in-caricata, nonche’ l’onore che tale carica merita.
    Segnalo su “L’ isola di Patmos” un bell’ articolo sul rito e religione

  • Marco Matteucci ha detto:

    “…L’innovazione comunicativa è importante perché è alle radici di un cambiamento nella forma organizzativa dell’uomo che non sarà più quello del medioevo, che aveva Dio e la religione come punti di riferimento, ma si trasformerà nell’individuo e nel soggetto delle epoche posteriori. Il singolo, in quanto individuo, si inventerà come il protagonista della propria era…”

    Il Dott. Giorgio Spallone si meraviglia della mitra
    …ci va bene se questi non imbracciano il mitra!
    https://lh3.googleusercontent.com/bT5NUQbp0UXckHqmO3QdtphqpWdWJJuxtYn10AHu9euJAgEytqDEB0JGA4G-XZu_Wwm6cw=s85

  • gabriele ha detto:

    Pazienza per la mitra, ma il pastorale è un bel segno, simbolizza l’essere pastore del gregge, e questo vescovo lo abbandona proprio quando si parla di odore delle pecore… Qualche giorno fa, in un centro commerciale di una cittadina vicino Alessandria, ho avuto la bella sorpresa di vedere due preti ortodossi che facevano la spesa: giravano per le corsie del supermercato con il carrellino, vestiti con la loro bella talare nera, il cappello nero ed il soprabito, proprio come faceva il mio parroco di quand’ero ragazzo; i preti cattolici si vergognano ad andare in giro vestiti così, la talare non la mettono più nemmeno per accompagnare i morti al cimitero; gli ortodossi sono gli ultimi preti seri rimasti; se non fosse per la lingua, mi farei ortodosso, ma è troppo difficile: tempo fa avevo provato ad assistere ad una liturgia romena, era bella, ma non si capiva niente.

    • EquesFidus ha detto:

      Non esistono solo gli ortodossi, i quali sono scismatici: esistono anche i sacerdoti di istituti tradizionali pienamente cattolici, quali quello di Cristo Re Sommo Sacerdote, i quali usano ancora la talare ed il saturno e celebrano regolarmente la Messa tridentino-gregoriana, che nulla ha da invidiare alle liturgie orientali ma che, anzi, è espressione ultima dell’antica liturgia romana.

      • dalla parte degli ortodossi ha detto:

        guarda, mio caro, che la tua bella messa vetus ordo ha un difettuccio, che la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo non ha : manca dell’epiclesi…

        • EquesFidus ha detto:

          Non so a che Messa ti riferisca, dato che in quella tridentino-gregoriana (pure in quella di Bugnini, se è per questo) è presente l’epiclesi: “Quam oblatiónem tu, Deus, in ómnibus, quæsumus, benedíctam, adscríptam, ratam, rationábilem, acceptabilémque fácere dignéris: ut nobis Corpus et Sanguis fiat dilectíssimi Fílii tui Dómini nostri Jesu Christi”. Mi dispiace, ma il rito di San Pio V è assolutamente completo sotto ogni aspetto; certo, agli orientali piace un’epiclesi esplicita, ma resta il fatto che anche questa lo è.

  • Sherlock Holmes ha detto:

    Penso per certi Vescovi, che di Cattolico hanno ormai solo il vestito e sempre più spesso neanche quello, più che la mitra ci vorrebbe il mitra…

  • deutero.amedeo ha detto:

    Anche a mio parere, se si vergognano di mostrare con l’abbigliamento e relativi accessori i segni esteriori del mestiere che si sono scelti, sarebbe meglio che cambiassero mestiere.

  • c.map ha detto:

    Si tratta – credo – di un vero e proprio abuso, perché il cerimoniale dei vescovi prescrive l’uso di mitra e pastorale anche nella processione d’ingresso.
    C’è qualche foto o filmato?

  • giulia anna meloni ha detto:

    sono sacerdoti,monsignori,vescovi per la salvezza delle anime e per rendere Gloria a Dio.Hanno smesso di essere salvezza delle anime( il male è diventato bene)condannando cosi milioni di persone alla dannazione eterna e stanno smettendo di rendere Gloria a Dio modificando la Sua legge perfetta ed immutabile,eliminando la solennità dei luoghi,dei gesti,degli abiti,del linguaggio,del canto e quanto altro si è compiuto in una tradizione millenaria per rendere Gloria a Dio Padre , al Suo Divin Figlio e alla Vergine SS. Sposa e Madre di Dio.Ma non finirà come loro pensano,noi resistiamo nella Speranza.

    • Catholicus ha detto:

      Certo che non finirà come loro pensano, cara Giulia, stia tranquilla. Fidiamoci della nostra Madre Celeste, che ci ha fatto sapere (per il tramite di Suor Lucia di Fatima) che “quando tutto sembrerà perduto, allora Io sarò con voi … alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà”. Queste sono parole a cui dar credito, mica quelle che sparano, un giorno sì e l’altro pure, Bergoglio e tutti i suoi accoliti (di alto e basso rango). Viva Cristo Re 1 Abbasso il clero modernista, traditore, eretico ed apostata ! L J C !

  • Gian Piero ha detto:

    Ma meglio che non si vestano da preti e da vescovi, meglio che non abitino in Arcivescovado o nei Palazzi Apostolici, meglio che nascondano le croci, vuol dire che si rendono conto loro stessi di essere degli abusivi, deifalsi, dei mascherati. Come un falso generale che si vestisse da generale o un falso Reche si vestisse da Re.. Probabilmente, inconsciamente, loro stessi si vergognano di mascherarsi da qualcosa che NON sono. E si presentano per quello che SONO: in borghese, come laici secolarizzati in un mondo secolarizzato. Meglio la chiarezza: cosi’ quando un fedele cattolico vede un sacerdote in talare , che non nasconde la croce, sa con chi ha a che fare, e quando vede un prete operaio o un vescovo immigrazionista e pauperista vestiti in borghese sa con chi ha a che fare.

    • Lucy ha detto:

      La tua tesi ha una sua logica che però non ha convinto nè me nè le persone con cui se ne è discusso e mi spiego. A un cattolicesimo annacquato , minimalista , svuotato della sua identità dogmatica e dottrinale che preti, vescovi , cardinali bergogliani perseguono , deve corrispondere una coerente visibilità esteriore come la mancanza di segni religiosi specifichi , come la mitra e il pastorale e ovviamente l’abbigliamento , anch’esso privo di qualsiasi segno distintivo della fede.
      Quindi , secondo noi , non solo non si vergognano ma vogliono essere e apparire con convinzione e orgoglio interpreti della rivoluzione della chiesa intrapresa da Bergoglio che passa anche attraverso i segni esteriori della identità della fede , divisivi e perciò ostacolo all’approccio e al dialogo con le altre comunità religiose, le altre religioni nonchè con agnostici e atei..Un esempio lo diede Bergoglio a settembre a Palermo tra i giovani quando una specie di benedizione ci fu , ma una benedizione modificata , una non-benedizione in cui sparisce la Santissima Trinità e compare un saluto circolare , un ciao-ciao , segno di un dio anonimo che va bene per tutti.

      • Lucy ha detto:

        Mi è sfuggito un errore , non specifichi ma SPECIFICI

      • deutero.amedeo ha detto:

        sicchè alla fine il loro anticonformismo diventa una nuova forma di conformismo. Come accadde ai ragazzi del 68 che si vestivano, si pettinavano, si facevano il piercing e parlavano tutti nello stesso modo col cioè però nella misura in cui… per dimostrare di essere anticonformisti .

        • Gian Piero ha detto:

          Come qualcuno dice che e’ meglio un modernismo rozzo e selvaggio di un modernismo subdolo e paludato da colte dissertazioni, , cioe’ meglio un Francesco di un Benedetto, almeno si sa con chi si ha a che fare, e non si e’ abbindolati, cosi’ forse si puo’ dire che e’ meglio un prete in jeans e bandiera arcobaleno che dimostra con il suo aspetto cio’ in cui crede e soprattutto cio’ in cui NON crede, di un ipocrita prete che si mostra ancora cattolico nell’ aspetto quando ormai ha rinnegato ogni dottrina .
          Io sono per la chiarezza , la netta demarcaziohe. La palude del non-detto del non -espresso del non-rivelato, la palude del modernismo soft non mi piace. Per questo dico che forse e’ meglio una netta e precisa ripulsa per la mitra e il pastorale almeno sappiamo con chi abbiamo a che fare. I lupi travestiti non mi piacciono, meglio i lupi ” nature”.

  • Quidam de populo ha detto:

    Caro Tosatti, stiamo qui a pianger di mitre assenti e di simbologie dimenticate… mi pare che non ci siamo ancora risvegliati dalla grande illusione conciliare. In che cosa è consistita la riforma? Accorciar le vesti alle suore, girare gli altari, moltiplicare le spese per l’acquisto di sempre nuovi libri liturgici e sempre più eleganti paramenti… ma la riforma vera, dov’è? Forse che è finalmente riconosciuto ai laici il diritto di partecipare attivamente alla vita della Chiesa? Non intendo il far la predica o distribuire la comunione… quelli sono contentini. invece: possono dire una parola decisiva sulla gestione dei soldi e degli immobili di proprietà della Chiesa che mantengono con le loro offerte e l’otto per mille? Possono allontanare i chierici indegni, o è concesso solo di pagare i loro stipendi e le loro (crescenti) spese legali? Possono impedire la costruzione di chiese che sembrano stazioni supermercati aeroporti, tutto tranne che luoghi sacri? Perchè quel che il Concilio si proponeva, la vera e unica riforma che andava fatta era questa. A me la gerarchia cattolica ricorda molto certi politici, che invece di parlare delle vitali riforme del nostro paese, agitano lo specchietto mediatico delle allodole dei migranti o del reddito di cittadinanza…

  • Paolo da Genova ha detto:

    Già anni fa sono stato testimone diretto di una Via Crucis pasquale comune a più parrocchie, quindi particolarmente solenne, in cui i preti della parrocchia principale parteciparono in borghese. E in tema di stranezze, le stazioni non furono le solite 14, bensì 5-6 (cosa ripetuta anche tutti gli anni seguenti) e alla stazione del Cireneo, che aiuta Gesù a portare la croce, la riflessione fu su Gheddafi che bombardava Cirene… con mia moglie abbiamo resistito ancora qualche anno, andando a quella Via Crucis (dove abitiamo sotto Pasqua c’è solo quella), ora di solito la vediamo in televisione.

  • Klaus ha detto:

    Al momento a Bologna non vi è nessun cardinale e forse non ve ne sarà nessun altro a breve vista la tendenza di Francesco a privare le sedi di antica tradizione cardinalizia della porpora per privilegiare le “periferie diocesane italiane”. Eccetto il Vicariatus Urbis, va da sé! Ricordo che il card. Giacomo Biffi di v. m. ebbe a profetizzare in tal senso in un’intervista degli anni ’80 concessa a F.C.: a detta del presule sarebbe stato lui l’ultimo vescovo sulla cattedra di S. Petronio ad essere insignito della porpora cardinalizia. Sbagliò nell’immediato in vista della porpora al suo immediato successore, il mai troppo rimpianto card. Caffarra, ma non nella proiezione a più lunga gittata. Quindi, al momento, resti sereno l’avv. Spallone: di sangue da versare a Bologna in base alla veste non ve ne è! Al più si può ricorrere alla formula del “martirio bianco” che non è in auge nella Chiesa “in flagranza di adulterio con il mondo”.

  • Mac ha detto:

    Meglio così.

    Negli anni ho ascoltato Lama, Pierre Carniti, Marini, Benvenuto, Angeletti;
    per dire le cose che dicevano non avevano bisogno di agghindarsi in modo speciale.

    Saluti.

    • Paolo Giuseppe ha detto:

      @ Mac
      E’ vero che l’abito non fa il monaco, ma aiuta.

      • deutero.amedeo ha detto:

        Infatti un carabiniere in borghese non fa lo stesso effetto di un carabiniere in divisa.
        Ma anche lui si comporta diversamente a seconda che sia in borghese o in divisa.
        L’uniforme è potente nel determinare il comportamento anche di chi la indossa e non solo di chi la vede indosso agli altri.

        • Mac ha detto:

          Avete perfettamente ragione, ma non parlavo di questo.

          Va detto comunque che se un abito o un ruolo implicano dei doveri (ad es. il carabiniere deve far rispettare la legge anche in modo coercitivo e di malavoglia ) cui non si vuole ottemperare, allora, come anche dice sopra il sig. GianPiero, meglio non ingannare nessuno.

          Saluti.

  • Luigi ha detto:

    Una chiesa in caduta libera. Vuole assomigliare al mondo pensando di convertire mostrando un volto povero, ma alla fine è solo ipocrisia come il fariseo che suona la tromba per far vedere che fa l’elemosina.
    Per giunta questi prelati che scimmiottano tutto quello che fa il Papa si rendono ridicoli. Se domani lui si mette a tirar sassi alla luna si mettono a imitarlo stupidamente.
    Scommetto che dopo l’incontro con l’Imam negli Emirati arabi uniti ci sarà un proliferare di iniziative raccapriccianti tra preti e vescovi con mufti, ulema, imam nelle nostre chiese…

  • Donna ha detto:

    “…Il rosso della veste indica, anche esteriormente, il sangue che i Cardinali giurano di volere versare in difesa della fedeltà alla Chiesa: “usque ad effusionem sanguinis”….così dovrebbe essere, ma lo è sempre meno.
    Oggi i pastori odorano sempre più di pecore e sempre meno di Cristo, sinceramente non so che farmene di un pastore che non riesce a farmi sentire l’odore di Cristo, è un pastore inutile, il cui sale ha perso sapore. Questo allontanamento si vede anche nell’abito, quella veste che ogni pastore dovrebbe portare orgogliosamente, simbolo della sua appartenenza a Cristo mentre invece anela confondersi con i laici . Per quanto riguarda “usque ad effusionem sanguinis”…permettetemi il dubbio per molti pastori, se releghi Dio in un angolo …I lapsi,di antica memoria, insegnano.

  • Sconsolata ha detto:

    Ah! Se almeno alla simbolicità dei gesti, che si propongono la negazione di un mondo che si ritiene superato dalla realtà, si accompagnasse l’inconfondibile operazione di risanamento di quelle brutture che il manifesto da libro dei sogni vorrebbe cancellare!

  • Marco Matteucci ha detto:

    Che vuole, caso direttore, questi sono – come dice spesso l’inquilino di Santa Marta –
    “pastori con l’odore delle pecore”.
    … QUELLE DEGLI ALTRI!