UN INTERVENTO DI CESARE BARONIO NEL DIALOGO FRA ROMANA VULNERATUS CURIA E PADRE GIOVANNI CAVALCOLI.
24 Novembre 2018
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcurialisti, il dialogo aperto dall’intervento di Romana Vulneratus Curia e ancora più infiammato dopo la risposta di padre Cavalcoli si arricchisce oggi di un altro intervento di peso: quello di Cesare Baronio, che ha scritto una lettera che pubblichiamo ben volentieri.
Carissimo dott. Tosatti,
Ho letto, non senza rammarico, la risposta che padre Cavalcoli ha mandato ad un lettore di Stilum Curiae che si lamentava per l’atteggiamento di un sacerdote nei confronti di alcuni fedeli che questi ritiene conservatori a causa del fatto ch’essi ricevono in ginocchio la Santa Comunione, come peraltro è permesso anche dal rito riformato.
Se mi permette, vorrei rispondere tanto al lettore conservatore quanto a padre Cavalcoli. Sono consapevole che il mio commento verrà giudicato estremista, ma ritengo che possa quantomeno aprire uno spiraglio alla riflessione di quanti sono disorientati o addirittura scandalizzati – e giustamente, direi – dalla crisi presente.
Il pio lettore esprime le sue perplessità perché, durante l’omelia, il celebrante non risparmia aspre critiche a chi, per il solo fatto di avere un atteggiamento rispettoso nei confronti del Ss.mo Sacramento, lascia comprendere di non esser allineato al nuovo corso bergogliano. Mi pare che questo sacerdote abbia perfettamente ragione: genuflettere dinanzi a Dio è cosa che appartiene ai Cattolici, non ai seguaci della setta conciliare. I quali – giova ricordarlo – non è da quando Bergoglio è asceso al Soglio che hanno imparato dai loro parroci a star orgogliosamente in piedi durante la Consacrazione, a ricevere le Sacre Specie nella mano, a non salutare il Re divino nel tabernacolo quando entrano ed escono di chiesa, a disertare le rare occasioni in cui Egli è esposto all’adorazione dei fedeli. D’altra parte, la stessa liturgia riformata è tutta incentrata sull’uomo – in una dimensione antropocentrica, direbbe forse padre Cavalcoli con appropriato linguaggio – mentre il Signore è confinato in una spoglia cappellina laterale per non disturbare l’allegra sinassi e viene privato, durante la Messa, dell’onore che Gli è dovuto. Chi segue pedissequamente le Rubriche del nuovo Messale genuflette molte meno volte che nella Messa cattolica; chi si inventa i riti a proprio piacimento – come avviene quasi ovunque e finanche alle Cappelle Papali – non manca di togliere quei pochi, timorosi segni di adorazione che sopravvivevano nella Messa montiniana. Alle due genuflessioni prima e dopo l’Elevazione che sono previste nel rito cattolico, se n’era mantenuta una sola, che ormai va sostituendosi con una semplice riverenza del capo, ad iniziare da Bergoglio; il quale è tanto parco di genuflessioni al Santissimo quanto generoso nelle prostrazioni alla lavanda dei piedi di maomettani e idolatri.
Quel prete ha ragione, caro Tosatti: chi si inginocchia alla balaustra esprime col suo gesto non solo l’adorazione dovuta a Dio, ma anche un silenzioso rimprovero a chi quella genuflessione non la vuol fare perché considera – come ha affermato pochi giorni or sono in un suo discorso i occasione della Giornata Mondiale loro dedicata – che la Presenza Reale di Cristo sta nei poveri. Né questo sproposito irriverente è una novità recente: ne aveva già parlato lo stesso Bergoglio (qui), e ancor prima padre Cantalamessa l’aveva più volte sostenuto, come ho rilevato tempo fa (qui). Padre Cantalamessa è infatti convinto che le parole della Consacrazione – Questo è il mio Corpo – vadano riferite all’assemblea presente alla celebrazione, e non alle Specie Eucaristiche. Egli ha avuto modo di spiegarlo a giovani sacerdoti, invitandoli ad enfatizzare questo concetto con un gesto della mano, indicando appunto i fedeli, senza concentrarsi sull’altare. Secondo questa teoria, Cristo si renderebbe presente nell’assemblea, e questa presenza sarebbe semplicemente significata dalla condivisione del banchetto eucaristico. Un’eresia vera e propria, insomma.
Non mi meraviglia che un prete della setta conciliare veda nella genuflessione di un fedele un gesto di tacito rimprovero: questa è l’ennesima prova che nelle nostre chiese, un tempo cattoliche, si celebrano i riti di un’altra religione: riti, va ricordato, che ripetono pedissequamente i passi compiuti dagli eretici protestanti e che sono stati pensati proprio per compiacere questi eretici, in nome del dialogo ecumenico. Non vi è un solo iota del Novus Horror che non sia ispirato dalle innovazioni precedentemente compiute da Lutero, da Calvino, da Cranmer e da tutta la serie di eresiarchi che li hanno seguiti.
Ciò che mi meraviglia, invece, è lo stupore del pio lettore. Il quale dovrebbe aver compreso che l’assistere a quel rito con spirito di mortificazione finisce per ratificare l’irriverenza del celebrante verso quel Dio che invece la Messa cattolica adora in modo perfetto, non essendo essa frutto degli intrighi di qualche prelato massone, ma degl’insegnamenti che Nostro Signore impartì agli Apostoli e che questi trasmisero fedelmente ai loro successori.
Il mio invito è quindi di abbandonare quanto prima quel rito e cercare una chiesa in cui si celebri degnamente la Messa tridentina, possibilmente con un sacerdote che non sia biritualista e che abbia la coerenza di predicare senza cercar di mettere insieme la Fede cattolica con il Vaticano II.
Veniamo ora a padre Cavalcoli. Il quale afferma: «Consiglio a quel fedele che, mentre partecipa alla Messa Novus Ordo, si sente colpevolizzato dal celebrante, di adeguarsi alla liturgia del Novus Ordo. Altrimenti, vada ad una Messa del Vetus Ordo». Il che, a rigor di logica, potrebbe esser tradotto come segue: «Consiglio a quel fedele che, mentre partecipa al Novus Ordo, capisce che essa non ha niente a che vedere con la Messa cattolica, di cambiare religione abbracciando quella che il Novus Ordo esprime. Altrimenti, rimanga Cattolico e vada ad una Messa cattolica».
Rimane da capire se padre Cavalcoli ritenga che Novus e Vetus Ordo siano solo due diverse forme del medesimo rito; in questo caso il suo consiglio darebbe prova di quanto sostengo da sempre, e cioè che la mentalità – la mens – di chi ha concesso la celebrazione del rito antico non è di riparare un torto gravissimo e di ripristinare un rito che nessun Papa poteva abrogare; ma semplicemente – e dolosamente, direi – di convertire al verbo conciliare quanti si sentono rappresentati da una Gerarchia che concede loro nientemeno che il privilegio di essere e rimanere Cattolici, a patto che a loro volta essi riconoscano il diritto ai seguaci del Concilio e del Novus Horror di definirsi anch’essi Cattolici. Il che, ovviamente, è una contraddizione palese.
La mentalità del Motu Proprio è quella di una sorta di chiesa-supermercato, dove si trova tutto e il contrario di tutto, le funzioni sacrileghe con le parole della Consacrazione modificate dal celebrante e i Pontificali al trono, le concelebrazioni in cui si distribuisce la Comunione anche agli acattolici e le Messe in terzo coi fedeli genuflessi alla balaustra, i riti blasfemi dei Catecumenali e i catafalchi coi drappi neri. L’importante è che si accetti il Concilio, che si riconosca la validità del Novus Ordo e si taccia dinanzi alle eresie manifeste e reiterate dei Sacri Pastori. Se poi qualche sedicente tradizionalista vuol baloccarsi con l’antico rito, faccia pure, ma attenzione: che rimanga confinato entro gli spazj assegnatigli, come in una riserva indiana, e che sappia che al primo cenno di insofferenza verso il Satrapo di Santa Marte arriverà implacabile la sanzione del Vescovo, più che entusiasta di aver un pretesto per revocare la concessione accordata obtorto collo in nome dell’inclusività conciliare che mette insieme Dio e Belial.
Se padre Cavalcoli – che pure non è un giovane levita ignaro dell’abissale differenza esistente tra la Messa cattolica e la sua parodia filoprotestante – ritiene che sia accettabile la convivenza tra due riti che si negano a vicenda, mi spiace dover prendere atto che il suo consiglio non ha nulla di cattolico, e che è evidente che si è lasciato contaminare dall’indifferentismo liturgico à la Ratzinger, non meno pericoloso del fanatismo dei progressisti tout-court.
Se invece egli sostiene che il rito riformato va bene per i Riformati, e quello cattolico per i Cattolici, sarei curioso di sapere quale egli celebri, per trarne le dovute conseguenze.
Con devota stima,
Suo dev.mo in Christo
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Tag: cesare baroni, giovanni cavalcoli, romana vulneratus curia
Categoria: Generale
Cara Sandra Colonna, quanto da lei scritto mi offre l’opportunità di affrontare alcuni temi che mi sembrano cruciali. Che lei sia o no una troll penso che ha, da parte mia, diritto ad una risposta. Se non altro perché potrebbe essere utile anche ad altri. Se da sabato è passato troppo tempo chi è giudice per tenere o cestinare la presente è ovviamente il dott Tosatti, che ci ospita con larghezza e disponibilità. Dunque Lei scrive “ I Sacerdoti del Tempio, dopo la morte di Nostro Signore”. Scusi ma l’ha letto il Nuovo Testamento ? Capisco San Paolo, checché se ne dica è un po’ indigesto, ma gli Evangeli ! Comunque le consiglio di leggerli e fare molta attenzione nei seguenti capitoli: 28 in San Matteo; 16 in San Marco; 24 in San Luca; 20 e 21 in San Giovanni. In tutti potrà constatare che Gesù Cristo è da considerarsi Nostro Signore per la Sua morte sacrificale ma anche perché è il Risorto. E sottolineo È. Malgrado le ricerche “teologiche” e gli arrière pensée di molti cosiddetti “modernisti” Egli Vive ! E non solo ha fondato la Sua Chiesa, dando il mandato agli Apostoli e la direzione a Pietro, ma ne è a Capo tutt’ora, poiché è alla destra del Padre. Ci pensi bene: è quello che ad ogni Santa Messa viene confessato, e che confessa anche lei. . Egli È il nostro Sommo sacerdote, Gesu Cristo il Figlio di Dio, come può documentarsi nella splendida Lettera agli Ebrei (secondo me scritta da San Barnaba, ma non voglio entrare in questa antica e vexata questio). La legga tutta, ma si soffermi per questo aspetto soprattutto sui cap. 4 e 5.
Seconda cosa lei afferma perentoriamente : I Sacerdoti del Tempio avevano l’autorità sacerdotale di un giornalaio. Per sfatare questa sua singolare credenza la inviterei a leggersi il Libro degli Atti degli Apostoli, in cui San Luca racconta la nascita e lo sviluppo iniziale della Chiesa sotto la guida dello Spirito Santo. Nei primi capitoli può vedere come i Sacerdoti del Sinedrio avessero in Gerusalemme lo stesso potere politico e spirituale che avevano prima della morte e Resurrezione del Signore. Qui emanavano le leggi e amministravano la giustizia, controversa è la questione della pena di morte. Mons Ricciotti (esimio storico e biblista), gli storici non sono d’accordo sui limiti di questo potere, pare infatti che la loro giurisdizione fosse limitata (si fa per dire) ai delitti che venivano puniti con la lapidazione. Erano delitti del tutto interni alla legislazione ebraica. I romani intervenivano quando era messo in discussione il loro, di potere. Come è noto gli ebrei avevano il privilegio da parte di Roma di gestire la religione, e molta parte della vita sociale e legislativa che derivava da questa, autonomamente. O quasi visto che il Gran Sacerdote era di nomina romana. Che il potere del Sinedrio fosse intatto è perfettamente illustrata anche dalla lapidazione del protomartire Stefano (vedi Atti cap 7), la dispersione della Chiesa da parte di Saulo che fece si che la Buona Novella si spargesse prima nella Samaria e poi ad Antiochia (cap 8), il potere conferito a Saulo di perseguitare i seguaci di Cristo sino a Damasco (cap 9).
Forti di questo potere il cap 4 ci informa che ingiungono a San Pietro e a San Giovanni di smetterla di predicare la Buona Novella, ed anche di “illustrarla” con miracoli, in nome di Gesù Cristo. È a questo punto che San Pietro li “sfida” a giudicare loro, davanti a Dio (visto che erano nel Tempio), se era più giusto obbedire a loro (che malgrado il loro potere erano uomini) o a Dio (che ovviamente NON ha limiti di potere). Ubi maior minor cessat. È San Pietro che lo afferma, quel San Pietro che è il Vicario di Cristo, non il Suo sostituto.
Se vuole approfondire l’argomento dal punto di vista del Magistero potrebbe leggere la bella Enciclica di Papa Pio XII “Mediator Dei” sulla Liturgia, che di questi tempi è sempre utile…
Finisce buttando lì, come una pietra (tentativo di lapidazione mediatica ?): il paragone che fa è ridicolo ed empio. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. Era un detto di mio nonno, lo riservo per lei, ma mi spieghi per favore: dov’è ridicolo e dov’è empio ? Cordialmente la saluto. Sia lodato Gesù Cristo.
A proposito di Messa, ho trovato questo su internet (probabilmente molti tra voi l’avranno già visto), per gli altri se vogliono possono vedere a questo indirizzo, lo scritto è del 1971:
https://gloria.tv/track/eFWrk3R6eDeK3EJczKHNFAfAq
hex, vedo che sei uscito dalla cuccia. Non girare le cose.
I fatti sono quelli che sono e cioè che con i tuoi amichetti avete riempito la Chiesa di pervertiti in ogni parte, per distruggerla dall’interno, ma non ci riuscirete (anche se io data l’età non ne vedrò la rinascita).
E nessuna normativa anche se “legale” può fare questo, e tu lo sai, così come lo sanno tutti.
Emmò ritornatene a cuccia!
A quanto pare vi hanno sciolto per infastidire quelli che qui scrivono in modo sensato e giusto (non io che non sono all’altezza loro), ma tu rivolgiti ammè che i cani mi stanno simpatici ed anche io a loro, forse perchè puzzo di pecora (esstài tranquillo solo di pecora).
A me pare che, in sintesi, sia Baronio che RVC abbiano apertamente detto che la Messa NO non sia più valida. Che poi è quello che dice don Minutella, che però per questo è da tutti schifato e scansato anche da prima della scomunica.
Un po’ di superbia qui la intravedo…
DICE BARONIO Lei guarda alla Chiesa con un atteggiamento legalistico. Se la Chiesa ammette la Comunione nella mano, e la retta ragione ci mostra che l’azione è sacrilega o a rischio di sacrilegio, non posso pensare che questa smetta di essere un’azione intrinsecamente malvagia solo perché me lo dice la Chiesa.
DICO IO anzitutto complimenti per l’approccio bergogliano. Venedo al resto, la retta ragione non dice che ricevere in mano è sacrilego. Questo lo dice la sua ragione ed è da vedere se sia davvero retta. Più corretto sarebbe dire che tra due metodi, uno è meglio dell’altro e nessuno elimina al 100% certi inconvenienti (uno li previene meglio dell’altro).
Se fosse sacrilego, allora i cristiani sono stati sacrileghi fino a quando l’uso della bocca non è stato reso vincolante ed universale. Non parliamo delle briciole che fa il pane in oriente, anche da prima dello scisma.
Applichi la retta ragione e riformuli il suo pensiero. Grazie.
Se la religione di Jorge Mario non e’ il Cattolicesimo, cosa dire della messa lefebvriana una cum Francisco? Ha ragione Don Minutella quando dice che e’ invalida o per lo meno occasione prossima di peccato grave, dunque da evitare? Just curious.
…povero Tosatti: non immaginavo do sollevare questo vespaio!
Da quel che leggo, tuttavia, mi pare che si possano riscontrare tre gruppi:
1. chi concorda
2. chi dissente, ma non adduce argomenti solidi
3. chi devia dalla discussione, introducendo altri temi o con boutades che fan cascare le braccia
Ai primi due va la mia gratitudine, non fosse che per aver dedicato del tempo alla discussione e aver cercato di proporre obiezioni. Quanto ai terzi, forse sarebbe il caso di non pubblicar nemmeno i loro commenti, che creano solo confusione. Sentirsi ancora chiedere se la Messa di Paolo VI è valida – e lo è! – è demoralizzante, com’è demoralizzante sentir chiamare in causa la Crociata contro gli Albigesi, voluta e predicata da San Domenico.
Tra poco Le mando la mia risposta a padre Cavalcoli…
Vorrei fare una domanda a entrambi: se quanto si sente dire a proposito della Mafia di San Gallo fosse vero, l’elezione di Bergoglio sarebbe valida? In tal caso, è un papa completamente legittimo? Grazie per la risposta.
e tenendo anche presente la dichiarazione di un cardinale che l’anno prima dichiarava che Papa Benedetto non sarebbe più stato papa l’anno successivo…
Chi sarebbe questo cardinale? A quale episodio ti riferisci?
Ci sono più informazioni al riguardo, ti mando un paio che ho trovato subito ora. All’epoca la questione mi incuriosì ed attesi per vedere gli eventi… che non mancarono. Ti saluto
https://www.linkiesta.it/it/article/2013/02/11/la-strana-profezia-del-cardinale-romeo-presto-ratzinger-non-sara-piu-p/11659/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/10/complotto-di-morte-benedetto-xvi/190221/
Prima di chiedere opinioni suggerisco di leggere la normativa (universi domici gregis e normas nonnullas) e verificare gli eventuali casi di invalidità. Se non li trova lì, non ce ne sono altri.
hex, vedo che sei uscito dalla cuccia. Non girare le cose.
I fatti sono quelli che sono e cioè che con i tuoi amichetti avete riempito la Chiesa di pervertiti in ogni parte, per distruggerla dall’interno, ma non ci riuscirete (anche se io data l’età non ne vedrò la rinascita).
E nessuna normativa anche se “legale” può fare questo, e tu lo sai, così come lo sanno tutti.
Emmò ritornatene a cuccia!
A quanto pare vi hanno sciolto per infastidire quelli che qui scrivono (non io che non sono all’altezza loro), ma tu rivolgiti ammè che i cani mi stanno simpatici ed anche io a loro, forse perchè puzzo di pecora (esstài tranquillo solo di pecora).
Non sopporto questi fasulli monsignori e cardinali, che dietro nomi pomposi si nascondono perché nessuno venga a capire di chi si tratti e se con altro pseudonimo scribacchin di men santi argomenti. Ma se il diavolo fa le pentole, non sempre e direi mai fann’i coperchi. Forza, card. Baronio, scrivi col tuo nome.
Suvvia, anche i partigiani usavano nomi fasulli: e ne avevano ben donde!
Cum grano salis, ne!
Anche tu parli nell’anonimato, costume che non condivido, perché è bello parlare a persone e non a sigle, nik ecc. Metter sullo stesso piano assassini partigiani e Baronio sta a significar che lo pseudo Baronio è un killer acquattato nell’ombra? Boh, contenti voi.
Caro Dante Pastorelli,
Lei crede di non essere anonimo? Se anche lei si presentasse con indirizzo e codice fiscale, questo non la avvicinerebbe a me.
E se anche io mi firmassi con nome e cognome, questo non le direbbe niente di più di “GMZ”.
Io e lei siamo e restiamo due sconosciuti, e probabilmente dovremmo accalorarci per quanto scriviamo e non per come ci firmiamo (o per gli eventi della nostra vita privata: ultimamente mi è stato rinfacciato anche questo…).
Ma il punto non è questo: vorra scusarmi se ho fatto questa precisazione prescolare, so che molti – poco avvezzi all’internet e alla sua etichetta – sono in qual modo rassicurati da un nome e da un cognome.
Invece mi premeva chiarire il paragone che ho istruito tra Baronio e i partigiani: quali che siano le ragioni di chi avversa un sistema (che lei le condivida o meno), è normale ricorrere a nomignoli et similia: le teste di cuoio sono lì che aspettano,
e siccome credo che Baronio stia rendendo un servizio alla Chiesa, preferisco saperlo anonimo e in salute che notorio e misericordiato.
Se poi il paragone coi partigiani le risulta indigesto, le chiedo scusa e la invito a prenderlo… “cum grano salis”. Appunto, e ossequi.
Sull’intervento di Cesare Baronio ho molta, molta, molta perplessità.
Vogliamo smetterla una strabenedettissima volta di accumunare il Concilio VII con il papa regnante? Sono due cose che non hanno nulla da spartire. Poi sappiamo che, come ha notato qualche lettore, il Concilio è stato snaturato strada facendo, così come sappiamo che questo papato sta facendo danni epocali.
Mi conforta il fatto che Cesare Baronio critica anche Ratzinger parlando del suo “indifferentismo liturgico”.
Per me ciò significa che la mia strada e quella di Cesare Baronio non coincidono.
Seguivo Cavalcoli.Un tempo.Ma andava da un’altra parte.Faccia pure.Appena lo intravedo mi giro dall’altra parte.
Raniero Cantalamessa?Continui pure con le prediche da coatto protestante.E che vada a quel paese.
Uno solo è il Maestro.Noi siamo servi inutili.
FRASE DI CESARE BARONIO: Ma se – come è loro dovere – iniziano a comprendere l’inganno che è stato fatto ai loro danni (RIFERENDOSI ALLA MESSA).
Ogni cattolico sa che la Chiesa non inganna nè potrebbe farlo, in materia di fede e di culto. Purtroppo, questa affermazione di tale Cesare Baronio è gravemente eretica, equiparabile a negare un dogma trinitario o cristologico. Al suo confronto qualsiasi rilievo su imprecisioni, ambiguità, inadeguatezze del Messale passano in secondo piano.
Invito tutti i lettori a NON seguire questo anonimo predicatore, a diffidare dalla sua verbosità (che occulta insegnamenti fallaci ed empi come questo) ed a sforzarsi di affrontare i pur gravi problemi che la nostra sofferente Chiesa ci pone senza deflettere dalla Fede e avendo assoluta fiducia nel Signore e nel suo Santo e onnipotente Spirito. Combattete la buona battaglia senza farvi sedurre da diabolici disfattismi. Dio è con voi, sempre. Non perdete la fede.
Grazie e scusate per l’intromissione.
Restelli, studia invece di dire imprudentemente fesserie monumentali.
La Chiesa Corpo Mistico è infallibile, ma la Chiesa visibile non necessariamente.
Durante l’eresia ariana la Chiesa visibile ha insegnato eccome errori in materia di fede. Gli ortodossi come Sant’Atanasio, poi dottore della Chiesa, furono persino scomunicati (in modo non valido, ma all’epoca la cosa non era evidente e i fedeli furono gravemente disorientati). Non so quante centinaia di volte è stato ripetuto questo fatto negli ultimi anni… Come si fa a ignorarlo ancora?
Scusi sig. Alberto Restelli, ma non e’ un inganno vero e proprio celebrare non piu’ verso Dio ,coram Dei ,
( inganno denunciato anche dal card. Sarah che voleva fare la riforma della Riforma, subito esautorato dal Misericordioso) non e’ un inganno non avere piu’ Il Tabernacolo al centro della Chiesa, al primo posto , verso
Cui ogni ginocchio si dovrebbe piegare,
verso cui tutti dovrebbero essere orientati, il Tabernacolo dentro cui c’ e’ Gesu’ ? non e’ un inganno e una vera vigliaccheria relegare il Tabernacolo ad un angolo nascosto, voltare le spalle all’ Oriente, verso cui le chiese sono state costruite, e mettere in PRIMO PIANO il prete e l’ assemblea quasi la Santa Messa fosse una riunione conviviale di cui il prete e’ l’ animatore ? Non e’ un inganno aver trasformato il SACRIFICIO, benche’ incruento, in una “ mensa” ? Non e’ un inganno aver cambiato il pro multis con per tutti ? Non ci hanno forse per anni nutriti di inganni invece che di verita’ ?
E lei si stupisce se oggi finalmente sta risorgendo un movimento liturgico, OVUNQUE, che riscopre il Vetus Ordo ed ad esso ritorna come si torna alle Acque Vive dopo essersi abbeverati ad acque avvelenate?
Chi era veramente Annibale Bugnini il creatore del Novus Ordo ? Agli ordini di ch stava, chi rappresentava?
Non e’ forse possibile che fosse eretico il Bugnini e gli altri novatori modernisti, e non sia affatto eretico chi ha capito che la
Santa Messa di sempre non puo ‘ essere modificata se non, come dice mons. Cesare Baronio, cambiando religione?
Sa sig. Restellu cosa dissero molti cattolici dopo la riforma del,a Liturgia voluta da Paolo VI ( lo so perche’ me .o ha detto mia madre )
molti semplici fedeli cattolici dissero : Ci hanno cambiato la religione.
Allora i piu’ subirono passivamente come pecore condotte al macello, anche se non erano affatto convinti dei cambiamenti, oggi forse cominciamo a vedere spuntare una qualche resistenza cattolica.
Se Ella avesse la pazienza di leggere quel che scrivo, vedrebbe che non mi sono mai permesso di formulare alcuna proposizione che affermi che la Chiesa sbaglia: sarebbe un’eresia, in questo ha ragione.
Quel che contesto è la diffusione dell’errore da parte di una Gerarchia infetta dal Modernismo, che non ha mai usato del carisma dell’infallibilità nel definire errori, limitandosi a diffonderli solo per via d’autorità. Lo stesso Vaticano II è l’unico concilio della storia della Chiesa che non si sia voluto dogmatico, definendosi meramente pastorale.
La prego , prima di esprimere giudizj temerarj, di dare una ripassata al Catechismo.
Baronio +
Lei ha scritto che la Chiesa ha voluto ingannare ed ha ingannato i fedeli in materia di culto, con lo scopo di falsare la fede. Questa è eresia tra le più gravi e lei lo sa. Se intendeva dire altro, ritratti e riformuli meglio il suo pensiero (e pro futuro scriva messaggi meno temerarj).
Chi è Cesare Baronio? Scrive bene e vorrei poter contattarlo
Caro amico,
il mio blog è http://www.opportuneimportune.blogspot.com e la mia mail eminentissimus@gmail.com
Cordiali saluti,
B+
Io credo che la Chiesa ha il potere di legiferare.
Io preferisco non ricevere la Comunione sulle mani e la ricevo sulla lingua, ma dire, come ho sentito, che riceverla sulle mani è un’eresia, è un’eresia.
Opportuno o no, se la Chiesa lo permette può essere fatto senza essere considerato peccato.
L’importante e farlo bene, come raccomanda l’istruzione dei vescovi, e con rispetto.
Personalmente a me piacerebbe che, anche per coloro che si comunicano direttamente sulla bocca, vi fosse il “piattino” caso mai cadesse qualche frammento di Pane consacrato.
Quello che veramente preoccupa della Chiesa postsessantottina (e non postconciliare) è la strisciante eresia che si sta impadronendo anche di tanti sacerdoti oltre al lassismo morale.
Naturalmente questo può avere effetti devastanti anche sulla liturgia.
LaComunione sulla mano può essere frutto del lassismo? Forse, ma non per questo è illecita. Piuttosto, come dice l’istruzione dei Vescovi, occorrerebbe fare delle catechesi per spiegare bene come si deve ricevere la Comunione
Lei guarda alla Chiesa con un atteggiamento legalistico. Se la Chiesa ammette la Comunione nella mano, e la retta ragione ci mostra che l’azione è sacrilega o a rischio di sacrilegio, non posso pensare che questa smetta di essere un’azione intrinsecamente malvagia solo perché me lo dice la Chiesa. Si obbedisce a Dio, e l’obbedienza ai Sacri Pastori viene dopo, ed è vincolata alla prima.
Inoltre, ciò che la Gerarchia stabilisce in materia liturgica non è necessariamente coperto dall’infallibilità, e quindi è possibile vi siano norme che contraddicono la Legge divina o una legge più autorevole.
Se Lei ammette questo principio in via assoluta, deve spiegarmi perché l’autorità dello Stato nel legittimare l’aborto e l’eutanasia possa esser considerata nulla da un Cattolico, in quanto si oppone direttamente ad un Comandamento di Dio. O per quale motivo Nostro Signore si sia spesso trovato in contrasto col Sinedrio, quando pure esso rappresentava la legittima autorità dell’Antica Legge.
Anche a Lei, come all’altro commentatore, consiglio di studiare BENE prima di dire delle enormità. Le quali, peraltro, fanno comprendere quale responsabilità tremenda gravi sui Pastori, che hanno saputo pervertire le anime e le coscienze fino a renderle incapaci di distinguere il bene dal male.
Questa non è obbedienza, ma cieco servilismo.
Non so se è un’eresia. Una cosa è certa: che il piattino non preserva certo dal far cadere a terra delle particelle di Ostia che restano nelle mani, e che quindi vengono calpestate. Il Corpo di Cristo è presente non solo nell’Ostia tutta intera, ma anche in ogni suo frammento. A parte il fatto che le mani del comunicando sono inevitabilmente sporche (da quando si esce di casa a quando si riceve la Comunione non si può non aver toccato qualcosa di sporco).
Mi scuso per non aver risposto diffusamente a tutte le obiezioni mossemi. Cercherò di farlo, nei limiti del possibile, nella mia risposta a padre Cavalcoli che invierò a Tosatti più tardi.
Ai provocatori e ai disfattisti, invece, lascio la facile soddisfazione di aver trovato posto nel blog: inutile rispondere a chi non vuole ascoltare.
Ai provocatori e ai disfattisti, invece, lascio la facile soddisfazione di aver trovato posto nel blog: inutile rispondere a chi non vuole ascoltare.
Non se la prenda per le obiezioni, caro signore. Non faccia come il sedicente e accetti le conseguenze dell’essersi esposto. Non scappi.
Complimenti per l’eloquio, davvero notevole.
Vsto Mons. Baronio? Appena stesa la rete l’uccellino ci è cascato dentro. Come dice il vecchio proverbio popolare? «La prima gallina che canta ha fatto l’uovo».
E i nostri saggi padri latini cosa dicevano? «excusatio non petita accusatio manifesta» (pare comunque che sia di origine medioevale).
Che significa «avere la coda di paglia»?
Ricevo da padre Cavalcoli:
Cara Romana,
è evidente che Papa Francesco è un figlio di Adamo come tutti noi, quindi soggetto alla colpa e bisognoso di essere perdonato da Dio.
I peccati che può commettere riguardano tutte le virtù, all’infuori della fede, dove per mandato di Cristo egli è maestro di verità.
In rapporto alla dottrina capita però che nel linguaggio Francesco non sia sempre limpido, leale ed onesto, ma avviene purtroppo che sia confuso, improprio, evasivo, ambiguo e doppio.
Inoltre egli fa male a non rispondere e non illuminare chi gli chiede spiegazioni o a non smentire le false interpretazioni. E’ segno di un’astuzia o reticenza che non si addicono ad un Vicario di Cristo.
P.Giovanni
Caro Cesare Baronio,
i fedeli sono liberi di sceglere o la Messa Vetus Ordo o quela Novus Ordo.
L’importante è che sia i fedeli che il celebrante rispettino le relative norme della celebrazione con diligenza e senza confondere le une con le altre.
Chi segue il Vetus Ordo non deve disprezzare chi sceglie il Novus e viceversa.
La Messa è sostanzialmente la stessa di sempre in entrambi casi. Cambiano slo le forme cerimoniali e le rubriche.
Non è proprio il caso di litigare o di dare in escandescenze là dove Cristo ci vuole uniti, seppur nella diversità.
P.Giovanni
Interpellato da quanto ha scritto Baronio, ho cercato a lungo in rete circa il significato della Consacrazione durante la Messa, vitale materia nella quale Baronio afferma che le parole “Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo”, che il sacerdote pronuncia durante la Consacrazione, secondo Bergoglio, vadano riferite ai presenti. In pratica, sarebbe l’assemblea dei fedeli a diventare Corpo di Cristo, mentre il pane e il vino non sarebbero altro che segno conviviale di questa presenza.
Non ho trovato nulla. C’è questo intervento del Baronio
https://opportuneimportune.blogspot.com/2015/11/a-grandi-passi-verso-la-religione_29.html
nel quale egli documenta che tale visione sarebbe espressa dal Padre Raniero Cantalamessa, cosa certamente grave, poiché Cantalamessa non sarebbe mai stato corretto dai superiori su questo punto, ma, per quello che ho riscontrato io, affermazioni esplicite di Bergoglio in questo senso non risultano.
Caro Tossani,
pochi giorni fa Bergoglio in un suo discorso in occasione della Giornata Mondiale loro dedicata (http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/poveri/documents/papa-francesco_20180613_messaggio-ii-giornatamondiale-poveri-2018.html).
Riferendosi ai doveri dei discepoli di Cristo nei confronti dei poveri, ha detto che essi «sono chiamati a rendere loro onore, a dare loro la precedenza, convinti che sono una presenza reale di Gesù in mezzo a noi».
E’ evidente che il linguaggio scelto è equivoco ed anfibologico: è tipico di chi vuole insinuare l’errore senza poter esser accusato chiaramente di eresia. Lo stesso è avvenuto con Amoris Laetitia, teoricamente interpretabile in senso cattolico ed in senso eterodosso, ma in cui l’interpretazione eretica è chiaramente quella cui si vuol dare spazio.
Solo chi si rende cieco dinanzi all’apostasia presente può fingere che vada tutto bene.
Baronio
Caro Cesare Baronio,
è sufficiente leggere le cose con quel minimo di duttilità, comunemente chiamata intelligenza, per capire che il Papa non stava parlando della presenza reale in senso letterale (intendendo con reale il fatto che Cristo si faccia res nella particola) ma in senso comune (reale=vera) e perfettamente ortodosso. Nessuno, tranne forse lei, ha pensato che per Bergoglio i poveri siano transustanziati. Nessuna apoteosi del povero.
Ciò detto, il lettore a cui risponde ha chiesto lumi sul tema, da lei sollevato, della consacrazione e di p. Cantalamessa. Vorrei anch’io qualche riferimento, per verificare se sia lei ad aver frainteso ancora una volta qualche ragionamento (pensando che Cantalessa consideri transustanziati i fedeli) o se veramente il frate abbia fatto una sparata così colossale.
Nel mentre, la invito a esaminare i vecchi e polverosi commentarj del Vetus Ordo – di cui la sua biblioteca è certamente ricca – onde verificare se per caso vi si trovi qualcosa di molto simile a quello che probabilmenta ha detto Cantalamessa. Sono certo che per lei sarà un’esperienza illuminante.
Caro Bellarmino,
come diceva San Pio X, è tipico dei Modernisti formulare proposizioni che si prestano all’equivoco, che insinuano l’errore ma non osano sempre affermalo: e questo perché sono i più infidi tra gli eretici.
Se i Modernisti affermassero eresie in modo inequivocabile, li si potrebbe condannare immediatamente; e invece ci si accorge del loro inganno solo quando si mettono insieme diverse frasi, detti e non detti, equivoci voluti e verità taciute.
E quando il Sedicente parla durante un’allocuzione di “presenza reale”, il semplice intende proprio la Presenza Reale, e non un modo di dire. Il messaggio passa, ma non lo si può contestare se non per via deduttiva, indiretta. E sapendo che quest’errore serpeggia da anni tra i Modernisti.
E’ quanto si è visto con Amoris Laetitia: “voi create le premesse, poi a trarre le conseguenze penserò io”, disse Bergoglio a chi gli chiedeva come avrebbe sdoganato il divorzio al Sinodo per la Famiglia. E se addirittura alcuni Cardinali e non pochi Vescovi e teologi hanno rilevato l’equivocità dell’Esortazione Post-sinodale, è chiaro che non stiamo sognando tutti.
Tra i tanti, mi pare che pure padre Cavalcoli concordi con me, quando scrive: “In rapporto alla dottrina capita però che nel linguaggio Francesco non sia sempre limpido, leale ed onesto, ma avviene purtroppo che sia confuso, improprio, evasivo, ambiguo e doppio. Inoltre egli fa male a non rispondere e non illuminare chi gli chiede spiegazioni o a non smentire le false interpretazioni. E’ segno di un’astuzia o reticenza che non si addicono ad un Vicario di Cristo“.
Adesso, caro Bellarmino, se la prenda pure anche con il reverendo padre Cavalcoli. Ubi major…
Caro Baronio, minor inter pares, la frase incriminata è la seguente:
”Mentre dà un insegnamento fondamentale sui carismi, Paolo educa anche la comunità all’atteggiamento evangelico nei confronti dei suoi membri più deboli e bisognosi. Lungi dai discepoli di Cristo sentimenti di disprezzo e di pietismo verso di essi; piuttosto sono chiamati a rendere loro onore, a dare loro la precedenza, convinti che sono una presenza reale di Gesù in mezzo a noi. «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40)”
Il senso complessivo del brano e quello specifico dell’espressione ”presenza reale” è chiarissimo e non equivoco.
Qui non c’è un utilizzo ambiguo di quell’espressione, tale da inculcare surrettiziamente un concetto eretico, che poi consisterebbe nel concetto per cui nei poveri, transustanziati, sarebbe presente Cristo in carne, anima e divinità.
Quindi: vada l’appello per un lessico più preciso. Inammissibile invece il ricorso al monito di San Pio: quella frase non è veicolo di un’eresia.
Mi pare che Giulio II, in virtu’ delle chiavi che Gesu’ gli aveva dato, si mise a “vendere” indulgenze emanando bolle. Vorrei sapere se questa regola e’ ancora valida, e dove fare i versamenti. Chi puo’ postare l originale o chi c’è l’ ha? O e’ un invenzione luterana? Non ho tempo né voglia né conoscenze informatiche né accessi agli archivi segreti vaticani per appurare. Ma per certa gente, che rispetto per carita’ di Dio…., La chiesa sembra nata a Trento. E prima un megasedevacantismo?
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2002/07/08/Cultura/ASTE-A-LONDRA-IN-VENDITA-INDULGENZA-PAPALE-DI-GREGORIO-IX_165300.php
C e sempre qualcuno che viene prima, come al contrario la salvezza tarda sempre (piu’ in la’) direbbe Montale.
Aspettiamo Godot? Ma chi e’ Godot? Non lo sappiamo né sappiamo se arrivera’ mai.
Nel 5O d.C. un ebreo di Tarso scrisse la piu’ antica scrittura cristiana (più dei vangeli, mi risulta). E’ ritenuta autentica pure dalla critica, non solo dalla fede. E’ 1 TS. In esso afferma chiaramente una parola del Signore (non riportata nei seguenti vangeli): noi che saremo ancora in vita alla sua venuta….prima risorgeranno i morti poi NOI saremo trasformati.
Ora Baronio magari era “di Tessalonica”.
Io vengo dopo il 150 d.C. Per fede, non per autenticita’storica accetto sia 2 TS, sia tantomeno 2 pt (del 150, attribuita a Pietro che era immagino gia’ morto). Per me un giorno sono come 1000 anni e 1000 anni come un giorno,vchi fa domande “tutto e’ come prima!” e’ uno schernitore beffardi che segnala che siamo negli ultimi tempi.
E’ ancora la stessa fede?
O aspettiamo Godot. O PIU PROPRIAMENTE: NON ADPETTIAMO PIU NESSUNO.
Chiaramente l Italia e’ stata fatta da massoni. Una volta il papà veniva chiamato “dolce Cristo invterra”. Poi ripensi al Rinascimento…….Non c e nessun Cristo in terra che non sia un anticristo. Il regno, come la resurrezione, e’ il miracolo ultimo di Dio.
Caro Ignorante, piu’che altro lei sembra confuso e fa un gran minestrone di cose alla rinfusa, non so se in buona fede o in mala fede per gusto di trollaggio.
L’intervento sia di Cesare Baronio sia di Cavalcoli sono chuari logici concisi. Si puo’essere d accordo o no ma si deve cercare di rimanere allo stesso livello se possibile.
Se uno ha idee confuse veda prima di chiarirle con se stesso.
http://www.asianews.it/notizie-it/Dubbi-e-contestazioni-su-Papa-Francesco-39885.html
Facendo due conti alla fine del concilio non ero ancora nato. Indi non so assolutamente di cosa si parla. So’ di voci -non so se esatte- del prete che recitava in latino, dava le spalle all’assemblea, le chiese erano rivolte a Oriente…(quest’ ultima la vedo difficile: hanno pure cambiato l orientamento dell’ altare o delle chiese? Io ho non poche difticolta’ a fare la comunione con il novus ordus, figuriamoci, immagino, con il vetus. All epoca non esisteva legalmente il divorzio. Poi non capisco…dalla fine del concilio la sede sarebbe vacante? O l avrebbe monsignor Lefebvre e i suoi seguaci? C e una chiesa che rifiuta pure il concilio Vaticano primo. Ci sono gli ebrei che rifiutano i cattolici (e quelli no). Non ci capisco niente. Poi c e la sempiterna massoneria. Una volta c era lo gnosticismo, gli albigesi (di cui sappiamo storicamente poco perche’ vennero distrutto da una crociata). Gesu’ non e’ mai stato cristiano. Tanto meno cattolico. Ci sono associazioni preconciliari (cioè gia’ presenti allora) che non si definiscono cristiano cattoliche. Solo cattoliche. Anni fa c erano gli atei devoti. Ciao Tosatti 🙂
Lei avrà anche ragione, ma ci spiega su cosa?
La sintesi di questo suo lungo intervento qual è?
Giusto per imparare, grazie.
C’è stato un concilio, più di cinquant’anni fa. Io ho 58 anni, e del Vetus Ordo non mi è dato di ricordare assolutamente nulla. Chi è mio coetaneo e chi è più giovane (molti, ormai), nell’assoluta maggioranza dei casi, non abbiamo avuto altra possibilità che di assistere a Messe celebrate secondo il “novus horror”. Tutti “seguaci della setta conciliarista” fin dalla culla o quasi, dunque.
Quando si interviene in un dibattito di natura scientifica (e quello teologico rientra in questo caso), occorre avere gli strumenti per ribattere. Ad un consesso di cardiologi non ha senso controbattere se si ignora la medicina e la chirurgia.
Non ho mai detto che chi frequenta il Novus Ordo sia ipso facto eretico: sarebbe un’affermazione irresponsabile, imprudente e sostanzialmente falsa. Quel che ho detto – e invito a leggere i miei scritti precedenti sul mio blog – è che il nuovo rito è espressione di una fede diversa da quella della Chiesa Cattolica, e che lo scopo dell’abolizione dell’antico rito e della sua sostituzione col nuovo era appunto di educare i fedeli, tramite l’assistenza a questa Messa gravemente omissoria, ad ignorare le finalità principali del Santo Sacrificio, per considerarla solo una cena conviviale in cui Cristo si rende presente per la solo presenza di uno o più nel Suo nome (così recitava l’art. 7 dell’Institutio Generalis, ossia il proemio di natura giuridico-teologica che dava forma al Messale riformato). Questa definizione della Messa era ovviamente eretica, tant’è che nelle edizioni successive essa fu modificata, senza però modificare conseguentemente il rito.
Ma se io faccio una torta seguendo una ricetta che mi dice di usare il sale al posto dello zucchero, non basta cambiare la ricetta: quella torta rimane salata e non sarà mai dolce.
I fedeli che vanno alla Messa domenicale non hanno colpa, questo è chiaro. Ma se – come è loro dovere – iniziano a comprendere l’inganno che è stato fatto ai loro danni, non possono non vedere la malafede di chi ha abolito una Messa di origine apostolica per inventarne una a tavolino che strizza l’occhio ai protestanti.
Perché se non si comprende la pericolosità intrinseca di quel rito, si finisce per credere alla dottrina che esso sottende, e che trasmette inevitabilmente. Non si tratta solo della lingua in cui la Messa è celebrata, né dell’orientamento dell’altare. Stiamo parlando di un’adulterazione sostanziale del contenuto, di una censura metodica di tutti i passi che, nella Messa antica, affermavano chiaramente tutti i dogmi cattolici.
Invito pertanto chi è nuovo a questo tema a documentarsi, e magari anche solo ad assistere ad una Messa tridentina: l’abisso tra i due riti è tale, che non servono quasi parole per capirlo.
Scusi Baronio….elevare questo scambio di opinioni – altamente discutibili e prossime all’eresia – al rango di un dibattito scientifico, fa pensaro che lei non sappia cosa sia un dibattito scientifico, nè quale sia la sede adatta per svolgerne uno. Non si offenda eh….
Oh , perbacco !
quando parla S.Carlo Borromeo – dall’alto del suo
” Scranno Celeste “, è certo che tutti devono zittirsi ,
specie un semplice ” venerabile ” come Cesare Baronio :-))-
Invito a fare quanto segue: dopo aver partecipato alla S. Messa Verus Ordo, la si paragoni alla messa di Paolo VI per giudicare se:
1) la “participatio” di quest’ultima sia più “actuosa”;
2) la comprensione di quanto accade nella prima sia più difficile.
Questi sono due dei punti d’appoggio su cui si fa leva per gettare discredito sulla S. Messa Vetus Ordo: giudicate voi stessi della loro solidità.
Sebbene il latino sia una lingua che regala tante belle soddisfazioni, capisco come per certi popoli (non indoeuropei né, soprattutto, latini) possa risultare ostica; ma Paolo VI non si limitò a tradurre la S. Messa nelle lingue volgari: eppure questo bastava, per abbattere la “entry barrier” del latino. No, egli non si limitò a quello, perché il suo intendimento fu quello denunciato dal Baronio: trasformare il Sacrificio in banchetto.
De hoc satis, con schitarrate e strette di mano (quelle stesse mani che di lì a poco riceveranno l’Eucaristia – ma l’amuchina ve la portate?!).
Ossequi.
Io non ho mai sentito nessuno ”gettare discredito” sul Vetus Ordo, ma solo esprimere preferenza per il Novus. I primi che ho sentito sul tema sono proprio gli anziani che hanno sperimentato il passaggio.
Se ho sentito qualcuno ”gettare discredito” su un rito sono proprio quelli che frequentano il Vetus, con poche eccezioni.
Caro Pino,
È di pochi giorni fa l’ultima bordata dei pereghi e brambilli contro il Vetus Ordo.
Può chiamarla come vuole: delicata perplessità? Severa critica? Invasione aliena? Come preferisce: ogni caso è così che ha inizio la demolizione del Vetus Ordo.
Ah, non perché sia screditato – beninteso! – ma per troppo amore che lo si fa…
Ossequi.
Baronio ,
grazie per aver parlato servendosi di frasi “in chiaro”.
Affilate e e decise come la lama di un chirurgo . Non è con l’applicazione di un ” unguento ” ecologico che si guarisce nei casi gravi (- e questo lo è -). Ma la tribù dei ” fiocchi di neve ” la esige perchè non fa male e perchè chi la applica è un campione di slalom della Parola. O almeno si presenta come tale .
Un Campione di slalom che abbatte tutte le aste infisse nel solido terreno – un po’ per volta-….
E , guarda caso , lo slalom conduce verso il basso attraverso innumerevoli scarti acrobatici…..verso il basso…direi :
verso l’Abisso .
Sono davvero contento che sia stato pubblicato questo intervento del Baronio, che mette in evidenza con chiarezza e semplicità qual’è il problema dell’ ora presente.
Chi lo accusa di essere scismatico dovrebbe fare lo sforzo di studiare la storia della Chiesa e delle eresie per vedere qual’era l’atteggiamento dei grandi santi e dei semplici fedeli verso gli eretici del loro tempo.
Chi tira in ballo l’ideologia credo che non abbia la piena percezione di cosa c’è in gioco.
Se mi è consentito un nuovo stucchevole intervento violentando la Sacra Scrittura come ha detto un certo Luca L. nella precedente discussione, vorrei proporre una parte del Salmo 74 che è un grido disperato di un gerosolomitano affranto di fronte alla profanazione del divino santuario da parte dei pagani.
Se a qualcuno non interessa faccia a meno di leggerlo.
[3] Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
[4] Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
[5] Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
[6] con l’ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
[7] Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
[8] pensavano: “Distruggiamoli tutti”;
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
[9] Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando…
[10] Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
Buona domenica a tutti.
Proporrei a “Baronio” (ma anche a tutti coloro che tra noi si ritengono, a torto o a ragione, puri ‘cattolici’) di leggere e meditare l’ultimo notevolissimo intervento sul blog ‘La scure di Elia’ di oggi 24 novembre.
Soprattutto i passaggi:
“Per ricuperare la genuina identità del cristiano non basta esser tradizionalisti come se si fosse iscritti a un partito o legati a un movimento di pensiero, senza sforzarsi di riformare seriamente la propria vita e di disintossicarsi dalla cultura dominante”.
Ed anche: “Uno scisma sarebbe dietro l’angolo e i rivoluzionari non vogliono esser loro a caricarsene la responsabilità davanti alla storia; piuttosto stan facendo di tutto perché i “tradizionalisti” si tolgano dai piedi di propria iniziativa compiendo un atto che li ponga fuori della comunione ecclesiale. Per favore, non diamo loro questa soddisfazione.
Ricordate che l’aver potuto conservare o ritrovare la fede, in un marasma del genere, è una grazia incommensurabile che Dio ci ha concesso: possiamo proprio chiamarla un miracolo – e dei più straordinari! Non perdiamo la serenità e la gratitudine per nessun motivo: la Chiesa è di Cristo ed è Lui a tenerla saldamente in mano; quello che sta permettendo è in vista di un bene maggiore di cui non abbiamo idea”.
Per concludere: svestiamoci di qualunque emozionalistica passionalità nel cercare ‘di fare la volontà del Signore’ , per essere piuttosto noi ‘la volontà del Signore’!
La differenza c’è e non è di poco conto!
E’ un vero piacere leggere i sempre maiestosi interventi del caro Cardinale Baronio, ma purtroppo niente da piu piacere al suo collega di Santa Marta di queste vecchie canzonette lefebvriane degli anni 70. Jorge Mario es un hombre muy sentimental.
La musica e’ molto diversa quando si parla del golpe che ha rinunciato (invalidamente, Deo gratias) Benedetto XVI . Lo dica don Minutella con le sue due scomuniche.
Sulla forma della S. Messa, mi pare che questo, sul sito “la Scure di Elia”, sia una riflessione autorevole, un contributo utile:
http://lascuredielia.blogspot.com/
Mi pare che qualcuno, non ricordo chi, l’abbia già citata in parte. La ripropongo, in forma estesa, perché mi pare importante, rimandando comunque al testo linkato, che, tra l’altro, è di oggi:
“sabato 24 novembre 2018
Il più grande miracolo dei nostri tempi
Il contrasto […] sembrava compendiare l’abisso che separa la fede dei santi dal modernismo prematuramente invecchiato […]. Il più grande miracolo dei nostri tempi è che la fede cattolica sia sopravvissuta alla riforma liturgica. […] il nuovo rito funebre ci offre un’esperienza impoverita a livello simbolico, sensibilmente ricostruita, sterilizzata e terapeutica del lutto cristiano che si rifiuta di scuotersi di fronte a grandiose realtà metafisiche (Peter Kwasniewski, 2 novembre 2018).
Sono affermazioni che valgono per tutta la nuova liturgia. L’autore è un laico americano. L’attuale rito delle esequie è particolarmente paradigmatico di un globale cambiamento di prospettiva: dalla fede cattolica all’umanesimo cristiano. Effettivamente c’è un abisso. Le esequie non servono più al suffragio del defunto, ma alla consolazione dei vivi. L’orizzonte religioso non è più la beatitudine eterna, ma il benessere terreno. Il culto non è più rivolto a Dio, ma all’uomo. Al cielo si preferisce il mondo; visto che il secondo rigurgita di male, si è eliminato il problema abolendo la nozione stessa di peccato o imputandone l’origine all’opera difettosa del Creatore, o per lo meno riformulandone il concetto e restringendolo alle colpe sociali, di cui è sempre responsabile qualcun altro o l’intera società. Le straordinarie realtà soprannaturali contenute e promesse nell’annuncio evangelico sono state sistematicamente sprofondate nell’oblio; i Novissimi, del resto, sarebbero di imbarazzo nel penoso cabaret in cui sedicenti comunità cristiane celebrano sé stesse.
Questo rifiuto della trascendenza, che si sta manifestando in modo sempre più aggressivo e arrogante, è il criterio con cui un prelato massone ha selvaggiamente spogliato la liturgia cattolica di gran parte dei suoi simboli e smembrato i riti della Messa e dei Sacramenti al fine di ricostruire a tavolino un culto artificiale che proprio in quanto tale è già invecchiato, legato com’è a un determinato momento storico, e sfiorito perché privo di radici. Oltretutto la sua inesorabile imposizione non è stata affatto legittima, visto che la bolla con cui san Pio V promulgò il Messale da lui riformato (Quo primum tempore, 1570) proibisce severamente e in perpetuo di rimettervi mano, a meno che non si consideri il nuovo rito una mera alternativa a quello perenne, la cui vigenza non è mai cessata. In ogni caso, la Messa di Paolo VI è valida per la presenza della forma sacramentale dell’Eucaristia; la partecipazione ad essa soddisfa altresì al precetto festivo, in quanto è quella ordinariamente celebrata e non si possono esigere dai fedeli sforzi impossibili. Ovviamente, chi ha l’opportunità di partecipare alla Messa tradizionale fa molto bene a preferirla, piuttosto che sottoporsi alla tortura di celebrazioni che, sia nel rito stesso che nelle modalità esecutive, sfigurano l’augusto mistero del Sacrificio di Cristo e impongono spesso un arduo esercizio spirituale per conservare la fede.
Il più grande miracolo dei nostri tempi, effettivamente, è che la fede cattolica sia sopravvissuta a tale sconvolgimento, nonostante la sterilizzazione del culto. Io stesso, pur essendomi reso conto, fin dai primi anni di ministero, che qualcosa non funzionava e avendo gradualmente aperto gli occhi sulla globale mistificazione del postconcilio, non sono stato in grado di cogliere tutta la profondità del problema finché non ho riscoperto la vera Messa, così da poter misurare, in qualche modo, l’abisso che ci separa dalla fede e dalla forma mentis dei nostri padri. Nella Chiesa – e, a cascata, nella società – è avvenuta una vera e propria mutazione religiosa, culturale e, di conseguenza, anche antropologica. Dobbiamo riconoscere che non siamo più gli stessi di una volta: volenti o nolenti, abbiamo metabolizzato il modo di essere, pensare e agire dell’ambiente che ci ha plasmato. Per ricuperare la genuina identità del cristiano non basta esser tradizionalisti come se si fosse iscritti a un partito o legati a un movimento di pensiero, senza sforzarsi di riformare seriamente la propria vita e di disintossicarsi dalla cultura dominante.
Se non interiorizziamo l’amore per la Tradizione in un’autentica vita spirituale, può capitare anche a noi di annoiarci a un pontificale (non pensando che è un atto disinteressato rivolto alla gloria di Dio piuttosto che alla soddisfazione dei nostri gusti) oppure, in una Messa da Requiem, di scalpitare per la lunghezza del Dies irae cantato o per l’apparente superfluità della benedizione del tumulo, (non tenendo presente che lo scopo non è il nostro godimento estetico, ma il suffragio a vantaggio di anime le cui sofferenze vengono così alleviate). Per inciso, chi volesse meditare il magnifico testo attribuito a Tommaso da Celano resterà sbalordito per la potenza espressiva delle immagini, la profondità della dottrina soggiacente, lo spessore biblico e l’intensità della preghiera. Non imitiamo i modernisti: ogni tanto dimentichiamo i nostri miseri bisogni immediati e lasciamoci trasportare in alto, verso la luce e la pace di quel Regno che ci aspetta – se ne saremo degni – e che la liturgia fa pregustare sulla terra a quanti lo cercano sopra ogni cosa.
Se potete partecipare alla Messa antica solo di rado o a costo di grandi sacrifici, andate in cerca di sacerdoti che celebrino quella nuova in modo degno e conforme alla fede. Sì, con la prima domenica di Avvento sarà imposta la traduzione balorda del Pater noster: che ve ne importa? chi vi impedisce di continuare a recitarlo come prima? Non si può obbligare nessuno ad accettare una falsificazione del testo evangelico. Non possono farvi un bel niente; il problema, semmai, sarà per i parroci che si sentiranno obbligati a violentare la propria coscienza. Faranno meglio a chiedere un anno sabbatico reiterabile, in attesa che cessi questo regime. E se vi negano la comunione in ginocchio? Rimanete piantati sul gradino dell’altare finché il prete non sia costretto a darvela come è vostro sacrosanto diritto, oppure cambiate parrocchia. All’omelia udite eresie o affermazioni scandalose? Uscite di chiesa e rientrate al Credo. Vi tocca esser spettatori di abusi liturgici? Riprendete apertamente il prete e, se ciò non sortisce alcun effetto, andate altrove.
Per rimanere in tema di pseudoversioni liturgiche in vernacolo (a cui Benedetto XVI, fra l’altro, era nettamente contrario): anziché perder tempo in simili corbellerie, i Pastori dovrebbero preoccuparsi del fatto che, tra vent’anni, in chiesa non ci verrà più nessuno, visto che i bambini e adolescenti di oggi vengon cresciuti come perfetti materialisti atei e che domani né si sposeranno né battezzeranno i figli, come del resto già fanno molti loro genitori. Ci sarebbe da ridere, ma di una cosa vi prego sul serio: al Sanctus non ripetete più Dio dell’universo, che non è affatto la traduzione di Deus Sabaoth, bensì una designazione cabalistica di Lucifero; semmai recitatelo in latino. Ancora, in nome dello zelo episcopale per le traduzioni esatte: quale rapporto linguistico esiste tra Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum e Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa? L’unico legame, probabilmente, è l’intento di oscurare nei fedeli la consapevolezza della Presenza reale, ma questa non è una questione filologica.
Riguardo alle voci sull’invalidazione della Messa, mantenete i nervi saldi: è altamente improbabile che facciano un passo così plateale da scatenare una reazione di massa. Se poi giungeranno davvero a pubblicare canoni zoppicanti quanto alla forma sacramentale, vorrà dire che così avrà disposto il Signore per non esser più continuamente oltraggiato nell’Eucaristia e porre fine alle innumerevoli comunioni sacrileghe con cui tante anime rischiano di dannarsi; ma voi avrete già individuato sacerdoti sicuri che non li useranno. A mio avviso, una modalità più lunga, ma meno appariscente, di rendere nulli i Sacramenti sarebbe quella seguita dagli anglicani: l’invalidazione del sacerdozio mediante una riforma del rito di ordinazione o l’ammissione di donne. Anche in quest’ultimo caso, però, uno scisma sarebbe dietro l’angolo e i rivoluzionari non vogliono esser loro a caricarsene la responsabilità davanti alla storia; piuttosto stan facendo di tutto perché i “tradizionalisti” si tolgano dai piedi di propria iniziativa compiendo un atto che li ponga fuori della comunione ecclesiale. Per favore, non diamo loro questa soddisfazione.
Ricordate che l’aver potuto conservare o ritrovare la fede, in un marasma del genere, è una grazia incommensurabile che Dio ci ha concesso: possiamo proprio chiamarla un miracolo – e dei più straordinari! Non perdiamo la serenità e la gratitudine per nessun motivo: la Chiesa è di Cristo ed è Lui a tenerla saldamente in mano; quello che sta permettendo è in vista di un bene maggiore di cui non abbiamo idea. Quando arriverà il castigo, la gente si riverserà nelle chiese e nei confessionali; allora tutti i preti a cui sarà stato proibito o limitato l’uso del Vetus Ordo, non potendo più essere controllati né sanzionati per via di circostanze eccezionali, verranno allo scoperto e grandi folle li seguiranno per mettersi spiritualmente al sicuro, non esitando un attimo ad abbandonare i mercenari modernisti, incapaci di prestare valido soccorso e di fornire risposte affidabili già in tempo di tranquillità, ma buoni solo a intrattenere o coccolare con qualche emozione a buon mercato… Non temete: le forzature innaturali, prima o poi, esauriscono la spinta e la normalità, nella vita come nella religione, riprende il suo corso. Altro che irreversibilità della riforma liturgica! Si può sbarrare un fiume, ma non spingerlo a ritroso: prima o poi tracima.
Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt coeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.
Testo integrale dell’articolo citato:
https://www.lifesitenews.com/blogs/the-scandal-of-the-modern-catholic-funeral (traduzione italiana: https://lucechesorge.org/2018/11/11/lo-scandalo-del-moderno-funerale-cattolico/)
Parole profetiche:
https://lascuredielia.blogspot.com/p/documenti.html
*************
Per quanto riguarda il pensiero di Bergoglio sulla Presenza reale, devo approfondire…
“Per quanto riguarda il pensiero di Bergoglio sulla Presenza reale, devo approfondire…”: data la manifesta ambiguità del personaggio approfondire è impossibile.
È evidente che la liturgia è stata stravolta per poter sovvertire anche la Fede e la dottrina. Senza che ne avessimo piena avvertenza ci hanno trascinato in una fede diversa e contrapposta. Tutto sommato bergoglio ha fatto sì che l’imbroglio venisse chiaramente a mostrarsi
Tosatti, forse non se n’è accorto ma i link indicati da Cesare Baronio non funzionano
Baronio, lei ne sa una più del diavolo
“…un rito che nessun Papa poteva abrogare…”. APPUNTO!
Ma fatemi capire: se un sacerdote celebra con retta intenzione e stile sobrio in Novus Ordo, la Messa è o non è valida? C’è la Presenza Reale di Cristo sotto le specie eucaristiche, o no?
È valida. Ma, ciò non ostante, assai prossima ad un’occasione di peccato: in campana!
Che fantasia!
Tanta, e al potere: così el Papataz è soddisfatto!
Certo che sì! Non dar retta ai folli che dicono il contrario.
Sircliges, il problema non si comprende con la tua domanda, perché è mal posta. Cosa vuol dire “valida”? Che si rinnova in modo incruento il Sacrificio e il pane si trasforma nel Corpo i Cristo? Questo avviene anche in una Messa celebrata da un prete validamente ordinato che però ha intenzioni sacrileghe. Certo, è un caso limite, ma dimostra che non è sufficiente chiedersi se è “valida”. Vedi che Baronio sotto ha posto l’accento sul modo in cui rende gloria a Dio, non sulla validità.
Io nella discussione tra Baronio e Cavalcoli non posso né voglio entrare: sono due uomini di Dio, mi fido di entrambi, entrambi hanno una preparazione che non mi consente di esprimere giudizi, è evidente che su certi argomenti uno solo dei due può avere ragione, ma non sono in grado di capire quale.
Faccio presente che il problema reale, per noi fedeli, è _in prospettiva_. Il VO è a grande rischio di degradazione e lo vediamo benissimo da mille esempi e dalla storia degli ultimi decenni. Come suggerito sotto, è molto meglio lasciar subito perdere i preti che lo celebrano male o esprimono pubblicamente idee eretiche. MA poi: questa celebrazione, _oggi_, può anche essere ancora valida, ma lo sarà ancora domani? Lo sarà dopodomani, dopo una serie di continue e piccole modifiche che, come si vede, vengono ormai sobillate dall’alto, in continuazione? Voi vi ritenete in grado di comprendre il momento in cui si passerà il limite? Da domenica prossima cambiano Gloria e Padre Nostro: e se poi arrivasse qualcuno con un piccolo ritocco alla formula di consacrazione? Che magari, furbamente, all’inizio potrebbe anche essere ininfluente, giusto così per scatenare il caos e poi far vedere che non è cambiato niente. Ma poi, al secondo, terzo tentativo sarà ancora così? Vi sentite di dovervi esporre a questo rischio, di trovarvi ad un certo punto a frequentare una non-messa?
Io francamente no. Ora, può essere che cercando un buon prete, una buona comunità, si possano avere certe garanzie. Ma i preti passano, cambiano idea, muoiono, vengono trasferiti, gli possono venire imposte direttive dall’alto e non tutti avere la capacità di tenere duro… Mentre il rito del VO rimane così com’è. Mi dà la garanzia di essere un punto stabile e fermo in mezzo a questo mondo di matti.
Scusate se mi permetto di intervenire.. Non entro nel merito della discussione, ma mi sento di dover sottolineare come l’aggressività e il livore, a tratti anche offensivo, manifestati dal Baronio, squalifichino il suo intervento come imbevuto di mera ideologia. La sua invettiva conterrebbe anche osservazioni valide e condivisibili, ma il modo con cui si è espresso parrebbe più mosso da una convinzione ideologica che dalla fede. La fede cattolica non può essere difesa alla stregua di come si può sostenere un’idea politica o magari una squadra di calcio, mi spiace per lui e per chi agisce come lui.
Carissimo Cesare Baronio,
Non si curi di petrus vari e della loro presunzione, Lei ha scritto Parole sante e completamente condivisibili. Da parte mia la ringrazio. Dio la benedica e la protegga….anche dai commenti acrobatici e ambigui.
In cosa consisterebbe la presunzione nel mio specifico caso, gentile “A VOLTE TORNANO”?
il livore è un peccato venialissimo. Il problema è il merito delle cose dette…
Mi spiace aver dato l’impressione di nutrire livore: la mia è santa collera. Non se ne può più di veder trattato Nostro Signore come avviene nelle nostre chiese, e veder i fedeli privati della Grazia da una manica di sporcaccioni eretici.
Mi onoro di esser reputato scismatico nei riguardi questa pseudo-chiesa, che di cattolico usurpa solo il nome. Sono loro che si sono separati dalla Chiesa Cattolica, con l’abbandonarne la liturgia, col disprezzarne la spiritualità, col negarne la dottrina e con l’infrangerne la morale. Non è un caso che per costoro esista solo un Concilio, quello che appunto ha segnato la fondazione di un’altra religione.
Quanto alla validità del Novus Horror, non l’ho mai messa in dubbio. Mai, nemmeno un volta. Anzi dirò che è proprio perché quell’infelice parodia della Messa è validissima, che essa aggiunge il sacrilegio all’irriverenza. Fosse una cena luterana, non ci sarebbe la Presenza Reale, al pari dei riti dei Calvinisti. Ma non lo è, o quantomeno non lo è ancora.
Il punto della questione non è se la Messa riformata sia valida, ma come sia stato possibile abrogare la Messa tridentina per sostituirla con un rito che oggettivamente onora di meno la Divina Maestà e censura deliberatamente quel che invece l’antico rito afferma. E perché, nonostante la crisi che il rito conciliare ha contribuito a causare nel popolo di Dio non si sia corsi ai ripari quando ancora era possibile salvar qualcosa nella fede dei Cattolici, né lo si faccia oggi.
Quanto all’ostracismo di cui sono fatti oggetto i Cattolici coerenti con l’amore che professano per Nostro Signore e per la Chiesa – ché di amore si tratta, e non di mere speculazioni intellettuali – mi spiace notare che la tiepidezza dei sedicenti prudenti non fa parte dell’anima cristiana, ma asseconda colpevolmente la deriva della setta conciliare.
La strada maestra per distruggere quel che rimane della Chiesa di Cristo è fare ciò che fanno questi cosiddetti moderati: convivere con l’errore, con il pretesto di non stracciare la veste inconsutile di Nostro Signore. La storia dimostra che la fine dei moderati in seno alle sette è di lasciarsi lentamente assimilare ai loro errori.
Con buona pace dei pusillanimi.
Signor Baronio,
E’ possibile esprimere la santa collera in modo anche più efficace e conveniente, senza scadere in appellativi tipo “horror”, “setta”, “parodia conciliare”, che a mio modo di vedere producono solo l’effetto di cadere in contraddizione e nell’offesa. Le spiego perché.. se lei ritiene di sostenere che il NO sia validissimo, pur ammettendo che per alcuni aspetti sia stato concepito in modo sacrilego e irriverente, non può osare definirlo una “parodia horror”, quanto meno per il rispetto dovuto a quell’unica parte che preserva la sacralità del rito. Ripeto, a mio modo di vedere, così offende Nostro Signore, appellando una celebrazione che, seppure mal curata, è in ogni caso volta ad adorarne la Sua Presenza reale; stesso discorso per quando appella come “setta conciliare”, indistintamente, tutti coloro che presenziano al NO.. primo perché sono convinto che la maggior parte delle semplici persone che partecipano a questa forma del rito, lo facciano con un animo disposto non in senso “protestante”, come lei sostiene; secondo perché quelle poche persone, come me, che si interrogano su alcune incongruenze del NO (al quale in ogni caso non trascurano di presenziarvi con spirito conveniente), spesso non hanno nemmeno avuto occasione di conoscere il VO e pur volendolo sperimentare non ne hanno la possibilità; terzo, un prete che celebra in NO non è, come lei sembra fare, automaticamente reclutabile tra i “settari”, bensì potrebbe benissimo avere la sua (che si definisce orgogliosamente cattolico) medesima fede! Questo modo di esprimersi è, dunque, offensivo per tutte queste anime.
Infine, lei che, senza conoscerne il vissuto e il più intimo sentire, definisce pusillanimi coloro che la criticano per i modi usati, davvero ritiene che costoro siano davvero tali? Che vivano nella società laica senza alzare la voce contro diffamazioni e oltraggi ogni giorno sollevati contro la nostra santa religione e contro Nostro Signore, da laici e, aimè, anche consacrati del tutto secolarizzati? Bé, anche questa la reputo un’offesa gratuita e preconcetta, ma soprattutto imprudente, perché magari si sta rivolgendo a gente meno “tiepida” di lei!
Senza rancore.. la saluto.
Scusi Petrus, e quella di Cavalcoli cosè, rose e fiori? ma per favore ! Baronio difende la vera dottrina contro chi vorrebbe trascinarci all’inferno (più o meno inconsapevolmente), se ne rende conto ? ed allora anche una certa aggressività è più che giustificata, è solo difesa dell’anima nostra ed altrui da chi o non capisce l’inganno diabolico dei novatori o ne è complice o connivente. La salvezza dell’anima è il fine primo ed ultimo di questa vita, per chi non lo avesse ancora capito, e sembra che a Cavalcoli interessi di più la piaggeria verso il capo pro-tempore della Chiesa, mentre bisogna non perdere di vista il capo eterno ed ultimo, cioè Cristo. Gli altri (papi inclusi, veri o falsi che siano) vadano pure tutti laggiù, se vogliono, ma non credano di potercelo imporre anche a noi.
Pienamente d’accordo con la santa collera di Baronio. E’ tempo di gridarlo dai tetti: basta con questi sporcaccioni! D’accordo anche con Catholicus: vadano dove vogliono, ma non pretendano di ingannarci.
Confermo un fatto in termini di Presenza Reale: in Francia ho assistito ad una omelia in cui il sacerdote ha chiaramente detto quanto nella lettera viene indicata come la teoria di p. Cantalamessa.
Anzi é andato oltre, facendo un parallelo con la presenza assicurata dal Signore ogni volta che due o più persone si riuniscono in Suo nome. Con questa affermazione si supera addirittura la teoria di p. Cantalamessa: il Signore sarebbe presente realmente dal momento in cui , riuniti a Messa, ci facciamo il segno della croce.
Non lo scrivo per scandalizzare ma per mettere in guardia da derive sempre più spinte.
Mi spiace dirlo, ma la forma mentis espressa da Cesare Baronio è tecnicamente scismatica, perché nega siano cattolici tutti coloro che ritengono valida e cattolica (ancorché spesso mal celebrata) la Messa Novus Ordo.
I modernisti sbagliano, ma anche questa forma di tradizionalismo è un errore.
Tecnicamente scismatica? Vero. ma nonostante ciò Baronio ha perfettamente ragione. Infatti la più grave persecuzione nei confronti di coloro che sono ancora Cattolici è il fatto di dover rimanere dentro la Chiesa nonostante la gerarchia sia quasi completamente apostata se non addirittura in combutta con il nemico. Vicario compreso. Saluti.
Massimiliano.
Rispondere all’apostasia con lo scisma non è bene, perché a male non si risponde con un altro male.
E sarebbe bene aderire all’ apostasia ? Mi rendo conto che lei non lo dice esplicitamente, ma sia la logica che la Sacra Scrittura portano a questa conclusione. Si ricorda quello che dice S.Pietro al Sinedrio nel Libro degli Atti degli Apostoli ? “È meglio obbedire a Dio che agli uomini”, e si stava rivolgendo ai Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme, mica al presidente di una Sinagoga di un paesetto di campagna ! Provi a trarne le debite conseguenze… E comunque provi anche a pensare cosa significa scisma e a chi è che ha, nei fatti, un comportamento scismatico.
No Valeria, l’apostasia va combattuta. I laici hanno il diritto e il dovere di criticare i chierici indegni ed eretici.
Ma negare la validità di ogni Messa Novus Ordo è tecnicamente uno scisma (e forse una forma di donatismo).
Valeria Fusetti, i Sacerdoti del Tempio, dopo la morte di Nostro Signore, avevano l’autorità sacerdotale di un giornalaio. San Pietro era la vera autorità. Il paragone che fa è ridicolo ed empio.
Perdoni ,
allora al male si risponde con l’indifferenza -in questo caso liturgica- ? Perchè qua non si tratta di offrire l’altra guancia in una contesa fisica dove il provocato -che viene considerato provocatore- può accettare , se lo vuole, di soffrire nel corpo fino alla morte..Qua viene richiesta direttamente e indirettamente una autocritica nello stile ideologico e pratico delle Guardie Rosse di Mao. Perciò , o ci si oppone e si celebra la S. Messa nelle catacombe ( garages o uffici come è capitato a me ed ad altri ), oppure ci si “astrae ” dal bene e dal male ricorrendo a una meditazione di tipo buddista ( padre Sosa si è dimostrato un singolare adepto in queste pratiche senza venir considerato scismatico , né eretico né altro) . Terzium : si può prescindere da questi argomenti -ritenendoli oziosi-, e accontentarsi di curare le risorse per conto di una chiesa -onlus. In questo modo di sta indubbiamente in compagnia e ognuno di noi può vaneggiare credendosi Gesù in persona. Un tempo i “matti ” erano più modesti : giungevano a credersi Napoleone , Hitler ,Giulio Cesare….i medici avevano un bel da fare per curarli ! Oggi non ci riuscirebbero più .
Questa forma di tradizionalismo è l’unica possibile, caro Sircliges.
Il resto non è tradizionalismo: è la morfina somministrata ai malati terminali.
Ossequi.
Se questo è l’unico tradizionalismo, allora il tradizionalismo è sbagliato. Duole dirlo, ma chi scrive certe cose sulla liturgia che la Chiesa intera – infallibile – adotta è semplicemente un eretico. Ribadisco che mi dispiace dirlo. Tanto.
Caro Pino, non le sembra di esagerare? “Ereticità” (come “apostasia” e “peccato”) è un vecchio arnese della Chiesa pre-primaverile! Oggidì regna la missericordia, lasciamoci alle spalle i tempi bui, oggidì un vecchio rottame come me non sarà mica tenuto in minor conto dei fratelli protestanti!?
E chi è lei per giudicare? Sarà mica più tradizionalista di me?!
Ossequi.
P.S.
Non stupisce che l’eresia sia chiamata in causa quando c’è di mezzo il tradizionalismo.
Sono i tradizionalisti a chiamare eretici gli altri, come se negassero i dogmi. Quindi è giusto dire che sono eretici pure loro, specialmente quando contestano la divina liturgia adottata dalla Chiesa. E qui è eresia in senso stretto. Il lessico lo determinano loro. Mi dispiace.
Sono d’accordo che l’intervento di Baronio sia scismatico, ma non nel senso che provochi lo scisma bensì che mette in luce lo scisma, non dichiarato, già avvenuto, non tanto per la rivoluzione (e non riforma) liturgica avvenuta, che sebbene gravissima secondo me conserva ancora nel suo nocciolo (ma per quanto, vista la prossima imminente rivoluzione “promessaci”?) la validità della Messa; non tanto per questo ma per tutto ciò che è avvenuto in questi ultimi cinque anni, la cui essenza si può riassumere nelle parole di quel Gesuita che ci ha detto che non si può sapere nulla di cosa disse Gesù perché non aveva il registratore. Invalidato il Vangelo – Parola di Dio, cioè di Gesù – e negata apertamente la Tradizione («la Nuova Chiesa!» gridano festanti i novatori), ecco lo scisma.
Poi ha ragione Baronio che tutto ciò nasce da subito dopo il Concilio V. II, non tanto forse a causa dei documenti conciliari che ne sono risultati (in queste cose ci sono opinioni diverse anche tra gli specialisti non “scismatici”), quanto per la strumentalizzazione che gli “scismatici” hanno fatto e fanno di quei documenti falsandone, in nome di uno “spirito” che forse è più ragionevole identificare nella grappa, la lettera di quei documenti, già di per sé in certe parti alquanto discutibili, almeno per l’inopportunità di certe aperture, fatte si presume in buonafede ma che successivamente hanno portato a situazioni disastrose.
Preciso che gli “scismatici” – tra virgolette perché non ufficialmente dichiarati – sono quelli del registratore.
Meravigliosa dissertazioNe, una vera “lectio magistralis”. Ci vogliono spiegazioni di questo tipo per mettere a tacere tipi come Padre Cavalcoli o, peggio, come Padre Abascal. A queste parole di mons. Baronio (Dio ce lo conservi!) non potranno rispondere che con le offese, la demonizzazione, l’ostracismo, tipico di tutti i rivoluzionari della storia umana, dei comunisti, dei laicisti e dei vaticansecondisti. Ma poi, cosa ci importa delle loro demonizzazioni? ignoriamoli e “tiremm innanz” per la nostra strada, che non è quella intrapresa dalla setta conciliare, come giustamente dice mons. Baronio, ma quella bimillenaria di Santa Romana Chiesa, Christus Vincit !
d’accordo .