PEZZO GROSSO SVELA IL PIANO ESTREMO DI DI MAIO PER AGGIUSTARE I BILANCI. SOPPRIMERE I PENSIONATI.

15 Ottobre 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Quello di oggi di Pezzo Grosso non è un articolo, e nemmeno un messaggio, ma un grado di dolore. Amaramente ironico. Il bersaglio è il leader grillino Di Maio e la proposta sulle pensioni di cui si discute in queste ore. Leggete Pezzo Grosso e entrate in simpatia – da sun-pathos, sentire insieme con lui.

“Caro Tosatti, mi conceda un ironico e mesto commento para-politico – economico questa volta. Il “CHI ” ha finalmente inteso come risanare il deficit di bilancio italiano, ridurre il debito pubblico, far tornare l’Italia ad esser apprezzata in Europa e riguadagnare un rating AAA, è il Vice Primoministro DiMaio. Il suo “algoritmo”, grazie al quale tutti i nostri problemi verranno risolti sembra articolarsi in tre mosse strategiche: 1° – tagliare la pensione a coloro che lui considera ricchi, indegni di averla e ingiustamente percepita (e glielo fa sapere quando son già in pensione, non prima). 2° – vietare il cosiddetto cumulo pensione-redditi di lavoro, non permettendo così al pensionato di lavorare per integrare la pensione secondo le sue legittime scelte di vita e le sue capacità lavorative. 3° – pagare il reddito di cittadinanza a chi appare essere povero perché i suoi redditi non ci sono, non sono conosciuti, non sono ufficiali (si chiama economia sommersa, più del 20% di quella ufficiale).

Il tutto peggiorando a breve la situazione di squilibrio economico. In pratica la proposta del Vice Primoministro permette di prelevare soldi a chi ha lavorato, per darli a chi dichiara di essere povero, senza che si possa sapere se lo è realmente; perché dice di esserlo, ma non si è in grado di accertare se viva, per esempio, di lavoro nero, di “sommerso”, o di altri introiti. Ma non solo, non permette al pensionato di lavorare ufficialmente ancora, e perciò di pagare tasse, stimolando invece proprio nuovo lavoro nero-sommerso. Ma perché ciò nonostante Di Maio riuscirà allora a risanare la nostra economia? Perché i pensionati che avevano pianificato i redditi e i costi della loro parte di vita da pensionato sulla base di calcoli legittimi, magari integrati con qualche lavoretto (remunerato ufficialmente, e tassato), e contavano sui loro risparmi investiti, vedono sfumare il sogno. D’ora in avanti, se dette proposte balzane verranno approvate, la loro pensione non sarà più quella prevista su cui facevano conto e i loro conti sballeranno. Non potrnno compensarli nemmeno con lavori (se non in nero), non potranno contare su rendite dei risparmi. Così i nostri pensionati entreranno in depressione, considereranno la loro vita indegna di esser vissuta e “faranno eutanasia”. Così lo Stato risparmierà in pensioni e sanità e risanerà i conti e Di Maio diverrà premier a vita. Amen”.







Oggi è il cinquantunesimo giorno in cui il Pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

“Quando ha saputo che McCarrick era un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?”

“È vero, o non è vero, che mons. Viganò lo ha avvertito il 23 giugno 2013?”

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda”.




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21 commenti

  • Agostino ha detto:

    Egregio direttore, seguo il suo blog quasi tutti i giorni con interesse, stimolato anche dalla segnalazione che mi arriva via e-mail degli articoli pubblicati e leggo sempre con attenzione i commenti e i pareri degli altri frequentatori sui temi proposti che sono sempre pertinenti, precisi e spesso per me anche istruttivi. Noto che salvo qualche caso sporadico sono tutti un coro unanime di condivisione, tranne che in questo articolo di Pezzo Grosso. La cosa non mi sorprende e a conti fatti il dissenso a quel che scrive supera abbondantemente il 50%, ed è in linea con l’umore prevalente nel paese. Ovviamente le cose che scrive non le condivido nemmeno io e anzi le trovo fuori luogo oltre che fuori tema, esattamente come ha fatto notare un altro commentatore. E allora, opinione per opinione, il taglio delle pensioni sopra i 4500 euro è sacrosanto quando l’importo maggiore percepito non è coperto da versamenti contributivi. Come ha detto un altro commentatore perchè dobbiamo pagare la pensione da generale ad un colonnello che è stato promosso generale il giorno prima del collocamento in congedo? Questo è solo un esempio, ma privilegi del genere in Italia ce ne sono tantissimi e devono essere eliminati come hanno ridimensionato i vitalizi alla Camera ed al Senato che prima erano anch’essi dei privilegi. In ogni caso ricordo che il taglio non può essere mai inferiore al limite di partenza per cui una pensione da 4500 euro mensili netti depurata del di più, è e resta una pensione ragguardevole. Da pezzo grosso, appunto. E se Pezzo Grosso ne percepisse di più e gli tagliassero quella parte eccedente non coperta da contributi versati sono sicuro che non sarebbe costretto a frugare nei cassonetti dell’immondizia per arrivare a fine mese, o a mettersi in fila in una mensa dei poveri, cosa che ahimè, sono costretti a fare molti sfortunati nostri concittadini. Detto questo Pezzo Grosso rimane sempre un pregevole e preparato signore ben addentrato negli ambienti ecclesiastici, che è sempre interessante leggere perchè ci aiuta a capire molte cose di quegli ambienti. E per questo non sarà mai abbastanza il nostro personale ringraziamento.

  • ada ha detto:

    Mi dispiace, ma con questo articolo il blog ha perso tanti punti di credibilità!

  • ada ha detto:

    Mi dispiace, ma con questo articolo questo blog ha perso tanti punti di credibilità!

  • giancarlo ha detto:

    Gentile Tosatti,
    la apprezzo molto e leggo ogni giorno il suo Blog.
    Ma la pregherei di restare in tema Stilum Curie, e non
    avventurarsi in estrose analisi politiche, peraltro fantasiose,
    che fanno scadere la serietà del suo lavoro.
    Apra un altro blog se vuole pubblicare anche articoli di questo tenore.

  • Giov ha detto:

    Quello che Pezzo Grosso forse non sa, è che la pensione verrà tagliata solo a chi non ha versato i relativi contributi. Se io sono un nababbo, avrò la mia pensione da nababbo. Ma non vedo perché un colonnello debba prendere per 30 anni una pensione da generale, e gliela debba pagare io.
    Diverso è invece il pensionato al minimo: se anche non avesse versato contributi sufficienti, lo Stato non può condannarlo a frugare nelle immondizie per mangiare.
    Questa è equità sociale… e non stupisce che la Chiesa di oggi sembri averla dimenticata.

    • Anonimo verace ha detto:

      Vi faccio notare che il pensionato al mìnimo spesso non ha voluto pagare i contributi per non pagare l’IRPEF conseguente. O se partita Iva non si é degnato di far fattura quando la legge lo stabilisce. E’ necessario distinguere tra i veri poveri e i furbastri.

      • Giov ha detto:

        Quindi lo lasciamo a frugare nell’immondizia a 85 anni, così impara ad essere stato furbetto.
        Very christian.

  • Marco ha detto:

    Ottimo articolo. Tra alcune cose buone, rispuntano gli “espropri proletari” di vecchia memoria. E intant9 si distruggono le Forze Armate (cosa diversa della forze dell’ordine) che con la moneta sono il presidio fondamentale della sovranità che dicono di voler tutelare. Peccato: la Lega ha sbagliato

  • anonimo verace ha detto:

    Due o tre giorni fa, c’era un interessante titolo in prima pagina sul quotidiano “La verità”. Quel giorno il giornale è andato a ruba. Il senso era che, dall’INPS che eroga le pensioni di invalidità era partita una circolare, diretta ai medici di famiglia, in cui si diceva di non prestare più cure agli invalidi totali. Lasciar fare alla natura insomma. Ovvero una specie di eutanasia al rallentatore, secondo le capacità di resistenza fisica di ciascuno.
    Semplicemente allucinante.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Questa volta l’analisi di Pezzo Grosso non mi vede d’accordo.
    Non si può accettare il sistema dell’UE.
    Di fatto la “ripresa” secondo l’UE crea sempre più poveri.
    Cioè: chi si arricchisce lo fa impoverendo gli altri.
    Creare lavoro a 7-800 euro al mese, non è la strada.
    Le strade più immediate se si vuole una maggiore giustizia sociale sono 2: o uscire dall’euro e stampare tutto il denaro necessario, legando la ricchezza non al GIOCO in borsa, ma al LAVORO, o ridistribuire la ricchezza attraverso un metodo ragionevole. Cioè togliere a chi ha TROPPO, per dare a chi ha troppo poco.
    Per chi sta a destra (liberista) questo è essere di sinistra, per chi sta a sinistra è essere populista. Io… me ne frego.

  • Nik ha detto:

    Perché si ritiene sbagliato tagliare la pensione a chi, ora pensionato, ha ricoperto più lavori, cariche e ruoli e continua la libera professione percependo compensi? La maggior parte del vulgus a fatica ha il lavoro e uno stipendio, quanto basta per vivere. C’è chi vive con una pensione minima, perchè non dare un limite di pensione massima? Cosa pensa PG dei due peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio: oppressione dei poveri e frode del giusto salario agli operai, in senso lato, si intende.
    Il reddito di cittadinanza, se è dato a chi è (non appare) povero e cittadino italiano, per quale motivo non dovrebbe essere dato? Quest’ultima di PG non mi convince per niente.

    • dubbioso ha detto:

      poco fa, Mario Giordano, su Rete 4 , urlava i numeri delle ricche pensioni di alcuni politici italiani. Ora, per arrivare a quelle cifre, cioè decine di migliaia di euro, il politico, mentre lavorava in Parlamento, faceva anche altre cose. Il grande avvocato faceva i suoi processi, ma ancora meglio l’onorevole faceva il professore universitario o altre cariche che non riesco neppure a immaginare. Ora quello che dà scandalo è proprio il numero di due o tre lavori che il fortunato riusciva a fare . perchè è evidente che il lavoro al servizio del popolo veniva utilizzato non come lavoro fondamentale, ma come strumento per lucrare maggior denaro alla faccia dei contribuenti.
      Se uno vuole lavorare gratis gli deve essere consentito, ma se c’è una carica politica elettiva, questa dovrebbe essere l’unica ad essere retribuita e dovrebbe essere anche a tempo pieno. Brutto, decisamente brutto vedere l’aula della camera o del senato desolatamente vuote perchè gli onorevoli pensano ai loro esclusivi interessi.

      • EquesFidus ha detto:

        Per risolvere il problema basterebbe rivedere la politica come un servizio ed un onere (non un onore) nei confronti dello Stato ed alla cittadinanza: chi fa politica non percepisce uno stipendio, o al massimo uno tra 1000 e 1200 euro senza strani rimborsi spese (escluse missioni, con un tetto di 1500 euro di rimborsi l’anno) e con relativi contributi, chiaramente con obbligo di frequenza per almeno 2 o 3 volte a settimana. Ovviamente, a quel punto chi vuole è libero (anzi, è giustificato) ad avere un doppio lavoro. Penso proprio che, a queste condizioni, molti abbandonerebbero subito la nave.

        • dubbioso ha detto:

          CIVIL SERVANT , ovvero servitore dello Stato. E’ un concetto nato in ambito anglosassone e che manca totalmente in molti “latini”, mi sembra di capire . Forse anche per lei è un concetto sconosciuto.
          Lo sa che un tempo ad alcuni, quando venivano assunti in un qualche incarico statale, era fatto obbligo di giurare fedeltà allo Stato ed alle sue leggi ? cosa di cui rimane oggi una traccia nel giuramento di fedeltà di ogni nuovo governo nelle mani del Presidente della Repubblica.
          Ovvero l’incarico al servizio dello Stato, per un impiegato statale (e i deputati ed i senatori lo sono) deve avere preminenza su tutte le altre occupazioni.
          Non gliel’ha ordinato il medico di andare a Montecitorio o a palazzo madama !
          Ah, il giuramento fu abolito tempo fa dai soliti sinistri…al servizio di forze straniere…

          • EquesFidus ha detto:

            “Non gliel’ha ordinato il medico di andare a Montecitorio o a palazzo madama !”

            Questo, assolutamente: a maggior ragione, lo stipendio di un parlamentare dovrebbe essere nell’ordine dello stipendio di un qualunque impiegato a tempo pieno (8 ore al giorno, al di fuori delle quali può fare quello che vuole), quello di un senatore attorno ai 1500, di un presidente del Consiglio sui 2000 e di uno della Repubblica sui 2-3000 (quanto un professore associato o giù di lì) al mese, con l’obbligo tassativo di essere in aula almeno 3 giorni alla settimana (i restanti non sarebbero passati a “fare altro”, ovviamente) ed un tetto di rimborsi di missione (da autorizzare previo apposito modulo e solo per certi tetti di spesa e tipologie di mezzi/servizi, come in tutti i lavori normali) da 1500 a 2000 euro annuali a seconda della carica, con maggiorazione del 50% in caso di servizio all’estero, senza corbellerie varie, privilegi, “auto blu” inutili e così via. Secondo me, non solo con un sistema del genere si abbatterebbero i costi (vera e propria fissazione di una certa sinistra antagonista), ma si vedrebbe pure chi era interessato solo a denaro e privilegi e chi no; sono certo che ne vedremmo delle belle.

  • Colaus de Arce ha detto:

    Analisi non condivisibile, almeno in parte.
    Pezzo Grosso non cita le migliaia di persone parassite dei molteplici enti che con qualche legislatura si portano a casa migliaia di euro, senza contare gli innumerevoli “onorevoli et similia” che con qualche giorno di pseudo presenza acquistano vitalizi da nababbi.

    E perché mai un pensionato che prende 1500 € di pensione ha necessità di lavorare?, ha forse qualche lusso da mantenere.
    Bene se si colpiscono costoro per elevare chi prende una pensione da morto di fame.
    Inoltre Pezzo Grosso si lamenta del fatto che il governo stà agendo quando essi sono già in pensione, ma caro Pezzo Grosso, prima di questo governo chi c’era a governare? se non tutti quelli che hanno permesso questo sfacelo, mettendo il popolo in ginocchio per lo spread, cautelando le banche e gli speculatori finanziari.
    Ho sempre letto le sue riflessioni essendone d’accordo, ma su quest’ultima ne dissento un poco.

    • Paolo Giuseppe ha detto:

      @ Colaus de Arce
      Una democrazia che si rispetti non ricorre mai, dico mai, a leggi retroattive perchè ciascuno di noi prende le proprie decisioni di rilievo economico, in base alle leggi vigenti nel momento in cui decide. Cambiare le regole a partita in corso squalifica lo Stato. In quanto poi ai lussi di chi percepisce 1500 euro di pensione, non possiamo giudicare ciò che non conosciamo. I casi della vita sono infiniti; può essere che si tratti di persone che DEVONO integrare la pensione. Che ne sappiamo noi?

      • Nik ha detto:

        sig. Paolo Giuseppe, quando più di trent’anni fa fui assunto in PA vigeva una legge che raggiunti 25 anni 6 mesi e un giorno avrei potuto andare in pensione. Ho accettato l’impiego, lo stipendio modesto, quelle erano le condizioni. Poi gli anni sono diventati quaranta, e con la sig.ra fornero (il minuscolo è voluto) quarantatré. Raggiungerò i 43 anni di servizio tra una decina d’anni. Tra dieci anni, le condizioni saranno ancora tali ? Se ci sono da fare dei sacrifici, va bene, ma che li facciano tutti anche quelli che IMMERITATAMENTE già sono in pensione da anni, quelli che, pensionati, continuano a lavorare occupando un posto che potrebbe essere dato ai giovani, quelli che percepiscono pensioni scandalose (non mi riferisco ai 1500 euro mese ma ai 15.000 euro mese) a fronte di contributi mai versati. Siamo convinti che “cambiare le regole” squalifica lo Stato?

  • carla ha detto:

    PIENAMENTE DACCORDO EGREGIO PEZZO GROSSO!

  • deutero.amedeo ha detto:

    Commento di Scarpe Grosse.
    Sior Pezzo Grosso, nessuno ci ha mai detto a lei che la più inesatta delle scienze è l’economia politica? E poi subito dopo ci viene dietro la statistica?

  • Adriana ha detto:

    Analisi perfetta ! Creare ” veri ” poveri ” in nome dei ” falsi ” poveri e / o clandestini. Queasta è la vera onestà.