LA TESTIMONIANZA DI MONS. VIGANÒ. I DOCUMENTI DELL’EX NUNZIO (FINO AL 15 FEBBRAIO 2019).

5 Settembre 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari Stilumcuriali, mi sono reso conto che fino ad ora Stilum Curiae non ha fornito il materiale di base necessario a formarsi un’opinione sulla testimonianza di mons. Viganò. Penso di fare cosa utile pubblicando la testimonianza stessa, il documento di risposta e chiarimento sul caso Kim Davis e il memorandum consegnato dal mons. Viganò al Pontefice e ai responsabili dei vertici vaticani la sera prima dell’incontro stesso.

TESTIMONIANZA

di

 Mons. Carlo Maria Viganò

Arciv. tit. di Ulpiana

Nunzio Apostolico

In questo tragico momento che sta attraversando la Chiesa in varie parti del mondo, Stati Uniti, Cile, Honduras, Australia, ecc., gravissima è la responsabilità dei Vescovi. Penso in particolare agli Stati Uniti d’America dove fui inviato come Nunzio Apostolico da papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2011, memoria dei Primi Martiri dell’America Settentrionale. I Vescovi degli Stati Uniti sono chiamati, ed io con loro, a seguire l’esempio di questi primi martiri che portarono il Vangelo nelle terre d’America, ad essere testimoni credibili dell’incommensurabile amore di Cristo, Via, Verità e Vita.

Vescovi e sacerdoti, abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati.

Per restituire la bellezza della santità al volto della Sposa di Cristo, tremendamente sfigurato da tanti abominevoli delitti, se vogliamo veramente liberare la Chiesa dalla fetida palude in cui è caduta, dobbiamo avere il coraggio di abbattere la cultura del segreto e confessare pubblicamente le verità che abbiamo tenuto nascoste. Occorre abbattere l’omertà con cui vescovi e sacerdoti hanno protetto loro stessi a danno dei loro fedeli, omertà che agli occhi del mondo rischia di far apparire la Chiesa come una setta, omertà non tanto dissimile da quella che vige nella mafia.“Tutto quello che avete detto nelle tenebre… sarà proclamato sui tetti” (Lc. 12:3).

Avevo sempre creduto e sperato che la gerarchia della Chiesa potesse trovare in se stessa le risorse spirituali e la forza per far emergere la verità, per emendarsi e rinnovarsi. Per questo motivo, anche se più volte sollecitato, avevo sempre evitato di fare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione, anche quando sarebbe stato mio diritto farlo per difendermi dalle calunnie pubblicate sul mio conto anche da alti prelati della Curia romana. Ma ora che la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchica della Chiesa la mia coscienza mi impone di rivelare quelle verità che con relazione al caso tristissimo dell’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick sono venuto a conoscenza nel corso degli incarichi che mi furono affidati, da S. Giovanni Paolo II come Delegato per le Rappresentanze Pontificie dal 1998 al 2009 e da Papa Benedetto XVI come Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America dal 19 ottobre 2011 a fine maggio 2016.

Come Delegato per le Rappresentanze Pontificie nella Segreteria di Stato, le mie competenze non erano limitate alle Nunziature Apostoliche, ma comprendevano anche il personale della Curia romana (assunzioni, promozioni, processi informativi su candidati all’episcopato, ecc.) e l’esame di casi delicati, anche di cardinali e vescovi, che venivano affidati al Delegato dal Cardinale Segretario di Stato o dal Sostituto della Segreteria di Stato.

Per dissipare sospetti insinuati in alcuni articoli recenti, dirò subito che i Nunzi Apostolici negli Stati Uniti, Gabriel Montalvo e Pietro Sambi, ambedue deceduti prematuramente, non mancarono di informare immediatamente la Santa Sede non appena ebbero notizia dei comportamenti gravemente immorali con seminaristi e sacerdoti dell’arcivescovo McCarrick. Anzi, la lettera del P. Boniface Ramsey, O.P. del 22 novembre 2000, secondo quanto scrisse il Nunzio Pietro Sambi, fu da lui scritta a richiesta del compianto Nunzio Montalvo. In essa P. Ramsey, che era stato professore nel Seminario diocesano di Newark dalla fine degli anni ’80 fino al 1996, afferma che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians”, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare. Ed aggiungeva di conoscere un certo numero di seminaristi, di cui alcuni furono poi ordinati sacerdoti per l’arcidiocesi di Newark, che erano stati invitati a detta casa al mare ed avevano condiviso il letto con l’arcivescovo.

L’ufficio che allora ricoprivo non fu portato a conoscenza di alcun provvedimento preso dalla Santa Sede dopo quella denuncia del Nunzio Montalvo alla fine del 2000, quando Segretario di Stato era il Card. Angelo Sodano.

Parimenti, il Nunzio Sambi trasmise al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone una Memoria di accusa contro McCarrick da parte del sacerdote Gregory Littleton della diocesi di Charlotte, ridotto allo stato laicale per violazione di minori, assieme a due documenti dello stesso Littleton, in cui raccontava la sua triste storia di abusi sessuali da parte dell’allora arcivescovo di Newark e di diversi altri preti e seminaristi. Il Nunzio aggiungeva che il Littleton aveva già inoltrato questa sua Memoria a circa una ventina di persone, fra autorità giudiziarie civili ed ecclesiastiche, di polizia ed avvocati, fin dal giugno 2006, e che era quindi molto probabile che la notizia venisse presto resa pubblica. Egli sollecitava pertanto un pronto intervento della Santa Sede.

Nel redigere l’Appunto su questi documenti che come Delegato per le RR.PP. mi furono affidati il 6 dicembre 2006, scrissi per i miei superiori, il Card. Tarcisio Bertone e il Sostituto Leonardo Sandri, che i fatti attribuiti a McCarrick dal Littleton erano di tale gravità e nefandezza da provocare nel lettore sconcerto, senso di disgusto, profonda pena e amarezza e che essi configuravano i crimini di adescamento, sollecitazione ad atti turpi di seminaristi e sacerdoti, ripetuti e simultaneamente con più persone, dileggio di un giovane seminarista che cercava di resistere alle seduzioni dell’arcivescovo alla presenza di altri due sacerdoti, assoluzione del complice in atti turpi, celebrazione sacrilega dell’Eucaristia con i medesimi sacerdoti dopo aver commesso tali atti.

In quel mio Appunto che consegnai quello stesso 6 dicembre 2006 al mio diretto superiore, il Sostituto Leonardo Sandri, proponevo ai miei superiori le seguenti considerazioni e linea d’azione:

  • Premesso che a tanti scandali nella Chiesa negli Stati Uniti, sembrava che se ne stesse per aggiungere uno di particolare gravità che riguardava un cardinale;

  • e che in via di diritto, trattandosi di un cardinale, in base al can. 1405 § 1, n. 2˚, “ipsius Romani Pontificis dumtaxat ius est iudicandi”;

  • proponevo che venisse preso nei confronti del cardinale un provvedimento esemplare che potesse avere una funzione medicinale, per prevenire futuri abusi nei confronti di vittime innocenti e lenire il gravissimo scandalo per i fedeli, che nonostante tutto continuavano ad amare e credere nella Chiesa.

Aggiungevo che sarebbe stato salutare che per una volta l’Autorità ecclesiastica avesse ad intervenire prima di quella civile e se possibile prima che lo scandalo fosse scoppiato sulla stampa. Ciò avrebbe potuto restituire un po’ di dignità ad una Chiesa così provata ed umiliata per tanti abominevoli comportamenti da parte di alcuni pastori. In tal caso, l’Autorità civile non si sarebbe trovata più a dover giudicare un cardinale, ma un pastore verso cui la Chiesa aveva già preso opportuni provvedimenti, per impedire che il cardinale abusando della sua autorità continuasse a distruggere vittime innocenti.

Quel mio Appunto del 6 dicembre 2006 fu trattenuto dai miei superiori e mai mi fu restituito con un’eventuale decisione superiore al riguardo.

Successivamente, intorno al 21-23 aprile 2008, fu pubblicato in internet nel sito richardsipe.com lo Statement for Pope Benedict XVI about the pattern of sexual abuse crisis in the United States, di Richard Sipe. Esso fu trasmesso il 24 aprile dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Card. William Levada, al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e fu a me consegnato un mese dopo, il successivo 24 maggio 2008.

Il giorno seguente consegnavo al nuovo Sostituto Fernando Filoni il mio Appunto, comprensivo del mio precedente del 6 dicembre 2006. In esso facevo una sintesi del documento di Richard Sipe, che terminava con questo rispettoso ed accorato appello a Papa Benedetto XVI: “I approach Your Holiness with due reverence, but with the same intensity that motivated Peter Damian to lay out before your predecessor, Pope Leo IX, a description of the condition of the clergy during his time. The problems he spoke of are similar and as great now in the United States as they were then in Rome. If Your Holiness requests I will submit to you personally documentation of that about which I have spoken”.

Terminavo questo mio Appunto ripetendo ai miei superiori che ritenevo si dovesse intervenire quanto prima togliendo il cappello cardinalizio al Card. McCarrick e che gli fossero inflitte le sanzioni stabilite dal codice di diritto canonico, le quali prevedono anche la riduzione allo stato laicale.

Anche questo secondo mio Appunto non fu mai restituito all’Ufficio del Personale e grande era il mio sconcerto nei confronti dei superiori per l’inconcepibile assenza di ogni provvedimento nei confronti del cardinale e per il perdurare della mancanza di ogni comunicazione nei miei riguardi fin da quel mio primo Appunto del dicembre 2006.

Ma finalmente seppi con certezza, tramite il Card. Giovanni Battista Re, allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che il coraggioso e meritevole Statement di Richard Sipe aveva avuto il risultato auspicato. Papa Benedetto aveva comminato al Card. McCarrick sanzioni simili a quelle ora inflittegli da Papa Francesco: il cardinale doveva lasciare il seminario in cui abitava, gli veniva proibito di celebrare in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di viaggiare, con obbligo di dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenza.

Non mi è noto quando papa Benedetto abbia preso nei confronti di McCarrick questi provvedimenti, se nel 2009 o nel 2010, perché nel frattempo ero stato trasferito al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, così come non mi è dato sapere chi sia stato responsabile di questo incredibile ritardo. Non credo certo papa Benedetto, il quale da Cardinale aveva già più volte denunciato la corruzione presente nella Chiesa, e nei primi mesi del suo pontificato aveva preso ferma posizione contro l’ammissione in seminario di giovani con profonde tendenze omosessuali. Ritengo che ciò fosse dovuto all’allora primo collaboratore del papa, Card. Tarcisio Bertone, notoriamente favorevole a promuovere omosessuali in posti di responsabilità, solito a gestire le informazioni che riteneva opportuno far pervenire al papa.

In ogni caso, quello che è certo è che papa Benedetto inflisse a McCarrick le suddette sanzioni canoniche e che esse gli furono comunicate dal Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi. Mons. Jean-François Lantheaume, allora primo Consigliere della Nunziatura a Washington e Chargé d’Affaires a.i.dopo la morte inaspettata del Nunzio Sambi a Baltimora, mi riferì quando giunsi a Washington – ed egli è pronto a darne testimonianza – di un colloquio burrascoso, di oltre un’ora, del Nunzio Sambi con il Card. McCarrick convocato in Nunziatura: “la voce del Nunzio– mi disse Mons. Lantheaume – si sentiva fin nel corridoio.”

Le medesime disposizioni di papa Benedetto furono poi comunicate anche a me dal nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Marc Ouellet, nel novembre 2011 in un colloquio prima della mia partenza per Washington fra le istruzioni della medesima Congregazione al nuovo nunzio.

A mia volta le ribadii al Card. McCarrick al mio primo incontro con lui in Nunziatura. Il cardinale, farfugliando in modo appena comprensibile, ammise di aver forse commesso l’errore di aver dormito nello stesso letto con qualche seminarista nella sua casa al mare, ma me lo disse come se ciò non avesse alcuna importanza.

I fedeli si chiedono insistentemente come sia stata possibile la sua nomina a Washington e a cardinale ed hanno pieno diritto di sapere chi era a conoscenza, chi ha coperto i suoi gravi misfatti. È perciò mio dovere rendere noto quanto so al riguardo, incominciando dalla Curia Romana.

Il Card. Angelo Sodanoè stato Segretario di Stato fino al settembre 2006: ogni informazione perveniva a lui. Nel novembre 2000 il Nunzio Montalvo inviò a lui il suo rapporto trasmettendogli la già citata lettera di P. Boniface Ramsey in cui denunciava i gravi abusi commessi da McCarrick.

È noto che Sodano cercò di coprire fino all’ultimo lo scandalo del P. Maciel, rimosse persino il Nunzio a Città del Messico Justo Mullor che si rifiutava di essere complice delle sue manovre di copertura di Maciel ed al suo posto nominò Sandri, allora Nunzio in Venezuela, ben disposto invece a collaborare. Sodano giunse anche a far fare un comunicato alla sala stampa vaticana in cui si affermava il falso, che cioè Papa Benedetto aveva deciso che il caso Maciel doveva ormai considerarsi chiuso. Benedetto reagì, nonostante la strenua difesa da parte di Sodano, e Maciel, fu giudicato colpevole e irrevocabilmente condannato.

Fu la nomina a Washington e a cardinale di McCarrick opera di Sodano, quando Giovanni Paolo II era già molto malato? Non ci è dato saperlo. È però lecito pensarlo, ma non credo che sia stato il solo responsabile. McCarrick andava con molta frequenza a Roma e si era fatto amici dappertutto, a tutti i livelli della Curia. Se Sodano aveva protetto Maciel, come appare sicuro – non si vede perché non lo avrebbe fatto per McCarrick, che a detta di molti aveva i mezzi anche finanziari per influenzare le decisioni. Alla sua nomina a Washington si era invece opposto l’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Giovanni Battista Re. Alla Nunziatura di Washington c’è un biglietto, scritto di suo pugno, in cui il Card. Re si dissocia da detta nomina e afferma che McCarrick era il 14mo nella lista per la provvista di Washington.

Al Card. Tarcisio Bertone, come Segretario di Stato, fu indirizzato il rapporto del Nunzio Sambi, con tutti gli allegati, e a lui furono presumibilmente consegnati dal Sostituto i miei due sopra citati Appunti del 6 dicembre 2006 e del 25 maggio 2008. Come già accennato, il cardinale non aveva difficoltà a presentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi – cito solo il noto caso di Vincenzo di Mauro, nominato Arcivescovo-Vescovo di Vigevano, poi rimosso perché insidiava i suoi seminaristi – e a filtrare e manipolare le informazioni che faceva pervenire a papa Benedetto.

Il Card. Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato, si è reso anch’egli complice di aver coperto i misfatti di McCarrick, il quale dopo l’elezione di papa Francesco si vantava apertamente dei suoi viaggi e missioni in vari continenti. Nell’aprile 2014 il Washington Timesaveva riferito in prima pagina di un viaggio di McCarrick nella Repubblica Centroafricana, per giunta a nome del Dipartimento di Stato. Come Nunzio a Washington, scrissi perciò al Card. Parolin chiedendogli se erano ancora valide le sanzioni comminate a McCarrick da papa Benedetto. Ça va sans dire che la mia lettera non ebbe mai alcuna risposta!

Lo stesso si dica per il Card. William Levada, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e per i Cardinali Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, eLorenzo Baldisseri, già Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi, e l’Arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, attuale Segretario della medesima Congregazione. Essi in ragione del loro ufficio erano al corrente delle sanzioni imposte da papa Benedetto a McCarrick.

I Cardinali Leonardo Sandri, Fernado Filoni e Angelo Becciu, come Sostituti della Segreteria di Stato, hanno saputo in tutti i particolari la situazione del Card. McCarrick.

Così pure non potevano non sapere i Cardinali Giovanni Lajolo e Dominique Mamberti, checome Segretari per i Rapporti con gli Stati, partecipavano più volte alla settimana a riunioni collegiali con il Segretario di Stato.

Per quanto riguarda la Curia Romana per ora mi fermo qui, anche se sono ben noti i nomi di altri prelati in Vaticano, anche molto vicini a papa Francesco, come il Card. Francesco Coccopalmerioe l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che appartengono alla corrente filo omossessuale favorevole a sovvertire la dottrina cattolica a riguardo dell’omosessualità, corrente già denunciatafin dal 1986 dal Card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede,nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Alla medesima corrente, seppur con una ideologia diversa, appartengono anche i Cardinali Edwin Frederick O’Brien eRenato Raffaele Martino. Altri poi, appartenenti a detta corrente, risiedono persino alla Domus Sanctae Marthae.

Vengo ora agli Stati Uniti. Ovviamente, il primo ad essere stato informato dei provvedimenti presi da papa Benedetto fu il successore di McCarrick alla sede di Washington, il Card. Donald Wuerl, la cui situazione è ora del tutto compromessa dalle recenti rivelazioni sul suo comportamento come vescovo di Pittsburgh.

È assolutamente impensabile che il Nunzio Sambi, persona altamente responsabile, leale, diretto ed esplicito nel suo modo di essere da vero romagnolo, non gliene abbia parlato. In ogni caso, io stesso venni in più occasioni sull’argomento con il Card. Wuerl, e non ci fu certo bisogno che entrassi in particolari perché mi fu subito evidente che ne era pienamente al corrente. Ricordo poi in particolare il fatto che dovetti richiamare la sua attenzione perché mi accorsi che in una pubblicazione dell’arcidiocesi, sulla copertina posteriore a colori, veniva annunciato un invito ai giovani che ritenevano di avere la vocazione al sacerdozio ad un incontro con il Card. McCarrick. Telefonai subito al Card. Wuerl, che mi manifestò la sua meraviglia, dicendomi che non sapeva nulla di quell’annuncio e che avrebbe provveduto ad annullare detto incontro. Se come ora continua ad affermare non sapeva nulla degli abusi commessi da McCarrick e dei provvedimenti presi da papa Benedetto come si spiega la sua risposta?

Le sue recenti dichiarazioni in cui afferma di non aver nulla saputo, anche se all’inizio furbescamente riferite ai risarcimenti alle due vittime, sono assolutamente risibili. Il cardinale mente spudoratamente e per di più induce a mentire anche il suo Cancelliere, Mons. Antonicelli.

Del resto già in altra occasione il Card. Wuerl aveva chiaramente mentito. A seguito di un evento moralmente inaccettabile autorizzato dalle autorità accademiche della Georgetown University, avevo richiamato l’attenzione del suo Presidente Dr. John DeGioia, indirizzandogli due successive lettere. Prima di inoltrarle al destinatario, per correttezza, ne consegnai personalmente copia al cardinale con una mia lettera di accompagnamento. Il cardinale mi disse che non ne era al corrente. Si guardò bene però di accusare ricevimento delle mie due lettere, contrariamente a quanto puntualmente era solito fare. Poi seppi che detto evento alla Georgetownaveva avuto luogo da sette anni. Ma il cardinale non ne sapeva nulla!

Il Card. Wuerl inoltre, ben sapendo dei continui abusi commessi dal Card. McCarrick e delle sanzioni impostegli da papa Benedetto, trasgredendo l’ordine del papa, gli permise di risiedere in un seminario in Washington D.C. Mise così a rischio altri seminaristi.

Il Vescovo Paul Bootkoski, emerito di Metuchen, e l’Arcivescovo John Myers, emerito di Newark, coprirono gli abusi commessi da McCarrick nelle loro rispettive diocesi e risarcirono due delle sue vittime. Non possono negarlo e devono essere interrogati perché rivelino ogni circostanza e responsabilità al riguardo.

Il Card. Kevin Farrell, intervistato recentemente dai media, ha anch’egli affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick. Tenuto conto del suo curriculum a Washington, a Dallas e ora a Roma, credo che nessuno possa onestamente credergli. Non so se gli sia mai stato chiesto se sapeva dei crimini di Maciel. Se dovesse negarlo, qualcuno forse gli crederebbe atteso che egli ha occupato compiti di responsabilità come membro dei Legionari di Cristo?

Del Card. Sean O’Malley mi limito a dire che le sue ultime dichiarazioni sul caso McCarrick sono sconcertanti, anzi hanno oscurato totalmente la sua trasparenza e credibilità.

* * *

            La mia coscienza mi impone poi di rivelare fatti che ho vissuto in prima persona, riguardanti papa Francesco, che hanno una valenza drammatica, che come vescovo, condividendo la responsabilità collegiale di tutti i vescovi verso la Chiesa universale, non mi permettono di tacere, e che qui affermo, disposto a confermarli sotto giuramento chiamando Dio come mio testimone.

Negli ultimi mesi del suo pontificato papa Benedetto XVI aveva convocato a Roma una riunione di tutti i Nunzi Apostolici, come avevano già fatto Paolo VI e S. Giovanni Paolo II in più occasioni. La data fissata per l’Udienza con il Papa era venerdì 21 giugno 2013. Papa Francesco mantenne questo impegno preso dal suo predecessore. Naturalmente anch’io venni a Roma da Washington. Si trattava del mio primo incontro con il nuovo papa eletto solo tre mesi prima dopo la rinuncia di papa Benedetto.

La mattina di giovedì 20 giugno2013 mi recai alla Domus Sanctae Marthae, per unirmi ai miei colleghi che erano ivi alloggiatati. Appena entrato nella hall mi incontrai con il Card. McCarrick, che indossava la veste filettata. Lo salutai con rispetto come sempre avevo fatto. Egli mi disse immediatamente con un tono fra l’ambiguo e il trionfante: “Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani vado in Cina”.

Allora nulla sapevo della sua lunga amicizia con il Card. Bergoglio e della parte di rilievo che aveva giocato per la sua recente elezione, come lo stesso McCarrick avrebbe successivamente rivelato in una conferenza alla Villanova Universityed in un’intervista al Catholic National Reporter, né avevo mai pensato al fatto che aveva partecipato agli incontri preliminari del recente conclave, e al ruolo che aveva potuto avere come elettore in quello del 2005. Non colsi perciò immediatamente il significato del messaggio criptato che McCarrick mi aveva comunicato, ma che mi sarebbe diventato evidente nei giorni immediatamente successivi.

Il giorno dopo ebbe luogo l’Udienza con papa Francesco. Dopo il discorso, in parte letto e in parte pronunciato a braccio, il papa volle salutare uno ad uno tutti i Nunzi. In fila indiana, ricordo che io rimasi fra gli ultimi. Quando fu il mio turno, ebbi appena il tempo di dirgli “sono il Nunzio negli Stati Uniti”, che senza alcun preambolo mi investì con tono di rimprovero con queste parole: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati! Devono essere dei pastori!” Naturalmente non ero in condizione di chiedere spiegazioni sul significato delle sue parole e per il modo aggressivo con cui mi aveva apostrofato. Avevo in mano un libro in portoghese che il Card. O’Malley mi aveva consegnato per il papa qualche giorno prima, dicendomi “così ripassa il portoghese prima di andare a Rio per la Giornata Mondiale della Gioventù”. Glielo consegnai subito liberandomi così da quella situazione estremamente sconcertante e imbarazzante.

Al termine dell’Udienza il papa annunziò: “Chi di voi domenica prossima è ancora a Roma è invitato a concelebrare con me alla Domus Sanctae Marthae”. Io naturalmente pensai di restare per chiarire quanto prima cosa il papa aveva inteso dirmi.

Domenica 23 giugno, prima della concelebrazione con il papa, chiesi a Mons. Ricca, che come responsabile della casa ci aiutava ad indossare i paramenti, se poteva chiedere al papa se nel corso della settimana seguente avrebbe potuto ricevermi. Come avrei potuto ritornare a Washington senza aver chiarito ciò che il papa voleva da me? Terminata la Messa, mentre il papa salutava i pochi laici presenti, Mons. Fabian Pedacchio, il suo segretario argentino, venne da me e mi disse: “Il papa mi ha detto di chiederle se lei è libero adesso!” Naturalmente gli risposi che ero a disposizione del papa e che lo ringraziavo per ricevermi subito. Il papa mi condusse al primo piano nel suo appartamento e mi disse: “Abbiamo 40 minuti prima dell’Angelus”.

Iniziai io la conversazione, chiedendo al papa che cosa avesse inteso dirmi con le parole che mi aveva rivolto quando l’avevo salutato il venerdì precedente. Ed il papa, con un tono ben diverso, amichevole, quasi affettuoso, mi disse: “Sì, i Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra come l’arcivescovo di Filadelfia, (il papa non mi fece il nome dell’arcivescovo) devono essere dei pastori; e non devono essere di sinistra– ed aggiunse, alzando tutte e due le braccia – e quando dico di sinistra intendo dire omosessuali”. Naturalmente mi sfuggì la logica della correlazione fra essere di sinistra e essere omosessuali, ma non aggiunsi altro.

Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no.

Rientrato a Washington tutto mi divenne molto chiaro, grazie anche ad un nuovo fatto accaduto solo pochi giorni dopo il mio incontro con papa Francesco. Alla presa di possesso della diocesi di El Paso da parte del nuovo vescovo Mark Seitz il 9 luglio 2013 inviai il primo Consigliere, Mons. Jean-François Lantheaume, mentre io quel medesimo giorno andai a Dallas per un incontro internazionale di Bioetica. Di ritorno, Mons. Lantheaume mi riferì che a El Paso aveva incontrato il Card. McCarrick, il quale, presolo in disparte, gli aveva detto quasi le stesse parole che il papa aveva detto a me a Roma:“I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra, devono essere dei pastori…”. Rimasi esterrefatto! Era perciò chiaro che le parole di rimprovero che papa Francesco mi aveva rivolto quel 21 giugno 2013 gli erano state messe in bocca il giorno prima dal card. McCarrick. Anche la menzione da parte del papa “non come l’arcivescovo di Filadelfia” conduceva a McCarrick, perché fra i due c’era stato un forte diverbio a riguardo dell’ammissione alla comunione dei politici favorevoli all’aborto: McCarrick aveva manipolato nella sua comunicazione ai vescovi una lettera dell’allora Card. Ratzinger che proibiva di dare loro la comunione. Di fatto poi sapevo quanto certi cardinali come Mahony, Levada e Wuerl, fossero strettamente legati a McCarrick, avessero osteggiato le nomine più recenti fatte da papa Benedetto, per sedi importanti come Filadelfia, Baltimora, Denver e San Francisco.

Non contento della trappola che mi ha aveva teso in 23 giugno 2013 chiedendomi di McCarrick, solo qualche mese dopo, nell’udienza che mi concesse il 10 ottobre 2013, papa Francesco me ne pose una seconda, questa volta a riguardo di un suo secondo protetto, il Card. Donald Wuerl. Mi chiese: Il Card. Wuerl com’è, buono o cattivo?” “Santo Padre – gli risposi – non le dirò se è buono o cattivo, ma le riferirò due fatti”. Sono quelli a cui ho già sopra accennato, che riguardano la noncuranza pastorale di Wuerl per le deviazioni aberranti alla George Town Universitye l’invito da parte dell’arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio ad un incontro con McCarrick! Anche questa seconda volta il papa non manifestò alcuna reazione.

Era poi evidente che a partire dalla elezione di papa Francesco McCarrick, ormai sciolto da ogni costrizione, si era sentito libero di viaggiare continuamente, di dare conferenze e interviste. In un gioco di squadra con il Card. Rodriguez Maradiagaera diventato il kingmakerper le nomine in Curia e negli Stati Uniti ed il consigliere più ascoltato in Vaticano per i rapporti con l’amministrazione Obama. Così si spiega che come membri della Congregazione per i Vescovi il papa sostituì il Card. Burke con Wuerl e vi nominò immediatamente Cupich fatto subito cardinale. Con tali nomine la Nunziatura a Washington era ormai fuori gioco per la nomina dei vescovi. Per giunta, nominò il brasiliano Ilson de Jesus Montanari– il grande amico del suo segretario privato argentino Fabian Pedacchio – Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi e Segretario del Collegio dei Cardinali, promuovendolo in un sol balzo da semplice officiale di quel dicastero ad Arcivescovo Segretario. Cosa mai vista per un incarico così importante!

Le nomine di Blaise Cupich a Chicago e di William Tobin a Newarksono state orchestrate da McCarrick, Maradiaga Wuerl, uniti da un patto scellerato di abusi del primo e quantomeno di coperture di abusi da parte degli altri due. I loro nominativi non figuravano fra quelli presentati dalla Nunziatura per Chicago e per Newark.

Di Cupich non può certo sfuggire l’ostentata arroganza e sfrontatezza nel negare l’evidenza ormai palese a tutti: che cioè l’80% degli abusi riscontrati è stato nei confronti di giovani adulti da parte di omosessuali in rapporto di autorità verso le loro vittime.

Nel discorso che fece alla presa di possesso della sede di Chicago, a cui ero presente come rappresentante del papa, Cupich disse, come battuta di spirito, che certo non ci si doveva aspettare dal nuovo arcivescovo che camminasse sulle acque. Sarebbe forse sufficiente che fosse capace di restare con i piedi per terra e che non cercasse di capovolgere la realtà, accecato dalla sua ideologia pro gay, come ha affermato in una recente intervista ad America. Ostentando la sua particolare competenza in materia essendo stato Presidente delCommittee on Protection of Children and Young Peopledella USCCB, ha asserito che il problema principale nella crisi degli abusi sessuali da parte del clero non è l’omosessualità e che affermarlo è solo un modo per distogliere l’attenzione dal vero problema che è il clericalismo. A sostegno di questa sua tesi, Cupich ha fatto “stranamente” riferimento ai risultati di una ricerca fatta nell’apice della crisi di abusi sessuali nei confronti di minori dell’inizio degli anni 2000, mentre ha ignorato “candidamente” che i risultati di quell’indagine furono totalmente smentiti dai successivi Rapporti indipendenti del John Jay College of Criminal Justicedel 2004 e del 2011, in cui si concludeva che nei casi di abusi sessuali l’81% delle vittime erano maschi. Infatti, P. Hans Zollner, S.J., Vice-Rettore della Pontificia Università Gregoriana, presidente del Centre for Child Protection, Membro della Pontificia Commissione per la Protezione dei minori, ha recentemente dichiarato al giornale La Stampa, che “nella maggior parte dei casi si tratta di abusi omosessuali”.

Anche la nomina poi di McElroy a San Diego fu pilotata dall’alto, con un ordine perentorio cifrato, a me come Nunzio, dal Card. Parolin: “Riservi la sede di San Diego per McElroy”. Anche McElroy ben sapeva degli abusi commessi da McCarrick, come risulta da una lettera indirizzatagli da Richard Sipe il 28 luglio 2016.

A questi personaggi sono strettamente associati individui appartenenti in particolare all’ala deviata della Compagnia di Gesù, purtroppo oggi maggioritaria, che già era stata motivo di gravi preoccupazioni per Paolo VI e per i successivi pontefici. Basti solo pensare a P. Robert Drinan, S.J., eletto quattro volte alla Camera dei Rappresentanti, accanito sostenitore dell’aborto, o a P. Vincent O’Keefe, S.J., fra i principali promotori del documento The Land O’ Lakes Statementdel 1967, che ha gravemente compromesso l’identità cattolica delle Università e dei Collegi negli Stati Uniti. Si noti che anche McCarrick, allora Presidente dell’Università cattolica del Portorico, partecipò a quell’infausta impresa così deleteria per la formazione delle coscienze della gioventù americana, strettamente associato com’era all’ala deviata dei Gesuiti.

  1. James Martin, S.J., osannato dai personaggi sopra menzionati, in particolare da Cupich, Tobin, Farrell e McEnroy, nominato Consultore del Dicastero per le Comunicazioni, noto attivista che promuove l’agenda Lgbt, presceltoper corrompere i giovani che si raduneranno prossimamente a Dublino per l’Incontro mondiale delle Famiglie, non è se non un triste recente esemplare di quell’ala deviata della Compagnia di Gesù.

Papa Francesco ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti.

In ogni caso, il papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere insieme con Maradiaga.

Quest’ultimo si sente così sicuro della protezione del papa che può cestinare come “pettegolezzi” gli appelli accorati di decine di suoi seminaristi, che trovarono il coraggio di scrivergli dopo che uno di loro aveva cercato di suicidarsi per gli abusi omosessuali nel seminario.

Ormai i fedeli hanno ben capito la strategia di Maradiaga: insultare le vittime per salvare se stesso, mentire ad oltranza per coprire una voragine di abusi di potere, di cattiva gestione nell’amministrazione dei beni della Chiesa, di disastri finanziari anche nei confronti di intimi amici, come nel caso dell’ambasciatore dell’Honduras Alejandro Valladares, già Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.

Nel caso del già vescovo ausiliare Juan José Pineda, dopo l’articolo apparso sul settimanale L’Espresso nel febbraio scorso, Maradiaga aveva dichiarato al giornale Avvenire: «È stato il mio vescovo ausiliare Pineda a chiedere la visita, in modo da “pulire” il suo nome a seguito di molte calunnie di cui è stato oggetto». Ora, di Pineda si è pubblicato unicamente che le sue dimissioni sono state semplicemente accettate, facendo così sparire nel nulla qualsiasi eventuale responsabilità sua e di Maradiaga.

In nome della trasparenza dal papa tanto conclamata, si renda pubblico il rapporto che il Visitatore, il vescovo argentino Alcides Casaretto, ha consegnato più di un anno fa solo e direttamente al papa.

Infine, anche la recente nomina a Sostituto dell’Arcivescovo Edgar Peña Parra ha una connessione con l’Honduras, cioè con Maradiaga. Peña Parra infatti dal 2003 al 2007 ha prestato servizio presso la Nunziatura di Tegucigalpa in qualità di Consigliere. Come Delegato per le RR.PP. mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo.

In Honduras si sta per ripetere uno scandalo immane come quello in Cile. Il papa difende ad oltranza il suo uomo, il Card. Rodriguez Maradiaga, come aveva fatto in Cile con il vescovo Juan de la Cruz Barros, che lui stesso aveva nominato vescovo di Osorno, contro il parere dei vescovi cileni. Prima ha insultato le vittime degli abusi, poi solo quando vi è stato costretto dal clamore dei media, dalla rivolta delle vittime e dei fedeli cileni ha riconosciuto il suo errore e si è scusato, pur affermando che era stato mal informato, provocando una situazione disastrosa nella Chiesa in Cile, ma continuando a proteggere i due cardinali cileni Errazuriz e Ezzati.

Anche nella triste vicenda di McCarrick, il comportamento di papa Francesco non è stato diverso. Sapeva perlomeno dal 23 giugno 2013 che McCarrick era un predatore seriale. Pur sapendo che era un corrotto, lo ha coperto ad oltranza, anzi ha fatto suoi i suoi consigli non certo ispirati da sane intenzioni e da amore per la Chiesa. Solo quando vi è stato costretto dalla denuncia di un abuso di un minore, sempre in funzione del plauso dei media, ha preso provvedimenti nei suoi confronti per salvare la sua immagine mediatica.

Ora negli Stati Uniti è un coro che si leva specialmente dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick o che si sono serviti di lui per fare carriera o promuovere i loro intenti, ambizioni e il loro potere nella Chiesa si devono dimettere.

Ma ciò non sarà sufficiente per sanare la situazione di gravissimi comportamenti immorali da parte del clero, vescovi e sacerdoti. Occorre proclamare un tempo di conversione e di penitenza. Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli. Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa, come ha recentemente scritto Janet Smith, Professoressa di Teologia Morale nel Sacred Heart Major Seminary di Detroit.“Il problema degli abusi del clero– ha scritto –non potrà essere risolto semplicemente con le dimissioni di alcuni vescovi, né tanto meno con nuove direttive burocratiche. Il centro del problema sta nelle reti omosessuali nel clero che devono essere sradicate”.Queste reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc., agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa.

Imploro tutti, in particolare i Vescovi, a rompere il silenzio per sconfiggere questa cultura di omertà così diffusa, a denunciare ai media ed alle autorità civili i casi di abusi di cui sono a conoscenza.

Ascoltiamo il messaggio più potente che ci ha lasciato in eredità S. Giovanni Paolo II: Non abbiate paura! Non abbiate paura!

Papa Benedetto nell’omelia dell’Epifania del 2008 ci ricordava che il disegno di salvezza del Padre si è pienamente rivelato e realizzato nel mistero della morte e risurrezione di Cristo, ma richiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini. La Chiesa, depositaria della benedizione della Nuova Alleanza, siglata nel sangue dell’Agnello, è santa ma composta di peccatori, come scrisse Sant’Ambrogio: la Chiesa è “immaculata ex maculatis”, è santa e senza macchia pur essendo composta nel suo itinerario terreno da uomini macchiati di peccato.

Voglio ricordare questa verità indefettibile della santità della Chiesa ai tanti che sono rimasti così profondamente scandalizzati dagli abominevoli e sacrileghi comportamenti del già arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, dalla grave, sconcertante e peccaminosa condotta di papa Francesco e dall’omertà di tanti pastori, e che sono tentati di abbandonare la Chiesa deturpata da tante ignominie.

Papa Francesco all’Angelus di domenica 12 agosto 2018 ha pronunciato queste parole: “Ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto… Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene”. Se questa giustamente è da considerarsi una grave responsabilità morale per ogni fedele, quanto più grave lo è per il supremo pastore della Chiesa, il quale nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa!

Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo.

In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro.

Seppur nello sconcerto e nella tristezza per l’enormità di quanto sta accadendo, non perdiamo la speranza! Ben sappiamo che la grande maggioranza dei nostri pastori vivono con fedeltà e dedizione la loro vocazione sacerdotale.

È nei momenti di grande prova che la grazia del Signore si rivela sovrabbondante e mette la sua misericordia senza limiti a disposizione di tutti; ma è concessa solo a chi è veramente pentito e propone sinceramente di emendarsi. Questo è il tempo opportuno per la Chiesa, per confessare i propri peccati, per convertirsi e fare penitenza.

Preghiamo tutti per la Chiesa e per il papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui!

Rinnoviamo tutti la fede nella Chiesa nostra madre: “Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica!

Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito!

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!

Maria Vergine Regina, Madre del Re della gloria, prega per noi!

Questo è il PDF:

CMV TESTIMONIANZA

Alleghiamo adesso la lettera della Segreteria di Stato, firmata dall’allora Sostituto, Sandri, che testimonia come dal 2000 il Vaticano fosse informato dell’attività criminosa di Theodore McCarrick.

Questo il link all’articolo.




Ed ecco la testimonianza relativa al caso Kim Davis.

Il New York Times del 28 Agosto 2018, ha riferito parte di un colloquio di Juan Carlos Cruz, la più nota vittima cilena degli abusi sessuali del sacerdote Karadima e del vescovo Barros. Inspiegabilmente, nel colloquio con Cruz, il papa avrebbe parlato del suo incontro con Kim Davis, in occasione della visita a Washington, il 24 Settembre del 2015, affermando che non aveva saputo nulla sul suo caso prima dell’incontro. Di fronte a tale affermazione del papa, mi vedo obbligato a raccontare come i fatti si sono realmente svolti.

Al termine della cena in nunziatura a Washington la sera del 23 Settembre 2015, dissi al papa che avevo bisogno che mi concedesse una mezz’ora, perché desideravo sottoporre alla sua attenzione, ed eventuale approvazione, un’iniziativa delicata, e facilmente realizzabile: che cioè incontrasse personalmente, e in modo del tutto riservato in nunziatura al di fuori quindi della luce dei media, la signora Kim Davis, funzionaria della Rowan County nel Kentucky, la prima cittadina americana condannata e imprigionata per una settimana per aver esercitato il suo diritto all’obiezione di coscienza.

All’inizio del nostro incontro, la sera del 23 Settembre, diedi al papa un appunto di una pagina in cui era sintetizzato il caso della Davis (qui allegato). Il papa si mostrò immediatamente favorevole a tale iniziativa, ma aggiunse che l’incontro avrebbe avuto risvolti politici, e affermò “Io di queste cose non me ne intendo, quindi è bene che lei senta il parere del cardinal Parolin”.

Erano già le 9:30 di sera, perciò mi recai in persona con due dei consiglieri della nunziatura (un italiano e un lituano) all’albergo poco distante dove era ospitato il seguito del papa. Poiché avevo preavvertito telefonicamente del mio arrivo, mi attendevano nella hall dell’hotel S.E. Mons. Angelo Becciu (Sostituto della Segreteria di Stato) e S.E. Mons. Paul Gallagher (Segretario per i Rapporti con gli Stati, responsabile della sezione politica della Segreteria di Stato). Essi mi avvertirono subito che il Cardinal Parolin si era già ritirato nella sua stanza, e non ritennero opportuno disturbarlo, dato che facilmente avrebbero potuto metterlo al corrente del nostro incontro la mattina seguente.

Ci riunimmo, quindi, in un salottino dell’albergo. Come ho già detto eravamo in cinque. Consegnai a loro lo stesso appunto che avevo dato al papa, esponendone il contenuto e spiegando il motivo della mia visita, che era stata richiesta dal papa. Dopo le considerazioni sul caso, Mons. Becciu si mostrò immediatamente favorevole a che il papa avesse a ricevere privatamente la Davis, prima che lasciasse Washington per New York.

Mons. Gallagher, pur mostrandosi favorevole all’idea, attesa l’importanza di difendere il diritto all’obiezione di coscienza, disse che era opportuno verificare dal punto di vista del “common law” se vi fossero ragioni che sconsigliavano l’incontro, e cioè se la procedura giudiziaria intentata alla Davis era conclusa o ancora aperta. Lo feci quindi parlare al telefono con il canonista della nunziatura, il quale prima di diventare sacerdote era stato giudice nei tribunali militari americani, e poi professore di diritto canonico. Dopo il colloquio chiarificatore con il canonista, il quale disse che non c’erano ostacoli procedurali, Mons. Gallagher diede un parere incondizionatamente favorevole a che il papa avesse a ricevere la Davis.

L’indomani mattina, dopo la Messa che il papa aveva concelebrato con noi in nunziatura, riferii al papa il parere positivo dei suoi due principali collaboratori, i quali avrebbero poi riferito al Cardinal Parolin del nostro incontro. Il papa diede quindi il suo consenso, ed io organizzai il modo per far venire in nunziatura la Davis senza che nessuno se ne accorgesse, facendola accomodare in un salotto separato. Tutto fu molto facilitato dal

fatto che la Davis si trovava già a Washington, dove era stata invitata per ricevere un riconoscimento ufficiale (the Cost of Discepleship Award) dal Family Research Council.

Prima che avvenisse detto incontro, avvertii il fotografo dell’Osservatore Romano che non avrebbe dovuto rilasciare le fotografie di questo incontro senza l’autorizzazione dei superiori. Egli naturalmente osservò la consegna, ma prese molte fotografie, mai pubblicate, attualmente custodite nell’archivio fotografico dell’Osservatore Romano. Così pure feci previamente promettere alla Davis che non ne avrebbe dato notizia ai media se non dopo il ritorno del papa a Roma al termine della visita pastorale negli USA. La Davis mantenne fedelmente la sua promessa.

Il papa, nel primo pomeriggio del 24 Settembre, prima di partire per NY, entrò come previsto nel salotto dove lo aspettavano la Davis e suo marito, l’abbracciò affettuosamente, ringraziandola per il suo coraggio, e invitandola a perseverare. La Davis rimase molto emozionata e si mise a piangere. Fu poi ricondotta al suo albergo su un’auto guidata da un gendarme pontificio, accompagnata da un monsignore americano dello staff della nunziatura.

Rientrato il papa a Roma da Filadelfia dopo l’Incontro Mondiale con le Famiglie, la notizia del suo incontro con la Davis scoppiò su tutti i media. Una valanga di telefonate, fax e email arrivarono alla nunziatura di Washington e alla Sala Stampa Vaticana, molti con insulti e proteste, ma anche tanti favorevoli alla incontro del papa con la Davis.

Il New York Times, in un articolo del 30 Settembre del 2015, riporta che “Vatican officials initially would not confirm that the meeting occurred, finally doing so on Wednesday afternoon, while refusing to discuss any details”. La Sala Stampa Vaticana emise poi un comunicato, senza che mai io fossi consultato dai superiori dalla Segreteria di Stato, in cui si affermava che il papa non aveva mai ricevuto in udienza privata la Davis, e che al massimo avrebbe potuto averla salutata tra molte altre persone prima di partire per New York. A rincarare la dose di menzogne ci pensarono poi padre Rosica e padre Lombardi, citati così dal New York Times del 2 Ottobre 2015 “But the Rev. Thomas Rosica, a Vatican spokesman, said on Friday that the office of Archbishop Viganò had extended the invitation to Ms. Davis and that the pope was probably not briefed about her case. And the Rev. Federico Lombardi, the chief Vatican spokesman, depicted the meeting as one meet-and-greet among many.” Questa la trasparenza della Santa Sede sotto papa Francesco!

L’indomani mattina, verso le 6 ora di Washington – ricordo bene perché ero appena entrato nella cappella della nunziatura – ricevevo una telefonata concitata dal Cardinal Parolin, il quale mi disse “Devi venire subito a Roma perché il papa è furioso con te!” Partii appena mi fu possibile e fui ricevuto dal papa alla Domus Sanctae Marthae,verso le 7 di sera del 9 Ottobre, alla conclusione di una delle sessioni pomeridiane del Secondo Sinodo sulla Famiglia.

Il papa mi ricevette per quasi un’ora, in modo affettuoso e paterno. Si scusò immediatamente con me, per avermi dato questo disturbo di venire a Roma, e si effuse in continui elogi nei miei confronti per come avevo organizzato la sua visita negli USA, per l’incredibile accoglienza che aveva ricevuto in America, come mai si sarebbe aspettato. Con mia grandissima sorpresa, durante questo lungo incontro, il papa non menzionò neanche una volta l’udienza con la Davis!

Appena terminata la mia udienza con il papa, telefonai subito al Cardinal Parolin, e gli dissi “Il papa è stato buonissimo con me. Non una parola di rimprovero, solo elogi per il

successo della sua visita negli USA”. Al che, il Cardinal Parolin mi rispose “Non è possibile, perché con me era furioso nei tuoi confronti”.

Questo il riassunto degli eventi.

Come menzionato all’inizio, il 28 Agosto 2018, il New York Times riportava un intervista con Juan Carlos Cruz, in cui il Cruz riferiva che durante il suo incontro con il papa nell’Aprile 2018, il papa gli avrebbe parlato del caso della Davis. Secondo Cruz il papa avrebbe affermato “I did not know who the woman was and he [Msgr. Viganò] snuck her in to say hello to me – and of course they made a whole publicity out of it. And I was horrified and I fired that nuncio”.

Uno dei due mente: Cruz o il papa? Quello che è certo è che il papa sapeva benissimo chi fosse la Davis, e lui e i suoi stretti collaboratori avevano approvato l’udienza privata. I giornalisti possono sempre verificare, chiedendo ai prelati Becciu, Gallagher e Parolin, nonché al papa stesso.

È comunque evidente che papa Fracesco ha voluto nascondere l’udienza privata con la prima cittadina americana condannata e imprigionata per obiezione di coscienza.

+Carlo Maria Viganò Arcivescovo tit. di Ulpiana Nunzio Apostolico

30 Agosto 2018
Festa di Santa Jeanne Jugan e Beato Alfredo Ildefonso Schuster

Roma, 22 Agosto 2018

Beata Maria Vergine Regina


Ed ecco il memorandum presentato al Pontefice la sera precedente l’incontro con Kim Davis

 

Questo invece è il documento del 27 settembre 2018, intitolato “Scio cui credidi”.

Scio Cui credidi

So in Chi ho creduto

(2 Tim. 1, 12)

All’inizio di questo mio scritto desidero innanzitutto ringraziare e rendere gloria a Dio Padre per ogni situazione e prova che ha disposto e che vorrà disporre per me durante la mia vita. Come ogni battezzato, come sacerdote e vescovo della santa Chiesa, sposa di Cristo, sono chiamato a rendere testimonianza alla verità. Per il dono dello Spirito che mi sostiene con gioia nella strada che sono chiamato a percorrere, intendo farlo fino alla fine dei miei giorni. Il nostro unico Signore ha rivolto anche a me l’invito: “Seguimi!”, ed intendo seguirlo con l’aiuto della sua grazia fino alla fine dei miei giorni.

“Finché avrò vita, canterò al Signore,

finché esisto, voglio inneggiare a Dio.

A Lui sia gradito il mio canto;

In Lui sarà la mia gioia”.

(Sal. 103, 33-34)

È trascorso ormai un mese da quando ho reso la mia testimonianza, unicamente per il bene della Chiesa, di quanto avvenuto nell’udienza con papa Francesco il 23 giugno 2013 e al riguardo di certe questioni che mi è stato dato di conoscere negli incarichi che mi furono affidati in Segreteria di Stato e a Washington, con relazione a coloro che si sono resi responsabili di aver coperto i crimini commessi dal già arcivescovo di quella capitale.

La decisione di rivelare quei fatti è stata per me la più sofferta e grave che abbia mai preso in tutta la mia vita. La presi dopo lunga riflessione e preghiera, durante mesi di profonda sofferenza e angoscia, in un crescendo di continue notizie di terribili eventi, con migliaia di vittime innocenti distrutte, di vocazioni e di giovani vite sacerdotali e religiose sconvolte. Il silenzio dei pastori che avrebbero potuto porvi rimedio, e prevenire nuove vittime, diventava sempre più insostenibile, un crimine devastante per la Chiesa. Ben consapevole delle enormi conseguenze che la mia testimonianza avrebbe potuto avere, perché quello che stavo per rivelare coinvolgeva lo stesso successore di Pietro, ciò nonostante scelsi di parlare per proteggere la Chiesa e dichiaro con chiara coscienza davanti a Dio che la mia testimonianza è vera. Cristo è morto per la Chiesa, e Pietro, Servus servorum Dei, è il primo chiamato a servire la sposa di Cristo.

Certo, alcuni dei fatti che stavo per rivelare erano coperti dal secreto pontificio che avevo promesso di osservare e che ho fedelmente osservato fin dall’inizio del mio servizio alla Santa Sede. Ma la finalità del secreto, anche di quello pontificio, è di proteggere la Chiesa dai suoi nemici, non di coprire e diventare complici di crimini commessi da alcuni suoi membri. Io ero stato testimone, non per mia scelta, di fatti sconvolgenti, e come sta scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica (par. 2491), il sigillo del segreto non è vincolante quando la custodia del segreto dovesse causare danni molto gravi ed evitabili soltanto mediante la divulgazione della verità. Solo il sigillo del segreto sacramentale avrebbe potuto giustificare il mio silenzio.

Né il papa, né alcuno dei cardinali a Roma hanno negato i fatti che io ho affermato nella mia testimonianza. Il detto “Qui tacet consentit” si applica sicuramente in questo caso, perché se volessero negare la mia testimonianza, non hanno che farlo, e fornire i documenti in supporto della loro negazione. Come è possibile non concludere che la ragione per cui non forniscono i documenti è perché essi sanno che i documenti confermerebbero la mia testimonianza?

Il centro della mia testimonianza è che almeno dal 23 giugno 2013 il papa ha saputo da me quanto perverso e diabolico fosse McCarrick nei suoi intenti e nel suo agire, e invece di prendere nei suoi confronti quei provvedimenti che ogni buon pastore avrebbe preso, il papa fece di McCarrick uno dei suoi principali agenti di governo della Chiesa, per gli Stati Uniti, la Curia e perfino per la Cina, come con grande sconcerto e preoccupazione per quella Chiesa martire stiamo vedendo in questi giorni.

Ora, la risposta del papa alla mia testimonianza è stata: “Io non dirò una parola!” Salvo poi, contraddicendo se stesso, paragonare il suo silenzio a quello di Gesù a Nazareth davanti a Pilato e paragonare me al grande accusatore, Satana, che semina scandalo e divisione nella Chiesa, ma senza mai pronunciare il mio nome. Se avesse detto: “Viganò ha mentito” avrebbe contestato la mia credibilità e cercato di accreditare la sua. Così facendo però avrebbe accresciuto la richiesta da parte del popolo di Dio e del mondo dei documenti necessari per determinare chi dei due avesse detto la verità. Egli ha invece posto in essere una sottile calunnia contro di me, calunnia da lui stesso tanto spesso condannata persino con la gravità di un assassinio. Per di più, lo ha fatto ripetutamente, nel contesto della celebrazione del sacramento più sacro, l’Eucaristia, in cui non si corre il rischio di essere contestati come davanti ai giornalisti. Quando ha parlato ai giornalisti, ha chiesto loro di esercitare la loro professione con maturità e di tirare le loro conclusioni. Ma come possono i giornalisti scoprire e conoscere la verità se quelli che sono direttamente implicati si rifiutano di rispondere ad ogni domanda o di rilasciare qualsiasi documento? La non volontà del papa di rispondere alle mie accuse e la sua sordità agli appelli dei fedeli ad essere responsabile non è assolutamente compatibile con la sua richiesta di trasparenza e di essere costruttori di ponti e non di muri.

Ma c’è di più: l’aver coperto McCarrick non sembra essere stato certamente un errore isolato da parte del papa. Molti altri casi sono stati recentemente documentati dalla stampa, mostrando che papa Francesco ha difeso preti omosessuali che hanno commesso gravi abusi sessuali contro minori o adulti. Incluso il suo ruolo nel caso del padre Julio Grassi a Buenos Aires, l’aver reinstallato padre Mauro Inzoli dopo che papa Benedetto lo aveva rimosso dal ministero sacerdotale (fino al momento in cui è stato messo in carcere, e allora a questo punto papa Francesco lo ha ridotto allo stato laicale), e per aver fermato le indagini per accuse di abusi sessuali contro il cardinale Cormac Murphy O’Connor.

Nel frattempo, una delegazione della USCCB (la Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ndr), guidata dal suo presidente, il cardinale DiNardo, è andata a Roma per chiedere un’indagine del Vaticano su McCarrick. Il cardinale DiNardo e gli altri prelati devono dire alla Chiesa in America e nel mondo: il papa si è rifiutato di svolgere un’indagine in Vaticano sui crimini di McCarrick e dei responsabili di averli coperti? I fedeli hanno diritto di saperlo.

Vorrei fare un appello speciale al cardinale Marc Ouellet, perché con lui come nunzio ho sempre lavorato in grande sintonia e ho sempre avuto grande stima e affetto nei suoi confronti. Ricorderà quando, ormai terminata la mia missione a Washington, mi ricevette la sera nel suo appartamento a Roma per una lunga conversazione. All’inizio del pontificato di papa Francesco aveva mantenuto la sua dignità, come aveva dimostrato con coraggio quando era arcivescovo di Québec. Poi, invece, quando il suo lavoro come prefetto della Congregazione per i vescovi è stato virtualmente compromesso perché la presentazione per le nomine vescovili da due “amici” omosessuali del suo dicastero passava direttamente al papa, bypassando il cardinale, ha ceduto. Un suo lungo articolo su L’Osservatore Romano, in cui si è schierato a favore degli aspetti più controversi dell’Amoris Laetitia, ha rappresentato la sua resa. Eminenza, prima che io partissi per Washington, lei mi parlò delle sanzioni di papa Benedetto nei confronti di McCarrick. Lei ha a sua completa disposizione i documenti più importanti che incriminano McCarrick e molti in curia che li hanno coperti. Eminenza, le chiedo caldamente di voler rendere testimonianza alla verità!

In fine, desidero incoraggiarvi, cari fedeli, fratelli e sorelle in Cristo: non scoraggiatevi mai! Fate vostro l’atto di fede e di completa fiducia in Cristo Gesù, nostro Salvatore, di San Paolo nella sua seconda Lettera a Timoteo, Scio Cui credidi, che ho scelto come mio motto episcopale. Questo è un tempo di penitenza, di conversione, di grazia, per preparare la Chiesa, sposa dell’Agnello, ad essere pronta e vincere con Maria la battaglia contro il drago infernale.

Scio Cui credidi” (2 Tim. 1, 12)

In Te, Gesù, mio unico Signore, ripongo tutta mia fiducia.

Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum” (Rom. 8, 28).

Come ricordo per la mia ordinazione episcopale, conferitami da san Giovanni Paolo II il 26 aprile 1992, avevo scelto un’immaginetta presa da un mosaico della basilica di San Marco, a Venezia. Essa riproduce il miracolo della tempesta sedata. Mi aveva colpito il fatto che nella barca di Pietro, sballottata dalle acque, la figura di Gesù è riprodotta due volte. A prua Gesù dorme profondamente, mentre Pietro dietro di lui cerca di svegliarlo: “Maestro, non t’importa che moriamo?”. Mentre gli apostoli, atterriti, guardano ciascuno in una direzione diversa e non si avvedono che Gesù è ritto in piedi dietro di loro, benedicente, ben al comando della barca. “Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: taci, calmati… Poi disse loro: perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” (Mc. 4, 38-40).

La scena è quanto mai attuale per ritrarre la tremenda bufera che sta attraversando in questo momento la Chiesa, ma con una differenza sostanziale: il successore di Pietro non solo non vede il Signore a poppa che ha sicuramente il pieno controllo della barca, ma nemmeno intende svegliare il Gesù dormiente a prua.

Cristo è forse diventato invisibile al suo vicario? È tentato forse di improvvisarsi come sostituto del nostro unico Maestro e Signore?

Il Signore è ben saldo al comando della barca!

Cristo, Verità, possa essere sempre luce nel nostro cammino.!

29 settembre 2018

Festa di San Michele, Arcangelo

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo tit. di Ulpiana

Nunzio Apostolico

Ecco la testimonianza pubblicata il 19 ottobre 2018 in risposta alla lettera aperta del card. Ouellet:

Nella Memoria dei Martiri dell’America Settentrionale

Testimoniare la corruzione nella gerarchia della Chiesa cattolica è stata per me una decisione dolorosa, e lo è ancora. Ma sono un anziano, uno che sa che presto dovrà rendere conto al Giudice delle proprie azioni e omissioni, che teme Colui che può gettare corpo e anima nell’inferno. Giudice, che pur nella sua infinita misericordia “renderà a ciascuno secondo i meriti il premio o la pena eterna” (Atto di fede). Anticipando la terribile domanda di quel Giudice: “Come hai potuto, tu che eri a conoscenza della verità, rimanere in silenzio in mezzo a tanta falsità e depravazione?” Quale risposta potrei dare?

 

Ho parlato in piena consapevolezza che la mia testimonianza avrebbe provocato allarme e sgomento in molte persone eminenti: ecclesiastici, confratelli vescovi, colleghi con cui ho lavorato e pregato. Sapevo che molti si sarebbero sentiti feriti e traditi. Ho previsto che alcuni a loro volta mi avrebbero accusato e avrebbero messo in discussione le mie intenzioni. E, cosa più dolorosa di tutte, sapevo che molti fedeli innocenti sarebbero stati confusi e sconcertati dallo spettacolo di un vescovo che accusa confratelli e superiori di misfatti, peccati sessuali e di grave negligenza verso il loro dovere. Eppure credo che il mio continuo silenzio avrebbe messo in pericolo molte anime, e avrebbe certamente condannato la mia.  Pur avendo riportato più volte ai miei superiori, e persino al papa, le aberranti azioni di McCarrick, avrei potuto denunciare prima pubblicamente le verità di cui ero a conoscenza. Se c’è qualche mia responsabilità in questo ritardo me ne pento. Esso è dovuto alla gravità della decisione che stavo per prendere ed al lungo travaglio della mia coscienza.

 

Sono stato accusato di aver creato con la mia testimonianza confusione e divisione nella Chiesa. Quest’affermazione può essere credibile solo per coloro che ritengono che tale confusione e divisione fossero irrilevanti prima dell’agosto 2018.  Qualsiasi osservatore spassionato, però, avrebbe già potuto ben vedere la prolungata e significativa presenza di entrambe, cosa inevitabile quando il successore di Pietro rinuncia ad esercitare la sua missione principale, che è quella di confermare i fratelli nella fede e nella sana dottrina morale.  Quando poi con messaggi contraddittori o dichiarazioni ambigue inasprisce la crisi, la confusione si aggrava.

 

Quindi ho parlato. Perché è la cospirazione del silenzio che ha causato e continua a causare enorme danno alla Chiesa, a tante anime innocenti, a giovani vocazioni sacerdotali, ai fedeli in generale.In merito a questa mia decisione, che ho preso in coscienza davanti a Dio, accetto volentieri ogni correzione fraterna, consiglio, raccomandazione ed invito a progredire nella mia vita di fede e di amore a Cristo, alla Chiesa e al papa.

 

Permettetemi di ricordarvi di nuovo i punti principali della mia testimonianza.

 

  • Nel novembre 2000 il nunzio negli Stati Uniti l’arcivescovo Montalvo informò la Santa Sede del comportamento omosessuale del cardinale McCarrick con seminaristi e sacerdoti.
  • Nel dicembre 2006 il nuovo nunzio, arcivescovo Pietro Sambi, informò la Santa Sede del comportamento omosessuale del cardinale McCarrick con un altro prete.
  • Nel dicembre 2006, anch’io scrissi un Appunto al cardinale Segretario di Stato Bertone, che consegnai personalmente al Sostituto per gli Affari Generali, Arcivescovo Leonardo Sandri, chiedendo al papa di prendere misure disciplinari straordinarie contro McCarrick per prevenire futuri crimini e scandali. Questo Appunto non ebbe risposta.
  • Nell’aprile 2008 una lettera aperta a Papa Benedetto da parte di Richard Sipe fu trasmessa dal Prefetto del Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Levada, al Segretario di Stato, Cardinale Bertone, che conteneva ulteriori accuse a McCarrick di andare a letto con seminaristi e sacerdoti. Mi fu consegnata un mese dopo, e nel maggio 2008 io stesso presentai un secondo Appunto all’allora Sostituto per gli Affari Generali, Arcivescovo Fernando Filoni, riferendo le accuse contro McCarrick e chiedendo sanzioni contro di lui. Anche questo secondo mio Appunto non ebbe risposta.
  • Nel 2009 o nel 2010 seppi dal Cardinale Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che papa Benedetto aveva ordinato a McCarrick di cessare il ministero pubblico e iniziare una vita di preghiera e penitenza. Il nunzio Sambi comunicò gli ordini del papa a McCarrick alzando la voce tanto che fu sentita nei corridoi della nunziatura.
  • Nel novembre 2011 il Cardinale Ouellet, nuovo prefetto della Congregazione per i Vescovi, riconfermò a me, nuovo nunzio negli Stati Uniti, le restrizioni disposte dal papa a McCarrick, e io stesso le comunicai a McCarrick faccia a faccia.
  • Il 21 giugno 2013, verso la fine di un incontro ufficiale dei nunzi in Vaticano, papa Francesco mi rivolse parole di rimprovero e difficile interpretazione sull’episcopato americano.
  • Il 23 giugno 2013, incontrai papa Francesco di persona in udienza privata nel suo appartamento per avere chiarimenti, e il papa mi chiese: “Il cardinale McCarrick, com’è?”, parole che io posso solo interpretare come una falsa curiosità per scoprire se fossi alleato o meno di McCarrick. Gli dissi che McCarrick aveva sessualmente corrotto generazioni di preti e seminaristi, e che papa Benedetto gli aveva ordinato di dedicarsi unicamente ad una vita di preghiera e penitenza.
  • McCarrick continuò invece a godere di una speciale considerazione da parte di papa Francesco, il quale anzi gli affidò nuove importanti responsabilità e missioni.
  • McCarrick faceva parte di una rete di vescovi favorevoli all’omosessualità che godendo del favore di papa Francesco hanno promosso nomine episcopali per proteggersi dalla giustizia e rafforzare l’omosessualità nella gerarchia e nella Chiesa in generale.
  • Lo stesso papa Francesco sembra o essere connivente con il diffondersi di questa corruzione o, consapevole di quello che fa, è gravemente responsabile perché non si oppone ad essa e non cerca di sradicarla.

 

Ho invocato Dio come testimone della verità di queste mie affermazioni, e nessuna di esse è stata smentita. Il cardinale Ouellet ha scritto rimproverandomi per la mia temerarietà nell’aver rotto il silenzio e mosso accuse gravi contro i miei confratelli e superiori, ma in verità il suo rimprovero mi conferma nella mia decisione e, anzi, conferma le mie affermazioni, una ad una ed in toto.

 

  • Il Card. Ouellet ammette di avermi parlato della situazione di McCarrick prima che partissi per Washington per iniziare il mio incarico di nunzio.
  • Il Card. Ouellet ammette di avermi comunicato per iscritto condizioni e restrizioni imposte a McCarrick da papa Benedetto.
  • Il Card. Ouellet ammette che queste restrizioni vietavano a McCarrick di viaggiare e di apparire in pubblico.
  • Il Card. Ouellet ammette che la Congregazione per i Vescovi, per iscritto, prima attraverso il nunzio Sambi e poi ancora attraverso di me, ordinò a McCarrick di condurre una vita di preghiera e penitenza.

 

Il Card. Ouellet che cosa contesta?

 

  • Il Card. Ouellet contesta la possibilità che papa Francesco abbia potuto ricordarsi importanti informazioni su McCarrick in un giorno in cui aveva incontrato decine di nunzi e avendo dato a ciascuno solo pochi attimi di conversazione.  Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che, in un secondo incontro privato, ho informato il papa, rispondendo ad una sua domanda su Theodore McCarrick, allora cardinale arcivescovo emerito di Washington, figura preminente nella Chiesa degli Stati Uniti, dicendo al papa che McCarrick aveva sessualmente corrotto i suoi stessi seminaristi e sacerdoti.  Nessun papa pu dimenticarsi questo.
  • Il Card. Ouellet contesta l’esistenza nei suoi archivi di lettere firmate da papa Benedetto XVI o da papa Francesco riguardo alle sanzioni su McCarrick.  Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che aveva nei suoi archivi documenti chiave – indipendentemente dalla provenienza – che incriminano McCarrick e relativi ai provvedimenti presi nei suoi confronti, ed altre prove del cover-up riguardo alla sua situazione. E lo confermo ancora.
  • Il Card. Ouellet contesta l’esistenza negli archivi del suo predecessore, il cardinale Re, di “appunti di udienze” che imponevano a McCarrick le restrizioni citate.  Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che ci sono altri documenti: per esempio, una nota del Card. Re non ex-Audientia SS.mi, oppure a firma del Segretario di Stato o del Sostituto.
  • Il Card. Ouellet contesta che è falso presentare le misure prese nei confronti di McCarrick come “sanzioni” decretate da papa Benedetto e annullate da papa Francesco.  Vero. Non erano tecnicamente “sanzioni”, erano provvedimenti, “condizioni e restrizioni”. Disquisire se erano sanzioni o provvedimenti o che altro è puro legalismo.  Sotto il profilo pastorale è esattamente la stessa cosa.

 

In breve, il cardinale Ouellet ammette le importanti affermazioni che ho fatto e faccio, e contesta le affermazioni che non faccio e non ho mai fatto.

 

C’è un punto su cui devo assolutamente smentire quanto Cardinal Ouellet scrive. Il cardinale afferma che la Santa Sede era a conoscenza solo di semplici “voci”, non sufficienti per poter prendere misure disciplinari contro McCarrick.  Io affermo invece che la Santa Sede era a conoscenza di una molteplicità di fatti concreti ed in possesso di comprovanti documenti, e che nonostante ciò le persone responsabili hanno preferito non intervenire o è stato loro impedito di farlo. I risarcimenti alle vittime degli abusi sessuali di McCarrick dell’arcidiocesi di Newark e della diocesi di Metuchen, le lettere di P. Ramsey, dei nunzi Montalvo nel 2000 e Sambi nel 2006, del Dott. Sipe nel 2008, i miei due Appunti al riguardo ai superiori della Segreteria di Stato che descrivevano nei dettagli le accuse concrete contro McCarrick, sono solo voci? Sono corrispondenza ufficiale, non pettegolezzi da sacrestia. I delitti denunciati erano gravissimi, vi erano anche quelli dell’assoluzione di complici in atti turpi, con successiva celebrazione sacrilega della Messa. Questi documenti specificano l’identità dei perpetratori, quella dei loro protettori e la sequenza cronologica dei fatti. Sono custoditi negli archivi appropriati; non è necessaria alcuna indagine straordinaria per recuperarli.

 

Nelle accuse fatte pubblicamente contro di me ho notato due omissioni, due silenzi drammatici. Il primo silenzio è sulle vittime.  Il secondo è sulla causa principale di tante vittime, cioè sul ruolo dell’omosessualità nella corruzione del sacerdozio e della gerarchia. Per quanto riguarda il primo silenzio, è sconvolgente che, in mezzo a tanti scandali e indignazione, si abbia così poca considerazione per coloro che sono state vittime di predatori sessuali da parte di chi era stato ordinato ministro del Vangelo. Non si tratta di regolare i conti o di questioni di carriere ecclesiastiche. Non è una questione di politica. Non è una questione di come gli storici della chiesa possano valutare questo o quel papato. Si tratta di anime! Molte anime sono state messe e sono ancora in pericolo per la loro salvezza eterna.

 

Per quanto riguarda il secondo silenzio, questa gravissima crisi non può essere correttamente affrontata e risolta fintanto che non chiamiamo le cose con il loro vero nome. Questa è una crisi dovuta alla piaga dell’omosessualità, in coloro che la praticano, nelle sue mozioni, nella sua resistenza ad essere corretta. Non è un’esagerazione dire che l’omosessualità è diventata una piaga nel clero e che può essere debellata solo con armi spirituali. È un’ipocrisia enorme deprecare l’abuso, dire di piangere per le vittime, e però rifiutare di denunciare la causa principale di tanti abusi sessuali: l’omosessualità. È un’ipocrisia rifiutarsi di ammettere che questa piaga è dovuta ad una grave crisi nella vita spirituale del clero e non ricorrere ai mezzi per porvi rimedio.

 

Esistono senza dubbio nel clero violazioni sessuali anche con le donne e, anche queste creano grave danno alle anime di coloro che le praticano, alla Chiesa e alle anime di coloro che corrompono. Ma queste infedeltà al celibato sacerdotale sono solitamente limitate agli individui immediatamente coinvolti; non tendono di per sé a promuovere, a diffondere simili comportamenti, a coprire simili misfatti; mentre schiaccianti sono le prove di come la piaga dell’omosessualità sia endemica, si diffonda per contagio, con radici profonde difficili da sradicare.

 

È accertato che i predatori omosessuali sfruttano il loro privilegio clericale a loro vantaggio. Ma rivendicare la crisi stessa come clericalismo è puro sofisma. È fingere che un mezzo, uno strumento, sia in realtà la causa principale.

La denuncia della corruzione omosessuale, e della viltà morale che le permette di crescere, non incontra consensi e solidarietà ai nostri giorni, purtroppo nemmeno nelle più alte sfere della Chiesa. Non mi sorprende che nel richiamare l’attenzione su queste piaghe, io sia accusato di slealtà verso il Santo Padre e di fomentare una ribellione aperta e scandalosa Ma la ribellione implicherebbe spingere gli altri a rovesciare il papato. Io non sto esortando a nulla del genere. Prego ogni giorno per papa Francesco più di quanto abbia mai fatto per gli altri papi. Chiedo, anzi scongiuro ardentemente, che il Santo Padre faccia fronte agli impegni che ha assunto. Accettando di essere il successore di Pietro, ha preso su di sé la missione di confermare i suoi fratelli e la responsabilità di guidare tutte le anime nella sequela di Cristo, nel combattimento spirituale, per la via della croce. Ammetta i suoi errori, si penta, dimostri di voler seguire il mandato dato a Pietro e, una volta ravvedutosi, confermi i suoi fratelli (Luca 22,32).

Concludendo, desidero ripetere il mio appello ai miei confratelli vescovi e sacerdoti che sanno che le mie affermazioni sono vere e che sono in condizione di poterlo testimoniare, o che hanno accesso ai documenti che possono risolvere questa situazione al di là di ogni dubbio. Anche voi siete di fronte ad una scelta. Potete scegliere di ritirarvi dalla battaglia, continuare nella cospirazione del silenzio e distogliere lo sguardo dall’avanzare della corruzione. Potete inventare scuse, compromessi e giustificazioni che rimandano il giorno della resa dei conti. Potete consolarvi con la doppiezza e l’illusione che sarà più facile dire la verità domani e poi ancora il giorno dopo.

 

Oppure, potete scegliere di parlare. Fidatevi di Colui che ci ha detto, “la verità vi renderà liberi”. Non dico che sarà facile decidere tra il silenzio e il parlare. Vi esorto a considerare quale scelta sul letto di morte e davanti al giusto Giudice non avrete a pentirvi di aver preso.

+ Carlo Maria Viganò                                                                                             19 Ottobre 2018

Arcivescovo tit. di Ulpiana                                                                              Memoria dei Martiri

Nunzio Apostolico                                                                                dell’America Settentrionale

On the Memory of the North American Martyrs

To bear witness to corruption in the hierarchy of the Catholic Church was a painful decision for me, and remains so. But I am an old man, one who knows he must soon give an accounting to the judge for his actions and omissions, one who fears Him who can cast body and soul into hell. A judge, even in his infinite mercy, will render to every person salvation or damnation according to what he has deserved. Anticipating the dreadful question from that judge — “How could you, who had knowledge of the truth, keep silent in the midst of falsehood and depravity?” — what answer could I give?

I testified fully aware that my testimony would bring alarm and dismay to many eminent persons: churchmen, fellow bishops, colleagues with whom I had worked and prayed. I knew many would feel wounded and betrayed. I expected that some would in their turn assail me and my motives. Most painful of all, I knew that many of the innocent faithful would be confused and disconcerted by the spectacle of a bishop’s charging colleagues and superiors with malfeasance, sexual sin, and grave neglect of duty. Yet I believe that my continued silence would put many souls at risk, and would certainly damn my own. Having reported multiple times to my superiors, and even to the pope, the aberrant behavior of Theodore McCarrick, I could have publicly denounced the truths of which I was aware earlier. If I have some responsibility in this delay, I repent for that. This delay was due to the gravity of the decision I was going to take, and to the long travail of my conscience.

I have been accused of creating confusion and division in the Church through my testimony. To those who believe such confusion and division were negligible prior to August 2018, perhaps such a claim is plausible. Most impartial observers, however, will have been aware of a longstanding excess of both, as is inevitable when the successor of Peter is negligent in exercising his principal mission, which is to confirm the brothers in the faith and in sound moral doctrine. When he then exacerbates the crisis by contradictory or perplexing statements about these doctrines, the confusion is worsened.

Therefore I spoke. For it is the conspiracy of silence that has wrought and continues to wreak great harm in the Church — harm to so many innocent souls, to young priestly vocations, to the faithful at large. With regard to my decision, which I have taken in conscience before God, I willingly accept every fraternal correction, advice, recommendation, and invitation to progress in my life of faith and love for Christ, the Church and the pope.

Let me restate the key points of my testimony.

• In November 2000 the U.S. nuncio Archbishop Montalvo informed the Holy See of Cardinal McCarrick’s homosexual behavior with seminarians and priests.

• In December 2006 the new U.S. nuncio, Archbishop Pietro Sambi, informed the Holy See of Cardinal McCarrick’s homosexual behavior with yet another priest.

• In December of 2006 I myself wrote a memo to the Secretary of State Cardinal Bertone, and personally delivered it to the Substitute for General Affairs, Archbishop Leonardo Sandri, calling for the pope to bring extraordinary disciplinary measures against McCarrick to forestall future crimes and scandal. This memo received no response.

• In April 2008 an open letter to Pope Benedict by Richard Sipe was relayed by the Prefect of the CDF, Cardinal Levada, to the Secretary of State, Cardinal Bertone, containing further accusations of McCarrick’s sleeping with seminarians and priests. I received this a month later, and in May 2008 I myself delivered a second memo to the then Substitute for General Affairs, Archbishop Fernando Filoni, reporting the claims against McCarrick and calling for sanctions against him. This second memo also received no response.

• In 2009 or 2010 I learned from Cardinal Re, prefect of the Congregation of Bishops, that Pope Benedict had ordered McCarrick to cease public ministry and begin a life of prayer and penance. The nuncio Sambi communicated the Pope’s orders to McCarrick in a voice heard down the corridor of the nunciature.

• In November 2011 Cardinal Ouellet, the new Prefect of Bishops, repeated to me, the new nuncio to the U.S., the Pope’s restrictions on McCarrick, and I myself communicated them to McCarrick face-to-face.

• On June 21, 2013, toward the end of an official assembly of nuncios at the Vatican, Pope Francis spoke cryptic words to me criticizing the U.S. episcopacy.

• On June 23, 2013, I met Pope Francis face-to-face in his apartment to ask for clarification, and the Pope asked me, “il cardinale McCarrick, com’è (Cardinal McCarrick — what do you make of him)?”– which I can only interpret as a feigning of curiosity in order to discover whether or not I was an ally of McCarrick. I told him that McCarrick had sexually corrupted generations of priests and seminarians, and had been ordered by Pope Benedict to confine himself to a life of prayer and penance.

• Instead, McCarrick continued to enjoy the special regard of Pope Francis and was given new responsibilities and missions by him.

• McCarrick was part of a network of bishops promoting homosexuality who exploiting their favor with Pope Francis manipulated episcopal appointments so as to protect themselves from justice and to strengthen the homosexual network in the hierarchy and in the Church at large.

• Pope Francis himself has either colluded in this corruption, or, knowing what he does, is gravely negligent in failing to oppose it and uproot it.

I invoked God as my witness to the truth of my claims, and none has been shown false. Cardinal Ouellet has written to rebuke me for my temerity in breaking silence and leveling such grave accusations against my brothers and superiors, but in truth his remonstrance confirms me in my decision and, even more, serves to vindicate my claims, severally and as a whole.

• Cardinal Ouellet concedes that he spoke with me about McCarrick’s situation prior to my leaving for Washington to begin my post as nuncio.

• Cardinal Ouellet concedes that he communicated to me in writing the conditions and restrictions imposed on McCarrick by Pope Benedict.

• Cardinal Ouellet concedes that these restrictions forbade McCarrick to travel or to make public appearances.

• Cardinal Ouellet concedes that the Congregation of Bishops, in writing, first through the nuncio Sambi and then once again through me, required McCarrick to lead a life of prayer and penance.

What does Cardinal Ouellet dispute?

• Cardinal Ouellet disputes the possibility that Pope Francis could have taken in important information about McCarrick on a day when he met scores of nuncios and gave each only a few moments of conversation. But this was not my testimony. My testimony is that at a second, private meeting, I informed the Pope, answering his own question about Theodore McCarrick, then Cardinal archbishop emeritus of Washington, prominent figure of the Church in the US, telling the pope that McCarrick had sexually corrupted his own seminarians and priests. No pope could forget that.

• Cardinal Ouellet disputes the existence in his archives of letters signed by Pope Benedict or Pope Francis regarding sanctions on McCarrick. But this was not my testimony. My testimony was that he has in his archives key documents – irrespective of provenance – incriminating McCarrick and documenting the measures taken in his regard, and other proofs on the cover-up regarding his situation. And I confirm this again.

• Cardinal Ouellet disputes the existence in the files of his predecessor, Cardinal Re, of “audience memos” imposing on McCarrick the restrictions already mentioned. But this was not my testimony. My testimony is that there are other documents: for instance, a note from Card. Re not ex-Audientia SS.mi, or signed by the Secretary of State or by the Substitute.

• Cardinal Ouellet disputes that it is false to present the measures taken against McCarrick as “sanctions” decreed by Pope Benedict and canceled by Pope Francis. True. They were not technically “sanctions” but provisions, “conditions and restrictions.” To quibble whether they were sanctions or provisions or something else is pure legalism. From a pastoral point of view they are exactly the same thing.

In brief, Cardinal Ouellet concedes the important claims that I did and do make, and disputes claims I don’t make and never made.

There is one point on which I must absolutely refute what Cardinal Ouellet wrote. The Cardinal states that the Holy See was only aware of “rumors,” which were not enough to justify disciplinary measures against McCarrick. I affirm to the contrary that the Holy See was aware of a variety of concrete facts, and is in possession of documentary proof, and that the responsible persons nevertheless chose not to intervene or were prevented from doing so. Compensation by the Archdiocese of Newark and the Diocese of Metuchen to the victims of McCarrick’s sexual abuse, the letters of Fr. Ramsey, of the nuncios Montalvo in 2000 and Sambi in 2006, of Dr. Sipe in 2008, my two notes to the superiors of the Secretariat of State who described in detail the concrete allegations against McCarrick; are all these just rumors? They are official correspondence, not gossip from the sacristy. The crimes reported were very serious, including those of attempting to give sacramental absolution to accomplices in perverse acts, with subsequent sacrilegious celebration of Mass. These documents specify the identity of the perpetrators and their protectors, and the chronological sequence of the facts. They are kept in the appropriate archives; no extraordinary investigation is needed to recover them.

In the public remonstrances directed at me I have noted two omissions, two dramatic silences. The first silence regards the plight of the victims. The second regards the underlying reason why there are so many victims, namely, the corrupting influence of homosexuality in the priesthood and in the hierarchy. As to the first, it is dismaying that, amid all the scandals and indignation, so little thought should be given to those damaged by the sexual predations of those commissioned as ministers of the gospel. This is not a matter of settling scores or sulking over the vicissitudes of ecclesiastical careers. It is not a matter of politics. It is not a matter of how church historians may evaluate this or that papacy. This is about souls. Many souls have been and are even now imperiled of their eternal salvation.

As to the second silence, this very grave crisis cannot be properly addressed and resolved unless and until we call things by their true names. This is a crisis due to the scourge of homosexuality, in its agents, in its motives, in its resistance to reform. It is no exaggeration to say that homosexuality has become a plague in the clergy, and it can only be eradicated with spiritual weapons. It is an enormous hypocrisy condemn the abusre, claim to weep for the victims, and yet refuse to denounce the root cause of so much sexual abuse: homosexuality. It is hypocrisy to refuse to acknowledge that this scourge is due to a serious crisis in the spiritual life of the clergy and to fail to take the steps necessary to remedy it.

Unquestionably there exist philandering clergy, and unquestionably they too damage their own souls, the souls of those whom they corrupt, and the Church at large. But these violations of priestly celibacy are usually confined to the individuals immediately involved. Philandering clergy usually do not recruit other philanderers, nor work to promote them, nor cover-up their misdeeds — whereas the evidence for homosexual collusion, with its deep roots that are so difficult to eradicate, is overwhelming.

It is well established that homosexual predators exploit clerical privilege to their advantage. But to claim the crisis itself to be clericalism is pure sophistry. It is to pretend that a means, anw instrument, is in fact the main motive.

Denouncing homosexual corruption and the moral cowardice that allows it to flourish does not meet with congratulation in our times, not even in the highest spheres of the Church. I am not surprised that in calling attention to these plagues I am charged with disloyalty to the Holy Father and with fomenting an open and scandalous rebellion. Yet rebellion would entail urging others to topple the papacy. I am urging no such thing. I pray every day for Pope Francis — more than I have ever done for the other popes. I am asking, indeed earnestly begging, the Holy Father to face up to the commitments he himself made in assuming his office as successor of Peter. He took upon himself the mission of confirming his brothers and guiding all souls in following Christ, in the spiritual combat, along the way of the cross. Let him admit his errors, repent, show his willingness to follow the mandate given to Peter and, once converted let him confirm his brothers (Lk 22:32).

In closing, I wish to repeat my appeal to my brother bishops and priests who know that my statements are true and who can so testify, or who have access to documents that can put the matter beyond doubt. You too are faced with a choice. You can choose to withdraw from the battle, to prop up the conspiracy of silence and avert your eyes from the spreading of corruption. You can make excuses, compromises and justification that put off the day of reckoning. You can console yourselves with the falsehood and the delusion that it will be easier to tell the truth tomorrow, and then the following day, and so on.

On the other hand, you can choose to speak. You can trust Him who told us, “the truth will set you free.” I do not say it will be easy to decide between silence and speaking. I urge you to consider which choice– on your deathbed, and then before the just Judge — you will not regret having made.

October 19, 2018
Memory of the
North American Martyrs

+ Carlo Maria Viganò
Tit. Archbishop of Ulpiana
Apostolic Nuncio

Il 14 gennaio 2019 l’arcivescovo Viganò ha pubblicato una lettera aperta diretta all’arcivescovo McCarrick:

Lettera a McCarrick

Caro Arcivescovo McCarrick,

Come è stato riferito da notizie dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, le accuse contro di lei per crimini contro minori e per abusi contro seminaristi saranno esaminate e giudicate molto presto con procedura amministrativa.

Qualsiasi sia la decisione presa dall’autorità suprema della Chiesa, quello che davvero importa e che ha addolorato quelli che le vogliono bene e pregano per lei, è il fatto che durante questi mesi lei non abbia mai dato alcun segno di pentimento.  Io sono tra quelli che pregano per la sua conversione, perché lei si penta e chieda perdono alle vittime e alla Chiesa.

Il tempo sta per finire, ma lei può ancora confessare e pentirsi dei suoi peccati, crimini e sacrilegi, e farlo pubblicamente, dato che essi sono diventati pubblici.  La sua salvezza eterna è a rischio.

Ma qualcos’altro di estrema importanza è anche in gioco.  Lei, paradossalmente, ha a sua disposizione un immenso dono di grande speranza da parte del Signore Gesù; si trova in una condizione in cui può fare un gran bene per la Chiesa.  Infatti, lei è in una condizione in cui può fare per la Chiesa qualcosa più importante di tutte le buone opere che lei abbia mai fatto durante tutta la sua vita. Un pentimento pubblico da parte sua procurerebbe una misura straordinaria di guarigione ad una Chiesa gravemente ferita e sofferente.  È disposto ad offrire alla Chiesa questo dono?  Cristo è morto per tutti noi quando eravamo ancora peccatori (Rom. 5,8). Lui ci chiede solo di rispondere col pentimento e con fare il bene che ci è dato di fare.  Il bene che lei è in grado di fare adesso è di offrire alla Chiesa il suo sincero e pubblico pentimento.  Farà questo dono alla Chiesa?

La imploro, si penta pubblicamente dei suoi peccati, così che la Chiesa ne gioisca e lei abbia a presentarsi davanti al tribunale di Nostro Signore purificato dal Suo sangue. La prego, non renda vano per lei il Suo sacrificio sulla croce.  Cristo, il Nostro Signore Buono, continua ad amarla.  Riponga tutta la sua fiducia nel Suo Sacro Cuore. E preghi Maria, come io e molti altri stiamo facendo, chiedendole di intercedere per la salvezza della sua anima.

“Maria Mater Gratiae, Mater Misericordiae, Tu nos ab hoste protege et mortis hora suscipeʺ

Maria Madre della Grazia, Madre di Misericordia, proteggici dal nemico e accoglici nell’ora della morte.

Suo fratello in Cristo,

+ Carlo Maria Viganò

Domenica, 13 Gennaio 2019

Festa del Battesimo del Signore

Sant’Ilario di Poitiers


Letter to McCarrick

Dear Archbishop McCarrick,

As has been reported as a news by the Congregation for the Doctrine of the Faith, the accusations against you for crimes against minors and abuses against seminarians are going to be examined and judged very soon with an administrative procedure.

No matter what decision the supreme authority of the Church takes in your case, what really matters and what has saddened those who love you and pray for you is the fact that throughout these months you haven’t given any sign of repentance.  I am among those who are praying for your conversion, that you may repent and ask pardon of your victims and the Church.

Time is running out, but you can confess and repent of your sins, crimes and sacrileges, and do so publicly, since they have themselves become public. Your eternal salvation is at stake.

But something else of great importance is also at stake.  You, paradoxically, have at your disposal an immense offer of great hope for you from the Lord Jesus; you are in a position to do great good for the Church.  In fact, you are now in a position to do something that has become more important for the Church than all of the good things you did for her throughout your entire life.  A public repentance on your part would bring a significant measure of healing to a gravely wounded and suffering Church.  Are you willing to offer her that gift?  Christ died for us all when we were still sinners (Rom. 5: 8). He only asks that we respond by repenting and doing the good that we are given to do.  The good that you are in a position to do now is to offer the Church your sincere and public repentance.  Will you give the Church that gift?

I implore you, repent publicly of your sins, so as to make the Church rejoice and present yourself before the tribunal of Our Lord cleansed by His blood. Please, do not make His sacrifice on the cross void for you. Christ, Our Good Lord, continues to love you. Put your entire trust in His Sacred Heart. And pray to Mary, as I and many others are doing, asking her to intercede for the salvation of your soul.

“Maria Mater Gratiae, Mater Misericordiae, Tu nos ab hoste protege et mortis hora suscipeʺ. Mary Mother of the Grace, Mother of Mercy, protect us from the enemy and welcome us in the hour of death.

Your brother in Christ,

+ Carlo Maria Viganò

Sunday, January 13, 2019

The Baptism of the Lord

Saint Hilary of Poitiers


SIMPOSIUM DEL NATIONAL CATHOLIC REGISTER SUL SUMMIT SUGLI ABUSI. RESO NOTO IL 15 FEBBRAIO 2019. ORIGINALE IN INGLESE, TRADUZIONE NOSTRA.

Thank you for inviting me to take part in this symposium on “Abuse and the Way to Healing” in anticipation of the upcoming bishops’ summit at the Vatican. My contribution will draw on my personal experience of 51 years of priesthood.

It is evident to all that a primary cause of the present terrible crisis of sexual abuse committed by ordained clergy, including bishops, is the lack of proper spiritual formation of candidates to the priesthood. That lack, in turn, is largely explained by the doctrinal and moral corruption of many seminary formators, corruption that increased exponentially beginning in the 1960s.

I entered a pontifical seminary in Rome and began my studies at the Gregorian University when I was 25 years old. It was 1965, just months before the end of Vatican II. I couldn’t help but notice, not only in my own college but also in many others in Rome, that some seminarians were very immature and that these houses of formation were marked by a general and very serious lack of discipline.

A few examples will suffice. Seminarians sometimes spent the night outside my seminary, as the supervision was woefully inadequate. Our spiritual director was in favor of priestly ordination ad tempus — the idea that ordained priesthood could be a merely temporary status.

At the Gregorian, one of the professors of moral theology favored situation ethics. And some classmates confided to me that their spiritual directors had no objection to their presenting themselves for priestly ordination despite their unresolved and continual grave sins against chastity.

Certainly, those who suffer from deep-seated same-sex attraction should never be admitted to seminary. Moreover, before any seminarian is accepted for ordination, he must not only strive for chastity but actually achieve it. He must already be living chaste celibacy peacefully and for a prolonged period of time, for if this is lacking, the seminarian and his formators cannot have the requisite confidence that he is called to the celibate life.

Bishops have the paramount responsibility for the formation of their candidates to the priesthood. Any bishop who has covered up abuse or seduction of minors, vulnerable adults or adults under a priest’s pastoral care, including seminarians, is not fit for that responsibility or for any episcopal ministry and should be removed from his office.

I am praying intensely for the success of the February summit. Although I would rejoice greatly if the summit were successful, the following questions reveal that there is no sign of a genuine willingness to attend to the real causes of the present situation:

Why will the meeting focus exclusively on the abuse of minors? These crimes are indeed the most horrific, but the crises in the United States and Chile that have largely precipitated the upcoming summit have to do with abuses committed against young adults, including seminarians, not only against minors. Almost nothing has been said about sexual misconduct with adults, which is itself a grave abuse of pastoral authority, whether or not the relationship was “consensual.”

Why does the word “homosexuality” never appear in recent official documents of the Holy See? This is by no means to suggest that most of those with a homosexual inclination are abusers, but the fact remains that the overwhelming majority of abuse has been inflicted on post-pubescent boys by homosexual clerics. It is mere hypocrisy to condemn the abuse and claim to sympathize with the victims without facing up to this fact honestly. A spiritual revitalization of the clergy is necessary, but it will be ultimately ineffectual if it does not address this problem.

Why does Pope Francis keep and even call as his close collaborators people who are notorious homosexuals? Why has he refused to answer legitimate and sincere questions about these appointments? In doing so he has lost credibility on his real will to reform the Curia and fight the corruption.

In my third testimony, I begged the Holy Father to face up to the commitments he himself made in assuming his office as Successor of Peter. I pointed out that he took upon himself the mission of confirming his brothers and guiding all souls in following Christ along the way of the cross. I urged him then, and I now urge him again, to tell the truth, repent, show his willingness to follow the mandate given to Peter and, once converted, to confirm his brothers (Luke 22:32).

I pray that the bishops gathered in Rome will remember the Holy Spirit, whom they received with the imposition of hands, and carry out their responsibility to represent their particular Churches by firmly asking for, and insisting on, an answer to the above questions during the summit.

Indeed, I pray that they will not return to their countries without proper answers to these questions, for to fail in this regard would mean abandoning their own flocks to the wolves and allowing the entire Church to suffer dreadful consequences.

Despite the problems I have described, I continue to have hope, because the Lord will never abandon his Church.

Grazie per avermi invitato a partecipare a questo simposio su “Abuso e via di guarigione” in previsione del prossimo Vertice dei vescovi in ​​Vaticano. Il mio contributo attingerà alla mia esperienza personale di 51 anni di sacerdozio.

È evidente a tutti che una causa primaria dell’attuale terribile crisi di abusi sessuali commessa dal clero ordinato, inclusi i vescovi, è la mancanza di un’adeguata formazione spirituale dei candidati al sacerdozio. Questa mancanza, a sua volta, è ampiamente spiegata dalla corruzione dottrinale e morale di molti formatori dei seminari, una corruzione che è aumentata esponenzialmente a partire dagli anni ’60.

Sono entrato in un seminario pontificio a Roma e ho iniziato i miei studi all’Università Gregoriana quando avevo 25 anni. Era il 1965, pochi mesi prima della fine del Vaticano II. Non potei fare a meno di notare, non solo nel mio stesso collegio, ma anche in molti altri a Roma, che alcuni seminaristi erano molto immaturi e che queste case di formazione erano segnate da una generale e molto seria mancanza di disciplina.

Alcuni esempi saranno sufficienti. A volte i seminaristi passavano la notte fuori dal mio seminario, poiché la supervisione era tristemente inadeguata. Il nostro direttore spirituale era favorevole all’ordinazione sacerdotale ad tempus – l’idea che il sacerdozio ordinato potesse essere uno status meramente temporaneo.

Alla Gregoriana, uno dei professori di teologia morale favoriva l’etica della situazione. E alcuni compagni di classe mi confidarono che i loro direttori spirituali non avevano obiezioni al fatto che si presentassero all’ordinazione sacerdotale, nonostante i loro peccati irrisolti e continui gravi contro la castità.

Certamente, coloro che soffrono di un’attrazione dello stesso sesso profondamente radicata non dovrebbero mai essere ammessi al seminario. Inoltre, prima che qualsiasi seminarista sia accettato per l’ordinazione, egli non deve solo cercare la castità, ma realmente realizzarla. Egli deve già vivere casto il celibato pacificamente e per un periodo di tempo prolungato, perché se questo manca, il seminarista e i suoi formatori non possono avere la necessaria sicurezza che sia chiamato alla vita celibe.

I vescovi hanno la responsabilità fondamentale della formazione dei loro candidati al sacerdozio. Qualsiasi vescovo che abbia coperto abuso o seduzione di minori, adulti vulnerabili o adulti sotto la cura pastorale di un sacerdote, inclusi i seminaristi, non è adatto a tale responsabilità o per qualsiasi ministero episcopale e dovrebbe essere rimosso dal suo ufficio.

Prego intensamente per il successo del vertice di febbraio. Sebbene mi rallegrerei molto se il vertice avesse successo, le seguenti questioni rivelano che non vi è alcun segno di una genuina disponibilità ad affrontare le vere cause della situazione attuale:

Perché l’incontro si concentrerà esclusivamente sull’abuso di minori? Questi crimini sono davvero i più orribili, ma le crisi negli Stati Uniti e in Cile che hanno in gran parte accelerato il prossimo vertice riguardano gli abusi commessi contro giovani adulti, inclusi i seminaristi, non solo contro i minori. Quasi nulla è stato detto sulla cattiva condotta sessuale verso gli adulti, che è essa stessa un grave abuso di autorità pastorale, indipendentemente dal fatto che la relazione fosse “consensuale” o meno.

Perché la parola “omosessualità” non compare mai nei recenti documenti ufficiali della Santa Sede? Questo non significa affatto che la maggior parte di coloro che hanno una inclinazione omosessuale siano abusatori, ma resta il fatto che la stragrande maggioranza degli abusi è stata inflitta a ragazzi post-puberali da chierici omosessuali. È pura ipocrisia condannare l’abuso e pretendere di simpatizzare con le vittime senza affrontare onestamente questo fatto. È necessaria una rivitalizzazione spirituale del clero, ma alla fine sarà inefficace se non affronterà questo problema.

Perché Papa Francesco mantiene e chiama addirittura come suoi stretti collaboratori persone che sono notoriamente omosessuali? Perché si è rifiutato di rispondere a domande legittime e sincere su queste nomine? In tal modo ha perso credibilità sulla sua reale volontà di riformare la Curia e combattere la corruzione.

Nella mia terza testimonianza, ho pregato il Santo Padre di far fronte agli impegni che egli stesso ha assunto assumendo il suo ufficio come Successore di Pietro. Ho fatto notare che si è assunto la missione di confermare i suoi fratelli e guidare tutte le anime nel seguire Cristo lungo la via della croce. L’ho esortato allora, e ora lo esorto di nuovo, a dire il vero, a ravvedersi, a mostrare la sua disponibilità a seguire il mandato dato a Pietro e, una volta convertito, a confermare i suoi fratelli (Luca 22:32).

Prego che i vescovi riuniti a Roma ricordino lo Spirito Santo, che hanno ricevuto con l’imposizione delle mani, e si facciano carico della loro responsabilità di rappresentare le loro Chiese particolari chiedendo fermamente, e insistendo, una risposta alle domande di cui sopra durante il vertice.

Anzi, prego che non tornino nei loro paesi senza risposte adeguate a queste domande, perché fallire su questo punto significherebbe abbandonare il proproi gregge ai lupi e permettere a tutta la Chiesa di subire conseguenze terribili.

Nonostante i problemi che ho descritto, continuo ad avere speranza, perché il Signore non abbandonerà mai la sua Chiesa.








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62 commenti

  • Colaus de Arce ha detto:

    Sembra che il Vaticano sia prossimo ad un…..chiarimento ( mi pare più un provvedimento).

    ” la Santa Sede sta per formulare gli eventuali e necessari chiarimenti” link
    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-09/papa-francesco-c9.html

    Staremo a vedere.

  • Gaetano2 ha detto:

    Ragazzi, è chiaro che questo non è papa, e tra l’altro questo spiegherebbe tutto, ad ogni modo mi dissocio da questa affermazione…

  • Nicola B. ha detto:

    Preghiamo e facciamo sacrifici per il Clero che si è traviato.

    http://www.lanuovabq.it/it/gli-scandali-spiegati-da-suor-lucia-al-popolo-ingannato

  • Adriana ha detto:

    Caro , dolcissimo Spettrino,
    continuo e concludo la mia risposta alla Sua intemerata che ho letto in ritardo.
    Mi appare “strano ” che uno come Lei ,difensore di Bergoglio in quanto Papa , dichiari di non seguirlo -in buona sostanza-ma di procedere per la- Sua Via -(?) di fede catechistica . Di un catechismo soggetto a continui cambiamenti dovuti al Papa medesimo. Mi appare “strano” che Ella si ritenga onorato e onorevole nonostante , a Suo disonore, abbia scelto il fantasmatico nick name su consiglio del Figlio d’Anima del card. Coccopalmerio .( Un nome ,una Garanzia).Mi pare e parve ” strana ” soprattutto la serie dei suoi interventi esattissimamente ” Burosairici” a proposito del Bambino Alfie . ( in particolare sulla illiceità dell’estrema unzione). Quelli ,per me, e magari per me sola, sono e sono stati INDIMENTICABILI .Altro che l’immagine priva di rispetto umano della Monroe e di rispetto divino per la Madonna.

  • Cesare Baronio ha detto:

    Il comportamento bifronte del Sedicente suscita sconcerto in quanti non hanno voluto cogliere sin dall’inizio la sua doppiezza, la scaltra capacità di adattarsi all’interlocutore già denunciate nel 2013 da quanti lo conoscevano. Elogiare mons. Viganò e fingere ipocritamente un appoggio alla battaglia antiabortista della signora Davis, per poi mostrarsi “infuriato” con altri Prelati è tipico del personaggio, e lascia ampia materia di analisi agli esperti di psichiatria. Sdoppiamento della personalità, o piuttosto falsità e disonestà eretta ad instrumentum regni?

    Certo è che il coraggio di mons. Viganò – che non risparmia severi giudizj nei confronti del Sedicente e lo invita ore rotundo a dimettersi – dovrebbe risvegliare i molti, troppi Presuli che tacciono o si limitano a parlare in modo troppo prudente.

    Il discredito gettato dalla setta conciliare sulla Chiesa di Cristo è gravissimo, e causa di scandalo per i semplici. Ma può esser salutare premessa di una purificazione.

  • Adriana ha detto:

    Caro Spettrino dolce ,
    che più dolce non si può ,
    femminilmente dico: ” L’onore è mio e lo gestisco io “. Rilevo che : non ha preso atto della mia esortazione a leggersi i testi di Lorenzo Valla . Non era un incentivo ad abbracciare l’eresia ma a conoscere e meditare su testi densi di sapere. Oggi non si usa ,oppure ne è impedito dall’ignoranza della lingua latina ? Si è offeso al mio paragone con il cagnolino della Voce del Padrone. Io amo i cagnolini: quello è particolarmente delizioso. Non è un ” Cagnaccio selvaggio “. Oh ! no. S. Franceso, aduso ai Lupi , l’avrebbe amato. Il paragone tra don Camillo e don Chicchì nasce dalla Sua citazione -al negativo- di un personaggio letterario del povero Guareschi -il cui stile può non piacere – ma la cui anima sensibile ha informato le coscienze di molti Cristiani. Non desidero entrare nei meandri della Sua mente che risponde a tale paragone con la citazione della povera Marylin Monroe (il diavolo delle tentazioni di S. Antonio) e della Madonna ( la Vergine per eccellenza citata in maniera chiaramente blasfema ).
    I suoi paragoni sono degni di Evola. Lei si inalbera di fronte a qualunque critica mirante alla sostanza accampando difetti (o delitti ) di forma. Non ad un innocuo, grazioso cagnolino dovevo paragonarLa ma a Hudson Lowe,-il custode di Napoleone a S. Elena-,che interpretò in maniera stolida e becera gli ordini che gli venivano da Londra mancando completamente di umanità e di rispetto al ” custodito”. Esiste un suo diario dove egli si meraviglia del disprezzo dei suoi pari che lo evitavano nei clubs e nei pubs.Eppure egli aveva ” obbedito alla lettera alle regole”…

  • Adriana ha detto:

    Gentile Tosatti ,di fronte a questa schifo-sissima faccenda riguardante il lato B della neo-chiesa non mi permetto certo di ergermi a giudice , per quanto la apparente democratizzazione della medesima sembrerebbe invitarmi a ricoprire -come altri fratelli- tale ruolo. Mi limito – col Suo permesso nel Suo sito.- ad invitare alla lettura dell’ultimo articolo di M. Veneziani : illuminante per cultura ed equilibrio e per il profondo dolore che esprime sugli ultimi avvenimenti della Curia e le ultime esternazioni papali. http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-papa-contro-i-cani-selvaggi/ Ricordo che i più solerti “islamofili” diedero della “cagna sporca” alla Fallaci. Che nessun altro precedente Pontefice si servì di questa -islamica-terminologia neppure di fronte agli ” uomini della Brigate Rosse “. Le trasmetto -vale quello che vale attraverso un canale spagnolo- le ultime “rivelazioni ” del Card. Cupich sul progetto a brevissimo termine di questo Papa . Il ” Progetto” di obbligare i Cattolici a “cancellare” i tesori più importanti della Fede – Eucaristia,dogmi ecc…-in favore del Nuovo Imperativo ( o Sacramento ?) : quello del Dialogo con le altre fedi e con gli atei. Mi stia bene . Il Lavoro che svolge è encomiabile. Con affettuoso rispetto , Adriana.

    • wp_7512482 ha detto:

      L’ho letto questa mattina. Mi sembra che dica cose molto giuste.

      • Adriana ha detto:

        Non nutrivo dubbi sulla Sua comprensione. Ciononostante la Sua risposta mi conforta.

        • Nicola B. ha detto:

          Adriana, a suo tempo anche Fra Cristoforo e Finan di Lindisfarne del sito Anonimi della Croce, preannunciarono con I famosi ” Spifferi ” ( provenienti da cattolici che lavorano in Vaticano” ) la realizzazione di questo ” progetto” . Da molti sono stati presi come propagatori di fake news, esaltati, fabbricanti di menzogne e calunnie sul papato. Adesso tutti i nodi stanno venendo al pettine e la verità un po’ alla volta sta emergendo. Il tempo è galantuomo.

          • Adriana ha detto:

            Nicola B.,
            il tempo è galantuomo….Mi sa che nel ” frattempo” questo Papa riuscirà a esser premiato per la seconda volta col premio Carlo Magno per i servizi resi alla neo-fede.

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Caro Direttore:
    Le escribo en español para que no exista por mi parte errores de traducción.
    Dos cosas que no hay que olvidar de Jorge Mario cuando dice que “guarda silencio”.
    1ª. En su trepa carrera clerical ha demostrado que cuando Jorge Mario “guarda silencio” no hablan las piedras hablan sus “chupamedias”. Dos ejemplos:
    A). Cuando Maradona llamó públicamente en una emisora de radio “hijo de puta” a Juan Pablo II, Jorge Mario guardó silencio y salió su adjunto clérigo “chupamedias” a decir que eso no estaba bien.
    B). Cuando Benedicto XVI escribió sobre el islam, Jorge Mario guardó silencio y fue otra vez el mismo clérigo “chupamedias” quien atacó duramente a Benedicto, y Jorge Mario también guardó silencio por esas duras declaraciones.
    Recuerde el caso escrito por Omar Bello sobre el funcionario que Jorge Mario pedía a gritos su despido, y después en su misma cara le decía: “¿Por qué te echaron?” “¿Quién fue?”, pp 36-37:
    https://moimunnanblog.files.wordpress.com/2016/08/fran.pdf
    O el caso Mario Palmaro, cuando el “misericordioso” Francisco llamó a Mario para “consolarle” en lugar de llamar al clérigo “chupamedias” que le expulsó de Radio María.
    Francisco no es una mala persona, o un mal Papa, o un Papa dictador: es simplemente ¡satánico!
    Última advertencia, si Francisco “guarda silencio…” :¡cuidado con las trampas! cuidado con lo que dicen que dijo Francisco a uno y este lo declaró, o no le dijo nada Francisco y el uno dijo que dice que dijo Francisco.
    Por ejemplo, esto bien podría ser una trampa:
    https://www.corrispondenzaromana.it/larcivescovo-vigano-punito-per-aver-detto-la-verita/
    Saluti.

  • Re Vermiglio ha detto:

    Dottor Tosatti,

    Nel memoriale è scritto questo

    “In ogni caso, quello che è certo è che papa Benedetto inflisse a McCarrick le suddette sanzioni canoniche e che esse gli furono comunicate dal Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi.”

    Domanda: premesso che io credo alla buona Fede di Viganò, come rispondere a chi afferma che in realtà ha mentito perché quell sanzioni sarebbero state private e non formali (ci sono anche articoli in proposito su alcuni siti turiferari)?

    Grazie.

  • Nicola B. ha detto:

    Silenzio di Avvenire su le accuse dell’Arcivescovo Viganò ma come al solito MAI silenzio sui ” migranti ” . MAI MAI MAI.

    Rassegna stampa delle 00:30 Titolo di Avvenire di giovedì 6 Settembre. FUGA DALL’ INFERNO LIBICO. É ORA DI ISTITUIRE CORRIDOI UMANITARI. Eccome no…..siamo riusciti a ridurre del 87% gli sbarchi grazie all’accordo con i libici ed ora ce li andiamo a prendere direttamente con gli aerei per accontentare Avvenire & Company…..Non sanno più come farci invadere…..

    P.S ovviamente massima ” copertura ” ovvero difesa d’ufficio per quei 50 “scheletri” denutriti eritrei che fuggivano da guerre e che una volta accolti dalla CEI si sono dati alla fuga. In un campionato mondiale di arrampicata sugli specchi tra Avvenire ed il PD non so mica chi vince, è una bella lotta. La realtà per loro non esiste più, ormai c’è SOLO l’ideologia.

  • virro ha detto:

    Mons. Viganò con il suo dolore ci doni la santa benedizione.
    La Tota Pulcra, sia la Sua forza e tutto ciò di cui ha bisogno per proseguire.
    In milioni siamo con Lei.

  • PG ha detto:

    sconcertante!

  • Lucy ha detto:

    @Maria Cristina
    analisi perfetta.
    @Gmz
    Giusto ! Quella ell’irritazione di Bergoglio per i quattro matrimoni della Davis è l’ennesima menzogna che propina .Non ha fatto una piega ad incontrare vescovesse lesbiche , amici omosessuali con compagni conviventi e si sarebbe scandalizzato perchè non sarebbe stato informato dei 4 matrimoni di una che non è nemmeno cattolica? Il fulcro dell’incontro era la libertà religiosa e il diritto all’obiezione di coscienza non altro.Il resto? Distorcere l’attenzione su una presunta irritazione su qualcosa di cui non poteva importargli nulla.
    Ma chi ci può cascare?

  • Tommaso ha detto:

    Interessante articolo di G. Agnoli su La Verità di oggi: lega la morte di papa Luciani alla longa manus dei gesuiti. Da approfondire.
    Che Viganò stia attento ai suoi spostamenti e faccia in modo di far perdere traccia di sé. Nelle sacre mura non perdonano chi “fa male alla chiesa” … intelligenti pauca.
    Facciano attenzione anche i coraggiosi che lo sostengono.
    Paolo vi soffrì atrocemente per quel famoso fumo entrato nel sacro palazzo. Aveva commissionato un dossier con rivelazioni eclatanti che sparì.
    Giovanni Paolo I morì di morte improvvisa. Pare che anche lui avesse sotto mano – nella sua camera da letto – dei dossier riservati riguardanti la massoneria ecclesiastica di cui non si trovò traccia l’indomani del decesso.
    Giovanni Paolo ii subì un attentato.
    Benedetto xvi … è storia vocina e nota.
    Poi sappiamo come sono andate e stanno andando le cose.

  • Massimo S. ha detto:

    ” Il silenzio di fronte al male è esso stesso un male: Dio non ci riterrà innocenti. Non parlare è parlare. Non agire è agire”

    Dietrich Bonhoeffer

    • Vittorio ha detto:

      Lei sta citando chi per molti cattolici potrebbe essere un eretico solo perche’ discende da Lutero😉. Ma Cristo e’ di Vega, di Paolo, di Ratzinger o di Bergoglio, di Lefebvre o di Alessandro VI? Chi non e’ contro di noi e’ con noi. Non gli impedire di scacciare i demoni (Vangelo).

  • Anima smarrita ha detto:

    E per distogliere l’attenzione da fatti scabrosi e volgerla all’esaltazione del “muto” per convenienza, questa l’operazione di marketing ormai nauseante, in spregio al Vangelo «non sappia la tua destra…», sempre con il supporto dell’Elemosiniere e con lo strombazzare della stessa Elemosineria
    https://ilsismografo.blogspot.com/2018/09/italia-il-saluto-del-santo-padre-ai.html

    • deutero.amedeo ha detto:

      E mentre la chiesa manda i gelati in 36 + 4 scappano! ……

      • Anima smarrita ha detto:

        I gelati – recita il comunicato – sono stati offerti da una ditta produttrice che voleva condividerli con i più bisognosi. Almeno in questo caso hanno comunicato il “vero” . Che poi qualche giornalista , televisivo e di siti internet , abbia sparato la notizia che siano stati regalati dal Papa ai migranti di Rocca di Papa, beh! è il risultato di una propaganda martellante a proposito della “sua ” carità senza limiti. O forse per attutire il fatto del giorno relativo a quei 40 che risultano irreperibili e che – hanno tenuto a precisare i responsabili – hanno libertà di movimento, non sono prigionieri ? A stretto giro non è mancata la risposta di Salvini, precisa ,riguardo al rinvio in Italia se dovessero essere ritrovati in qualche altro Paese.

    • matteo ha detto:

      Codesto cardinale avrà un grembiule nel cassetto?

  • Vittorio ha detto:

    Io non ci capisco. Son robe da “legulei”. O da persone che riescono a concentrarsi (non il sottoscritto). Ho un po’ preso in giro Mons. Vigano’ e gli chiedo scusa. Non giudico nessuno. Sono o almeno penso di essere consapevole, che le cose che IN FONDO si rimproverano a Francesco sono altre. Papi peccatori, bugiardi, sodomiti, son sempre esistiti. La domanda che mi pongo e’: esistono precedenti di rimozioni papali? Cosa prevede il canone?

    Io pongo la mia speranza nel Signore, attraverso la sua chiesa, ma lo prego anche se ne venissi esautorato (più di quanto sono) di non perdere la fede la speranza e la voglia di obbedirgli (che poi non e’ automatico). E’ anche vero che per peccare mortalmente ci vuole pieno consenso e deliberata avvertenza. Per questo lascio il giudizio ULTIMO a Dio. E apprezzo che, mentre la chiesa CANONIZZA, non danni nessuno, ufficialmente. In fondo, non e’ un piccolo segno che NONOSTANTE TUTTO la chiesa dura da 2000 anni, nonostante gli uomini? Dio non avrebbe potuto spazzarla via GIA’ prima?

    • deutero.amedeo ha detto:

      i 2000 anni non provano nulla. Il buddismo dura da circa 2500 anni e l’Islam da 1400. Le ragioni per credere e per sperare sono altre.

      • Anonimo verace ha detto:

        Siamo certi che il buddismo duri da 2500 anni ?

        • deutero.amedeo ha detto:

          Io non lo so perché non ero ancora nato ma i libri di storia dicono che il buddismo è stato fondato in India (Nepal) da Siddhartha Gautama detto Buddha nel VI secolo a.C.

          • Vittorio ha detto:

            Io credo per dono. Ho chiesto la fede nel nome di Gesu’ ed e’ arrivata. Sono iperazionale e scettico, di personalita’.
            Pero’ non so in cosa credere, QUI. Parlo a livello PERSONALE, dovro’ aspettare la morte per entrare nel Regno? Sa chi mi ha dato la fede? Una persona cattiva, protestante convinta. In loro vedo miracoli. Ma non sono quelli che mi fanno credere. So bene che il cervello non lo conosciamo e puo’ essere un illusione. Ma credo. L’ unica cosa che posso fare e’ chiedere perdono a Dio, anche se penso che lui perdoni. Il cardinale, il grande cardinale Siri, dicono morì chiedendo perdono a Dio.

            http://www.tracceperlameta.org/esce-ce-vita-la-vita-non-abbiate-paura-libro-cino-tortorella-mago-zurli-conduttore-dello-lo-zecchino-doro/

          • Vittorio ha detto:

            Volevo linkare questo.
            Debbo dire che ritengo vere le cose, le tragedie, racgontate nel libro. Morte del padre a capodanno prima della sua nascita, morte della sorellina, la fede della madre e lui….ne santo ne diavolo…non bigotto!! Mi pare che prima del concilio si dicesse :”extra ecclesia, nulla Salus”. Poi ci si aprì.
            E se Dio fosse più misericordioso di quel che teniamo? E se si salvasse anche un buon mussulmano che opera il bene con il cuore? Non tutti, nella storia, son stati e sono raggiunto dal Vangelo. E se Dio fosse Amore? C e un dato, che ritengo EVIDENTE, nella “scienza teologica”. Gesu’ non e’ mai piu’ tornato (presto). E’ tutto razionalmente assurdo. Ci si basa su una resurrezione non probabile, e su un mancato ritorno (per gli ebrei avvento, per i mussulmani ritorno).

            Io penso che Dio, FORSE, sembra che tardi perche’ vuol andare il male da ogni ultimo essere umano. Questa e’ misericordia. Per la ragione teodicea.

            https://youtu.be/uYeKHySjDmU

          • Anonimo verace ha detto:

            Allora perché gli ortodossi commemorano sabato prossimo I santi Baarlam e Joasaph, principe delle Indie Ed il re Abenner suo padre ?

      • Vittorio ha detto:

        @ deuteroamedeo

        E quali sono? Le ragioni per credere e sperare? E poi in COSA sperare? Non e’ una domanda per prenderla in giro, anzi, so che ha una certa eta’ e la vedo battagliero. In cosa spera lei?

        Cordiali saluti

        PS: confesso che a me questa vita fa paura (sono nella mezza eta’).

        • deutero.amedeo ha detto:

          Nella realtà e ineluttabilità della morte vedo l’unica speranza di conoscere, un giorno, la Verità, quella vera, al di là e al di sopra di tutte le illazioni, fantasie, supposizioni, invenzioni, menzogne raccontateci dagli uomini di ogni religione e di ogni tempo per spiegare l’inspiegabile mistero della vita.

    • Vittorio ha detto:

      AGGIUNTA
      Avevo saltato un pezzo. Credo che il problema sia che alcuni avvertono che Francesco tocca la dottrina.
      Dal punto di vista morale vi furono papi rinascimentali piu’ “discutibili”.
      Se poi avesse mentito, un certo Pietro su Gesù Cristo davanti alla serva del sommo sacerdote ma nessuno penso’ di scalzarlo da papà, TUTTI gli uomini sbagliano!
      Quindi mi pare si ritorni li, si puo’ DIMETTERE un papa CONTRO LA SUA VOLONTA’?

  • Massimo S. ha detto:

    Credo che un utile sussidio per comprendere a fondo la situazione in cui si è sviluppata e, purtroppo, continuerà a svilupparsi la crisi della Chiesa negli Stati Uniti sia la lettura del libro di Rod Dreher, “L’Opzione Benedetto” (Ed. San Paolo) , in particolare il capitolo 8 .
    Temo che tale situazione sia ormai in via di sviluppo anche da noi e che la Chiesa stia rincorrendo il mondo con la speranza, stolta, di esorcizzarne il male.

    • Vittorio ha detto:

      Tutto concorda alla volonta’ di Dio. Gesu’ poteva essere salvato da Pietro con la spada? Ando’ al patibolo. Pensare che il regno di Dio sia il punto Omega della storia, un evoluzione morale e non un intervento divino, non collima con il CCC.

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Caro Direttore:
    L’unica via d’uscita che rimane al profetizzato “Pastore stolto e Falso profeta” Francesco è il suo profetizzato attentato che gli sarà dato da morto, ma ritornerà “miracolosamente” alla vita: Mano di Dio! Mano di Dio!
    Conclusione: “sulle Francesco sta la Mano di Dio!”.
    Dove si nasconderanno quelli che come cani selvaggi attaccavano Francesco…?
    Io da nessuna parte perché l’ho scritto da quando uscì eletto Francesco il profetizzato “Pastore stolto e Falso profeta.”
    Saluti.
    Estimado Director:
    La única salida que le queda al profetizado “Pastor necio y Falso profeta” Francisco es su profetizado atentado, que se le dará por muerto, pero volverá “milagrosamente” a la vida: ¡Mano de Dios! ¡Mano de Dios!
    Conclusión: “¡sobre Francisco está la Mano de Dios!”.
    ¿Dónde se esconderán los que como perros salvajes atacaban a Francisco…?
    Yo en ninguna parte porque lo tengo escrito desde que salió elegido Francisco el profetizado “Pastor necio y Falso profeta”.
    Saludos.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Ho letto quanto scrive il sito ALETEIA in difesa del Papa.
    Per Aleteia il Papa non risponde perché quando i nodi sono intricati la contrapposizione può creare più danni, mentre offrirsi vittima stando in silenzio mette in risalto, col tempo, l’azione del demonio.
    Può essere, ma allora Aleteia non si sta conformando al silenzio del Papa ma sta fomentando la contrapposizione.
    Oppure agisce come un organismo terzo, non direttamente coinvolto dalle polemiche, partendo però dal presupposto che Viganò ha agito sotto l’impulso del demonio. Una posizione non obiettiva, soprattutto per dei giornalisti.
    I fatti infatti dicono infatti che il Papa avrebbe DOVUTO avere le carte di Benedetto XVI su McCarrick, per cui dare per scontato la malizia di Viganò solo perché non è lui ad essere il Papa, mi sembra pretestuoso, per non dire da lecchini.
    Faccio però anche una terza ipotesi. Che effettivamente la faccenda rappresenta un NODO INTRICATO.
    Ma come fa ad essere complicata una faccenda SEMPLICISSIMA? Se il Papa non sapeva, non c’è nulla di intricato: non sapeva e basta.
    Se c’è un nodo intricato vuol dire che il Papa sapeva, ma aveva delle RAGIONI, forse anche molto serie, per tacere.
    Forse però, a questo punto, la tanto predicata TRASPARENZA sarebbe l’unica strada per minimizzare lo scandalo.
    Cosa c’è di più umile e mite di un non rispondere alle accuse nella TRASPARENZA più totale (specialmente a quseto punto della storia)?
    Se il Papa avesse coperto in buona fede, come, se lo avesse fatto, sono certo che sia, se lo ammette, come accusarlo di malizia? Non solo, sarebbe anche più difficile affermare che ha certamente sbagliato, perché col senno del poi è più facile parlare.
    Io ritengo che la trasparenza, a questo punto, sia la via migliore.

    • Maria Cristina ha detto:

      Saro’cinica ma per me la spiegazione e’molto terra terra: e pratica : follow the money!Tutti sapevano del “vizietto” del card. McCarrick, ma se ne fregavano perche’ questo popolarissimo cardinale era una potenza, anche economica, un mago a raccogliere fondi e sponsor a favore della Chiesa cattolica, amico dei Bush, era un personaggio liberal , progressista, del partito politico ecclesistico che ha appoggiato.la candidatura di Bergoglio. Altri cardinali americani “conservatori”come Chaput vengono definiti da Bergoglio stes s o “di destra” e per lui erano dei “nemici”.
      E allora se il.card. McCarrick e’ di sinistra , e’un.amico, se finan z ia massivamente l a Chiesa, se e’un entusiasta apostolo della linea Bergoglio, e’chiaro che Bergoglio pur sapendo tutto ha chiuso come si dice un occhio sulla vita sessuale del.potente porporato. E avrebbe continuato a chiudere un occhio o anche due se la magistratura americana non avesse scoperto un vero e proprio reato di abuso del McCarrick su un minore. Di fronte alla p edofilia Bergoglio non ha piu’potuto continuare a far finta di nulla come, aveva fatto di fronte alle semplici liasons dangereuses del cardinale con i seminaristi adulti.
      E’stata l’inchiesta dei giudici americani.non Vigano’ che ha sco perchiato il vaso di Pandora e ha rotto le uova nel paniere.
      Di fronte poi alla testimonianza di Vigano’ il.papa non ha potuto smentire nettamente le affermazioni di Vigano’ perche’molto.probabilmente sono vere e perche’non sa quali.prove Vigano’possiede. I suoi avvocati (di Bergoglio)l’avranno.consigliato di non smentire cio che poi potrebbe invece essere provato.per vero, perche’in tal caso cadrebbe in fragranza di menzogna. Insomma di stare attento a quel.che dichiarava, perche’si puo’ritorcere contro di lui.
      Di qui.il.silenzio e le “pose “da vittima e da Gesu’Cristo flagellato chepossono commuovere il pubblico.

      • Astore da Cerquapalmata ha detto:

        Il suo ragionamento no fa una grinza. Perfetto.
        Io sono partito da presupposti più benevoli per il Papa, sperando siano veri.

      • GMZ ha detto:

        Cara MC,
        Credo lei abbia messo a fuoco l’intera vicenda.
        La mia sensazione è che Bergoglio abbia una fifa matta che, a fronte di una smentita, Viganò possa assestargli un colpo da mandarlo al tappeto.
        Per ora il KO è solo tecnico, ma Bergoglio ne sta uscendo con il viso pesto; vedasi anche le accuse tosto rilanciate in Germania dalla ZDF, come riportato da LifeSiteNews.
        Ossequi.

      • Luigi ha detto:

        Concordo col tuo pensiero Maria Cristina.
        Di fronte a Mammona sono stati tutti zitti.

      • Alessandro2 ha detto:

        L’Harvey Weinstein della Chiesa.

  • Lucidator ha detto:

    Mi chiedo come, anche di fronte a tali immensi e tremendi squarci di verità, possa continuare a esistere la Chiesa Cattolica.
    E parlando di Chiesa Cattolica non mi riferisco ovviamente a quella dell’apparato bergogliano che la sta affossando, ma a quella dei pochi (tanti?) che restano fedeli alla dottrina di sempre e ai quali è però negato il diritto di cittadinanza nell’Unica Chiesa da loro stessi riconosciuta.
    Forse aveva totalmente e profondamente ragione Marcel Lefebvre.

  • deutero.amedeo ha detto:

    Se questo è il chiacchiericcio che sta sulle corna di S.S. Bertoldo (pardon: Bergoglio) ben venga il chiacchiericcio.
    E anche quel santo cardinale (nominato di passaggio due volte nel documento) che si dice gli abbia urlato (più o meno): Ti abbiamo eletto per riformare la Chiesa, non per distruggerla !

  • Sulcitano ha detto:

    Miserere nos Domine!

    • deutero.amedeo - biblista ha detto:

      [3] Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
      gia troppo ci hanno colmato di scherni,

      [4] noi siamo troppo sazi
      degli scherni dei gaudenti,
      del disprezzo dei superbi.

      Salmo 123, 3-4
      Sine glossa!

  • GMZ ha detto:

    Se ben ricordo, il papa si sia lagnato del fatto che Viganò gli avrebbe taciuto dei quattro matrimoni della Sig.ra Davis.
    Se è vero, avremmo un papa che si rifiuta di giudicare i trascorsi sodomitici di un suo collaboratore, ma che si formalizza per quelli adulterini di una fedele.
    Il “chi sono io per giudicare” vale solo per gli amichetti?
    Ossequi.

    • Luigi ha detto:

      Sì infatti, solo per la Davis ha fatto il puritano. Per concedere la Comunione a tutti i divorziati (senza un minimo di regola) o ai protestanti sposati a cattolici non c’è problema.
      Questa sì che è ipocrisia farisaica, altro che accusare i cattolici “tradizionalisti” di cecità.

  • francesco ha detto:

    Caro Tosatti, il memoriale è troppo piccolo e sgranato. Si può trascrivere?

  • Vittorio ha detto:

    Non era necessario . Era Bergoglio che doveva portare prove a sua discolpa. Finalmente leggiamo qualche documento 🤣