DISPACCI DALLA CINA. UNA RISPOSTA A GIOVAGNOLI E MELLONI. NUOVA RUBRICA DI “NOSTRE INFORMAZIONI”.

23 Luglio 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari Stilumcurialisti, il Maestro Porfiri ci ha mandato come di consueto i suoi Dispacci dalla Cina, che da oggi si arricchiscono di una rubrica ulteriore, quella delle “Nostre informazioni”. In essa troveranno posto sia le notizie che il M° Porfiri riceve dalle sue fonti al di là di quella che era una volta la Barriera di Bambù, sia notizie di altre fonti che sono utili a disegnare un affresco della situazione religiosa nel Paese. E probabilmente dai prossimi numeri ci sarà qualche altra sorpresa…

 

Una questione di amore

Sento spesso dire che coloro che mostrano dubbi per l’accordo tra Cina e Vaticano alle presenti condizioni (non contro l’accordo in generale, ma alle presenti condizioni!) non amano la Chiesa, il Papa o la Cina. In realtà per quello che mi riguarda e per coloro che io conosco e con cui sento una comunanza ideale, queste riserve vengono invece fatte proprio perché si ama la Chiesa, il Papa e la Cina.

Penso che sia lecito criticare alcune posizioni in materia sociale, politica o ecclesiale del Pontefice mantenendo rispetto per la sua figura. Personalmente mi dà molto fastidio leggere commenti sul Papa che trascendono nel linguaggio. Malgrado tutti i limiti umani, il Papa è sempre il Papa e va protetto pure quando non ci troviamo in sintonia. Quindi le critiche non sono mai (e dico mai) mirate a minare la sua autorità papale ma solo a spingere ad ulteriore riflessione su un tema in cui si pensa si stia per commettere un enorme errore. Se si critica argomentando e non offendendo stiamo esercitando il nostro diritto di battezzati garantito anche dal Codice di Diritto Canonico.

Per quanto riguarda la Cina, non solo ci ho vissuto, ma ho legami familiari imprescindibili con il mondo cinese. Ho una grande passione per la Cina, ma una passione lucida, la passione di coloro che hanno vissuto lì, frequentano quel mondo, ne leggono costantemente e sono in grado di vederne le tante grandezze ma anche le non poche miserie.

 

Alleanze? Non direi proprio…

Un recente scritto di Agostino Giovagnoli (storico di area Sant’Egidio) su Avvenire informa che sul Global Times, giornale vicino al governo cinese, viene ipotizzata una visita di Papa Francesco in Cina. Nell’articolo, come non infrequentemente accade, viene citata una possibile ricerca di alleanze del Cardinale Joseph Zen con i “conservatori” della Chiesa. Non si dimentichi che “conservatore, tradizionalista, destra, etc.” sono considerati nel moderno ecclesialese come insulti. Il vero Cattolico è quello di tendenza liberal, progressista, di sinistra. Gli altri vengono “misericordiosamente” emarginati.

No, il Cardinale, per quello che osservo, non cerca nessuna alleanza con i conservatori, ma cerca di condividere con persone di buona volontà le sue preoccupazioni.

Se il Papa potesse visitare Pechino un giorno perché le condizioni lo consentono, con una effettiva politica di rispetto per il fenomeno religioso da parte del governo cinese, ne saremmo tutti, e dico tutti, contenti. Al momento il problema non è una visita del Papa, ma la totale mancanza di condizioni che la renderebbero possibile.

 

Buoni e cattivi. Soprattutto cattivi…

Un recente articolo del professor Alberto Melloni su La Repubblica (ripreso su www.francescomacri.wordpress.com), di cui ho letto con interesse vari testi in passato, parla della situazione sino-vaticana. Ora, chi mi legge non avrà difficoltà ad intuire che la mia area culturale è agli antipodi rispetto quella del professor Melloni, comunque questo non mi ha mai prevenuto nel portare rispetto anche a chi la pensa differentemente da me. Non è sempre facile.

Nell’articolo Melloni ha parlato di varie cose su cui non mi soffermo, ma voglio citare questo passaggio: <Non sono dei normali “conservatori” quelli che impugnano il suo magistero [del Papa], il suo stile pastorale, la sua predicazione del Cristo povero, e via via tutti i suoi atti fino all’atteggiamento verso la Cina. Una zavorra reazionaria, in un corpo vasto come quello cattolico, non fa alcun danno: anzi, educa alla magnanimità verso chi, quando doveva usarla, se l’era dimenticata. Ma i cardinali anti-bergogliani e tutti i loro monsignorini non sono “conservatori”: sono pupi, talora innocenti, spesso patetici, giocati su un palcoscenico politico molto più grande di loro in cui è in gioco il vangelo. E quella scena su cui si muove uno come Steve Bannon, profeta e bancomat di un cattolicesimo identitario, autoritario, antisemita, xenofobo, fobico, che guadagna consenso in tutta una fascia nera che taglia l’Europa dalla Polonia all’Italia e punta a decostruire l’Unione agitando amuleti religiosi avvelenati. È quel mondo che considera l’impegno del papa per la pace, la fraternità coi poveri, l’impegno del dialogo una iattura contro cui agire e far agire ogni forza divisiva>. Da quando identitario è un insulto? Da quando da questa parola deriva essere antisemita, xenofobico, e via dicendo? Da quando un conservatore va identificato con una zavorra reazionaria? Il defunto cardinale Tauran diceva che può dialogare solo chi è ben saldo nella propria fede, nella propria identità religiosa, potremmo dire.

Ma perché nel mondo che si oppone a quello identitario si tenta di combattere non le idee ma le persone che le portano? Perché si cerca sempre di squalificare le persone per cercare di contrastare le idee chiamandole identitarie, omofobiche, razziste, xenofobe, intolleranti e via dicendo? Io posso solo dire, che chi si permette di avere dubbi, anche marginali, sulla vulgata corrente, viene non emarginato – non misericordiosamente; isolato – e non con tolleranza -; reso “innocuo” – ma senza tatto. E siamo poi sicuri che i cinesi si rallegrino del ritratto di papa Francesco offerto dal Professor Melloni? Per quello che li conosco, mi permetto di dubitarne e molto.

 

Accordo? Un opinione da Hong Kong

In un articolo dal titolo “China cannot be trusted on Sino-Vatican deal” pubblicato su UcaNews che riprende un altro articolo in cinese del 20 maggio, John Chung, presidente della Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Hong Kong, dice tra l’altro: “The signing of the Sino-Vatican agreement is all talk. Some noted that China is still not able to set a date for signing, causing speculation about whether Beijing has good faith. The Chinese Communist Party (CCP) regularly violates human rights and breaks agreements. It twisted its promise to allow Hong Kong to implement its “one country, two systems” policy of autonomy. Hong Kong people have suffered for it”. Questa idea che forse a Pechino non tutti sono entusiasti di un possibile accordo, l’ho ascoltata da più parti. Perché, si chiedono, tornare indietro?

Certo il signor Chung afferma la buona fede di Papa Francesco nel portare avanti questa trattativa, una buona fede in cui tutti vogliamo credere. Ma le buone intenzioni non sono sempre abbastanza: “Unfortunately, the concept of the Sino-Vatican agreement was built on this Achilles’ heel, but the negotiation focus was thought to be that “the church can be free to survive normally and to have communion with the pope.” However, under the CPP’s totalitarian regime, ordinary people must rely on the mercy of the CCP. How could such a fragile agreement guarantee the religious freedom of the Catholic Church?”. Una domanda interessante, che ci facciamo tutti.

 

La Chiesa di Dio Onnipotente si diffonde sempre più.

Sentirete spesso parlare di questo movimento religioso, la Chiesa di Dio Onnipotente. In effetti esso ha conosciuto uno sviluppo straordinario in Cina, come al suo tempo il Falun Gong ed è stato per questo oggetto di severa repressione da parte del governo cinese. Ne parla diffusamente il CESNUR nel suo quaderno per il 2018.

Per i seguaci di questo movimento di origine protestante, il Dio Onnipotente si sarebbe incarnato in una donna cinese, Yang Xiangbin (1973), che dal 1991 avrebbe cominciato a profetizzare e le cui parole dai suoi devoti venivano considerate alla stregua di quelle di Gesù, di Dio stesso. Il movimento conobbe uno sviluppo straordinario, milioni di persone seguiranno queste teorie.

Ora, il discorso qui come per il Falun Gong non è quello di accettare quello che questi movimenti predicano, in quanto non lo possiamo certamente accettare. Ma se essi perseguono i loro fini religiosi senza turbare l’ordine pubblico, non devono essere perseguitati o imprigionati in quanto, può toccare a loro come a chiunque altro pacificamente cercasse di professare la propria fede.

 

Un’immagine forte, ma che aiuta a capire la Cina di oggi.

Il noto scrittore cinese Yu Hua, richiesto da Marco del Corona in un suo libro di descrivere la Cina oggi dice: “La Cina di oggi… Beh, mi viene da pensare a una suora: una suora che si è liberata ed è diventata una puttana.” Certamente una immagine forte, ma mi sembra efficace. Lo scrittore spiega meglio la sua metafora: “È una metafora per dire che quando ci si libera da uno stato di oppressione si arriva all’estremo opposto prima di approdare a una qualche forma di stabilità, di equilibrio.” La metafora è affascinante, pur se non si può negare che la Cina dall’oppressione, in effetti, non si è ancora liberata e sarà da vedere attraverso quali processi culturali sarà in grado di trovare la sua forma di stabilità, il punto di equilibrio. Questo perché se l’arricchimento materiale diviene il criterio unico della crescita, senza tenere conto della dimensione spirituale lato sensu, questo punto di equilibrio potrebbe essere veramente difficile da trovare.

 

Il giusto uso della forza con Pechino serve.

Il giornalista Patrick Poon, in un articolo dal titolo “Liu Xia’s Freedom Shows China Can Still Be Pressured” su www.foreignpolicy.com del 13 luglio, mostra come un giusto uso della forza ha i suoi effetti sul governo cinese che, come detto più volte, rispetta molto di più chi mostra forza che arrendevolezza. Si parla qui del caso di Liu Xia, vedova del premio Nobel e dissidente cinese Liu Xiaobo, fatta partire per la Germania dopo un lungo periodo di detenzione domestica nella sua madrepatria.

 

Persecuzioni durante la rivoluzione culturale

Un interessante articolo su Églises d’Asie dal nome Le témoignage de Teresa Xia, mère catholique et victime de la Révolution culturelle, ci ricorda della persecuzione a cui fu sottoposta Teresa Xia durante quel periodo (1966-1976) della turbolenta recente storia cinese, un periodo raccontato anche dallo storico Frank Dikotter nel suo The Cultural Revolution: A People’s History, 1962—1976.

Teresa Xia (1920-1969) fu brutalmente maltrattata dalle guardie rosse per aver osato professare la sua fede cattolica apertamente e senza nascondersi. Essa fu sottoposta ad ogni tipo di umiliazione fisica e morale. Anche se alcuni cattolici furono costretti a rinnegare la propria fede, lei non la rinnegò mai.

 

Nostre informazioni

Le autorità cinesi coltivano alcuni leader buddisti tibetani locali in funzione anti Dalai Lama: “Il buddismo tibetano, un ramo del quale è la religione principale della Mongolia, è divenuto oggetto di particolare attenzione da parte del Fronte unito, nel quadro della “sinicizzazione” delle religioni proclamata dal Partito comunista cinese di Xi Jinping. Che nel suo discorso programmatico sulle religioni del 2016 egli affermava con chiarezza che non vi devono essere attività religiose al di fuori del controllo del Partito”. Prosegue l’articolo: “La politica religiosa del Partito comunista, infatti, comporta sia la repressione che la cooptazione. La cooptazione delle religioni e di altre forze non appartenenti al Partito, sia all’interno che all’esterno della Cina, è il lavoro del Dipartimento del Fronte Unito (UFWD). Sebbene le tattiche del Fronte siano una creazione leninista, portata negli anni Venti al Partito comunista cinese da consulenti sovietici, il sistema che il Fronte usa per gestire la religione è un’innovazione post-Comintern il cui parallelo più vicino è nella Corea del Nord. Per sopravvivere come strumenti “patriottici” del Partito, le religioni “importate” come il cristianesimo e il buddismo devono subire la “sinicizzazione” (中国化). La massima “ama il Paese, ama la religione” (爱国爱教) riassume ciò che il Partito si aspetta dai credenti” (12 luglio, AsiaNews).

Articolo interessante di Jan Weidenfeld dal titolo “Can China Replace the U.S. in Europe?”, in cui si ipotizza un tentativo della Cina di acquistare influenza in Europa a scapito degli USA. Questa, diciamo noi, potrebbe essere una ragione per intensificare le chances di raggiungere un accordo con il Vaticano, il che darebbe un grande ritorno di immagine (12 luglio, ChinaFile)

La sezione di Yizhuang della Zion’s Church di Pechino è stata forzata dalle autorità locali a chiudere. Essa negli ultimi mesi è stata sottoposta a misure restrittive sempre maggiori, conseguenza delle nuove restrizioni sulle attività religiose che sono entrate in vigore del primo febbraio 2018. Malgrado avessero pagato l’affitto per i prossimi due anni per i locali in cui usavano riunirsi, il proprietario degli stessi ha chiesto agli occupanti di lasciarli liberi (14 luglio, ChinaAid).

Vengono fatte delle ipotesi sulla morte del vescovo Zeng Jingmu, morto nel 2016 e appartenente alla Chiesa cattolica clandestina. Questo Vescovo durante la sua vita era rimasto sempre fedele a Roma rifiutando di entrare nella Chiesa patriottica. Le autorità locali avevano presentato la sua morte come avvenuta a causa di una caduta, ma alcuni fatti suggeriscono che altre spiegazioni potrebbero essero più che plausibili (16 luglio, Bitter Winter).

In un articolo titolato “Is China’s atheist Communist Party trying to eradicate Islam”?, il più importante giornale di Hong Kong in lingua inglese, il cui proprietario è il mega miliardario Jack Ma (Alibaba), in buonissimi rapporti con il governo di Pechino, denuncia chiaramente i tentativi delle autorità di limitare le attività dei musulmani sul suo territorio, nella provincia di Guansu, facendo seguito alla repressione già da anni esistente nello Xinjiang (16 luglio, South China Morning Post). Del resto questo trend è stato denunciato anche in un articolo di Bitter Winter del 16 luglio dal nome Disappearing Mosques of Xinjiang. Un articolo del 19 luglio di Ucanews dal titolo Mass incarceration of Uyghurs could backfire on the Party riporta che sono stati “rieducati” tra 500.000 e 1.000.000 di persone in questa regione.

Sempre più chiese protestanti riconosciute ufficialmente, nella provincia dell’Henan, sono costrette a tirare giù le croci dalle proprie facciate. Anche una Chiesa nella provincia dello Jiangxi, con la scusa di essere non sicura, è stata distrutta (16 e 17 luglio, Bitter Winter).

Arrestati quattro credenti facente parti del movimento Chiesa di Dio Onnipotente nella città di Chongqing. L’arresto è avvenuto dopo che la polizia aveva fatto una retata in uno dei loro luoghi di incontro. Il controllo verso questo movimento religioso, come un tempo per il Falun Gong, è sempre più stretto. Sembra che oltre 30 membri di questo gruppo siano stati arrestati in un mese. Recentemente anche la provincia dello Jiangsu si è unita allo sforzo per eradicare questo movimento. Nella provincia di Liaoning sono state arrestate 500 persone dal 26 al 28 giugno (16, 17 e 19 luglio, Bitter Winter).

Una donna di 71 anni, leader di una chiesa domestica nell’Hubei, è sottoposta a stretto controllo dopo che in passato è stata arrestata (per tre volte) e sottoposta a maltrattamenti (17 luglio, Bitter Winter).

Ancora perquisizioni nella Xinjiang Medical University, nella città di Urumqii nello Xinjiang. Studenti sono stati investigati per scoprire se possedessero testi cristiani o islamici e sono stati interrogati sul credo religioso delle loro famiglie (17 luglio, Bitter Winter).

Il China Christian Daily presenta un articolo in cui viene riconosciuto il ruolo dei missionari cristiani in alcune fasi critiche della storia recente cinese, ruolo riconosciuto anche dal presidente cinese Xi. AsiaNews cosî inteoduce la traduzione di questo articolo: “Il Partito comunista riconosce il ruolo dei missionari protestanti durante il massacro del 1937. Durante le settimane di orrori perpetrati dall’esercito giapponese i cristiani salvarono migliaia di persone nelle zone di sicurezza organizzate dagli occidentali. Xi Jinping: “Quanto fatto dai missionari per la città è stato pubblicamente riconosciuto dalla Cina comunista”” (17 luglio, AsiaNews).

La corrispondente da Pechino Lily Kuo informa delle misure che il governo di Hong Kong sta preparando contro i partiti e movimenti separatisti. Ora, diciamo noi, certamente è legittimo che uno stato si preoccupi di tamponare coloro che attentano alla sicurezza nazionale, altra cosa è cercare di schiacciare, con questa scusa, ogni dissidenza (17 luglio, The Guardian).

In Guanzhou, nel sud della Cina , la Bible Reformed Church è stata oggetto di controlli e perquisizioni per la terza volta in un mese. Questa chiesa è stata fondata nel 2010 e ha circa 100 membri (17 luglio, ChinaAid).

Ancora arresti nella città di Chongqing per membri della Chiesa del Dio Onnipotente. In aprile una coppia di anziani appartenenti al movimento sono stati preseguitati dalle autorità mentre 11 altri membri sono stati arrestati (18 luglio, Bitter Winter).

Alle chiese che si trovano nella provincia dello Jiangxi è stato chiesto di tirare giù le croci e di sostituirle con la bandiera cinese o con immagini del presidente Xi. Inoltre i membri delle congregazioni sono stati scoraggiati a portare i bambini in chiesa (18 luglio, ChinaAid).

A Liangwang, nello Shandong, demolita una chiesa della Chiesa patriottica con la scusa di “motivi urbanistici”. Ecco un resoconto: “La chiesa, appartenente alla comunità ufficiale, era registrata dal 2006. Negli ultimi tempi il governo ha pianificato la costruzione di un nuovo quartiere e una nuova stazione ferroviaria e premeva per l’eliminazione della chiesa, sebbene – secondo i fedeli – essa non intralcia i nuovi piani urbanistici. I membri della comunità e dell’Ufficio affari religiosi locale stavano discutendo con le autorità per trovare un altro luogo dove riposizionare la chiesa, ma ieri, senza alcun preavviso, la chiesa è stata demolita, distruggendo altare, banchi, sedie, suppellettili sacre e facendo violenza alle tre custodi che erano lì presenti. Secondo un resoconto (e un video) diffuso dai fedeli, ieri alle 11.30 del mattino, 40 persone sono entrate di forza nella cappella e hanno cacciato via tre donne custodi volontarie – Gao Rongli, Zhang Siling and Li Xiangmei – e hanno sequestrato e distrutto i loro cellulari. In seguito sono arrivate altre 30 persone, con bulldozer e picconi per l’opera di distruzione” (18 luglio, AsiaNews).

Nel luglio 2017 il leader di una chiesa domestica nello Shanxi è stato arrestato per 6 mesi e costretto a rivelare i nomi dei membri della sua congregazione che sono stati di conseguenza arrestati ed interrogati (19 luglio, Bitter Winter).

Un prete cinese cattolico della Chiesa patriottica, Sun Linghui, è sotto minaccia di espulsione da parte delle autorità governative in quanto avrebbe condotto un gruppo di pellegrini in quello che viene definito come un “pellegrinaggio illegale”. I pellegrini erano diretti al nord della provincia dello Shanxi, dove esiste una comunità cattolica attiva dal XVII secolo. Questi sono tra i frutti dei nuovi regolamenti religiosi in vigore dal primo febbraio (20 luglio, Églises d’Asie).

Sembrerebbe che la demolizione delle croci da alcuni villaggi della provincia dell’Henan ha come scopo quello di far rimanere come edifici più alti quelli dei locali edifici governativi (20 luglio, Bitter Winter).

Due sorelle di fede cristiana attive in una chiesa domestica di Liaocheng City nello Shandong sono state perseguitate e torturate per motivi religiosi dal 2008. Una è recentemente morta, dopo esser stata rilasciata dalla prigione, all’età di 45 anni (20 luglio, Bitter Winter).







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8 commenti

  • Iginio ha detto:

    Il problema di Melloni è che ad essere fobico, identitario (“progressista” filo PD), zavorra (usurpa la qualifica di cattolico) è proprio lui. Ma attribuisce agli altri i difetti propri, come spesso capita.
    Il grottesco è che negli ambienti vaticani circola la diceria secondo cui “bisogna capirlo” perché avrebbe perso la moglie da giovane. Che cosa c’entri, francamente non so.
    Ma tanto Melloni è organico al PD ed è finito all’Accademia dei Lincei con altri dinosauri come lui.
    Propongo d’ora in poi di usare il suo stesso sistema e di unire l’aggettivo “fobico” al nome Melloni ogni volta che si parli di lui. Il fobico Melloni.

  • Lucy ha detto:

    Di questo lungo articolo del maestro Porfiri mi soffermo sulla parte che riguarda Melloni.
    Melloni lancia i suoi strali velenosi contro un cattolicesimo “identitario,autoritario,antisemita, fobico”.Questi sono giudizi apodittici e quindi tipici di chi fa della religione un’ideologia , ideologia religiosa,sociale e politica e che come tutte le ideologie deve portarr avanti la sua Rivoluzione.
    Tra questi giudizi di Melloni per i cattolici identitari etc etc ne manca uno , quello vero quello tipico fi tutti i totalitarismi rivoluzionari e cioè ” nemici della Rivoluzione ” quale quella che viene portata avanti da questo pontificato.
    L’adattamento ai tempi moderni di ghigliottine , fucilazioni , impiccagioni , gulag etc prevede per gli “oppositori” emarginazione sociale , mediatica e soprattutto ecclesiale : distruzione di comunità fiorenti di vocazioni , epurazioni per il clero “refrattario “, premi di carriera al “clero rivoluzionario ” incentivando così il trasformismo clericale.

    • deutero.amedeo ha detto:

      Le style c’est l’homme.
      Nessun titolo accademico dà diritto ad essere insolenti.

  • pier luigi Tossani ha detto:

    Molto interessante, grazie al P. Porfiri.

    Di Bergoglio ho già parlato. Rispetto per la carica, certo, ma, visto che vuol distruggere l’Occidente, con l’immigrazione a oltranza per la sostituzione dei popoli, lo sdoganamento dell’adulterio tramite AL, e le ambiguità sull’omosessualismo (vedi l’intervento del padre Martin alla prossima GMG), queste cose, ogni tanto, è bene ricordarle.

    Rispetto anche per Melloni, certo, in quanto essere umano. Giusto però ricordare che la sua visione antropologica è agli antipodi di quella cattolica. Segnalo anche, tipico del suo stile, il maramaldeggiare senza quartiere contro la figura del già Arcivescovo di Firenze Ermenegildo Florit, per difendere – fiancheggiando Bergoglio, Betori e Bassetti – lo sciagurato don Lorenzo Milani, vedi al capitolo 11, qui:

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2017/06/02/don-lorenzo-milani-cattivo-maestro-supplica-a-papa-francesco-santita-non-vada-a-barbiana/

    Quanto alla Cina, credo che il regime non possa durare ancora molto, per via della crisi demografica, e per il fatto che la gente è davvero stanca del totalitarismo.

    • Iginio ha detto:

      Porfiri non è un prete (“padre”).
      Non è che tutti quelli che scrivono di cose religiose siano preti.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Ha ragione direttore;
    Il papa va sicuramente protetto …specialmente da se stesso!!!