IL CAMBIO DI PARADIGMA DI PAPA FRANCESCO. UN LIBRO DI JOSÉ ANTONIO URETA. SE CINQUE ANNI VI SEMBRAN POCHI…

13 Luglio 2018 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Scorrendo l’inquietante e –ahimè – fin troppo fedele ai fatti opera di José Antonio Ureta – Il “cambio di paradigma” di papa Francesco, Continuità o rottura nella missione della Chiesa – pubblicato dall’Istituto Plinio Correa de Oliveira, mi sono tornate in mente due canzoni estremamente popolari negli anni ’50 e ’60. Una era: “Se otto ore vi sembran poche”, che potremmo tranquillamente trasformare in “Se cinque anni vi sembran pochi”. E la seconda è la Badoglieide, composta da un gruppo di partigiani, fra cui Nuto Revelli e Livio Banco. Il ritornello in piemontese (t’las mai dit parei, t’las mai fait parei…) sottolinea il dir di no e far di sì, o viceversa, del generale piemontese.

Perché anche adesso a dichiarazioni che sembrano essere dei no, abbiamo poi gesti e scelte di persone e di politiche che in realtà sono dei sì. E per il resto…be, in cinque anni il livello di voluta e programmata confusione, nella Chiesa, nei vescovi e nei fedeli ha raggiunto livelli assolutamente impensabili nel 2013. E il processo non sembra voler rallentare: anzi:

Di tutto questo scrive dallo studioso José Antonio Ureta, cileno “naturalizzato” europeo da decenni, e specialista di storia della Chiesa in particolare per quanto riguarda il  difficile rapporto con le ideologie antireligiose che negli ultimi secoli le hanno dichiarato guerra, e le cui propaggini hanno preso radice all’interno della Chiesa stessa.

Il libro di Ureta è stato presentato il 23 giugno scorso a Roma, in occasione del congresso intitolato “Vecchio e nuovo modernismo: radici della crisi nella Chiesa”, e naturalmente il contesto era assolutamente adeguato all’evento. A cinque anni dall’elezione di Papa Francesco, l’autore ha tracciato un bilancio di questo lustro leggendolo alla luce del “cambiamento di paradigma”, cioè di un concetto più volte utilizzato dallo stesso Pontefice, e oramai diventato una specie di “parola d’ordine” fra i fan della linea lanciata dal Pontefice, e il cui obiettivo ultimo sembra sempre di più quello di modificare pensieri e comportamenti in modo da ridurre ciò che divide – o divideva – la Chiesa dallo spirito del mondo contemporaneo, adattandola alla modernità.

Lo studio offre una panoramica generale dei temi su cui si è concentrato finora il pontificato di Francesco e che più hanno suscitato scalpore tra i fedeli perché differiscono radicalmente, quando non sono totalmente contrari, a quanto insegnato dai pontefice precedenti; e in particolare dagli immediati predecessori di Jorge Mario Bergoglio. È un compendio agevole e veloce, (l’opera consta di 213 pagine) ma molto completo e documentato; l’apparato delle note e delle citazioni è di tutto rispetto.  Nella presentazione degli editori si afferma: “Non sembra esagerato supporre che probabilmente ad oggi non esiste un esame di questi cinque anni di Papa Bergoglio in una visione d’insieme così vasta”.

“Il libro spazia dalla marginalizzazione riservata da Francesco ai valori non negoziabili (vita, famiglia, educazione) ai rapporti intrattenuti con regimi, movimenti ed esponenti di sinistra di tutto il mondo, dalla promozione dell’agenda ecologista e di quella immigrazionista sino alla predicazione di una morale soggettivista non più vincolata alle regole universali delle leggi divina e naturale”.

L’autore è discepolo dell’intellettuale cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira. Così come Plinio Correa nel 1974 pubblicò un “Manifesto di resistenza” alla Ostpolitik del Vaticano con i regimi comunisti dell’Europa orientale, così Ureta individua come denominatore comune di tutte le scelte in cui l’attuale pontificato ha optato per il “cambiamento di paradigma” la volontà di abbandonare la posizione di indipendenza e di critica nei confronti del pensiero dominante, la cosiddetta Modernità; che rivela sempre di più le caratteristiche di  processo fondamentalmente antireligioso e anticristiano.

La domanda ovvia è: che cosa può e deve fare un cattolico? La risposta di Ureta è chiara. “L’autore propone una via intermedia di resistenza a questo “cambiamento di paradigma”: mantenere integri i legami di fedeltà che uniscono i fedeli ai legittimi Pastori, ma allo stesso tempo prendere le misure prudenziali necessarie alla preservazione dell’integrità della propria fede evitando ad esempio la convivenza abituale con i prelati autodemolitori e portatori di questa nuova visione della Chiesa”. Una domanda che un numero crescente di cattolici si pone, apertamente o nell’intimo della propria coscienza, e che quasi ogni giorno si ripropone con nuove sollecitazioni, provocazioni e argomenti.







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40 commenti

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    @ POVERA CROAZIA
    Non ho tempo nè voglia di riportare e documentare le citazioni che riguardano il “cambio di paradigma” di Papa Francesco. Le offro solo gli argomenti che lei, se vorrà, potrà approfondire in modo autonomo.
    1)Riforma dei processi di nullità matrimoniale: alcuni motivi di annullamento sono totalmente “creativi” come la mancanza di fede.
    2) Da “La Civiltà cattolica”: intervista al Papa.
    “Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza.”
    3) Eugenio Scalfari intervista il Papa (intervista mai smentita): «Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male.
    Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene».
    4) Il Papa ai padri sinodali (2015): “Quanto sembra normale per un vescovo di un continente, può risultare strano, quasi come uno scandalo, per il vescovo di un altro continente” e “le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale ha bisogno di essere inculturato”.
    5) Il Papa sulla confessione: “qualunque sia il peccato che viene confessato o che la persona non osa dire, ma lo fa capire, è sufficiente”.
    6) Da “Huffington Post”: “Oggi a Lund (il Papa) non si è limitato a riabilitare Lutero, ma lo ha celebrato e addirittura è sembrato che stesse per annoverarlo tra i beati”
    7) Sempre a Lund: importanti convergenze sulla dottrina della giustificazione.
    8) “Amoris Laetitia”: non ripeto la citazione perchè è nota in tutto il mondo.
    C’è molto altro, ma per ragioni di spazio mi fermo qui.
    Un cordiale saluto.

    • Povera croazia ha detto:

      Scusi io non le ho chiesto esempi di ”cambio di paradigma” ma esempi di enunciati magisteriali contrari ad enunciati di altri pontefici (che era la sua tesi). Nessuno dei suoi 8 punti è idoneo a rispondere. Peraltro in ceri casi sbaglia: es. al punto 1 non è vero che la nullità per mancanza di fede sia una innovazione. C’è sempre stata e si chiama simulazione. L’intervento del papa riguarda solo la gestione processuale di quei casi. Grazie comunque per il tempo dedicatomi. Arrivederci.

  • Echenique ha detto:

    Cambiara Gesù per Bergoglio ? No, grazie !!!

  • Vittorio ha detto:

    Invece il cambio di paradigma di Wojtila fu chiedere scusa a Galileo, 500 ANNI DOPO, che il dottore della chiesa San Roberto Bellarmino l aveva avversato. Poi ha “messo una pezza’ Ratzinger facendoci conoscere Ferebayend o come si scrive….checrelatizzava storicamente la cosa. Allora era giusto. Ora no. Il che potrebbe essere su ogni cosa? Ciò dimenticate sempre e’ che Pietro ha le chiavi, non voi.

    • Astore da Cerquapalmata ha detto:

      Pietro ha le chiavi ma è dogma della Chiesa che il suo magistero non può contraddire la dottrina precedente. Per cui se Pietro dovesse dire, ad esempio, che l’omosessualità non è peccato, non vale. Chi non crede al Vaticano Primo non è cattolico. Fatevene una ragione

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Mi interessa fino a lì Plinio Corrêa de Oliveira, così come Ureta che pure scrive cose serie, da meditare e ringrazio il nostro padrone di casa che pubblica la recensione del suo libro.
    Tuttavia se il nocciolo del problema sta nell’attuale pontificato, non mi farei tutte le preoccupazioni di alcuni lettori che mi sembrano timorosi, rispettosi, esitanti nel giudicare Papa Francesco come se il rilevare le sue macroscopiche sbandate fosse un peccato.
    Ancora una volta Lucy centra il bersaglio quando cita Giovanni Paolo II, citazione che riprendo brevemente: “si pretende di fondare LA LEGITTIMITÀ DI SOLUZIONI COSIDDETTE “PASTORALI” contrarie agli insegnamenti del Magistero e di giustificare una ermeneutica ” creatrice” secondo la quale la coscienza morale non sarebbe obbligata in tutti i casi da un precetto negativo particolare” .
    Papa Francesco abbraccia costantemente le “soluzioni cosiddette pastorali”. Quindi o era suonato Giovanni Paolo II oppure qualcosa non va nel magistero dello stesso Francesco.
    Di conseguenza non mi arrovello nel dubbio come alcuni lettori e considero questo papato come un piacevole e divertente diversivo nella bimillenaria storia della Chiesa, ma nulla più.

    • POVERA CROAZIA ha detto:

      – SOLUZIONI COSIDDETTE “PASTORALI” contrarie agli insegnamenti del Magistero
      UN ESEMPIO+RIFERIMENTI, GRAZIE?
      – giustificare una ermeneutica ” creatrice”secondo la quale la coscienza morale non sarebbe obbligata in tutti i casi da un precetto negativo particolare”
      UN ESEMPIO+RIFERIMENTI, GRAZIE?

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Stimato Direttore:
    Il problema è il non essere attenti ai segni del nostro tempo e sapere interpretarli.
    Alcuni paragonano questi tempi come quelli dell’eresia ariana.
    Altri affermano che brutti tempi li hanno dovuti sempre che non bisogna preoccuparsi.
    E altri che Francesco è un buon Papa, e che se è cattivo altri sono stati peggiori.
    Ma non è così, e quello che non si vuole vedere oggi nella Chiesa cattolica è che:
    Primo segno: che l’assassinio di più di 40-60 milioni di non nati tutti gli anni nel Mondo, è il segno universale di fare passare “il male come un bene ed un diritto.”:
    http://www.worldometers.info/abortions/
    Il secondo segno è profetizzato la “apostasia” di dare al Cesare quello che è del Cesare e anche quello che è di Dio, e quello si vede nelle Costituzioni e applicazione nelle chiamate “nazioni cristiane”, disposte sempre a impiantare come un bene e un diritto ogni tipo di aberrazioni: la ricreazione di Satana.
    E il terzo segno è il sapere tradurre quello profetizzato che “ha potere per fare scendere fuoco dal cielo per ingannare”; cioè, quello profetizzato “Falso profeta”, un “Pastore stolto” col suo nuovo e falsa Pentecoste, una falsa Chiesa, una falsa misericordia che non è un’altra cosa che legalizzare male il, e un falso pentimento perché né cambia la situazione di peccato e né esiste la riparazione. E quell’ha nome: Francesco, i suoi seguaci e la maggioranza della Chiesa cattolico complice col suo silenzio.
    In nessun tempo della Storia del Mondo e della Chiesa si erano prodursi questi chiari segni, per quel motivo, chi non li vuole vedere è perché non vuole:
    Apocalisse 6: 10-11 = Matteo 24 Marco 13 Luca 21.
    Profeti di calamità… Dio non esisti e se esisti menti!

    Estimado Director:
    El problema es el no estar atentos a los signos de nuestro tiempo y saber interpretarlos.
    Algunos comparan estos tiempos como los de la herejía arriana.
    Otros afirman que malos tiempos siempre los ha habido que no hay que preocuparse.
    Y otros que Francisco es un buen Papa, y que si es malo otros han sido peores.
    Pero no es así, y lo que no se quiere ver hoy en la Iglesia católica es que:
    Primer signo: que el asesinato de más de 40-60 millones de no nacidos todos los años en el Mundo, es el signo universal de hacer pasar “el mal como un bien y un derecho”:
    http://www.worldometers.info/abortions/
    El segundo signo es la profetizada “apostasía” de dar al César lo que es del César y también lo que es de Dios, y eso se ve en las Constituciones y aplicación en las llamadas “naciones cristianas”, dispuestas siempre a implantar como un bien y un derecho toda clase de aberraciones: la recreación de Satanás.
    Y el tercer signo es el saber traducir el profetizado que “tiene poder para hacer bajar fuego del cielo para engañar”; es decir, el profetizado “Falso profeta”, un “Pastor necio” con su nuevo y falso Pentecostés, una falsa Iglesia, una falsa misericordia que no es otra cosa que legalizar el mal, y un falso arrepentimiento porque ni cambia la situación de pecado y ni existe la reparación. Y eso tiene nombre: Francisco, sus secuaces y la mayoría de la Iglesia católica cómplice con su silencio.
    En ningún tiempo de la Historia del Mundo y de la Iglesia se habían producido estos claros signos, por eso, quien no los quiere ver es porque no quiere:
    Apocalipsis 6: 10-11 = Mateo 24 Marcos 13 Lucas 21.
    ¡Profetas de calamidades… Dios no existe y si existe miente!

    • Vittorio ha detto:

      @ fernandez

      Dopo averle chiesto se va a messa, le chiedo: sa che a messa si invoca la Parusia, cioe’ la fine dei tempi? Certo come dice il catechismo ci vuole un cuore puro per desiderare di incontrare il Signore e che finisca questo lercio mondo. Io non ci riesco piu’. Ma prima di dare degli apostati ad altri sarebbe meglio tracciare un bilancio di 2000 anni di cristianesimo e ripartire dalle basi : COS È IL CRISTIANESIMO? Una sinagoga perfetta? O l attesa di una salvezza ALTRA? Gia’ ma anche NON ANCORA!!!

      • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

        @…IO:
        Me expresaré en español porque no me responsabilizo de mi traducción y así usted podrá traducir y entender lo que le de la gana.
        Fui bautizado en la Iglesia católica y no he pedido ni pediré el acta de apostasía. Y como bautizado sé que tengo mis derechos y mis obligaciones.
        Y mi derecho en conciencia, es denunciar con pruebas lo que de verdad es este Jorge Mario. Y como para saber y conocer un asunto hay que ir “al principio” como se afirma en Génesis y Juan 1:1, pues “el principio” de este Jorge Mario es que, su santo fundador Ignacio no quería que sus seguidores fuesen consagrados obispos; ni el diácono san Francisco de Asís -lo digo por el disfraz elegido por Jorge Mario- tampoco quería que sus seguidores fuesen obispos. Eso sólo en “el principio” y luego viene todo lo ocurrido desde el 13 de marzo de 2013 hasta ayer, que lo tengo recogido en un blog y que por su extensión lo he tenido que dividir en tres temas, por el momento.
        Y no es mi problema de conciencia si los bautizados en la Iglesia católica tragan y no rompen la comunión con un sujeto que es obispo auxiliar, porque tendrán que tragar que sea arzobispo, cardenal, Papa y el profetizado “Pastor necio y Falso profeta”.
        Y como bautizado ¿qué obligaciones tengo? Pues el reconocer que Francisco es Papa al igual que reconozco que Dios creó a los ángeles y que en un acto de libertad de creerse más que Dios algunos se convirtieron en diablos, o reconocer que el Señor llamó a 12 y uno de ellos era “un diablo” Juan 6: 70-71, por ejemplo.
        Reconocer una cosa no implica obedecer y acatar sin más. Yo reconozco que hay entre 40 a 60 millones de asesinados no nacidos anualmente en todo el mundo, pero no pienso tragar y lo denunciaré siempre como el mayor Mal en el Mundo: el hacer pasar el Mal como un Bien y un Derecho, y lo denunciaré hasta que Dios quiera Apocalipsis 6:10-11.
        Pregunta “¿QUÉ ES EL CRISTIANISMO?” Pues el saber reconocer y hacer presente en el Mundo el mayor acto de grandeza que hizo y hace Dios: su ENCARNACIÓN.
        Morir puede morir cualquiera. Resucitar ya es más difícil y eso depende de Dios; pero siendo Dios hacerse Hombre… eso sólo lo puede hacer DIOS DE DIOS, LUZ DE LUZ, DIOS VERDADERO DEL DIOS VERDADERO, ENGENDRADO NO CREADO…
        No he entrado en una iglesia desde el año 1983, ni acudo a esos bautizos, confirmaciones, bodas y entierros que en realidad hoy más que nunca se han convertido en actos sociales y eso me ha supuesto y me supone disgustos y problemas familiares que tengo y tendré que soportar; pero no pido como “un bien y un derecho de misericordia” el recibir el Cuerpo y la Sangre del Señor.
        Siempre tengo presente Juan 15:5. Y siempre tengo presente a María la Elegida por el Padre Esposa del Espíritu Santo y Madre del Hijo y Madre nuestra: y así gracias a Dios y su Santa Madre voy tirando, que no es poco.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    IGINO: lei ha ragione.
    Io, sulla politica sociale, sono un bergogliano e non certo un seguace di Plinio Correa, che poco conosco ma che mi sembra troppo elitario. Ma se poi il Papa sposa le politiche degli organismi internazionali filo massonici, dico che si contraddice.
    Non sono lefreviano perché la Tradizione della Chiesa sempre si rinnova e il Vaticano II è un grande concilio. Ma non sono neanche sessantottino e credo ancora nel peccato. E credo anche nella misericordia che proprio il peccato mette in evidenza.
    Non sono sedevacantista e considero Francesco il Papa vero, senza se e senza ma. Gli ubbidisco volentieri, ma nessuna riforma può contraddire la dottrina della Chiesa già acquisita.
    Non che il Papa lo faccia, ma non penso di mancare di rispetto se dico che i suoi interventi mi appaiono esageratamente sbilanciati a favore dell’immigrazione a danno dei valori morali. Non dice cose sbagliate ma fa “tendenza”. E’ come se su una barca già sbilanciata da un lato si continui a caricarla su quello stesso lato.
    Riguardo i suoi collaboratori: quando leggo che Mons Galantino ha detto che Sodoma si è salvata (affermazione poi corretta sul suo sito web) e Mons. Lorefice che, invece di organizzare una veglia per arginare il gender, partecipa a una veglia contro una non meglio specificata “omofobia” (chi sarebbero questi omofobi?), non posso che dire che danno SCANDALO.
    E’ poco rispettoso se mi sorge il sospetto (non la certezza, sia chiaro) che potrebbero essere omosessuali impenitenti?
    Spero di no, forse no, ma il dubbio mi rimane

    • Alberto ha detto:

      Plinio Correa sosteneva che le diseguaglianze sociali erano giusta conseguenza dell’eredità BIOLOGICA.
      Lui era cresciuto in mezzo a duchi conti marchesi e principini e quindi proprio non gli andava giù che la plebe mandasse i figli nelle scuole pubbliche, per imparare a leggere e scrivere come lui.
      Siccome il Papa parla di ”uguaglianza delle opportunità” e questo presuppone almeno una istruzione elementare diffusa, Urieta a pag. 273 del libro, lo chiama neomarxista e gli contrappone Leone XIII che era contrario all’uguaglianza (ma a quella distributiva comunista che è l’esatto opposto).

  • Iginio ha detto:

    Ecco, una cosa sicuramente da fare è evitare che le critiche a papa Francesco e ai suoi consiglieri vengano fatte dai pliniani. Proprio quello che ci vuole per farsi ridere dietro. Sono proprio pliniani, lefebvriani e sedevacantisti che danno esca ai modernisti-progressisti oggi in voga.
    Le tendenze in voga nell’attuale pontificato sono da criticare ma con ragioni serie, non con ideologie di segno opposto e pseudoelitismi pseudocattolici.

  • Lucy ha detto:

    Se vogliamo un esempio sintetico del “cambio di paradigma” ,parola chiave di questo pontificato, lo troviamo in questa frase della presentazione del libro di Ureta :” predicazione di una morale SOGGETTIVISTICA non più vincolata alle regole universali delle leggi divina e naturale” e poi confrontiamola col cap.56 della Veritatis Splendor di Papa Wojtyla :” Si instaura in alcuni casi una separazione o anche un’opposizione tra la dottrina del precetto valido in generale e la norma della singola coscienza che deciderebbe di fatto, in ultima istanza, del bene e del male Su queste basi si pretende di fondare LA LEGITTIMITÀ DI SOLUZIONI COSIDDETTE “PASTORALI” contrarie agli insegnamenti del Magistero e di giustificare una ermeneutica ” creatrice” secondo la quale la coscienza morale non sarebbe obbligata in tutti i casi da un precetto negativo particolare” .
    Più chiaro di così ; qui è profeticamente annunciato il cambio di paradigma in atto oggi nella chiesa.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Chiedo scusa per i troppi commenti.
    Dicono che il riso faccia buon sangue …auguriamoci che stavolta non ce ne sia bisogno! (del sangue ovviamente)

  • deutero.amedeo ha detto:

    Domandina cattiva:
    a parte l’ordinazione sacerdotale (che non è un titolo di studio) e il diploma di perito industriale chimico, quali sono i reali titoli di studio di J. Mario Bergoglio?
    Vabbè che S. Pietro era pescatore però al giorno d’oggi… forse servirebbe qualcosina in più. Nella sua biografia ufficiale nel sito del Vaticano si accenna laconicamente ad un completamento di studi umanistici e di due lauree acquisite in un collegio dei gesuiti. I collegi dei gesuiti rilasciano lauree o licenze? Non sono la stessa cosa.

    • GMZ ha detto:

      Ma tanto, Deutero Amedeo, le cose che scrive Bergoglio mica le scrive davvero lui: ha uno stuolo di titolatissimi ghost writer che gli preparano le polpette avvelenate che poi lui rifila al gregge.
      Poco contano i titoli di studio, quando ciò che importa è il dolo; anzi, le dirò: meno rigore c’è negli scritti di Bergoglio, e più agevole sarà mandarli al macero quando la Chiesa – tra tanti anni – farà i conti col suo passato.
      Passeremo noi, passeranno anche Bergoglio e la trionfante massoneria.
      Ossequi.

  • Marco Matteucci ha detto:

    VATICAN NEWS
    ———————-
    FUNERALI DEL CARD: TAURAN:
    Papa Francesco presiede il rito funebre,
    parla il card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio:
    “SONO SEMPRE LE PERSONE SBAGLIATE A SOCCOMBERE”.

  • Marco Matteucci ha detto:

    VATICAN NEWS
    ———————-
    Papa Francesco presiede il rito funebre,
    parla il card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio:
    “SONO SEMPRE LE PERSONE SBAGLIATE A SOCCOMBERE”.

  • Marco Matteucci ha detto:

    VATICAN NEWS:
    ———————–
    Visita del presidente della Conferenza episcopale italiana card. Gualtiero Bassetti in Ucraina:
    AVVIATA LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO GASDOTTO PER CONTRASTARE IL PREDOMINIO DI PUTIN.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Non so se la furbizia di Papa Francesco sia voluta o istintiva. Forse un po’ entrambe le cose.
    Io penso che egli voglia rimanere aderente alla tradizione, ma, nello stesso tempo, voglia cambiare delle cose che, anche se non sono ancora considerati dogmi, fanno in qualche modo già parte della tradizione.
    Ad esempio la comunione ai divorziati risposati. Anche fosse vero che ci fossero alcuni di essi ad un tempo tanto desiderosi di comunicarsi e tanto ignoranti da non capire il loro stato di peccato e che, perciò, fossero in buona fede, perché rischiare uno scandalo enorme? Non basta la comunione spirituale? Tanto se sono in grazia, poco cambierebbe.
    Mi sembra che il Papa voglia dimostrare che lui è ligio alla tradizione e allora una volta l’anno parla contro il gender, ma voglia trasformare la Chiesa e la società e allora giù con le “aperture” e l’immigrazionismo.
    Una posizione ambigua: è evidente che il Papa non crede molto a Fatima (ma questo non è un dogma), che svicola come un’anguilla sulle domande sul preservativo, segno che per lui è ammissibile. Una cosa che mi colpisce molto è la sua avversione alla casistica, E questo mi insospettisce.
    Che insegni eresie, no. Ma che possa favorire gli eretici, mi pare che sia quasi un’evidenza. Non voglio fare nomi, ma ci sono dei Vescovi da lui stesso promossi sulla cui fede non scommetterei 5 euro.

    • Emanuele ha detto:

      Ma, scusi, anche i papi più santi erano attorniati da vescovi e cardinali sulla cui fede non si può scommettere. Ovvero una percentuale di miscredenti nella curia si è avuta pure in epoca tridentina. L’età dell’oro nella storia della Chiesa non c’è mai stata, la fedeltà alla Tradizione non va confusa con la credenza nelle favole. Il sommo pontefice argentino non sarà umanamente simpatico, sicuramente di scarsa cultura, dai modi rozzi, con una teologia rabberciata, molto condizionato dalle credenze mondane, ma è il successore di Pietro, il capo della Catholica, e gli dobbiamo come minimo rispetto. Non possiamo come dei protestanti qualsiasi decidere se secondo il nostro ego si comporta bene o male da Vicario di Cristo. Non sono i fedeli che insegnano al papa quel che deve dire e fare. Questo è il mondo demagogico dei 5s non la Chiesa gerarchica istituita da Gesù Cristo. E neppure, ahimè, spetta a noi fedeli laici stabilire se la elezione del papa è formalmente corretta. Non ci si può sostituire al papa e ai suoi vescovi, anche se questi omaggiano Lutero (e la cosa mi provoca la nausea) ma quel salire sulla cattedra che non ci appartiene è una vera eresia luterana.

      • Astore da Cerquapalmata ha detto:

        Sig. Emanuele, sono d’accordo con quello che dice in generale, ma penso che non abbia capito affatto il mio intervento.
        A me, ad esempio, Papa Francesco è umanamente molto simpatico, più di Papa Giovanni Paolo II, il Papa su cui mi sono formato.
        Quando dopo anni di lontananza dalla Chiesa sono tornato a “casa” il Papa per me ha rappresentato un faro nel buio. In modo anche sbagliato, tanto che qualunque cosa dicesse la prendevo quasi come un dogma.
        Poi, approfondendo la dottrina e il Vaticano Primo ho capito che per essere cattolici occorre credere al Papa come dicono i dogmi proclamati dal Papa.
        Il rispetto a Papa Francesco lo dimostro dicendo quello che penso. Del resto sono convinto che se ci fosse bisogno potrebbe contare su di me forse ben più che su tanti che lo circondano che, magari, sono affetti da piaggeria e adulazione.
        Sulla mia ubbidienza il Papa potrà sempre contare (a meno che non mi ordini di commettere peccato: la sua autorità infatti non arriva a tanto, parola del Vaticano I).
        Io non detto l’agenda del Papa, ma se il Papa dice, come ha detto, che la Bonino è una politica da prendere ad esempio, dico che sbaglia. Perché quando esprime idee personali non è infallibile.
        Come non è infallibile quando parla di Islam. E se dice che il Corano è un inno alla pace, gli dico che non è vero, e che, forse, di Islam ne so più io.
        Tanto per chiarire il mio pensiero: ritengo l’elezione del Papa corretta. Benedetto ha rinunciato dopo lunga meditazione e Francesco è stato eletto. Mai avuto dubbi.
        Ma se il Papa dice che i migranti sono tutti poveri, io, che collaboro con la Caritas parrocchiale e che ne conosco alcuni, dico che non è vero, e che, anzi, non pochi hanno confessato di essere benestanti. Ma dico anche che l’uomo in mare deve essere salvato SEMPRE…
        Se vogliamo dire che il Papa che ha istituito il ghetto degli ebrei ha fatto bene, perché è Papa, diciamolo, ma ci siamo messi contro Giovanni Paolo II, che ha chiesto perdono per l’istituzione del ghetto e ha detto che è stata una scelta sbagliata…
        Il problema dell’entourage del Papa non è tanto quello di essere imperfetto, ci mancherebbe, ma è quello (spero di no ma lo temo) che abbia perso la stessa fede. Almeno alcuni.

        • Emanuele ha detto:

          Lei ha ragione, forse ho risposto oltre che al suo post al tono generale del blog pur così ben fatto. Comunque lei insiste e si dice preoccupato che tra i cortigiani del Santo Padre (come si diceva un tempo) si annidi qualche miscredente e a mia volta insisto pure io: ma certo, i maligni si nascondono ovunque, Lucifero addirittura in Cielo e Giuda nell’entourage di Gesù.

        • G. Gervasi ha detto:

          @ Astore
          Nella dogmatica cattolica non esiste l’obbligo di “credere” al papa. Al papa non si crede; al massimo si segue il suo consiglio, quando tal consiglio é veritiero e saggio. Nel Niceo-Costantinopolitano
          professiamo: “Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica.” Non professiamo: “Credo il romano pontefice.” Io penso che la crisi di fiducia nell’attuale pontefice, ben giustificata, peraltro, serva ai cattolici per liberarsi di ogni residuo di papolatria, e per cominciare a vedere il papa per quello che é “teologicamente”, non come reliquia del sovrano
          assoluto degli Stati Pontifici di un tempo, ridotti allo Stato della Cittá del Vaticano di oggi, di cui il pontefice é monarca assoluto.
          La costituzione gerarchica della Chiesa non implica o detta la proibizione per i cattolici di pensare, di pensare liberamente e criticamente, e, se necessario, di corregere il “pastore errante” e il “pastore assente” perché occupato in cose che non hanno nulla a che fare con la costruzione del regno di Dio su questa terra tramite l’annuncio del Vangelo e la pratica dei sacramenti.
          Ci si rammenti del detto attribuito a Sant’Agostino: “in necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas.” Nella Chiesa ideologizzata e politicizzata,
          le ultime due caratteristiche vengono negate se non nella teoria certamente nella prassi. E questo significa che la barca di Pietro oggi é sbilanciata come non mai. Giovanni-Paolo II e Benedetto XVI saranno stati dei conservatori, ma non hanno mai preteso di imporre ai fedeli un’opzione politica conservatrice, come il presente pontificato stá sfacciatamente facendo promuovendo la “sua opzione”. “Una volta” era chiaro a tutti i cattolici che era lecito che ognuno di loro avesse convinzioni politiche diverse, ma che questo nulla aveva a che fare con la Chiesa, il cui fine e legge suprema “era”, la “salus animarum”. Oggi é diverso: chi non la pensa come il regnante ed il suo circolo magico viene dileggiato, calunniato e perseguitato dagli stessi, senza un briciolo di “misericordia” e tanto meno di “tenerezza”. Esprimere un dubbio é un crimine di “lesa maestá”. Al papa si pensa preferibilmente come al monarca assoluto della Chiesa e non come al servo e sucessore del Pescatore, come al regnante piace presentarsi verso i “diversi” e i potenti, ma non verso il proprio gregge.
          Si potrebbe continuare, ma basta cosí.
          Un’osservazione finale riguardo al Vaticano II.
          Il Vaticano II non é un concilio “come gli altri”,
          bensí un “concilio pastorale”, che si occupava pertanto dei problemi pratici della chiesa di sessant’anni fa, che ovviamente non sono i problemi pastorali della chiesa di oggi, tutt’altro. Dev’essere aggiornato, quindi, o preferibilmente dimenticato come un increscioso incidente nella storia bimillenaria della Chiesa. Dai frutti ci si rifá alla bontá o meno dell’albero. E i frutti del Vaticano II sono stati frutti avvelenati, che hanno provocato un disastro nella chiesa. Citare ancora il Vaticano II e dichiarare questo disastrato e disastroso concilio un “grande Concilio”, come fá Lei, mi sembra stolto. I tessuti cancerogeni vanno distrutti, se si vuole salvare l’organismo, non accarezzati ed esaltati come se fossero il “non plus ultra” della salute.

  • Adriana ha detto:

    E’ stato anche possibile ,grazie alla missericordia che il giovane escort Mangiacapra ,dopo aver spaventato un pochino qualche reverendo coi suoi dossier “infiammati”-contro- a breve si prepari a un gay pride vestito da Gesù “omo”, in compagnia di un amico vestito da angelo. In nome dell'”ammmore globale” e “puro” e soprattutto della nuova libertà. Acc… quanti progressi rivoluzionari per i poveri bigotti.

  • Marco Matteucci ha detto:

    ULTIME NOTIZIE DALLA SANTA SEDE
    —————————————————-
    Avviata la causa di beatificazione del colonnello Edmondo Bernacca, generale e meteorologo italiano,
    primo promulgatore della seconda enciclica di papa Francesco: «Laudato si’»

  • alberto giovanardi ha detto:

    A mio avviso, qui non si tratta solo di un “cambio di paradigma” (eufemismo ipocrita per non chiamarlo “eresia modernista”), ma ad un generale decadimento (da cui la neochiesa bergogliana è stata irrimediabilmente infettata) di tutti i valori fondamentali non solo del cristianesimo, ma dell’intera moralità in senso lato, con il pauroso aumento di comportamenti gravemente peccaminosi da parte del clero a tutti i livelli. Bastano due esempi cardinalizi , di cui la stampa internazionale sta parlando diffusamente ma che in questa “serva Italia di dolore ostello” rimangono del tutto sconosciuti: il primo è quello di Theodore McCarrick, cardinale intimo di Bergoglio ed Arcivescovo emerito di Washington, che per cinquant’anni ha abusato impunemente di seminaristi e chierichetti; il secondo è quello di Toribio Ticona Porco (sic!), neocardinale voluto da Bergoglio in quanto comunista e amico del Presidente “cocalero” Elvo Morales contro la volontà della Conferenza Episcopale boliviana in quanto convivente da una vita con una donna che gli ha dato due figli ora adulti. Per maggiori informazioni su entrambi consultare il sito “Life Site News” che conta 20 milioni di “followers” in tutto il mondo.

  • Giovanni ha detto:

    Non dando alcun peso alle parole è ovvio che I nominalmente cattolici non si pongano alcun problema di fronte marasma provocato da questo pontificato. Mentre I cattolici rigorosi hanno già trovato una risposta, ed è quella di rifarsi agli insegnamenti di sempre.

    • G. Gervasi ha detto:

      @ Giovanni
      bravo, Giovanni! Mentre é del tutto comprensibile che “i cattolici” (non aggiungerei alcun aggettivo; un cattolico non diventa “rigoroso” perché crede a ció che la chiesa cattolica da duemila anni professa e insegna, come un chirurgo non diviene “rigoroso” perché agisce secondo le norme della scienza ( o dell’arte) medica) siano preoccupati per ció che accade nella Chiesa di oggi e si chiedano come reagire, non sarebbe per nulla scusabile che “i cattolici” si sentano frastornati ed incerti riguardo
      alla dottrina cattolica stessa.
      Si sá, non manca giorno che un gesuita non annunci un’ilaritá nel campo del dogma e della morale, e non c’é eresia o perversione che un qualche gesuita da qualche parte non faccia sua e difenda a spada tratta, impavido di ogni conseguenza di cui é certo che NON verrá.
      La risposta alla domanda: chi devo seguire, il Bergoglio ed il suo cerchio magico, o ció che la la chiesa cattolica da duemila anni professa ed insegna, mi sembra ovvia. Cosí pure il quesito: quali teologi debbo leggere e seguire? I Padri della Chiesa
      e i grandi teologi che nel corso dei secoli hanno illustrato ed approfondito la sua dottrina, come un Agostino, un Tommaso d’Aquino, un Bonaventura,
      o, per parlare dei piú recenti del secolo scorso, un Garrigou-Lagrange, un Billot, oppure debbo leggere gli eresiarchi Kasper e Küng, o addirittura le sciocchezze di un rag. Enzo Bianchi, di un Hernandez o di un Bergoglio?
      Si dice in circoli neo-modernisti che San Tommaso sia superato. Mi chiedo: da chi? E attendo una risposta, prima di essere scosso da una ilaritá direi parossistica.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Inoltre per tutti gli amanti del verde su questa rivista di ecologia potrete trovare tanti altri spunti utili alla natura e alla biodiversità.
    http://www.osservatoreromano.va/it/
    Qualora foste invece più interessati a questioni di fede siete pregati di rivolgervi altrove.

  • Marco Matteucci ha detto:

    DALLA STESSA SERIE:
    Umanesimo ecocompatibile-
    Io direi piuttosto FEDE USA E GETTA.
    http://www.osservatoreromano.va/it/news/umanesimo-ecocompatibile

  • Marco Matteucci ha detto:

    BOLLETTINO METEOROLOGICO DELLA SANTA SEDE
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    IL MANDATO ETICO DEL CIELO
    «Bisogna sviluppare una teologia sui “peccati ecologici” e anche sui “sacramenti della natura”: acqua, terra, aria e fuoco come i doni più sacri del Creatore.»
    Franciscus P.P. (Partito Progressista)

  • Fabio ha detto:

    Il comportamento di Bergoglio è facilmente comprensibile se si tiene presente che la sua elezione è opera della ‘mafia di San Gallo’ col concorso esterno dei potentati sovranazionali

  • EquesFidus ha detto:

    C’è poco da dire, se non che tra qualche anno la natura farà il suo corso e ci sarà un cambio di pontefice a capo della Chiesa. I papi passano, la Chiesa resta e Dio giudicherà il suo operato, come quello di tutti noi del resto.

  • franz ha detto:

    la TFP è fatta da persone serie . questo libro ne è una prova.