DISPACCI DALLA CINA. APPELLO PER UN VESCOVO “IN RIEDUCAZIONE”. NASCE UN NUOVO SITO: BITTER WINTER.

6 Giugno 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari stilumcurialisti, Aurelio Porfiri ci manda i suoi dispacci dalla Cina. Come al solito sono ricchi di elementi e spunti interessanti anche per i non specialisti del settore. E soprattutto interessanti per coloro che seguono con attenzione e apprensione le evoluzioni dei rapporti fra la Santa Sede e il Regno di Mezzo…

 

In difesa del vescovo Cuī Tài

La Justice and Peace Commission di Hong Kong ha emesso un comunicato il 29 maggio richiedendo la liberazione del Vescovo ausiliare Cuī Tài dell’Hebei, come informa UCAN News. Il Vescovo sarebbe in necessità di ricevere cure mediche. Abbiamo già reso noto l’appello del Cardinal Joseph Zen di pochi giorni addietro. Il Vescovo, che già aveva conosciuto l’imprigionamento in passato, sarebbe sotto un processo di “rieducazione” da parte delle autorità governative.

 

Un nuovo sito per capire la Cina. Bitter Winter.

C’è un nuovo sito (in inglese) per capire un poco di più sulla Cina e da cui volentieri attingeremo in futuro. Il sito è chiamato Bitter Winter  ed è gestito da studiosi del valore di Massimo Introvigne e di Marco Respinti. Un sito interessante, pieno di notizie che non è sempre facile trovare da altre parti, un sito che seguiremo volentieri anche per rendere più informati e consapevoli i lettori di questi dispacci. Contiene molte notizie   sui movimenti religiosi in Cina e sulle grandi difficoltà che devono affrontare, notizie che provengono anche da fonti della Cina stessa.

 

Dall’Henan: pressioni sui genitori per impedire le attività religiose dei figli

Nella regione dell’Henan, considerata come la culla della civiltà cinese, giungono notizie (riportate proprio da Bitter Winter) di crescenti pressioni sui genitori per impedire che i loro figli possano essere convolti in attività religiose nelle scuole. In effetti una legge dell’aprile scorso già proibiva ai minori di 18 anni di prendere parte ad attività religiose.

E ancora nella città di Gongyi, sempre nell’Henan, i membri di una chiesa protestante che fa parte del Three-Self Patriotic Movement (protestanti ufficiali e controllati dallo stato) stanno occupando la loro chiesa dal 24 maggio, per impedire che venga demolita una croce.

Ricordiamo come proprio in questa regione, l’Henan, si svolga una persecuzione per le religioni più forte che altrove; un argomento trattato in precedenza. Questa persecuzione è stata interpretata in modo vario sulla stampa italiana, ma che a nostro avviso è solo il segno di un controllo sempre più stretto esercitato dal governo. È vero che questa regione ha visto nascere molti nuovi movimenti religiosi ed alcuni di essi possono – agli occhi del Partito Comunsta e di Pechino – essere pericolosi. Ciò non toglie che la loro persecuzione fa più pensare ad un piano di controllo e soppressione del fenomeno religioso in generale che ad altro.

 

Sorveglianza digitale in Cina. Sarà di ispirazione ad altri anche in Occidente?

L’Economist del 31 maggio apre con questo titolo di copertina: Does China’s digital police state have echoes in the West? Lo stretto controllo poliziesco che la Cina attua verso la sua popolazione, potrebbe ispirare anche i paesi occidentali o paesi come la Turchia.

Le capacità tecnologiche dei cinesi consentono un controllo capillare con sistemi di riconoscimento facciale di prim’ordine. E non dimentichiamo che per i cinesi viene selezionato quello che possono leggere in internet e quello che non possono leggere (non sono nemmeno sicuro se Stilum Curiae sia accessibile o no). Non hanno Facebook, non hanno Youtube e via dicendo. Media discutibili quanto si vuole ma che offrono anche informazioni di tutti i tipi, a cui il cinese non può teoricamente accedere (dico “teoricamente”, perché i cinesi poi sanno come cavarsela anche in questa situazione).

 

Report da Roma su Santa Sede e Cina

Stephen W. Mosher, uno studioso della Cina da decenni, ha firmato un bell’articolo ospitato il 31 maggio sulla piattaforma americana One Peter Five:

Report from Rome: What Do Vatican Officials Think to Gain in their Agreement with China? (And What Will Chinese Catholics Lose?).  In esso racconta di suoi incontri romani con officiali vaticani che si occupano della questione dell’accordo con la Cina. Ha detto di aver visto anche un arcivescovo di cui non fa il nome (ma penso di sapere a chi si riferisca), il quale nel corso del loro colloquio gli ha detto che l’accordo, che sarebbe comunque già stabilito, servirebbe per evitare uno scisma. Mosher, come tanti al posto suo avrebbero fatto, gli ha fatto notare che lo scisma già esiste e che un accordo in queste condizioni politiche e di recrudescenza di controllo sulle attività religiose non sarebbe una cosa buona.

Come mi hanno detto molte persone in passato, si ha l’impressione che da parte vaticana si voglia inseguire un “sogno”, un qualcosa che sembra bello ma che in realtà non potrebbe funzionare perché non esiste. Come detto più volte, la Cina è immensa e diversificata nelle varie aree anche per l’approccio alle religioni. In alcune aree le realtà religiose sono un poco più libere che in altre. Ma finché l’atteggiamento della leadership sarà tutto sommato ostile verso il fenomeno religioso, cambiamenti significativi non saranno mai possibili.

 

Città proibita: una metafora del mistero

Una metafora importante per capire la ricerca di identità può essere quella di Pu Yi, che da ultimo imperatore della Cina si è ritrovato ad essere, dopo una lunga “rieducazione”, comune cittadino. Nell’ultima scena del film di Bertolucci “L’ultimo imperatore”, un anziano Pu Yi, oramai ridotto a fare il giardiniere, visita la città imperiale, che un tempo era la sua residenza, e si ferma a contemplare il magnifico trono, dove una volta lui sedeva. Cos’è veramente la Cina? Lo vedo sempre più come un mistero.







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7 commenti

  • deutero.amedeo ha detto:

    Capocantiere, collaboratori e ausiliari, dispersi…
    Sono in corso le ricerche. Speriamo in bene , ma intanto la discussione è bloccata. Buona notte.

  • deutero.amedeo ha detto:

    Ma di che ci dovremmo preoccupare?
    Secondo il santo padre nella chiesa va tutto bene, salvo il chiacchiericcio. L’ha detto stamattina all’udienza generale:
    -Povero Spirito Santo il lavoro che ha con noi, con questa abitudine del chiacchiericcio! Pensate bene: il chiacchiericcio non è un’opera dello Spirito Santo, non è un’opera dell’unità della Chiesa. Il chiacchiericcio distrugge quello che fa Dio. Ma per favore: smettiamola di chiacchierare! –
    E poi ancora, a conclusione della catechesi, che riguardava la Confermazione ha detto :
    -Per favore, quando uscite dalla chiesa pensate che la pace ricevuta è per darla agli altri: non per distruggerla col chiacchiericcio. Non dimenticare questo.-
    Altissima teologia di un Papa unico nel suo genere.

    • Iginio ha detto:

      ma è verissimo che nella curia vaticana si chiacchiera e si sparla. Il problema è che lo fanno alla grande quelli a cui il Nuovo Corso va bene, a danno di coloro i quali si permettono qualche obiezione. Scambiare le obiezioni critiche per chiacchiericcio pettegolo non è corretto. Il papa farebbe meglio a prendersela con quelli del suo entourage che se lo intortano alla grande.

  • marco bianchi ha detto:

    Ancora la tastiera. Per chi domanda chi è il Cardinale Ri.Che non esiste. È Zen.

  • marco bianchi ha detto:

    Ho avuto modo di dire altre volte la mia opinione. Ho chattato per anni con cinesi. Alcuni più liberi di dire le loro opinioni altri meno.Ma ora tutti spariti. Le possibilità le avevano.Ora non più.E l’unico che manda qualche mail parla di nulla,e non può usare più Whatsapp. Lo usava quando era in Australia.
    Il Vaticano non è sprovveduto.Conosce benissimo la situazione cinese. E snobba chi la rammenta come il grande Cardinale Ri.Quindi non ci si prenda in giro.Non si parli di “sogno”.È solo il tentativo,che non riuscirà del tutto,di consegnare i cattolici cinesi al peggior regime che ci sia al mondo. Riuscirà in parte.Perché lì i cattolici sanno cosa vuol dire essere perseguitati.Ed hanno resistito. Non sono “fedeli”alla europea. Non ballano il tango. Come altre volte non dono d’accordo con il Maestro. Capisco chi ama la Cina.Ho detto che una cultura millenaria non la si cancella nel tempo,relativamente breve,del comunismo. Ma una cosa è parlare della cultura cinese e rimanere affascinati dal “mistero.”Altra parlare della Cina vera di oggi.E qui di misterioso c ‘è ben poco. È una dittatura comunista,feroce,imperialista. Che coniuga il peggio dek comunismo con il peggior capitalismo d’antan. Quando comprate qualcosa di cinese,e ormai è impossibile comprare nulla,ricordate che può essere il frutto del sangue degli schiavi dei lager.

  • Pier ha detto:

    Che cos’è la Cina? Il perfetto strumento del governo degli uomini e del mondo. Celeste Impero del Male.