CHIESA CATTOLICA DOVE VAI? PUCCETTI: BIOETICA, DA CAFFARRA A PAGLIA.

11 Aprile 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, oggi vi offriamo il testo che Renzo Puccetti, medico, scrittore, ed esperto di Bioetica, ha presentato al Convegno del 7 aprile a Roma intitolato “Chiesa cattolica dove vai?” in ricordo del cardinale Carlo Caffarra. La sua relazione, molto giustamente, si intitola “Da Caffarra a Paglia: la rivoluzione nella bioetica”, e tratta del drammatico cambiamento avvenuto in questo campo.


Eminenze, eccellenze, reverendi padri e reverende madri, signori, signore, vi porgo il mio deferente saluto, ringrazio gli organizzatori per avermi concesso l’onore e il privilegio d’intervenire su un tema al quale il cardinale Caffarra ha dato tanto e dal quale ho ricevuto tanto. Prima di procedere è necessario fornire alcune precisazioni: che cos’è la bioetica? È una disciplina. Cosa fa? Esprime giudizi di moralità su procedure biomediche. Come procede? Attraverso un confronto interdisciplinare.

Essa non è il regno dell’opinione, dell’ignoranza, della superficialità fatua, vacua ed autoreferenziale Il primo istituto di bioetica in Italia è stato fondato da monsignor Elio Sgreccia. A generazioni di bioeticisti egli ha insegnato un approccio triangolare alle questioni bioetiche: la valutazione degli aspetti scientifici, di quelli antropologici ed infine l’espressione di un giudizio di moralità o immoralità, cioè il giudizio su un atto come bene o male. Nel mio intervento volutamente parlerò soltanto di idee. Nel 1948 Richard Weaver disse: “Le idee hanno conseguenze”. Anni dopo George Weigel precisò che le cattive idee hanno conseguenze disastrose. Dunque concordo con Eric Metaxas, dobbiamo stare molto attenti alle idee che ci vengono impiantate nel cervello. Intendo dimostrare che in ciascuno dei tre ambiti del metodo triangolare vi sono oggi problemi, gravi problemi. A partire dall’approccio scientifico. Tutti voi ricordate il caso di Charlie Gard, affetto da gravissima patologia mitocondriale, deceduto a seguito della rimozione della ventilazione da parte dei medici inglesi. Un membro della PAV ha pubblicamente affermato che nel caso di Charlie Gard l’accanimento terapeutico era “plateale”.

In quella stessa occasione il bioeticista cattolico definì l’accanimento terapeutico così: “interventi medici futili, inutili, privi di prospettive, altamente tecnologici, altamente invasivi, e in molti casi tali da dare forti sofferenze al malato”. Ma la ventilazione non è futile quando assicura l’ossigenazione dei tessuti e questa impedisce la morte della persona.

Se la vita di Charlie Gard era priva di prospettive, allora quali sono le prospettive di un malato di Alzheimer, di un paziente oncologico in fase avanzata, di un soggetto in stato vegetativo o di minima coscienza?

Se la tecnologia avanzata e l’invasività sono indicatori di accanimento, allora sono soggetti ad accanimento i portatori di pace-maker, Defibrillatori, pompe insuliniche e di impianti cocleari, tutti interventi ad altissima tecnologia?

Ed infine, non vi sono forse forti sofferenze nel sostenere trapianti e chemioterapie? Certo, esse sono proporzionate, perché comunque, pur procurando sofferenza, questi interventi alleviano una sofferenza maggiore.

Cito un altro caso. Ancora una volta vede come protagonista un membro di un’importante istituzione della Chiesa Cattolica deputata alla difesa della vita. Nel 2009 questo membro è stato coautore di un articolo in cui sono state utilizzate cellule staminali umane della linea MP002.5 le cui caratteristiche sono descritte in un articolo dello stesso anno dalla dottoressa Camilla Karlsson.

In quell’articolo la dottoressa Karlsson indicava in un lavoro del 2005 la spiegazione della procedura di produzione di quella linea di staminali embrionali umane.

Gli autori vi spiegano anche chiaramente di avere ottenuto le cellule a partire da embrioni prodotti da tecniche di fecondazione in vitro donati per le ricerche.

Eppure nel 2000 in uno specifico documento la stessa Pontificia Accademia aveva stabilito che non è moralmente lecito utilizzare staminali embrionali reperibili in commercio o fornite da altri ricercatori.

Un infortunio? Se è così si tratta di un infortunio recidivante, perché lo stesso ricercatore nominato nell’istituzione posta a protezione della vita nel 2016, compare tra gli autori di uno studio dove vengono utilizzate cellule mesenchimali ottenute da polmoni fetali. Nei metodi dello studio viene indicato che le cellule sono state fornite dall’azienda Novogenix.

Nel dicembre 2016 il Congresso degli Stati Uniti nomina una commissione per fare luce sullo scandalo della vendita dei tessuti da aborti praticata da cliniche affiliate alla Planned Parenthood. L’avvocato della Novogenix ammette che la sua azienda aveva un contratto con la Planned Parenthood di Los Angeles per ricevere tessuti e cellule da aborti volontari del primo e secondo trimestre per un corrispettivo di 45 $ a campione. Gustando un’insalata il capo dei servizi medici della Planned Parenthood d’America, ammetteva con totale tranquillità che le sue cliniche vendevano polmoni, fegati, arti interi dei bambini abortiti. È questo un modo rispettoso della dignità personale dell’embrione umano? Se si ribalta il giudizio di moralità sull’impiego di questi tessuti per la ricerca, ammettendo gli autori nei più alti consessi pro-vita, allora si cambia tutto l’impianto della collaborazione al male e si introduce il criterio etico consequenzialistico ed utilitaristico, oppure quello intenzionalistico. Un’azione sarebbe dunque buona se porta a benefici, o se è animata da buone intenzioni. E qui siamo allora di fronte ad un grande problema sulle fonti della moralità degli atti umani e sulla negazione delle azioni intrinsecamente malvagie. Siamo ad un cambiamento profondo dei criteri per esprimere la moralità delle azioni. Ed io, con tutto lo sforzo che posso fare, non riesco ad individuare nessuna continuità rispetto a ciò che mi è stato insegnato.

Ritorniamo agli aspetti scientifici, dove i problemi sembrano non essere isolati. In un’altra Pontificia Accademia è stato apprezzato John Bongarts, dal 1973 membro esperto dell’organizzazione per il controllo delle nascite di Population Council. Egli è l’autore della formula che porta il suo nome dei determinanti prossimi della fertilità. Essa postula matematicamente una costante del movimento per i diritti riproduttivi: contraccezione e aborto sono tra loro in rapporto inverso, all’aumentare della contraccezione diminuiscono gli aborti.Tuttavia abbiamo una mole di dati empirici che smentiscono questo assunto. In tre distinti studi il 90% delle donne che abortiscono ha usato la contraccezione nel mese in cui sono rimaste incinte, o dopo averla interrotta, cioè erano state esposte alla mentalità contraccettiva. Qualcuno sembra avere suggerito l’adozione del condom. Questo studio ecologico che presentai al Congresso Mondiale di Ginecologia a Roma, indica che negli Stati della federazione americana dove il condom è più utilizzato si registrano più aborti (è la linea in verde nel grafico). E in un altro contributo pubblicato sul British Medical Journal con la professoressa Maria Luisa Di Pietro mostrammo che lo stesso andamento si ha per la relazione tra uso del condom e infezioni da HIV.

In Francia, dove il 97% delle donne sessualmente attive che non cercano una gravidanza usa la contraccezione, Si registrano stabilmente oltre 200.000 aborti.

In questo studio svedese il rimborso totale dei contraccettivi in alcune regioni non si associa a minori tassi di aborto rispetto alle zone dove i contraccettivi sono a pagamento. Nel celebrato programma CHOICE dove nell’area di St. Louis sono stati elargite gratuitamente spirali e altri LARC, il numero di aborti è diminuito in misura minore rispetto all’area di Kansas City che veniva utilizzata come campione di controllo.

Un altro nuovo membro della Pontificia Accademia per la Vita ha scritto: “Se la responsabilità del generare è ciò a cui rimandano questi “metodi” (Continenza periodica n.d.r.), allora si può comprendere come nelle situazioni in cui essi siano impossibili o impraticabili, occorra trovare altre forme di responsabilità”.

Pare che si ignori che non esistono situazioni cliniche che rendano impossibile adottare i metodi naturali. E pare che si ignori che le altre forme di responsabilità ormonale abbiano tra i meccanismi d’azione possibili quello di rendere l’endometrio inospitale all’embrione, cioè un meccanismo abortivo. Di queste considerazioni non ho ricevuto minimamente eco in questi mesi di studio dei documenti che portarono alla redazione di Humanae vitae da parte di Papa Paolo VI e di annunci mediatici che da quei documenti cercano di trarre materiale per ribaltare la posizione sulla contraccezione di venti secoli di storia della morale cattolica. Allora formulo una pressante richiesta: si conceda l’accesso a quelle carte agli studiosi, senza limitarlo ad un gruppo ristretto. Si mostri quella volontà di trasparenza di cui è stato fatto sfoggio mediatico.

E se i metodi naturali fossero semplicemente una contraccezione cattolica, diversa dalla contraccezione solo per il fatto di essere “green” e non invece un comportamento performativo, in grado di modificare in profondità il centro decisionale delle persone che li adottano, perché gli sposi che la usano hanno un tasso di divorzio che è la metà o un terzo di quello registrato nei matrimoni dove si fa uso della contraccezione?

E perché tra di loro gli aborti sono un quinto rispetto alla popolazione generale?

E se la responsabilità procreativa può essere esercitata sottraendo la procreazione al sesso, perché non potrebbe messere fatto sottraendo il sesso alla procreazione? Se si può fare un male per ottenere un bene, perché non accettare il male di oltre un milione di vite umane embrionali per ottenere centomila vite umane neonatali?

E perché non aggiungere al sacrificio gli oltre 57.000 embrioni accumulatisi nei congelatori? Ciò è il risultato di 10 anni di fecondazione in vitro in Italia.

Nel 1972 Elizabeth Anscombe difese Humanae vitae con molti argomenti tra cui uno di stampo analitico. Se si può chimicamente amputare l’apertura alla vita tenendo ferma la sessualità tra uomo e donna, perché non farlo naturalmente variando il sesso degli attori della sessualità? Acquisito questo paradigma, come si fa a non dare ragione al collaboratore della comunicazione vaticana che promuove l’abbandono dell’indicazione degli atti omosessuali come “intrinsecamente disordinati” considerandoli “diversamente ordinati”? E come impedire la responsabilità generativa con altri metodi quando i metodi naturali sono impraticabili?

Desidero terminare con un pensiero che ritengo possa compiacere gli amanti dell’ecumenismo. Esso dice: «Il silenzio di fronte al male è esso stesso un male: Dio non ci riterrà senza colpa. Non parlare è parlare. Non agire è agire» L’autore è Dietrich Bonhoeffer. Credo che sia un diritto dei laici quello di ricevere più rispetto intellettuale, morale e spirituale dalla Chiesa attraverso i suoi uomini e le sue istituzioni. Tanto più quando vi sono persone che sull’insegnamento appreso hanno messo in gioco tutta la loro vita. Una di queste, il cardinale Caffarra, ora ci vede dal cielo, un’altra invece ci vede dalla sala, è una mia amica, ma soprattutto un’amica e discepola del Cardinale Caffarra che ha incarnato la Chiesa in uscita verso le periferie esistenziali ben prima che quaesta diventasse un’espressione di uso comune. È la fondatrice di Casa Betlemme, Flora Gualdani, a cui invito i presenti a tributare un applauso. Grazie.


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5 commenti

  • Lucy ha detto:

    Dice Puccetti :” Siamo a un cambiamento profondo dei criteri per esprimere la moralità delle azioni umane”.
    Tutto questo da quando Bergoglio ha rivoluzionato la PAV.
    Lo scopo è “ribaltare la posizione della contraccezione di venti secoli di storia della morale cattolica”
    Si usano anche per questo scopo falsità come “con l’aumentare della contraccezione diminuiscono gli aborti “. In Gran Bretagna dove i preservativi e le pillole te li tirano appresso fin dalle medie inferiori continua ad esserci il record di gravidanze e aborti adolescenziali.
    In Francia dove la contraccezione è programmata e il 97% delle donne usa la contraccezione di ogni tipo di pillola , il numero degli aborti è stabile da 10 anni in più di 200000 all’anno.Ma come mai ?Siccome i misteri nella vita sociale non esistono e visto che i modelli teorici degli “esperti” sono sconfessati dalla realtà,bisogna ammettere che un’educazione sessuale a tappeto che privilegia la “protezione ” e l’istruzione a ” come fare a…” a scapito di un ‘educazione al senso della vita e ai valori , fallisce il suo scopo.Anzi favorisce l’aborto perchè inocula una mentalità contraccettiva per cui anche l’aborto è visto come un metodo contraccettivo.
    Insomma più alto è il tasso di “informazione” e più alto è il tasso di ciò che l’informazione vorrebbe evitare.E come mai in Italia siamo brn lontani dai livelli delle ultramoderne Francia e Gran Bretagna?Non sarà forse perchè da noi la famiglia, pur in crisi, funziona ancora meglio dello Stato in termini educativi quando ancora riesce a dare insegnamenti di carattere morale?Fino a poco tempo fa era supportata in ciò dalla Chiesa che si esprimeva con parole chiare.
    Papa Benedetto nel Gennaio 2011 disse che :” C’è un ‘altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie là dove è IMPOSTA la partecipazione a corsi di educazione sessuale ( dove spesso si distribuiscono profilattici e pillole abortive) che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla Fede e alla Ragione”.
    Tra gli attacchi della stampa laica lo difese Giuliano Ferrara :” Come sempre criticano il Papa i portavoce di una cultura i cui pilastri etici globali sono gli spermicidi, l’aborto, la selezione eugenetica della vita e la sua riproduzione artificiale a scopo di ricerca, fino all’eutanasia.
    Il Papa crede nella sobrietà dei costumi , in una sessualità umana orientata alla costruzione di significati di vita “.
    Sembra il mesozoico eppure sono passati appena un paio d’anni.

  • Adriana ha detto:

    Domande lecite e opprtune . Ma scomode .

  • GMZ ha detto:

    Costruisco la macchina del tempo, poi vado 40 anni fa, rapisco Paolo VI e lo porto nel presente e gli dico “te e il tuo capomastro avete distrutto la messa, ora fai penitenza vedendo cosa fa Francesco con Humanae Vitae”.

    Le parole di Puccetti: che schiaffoni per i cattoabortisti!
    Peccato che il suo invito a rendere pubblici i documenti preparatori di Humanae Vitae non serva a nulla, considerando come i modernisti taroccano sinodi e citazioni. E concili, non dimentichiamo quel che combinò Giovanni XXIII!
    Ossequi.

  • Mario ha detto:

    Ottimo Tosatti, grazie!
    Intervento magistrale del dr. Puccetti, con il quale non si può non concordare. Le derive in atto sono evidenti oltre che drammatiche e il principio che “Le idee hanno conseguenze” e soprattutto che “le cattive idee hanno conseguenze disastrose” non può in nessun modo essere falsificato.
    Tutto chiaro allora? Una volta capito che cosa non fare o che cosa non perseguire dovremmo essere tutti felici e salvi. Sarebbe bello, certo, se non ci fosse per lo mezzo un “MA” grande come una casa! E quel “MA” è rappresentato da due principi che rappresentano bene l’essenza dell’attuale società umana. Il primo è rappresentato dal denaro, che non è più soltanto un mezzo come tanti altri, ma è diventato il fine. L’unico fine per ottenere tutto il resto.
    Il secondo è la cosiddetta «Legge di Venter», che forse pochi conoscono ma che si può racchiudere in questa breve frase dalle conseguenze inimmaginabili: «The question is when, not if», ovvero «La questione non è se, ma quando…».
    Qualche anno fa, a seguito dei risultati degli esperimenti condotti su embrioni nelle primissime fasi di sviluppo con la tecnica Crispr-Cas9, la rivista “Nature Biotechnology” consultò alcuni dei maggiori esperti del settore: ricercatori, bioeticisti, imprenditori sull’eventuale potenziale utilizzo e i rischi della nuova tecnica. La risposta fu lapidaria e chiarissima: «The question is when, not if». Una risposta motivata da un comportamento generalizzato che ci consente di affermare con altrettanta chiarezza che non ci sarà in pratica nessun modo efficace di regolare o controllare l’uso di tecnologie di editing genetico o similari nella riproduzione umana, perché la nostra specie non si fermerà davanti a niente per eliminare il rischio di malattie o di tratti percepiti come negativi nella propria discendenza e questo modo di percepire e operare si può estendere in un qualsiasi altro ambito, come si può facilmente intuire.
    Ciò che dà forza a questo scenario è soprattutto la staticità della nostra riflessione culturale. Ci troviamo ad affrontare un’epoca di straordinarie potenzialità e cambiamenti nelle scienze della vita e nella tecnica con un armamentario concettuale che ci trasciniamo dal secolo scorso: limiti, responsabilità, comitati, moratorie. Evitando di affrontare le questioni sostanziali che ogni giorno, attraverso simili risultati, ci incalzano e sollevano nuovi interrogativi. A cominciare da quello centrale: che cosa significa essere degli umani? Quali sono – se vi sono – i limiti della condizione umana? Dove inizia e dove finisce ciò che chiamiamo un essere umano?

  • ESDRA ha detto:

    Puccetti attento a Padre Livio, forse caccerà anche te da Radio Maria, non sei più in sintonia con la rivoluzione . Gaber scrisse una canzone, ” L’uomo che perde i pezzi” . Radio Maria farà tra poco solo rosari e quiz per bambini.
    A Napoli si dice : a carocchie a carocchie accirette ‘a mugliera…
    La strategia massonica nella Chiesa dei piccoli passi c’è stata già, tanto da rendere improrogabile l’uscita di un nuovo Catechismo nel 1992. Poi le encicliche Fides et ratio, Veritatis Splendor, Charitas in veritate per frenare il crollo dottrinario . Bergoglio per non dover fare i conti con queste premesse dice che bisogna essere pastorali, mettere tra parentesi la dottrina, agire seguendo le esigenze dell’uomo. E’ vero che i farisei erano rigidi nell’applicare la Legge, ma il potere lo esercitavano i sadducei che erano lassisti e con le loro tradizioni che andavano incontro all’uomo così com’è impedivano agli altri di applicare la Legge (onora il padre e la madre) così facendo finivano per annullare la dottrina la legge ed i profeti per avere il consenso sulle proprie dottrine… Oggi Bergoglio dice coerentemente a coloro che gli chiedono se marito e moglie, cattolico l’uno, protestante l’altra, possono fare la comunione insieme risponde: No, Si , fate voi…