AMORIS LAETITIA FA IL PRIMO “MARTIRE”. È UN SACERDOTE COLOMBIANO. NEGA L’EUCARESTIA PER I DIVORZIATI RISPOSATI.

23 Gennaio 2017 Pubblicato da

Marco Tosatti

E’ purtroppo confermata una notizia che quando l’ho letta parecchie ore fa mi è sembrata irreale. Un sacerdote colombiano è stato sospeso a divinis da suo vescovo per aver espresso le sue critiche e il suo disaccordo con l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, nella parte che si riferisce all’eucarestia per i divorziati risposati. La notizia è stata data da Adelante La Fè, che ha postato anche una testimonianza audio, in spagnolo del sacerdote.

Luis Alberto Uribe Medina, così si chiama il sacerdote, della diocesi di Pereira, è stato convocato dal suo vescovo, Rigoberto Corredor. Uribe Medina, secondo quanto afferma un comunicato della diocesi, ha “espresso pubblicamente e privatamente il suo rifiuto del magistero dottrinale e pastorale del Santo Padre Francesco, soprattutto per quanto riguarda il matrimonio e l’eucarestia”. E’ inutile spiegare che si tratta delle famose noticine del documento che contraddicono il magistero precedente; quello della Chiesa fino al 2016, ciò che hanno insegnato San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oltre al Catechismo della Chiesa cattolica, che si presume sia ancora valido.

Il comunicato della diocesi afferma che a causa della sua posizione il sacerdote “si è separato pubblicamente dalla comunione con il Papa e con la Chiesa”. Di conseguenza in base al Codice di Diritto Canonico, come eretico e scismatico e apostata è colpito dalla scomunica Latae Sententiae, e rimosso dalla sua posizione ecclesiastica.

Secondo Adelante la Fè, che ha consultato diverse “fonti affidabili”, la colpa di Uribe Medina riguarda il rifiuto di applicare le nuove norme di accesso all’eucarestia per i divorziati risposati il cui primo matrimonio sia ancora valido

Voci analoghe – sanzioni canoniche per i sacerdoti che non volevano applicare le norme permissive dell’Amoris Laetitia – erano corse anche dopo il comunicato in cui i due vescovi di Malta, Scicluna e Grech, avevano emanato norme interpretative che in pratica attribuiscono ai singoli fedeli il potere di decidere o meno se accostarsi all’eucarestia, indipendentemente dalla loro situazione matrimoniale. Sui social era corsa la notizia secondo cui il vescovo di Gozo, Mario Grech, avrebbe minacciato la sospensione a divinis per i sacerdoti refrattari.

Il vescovo ha negato la notizia. Un comunicato sulla pagina Facebook della diocesi afferma che “Ciò che è dichiarato da alcune fonti dei media in riferimento al vescovo Mario Grech, e in particolare che ‘minaccia che i preti saranno sospesi a divinis se rifiutano la Comunione ai divorziati risposati è assolutamente falso”.

E questa è certamente una buona notizia. Ma che non migliora se non di poco la situazione generale. Una situazione di pressioni, minacce, intimidazioni, e – se è vero quello che ha affermato un giornalista informato con Edward Pentin – il cui input potrebbe provenire dalla cerchia stessa del Pontefice, che in oltre trentacinque anni di esperienza professionale in questo campo non ho mai sperimentato. Vediamo sacerdoti e religiosi che ne fanno e ne dicono di tutti i colori, e continuano senza che nessuno si sogni di disturbare la loro libertà di opinione e di espressione. Una reazione di questo genere, oltre a rivelare di quale materia reale sia la misericordia di cui tanto si parla, è probabilmente anche un segno di nervosismo. Mentre non si placa la rispettosa, e perseverante, richiesta di chiarimenti al Pontefice espressa dai “Dubia”, e da molte altre voci, il timore che perplessità e resistenze dilaghino spinge a reagire con la rigidità tanto deprecata da successore di Pietro. Brutti tempi, per la Chiesa.



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227 commenti

  • EFISIO BOVA ha detto:

    Quindi abbiamo un presunto martire, ma la notizia è stata smentita? E allora chiamiamola subito bufala che facciamo prima 😁

  • Ira Divina ha detto:

    Signor Marco, il suo atteggiamento di saccente è ormai noto e che lei abbia assunto l’avvocatura difensiva di questa deriva è arci noto. Io so solo quello che il Magistero fino a ieri ha insegnato con chiarezza e determinazione e che cioè chi ha celebrato un matrimonio valido e passa a un nuovo matrimonio non può ricevere l’assoluzione e quindi accedere all’Eucarestia, punto. Poi che lei ed altri vogliono abbeverarsi alle masturbazioni mentali di questo nuovo corso Bergogliano, amen! Rispondera davanti a Dio chi ha la responsabilità di pascere il gregge. Poi di masturbazioni mentali su questo blog Lei è maestro con i suoi lunghi rotoli di papiro scritti! Lo volete o non lo volete lo scisma nella Chiesa è paventato e io resto ancorato alla ortodossia della Chiesa cattolica che ho conosciuto. Lo so che mai un Papa potrebbe legalizzare il divorzio, anche se di pazzi se ne affacciano alla ribalta della storia, ma il problema è che con AL in modo serpentino, direi diabolico, si cerca di girarci intorno con la favola del discernimento. Quindi il mio era un modo di dire provocatorio! Quindi abbassi i toni e impari la virtù dell’umiltà per farsi aiutare a dire le cose e partecipare a una rispettosa dialettica di scambio di opinioni. O forse Lei è il mentore di Vallini, Forte ed altri allineati alla teologia della liberazione che il Papa venuto dalla fine del mondo ci ha portato? ” Come pecore sono avviate agli inferi, sarà loro pastore la morte”! (Dai Salmi)

  • PetrusLXXVII ha detto:

    Mi dica padre.. se domani dovesse essere eletto un Papa che, avvalendosi del legittimo potere delle chiavi, ribaltasse la prassi ventilata da Bergoglio, quei “poveri laici in buona fede” che oggi lei giudica dei miseri farisei, domani non lo sarebbero più e lo diverrebbero invece personaggi come il signor Marco “poveri laici in buona fede”? E lei, si adopererebbe con lo stesso zelo a contraddire ciò che oggi invece difende in modo così ardito, contro quelli che diverrebbero i nuovi non allineati, i miseri farisei del momento? Risponda sinceramente per favore..

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Signor Petrus,
      ciò che lei paventa non avverrà, perché c’è una continuità nel Magistero. Lei dice così perché ritiene AL in contraddizione con FC che invece è su un piano diverso come ha spiegato tante volte e molto bene, il signor Marco.

      • PetrusLXXVII ha detto:

        Non tergiversi padre.. una prassi diversa, come sostiene l’amico Marco, non comprometterebbe la continuità del Magistero se venisse preservato il dogma.
        Per cui, assodato che è fatta salva la continuità, torno a chiederle.. se domani un nuovo Papa dovesse stabilire che i tempi richiedono che ora la prassi più idonea da seguire è nuovamente quella di FC e non più quella di AL, lei a chi si ostina a fidarsi della prassi di AL darebbe del “misero fariseo”, del “povero laico in buona fede” come oggi fa con chi ancora si fida della prassi prospettata da FC? E si adopererebbe allo stesso modo a convincere della necessità di conformarsi alla nuova prassi, abbandonando quella che invece oggi difende?

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Signor Petrus,
          mi tira per i capelli! Ebbene, sì. Obbedirei al nuovo corso, ma se la coscienza mi imponesse la necessità di salvare un’anima, seguirei la coscienza, come fece quel frate che assolse lo scomunicato Cavour in punto di morte e poi fu sospeso a divinis per parecchio tempo.

          • Beatrice ha detto:

            Quindi, don Ezio, per logica conseguenza deve dare ragione al povero prete colombiano sospeso a divinis per non voler dare la Comunione ai divorziati risposati conviventi more uxorio, mi sembra evidente infatti che la preoccupazione del prete colombiano era la salvezza delle anime di questi fedeli, la sua preoccupazione era quella di impedire a queste persone di peggiorare la loro situazione aggiungendo il sacrilegio ai peccati gravi commessi contro la Santità del Matrimonio.

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            @ Beatrice

            No, Beatrice. C’è una massima nella teologia morale che dice che si deve sempre applicare la legge più favorevole al reo. In dubio pro reo. Quindi il sacerdote colombiano può legittimamente ritenere che AL non sia un atto del Magistero buono, può porre i suoi Dubia come hanno fatto alcuni cardinali, ma non può far pagare i suoi dubia ai peccatori. Se vuole paghi lui. Non l’ha capito, ha pagato lo stesso.
            Se poi fosse vero quello che lei dice, Beatrice, significa che abbiamo un Papa che con un’esortazione apostolica aumenta il numero dei sacrilegi nella Chiesa Cattolica. Sono state dette miliardi di volte qui che non è così.

          • Beatrice ha detto:

            @don Ezio
            E la massima “in dubio pro reo” al sacerdote colombiano non si applica? Quel sacerdote non voleva per niente danneggiare i suoi fedeli, ma condurli veramente alla salvezza dell’anima nell’unico modo insegnato da Gesù, cioè spingendoli ad abbandonare il peccato. San Domenico Savio, che lei dovrebbe conoscere bene, diceva: “piuttosto la morte ma non i peccati!” Non serve a niente prendere l’Eucaristia in una condizione di probabile peccato mortale (dico probabile perché nessuno tranne Dio è in grado di sapere con certezza una cosa del genere), anzi peggiora la situazione del peccatore impenitente che non ha intenzione di cambiare vita perché aggiunge il sacrilegio alla violazione dei Comandamenti divini, di cui non gli viene più fatta capire la gravità. L’Eucaristia non serve a colui che è privo della grazia santificante, costui ha bisogno della Confessione, che, insieme al Battesimo, è detta appunto Sacramento dei morti. Tra l’altro il sacerdote colombiano non ha disobbedito a nessun ordine papale. L’Amoris Laetitia non ha detto in maniera chiara e univoca se l’accesso all’Eucaristia è consentito o meno per i divorziati risposati, infatti sono state date interpretazioni opposte della stessa esortazione! Se non se n’è accorto oggi nella Chiesa cattolica regna la confusione più totale, ogni Diocesi fa come cavolo le pare basandosi sullo stesso documento scritto in modo dichiaratamente ambiguo (vedi dichiarazioni di Forte) e questo non lo dicono gli anti-bergogliani ma è un dato di fatto. Nei precedenti pontificati invece il comportamento da seguire era chiaro come il sole e se qualche consacrato, tipo Galantino, voleva discostarsene lo faceva di nascosto senza per questo venire sospeso a divinis (molti preti lo chiamavano “artigianato locale”). San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano fermi sui principi ma tolleranti nella pratica, invece i misericordiosi del nuovo corso hanno più volte dimostrato di essere liquidi nei principi (che hanno smesso di essere “non negoziabili”) e intolleranti nella pratica (infatti giù di bastonate a ogni minima voce dissenziente). Padre Reginald Garrigou-Lagrange disse: “la Chiesa è intransigente sui principi, perché crede e tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano. La Chiesa assolve i peccatori, i nemici della Chiesa assolvono i peccati”. Scalfari su Repubblica disse a proposito di Papa Francesco che è un Pontefice rivoluzionario “soprattutto su un punto fondamentale: di fatto ha abolito il peccato”. Qui trova l’articolo di Scalfari dove lo dice: http://www.repubblica.it/politica/2013/12/29/news/la_rivoluzione_di_francesco_ha_abolito_il_peccato-74697884/
            Dopo tutto quello che è successo nei due sinodi sulla famiglia, che sono stati palesemente manovrati dall’alto, e dopo la pubblicazione di Amoris Laetitia si è avuta la dimostrazione che Scalfari aveva ragione: di fatto è stato abolito il peccato di adulterio.

          • Marco ha detto:

            Confermo, Don Ezio.

            Se un Papa futuro dovesse dire che si ritorna a seguire la prassi di Familiaris Consortio, ovvero di escludere dai Sacramenti a prescindere i pubblici peccatori, non potremmo fare altro che accettarlo, pur a malincuore, perché sarebbe una cosa che un Papa avrebbe tutti i diritti per imporre.

            Il fatto che a me o a lei (Don Ezio) possa piacere di più Al non cambia il fatto che sia Al che FC rappresentano due applicazioni legittime (seppur diverse) dello stesso dogma.

          • Marco ha detto:

            Beatrice dice che è stato abolito il peccato di adulterio.

            Mi tocca rifare la stessa domanda fatta ad Ira Divina: ma perché dire queste idiozie?

            I divorziati risposati sono detti essere in situazione oggettiva di peccato, in Amoris Laetitia, proprio a causa del loro adulterio.

            Ciò che Amoris Laetitia ricorda è che anche queste persone, a causa di varie attenuanti, possono non avere colpa mortale (se non hanno piena avvertenza o deliberato consenso).

            Il sacerdote può discernere in confessionale dove manchino questi requisiti e dove ci siano attenuanti oggettive che limitano la libertà (ad esempio la presenza di figli e un coniuge che non accetta l’imposizione della castità da parte della Chiesa, e quindi se non ci si può permettere di far andare a scatafascio l’unione per il bene dei figli piccoli viene da se che qui manca la libertà necessaria a fondare un atto morale) , Amoris Laetitia semplicemente da il permesso ai sacerdoti di farlo anche coi divorziati risposati che non vivono in castità, che prima erano semplicemente esclusi da questo discernimento.

            Sul discorso del sacrilegio ho già scritto mille volte, ma evidentemente o non sono stato capito o non sono stato letto.

            Anche se, purtroppo, repetita NON iuvant, mi ripeto lo stesso: se un fedele si confessa sinceramente (compresa l’eventuale sua incapacità di pentirsi – poi sarà il sacerdote a valutare se è ignoranza invincibile- o di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa) senza mentire nè nascondere nulla, e il confessore che agisce in persona Christi decide di assolverlo, questa persona è sempre assolta, persino qualora il sacerdote, formalmente, abbia sbagliato nel discernimento e avrebbe dovuto negare l’assoluzione.

            Il penitente è comunque assolto per il principio dell’Ecclesia supplet.

            L’unica condizione in cui un divorziato risposato può commettere sacrilegio accostandosi alla Comunione è se vi si accosta dopo aver strappato una assoluzione mentendo o omettendo cose nel confessionale.

            Se si confessa sinceramente e viene assolto lui (o lei) è assolto e punto.

            Perciò Amoris Laetitia non mette in pericolo le anime dei fedeli, semmai aggiunge ulteriore responsabilità (e credo che Don Ezio, sacerdote e confessore, potrà confermare) sulle spalle dei confessori, infatti anche io Cardinale Vallini diceva questo

            “Un’apertura che va intesa «certamente non nel senso di un accesso indiscriminato ai sacramenti, come talvolta avviene, ma di un discernimento che distingua adeguatamente caso per caso». E chi può decidere? «Dal tenore del testo e dalla mens del suo autore non mi pare che vi sia altra soluzione che quella del foro interno. Infatti il foro interno è la via favorevole per aprire il cuore alle confidenze più intime, e se si è stabilito nel tempo un rapporto di fiducia con un confessore o con una guida spirituale, è possibile iniziare e sviluppare con lui un itinerario di conversione lungo, paziente, fatto di piccoli passi e di verifiche progressive. Dunque, non può essere altri che il confessore, ad un certo punto, nella sua coscienza, dopo tanta riflessione e preghiera, a doversi assumere la responsabilità davanti a Dio e al penitente e a chiedere che l’accesso ai sacramenti avvenga in maniera riservata. In questi casi non termina il cammino di discernimento al fine di raggiungere nuove tappe verso l’ideale cristiano pieno».”

            http://www.lastampa.it/2017/01/07/vaticaninsider/ita/vaticano/dubia-sui-sacramenti-ai-risposati-la-via-di-vallini-rZJGCELLnVmgHLr14G4zJO/pagina.html

            Perciò non è come dicono alcuni, Amoris Laetitia è davvero un grande atto di Misericordia verso i divorziati risposati, che trovano la via verso la Grazia meno accidentata di prima.

            La Chiesa in futuro potrebbe cambiare di nuovo la prassi e tornare a Familiaris Consortio? Certo, e in questo caso lo accetteremmo.

            La Chiesa potrebbe addirittura tornare alla scomunica del 1917, dove i divorziati risposati venivano scomunicati e chiamati infami nel codice di diritto canonico.

            Cito il Canone 2356 del Codice di diritto canonico del 1917

            ” Bigami, idest qui, obstante coniugali vinculo, aliud matrimonium, etsi tantum civile, ut aiunt, attentaverint, sunt ipso facto infames; et si, spreta Ordinarii monitione, in illicito contubernio persistant, pro diversa reatus gravitate excommunicentur vel personali interdicto plectantur.”

            Per quanto fosse un provvedimento durissimo e diretta sconfessione della frase di Garrigou Lagrange (infatti è impossibile non vedere come quella fosse intransigenza non solo verso il peccato -che c’è anche in Al, che infatti definisce quelle coppie in situazione oggettiva di peccato, ben lungi quindi da qualsiasi legittimazione dell’adulterio, come ha detto falsamente Beatrice- ma anche verso il peccatore) persino quel provvedimento era ortodosso, sebbene diversissimo da Al.

  • Ira Divina ha detto:

    Poi questa distinzione tra dottrina teorica e pratica pastorale mi era del tutto inedita. Il Papa dice che lui non è nessuno per giudicare, mentre poi chiede ai ministri della confessione di fare da giudici se ammettere o meno alla Eucarestia i divorziati, risposati civilmente, quando riconosce la validità del primo matrimonio, visto che non lo ha dichiarato nullo? Ma allora perché non li fa sposare in Chiesa e così risolve il problema!

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Ma no, Ira Divina. Non è che la pratica pastorale contraddica la dottrina teorica. Nel caso della famosa frase “chi sono io per giudicare” significa “che io non sono Dio per giudicare = condannare una persona”; il confessore, rispetto a qualsiasi peccato, non solo quindi al caso dei divorziati risposati civilmente, non giudica = condanna le persone perché non è Dio, giudica = valuta se c’è il pentimento e se ci sono le condizioni per l’ammissione all’Eucaristia. La parola “giudicare” può riferirsi alle persone oppure alle situazioni da valutare. Del resto è lo stesso Gesù che da una parte dice: “Non giudicare e non sarai giudicato” e dall’altra dice: “Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno non rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”. Ora, per decidere di non rimettere i peccati, occorre una valutazione che però non si sostituisce al giudizio di Dio. Negare l’Eucaristia ad una persona, non significa mandarla all’inferno; concederla non significa giustificare un comportamento immorale. Non si fa sposare in chiesa i divorziati risposati civilmente, perché il divorzio è proibito esplicitamente dal Signore, mentre per le condizioni per accedere all’Eucaristia diciamo, ci sono, per intenderci, dei margini di manovra.

    • Marco ha detto:

      @Ira Divina

      “Poi questa distinzione tra dottrina teorica e pratica pastorale mi era del tutto inedita. Il Papa dice che lui non è nessuno per giudicare, mentre poi chiede ai ministri della confessione di fare da giudici se ammettere o meno alla Eucarestia i divorziati, risposati civilmente, quando riconosce la validità del primo matrimonio, visto che non lo ha dichiarato nullo? Ma allora perché non li fa sposare in Chiesa e così risolve il problema!”

      Scusi ira divina, ma perché scrivere queste idiozie? A che scopo?

      Il Papa non può far risposare in Chiesa una coppia di divorziati risposati perché :

      1) nessuna potestà in terra, nemmeno il Papa, può sciogliere un matrimonio sacramentale valido;

      2) in ragione del punto 1 i divorziati risposati che non vivono in castità commetton adulterio, e il Papa non può legittimare il loro adulterio sposandoli in Chiesa;

      3) ma nè il punto 1 nè il punto 2 hanno a che fare con Amoris Laetitia, che tratta non della liceità dell’adulterio (che nessun Papa potrebbe mai affermare, a meno di non cadere in eresia) ma della non colpevolezza mortale di alcune persone che lo commettono, a causa di mancanza di piena avvertenza (mancanza di conoscenza della norma o, se conosciuta, mancanza di comprensione) o deliberato consenso (impossibilità di agire diversamente senza una nuova colpa, ad esempio impossibilità di imporre al coniuge l’astinenza sessuale perché farlo provocherebbe la fine della relazione -dato che le coppie giovani hanno bisogno anche di quello, e se un coniuge ha la Fede meno forte dell’altro difficilmente accetterà questa imposizione- con grave danno dei figli e del coniuge).

      Volete ficcarvelo in quella testaccia?

      Volete capire che un conto è il peccato grave oggettivo e un conto la colpevolezza di chi lo commette? Volete capire che se è vero che ogni colpa mortale deriva da una mancanza in materia grave, non ogni mancanza in materia grave (e l’adulterio è sempre materia grave, visto che è sempre illecito) porta alla colpa mortale?

      Se non lo capite amen, ma almeno evitate di impicciarvi di teologia e blaterare di eresie quando non conoscete l’abc del Magistero.

      • Don Ezio Fonio ha detto:

        Marco,
        Gesù ai farisei parlava in parabole:

        “10 Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?».
        11 Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12 Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 13 Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. 14 E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
        Voi udrete, ma non comprenderete,
        guarderete, ma non vedrete.
        15 Perché il cuore di questo popolo
        si è indurito, son diventati duri di orecchi,
        e hanno chiuso gli occhi,
        per non vedere con gli occhi,
        non sentire con gli orecchi
        e non intendere con il cuore e convertirsi,
        e io li risani.
        16 Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. 17 In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!” (Mt 13,10-16).

        Non capivano i farisei e non capiscono gli antibergogliani. Il problema è un altro: se sono laici in buona fede, pazienza; se sono ministri (preti, vescovi o cardinali) è necessario intervenire perché possono causare sofferenze non necessarie e magari disperazione alle membra deboli del popolo di Dio.
        Ora qui gli antibergogliani hanno un concetto di Dio e della religione fatto a loro immagine e somiglianza. Di conseguenza nessun ragionamento sul potere delle chiavi che ha il Papa e sulle condizioni necessarie perché un peccato grave sia mortale può essere accettato da loro. E’ così che nascono le eresie: tutte le volte che la Chiesa in duemila anni di storia ha definito qualcosa col potere delle chiavi, c’è sempre stata un’eresia o uno scisma.

  • Ira Divina ha detto:

    Riguardo la dottrina volevo dire che è il frutto di duemila anni di studi e di riflessioni della Chiesa e che non credo debba essere ribaltata con un orientamento del tutto opposto. Sicuramente sono stato io infelice nell’esprimermi.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Ho capito ora, non avevo inteso bene.
      Sono d’accordo sulla dottrina, e però gli orientamenti pastorali possono cambiare. Non direi che l’orientamento è del tutto opposto.
      In passato la Chiesa usava il rogo per estirpare le eresie (Giordano Bruno ancora nel 1600), ora non lo usa più.
      In passato si bruciavano le streghe, ora non si bruciano più.
      In passato la pena di morte era giustificata, dal 1969 è stata abolita nel Vaticano.
      In passato la masturbazione era considerata un omicidio, adesso un atto che non corrisponde al significato della sessualità.
      In passato c’erano vescovi sposati, ora i vescovi devono essere celibi.
      In passato si dava l’assoluzione solo una sola volta nella vita, ora si può dare tutte le volte che un peccatore pentito la chiede,
      In passato i pubblici peccatori dovevano fare la penitenza pubblica, ora no.
      Quindi, in passato le cause esimenti o diminuenti la colpa non venivano applicate per gli stati di peccato, come gli sposati divorziati, ora con AL si applicano.
      Si può dire che su un punto o l’altro uno preferisca il passato piuttosto che il presente, ma non si può liquidare le decisioni di un Papa, dell’attuale Papa come prossime all’eresia.

      • Marco ha detto:

        È una cosa davvero incredibile Don Ezio.

        Più sopra, se legge la mia discussione con Petrus, noterà che lui continua a dire che l’adulterio non è mai lecito e non può essere giustificato.

        E io a ribadirgli che si, l’adulterio non è mai lecito nè può essere giustificato in base alle circostanze e situazioni, ma colui che lo commette può avere attenuanti che, pur non trasformando il suo atto di adulterio in un atto buono, gli tolgono la colpa mortale.

        Ma niente. Per lui ammettere i risposati in certi casi all’Eucaristia equivale ad affermare la liceità di adulterio e fornicazione, come se io avessi affermato che in qualche caso l’adulterio può essere lecito e che non sia sempre materia grave.

        Io davvero non capisco questa dura cervice.

  • Ira Divina ha detto:

    Chiedo scusa ma ho visto male un medaglione che in quella occasione Francesco I indossava e che poteva sembrare tale, ma il dono è comunque riprovevole e di cattivo gusto anche se solo la falce e martello con il Cristo crocifisso sul martello. Il problema è che con questo Papa sembra tutto possibile, anche un dono di cattivo gusto.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Chiarito. La ringrazio comunque, perché a me era sfuggito il medaglione. E però mi sembra più grave il crocifisso con la falce e il martello, da sola la croce avrebbe avuto un riferimento meno diretto a Gesù.

      Anche se quel crocifisso ha una sua storia:

      http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-lascia-bolivia-crocifisso-falce-e-martello-1150713.html

      sono dello stesso suo parere: è stato un dono di cattivo gusto. Ma non è che fosse meglio con san Giovanni Paolo II: ad Assisi in una chiesa è stato fatto un sacrificio pagano su un altare cristiano durante il famoso incontro ecumenico, e in giro per il mondo il Papa ha ammesso donne a seno scoperto nella Messa papale addirittura nella processione offertoriale, ma non erano “selvaggi”, sbucate dalla foresta, donne laureate in costume/nudismo tradizionale.
      Quando occorrono, anch’io faccio le critiche, non sono papista ad oltranza né difensore d’ufficio del Papa.

      • PetrusLXXVII ha detto:

        Mi scusi padre Fonio.. può indicarmi qualche fonte dove poter leggere di quegli abusi che avrebbe ammesso Giovanni Paolo II? La ringrazio anticipatamente.

  • Ira Divina ha detto:

    Parlo della Croce con al centro la falce e martello, senza crocefisso, per precisione.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      @ Ira Divina

      Io ho inteso il crocifisso con falce e martello che il presidente della Bolivia Evo Morales ha regalato al Papa. A quale altra croce con al centro la falce e marello senza crocifisso si riferisce? Le sarei grato di saperlo, perché non riesco a trovarne notizia io.

  • Ira Divina ha detto:

    Il Crocifisso, caro Don Ezio, il Papa lo ha indossato, non lo ha semplicemente accettato e che lo abbia indossato è certamente di indubbio gusto! Non cerchi di metterci sempre la pezza, tanto se lo Spirito Santo ha pensato a lei come Cardinale, non è necessario che lei faccia il “lecca calze” per voler usare una espressione di Bergoglio.🤗

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      @ Ira Divina

      Non avevo visto che oltre il crocifisso con la falce e il martello ci fosse anche un medaglione che riproduceva lo stesso crocifisso e che il Papa portava al collo. Io non l’avrei fatto, il Papa, forse preso in contropiede, non ha reagito come doveva: “No, grazie” o almeno non metterlo al collo. Mi conforta il fatto che il gesto per sé riprovevole, non è un atto del Magistero cui devo l’ossequio dell’obbedienza.
      Le assicuro che lo Spirito Santo non ha pensato di fare me cardinale. Scrivo quel che penso, non sono un lecca-calze.

  • Ira Divina ha detto:

    È la dottrina della Chiesa che ha duemila anni, cerchi di capire bene. E la Chiesa di Cristo fondata da Lui, ha duemila anniiii!!

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      @ Ira Divina

      La Chiesa di Cristo ha certamente duemila anni. Sono d’accordo, ma la dottrina della Chiesa si è sviluppata in duemila anni, non è quella di duemila anni fa.
      Prenda per esempio il dogma dell’infallibilità pontificia: se nel 1870 il Concilio Vaticano avesse voluto affermare la dottrina di sempre, i padri sinodali contrari alla definizione dell’infallibilità avrebbero dovuto essere scomunicati tutti come eretici. Invece, no. Solo qualcuno che non ha accettato il dogma dell’infallibilità pontificia se ne è andato spontaneamente. Se c’è stata un’evoluzione nei dogmi, a maggior ragione c’è un’evoluzione del Magistero pastorale che non è irreformabile.

  • Roberto Ceccarelli ha detto:

    @ Don Ezio

    Dal sito di Maurizio Blondet:
    Aldo Maria Valli è il Vaticanista del TG1. Ha seguito i fatti e i viaggi di “Francesco” con una oggettività e moderazione che gli è stata anche rimproverata dai polemisti tradizionalisti più accesi.
    In privato, dice: “Sto vivendo un momento strano: dopo Amoris Laetitia mi è caduto il velo e vedo El Papa per quel che è”. Il risultato è il suo ultimo saggio: “266. Jorge Mario Bergoglio Franciscus P.P. (Liberilibri, 206 pagine, 16 euro). Il titolo “266” è per dire che Bergoglio è il 266 mo nell’ordine dei successori di Pietro; non sfuggirà l’eco apocalittica, 266 è quasi “un numero d’uomo”.

    Proprio perché è pacato, moderato, non parteggiante, il testo di Aldo Maria Valli è impressionante. Un impressionante referto clinico delle deviazioni e cattiverie, storture, furbizie, opportunismi di Bergoglio che lui ha visto da vicino in ogni viaggio ed ogni esternazione. Senza concitazione né polemica, ne mostra il pressapochismo, l’ignoranza, la vuotezza delle sue parole-slogan fatte per essere applaudito dai media, e che tradiscono la voglia di “piacere al mondo che piace” – a cominciare dal Gran Borghese Scalfari, per andare a Emma Bonino e Napolitano – altro che agli “ultimi”.

    Parlo di referto “clinico”, perché senza nemmeno volerlo, solo elencando i fatti, Valli rivela in Bergoglio il malato terminale di quella malattia-eresia della gerarchia, che è la pseudo-teologia di Rahner ; egli ne mostra tutti i sintomi in forma conclamata e perciò esagerata, quindi ridicola, e malvagia.

    Karl Rahner ha decretato – e la sua dottrina è diventata quella insegnata dei seminari – che “chiunque segue la propria coscienza, sia che ritenga di dover essere cristiano oppure non-cristiano, di dover essere ateo oppure credente, un tale individuo è accetto e accettato da Dio e può conseguire quella vita.[…] la grazia e la giustificazione, l’unione e la comunione con Dio, la possibilità di raggiungere la vita eterna, tutto ciò incontra un ostacolo solo nella cattiva coscienza di un uomo». Da questa fonte (infetta) nascono i “chi sono io per giudicare?”, “non esiste un Dio cattolico”, “il proselitismo è una sciocchezza”. Di più: la volontà espresssa di “dissolvere la Chiesa” (letteralmente) perché per scioglierla nella “religione generale” della “bontà” globale accettata dal mundialismo. Nel rahnerismo non c’è bisogno di cristianesimo, perché ciascuno avrà la vita eterna, purché segua la propria coscienza.
    Lo ha detto esplicitamente, il Bergoglio: “Sogno […] di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e la struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. La rivista cattolica The Remnant commentò, agghiacciata: “ E’ inconcepibile che un Pontefice Romano possa anche solo ipotizzare una inesistente contrapposizione tra l’auto-preservazione della Santa Chiesa Cattolica e la sua missione nel mondo”.

    Invece è così. Lo si vede dai continui insulti che Bergoglio lancia contro i fedeli alla dottrina della Chiesa, “farisei” , “moralisti pedanti” e pavoni” eccetera; opponendo la sua sterminata, incondizionata misericordia verso “gli ultimi” nelle “periferie”.

    Ebbene: la misericordia di Francesco, nota Valli, è “selettiva”. E in favore di telecamera.

    Così quando andò con codazzo di tv all’isola di Lesbo per mostrare la sua idea di “accoglienza senza limiti”, e come rimprovero vivente al nostro egoismo, si riportò sull’aereo tre famiglie di profughi. Tutte musulmane. “Il papa si è giustificato che sono state scelte non per l’appartenenza religiosa, ma perché avevano le carte in regola”. In realtà, rivela Valli, almeno “una famiglia cristiana con le carte in regola” a Lesbo c’era. Anzi, “Roula e Abo, coniugi siriani di fede cristiana, sono stati illusi: qualche giorno prima della visita del papa a Lesbo era stato detto loro che Francesco li avrebbe portati con sé in Italia. Poi all’improvviso il diniego: al loro posto è stata scelta un’altra famiglia, musulmana. “Siamo contenti per la famiglia prescelta – hanno detto – ma siamo anche rimasti molto delusi”.

    Questa gelida cattiveria mostra che Bergoglio non è andato a Lesbo come buon samaritano, ma come ideologo spietato. Del resto le tre famiglie islamiche che ha portato a Roma, le ha immediatamente sbolognate alla Sant’Egidio. Come certe dame ricchissime che adottano piccoli indiani, e li fanno crescere dalle cuoche e giardinieri.

    Stessa spietatezza nel suo viaggio a Cuba. “Francesco, attento a curare il rapporto di amicizia con i fratelli Castro, non ha avuto parole di condanna del regime illiberale e antidemocratico”: che è dir poco: Castro ha fatto eseguire 9240 condanne a morte per avversari politici, oltre 1200 eliminazioni senza processo di dissidenti, o di cubani che tentavano semplicemente di fuggire dal paradiso comunista. Bergoglio, nella sua visita che ha fatto tanto bene al regime, poteva almeno chiedere come regalo che liberasse gli incarcerati politici – molti dei quali per cristianesimo. Non l’ha fatto. Sul volo di ritorno, di fronte a domanda di una giornalista CNN (50 dissidenti erano stati arrestati davanti alla nunziatura perché cercavano di avere un incontro con il pontefice) ha farfugliato: “Anzitutto non ho notizie che sia successo questo; non ho alcuna notizia…Sì, mi piacerebbe incontrarli. A me piace incontrare tutta la gente. … sempre un incontro con una persona mi arricchisce”.
    E poi, a poco a poco, ha confessato la verità: “Se lei desidera che parli ancora dei dissidenti, le posso dire qualcosa di molto concreto. Prima di tutto era ben chiaro che non avrei dato alcuna udienza, perché hanno chiesto udienza non soltanto i dissidenti, ma altre persone di altri settori, compresi diversi capi di Stato. Non era prevista alcuna udienza: né con i dissidenti né con altri. Secondo: dalla nunziatura ci sono state chiamate telefoniche ad alcune persone, che fanno parte di questo gruppo di dissidenti….il compito del Nunzio era quello di comunicare loro che con piacere, al mio arrivo alla cattedrale, avrei salutato quelli che erano lì. Ma visto che nessuno s’ è presentato nel saluto, non so se c’erano o non c’erano”.
    Dalle sue stesse parole abbiamo dunque appreso: che il Nunzio, su suo ordine, ha telefonato alle famiglie dei dissidenti per avvertire che il Papa non aveva alcuna intenzione di dar loro udienza, e quindi che non insistessero, li avrebbe salutati in chiesa. Poi in chiesa “non s’è presentato nessuno”: sfido, erano stati arrestati dalla polizia castrista, e lui “Non so se c’erano o non c’erano”. Eppure la nunziatura li aveva avvisati che ero disposto a vederli “per un saluto di passaggio”, conclude.

    Di passaggio, mi raccomando. Che non rovinassero la festa sua e di Castro. Qui non vale nessuna delle parole chiave che hanno fatto la fortuna mediatica di Francesco, “ascolto, accoglienza, dialogo, integrazione, misericordia, periferie, ferite…”.

    Anche in questo, in fondo, “Francesco” è un allievo estremo, caricaturale, di Rahner. Aveva pur detto, lo pseudo-teologo tanto amato Dai gesuiti: : «Il nostro Signore deve conformarsi al mondo; non quest’ultimo a Lui…». Promotore “di una teologia cioè che metta da parte Gesù e che vada bene per il nostro secolo», come vide il cardinal Siri.

    Bergoglio si conforma al mondo, e ben lo vediamo. Non pretende che sia il mondo a conformarsi al Signore: la sua “bontà” consiste in questo.

    Ha abrogato l’Ordine di Malta
    Una “bontà” che ha prodotto in Vaticano un regime di terrore: lui sbatte fuori, licenzia, esclude, dittatorialmente, anzi dispoticamente. “Io sono il papa, e non devo dare ragione a nessuno delle mie decisioni”, come secondo il vaticanista Tosatti ha detto quando ha preteso il licenziamento di un dipendente vaticano che lo aveva criticato.

    Commento personale: Questo non è il mio papa. Personalmente prego affinché il Signore ce ne liberi quanto prima (dimissioni) o lo faccia ravvedere con pubblica ammenda.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      cit. “Bergoglio è il 266 mo nell’ordine dei successori di Pietro; non sfuggirà l’eco apocalittica, 266 è quasi “un numero d’uomo”.”

      Adesso i papi valgono in base al numero ordinale nella successione petrina?

      cit. “Aldo Maria Valli è il Vaticanista del TG1. Ha seguito i fatti e i viaggi di “Francesco” con una oggettività e moderazione che gli è stata anche rimproverata dai polemisti tradizionalisti più accesi. In privato, dice: “Sto vivendo un momento strano: dopo Amoris Laetitia mi è caduto il velo e vedo El Papa per quel che è” ecc. ecc.”

      Adesso lo Spirito Santo parla per bocca di Aldo Maria Valli?

      cit- “Karl Rahner ha decretato – e la sua dottrina è diventata quella insegnata dei seminari – che “chiunque segue la propria coscienza, sia che ritenga di dover essere cristiano oppure non-cristiano, di dover essere ateo oppure credente, un tale individuo è accetto e accettato da Dio e può conseguire quella vita.[…] la grazia e la giustificazione, l’unione e la comunione con Dio, la possibilità di raggiungere la vita eterna, tutto ciò incontra un ostacolo solo nella cattiva coscienza di un uomo».”

      Confermo. Così è la dottrina della coscienza e così il Vaticano II.

      cit. “Da questa fonte (infetta) nascono i “chi sono io per giudicare?”, “non esiste un Dio cattolico”, “il proselitismo è una sciocchezza”. Di più: la volontà espresssa di “dissolvere la Chiesa” (letteralmente) perché per scioglierla nella “religione generale” della “bontà” globale accettata dal mundialismo. Nel rahnerismo non c’è bisogno di cristianesimo, perché ciascuno avrà la vita eterna, purché segua la propria coscienza.
      Lo ha detto esplicitamente, il Bergoglio: “Sogno […] di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e la struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. ”

      Il Papa parla di evangelizzazione, non di dissolvimento della Chiesa.

      cit. “La rivista cattolica The Remnant commentò, agghiacciata: “ E’ inconcepibile che un Pontefice Romano possa anche solo ipotizzare una inesistente contrapposizione tra l’auto-preservazione della Santa Chiesa Cattolica e la sua missione nel mondo”.”

      E’ concepibile solo per chi vuol dimostrare che il Papa è eretico.

      cit. “Invece è così. Lo si vede dai continui insulti che Bergoglio lancia contro i fedeli alla dottrina della Chiesa, “farisei” , “moralisti pedanti” e pavoni” eccetera; opponendo la sua sterminata, incondizionata misericordia verso “gli ultimi” nelle “periferie”.”

      Faceva così anche Gesù coi farisei.

      cit. Così quando andò con codazzo di tv all’isola di Lesbo per mostrare la sua idea di “accoglienza senza limiti”, e come rimprovero vivente al nostro egoismo, si riportò sull’aereo tre famiglie di profughi. Tutte musulmane. “Il papa si è giustificato che sono state scelte non per l’appartenenza religiosa, ma perché avevano le carte in regola”. In realtà, rivela Valli, almeno “una famiglia cristiana con le carte in regola” a Lesbo c’era. Anzi, “Roula e Abo, coniugi siriani di fede cristiana, sono stati illusi: qualche giorno prima della visita del papa a Lesbo era stato detto loro che Francesco li avrebbe portati con sé in Italia. Poi all’improvviso il diniego: al loro posto è stata scelta un’altra famiglia, musulmana. “Siamo contenti per la famiglia prescelta – hanno detto – ma siamo anche rimasti molto delusi”.”

      E’ sicuro che lo scambio di una famiglia per un’altra sia stata voluta espressamente dal Papa?

      cit. “le tre famiglie islamiche che ha portato a Roma, le ha immediatamente sbolognate alla Sant’Egidio. Come certe dame ricchissime che adottano piccoli indiani, e li fanno crescere dalle cuoche e giardinieri.”

      E dove dove metterle? Nel palazzo apostolico che usa poco?

      Per quanto riguarda Cuba, il Papa cerca di costruire qualcosa per il futuro, se poi i dissidenti sono stati arrestati non è colpa del Papa.

      cit. “Ha abrogato l’Ordine di Malta”

      No. Il Papa ha chiesto al Gran Maestro di dimettersi. L’Ordine rimane.

      cit. “Una “bontà” che ha prodotto in Vaticano un regime di terrore: lui sbatte fuori, licenzia, esclude, dittatorialmente, anzi dispoticamente. “Io sono il papa, e non devo dare ragione a nessuno delle mie decisioni”, come secondo il vaticanista Tosatti ha detto quando ha preteso il licenziamento di un dipendente vaticano che lo aveva criticato.”

      Papi autoritari ce ne sono stati tanti altri: Pio XI, per esempio.

      cit. “Commento personale: Questo non è il mio papa. Personalmente prego affinché il Signore ce ne liberi quanto prima (dimissioni) o lo faccia ravvedere con pubblica ammenda.”

      Preghi pure. Attento però, che non c’è il limite al peggio. Se questo non sarà l’ultimo Papa, nessuno le garantisce che il prossimo eletto da cardinali bergogliani sia secondo il suo modo di vedere.

  • Ira Divina ha detto:

    Senza il lume del Magistero autentico non c’è nulla di giusto! Non crede Don Fonio? Certo capisco che le voci fuori dal coretto dei Berg-orgogliosi non sono gradite, ma che ce vo fa esistono e se state su questo blog ve le dovete sopportare! E saranno sempre di più! Magistero autentico che viene rivoluzionato sempre di più da chi ha occupato il ministero Petrino con la sua rivoluzione, bolscevico-protestante della liberazione, della quale Bergoglio è solo la punta del iceberg. Benedetto XVI è stato chiaro, Lui non sentiva” le forze “, io aggiungo, per contrastare questa deriva che lo pressava. Sono riusciti a occupare i vertici e la mannaia dell’epurazione di chi prova a contrastare il nuovo corso, è all’operaaaa.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Sono d’accordo con lei non c’è nulla di giusto senza il lume del Magistero autentico. Solo che io penso che il Magistero del papa Francesco, lei no.

      • Marco ha detto:

        In genere quando si rifiuta l’autorità del Papa si parla di scisma ed eresia.

        • Ira Divina ha detto:

          L’autorità del Papa si mette in discussione quando non parla a nome di tutta la Chiesa e soprattutto quando lo fa con esternazioni personali, che mettono a rischio l’autenticità del Magistero stesso, come ci ha abituati Bergoglio! L’eretico e lo scismatico sta proprio in quelli che si discostano dalla dottrina che si fonda su duemila anni di teologia della Chiesa, punto e basta!!!! Poi voi siete liberi di gridare il vostro pensiero, come anche noi, tanto sarà Dio stesso a far trionfare la verità. Consigliate a Francesco I di sostituire le chiavi di Pietro nello stemma Pontificio, con la falce (quella gli serve per sradicare tutte le verità della fede) e il martello ( quello gli serve per inchiodare alla sua misericordia tutti coloro che intralciano il suo nuovo corso) tanto da una foto che ho visto nel suo viaggio in Sudamerica già li ha usati come segni😱😱😱.

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            C’è stato uno che ha offerto al Papa un crocifisso con la falce e il martello di dubbio gusto. Il Papa ha fatto finta di niente, ma è chiaro che non è stata una scelta del Papa.

            La dottrina si è sviluppata nel corso di duemila anni e ancora si svilupperà, non ha duemila anni. E’ solo il Nuovo Testamento che ha quasi duemila anni.

  • cosimo de matteis ha detto:

    MEDJUGORJE – Messaggio del 25 gennaio 2017

    Cari figli! Oggi vi invito a pregare per la pace. Pace nei cuori umani, pace nelle famiglie e pace nel mondo.
    Satana è forte e vuole farvi rivoltare tutti contro Dio, riportarvi su tutto ciò che è umano e distruggere nei cuori tutti i sentimenti verso Dio e le cose di Dio.
    Voi, figlioli, pregate e lottate contro il materialismo, il modernismo e l’egoismo che il mondo vi offre. Figlioli, decidetevi per la santità ed io, con mio Figlio Gesù, intercedo per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

    • Marco ha detto:

      Tutto giusto quello che dice la Madre di Dio.

      “Uno dei messaggi più significativi della Regina della pace in questi ultimi mesi è quello dato attraverso il veggente Ivan il 17 Agosto durante un incontro di preghiera in Italia. La Madonna ha invitato a pregare per il Papa e la sua missione di pace con parole sulle quali è necessario riflettere: “In modo particolare, cari figli in questo tempo pregate per il mio amatissimo Santo Padre, pregate per la sua missione, la missione della pace”.

      La Madonna fa innanzi tutto riferimento ai pericolosi focolai di guerra che si accendono e si dilatano nel mondo, tanto da poter affermare che siamo di fronte a “una terza guerra mondiale” che procede per tappe. In questo contesto il suo occhio si posa sulla “missione della pace” per la quale Papa Francesco si sta spendendo con grande coraggio fin dall’inizio del suo Pontificato e invita a sostenerla con la preghiera.

      Tuttavia ciò che colpisce di più nel messaggio della Santa Vergine è l’esplicita affermazione che Papa Francesco “è il suo amatissimo Santo Padre”. Si tratta di una espressione che la Gospa usa per la prima volta, come a voler sottolineare la strettissima unione fra la Madre della Chiesa e il Successore di Pietro, fra Lei e Papa Francesco. Ed è anche un materno ammonimento a prendere le distanze dalle lingue biforcute che, anche all’interno della Chiesa, non perdono occasione per criticare e diffamare coloro che Cristo ha posto a capo del suo gregge.”

      http://atempodiblog.unblog.fr/2014/09/18/linvito-della-madonna-pregate-per-il-mio-amatissimo-santo-padre/

      • cosimo de matteis ha detto:

        E’ quantomeno dubbio (eufemismo) quanto sostenuto. Si aggiunga l’inflazione dei “veggenti” brasileri che han trovato la loro america in Italia (dove trovano pure sacerdoti ad accoglierli ed incensarli).

        A parte ciò vorrei far presente che la Vergine ha usato ancora una volta il termine MODERNISMO che ha un valore chiaro ed univoco (nonostante in sede di commento c’era chi non aveva il coraggio di affrontare seriamente la quaestio).

        E per sopperire a ciò ecco una utile paginetta per comprendere COSA CI STA DICENDO la Vergine:
        https://ilbenevincera.wordpress.com/2017/01/26/modernismo-opera-di-satana/

        • Marco ha detto:

          È quantomeno dubbio che la Madre di Dio abbia detto

          “In modo particolare, cari figli in questo tempo pregate per il mio amatissimo Santo Padre, pregate per la sua missione, la missione della pace”.

          È questo che è dubbio?

          Il fatto che il modernismo sia un’eresia e che purtroppo ci siano molti prelati modernisti è verissimo.

          • cosimo de matteis ha detto:

            Eresia e “sintesi di tutte le eresie” (San Pio X, papa). Questo il modernismo.
            Quei “molti prelati modernisti” hanno una fortissima influenza sulle scelte ecclesiali.
            La conseguenza ovvia è che l’eresia modernista penetra anche nella Chiesa.
            E la Vergine ce lo sta dicendo.

          • Marco ha detto:

            Purtroppo è vero che molti prelati modernisti hanno una grande influenza, ma sinceramente ad esempio in Al (che è il tema del contendere da molti mesi) non vedo alcun modernismo.

            Se è modernismo Al cosa è allora permettere a degli scismatici come gli ortodossi, scismatici che vogliono restare tali, di essere assolti e comunicati dai nostri sacerdoti?

            Permettere la Comunione agli scismatici e rifiutare persino il discernimento ai cattolici in difficoltà non è coerente.

          • Marco ha detto:

            Perciò i casi sono due: o si rigetta in blocco il Concilio Vaticano II, anetematizzandolo (cosa impossibile, visto che un Concilio Ecumenico non può errare, e il Vaticano II è ben lungi dall’essere solo pastorale come dicono alcuni) con tutte le sue aperture (vedere dignitatis Humanae sulla libertà religiosa, unitatis Redintegratio sugli ortodossi e l’ecumenismo ecc ecc) oppure bisogna ammettere che Al non è altro che il logico e lecito approdo del Vaticano II.

  • Roberto Ceccarelli ha detto:

    @ Marco
    “Può esserci infatti un padrone strozzino….”

    Paragone improponibile, non regge al confronto del buon senso per il seguente motivo:

    Il giusto compenso, dal momento in cui lo strozzino si ravvede, è quello che gli consentirà anche di tener aperta la baracca in modo da assicurare il lavoro ai suoi dipendenti in attesa di tempi migliori.

    Per l’occasione voglio ancora richiamare la tua attenzione e quella di Don Ezio su quello che Gesù dice in Matteo 19,9:

    “Ma Io vi dico, chiunque ripudia la propria moglie, SE NON IN CASO DI UNIONE ILLEGITTIMA, e ne sposa un’altra commette adulterio”.

    Osservazioni:
    1. Il messaggio Itapiranda precedente menzionato è assolutamente conforme;
    2. In caso di unione illegittima si può rimandare la “moglie”, come allora fece S. Agostino, o vivere come fratello e sorella ovvero come amici come dice la Madonna e ….la CHIESA.
    3. Itapiranda è perfettamente in linea con le altre apparizioni e in particolare con Civitavecchia dove la Madonna piange lacrime di sangue (stesso DNA maschile del miracolo eucaristico di Lanciano). Se il Papa ha deciso di uniformarsi saggiamente ai tempi, perché piangerebbe?
    3. La contraddizione del Papa potrebbe non essere tale se Bergoglio non fosse papa come afferma Socci. Il perché rientrerebbe comunque nel piano della Salvezza per ricondurci sulla retta via ( Emmerich: “Ritirerò il mio Spirito…).

    Morale:
    Quando si fanno troppe chiacchiere spesso è perché si vuole dimostrare l’indimostrabile, stravolgere la verità e far passare il peccato per Misericordia.
    Illuminante in merito è quello che dice, tagliando corto, Gesù in Matteo 5,17-37:
    ” SIA INVECE IL VOSTRO PARLARE: SI, SI, NO, NO. IL RESTO VIENE DAL MALIGNO”.

    Buona meditazione

    • Marco ha detto:

      @Roberto

      “Paragone improponibile, non regge al confronto del buon senso per il seguente motivo:

      Il giusto compenso, dal momento in cui lo strozzino si ravvede, è quello che gli consentirà anche di tener aperta la baracca in modo da assicurare il lavoro ai suoi dipendenti in attesa di tempi migliori.”

      Anche il divorziato risposato può trovarsi in condizioni dove vorrebbe agire diversamente (esattamente come lo strozzino che non vorrebbe più negare la giusta mercede agli operai) ma ma farlo, ovvero imporre la castità assoluta al coniuge che non l’accetta, provocherebbe la distruzione della famiglia con grave danno dei figli (esattamente come imporre allo strozzino di dare la giusta mercede agli operai fin da ora provocherebbe il loro licenziamento, ovvero un danno ancora maggiore).

      Il paragone invece è pertinentissimo, come vedi. Senza contare che l’adulterio è materia grave, il negare la giusta mercede agli operai è addirittura peccato che grida vendetta al cospetto di Dio (ovvero materia ancora più grave).

      Ma è evidente che qui si vuole applicare il double standard perché le questioni sessuali e matrimoniali sono da sempre percepite in ambito tradizionalista come un “cartello identitario” del cattolico vero, perciò pensatela pure come volete.

      Che il paragone sia pertinentissimo lo può notare chiunque.

      E per farlo ho scelto apposta un peccato più grave dell’adulterio.

    • Marco ha detto:

      Quello che volevo mostrare è che in entrambi i casi si è generata una situazione materialmente senza via di uscita, a causa di una situazione peccaminosa di partenza (la decisione di negare la giusta mercede agli operai dell’imprenditore inizialmente, e la decisione di risposarsi per il divorziato) nel quale imporre una regolarizzazione e un rispetto cieco della Legge, attualmente, porterebbe a danni maggiori (il dover lasciare a casa i dipendenti nel caso dello strozzino e lo sfasciare una famiglia negl caso del divorziato risposato).

      Come è evidente, purtroppo, i tradizionalisti accettano attenuanti e scusanti con tutti i peccati, tranne che con quelli sotto la cintola.

      Per quelli sotto la cintola il non possumus tradizionalista si staglia alto e impervio, senza conoscere compromessi nè ritirate.

      Il non licet dei tradizionalisti è implacabile, inarrestabile, invincibile.

      Quando si parla di peccati sessuali.

      Quando invece si parla di peccato che gridano vendetta al cospetto di Dio come il negare la giusta mercede agli operai (peccato BEN più grave dell’adulterio, che non mi risulta sia messo tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio) invece scoprono la ragionevolezza bergogliana e le attenuanti.

      Di fronte a tutto questo che risposta può esserci? Solo constatare una enorme, pelosa è insopportabile ipocrisia: di più non si può fare.

      E ripeto: se i divorziati risposati devono essere trattati col pugno duro perché si sono messi in quella situazione, e quindi o vivono in peccato mortale senza essere assolti o sfasciano la famiglia, bisogna imporre lo stesso anche al padrone strozzino.

      Infatti è stata una scelta libera del padrone strozzino quella iniziale di non pagare la giusta mercede agli operai. Esattamente come è stata una scelta di chi ha fallito nel matrimonio quella di risposarsi.

      Se i risposati devono pagarne le conseguenze a vita, senza perdono nè Misericordia, perché devono attenersi alle esigenze implacabili della Giustizia, lo stesso deve fare il padrone strozzino.

      Punto.

    • Marco ha detto:

      Tanto è vero che ho scritto, sul padrone strozzino

      “Perciò anche qui il Confessore può accettare che egli decide di andare tappa per tappa su più anni, continuando intanto così una certa forma di strozzinaggio ma per un bene che secondo lui è più grande per tutti in quanto mantiene posti di lavoro.”

      Come vedi ho parlato esplicitamente del fatto che l’imprenditore in questione continua con una certa forma di strozzinaggio per non incorrere in nuove colpe.

      Avrebbe potuto gestire la situazione diversamente fin dall’inizio? Si, non l’ha fatto per il proprio tornaconto. Ora ha capito che ha sbagliato ed è dispiaciuto, ma sa che attualmente non può agire diversamente (cioè smetterla completamente di applicare la forma di strozzinaggio che applica) per non indurre un male maggiore.

      Qua un confessore può avere due scelte: o imporre il rigore della legge dicendo “spiacente bello mio, ti sei messo in questa situazione e ora ne paghi le conseguenze” mettendolo di fronte o alla permanenza in peccato mortale oppure al dover licenziare delle persone (cosa che lui valuta ancora peggiore di quanto sta facendo) oppure può applicare la misericordia e assolverlo, perché valuta che è dispiaciuto per il peccato originario che ha portato a questo e che ora non può agire diversamente senza una nuova colpa.

      Lo stesso può essere fatto coi risposati: metterli di fronte al loro errore iniziale e negare loro qualunque perdono a meno che non si conformino in tutto e per tutto alla Legge, costringendoli o a vivere in peccato mortale o a sfasciare una famiglia (dopotutto anche qui gli si può dire “non te l’ha mica prescritto nessuno di risposarti; l’hai fatto e pagane le conseguenze fino in fondo) oppure applicare la Misericoddia valutando le attenuanti che riducono la loro colpa attuale, dandogli quindi (dove sia possibile) l’assoluzione.

      Questa è Misericordia. Quello che pretendete voi (ma solo nei confronti dei risposati, perché poi non avete problemi a fare ragionamenti bergogliani verso peccatori che gridano vendetta al cospetto di Dio come coloro che negano la giusta mercede agli operai ) non è misericordia, voi volete che coi risposati sia applicata la Giustizia.

      Infatti è Giustizia pretendere la conformazione alla Legge. Colui che si conforma alla Legge è giusto; e non ha bisogno di misericordia.

      La Misericordia però, come insegna San Tommaso, non annulla ma va oltre la Giustizia. E talvolta Misericordia può significare tenere in conto le circostanze attenuanti e non imporre sulle spalle delle persone dei pesi insopportabili.

      • Roberto Ceccarelli ha detto:

        @ Marco
        Lo strozzino dal momento in cui si pente, si confessa, e pur volendolo non può pagare di più i suoi dipendenti per rimanere sul mercato, NON COMPIE PIU ALCUN PECCATO neanche veniale. Anzi se fa nel contempo sacrifici personali ( magari annullando finché potrà il suo tornaconto o restituendo il mal tolto ) acquisterà in Grazia e santità. Viceversa, volesse continuare a fare lo strozzino perché, alla luce del 301 ancora non capisce bene perché non dovrebbe continuare a farlo, io penso che comunque sarebbe in peccato mortale ( peccato reiterato, perdita della retta coscienza, indurimento di cuore = PECCATO GRAVE CON AGGRAVANTE)

        Come vedi, confermo, non ci azzecca un piffero mio caro azzeccagarbugli.

        La misericordia è un’altra cosa. Vedi S. Pio: IL DIVORZIO E’ LA STRADA MAESTRA PER L’INFERNO

        Come arrampicatore di specchi stai perdendo colpi!

        • Marco ha detto:

          Roberto, non hai capito nulla.

          Questo strozzino di cui parlavo, dal non regolarizzare la situazione ha certamente tornaconto personale, perché paga meno i suoi dipendenti.

          Tuttavia, avendo valutato che cominciare tutto d’un colpo a pagare la giusta mercede agli operai lo costringerebbe a licenziarne alcuni, allora decide di mantenere questo status quo per non creare un danno maggiore ai suoi dipendenti (ovvero il licenziamento).

          Il guadagno personale c’è, perché regolarizzando la situazione nel complesso spenderebbe di più, ma valutando che questo creerebbe un danno maggiore ai suoi dipendenti che verrebbero licenziati decide di continuare come sta facendo.

          Qui abbiamo un caso dove non è libero per il momento di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa (come detto in Al 301), e in questo caso il confessore dovrà evitare di metterlo in una situazione senza uscita.

          Il paragone coi divorziati è pertinentissimo, perché a parte i casi di ignoranza invincibile (che come già detto anche dal Cardinale Antonelli, non peccano mortalmente) ci possono essere (e ce ne sono tanti) casi dove ad esempio lei vorrebbe vivere in castità ma lui non vuole assolutamente, perché tra le altre cose ha una fede più debole.

          Se la donna gli imponesse la castità quindi si arriverebbe al disfacimento della famiglia con grave danno dei figli che ne soffrirebbero.

          La Chiesa, anche qui, può evitare di mettere questa donna nella crudele situazione di scegliere se vivere in peccato mortale o se sfasciare la famiglia, perché la sua mancanza di libertà di agire diversamente rientra bene tra le attenuanti di cui parla il Catechismo al 1860 (in questo caso pressioni esterne).

          La crudeltà pastorale e il mettere la Legge sopra tutto sono dannose tanto quanto il lassismo estremo. Vanno evitati entrambi.

          Riguardo a questo

          “Viceversa, volesse continuare a fare lo strozzino perché, alla luce del 301 ancora non capisce bene perché non dovrebbe continuare a farlo, io penso che comunque sarebbe in peccato mortale ( peccato reiterato, perdita della retta coscienza, indurimento di cuore = PECCATO GRAVE CON AGGRAVANTE”

          Premesso che sopra non si stava parlando di strozzini o divorziati risposati che non capiscono la norma ma di strozzini o divorziati risposati che non possono agire diversamente senza contrarre una nuova colpa (e quindi non sono in peccato mortale perché manca la libertà e quindi il deliberato consenso), riguardo al caso di Al 301 dipende. Lo stesso Cardinale Antonelli ha detto che esistono casi di ignoranza invincibile (cioè incolpevole). So che voi braghettoni tradizionalisti amate puntare il dito contro il prossimo e accusarlo, ma mi spiace per voi.

          Cito il Cardinale Antonelli

          http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351390

          “Amoris laetitia” conferma la cosiddetta legge della gradualità (cf. AL 295), già formulata da san Giovanni Paolo II: “[L’uomo] conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita” (“Familiaris consortio” 34). Tale legge implica che a volte la coscienza può essere erronea senza cessare di essere retta; può agire in contrasto con la norma morale senza essere colpevole o senza esserlo pienamente.

          La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio).”

          E vabbè fin qui tutto ok, se ignora la norma infatti non pecca.

          Poi però dice

          ” Potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).

          Tanto è vero che poi, nel discernimento, inserisce proprio questo (ovvero la possibile rettitudine della coscienza che agisce contro la norma non per malizia ma perché non ne comprende il valore intrinseco).

          “e) in caso di errore temporaneamente invincibile e perciò di rifiuto circa la continenza sessuale, ritenuta nel proprio caso impossibile o assurda e senza valore, valutare la possibile rettitudine della coscienza alla luce della personalità e del vissuto complessivo (preghiera, amore del prossimo, partecipazione alla vita della Chiesa e rispetto per la sua dottrina, umiltà e obbedienza davanti a Dio); esigere che la persona si impegni almeno a pregare e a crescere spiritualmente, allo scopo di conoscere correttamente e compiere fedelmente la volontà di Dio nei propri confronti, come si manifesterà;”

          “Come arrampicatore di specchi stai perdendo colpi!”

          ROFTL

          • Roberto Ceccarelli ha detto:

            @ Marco

            NO COMMENT!
            E’ inutile continuare. Tu presumi di “Sapere” ma invero è assolutamente evidente che tu sia mancante anche di quel minimo di razionalità necessaria per giustificare un confronto. Tantissime, troppe parole per dimostrare l’indimostrabile.

          • Marco ha detto:

            Se lo dici tu….

            Io ho dimostrato che anche un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio può non essere imputabile a chi lo commette, se manca la libertà di agire diversamente.

            E ho semplicemente applicato lo stesso discorso anche ai divorziati risposati, che possono a tutti gli effetti trovarsi in situazioni dove non posso agire diversamente senza contrarre una nuova colpa (vedi esempio della donna che vorrebbe vivere in castità ma lui non ne vuole sapere).

            Questi sono casi ben conosciuti dai confessori, Don Ezio può confermare.

            Sono i laici, che non essendo confessori tendono a ragionare solo con l’astrattezza del precetto generale.

          • Marco ha detto:

            E, che ti piaccia o no, Roberto, io ho specificato che lo strozzino in questione continua a praticare una certa forma di strozzinaggio e che ci guadagna, perché regolarizzare tutto e pagare la giusta mercede agli operai lo farebbe spendere di più.

            Solo che questa regolarizzazione lo porterebbe a licenziare alcuni dipendenti, e allora lui valuta che il guadagno maggiore che sta traendo è un male minore rispetto al lasciare a casa quei dipendenti che, seppur pagati poco, almeno vengono pagati e non muoiono di fame.

            Perciò non si sente libero di agire diversamente per non creare un danno maggiore.

            Allo stesso modo, ripeto, dei divorziati risposati possono non sentirsi liberi di agire diversamente, dove ad esempio imporre la castità al coniuge che non ne vuole sapere (caso frequente, visto che nelle coppie non hanno tutti la stessa Fede) porterebbe alla distruzione della famiglia con grave danno dei figli.

            Anche qui, come lo strozzino che continua con una certa forma di strozzinaggio, l’adulterio continua con l’adulterio perché non è libero di agire diversamente senza una nuova colpa.

            Esistono casi del genere? Si, e parecchi, qualunque confessore può confermarlo.

          • Marco ha detto:

            Poi oh, ripeto, se secondo te è giusto che i nostri sacerdoti assolvano degli scismatici impenitenti che vogliono restare tali come i cristiani ortodossi (che molto spesso sono divorziati e risposati con la benedizione della loro Chiesa), che rifiutano di sottomettersi al Sommo Pontefice, vivendo quindi in stato di peccato grave oggettivo contro il primo comandamento, che proibisce lo scisma (2089 L’incredulità è la noncuranza della verità rivelata o il rifiuto volontario di dare ad essa il proprio assenso. « Viene detta eresia l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti ».30 http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c1a1_it.htm ) tutto questo mentre, secondo voi, è giusto escludere persino dal discernimento i divorziati risposati CATTOLICI, beh allora direi che non c’è più altro da dire.

            Perché siamo di fronte ad una ipocrisia ed ad un doppiopesismo rivoltante.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Una domanda a Don Ezio e a Marco: per proseguire all’infinito l’occupazione di questo blog “manu militari”, fate i turni?

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Paolo Giuseppe,

      Cosimo de Matteis ha svelato la mia identità su Fb, dove c’è il mio indirizzo, numero di telefono e posta elettronica (a parte alcuni equivoci sull’evoluzionismo e il M5S, purtroppo un cosiddetto “amico” di tagga ciò che non vuoi).
      Di Marco, viceversa, conosco solo i suoi lunghi copia-e-incolla e i suoi interventi che comunque condivido, anzi è più puntuale di me. Lo ringrazio, ma non c’è alcuna intesa per tenere sotto controllo il blog.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      @ PetrusLXXVII

      Se la mia risposta è eretica e io sono eretico, sarei scomunicato. Siccome però è necessario che sia l’Autorità della Chiesa a definire che la mia risposta sia eretica, attendo.
      Se AL ha un’interpretazione diversa dalla mia non so, se lei ha la lettura giusta di AL, la proponga.

      • PetrusLXXVII ha detto:

        Rispondevo al signor Marco, padre. Comunque, la mia risposta alla giusta lettura di AL è quella che verrebbe delineata da risposte ai Dubia posti dai cardinali, conformi al precedente Magistero. Risposte difformi, sposterebbero AL e chi così la interpreta, nel solco dell’eresia!

        • Marco ha detto:

          Cioè non confermare il divieto assoluto di FX84 sposterebbe Al nel solco dell’eresia?

          Gliel’ho già detto, dimostri che quel pronunciamento è dogmatico e irreformabile e avrà ragione.

          Fino ad allora rimane quello che è: una legge positiva della Chiesa, e una applicazione lecita del dogma ma non l’unica applicazione.

          Con buona pace dei neogiansenisti.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Signor Marco.. intanto io non mi sono autonominato Petrus, ma sono stato battezzato con questo nome. Io nei suoi riguardi non oso tanto ardire, ma nei miei riguardi lasci che sia il Signore a giudicare se io sia o meno cattolico!
            Io la lascio pure nella convinzione che sarei ottuso come lei dice (anche se la stima del mio QI direbbe tutt’altro), purtroppo però devo ribadire.. le sue lunghe requisitorie servono solo a dimostrare la sua invincibile incapacità di comprendere. Ripeto, mi dispiace.. per lei! Davvero..

          • Marco ha detto:

            @ Petrus.

            Ha perfettamente ragione.

            Infatti non è lei che continua ad affermare che se il Papa confermasse una applicazione di Al che andasse oltre FC84, che è una legge positiva della Chiesa (e quindi sottomessa al Papa) cadrebbe in eresia, nonostante io abbia dimostrato che l’applicazione di FC84 non è l’unica applicazione lecita del dogma ma solo una delle possibili.

            Si, ha ragione, sono io che sono affetto da una invincibile incapacità di comprendere.

            Non chi continua a scambiare una legge positiva della Chiesa, sottomessa all’autorità del Papa, con una legge divina dogmatica e immutabile.

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Questo blog è organizzato in modo complicato e mi sono confuso, per cui pensavo che la sua risposta fosse diretta a me.
          Ritengo che sia utile e doveroso rispondere ai Dubia posti dai cardinali, ma non vedo perché devono essere conformi al precedente Magistero. Lei dà dell’eretico al Papa, né più né meno di quanto facevano gli scribi e i farisei nei confronti del rabbino di Nazareh, Gesù.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Gesù non era un rabbino e io non ho dato dell’eretico al Papa.. ho semplicemente affermato come sosterrebbe una posizione ereticale colui che pretendesse di sovvertire Scrittura, Tradizione e Magistero (che vanno intesi come un unicum), chiunque egli sia.. lei, io o anche il Papa (Francesco o qualsiasi altro), perché la Verità è tale in quanto Assoluta e non perché relativa ai pruriti del mondo!

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            cit. “Gesù non era un rabbino e io non ho dato dell’eretico al Papa.. ho semplicemente affermato come sosterrebbe una posizione ereticale colui che pretendesse di sovvertire Scrittura, Tradizione e Magistero (che vanno intesi come un unicum), chiunque egli sia.. lei, io o anche il Papa (Francesco o qualsiasi altro), perché la Verità è tale in quanto Assoluta e non perché relativa ai pruriti del mondo!”

            1. Come mai i discepoli chiamano Gesù “rabbi” che vuol dire “maestro”, se Gesù non fosse stato un rabbi o rabbino? Ho detto che Gesù era un rabbino, perché così si è presentato prima di rivelare la sua identità di Figlio di Dio.
            2. Chi può interpretare meglio del Papa AL? E siccome il Papa non può interpretarla come il Magistero precedente, allora è abbastanza logico che lei pensasse che il Papa cadrebbe nell’eresia, anche se non l’ha scritto formalmente.

          • Marco ha detto:

            Petrus, nel Magistero esistono diversi gradi, le direttive disciplinari/pastorali non necessitano di continuità tra un Pontificato e l’altro, ma solo efficacia nel momento presente.

            Le ho chiesto di dimostrare la dogmaticità, irreformabilità e infallibilità di FC84, tale che chiunque cambi quelle disposizioni sia eretico.

            Non l’ha ancora fatto. Attendo che lo faccia.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Veramente l’ho fatto, ma non posso superare la sua invincibile incapacità di comprendere! Mi dispiace!

          • Marco ha detto:

            Invece non l’ha fatto.

            Da nessuna parte le disposizioni di Familiaris Consortio sono dette essere infallibili, dogmatiche e irreformabili.

            L’unica cosa invincibile è la sua sconfinata ipocrisia che ora arriva persino alla menzogna.

            Cito da qui http://isoladipatmos.com/i-divorziati-risposati-e-quei-teologi-che-strumentalizzano-la-familiaris-consortio-di-san-giovanni-paolo-ii/ enfasi mia in maiuscolo (e si noti che questo venne scritto prima dell’uscita di Al, molto prima)

            “La Familiaris consortio, appunto PERCHÈ TOCCA SOLO IL FORO ESTERNO, non sfiora neppure la questione in esame, caratteristica del foro interno, ossia della condizione o dello stato o del dinamismo interiore della volontà dei conviventi e LASCIA QUINDI APERTW LA PORTA ALLA LEGITTIMITÀ DELLA DISCUSSIONE IN ATTO AL SINODO, se, in certi casi gravi, ben precisati e circostanziati, con forti scusanti, i divorziati possano o non possono accedere ai Sacramenti.

            Giovanni Paolo II si limita a ribadire la norma vigente, espressione di un’antichissima tradizione, sia pur corredandola di alti motivi teologici. Ma trattandosi di norma certo fondata sul dogma, MA NON NECESSARIAMENTE CONNESSA CON ESSO, questo insegnamento del Papa NON È DA CONSIDERARSI IMMUTABILE, come non lo sono generalmente le norme positive, giuridiche e pastorali della Chiesa, senza che ciò comporti un insulto al dogma sul quale si basano. Infatti, un medesimo principio morale PUÒ AVERE DIVERSE APPLICAZIONI.Non sarebbe saggio né prudente attaccarsi ostinatamente ad una sola delle possibili applicazioni, per il semplice fatto che essa si fonda su di un valore assoluto, il quale, viceversa, ammette una PLURALITÀ DI DIVERSE APPLICAZIONI, salvo restando il principio.

            Ora, IL TIMORE DI ALCUNI CHE UN MUTAMENTO DELLA DISCIPLINA VIGENTE POSSA INTACCARE IL DOGMA, È INFONDAFO, perché l’attuale normativa non è così connessa al dogma come fosse la conclusione di un sillogismo dimostrativo, dove la premessa sarebbe il dogma; ma la detta normativa ha solo una connessione di convenienza col dogma, tale da ammettere anche altre possibili conclusioni. Similmente, dal proposto di vivere cristianamente ― valore assoluto ed irrinunciabile ― non discende necessariamente soltanto la vita laicale, come credeva Lutero, ma può scaturire anche la scelta sacerdotale o religiosa.”

            Perciò, caro Petrus, la smetta di mentire spudoratamente. Se FC84 è da paragonarsi al dogma della immacolata concezione, tale che un cambiamento in tal senso comporti l’eresia, deve dimostrare che quanto da me riportato è falso.

            Altrimenti se ne faccia una ragione: lei sta dogmatizzando ciò che la Chiesa NON si è permessa di dogmatizzare, e sta mettendo la sua personalissima idea di Magistero sopra il Magistero autentico.

            Sa come si chiama questo? Protestantesimo. Tradiprotestantesimo, nel suo caso.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Ribadisco, e i suoi lunghi sproloqui me ne danno conferma, quanto affermato poc’anzi! Mi rincresce.. davvero!

          • Marco ha detto:

            E nel caso non le bastasse cito anche questo (qui Al era appena uscita, non c’era ancora stata la lettera ai vescovi argentini e Don Ariel pensava che il Papa avesse mantenuta inalterata la norma di FC84; nondimeno confuta qualunque pretesa di dogmatizzazione di questa norma, chiarendo che dare l’assoluzione e la Comunione ai divorziati risposati che hanno delle attenuanti non va contro il dogma ma solo contro una disciplina/legge ecclesiastica positiva, e in quanto tale mutevole) http://isoladipatmos.com/amoris-laetitia-la-teologia-dellassegno-in-bianco-il-potere-delle-chiavi-non-e-sindacabile-salvo-cadere-in-eresia/

            “Al n.1 della Dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, si afferma poi: «La proibizione fatta nel citato canone, per sua natura, deriva dalla legge divina e trascende l’ambito delle leggi ecclesiastiche positive: queste non possono indurre cambiamenti legislativi che si oppongano alla dottrina della Chiesa». E qui – posto che i teologi dogmatici dovrebbero fare i teologi dogmatici ed i canonisti dovrebbero fare invece i canonisti e non i tuttologi –, si nota una assimilazione del tutto indebita del già citato canone alla legge divina, quasi godesse della medesima autorità. Che il canone derivi dalla legge divina, non si può mettere in discussione. Attenzione però: se deriva, vuol dire che è al di sotto; cosa quest’ultima che non è un sofisma, né un arrampicarsi sugli specchi, è pura logica teologica. D’altra parte, il diritto canonico, per sua essenza, oltre a recepire leggi divine, non fa che raccogliere le leggi positive della Chiesa, come espressione del potere delle chiavi o potere giurisdizionale.

            .

            Al di sopra delle leggi canoniche, che sono le leggi positive della Chiesa – a parte la legge naturale, che qui adesso non c’entra – non c’è altro che il diritto divino o legge divina. Quindi, dire che una legge canonica «trascende la legge positiva» è attribuirle un’autorità divina, il che evidentemente non si può dire, perché in tal caso non ci resta che fare la battuta … Beh, se è scritto sul Codice di Diritto Canonico dai canonisti, allora neppure Domineddio può farci niente!

            .

            La norma dell’esclusione dei divorziati risposati dalla comunione eucaristica non suppone quindi lo stato di colpa individuale, ma ha una finalità pedagogica e simbolica. Pedagogica, per evitare lo scandalo dei fedeli; simbolica, perché c’è una contraddizione fra la Eucaristia, che significa unità, rispetto a quello che di fatto è invece lo stato di divorziati, che significa invece divisione, quindi rottura della comunione.

            .

            Il Regnante Pontefice ha scelto di mantenere la norma stabilita dal Santo Pontefice Giovanni Paolo II al n. 84 della Familiaris consortio, cosa questa che rallegra, teologicamente parlando, sia il Padre Giovanni Cavalcoli sia me, però, dopo averla riconfermata, procede con una giusta e necessaria distinzione tra la legge divina e le leggi della Chiesa, per esempio per quanto riguarda l’Eucaristia. Questa è stata istituita da Gesù Cristo ed è legge divina immutabile, con buona pace dei canonisti. La disciplina e l’amministrazione del Sacramento dell’Eucaristia spetta alla legislazione ecclesiastica, sotto la presidenza del Sommo Pontefice, il quale ha facoltà di legiferare e di mutare leggi [cf. nota 351].

            .

            Agendo a questo modo il Sommo Pontefice ha sanato un testo giuridico a mio parere non particolarmente felice come la Dichiarazionedel Pontificio Consiglio per i Testi legislativi emanata nel 2000. Un testo al quale ciechi e sordi, blogghettari e passionarie d’assalto che strepitano “o è nero o è bianco”, sono giunti a conferire rango di dogma di fede, pur mettendo però al tempo stesso in discussione – ed abbiamo pure visto con quale aggressivo sprezzo – un dogma vero e proprio: l’autorità di Pietro, depositario del potere delle chiavi.

            .

            E valendosi del proprio potere giurisdizionale sovrano, il Sommo Pontefice allenta il legame troppo stretto che questa Dichiarazione pone tra la norma canonica dell’esclusione e la legge divina, assimilando troppo quella a questa. Il Sommo Pontefice mostra la possibilità di attenuanti e insegna che i divorziati risposati possono essere in grazia. Infine mostra il rischio che la Dichiarazione corre di attribuire ai divorziati risposati uno stato di peccato mortale permanente, deducendolo troppo affrettatamente dal permanere del loro stato di vita irregolare.

            .

            Così si è espresso colui che ha ricevuto il potere delle chiavi, depositario di una auctoritas che a lui perviene dal Verbo di Dio che gli ha firmato a suo tempo un assegno con la sola data di emissione, senza imprimere in esso né l’importo né la data di scadenza. E questo testé enunciato è un mistero della fede racchiuso in un dogma fondante della Chiesa: «tu es Petrus». E ciò con buona pace di chi si ostina a negare i dogmi fondamentali e fondanti della Chiesa, per dare però rango di dogma indiscutibile a delle disposizioni canoniche formulate male e scritte peggio da canonisti entrati a gamba tesa in questioni che implicano profonde e complesse tematiche dottrinarie, o come dice il Beato Apostolo Paolo: «infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano» [II Gal 20, 21]. E per i Padri dell’Isola di Patmos, Cristo non è certo morto invano, con buona pace di chi strepita “o è nero o è bianco”.”

            Perciò, caro Petrus, se ne faccia una ragione: non si tratta di dogma irreformabile e quindi l’interpretazione fornita dal Papa nella lettera ai vescovi argentini e nella diocesi i Vallini (ormai seguita dalla stragrande maggioranza dei vescovi italiani, a parte poche diocesi) è dottrinalmente più che lecita.

            Questo dice il Magistero. Vuole farsi un Magistero tutto suo? Allora lei e i suoi compari tradiprotestante fatevi un bello scismetto del quartierino e fora di ball una volta per tutte.

            Non torni più a parlare a me di invincibile incapacità di comprendere quando è lei che, con una ottusità che fa invidia a Renzo Bossi, continua a scambiare una legge della Chiesa per un dogma irreformabile.

          • Marco ha detto:

            @Petrus

            “Ribadisco, e i suoi lunghi sproloqui me ne danno conferma, quanto affermato poc’anzi! Mi rincresce.. davvero!”

            Io ho dimostrato che l’applicazione di FC84 è uno dei modi di applicare il dogma e non l’unico modo lecito.

            Lei non è riuscito a dimostrare il contrario è seguita a dogmatizzare una legge positiva della Chiesa, cosa che il Magistero non ha fatto.

            In pratica si è fatto il suo Magistero personale. Del resto si è autonominato Petrus. 😀

            Ripeto: questo dice il Magistero, se vuole dogmatizzare una legge ecclesiastica positiva lei è un tradiprotestante.

            Don Ariel, oltre a Padre Cavalcoli, ha dimostrato chiaramente che la proibizione semre e comunque per i risposati non attiene al dogma ma ad una legge positiva.

            Se ne faccia una ragione oppure prenda atto che ha cessato di essere cattolico (perché non è cattolico chi si pone aldisopra del Magistero).

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Padre Fonio, se davvero (come sembra) lei ritiene che Gesù venisse chiamato Rabbi perché rivestiva un ruolo equiparabile al rabbino del successivo ebraismo talmudico, allora è inutile discutere perché evidentemente ragioniamo su livelli completamente differenti, che renderebbero inutile dimostrarle che il paragone che fa è del tutto fuori luogo.
            Circa il Papa, al momento non ha esplicitato alcuna interpretazione formale di AL.. e qualora dovesse farlo, rispondendo ai Dubia o impegnandosi in un pronunciamento magisteriale, se dovesse discostarsi da quanto la Chiesa ha da sempre insegnato e trasmesso, non sarei io a dichiarare eretica la sua posizione, lo farebbe lui stesso ipse facto!

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            cit. “Padre Fonio, se davvero (come sembra) lei ritiene che Gesù venisse chiamato Rabbi perché rivestiva un ruolo equiparabile al rabbino del successivo ebraismo talmudico, allora è inutile discutere perché evidentemente ragioniamo su livelli completamente differenti, che renderebbero inutile dimostrarle che il paragone che fa è del tutto fuori luogo.”

            Sia i rabbini talmudici sia il rabbi Gesù erano dei maestri in Israele. Il concetto non è che Gesù svolgesse un ruolo equiparabile a quello dei rabbini talmudici, ma che Gesù inizialmente si è presentato come Maestro e non come Dio, altrimenti gli avrebbero fatto la pelle subito.

            cit. “Circa il Papa, al momento non ha esplicitato alcuna interpretazione formale di AL.. e qualora dovesse farlo, rispondendo ai Dubia o impegnandosi in un pronunciamento magisteriale, se dovesse discostarsi da quanto la Chiesa ha da sempre insegnato e trasmesso, non sarei io a dichiarare eretica la sua posizione, lo farebbe lui stesso ipse facto!”

            Il Papa non può discostarsi dalla Chiesa, è il capo visibile della Chiesa. Sono tutti gli anti-bergogliani che si sono già discostati dalla Chiesa. Poi non esiste un insegnamento della Chiesa da sempre, esistono le convinzioni degli anti-bergogliani che probabilmente prima di essere cristiani sono anticomunisti, antiprotestanti, antiebrei, anti-mussulmani, anti-vaticano II, anti-ospedale da campo, anti-peccatori, anti-qualsiasi cosa diversa da quanto pensano loro. Essi non sbagliano mai, anzi si basano su profezie trasmesse da veggenti le cui visioni sono state riconosciute dalla Chiesa. Il loro capo è Socci. A loro non serve una chiesa che va nelle periferie esistenziali, un papa che è vicino a chi è sofferente, che è riuscito a riportare Cuba e Stati Uniti d’America a relazioni accettabili, che ha incontrato il patriarca di Mosca, che ha riconosciuto la liceità di confessarsi dai sacerdoti della Fraternità San Pio X, non serve un Papa che fa ponti, perché fa cadere tutte le loro certezze. A loro serve un inferno pieno di peccatori, così essi, i puri, avranno qualche metro quadrato in più a loro disposizione in paradiso.

          • Marco ha detto:

            Don Ezio, c’è una cosa che mi chiedo.

            Cosa spinge queste persone a continuare a scrivere cose del genere

            “cit. “Circa il Papa, al momento non ha esplicitato alcuna interpretazione formale di AL.. e qualora dovesse farlo, rispondendo ai Dubia o impegnandosi in un pronunciamento magisteriale, se dovesse discostarsi da quanto la Chiesa ha da sempre insegnato e trasmesso, non sarei io a dichiarare eretica la sua posizione, lo farebbe lui stesso ipse facto!””

            Quando è stato dimostrato che FC84 è una applicazione lecita del dogma ma non l’unica e che, come tutte le leggi positive della Chiesa, può essere modificata dal Papa senza che ciò comporti eresia?

            Cioè la domanda è: cosa spinge queste persone a dogmatizzare FC84 quando la Chiesa stessa non l’ha fatto e auto convincersi che sia una legge immutabile, divina e irreformabile (quando invece è lecita anche l’applicazione di Vallini -che poi è quella seguita dalla grande maggioranza dei vescovi italiani- e dei vescovi argentini) dicendo per giunta agli altri che sono affetti da invincibile incapacità di comprendere?

            Io me lo chiedo.

            Perché di fronte ad uno che, all’ennesima dimostrazione di gente ben più dotta di lui (come il Padre Ariel da me citato) continua a parlare di eresia per il cambiamento di una prassi disciplinare/pastorale della Chiesa io posso solo pensare che:

            1) è imbecille;

            2) non è imbecille ma fa finta di non capire per motivi ignoti.

            Lei che ne pensa?

          • Marco ha detto:

            Petrus, tra le persone affette (come il sottoscritto) da imbecillità acuta (ovvero l’invincibile incapacità di comprendere) aggiungiamoci anche il teologo domenicano tomista Padre Giovanni Cavalcoli, che scrive quanto segue

            “La norma che proibisce ai divorziati risposati di accedere alla Santa Comunione, è una norma che dipende dal potere delle chiavi, ossia è una legge ecclesiastica, che non discende dalla legge divina in modo univoco, necessario e senza alternative, come fosse una deduzione sillogistica, quasi che, come credono alcuni, un’eventuale modifica, abolizione o mitigazione dell’attuale disciplina introdotte un domani dal Papa, recassero pregiudizio od offesa alla legge divina e alla dignità cristiana del matrimonio. Al contrario, tutto ciò rientra nelle facoltà del Sommo Pontefice come supremo Pastore della Chiesa”

            http://isoladipatmos.com/amoris-laetitia-il-documento-del-santo-padre-francesco-sul-sinodo-della-famiglia/

            E già detto in Quell’articolo non era ancora venuta fuori l’interpretazione del Papa nella lettera ai vescovi argentini, però Cavalcoli diceva già che spostare la questione dal foro esterno (la situazione pubblica dei risposati) al foro interno (la colpa mortale o eventuale mancanza di colpa mortale dovuta a varie attenuanti) non era questione di dogma solo di disciplina/pastorale.

            Petrus, ci aiuti!

            Io sono un cretino, Padre Cavalcoli è un cretino, Don Ezio Fonio è un cretino, il Cardinale Vallini e la quasi totalità dei Vescovi italiani sono cretini, siamo tutti cretini, affetti, come dice lei (che mi garantisce avere un Q.I di tutto rispetto) da invincibile incapacità di comprendere.

            Ci aiuti, Petrus! La prego!

          • PetrusLXXVII ha detto:

            La intenda così signor Marco.. la sua invincibile incapacità di comprendere non le deriva da imbecilltà – come lei ha ritenuto che io pensassi di lei – ma da indottrinamento, molto ideologico e poco cristiano!

          • PetrusLXXVII ha detto:

            ..a proposito, ci aiuti lei piuttosto a comprendere perché deve essere consderato ragionevole quanto sostengono Cavalcoli, Ariel, Fonio, Vallini, lei, etc.. mentre non lo sarebbe quanto affermato da nomi anche più altisonanti dei suddetti! Davvero.. lei che “sa’ dimostrare a destra e a manca”, ci illumini.. coraggio!!!

          • Marco ha detto:

            @Petrus

            “a proposito, ci aiuti lei piuttosto a comprendere perché deve essere consderato ragionevole quanto sostengono Cavalcoli, Ariel, Fonio, Vallini, lei, etc.. mentre non lo sarebbe quanto affermato da nomi anche più altisonanti dei suddetti! Davvero.. lei che “sa’ dimostrare a destra e a manca”, ci illumini.. coraggio!!!”

            Per una semplice ragione: come ho già ripetuto ad nauseam, l’applicazione di FC84 non è una necessità dogmatica, è solo un modo ortodosso di applicare il dogma dell’indissolubilità del matrimonio. Nondimeno è ortodossa anche la via di Vallini (e dei vescovi italiani in genere, che nella grande maggioranza delle diocesi ormai seguono quella via), perché ammettere in alcuni casi i divorziati risposati che non vivono in castità ai Sacramenti di Riconciliazione ed Eucaristia non pregiudica l’indissolubilità del matrimonio, e per un motivo molto valido: queste persone, quando vengono ammesse ai Sacramenti, non vengono ammesse perché la loro situazione sia lecita e non siano in una situazione di peccato (infatti i loro rapporti sessuali sono oggettivamente materia grave) ma unicamente perché, in quei casi, il Confessore ha valutato che ci siano delle attenuanti (coscienza invincibilmente erronea o incapacità di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa, quindi mancanza di libertà) che fanno si che queste persone non siano imputabili di colpa mortale.

            Ora, l’unica condizione dogmaticamente incompatibile con l’Assoluzione (a meno che non si abbia il fermo proposito di non peccare più) e l’Eucaristia è il peccato mortale/formale (che priva l’uomo del “vestito della festa” che è la Grazia Santificante), non il semplice peccato grave materiale.

            Scegliere di escludere i divorziati risposati che non vivono in castità da Assoluzione ed Eucaristia in qualunque caso, indipendentemente dalle attenuanti, è lecito, poichè la Chiesa può scegliere (come ha fatto in passato) queste misure disciplinari oggettivamente dure basandosi sul foro esterno dei risposati, dove creda che una misura diversa metterebbe in pericolo gli altri fedeli inducendoli in errore circa l’indissolubilità del matrimonio.

            Ma è altrettanto lecito, in un’epoca come questa (dove la Chiesa ritiene che una pastorale più morbida non induca in errore i fedeli, esattamente come non ha ritenuto che ammettere all’Intercomunione gli ortodossi -scismatici che vogliono restare tali- inducesse in errore i fedeli circa l’unicità della Chiesa Cattolica) decidere di abbandonare le restrizioni basate sul foro esterno e basarsi, per la pastorale coi risposati, unicamente sulla loro situazione spirituale (ovvero se siano imputabili di colpa mortale oppure no).

            Perciò io non dico (a differenza degli antibergogliani) che la pastorale di Caffarra o di Burke sia illecita, non lo è, ovviamente. È semplicemente diversa da quella di Vallini e degli altri vescovi italiani.

            Sono due modi entrambi leciti di applicare il dogma, perché se il dogma dell’indissolubilità matrimoniale è indiscutibile, detto dogma conosce una pluralità di diverse applicazioni che non ne mettono in crisi il principio.

            Ad esempio la via di Vallini e quella dei Vescovi argentini mantengono saldo il principio dell’indissolubilità matrimoniale (poichè non legittimano le seconde nozze o le convivenze ma prendono atto dove, in una situazione di materia grave, non vi sia colpa mortale) pur essendo diverse da quella illustrata in FC84.

            Sono solo gli antibergogliani che hanno elevato FC84 a dogma assoluto e inconfutabile , quando invece è solo una applicazione lecita e ortodossa del dogma, ma non l’unica applicazione lecita ed ortodossa del dogma.

            È il problema che da sempre hanno i conservatori: la loro paura di cambiare li spinge a tenere non solo ciò che deve essere tenuto, ma anche ciò che può essere cambiato.

            Spero di essermi spiegato chiaramente.

            Ad esempio, invece, la questione dell’ordinazione femminile non è materia disciplinare, ma dogmatica e infallibile, poichè San Giovanni Paolo II si è espresso infallibilmente in tal senso, al punto che un Papa non potrebbe mai introdurre l’ordinazione femminile senza cadere in eresia.

            Papa Francesco lo sa bene, infatti ha detto che “San Giovanni Paolo II ha chiuso questa porta”.
            http://www.uccronline.it/2013/09/04/papa-francesco-la-questione-del-sacerdozio-femminile-e-chiusa/

            Il problema de tradiprotestanti è che trattano la disciplina sui divorziati risposati come se fosse una questione dogmatica, come se cambiarla equivalesse a introdurre il sacerdozio femminile, a negare l’immacolata concezione, la consustanzialità del Figlio col Padre, la presenza reale di Cristo in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia e così via.

            In altre parole seguitano ad elevare stoltamente a dogma irreformabile una questione si importante, ma disciplinare/pastorale (e quindi ricadente in pieno sotto la sovrana autorità papale).

            Spero di non dovermi ripetere di nuovo, Petrus.

            Se tornerà alla carica con accuse di eresia per chiunque non dogmatizza FC84 non potrò fare a meno che prenderne atto.

            Allo stesso modo, chi legge, se ciò accadesse, non potrà fare a meno che prendere atto che l’invincibile incapacità di comprendere non è un problema del sottoscritto.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Purtroppo devo costatare che lei, signor Marco, proprio non riesce a cogliere il fulcro della questione. Il problema non è l’accessibilità del divorziato-risposato all’Eucarestia, ma l’accessibilità di chi si macchia di fornicazione all’Eucarestia. Ora, ai sensi della “Nota Dottrinale illustrativa Professio Fidei, 1998 – Paragrafo 6”, il CCC ha formulato in modo dogmatico l’illiceità della fornicazione.. e, attenuanti o meno, che le piaccia o no, praticare sesso al di fuori del matrimonio (fatto che implica anche il sesso adulterino) significa praticare la fornicazione. FC è superiore ad AL e non può essere da questa scavalcata, perché fa valere il dogma dell’illiceità della fornicazione e non perché dogmatizza il diniego dell’Eucarestia ai divorziati risposati.. capisce la profonda differenza?! Probabilmente no, perché il taglio relativista delle sue idee la rende invincibilmente incapace di comprendere.

          • Marco ha detto:

            @Petrus

            Purtroppo lei mi conferma che non ha compreso quello che ho detto

            Purtroppo devo costatare che lei, signor Marco, proprio non riesce a cogliere il fulcro della questione. Il problema non è l’accessibilità del divorziato-risposato all’Eucarestia, ma l’accessibilità di chi si macchia di fornicazione all’Eucarestia. ”

            E chi si macchia di fornicazione perché non dovrebbe accedere all’Eucaristia, se ha delle attenuanti che rendono la sua colpa non mortale?

            Per l’ennesima volta: l’unica condizione intrinsecamente incompatibile con l’Eucaristia è il peccato mortale, non la materia grave.

            In caso di fornicazione c’è sempre materia grave, ma se mancano piena avvertenza e/o deliberato consenso la colpa mortale non c’è e il fedele può accedere all’Eucaristia.

            A chi spetta il discernimento? Al solo fedele? No, al Sacerdote che nel confessionale agisce in Persona Christi.

            Ora, ai sensi della “Nota Dottrinale illustrativa Professio Fidei, 1998 – Paragrafo 6”, il CCC ha formulato in modo dogmatico l’illiceità della fornicazione.. e, attenuanti o meno, che le piaccia o no, praticare sesso al di fuori del matrimonio (fatto che implica anche il sesso adulterino) significa praticare la fornicazione. ”

            Certamente. Chi l’ha mai negato?

            Ma il fatto che sia fornicazione e che la fornicazione sia sempre materia grave non significa che quelle persone siano macchiate di peccato mortale.

            Può essere assolta una persona e partecipare all’Eucaristia una persona macchiatasi di materia grave se non ha colpa mortale e ha delle attenuanti che al momento non le rendono possibile agire diversamente senza una nuova colpa?

            La risposta è si.

            “FC è superiore ad AL e non può essere da questa scavalcata, perché fa valere il dogma dell’illiceità della fornicazione e non perché dogmatizza il diniego dell’Eucarestia ai divorziati risposati.. capisce la profonda differenza?! Probabilmente no, perché il taglio relativista delle sue idee la rende invincibilmente incapace di comprendere.”

            No, è lei che persiste con una pervicacia impressionante a non capire che qui non è l’illeceità della fornicazione (che nessuno ha messo in dubbio. Infatti il Papa a proposito dei divorziati risposati ha parlato di situazione oggettiva di peccato, proprio perché i loro atti sessuali sono illeciti e materia grave) ad essere in ballo, come le ho spiegato sopra. Non c’è ragione (dogmatica) di negare l’assoluzione e l’Eucaristia ad una persona che fornica, SE QUESTA PERSONA HA ATTENUANTI CHE RENDONO LA SUA COLPA NON MORTALE. Decidere di negarla in ogni caso è la decisione pastorale/disciplinare che Al ha abolito (non nel senso che non è più lecita. Ma nel senso che non è l’unica applicazione lecita, dopo Al).

            Caro Petrus, si vanti pure della sua capacità di comprensione e dica pure che io sarei affetto da relativismo (!??!?! Come se affermare il Magistero della Chiesa significasse essere relativisti) e in quanto tale incapace di comprendere.

            Non sarò io a strapparle il giochino dalle mani.

            Ultima cosa: Familiaris Consortio è una esortazione apostolica scritta da un Papa; Amoris Laetitia è una esortazione apostolica scritta da un Papa = hanno la stessa autorità, e un Papa può ben cambiare una prassi disciplinare/pastorale che non ritiene più adatta. Non così per pronunciamenti dogmatici (ad esempio Papa Francesco non potrebbe mai affermare che gli sessuali dei risposati siano leciti -ossia che non siano materia grave – nè introdurre il sacerdozio femminile senza cadere in eresia, ma questo è impossibile).

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Bravo signor Marco.. ha centrato il significato dell’essere vittima del relativismo. Ritenendo che sia lecito che un Papa possa insegnare sulla medesima materia diversamente da un altro, in relazione alle esigenze del secolo, lei stà esattemente approvando quell’ideologia che la rende cieco.
            Mi dispiace, ma parlare di giustificazioni alla fornicazione di un adultero è una contraddictio in terminis. Giustificazioni, il Signore non le ha contemplate in Mt 5,27-32.. anzi, suggerisce di sbarazzarsi dei propri “pruriti” piuttosto che rischiare l’inferno (vv. 29-30).
            Qualora vi siano giuste cause a motivare una separazione, le stesse non motiverebbero la fornicazione (sopratutto se reiterata) e dovrebbero piuttosto motivare l’adoperarsi a dimostrare l’invalidità di quella unione, per potersi poi aprire la strada ad una vera unione sacramentale. Un innversione delle scelte significa anteporre la libidine al Signore e, secondo voi altri – incredibile a dirsi -, pretendere pure che tale scelta venga da Lui benedetta!!!

          • Marco ha detto:

            Signor Petrus, è davvero incredibile che lei non riesca a capire quanto le sto dicendo. È la cosa ancora più incredibile è che poi lei dice a me che sono affetto da invincibile incapacità di comprendere.

            Lei scrive

            “Bravo signor Marco.. ha centrato il significato dell’essere vittima del relativismo. Ritenendo che sia lecito che un Papa possa insegnare sulla medesima materia diversamente da un altro, in relazione alle esigenze del secolo, lei stà esattemente approvando quell’ideologia che la rende cieco.”

            Forse non ci siamo capiti: il Papa non può cambiare la dottrina ma può cambiare la prassi e la disciplina su determinate questioni, il potere delle chiavi dato da Cristo a Pietro è proprio questo.

            Lei concepisce il Papato e il ruolo del Papa come un mero scimmiesco ribadire il già detto e il ristagnare in precetti d’uomini? Faccia pure, ma sta di fatto che Cristo ha dato a Pietro il potere delle chiavi, con le quali il Papa può cambiare ogni disciplina e pastorale della Chiesa, purchè non intacchi il dogma.

            Inoltre scrive (confermando per l’ennesima volta di non aver capito nulla di quanto le sto dicendo) che

            “Mi dispiace, ma parlare di giustificazioni alla fornicazione di un adultero è una contraddictio in terminis. Giustificazioni, il Signore non le ha contemplate in Mt 5,27-32.. anzi, suggerisce di sbarazzarsi dei propri “pruriti” piuttosto che rischiare l’inferno (vv. 29-30).”

            Come ho già ripetuto miliardi di volte (inutili miliardi di volte, di fronte alla dura cervice dei tradizionalisti) l’adulterio non può mai essere giustificato in se.

            È un atto intrinsecamente malvagio e in quanto tale la qualità morale dell’adulterio non cambia mai in base alle circostanze e le intenzioni; è sempre materia grave.

            Ciò che cambia, in base alle circostanze e intenzioni, è l’imputabilità del peccatore che lo commette, che fa si che pur commettendo un atto oggettivamente di materia grave la sua colpa sia solo veniale per mancanza di piena avvertenza (mancanza di conoscenza della norma o, se conosciuta, mancanza di comprensione e ignoranza invincibile) o deliberato consenso (libertà di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa o senza danneggiare altre persone, condizioni che danneggiano la libertà e quindi, essendo la persona non libera, manca uno dei requisiti), e QUINDI possa essere perdonato anche senza il fermo proposito di non peccare più (che serve per il perdono del peccato mortale) ed essere ammesso all’Eucaristia.

            Se non capisce la differenza tra rendere lecito l’adulterio e affermare, come da dottrina cattolica, che pur rimanendo l’adulterio sempre illecito ci sono circostanze che fanno si che chi lo commette non sia reo di colpa mortale, accusandomi di giustificare l’adulterio, allora è ufficiale: l’invincibile incapacità di comprendere è tutta sua.

            Relativismo sarebbe affermare che l’adulterio, un atto intrinsecamente malvagio, possa diventare buono è lecito in base alle circostanze.

            Dottrina cattolica è invece affermare, come faccio io, che sebbene l’adulterio rimanga sempre illecito, l’adultero può non portare colpa mortale (ovvero essere privato della grazia santificante e rischiare la dannazione) a causa di varie attenuanti.

            Io non sono relativista. Sono cattolico apostolico romano. È lei che è kantiano (e quindi non cattolico; e la cosa divertente è che accusa me di essere contaminato da una ideologia non cristiana, quando kantismo assolutista e cattolicesimo sono come acqua e olio).

            Ora mi raccomando, scriva un altro post nel quale dimostri per l’ennesima volta di avere capito zero di tutta la questione.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Signor Marco, io comprendo benissimo quello che lei dice.. ma comprendo anche che quelli come lei spacciano un certo modo di intendere la prassi come una innocua interpretazione del dogma, quando in realtà si tratta di un subdolo escamotage per superarlo.
            Consiglio gratuito e spassionato, invece di giudicare il sentimento cristiano altrui, distribuendo patenti di cattolicità manco fosse il Papa, si sgonfi un po’ del vuoto che la riempie ed esamini la sua coscienza! 😉

          • Marco ha detto:

            @Petrus

            “Signor Marco, io comprendo benissimo quello che lei dice.. ”

            Allora diciamo che, in questo caso, lei è straordinariamente abile a dare l’impressione opposta. 😉

            “ma comprendo anche che quelli come lei spacciano un certo modo di intendere la prassi come una innocua interpretazione del dogma, quando in realtà si tratta di un subdolo escamotage per superarlo”

            E perché? Affermare che l’adulterio è sempre illecito e peccato materialmente grave (il che equivale a ribadire la sua intrinseca malvagità) ma che l’adultero che lo commette possa avere attenuanti che rendono la sua colpa solo veniale significa forse aggirare il dogma? In che modo?

            Allora ammettere gli ortodossi all’intercomunione (ovvero cristiani che, sebbene abbiano la nostra stessa Fede nell’Eucaristia e i Sacramenti validi sono a tutti gli effetti scismatici, ovvero persone che vivono in stato oggettivo di peccato grave contro il primo comandamento -che proibisce lo scisma) significa forse sconfessare il dogma che extra ecclesiam nulla salus?

            Oppure significa semplicemente che gli ortodossi, seppur scismatici, non sono colpevoli del loro scisma essendo nati nella Chiesa Ortodossa ed essendo convinti in buona Fede che sia la Chiesa vera di Cristo?

            Lei confonde molto il dogma o un subdolo superamento dello stesso con una applicazione lecita ma diversa del dogma. Anche per questo riguarda l’interreligiosità col Concilio Vaticano II, Dignitatis Humanae e Unitatis Redintegratio è avvenuto un oggettivo cambiamento rispetto a quanto era scritto in Quanta Cura e Mortalium Animos, ma questo cambiamento, ancora una volta, non toccò alcun pronunciamento dogmatico, NÈ nella teoria NÈ nella prassi. Cambiò semplicemente il modo di applicare il dogma, visto che uno stesso dogma può essere applicato secondo una pluralità di applicazioni, fatto salvo il principio.

            “Consiglio gratuito e spassionato, invece di giudicare il sentimento cristiano altrui, distribuendo patenti di cattolicità manco fosse il Papa”

            Io non metto in dubbio la vostra sincera cattolicità. Dico solo che l’imperativo categorico kantiano che voi credete sia la morale cattolica NON è cattolicesimo. Punto.

            I diktat kantiani stanno al cattolicesimo come l’acqua sta con l’olio = non possono stare insieme.

            “si sgonfi un po’ del vuoto che la riempie ed esamini la sua coscienza! ”

            Non sono io che scrivo sui blogs parlando stoltamente di eresie ed elevando -altrettanto stoltamente- leggi positive della Chiesa a dogma irreformabile.

            È chi fa questo, fomentando sempre più la divisione, che deve farsi un esamino di coscienza e praticare un po’ di sana umiltà, smettendola di parlare di cose di cui ha evidentemente una conoscenza epidermica ma di cui, altrettanto evidentemente, seguita a parlare volendo addirittura impartire lezioni di dottrina al vicario di Cristo, stabilendo fin dove egli possa spingersi col potere delle Chiavi (e no, Petrus, stabilire fin dove arrivi il potere delle Chiavi non spetta a voi, ma al Magistero.

  • Giuseppe Marson ha detto:

    Don Ezio quindi si può dire anche come per i matrimoni che più della metà dei sacerdoti tali non sono.
    Del resto già la stampa dice che tranne Papa Francesco ci sono pochi sacerdoti validi ma questa è una valutazione della stampa e per lo più di molti non cattolici e diciamolo pure di qualche cattolico ma è molto diversa dalla prima.
    Perché in quella metà e oltre ci sono tizio caio e …
    Nel secondo caso che ho menzionato invece è il solito modo di attaccare la S. Chiesa.
    Egr. Sig. Salvi,Tranne un pazzo o un bugiardo spudorato ogni persona che si è accostata al Sacramento del Matrimonio sapeva che per La S. Chiesa è un Sacramento indissolubile e aperto alla vita.
    La casistica riguardante i casi di nullità era già in vigore
    ma ora in modo ambiguo si è aggiunto un dato : immaturità di fede,o preparazione adeguata, di questo parlavo nel commento precedente! Come si misura la maturità di fede? Come si misura la preparazione adeguata? Io ad esempio dopo 35 anni di matrimonio sono ancora immaturo e prego ancora: Gesù aumenta la mia Fede in Te. Quando mi sono sposato ero certamente ancora più immaturo.
    Purtroppo che non sia cambiato nulla don Ezio i fatti lo stanno smentendo come la sospensione del sacerdote colombiano oltre a quella minacciata, anche se poi è stata smentita dal Vescovo di Malta.
    Mi permetta una ultima considerazione rispetto la sua opinione, ma mi fido di più di autorevoli teologi come il Card. Caffarra ed altri Cardinali Vescovi Monsignori, giornalisti, storici, filosofi e semplici padri e madri di famiglia che ritengono necessaria una spiegazione del S. Padre in quanto alcuni passaggi di A.L. sono ambigui.
    Ringrazio sinceramente il Sig. Salvi ( mi creda)per la domanda e spero di aver chiarito il punto.
    A lei Don Ezio e al sig. Marco o come cavolo si chiama, invece chiedo perché continuate a commentare i commenti di grandissima parte di coloro che intervengono su questo blog ?
    Il perché sinceramente mi sfugge .

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Giuseppe Marson,
      si possono dire tutte le stupidaggini che si vogliono, anche che tutti i sacerdoti che seguono l’Anticristo Francesco sono dei demoni incarnati.
      Seriamente, se il matrimonio richiede la fede in un sacramento monogamico ed indissolubile e la reciproca fedeltà e l’apertura alla vita, si sa che molti si sposano lo stesso in chiesa per la cerimonia, per tradizione, per non scontentare i parenti, per vergogna o altro, firmando davanti al parroco una dichiarazione in cui affermano di credere tutte queste cose e invece mentono. E’ la vita di queste coppie che porta a dire che il 50% dei matrimoni in chiesa forse sono nulli.
      Riguardo al sacerdozio, esiste anche lì la possibilità di dichiarare nulla l’ordinazione, ma sono pochi i casi. E’ più facile che un sacerdote viva male il suo sacerdozio e poi lo abbandoni o lo debba abbandonare rispetto ai casi di persone ordinate senza fede. D’altra parte hanno fatto dieci anni di studi e dovuto superare esami: come facevano a non sapere? mentre per le coppie di fidanzati solo da qualche decennio esistono dei corsi pre-matrimoniali costituiti di 5 o 6 incontri. E c’è il contesto matrimoniale diverso, mentre uno o è sacerdote o non lo è.
      Sono d’accordo con lei sulla stampa che attacca la Chiesa.
      Certamente non è facile misurare l’immaturità di fede o l’inadeguatezza della preparazione, però possono esserci dei casi eclatanti. In ogni caso si insegna che il matrimonio ha il favore del diritto, vale a dire che nel dubbio che il matrimonio sia valido, non va dichiarato nullo. Perché un matrimonio sia nullo, occorre essere certi che sia nullo.
      Ribadisco che la dottrina del matrimonio non è cambiata. Non la può cambiare il Papa, ma nemmeno il vescovo che sospende un sacerdote o minaccia sospensioni. Si può dire che il Papa deve chiarire i dubbi e che i vescovi prima di sospendere un sacerdote dovrebbero usare altri mezzi: il dialogo e il discernimento perché un sacerdote potrebbe essere utile in un altro tipo di ministero.
      Per quanto mi riguarda continuo a commentare i commenti di grandissima parte di coloro che intervengono su questo blog per gli stessi motivi della grandissima parte di quelli che intervengono su questo blog. Mi sembra molto chiaro.

      • Don Ezio Fonio ha detto:

        A proposito di ordinazioni sacerdotali nulle, mi viene in mente un caso di un mio confratello. Studia teologia, passa tutti gli esami, viene ordinato diacono. E’ ammesso al presbiterato, organizza la festa dell’ordinazione con tanto di pranzo per i parenti e gli amici, fa stampare i biglietti di invito, viene ordinato sacerdote con tanto di lacrime di gioia dei genitori. Quindici giorni dopo, sì quindici giorni dopo, chiede la deposizione dallo stato clericale: l’aveva fatto solo pe accontentare i genitori. Sembra assurdo, ma è capitato. Con ciò rimangono casi molto rari rispetto a quelli delle persone che si sposano sottoscrivendo carte false davanti al parroco che chiede loro se sono consapevoli che celebrando il matrimonio si impegnano alla reciproca fedeltà, all’apertura alla vita, all’impegno dell’indissolubilità.

      • PetrusLXXVII ha detto:

        E lei è sicuro padre che chi abbandona il proprio matrimonio, la cui natura sacramentale non aveva ben compreso al momento di contrarlo, poi d’un tratto si ritrovi a conoscerla in forza della nuova convivenza more uxorio? Nella relazione adulterina molto spesso l’unico aspetto a risultare cambiato è il feeling della nuova coppia, un idillio probabilmente capace di generare la “magia” di poter comprendere quel sacramento che nella prima unione avrebbero frainteso, “inducendoli in errore”! Ammesso pure che improvvisamente l’ “amore” abbia loro dischiuso gli occhi circa il senso del matrimonio e che il loro primo matrimonio fosse nullo.. non vale comunque più per la Chiesa il precetto che vieta ad una coppia di astenersi dai rapporti prematrimoniali? Non dovrebbero attendere di regolarizzare canonicamente la loro condizione prima di “conoscersi”, per poter accedere alla SS Eucarestia? Me lo spieghi padre.. perché io l’unica spiegazione che riesco a darmi è che costoro desiderino comunicarsi (ammesso che ve ne sia di gente in tale condizione che nutre questo desiderio) senza comprendere ciò che si accingono a compiere e la dignità che vi si confà!
        Con tutto il rispetto poi, penso che lei, sacerdote, risponda così accanitamente alle perplessità dei tanti cristiani che intervengono su questo, come su altri blog, per fare “proselitismo” alla propria causa, che “lei ritiene” essere quella del Vangelo.

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          @ PetrusLXXVII

          Petrus,
          comprendo le sue obiezoni, Tutto giusto quello che lei sostiene rispetto alla dottrina. Non sono affatto sicuro che nella seconda relazione uno/una comprenda ciò che doveva comprendere nel matrimonio canonico precedentemente celebrato e vissuto. Per questo occorre il discernimento che può concludersi con: “mi dispiace, non posso assolverla”. A me è già capitato di dire così in tre casi: in un caso l’ex marito convivente se ne è andato sbattendomi la porta in faccia dicendomi che il parroco sapeva, in un altro caso, la ex moglie convivente ha accettato, sebbene a malincuore, la mia sentenza dicendo che non poteva promettere niente perché amava il suo convivente, nel terzo caso ha accettato ma mi ha detto che ero piuttosto duro, rispetto a papa Francesco e le ho detto che papa Francesco non mi aveva autorizzato a darle l’assoluzione. In ogni caso io ho fatto discernimento già prima che uscisse AL. Il problema è: riconoscere AL come atto del Magistero ordinario non assolvere in ogni caso coloro che vivono in una relazione adulterina. Vi sono due estremismi da evitare: chi assolve sempre e chi non assolve mai. Ma, come ha già detto Marco, se non ci fosse bisogno di un colloquio personale e di discernimento, ci si potrebbe confessare tramite Internet o, come ho già detto io, basterebbe l’atto penitenziale prima della Messa (magari Francesco II deciderà così e allora faremo così, anche se non lo trovo logico). Per adesso, Francesco I ha stabilito così. Punto. Il Vicario di Cristo ha stabilito così, ne aveva le ragioni, come abbiamo già detto e ridetto mille volte, e ci sembrano buone ragioni. Qualcuno pensa diversamente? è lecito, non si tratta di dogmi irrreformabili, è lecito porre dei dubia, auspichiamo una risposta da parte del Papa o della Curia. Non viene la risposta? Dispiace a tutti. Pazienza.
          Riguardo al desiderio di comunicarsi da parte di coloro che vivono in una situazione irregolare probabilmente è legato al fatto che non comprendono ciò che si accingono a compiere e la dignità del sacramento, convengo che può essere così. Per questo occorre ancora una volta il discernimento e un colloquio chiarificatore. Se non comprendono e si sono comunicati lo stesso credendo di aver fatto bene in coscienza, non hanno commesso un peccato mortale. Starà al sacerdote il dovere di istruirli per il futuro e qui non potranno più avere scusanti (a meno che ci siano quelle altre cause di cui AL 301-302).
          Più che proselitismo alla mia causa, ritengo mio dovere ricordare che i veri cristiani accettino il Magistero del Papa e non imputino tutto il male della Chiesa alle decisioni del Papa e dei vescovi uniti con lui.
          Poi l’equazione non è:
          causa di don Ezio = causa del Vangelo
          ma:
          il Papa è il Vicario di Gesù Cristo e insegna cose in linea con la Tradizione e il Vangelo,
          quindi
          don Ezio segue il Papa.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Mi consenta di dissentire padre.. ma l’autorevolezza del magistero ordinario risiede nella continuità col magistero precedente e con la Tradizione. Il cattolico deve obbedienza al Papa in virtù di questo principio, il solo che garantisca la conservazione della vera fede evangelica.
            L’obbedienza è dovuta sì alla persona del Pontefice, ma solo se l’uomo incaricato ne incarna la funzione senza disattenderne la natura. Più precisamente la devozione è primariamente rivolta all’insegnamento del Pontefice più che alla sua persona, la quale è resa di riflesso oggetto di devozione in virtù dell’insegnamento retto.
            Ma se il Pontefice insegna dottrine erronee, eretiche o dubbie – definibili o meno tali proprio avvalendosi del criterio della continuità – cosa giustificherebbe il riporre la nostra obbedienza nel suo magistero? Ora, lei trova che AL non si discosti dal magistero precedente, ma molti altri che dichiarano di professare la medesima fede e non meno privi di capacità raziocinante, questa certezza proprio non ve la vedono.

          • Marco ha detto:

            Ma è lei che deve dimostrare che FC84 sia dogmatica, definitiva e irreformabile.

            Per esempio, io posso dire che la proibizione dell’ordinazione femminile è sancita in modo definitivo, dogmatico e irreformabile perché esiste questo pronunciamento di San Giovanni Paolo II

            https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_letters/1994/documents/hf_jp-ii_apl_19940522_ordinatio-sacerdotalis.html

            “4. Benché la dottrina circa l’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale Tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo in diversi luoghi la si ritiene discutibile, o anche si attribuisce alla decisione della Chiesa di non ammettere le donne a tale ordinazione un valore meramente disciplinare.

            Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli [19], dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa.

            Invocando su di voi, venerabili Fratelli, e sull’intero popolo cristiano il costante aiuto divino, a tutti imparto l’Apostolica Benedizione.”

            Il che implica che qualunque Papa volesse conferire l’ordinazione alle donne si renderebbe colpevole di eresia (lo stesso Papa Francesco ha detto “questa porta è stata chiusa da Giovanni Paolo II”).

            Esiste una sentenza simile su FC84, tale che contraddirla implichi l’eresia materiale (e formale, qualora non la si ritratti)?

            No, non esiste.

            Perciò in questo campo non serve continuità, essendo le misure adottate in passato contro i divorziati risposati delle misure disciplinari/pastorali che, pur essendo fondate sul dogma, non sono l’unica applicazione legittima del dogma stesso.

          • Marco ha detto:

            E, per dimostrare quanto le misure di Al siano perfettamente ortodosse (e non potrebbe essere altrimenti, essendo un documento Magisteriale ed essendo de fide che il Magistero non possa indurre in errore), voglio fare un altro esempio prendendo come paragone un peccato classificato tra quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio (ovvero materia non solo grave, ma gravissima, più dell’adulterio), ovvero il non pagare la giusta mercede agli operai.

            Può esserci infatti un padrone strozzino che ha capito, essendo stato informato dal Confessore ed essendosi la sua coscienza risvegliata sulla gravità di tale atto, che è in una situazione di peccato mortale oggettivo.

            Questo padrone quindi prende la decisione di pagare il salario giusto a tutti i suoi impiegati, ma questo implicherebbe il licenziamento di una parte di costoro se non vuole affondare la sua impresa; allora egli decide di andare tappa per tappa su più anni, continuando intanto così una certa forma di strozzinaggio ma per un bene che secondo lui è più grande per tutti in quanto mantiene posti di lavoro: penso che nessuno metterebbe in dubbio la buona volontà del personaggio, fino a prova contraria, e gli si darebbe la comunione anche se ancora continua a mal pagare i suoi impiegati.

            Però si converrà che, anche in questo secondo caso, non c’è manuale da scrivere, ma solo il buonsenso del confessore che conosce bene la Dottrina della Chiesa e la situazione particolare del penitente.

            Lo stesso può accadere con una persona che commette adulterio (peccato grave ma meno grave del non pagare la giusta mercede agli operai).

            Tralasciando i casi di ignoranza invincibile (che come già detto non commettono peccato mortale) può esserci una persona, divorziata risposata, che ha affrontato un percorso col Confessore nel quale ha capito il significato di tutto quello che ha fatto, ne ha chiesto perdono al Signore e alle persone che ha coinvolto , e ha ormai profondamente in sé il desiderio di non commettere più adulterio, ma se ne considera davvero impedita contro la propria volontà perché in una valutazione soggettivamente onesta realmente pensa che rifiutare relazioni sessuali in quel specifico momento della sua vita al secondo congiunto avrebbe come conseguenza un male molto più grave sui bambini di cui è in carica sia sul piano materiale che umano e spirituale.

            Allora in certi casi particolari, conosciuti e analizzati, il confessore può anche qui, a volte, prendersi la responsabilità di dare l’assoluzione e l’accesso ai sacramenti in quanto parte del processo sanatorio.

            Poichè imporre la legge in tutta la sua durezza metterebbe questa persona in una situazione senza uscita, dove o si danna commettendo peccato mortale (se il confessore non l’assolve) oppure rovina la sua famiglia.

            Come è facile vedere, se il discernimento è possibilissimo persino con un padrone strozzino che materialmente commette un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, può e deve essere possibile anche coi divorziati risposati.

            Il double standard, dove una sola categoria è trattata col pugno di ferro mentre persino degli scismatici che vogliono restare tali sono assolti e accolti alla mensa eucaristica (i cristiani ortodossi, per i quali nessuno mi pare chieda la revoca di tale permesso di confessarsi ed essere assolti dai sacerdoti cattolici, nonostante che il loro stato di scisma sia un peccato grave contro il primo comandamento -che proibisce lo scisma, appunto), e persino della gente che commette peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, tale double standard non è cattolico, è ipocrita.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Signor “difensore d’ufficio” di don Fonio.. già glielo avevo chiesto e non lo fece. Prima che io risponda ai suoi ridondanti, saccenti e poco illuminati interventi, è necessario che lei dimostri perché non si debba tener conto della Nota Dottrinale CDF sul Magistero Ordinario qui linkata

            http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_1998_professio-fidei_it.html

            ..perché vede, tutto il suo inutile sproloquio perde di significato dinanzi a queste direttive, che dimostrano l’infondatezza e l’illogicità delle sue convinzioni. Buon lavoro..

          • Marco ha detto:

            E in cosa il suo link contraddirebbe quanto ho scritto?

            Dice

            “Per quanto concerne il più recente insegnamento circa la dottrina sulla ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini, si deve osservare un processo similare. Il Sommo Pontefice, pur non volendo procedere fino a una definizione dogmatica, ha inteso riaffermare, comunque, che tale dottrina è da ritenersi in modo definitivo,32 in quanto, fondata sulla Parola di Dio scritta, costantemente conservata e applicata nella Tradizione della Chiesa, è stata proposta infallibilmente dal magistero ordinario e universale.33 ”

            Il che significa che nessun Papa può aprire all’ordinazione femminile, essendo la negazione del sacerdozio femminile da tenersi in modo definitivo per tutti i fedeli della Chiesa.

            Io le ho chiesto dove e quando una simile dichiarazione venga fatta riguardo al discernimento sui divorziati risposati, tale che un Papa non possa cambiarla senza incorrere in eresia.

            Se la trova giuro, davanti a Dio e agli uomini, che da oggi stesso mi schiererò dalla vostra parte e considererò Papa Francesco un apostata eretico.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Stranamente le è sfuggito che quella nota CdF inserisce tra le dottrine che possono essere infallibilmente insegnate dal magistero ordinario e universale della Chiesa, anche l’illiceità della fornicazione, che il CCC al numero 2353 definisce così:
            “La fornicazione è l’unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all’educazione dei figli.”
            Mi dimostri che tale condizione non è applicabile anche ai conviventi (precedentemente sposati o meno) more uxorio. Infatti, se la coppia convivente è composta da due individui liberi da qualsiasi altro legame precedente o attuale, è inclusa tipicamente nella definizione al numero 2353 del CCC, se invece è composta da due soggetti su cui grava un precedente matrimonio presumibilmente invalido ma non ancora dichiarato nullo, la loro condizione oltre che soddisfare la medesima definizione catechetica, presenterebbe anche l’aggravante di incorrere in adulterio fino a nullità provata.
            Pertanto, sempre secondo quella direttiva dottrinale, negare questa verità sulla fornicazione significherebbe “assumere una posizione di rifiuto di verità della dottrina cattolica e pertanto non essere più in piena comunione con la Chiesa cattolica”, si tratti di lei o si tratti anche del Papa.

          • Marco ha detto:

            Grazie, Petrus, per aver confermato di non aver compreso per nulla Amoris Laetitia.

            Infatti tale documento non mette minimamente in discussione l’assoluta illiceità di fornicazione ed adulterio, ma dice che anche in situazioni di peccato grave protratto è possibile essere in Grazia di Dio a causa di attenuanti che diminuiscono la colpevolezza e quindi fanno si che non ci sia imputazione a peccato mortale.

            Cosa c’entri questo con l’illiceità di fornicazione ed adulterio (che sono sempre materia grave e atti intrinsecamente malvagi) lo sa solo lei.

            Intanto ripeto quanto ho scritto

            “Io le ho chiesto dove e quando una simile dichiarazione venga fatta riguardo al discernimento sui divorziati risposati, tale che un Papa non possa cambiarla senza incorrere in eresia.

            Se la trova giuro, davanti a Dio e agli uomini, che da oggi stesso mi schiererò dalla vostra parte e considererò Papa Francesco un apostata eretico.”

            Si badi bene, ho giurato davanti a Dio e agli uomini. Perciò forza, tiri fuori la dichiarazione Magisteriale che conferma l’irreformabilità e dogmaticità di FC84, e manterrò Fede al mio giuramento, rinnegando pubblicamente tutto quanto ho scritto.

            Lo giuro.

          • Marco ha detto:

            Per rispondere alla sua richiesta

            “Mi dimostri che tale condizione non è applicabile anche ai conviventi (precedentemente sposati o meno) more uxorio”

            Ovvio che è applicabile ai conviventi more uxorio, sia che siano stati precedentemente validamente sposati (dove c’è anche adulterio, in questo caso) sia che non lo siano (e in questo caso c’è solo fornicazione, che è comunque sempre materia grave contro il sesto comandamento).

            Ma per l’appunto questo non significa che siano sempre in peccato mortale, se hanno coscienza invincibilmente erronea ad esempio il peccato mortale non c’è perché manca la piena avvertenza.

            E se hanno piena avvertenza ma non sono liberi di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa in questo caso manca la libertà che è uno degli atti necessari alla fondazione di un autentico atto morale, e anche qui non possono essere imputabili di peccato mortale.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            La sua risposta è del tutto insoddisfacente, oltre che un offesa all’intelligenza! Che fa.. se un bambino non capisce che non è bene manipolare gli escrementi, lei lo premia vestendolo con una candida veste perché se la sporchi di cacca? Io no, attenderei che cresca, che comprenda l’errore, che impari ad evitarlo e poi lo vestirei con abiti dignitosi. Se poi quel soggetto ha una tara che gli impedisse di comprendere l’errore, di certo non lo abbandonerei a se stesso, me ne prenderei cura, ma non vestirei sicuramente con abiti bianchi.
            Perciò, la mia miglior risposta al suo invito non può che consistere nella sua incapacità di rispondere con argomenti validi e logici. Mi spiace per le sue convinzioni, ma così come intesa da lei, AL è eretica, punto! ..lo è anche lei se si ostina a leggerla come dice di fare. Buona fortuna.

          • Marco ha detto:

            Guardi che il fatto che la coscienza invincibilmente erronea sgravi dal peccato mortale non lo dico io, ma il Magistero della Chiesa.

            E anche il fatto che se una persona ha piena avvertenza ma si trova in una situazione dove non è libera di agire diversamente non ci sia peccato mortale, anche questo è Magistero della Chiesa.

            E l’unica condizione incompatibile con l’Eucaristia è il peccato mortale.

            Se mi indica dove sarebbe stabilito dogmaticamente e irreformabilmente che l’Eucaristia sia un premio per i forti nella Fede e i non peccatori (e che quindi vada assolutamente negata a chi è in situazione di peccato oggettivo con attenuanti che lo rendono veniale) allora ammetterò che Al è eretica.

          • Marco ha detto:

            Inoltre questo

            “Io no, attenderei che cresca, che comprenda l’errore, che impari ad evitarlo e poi lo vestirei con abiti dignitosi. Se poi quel soggetto ha una tara che gli impedisse di comprendere l’errore, di certo non lo abbandonerei a se stesso, me ne prenderei cura, ma non vestirei sicuramente con abiti bianchi”

            È giansenismo puro. Mi spiega perché si dovrebbe negare l’assoluzione e l’Eucaristia ad una donna che, ad esempio, vorrebbe vivere in castità col marito ma non può farlo perché il marito non l’accetta e quindi provocherebbe la fine dell’unione con grave danno per l’educazione dei figli?

            Questo è uno dei casi dove mancando la libertà di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa manca anche il peccato mortale.

            Mi spiega perché una persona così deve essere trattata a calci in culo e vedersi negata assoluzione ed Eucaristia?

            Per la fissa antisesso di voi braghettoni benpensanti?

            Lo ripeto: se non vi sta bene la benevolenza verso le persone ferite fate un bello scismetto del quartierino, nessuno sentirà la vostra mancanza.

            Oppure mi mostri un documento irreformabile e infallibile della Chiesa che dica che la Comunione va vietata anche a chi ha attenuanti che lo sgravano dal peccato mortale.

            Gli eretici che si sono fatti un Magistero tutto loro nonnsiamo noi fedeli al Papa.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            Signor Marco, le possibilità sono due: o lei non ha ben compreso la dottrina giansenista, dato che la ritiene applicabile al mio esempio (?!), oppure non ha compreso il mio esempio!
            Quando invece lei mi porge i suoi di esempi, è sempre un passo avanti al problema e questo le impedisce di coglierne l’essenza. Mi spieghi.. lo ha prescritto il medico alla povera adultera – costretta contro la sua volontà a fare sesso col suo amante (che lei ama chiamare marito) – di intraprendere una nuova relazione quando ancora non ha risolto quella precedente, quella si matrimoniale, con un riconoscimento di nullità?! Non conveniva con me che è fornicazione praticare sesso al di fuori del matrimonio, sia che non si sia stati mai sposati, sia che lo si è ancora con un’altra persona?! Sa, ho qualche “dubia”!!!

          • Marco ha detto:

            @Petrus

            “Quando invece lei mi porge i suoi di esempi, è sempre un passo avanti al problema e questo le impedisce di coglierne l’essenza. Mi spieghi.. lo ha prescritto il medico alla povera adultera – costretta contro la sua volontà a fare sesso col suo amante (che lei ama chiamare marito) – di intraprendere una nuova relazione quando ancora non ha risolto quella precedente, quella si matrimoniale, con un riconoscimento di nullità?! ”

            No, non glielo ha prescritto il medico. Ma gli umani sono peccatori e defettibili, perciò sbagliano.

            Di fronte ai loro sbagli si può esigere sempre e comunque giustizia oppure mostrare Misericordia.

            In questo caso la donna avrà forse (perché non è detto, dipende se è stata lasciata ecc. Risposarsi non è mai lecito ma le circostanze anche qui possono diminuire la colpevolezza) la colpa mortale per essere entrata in quella situazione (colpa che viene perdonata in confessione, se è pentita di ciò che è successo) ma non ha colpa mortale per gli atti sessuali attuali, perché agire diversamente la porterebbe al disfacimento della famiglia, con grave danno per i figli e tutti.

            Quindi qui si può scegliere se metterla in una situazione senza uscita, dove le si dice che o sfascia tutto oppure rischia di dannarsi e non può essere assolta, oppure si mostra Misericordia.

            Quella Misericordia che voi tradizionalisti non sapete nemmeno cosa sia, visto che l’unica cosa che conta per voi sono le opere della Legge (incuranti del fatto che San Paolo disse che quelli sotto la legge sono sotto la maledizione e che la legge è la forza del peccato).

  • Enza ha detto:

    La Chiesa da sempre ha battezzato, annunciato la Parola e perdonato tramite il sacerdote, ma da sempre ha pure detto al penitente che il perdono lo si da se c’è un vero pentimento con il proposito di non peccare più. Naturalmente qui si parla di peccato mortale, ossia quel peccato che va palesemente a colpire i comandamenti. Una persona retta, fedele a Gesù e aperta alla grazia sicuramente accoglie le parole del confessore, gli altri continueranno a fare ciò che vogliono. Allora, che colpa ne ha il sacerdote se dà più ascolto a Dio piuttosto che all’uomo? Non sono queste le parole che Pietro disse ai dottori della legge quando volevano obbligarlo a fare o non fare alcune cose? È davvero uno “scandalo” associato a dolore vivere una Chiesa che invece di perdonare sulla verità evangelica, condanna chi vorrebbe salvare le anime dall’inferno. Che si comunichino a loro condanna, ma a questo punto non coinvolgano il sacerdote nella loro confessione. Mi dite che senso ha confessarsi se non si vuole obbedire? Che vanno a fare a confessarsi? Ma che facciano ciò che vogliono a questo punto no? Questo sacerdote sicuramente davanti a Dio avrà i meriti, ma quel vescovo, insieme a tutti quelli che seguono questa idea malsana, non so come la metteranno davanti al Giudice supremo! Stiamo vivendo una Chiesa senza il vino buono!

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Gentile Enza,
      quell’uomo è il vicario di Cristo cui per obbedienza il sacerdote è tenuto. Pietro era il vicario di Cristo e non doveva obbedienza ai dottori della legge, che anzi già avevano contrastato il Figlio di Dio.
      Il punto non è quello di aver negato i sacramenti, ma di non seguire il Magistero del Papa. Come fa a essere sicura che quel sacerdote ha dei meriti, mentre il vescovo segue un’idea malsana? E come fa a essere sicura che il Giudice supremo la pensa come lei? Forse io ignoro che il Giudice supremo ha su questa terra dei giudici a latere.

  • Don Ezio Fonio ha detto:

    @ Giuseppe Marson

    Aggiungo a quanto detto da Andrea Salvi di cui condivido l’intervento.
    1. La frase: “Chi sono io per giudicare” non significa che io non possa valutare i fatti peccaminosi che tali rimangono, ma che non posso giudicare le persone, in quanto non so che cosa c’è nella loro coscienza ed è precisamente quanto ci comanda nostro Signore in Mt 7,1, in quanto il giudizio appartiene a Dio. Siccome il Papa pronunciò quella frase nel contesto di un’intervista sugli omosessuali, non significa che il Papa non condanni l’omosessualità, ma che – non essendo Dio – non può sapere che cosa c’è nella coscienza di un omosessuale (come di qualunque altro umano).
    2. La valutazione sulla possibilità che una metà dei matrimoni religiosi non siano validi non è un giudizio del Papa, ma una valutazione che comunemente nel mondo ecclesiastico si ritiene che sia così. Si tratta della valutazione di un fenomeno, non del giudizio relativo a Caio, Sempronio, Margherita, ecc.
    3. Sulla validità del sacramento e la causa di nullità per inadeguata preparazione ha già detto Andrea Salvi. Preciso un conto è la preparazione del sacerdote per svolgere bene il suo ministero, un conto è la coscienza della natura del sacramento dell’ordine sacro: l’ordinazione di un battezzato che non sapesse neppure che il sacerdote ha la potestà di ordine in merito ai sacramenti sarebbe nulla (ma è un caso ipotetico, come quello dell’ordinazione di un pazzo), così il matrimonio di una coppia che non sa che è il sacramento che unisce indissolubilmente l’uomo e la donna per la comunione di vita e la procreazione e che comporta la reciproca fedeltà è nullo.
    4. Non è la comunità cristiana che fa diventare il matrimonio sacramento, ma il Papa – come ho già detto altrove – voleva dire che la comunità deve dare testimonianza del sacramento del matrimonio perché l’amore di una coppia possa avere davanti a sé l’esempio concreto di cosa sia il matrimonio sacramento.
    5. Che l’annullamento del convegno sia dovuto ad un cambiamento delle finalità dell’Accademia della Vita, come sostiene la nuova Bussola, può darsi, ma staremo a vedere:
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-effetto-paglia-alla-pontificia-accademia-per-la-vitasi-cancellano-le-tracce-di-san-giovanni-paolo-ii-18726.htm
    6. Quelle firme alla dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della S. Chiesa sul matrimonio non erano necessarie, perché la Chiesa non ha modificato l’insegnamento sul matrimonio. Non vedo motivi perché siano puniti i firmatari.

  • Giuseppe Marson ha detto:

    Una delle frasi più citate di questo Pontefice è ” chi sono io per giudicare” sempre all’inizio di questo pontificato ha però giudicato gli sposi cristiani, dicendo che più della metà dei matrimoni potrebbero considerarsi non validi .
    Quindi è come se si fosse passati dal giudizio che la S. Chiesa ha sempre dato sul peccato, a giudicare misurando la fede dei peccatori sposati.
    Tutto questo ben prima dei Sinodi sulla famiglia, poi tra un sinodo e l’altro ha deciso di riformare i processi di nullità che hanno avuto sì come positivo il richiamo ad una tempistica più veloce del giudizio e ad una significativa riduzione dei costi, ma hanno introdotto come possibili cause di nullità la preparazione adeguadata degli sposi, cancellando di fatto il primato del Sacramento che è segno EFFICACE DI GRAZIA.
    Voglio dire che ad esempio un sacerdote può essere meno formato e preparato di un altro ma non cessa per questo di essere sacerdote e nel caso del sacerdozio la formazione è ben più importante che per gli sposi.
    Poi le dichiarazioni di Mons. Forte, indicative di un metodo poi A.L. e la confusione e divisione che si è generata, poi le ultime dichiarazioni alla Rota, ribadisco che per me sono significative , perché non è la comunità Cristiana che fa diventare Sacramento il Matrimonio, questo giudizio fa il paio con quello già citato del gran numero dei matrimoni non validi.
    Per cui non si giudica nessuno, Misericordia con tutti i peccatori, e si può essere così misericordiosi che giudicando e misurando la fede delle persone sposate, lì si può liberare dal “fardello” di un matrimonio liberamente contratto.
    Tutto questo va ben oltre i casi previsti dalla sapienza della S. Chiesa per la nullità.
    Paradossalmente di fatto si LIMITA la Grazia Sacramentale, che è opera dello Spirito Santo.
    Il mio non è un giudizio sul Ministero Petrino, ma ricordando che la Santa Chiesa non è né una radio né tanto meno una azienda, e il Santo Padre non è un amministratore delegato, occorrerebbe da parte sua più chiarezza nei metodi e nei contenuti per il bene di tutte le anime a lui affidate.
    A proposito di chiesa arroccata a guardia della fortezza, ho letto che è stato annullato un Convegno della Accademia della Vita.
    Il santo Padre è stato legittimamente eletto e quindi continuerò a pregare per lui perché come Pietro sia aiutato ed illuminato dal Santo Spirito a non cadere in tentazione di pensare secondo gli uomini e non secondo Dio.
    Come ben sappiamo nemmeno il Papa è immune da questa tentazione.
    Chiudo con una domanda i sacerdoti che hanno firmato la Dichiarazione di fedeltà all’ insegnamento immutabile della S.Chiesa sul Sacramento del Matrimonio verranno sospesi a divinis?
    E i laici come me che lo hanno firmato devono confessarlo come peccato?

    • Andrea Salvi ha detto:

      Ti risulta che se nella confessione tu non hai il proposito o quanto meno il desiderio di non peccare piu’ il sacramento sia valido? Te lo chiedo perché seppur sacramento rimane, non sei assolto..Allora lo stesso accade per il matrimonio cristiano quando al momento della celebrazione non c’e’ almeno il desiderio, con l’aiuto della Grazia, di rispettarne i principi. Che ne pensi?

  • Stefano ha detto:

    Tutto questo è assurdo e vergognoso e dà la misura dello stato confusionale e dell’aberrazione dottrinale in cui versa la chiesa di bergoglio: la misericordia a corrente alternata; figli e figliastri; persecuzione a chi rispetta la Parola di Dio e i Sacramenti e porte aperte a blasfemi, pubblici peccatori impenitenti, gay orgogliosamente “praticanti” e via elencando; commissariamento ai Francescani dell’Immacolata e benedizioni alle suore lesbiche e sincretistiche americane, grazie allo splendido cardinale brao de aviz con il suo faccione da…; beatificazione di lutero, con tanto di emissione filatelica, e allegra intercomunione con i protestanti, etc. etc. Per anni il pessimo don gallo ha vomitato le più farneticanti aberrazioni e nessun superiore ecclesistico ha avuto nulla da dire, anzi, ha pure avuto i funerali solenni presieduti dal cardinale Bagnasco, con la splendida Comunione del beato vladimir luxuria. Manca solo l’intercomunione con i satanisti e siamo al completo!… VERGOGNA!!!

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Alcune cose andavano evitate: il Card. Bagnasco poteva prevedere che una sua partecipazione al funerale di don Gallo sarebbe stata occasione di polemiche, assurdo poi che abbia dato la comunione a Luxuria. Il Papa dà la comunione ai ministri e poi se ne va in trono, è più saggio e ha spiegato perché lo fa e lo faceva anche da arcivescovo.
      Per adesso non si parla di beatificazione di Lutero, l’emissione di un francobollo da parte del Vaticano è molto discutibile.
      Che ci siano comportamenti da parte delle gerarchie opposti tra loro è capitato anche in tutti i secoli della storia della Chiesa, però nessuno è riuscito ad affondare la barca di Pietro. Vorrà pur dire qualcosa.

  • Marco ha detto:

    Eh si, perché la Madonna parla chiaramente di Papa Francesco come Papa legittimo e che deve portare a termine la missione assegnatagli da Dio.

    • Roberto Ceccarelli ha detto:

      @Marco
      Giustappunto, ecco quello che ha riferito la Madonna a Itapiranda, leggilo attentamente, poi riferiscilo a Bergoglio e a Don Ezio.

      Nella quinta apparizione avvenuta il giorno 11 maggio, Gesù parla a Maria do Carmo della gravità dell’adulterio e della convivenza, peccati oggi commessi da molte persone, che distruggono il vero senso della famiglia, il suo valore e i suoi fondamenti. Tali peccati non saranno ignorati da Dio poiché essi meritano una giusta punizione: “Maria do Carmo! Non dormire! Alzati, scrivi. Non perdere tempo. L’adulterio è peccato grave, ma c’è perdono se si fa una buona confessione e con pentimento assoluto! Insegnalo. Tu sai come si fa una buona confessione. Non si può aver paura e neppure vergogna del sacerdote. Se lui perdona, anch’Io perdono. Se lui non perdona, anch’io non perdono!

      Coloro che sono sposati e sono separati, se si amano ancora, si riuniscano di nuovo: con perdono e sincerità!

      Chi è sposato ed è separato, e vive con un altro uomo o con un’altra donna con cui non è sposato, deve dividersi o vivere come amico nella stessa casa. I due non possono più vivere come marito e moglie. Se uno dei due è libero e sente la necessità della vita coniugale, deve sposarsi. Ma non può commettere adulterio!”.

      Abbassa la cresta.

      • Marco ha detto:

        E chi ha negato che l’adulterio sia peccato grave?

        Il fatto che non sia sempre mortale non sono io a dirlo, ma il Magistero della Chiesa.

    • Beatrice ha detto:

      @Marco
      Le apparizioni di Itapiranga sono ancora in corso, quindi non è possibile che siano state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa come è accaduto per esempio con Lourdes o Fatima. Comunque se credi che tali apparizioni siano davvero messaggi della Madonna all’umanità ti consiglio di leggere i seguenti, così forse muterai alcune tue convinzioni stravaganti sul sesto comandamento (Roberto Ceccarelli mi ha battuta sul tempo se no avrei messo anche il messaggio che ha già citato opportunamente lui):

      Manaus, 6 giugno 2015

      “…Il mondo si sta lasciando affondare nel fango dei peccati impuri. I peccati che portano più anime al fuoco terribile dell’inferno. Satana regna in tanti cuori cantando vittoria perché tanti hanno bandito il Signore dalle loro vite. Gli uomini non adorano più Dio ma si sono offerti all’edonismo e alla lussuria corrompendosi nei peccati che distruggono la purezza e la santità delle loro anime…”

      16 Aprile 2016
      Messaggio della Madonna

      La pace miei figli amati, la pace!
      Figli miei, Io vostra Madre del cielo, vengo a chiedervi di intercedere per il bene della chiesa, e di tutta l’umanità. Dio non è felice per i peccati del mondo, neppure di tanti ministri che si lasciano guidare dalle loro idee ed errori, rifiutando le verità lasciate da mio Figlio Divino. Dio è uno solo, le sue parole e i suoi insegnamenti sono sempre le stesse, e sono immutabili. Dio non desidera la disobbedienza, ma l’accoglienza delle sue parole e delle sue verità, da tutta la chiesa e da tutta l’umanità. Non permettete che il demonio vi vinca, vi imbrogli e vi distrugga, figli miei prediletti! Pregate, pregate molto per saper difendere le verità eterne, senza aver paura di nulla. Dio è al fianco di coloro che difendono il suo onore, e la sua gloria. Lui non vi lascerà mai soli, e vi aiuterà a compiere la sua volontà. Tornate figli miei, tornate alla via del bene e della conversione, dove Dio possa restaurare i vostri cuori, e possa donarvi la grazia e la vita, per essere suoi testimoni in questo mondo. Pregate, pregate molto figli miei!
      Io vostra Madre vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

      Toscolano Maderno (BS), 20 Giugno 2016
      Messaggio della Madonna

      La pace miei figli amati, la pace!
      Figli miei, Io vostra Madre vi chiamo a Dio. Molti messaggi vi ho donato, molte grazie, molte benedizioni donati perché possiate ottenere il regno dei cieli. Offrite al Signore il vostro amore, affinchè Lui possa regnare nei vostri cuori. Tempi di dolore e lacrime arriveranno, su tutta l’umanità! Recitate il mio rosario,
      perché è con questa preghiera che il Signore, farà scendere grandi grazie dal cielo, sopra di voi e le vostre famiglie. Molti dei miei figli ora non vogliono saperne del Signore, ma cosa sarà di loro, quando il braccio del Signore si abbatterà sul mondo? Chiedete perdono a Dio dei vostri peccati, e siate obbedienti agli appelli che Lui vi fa attraverso me.
      Io vi amo, e non voglio che siate infelici! Lottate per essere buoni, per essere figli graditi al Padre celeste, rimanete nel vostro cammino santo, nei giorni difficili che sono alle porte. La verità figli miei, difendetela anche se vi costerà tanto. Dio ama la verità, e tutti coloro che cambieranno ciò che Lui ha lasciato, nel giorno del grande giudizio, risponderanno di tutti gli insegnamenti sbagliati, fatti ai suoi piccoli figli che volevano rimanere nel loro cammino santo, e sono stati allontanati. Dio non ama la disobbedienza, ma ama la fedeltà, l’obbedienza e l’umiltà, e vivere seguendo i suoi insegnamenti e comandamenti. Siate fedeli a Dio, ascoltate la sua voce, attraverso la chiamata che Io vi faccio venendo dal cielo. La chiesa attraverserà il suo momento più critico, dove ci sarà grande confusione e divisioni, si vedranno cardinali opporsi tra di loro, vescovi contro altri vescovi, sacerdoti contro sacerdoti, mancanza di fede e grandi sbagli saranno difesi come se fossero grandi verità, ma Dio alla fine, agirà attraverso il suo braccio potente, e fermerà tanta disobbedienza, sbagli e peccati. Non abbiate paura. Quelli che mi ascoltano cammineranno sempre per la via sicura che porta in cielo. Con il mio manto vi difenderò, e già da ora vi metto nel mio cuore Immacolato, perché possiate essere di mio Figlio Gesù, e benedetti da Lui. Coraggio Io vi benedico e vi proteggo. Tornate alle vostre case con la pace di Dio.
      Vi benedico tutti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

      • Marco ha detto:

        Beatrice, ho postato il messaggio della Madonna a Itapiranga perché Papa Francesco viene riconosciuto come legittimo Papa e la Madonna dice anche “Colui che è stato scelto per guidare la Chiesa di mio Figlio Gesù avrà molto bisogno delle vostre preghiere, per portare fino in fondo con forza, fede e rassegnazione la missione ricevuta da Dio.”

        Ovvero nega che Papa Francesco e la sua elezione siano invise a Dio e anzi afferma che deve portare a termine la missione ricevuta da Dio.

      • Marco ha detto:

        @Beatrice

        “Le apparizioni di Itapiranga sono ancora in corso, quindi non è possibile che siano state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa come è accaduto per esempio con Lourdes o Fatima.”

        Da qui http://www.cattoliciromani.com/40-ecumenismo-e-dialogo?s=48279015aba1779c50a2fe71e985e0e0/58448-le-apparizioni-a-itapiranga?s=48279015aba1779c50a2fe71e985e0e0&ampp=1487809&ampviewfull=1#post1487809

        “La posizione della Chiesa su Itapiranga è stata espressa dal Vescovo del luogo mons. Carillo Gritti in diverse occasioni. La posizione del Vescovo sulle apparizioni di Itapiranga è positiva. E’ al Vescovo del luogo che spetta in prima istanza il giudizio sulle rivelazioni private.”

        ——-

        “Il 31 gennaio 2010 il Vescovo Carillo Gritti, dopo aver studiato con attenzione gli eventi, ha emesso un decreto di culto che autorizza a Itapiranga i pellegrinaggi e il culto pubblico, celebrato alla cappella o al luogo della croce, per invocare Nostra Signora sotto il titolo di Regina del Rosario e della Pace.”

        Poi ripeto, ovviamente la Chiesa non impegna l’infallibilità in queste cose, ma siamo certo ad un livello di affidabilità molto più alto dei vari apocrifi dei tradizionalisti, che citano segreti o versioni di segreti condannati dalla Chiesa.

        Ma tant’è, come hai visto, siccome la Madonna di Itapiranga riconosce la legittimità di Papa Francesco, dicendo anche che deve compiere una missione per DIO, allora il buon Cosimo De Matteis, come avevo previsto, ha subito cercato di infangarlo.

        Per carità, magari sono false queste apparizioni, e il Vescovo si è sbagliato, però rende l’idea del modo di agire e pensare di queste persone.

          • Marina ha detto:

            Oggi durante l’apparizione, Nostra Signora non ha dato alcun messaggio, ma mi ha mostrato una visione importante: Ella è apparsa con il Bambino Gesù tra le sue braccia. Nella sua mano destra aveva un rosario che brillava tanto e al suo lato destro c’era San Pietro con un libro e le chiavi e al suo lato sinistro c’era San Paolo, che aveva un libro e una spada. Erano avvolti in una luce, ma non così forte come quella che irradiava da Lei e Gesù Bambino. Sotto di loro c’era il globo che rappresenta il mondo intero.

            Durante l’apparizione, il Bambino Gesù chiese San Pietro di riconsegnargli le chiavi e questi obbedì. Dopo aver riconsegnato le chiavi, San Pietro si mise in ginocchio col capo chino in preghiera. Dove stava lui divenne più scuro, perché la luce che irradiava scomparve, restando chiaro solamente dove si trovavano la Vergine con Gesù e San Paolo.

            In quel momento, il globo che era sotto di loro fu circondato da una grande corona di spine che voleva stringerlo tutto. Ho capito che si tratta di tempi difficili che la Chiesa e il mondo dovranno passare: tempi di prove fatti di oscurità spirituale e di grande confusione. Nostra Signora, vedendo ciò che stava succedendo – in quanto Madre della Chiesa che vorrebbe la salvezza di tutti – abbassò la sua mano destra verso il globo, e il rosario, lentamente, si diresse sul mondo, circondando il globo. Il rosario di Nostra Signora, muovendosi, ruotando intorno al globo, brillava fortissimamente. Ho capito quello che Ella sta facendo con i suoi figli del mondo intero che credono nelle sue apparizioni e nei suoi messaggi: pregare sempre di più, intercedendo per la Chiesa del suo Divin Figlio e per l’umanità. Il rosario, più cadeva, più irradiava una fortissima luce, in modo tale da respingere quell’orribile corona di spine dal globo, lasciandola distrutta; rimase solamente il rosario, come segno di vittoria sul male e sui tempi difficili. Fu allora che la Madonna guardò San Paolo e questi capì che doveva mettersi anche lui a pregare in ginocchio con San Pietro, così la luce tornò anche da Pietro. Nostra Signora, guardando verso il suo Divin Figlio, pregò in favore della Chiesa e del mondo. Il Bambino Gesù, vedendo che l’umanità si mise a pregare, accolse la richiesta della sua Santissima Madre di dare di nuovo le chiavi a San Pietro; ma il Bambino Gesù mise le chiavi tra le mani di Nostra Signora che, come Madre della Chiesa, le mise in quelle di San Pietro. Ella e il Bambino Gesù ci diedero la loro benedizione e visione terminò.

            (ITAPIRANGA, 27-6-2015)

          • Marco ha detto:

            Interessante.

            Quindi?

          • Marina ha detto:

            Chi ha orecchi per intendere, intenda! 😎

          • Beatrice ha detto:

            @Marco

            Quindi Gesù ha chiesto indietro le chiavi a Pietro perché è molto contento di come sta governando la Sua Chiesa! E per la stessa ragione ovviamente da Pietro si è pure ritirata la luce, pensa un po’ cosa vorrà dire! Se credi alla veridicità delle apparizioni di Itapiranga devi credere anche a questa visione che ha avuto il veggente, altrimenti devi ritenere che sia tutto falso, non puoi credere vero solo quello che ti fa comodo. Io sinceramente non so se siano vere o meno, sono più certa della credibilità di altre apparizioni, tipo Lourdes e Fatima. Quanto alla missione assegnata da Dio, ti ricordo che anche Giuda Iscariota ne aveva una che tutti conosciamo, infatti Gesù gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto» (Gv 13,27), questo perché Dio è in grado di trarre il bene dal male, quindi anche quello che di negativo sta avvenendo oggi nella Chiesa rientra negli imperscrutabili disegni divini.

          • Marco ha detto:

            @Beatrice

            Non ho capito.

            Ti sembra che questo passo

            “Durante l’apparizione, il Bambino Gesù chiese San Pietro di riconsegnargli le chiavi e questi obbedì. Dopo aver riconsegnato le chiavi, San Pietro si mise in ginocchio col capo chino in preghiera. Dove stava lui divenne più scuro, perché la luce che irradiava scomparve, restando chiaro solamente dove si trovavano la Vergine con Gesù e San Paolo.”

            Parli di una apostasia di Pietro? A me non sembra proprio.

            Ad esempio potrebbe indicare i tanti attacchi che il Papa sta subendo nella sua missione e quindi sarà Cristo stesso a spazzare via le divisioni.

            Calcola che questa estate la Madonna a Medjugorie ha detto cose molto belle su Papa Francesco

            “Uno dei messaggi più significativi della Regina della pace in questi ultimi mesi è quello dato attraverso il veggente Ivan il 17 Agosto durante un incontro di preghiera in Italia. La Madonna ha invitato a pregare per il Papa e la sua missione di pace con parole sulle quali è necessario riflettere: “In modo particolare, cari figli in questo tempo pregate per il mio amatissimo Santo Padre, pregate per la sua missione, la missione della pace”.

            La Madonna fa innanzi tutto riferimento ai pericolosi focolai di guerra che si accendono e si dilatano nel mondo, tanto da poter affermare che siamo di fronte a “una terza guerra mondiale” che procede per tappe. In questo contesto il suo occhio si posa sulla “missione della pace” per la quale Papa Francesco si sta spendendo con grande coraggio fin dall’inizio del suo Pontificato e invita a sostenerla con la preghiera.

            Tuttavia ciò che colpisce di più nel messaggio della Santa Vergine è l’esplicita affermazione che Papa Francesco “è il suo amatissimo Santo Padre”. Si tratta di una espressione che la Gospa usa per la prima volta, come a voler sottolineare la strettissima unione fra la Madre della Chiesa e il Successore di Pietro, fra Lei e Papa Francesco. Ed è anche un materno ammonimento a prendere le distanze dalle lingue biforcute che, anche all’interno della Chiesa, non perdono occasione per criticare e diffamare coloro che Cristo ha posto a capo del suo gregge.”

            http://atempodiblog.unblog.fr/2014/09/18/linvito-della-madonna-pregate-per-il-mio-amatissimo-santo-padre/

          • Marco ha detto:

            Scusa due anni fa; ma vabbè è lo stesso.

            Il concetto è quello.

  • Marco ha detto:

    Se prendiamo le apparizioni di Itapiranga, che sono approvate dalla Chiesa, troviamo scritto, cito da qui http://www.gialma.it/messaggidivini/index.php?topic=112.65;wap2

    “AntonioM:
    17 marzo 2013: “Pace miei cari figli! Vengo dal cielo per dirvi che il mondo e la Chiesa hanno bisogno di molte preghiere. Dio vi chiama alla conversione e ad un cambiamento di vita, attraverso di me, vostra Madre Immacolata. Pregate per la Chiesa. Sarà molto attaccata e molti consacrati al Signore dovranno sopportare una croce pesante. Colui che è stato scelto per guidare la Chiesa di mio Figlio Gesù avrà molto bisogno delle vostre preghiere, per portare fino in fondo con forza, fede e rassegnazione la missione ricevuta da Dio.
    Quello che ho rivelato a Fatima ai miei tre pastorelli e quello che ho rivelato nei segreti che riguardano la Chiesa si sta concretizzando e attuando.”

    Quindi Papa Francesco entrerebbe nel terzo segreto di Fatima e la sua elezione è benedetta e voluta da Dio anche secondo Itapiranga”

    E quel messaggio è tre giorni dopo l’elezione di Papa Francesco a sommo pontefice. Ora gli antipapisti diranno che pure la Madre di Dio sbaglia (perché quella è una apparizione approvata dalla Chiesa) oppure che Edson Glauber ha mentito e si è venduto a Satana dall’elezione di Bergoglio, ci scommetto! 😀

  • LILLO ha detto:

    Sesto Dubia:
    Ma non è che da certa casta progressista (o meglio derivista),
    i duemila anni di tradizione Cattolica, siano stati confusi con i duemila anni di tradizione Hokuto?!

  • Katia ha detto:

    Il vero nome dell’esortazione apostolica dovrebbe essere :
    ALM ad laetitiam miscere (la gioia di confondere).

  • lucio ha detto:

    Che durezza!!
    Per fortuna il supplizio del rogo non è contemplato nei Canoni ecclesiastici se non al povero sacerdote avrebbero comminato anche quello!
    Comunque si sta presentando un bel dilemma: in caso di dubbio seguire il Papa o la propria coscienza?

    • cosimo de matteis ha detto:

      Lucio caro, fratello in Cristo, è precisamente QUELLO (che tu definisci dilemma) che avverrà nella Chiesa.

      Comprendi la GRAVITA’ (diabolica) di quanto VOLUTAMENTE è stato attuato?

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      La propria coscienza come insegnava il Card. Newman.

      • cosimo de matteis ha detto:

        Esiste il Catechismo della Chiesa Cattolica fortemente voluto (forse profeticamente) da San Giovanni Paolo II e l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

        Seguendo esso, se non si avrà la spudoratezza di cambiarlo
        (come qualcuno già chiede. Vedi qui: https://ilbenevincera.wordpress.com/2016/12/07/partito-lattacco-al-catechismo-in-nome-dellamoris-laetitia/ ) esso rappresentarà la BUSSOLA per seguire, in coscienza, Cristo.

      • Roberto Ceccarelli ha detto:

        Caro Don,
        mi ero ripromesso di stare zitto ma leggendo quello che Lei asserisce non posso tacere.
        Lei sicuramente conosce quale è il peccato contro lo Spirito Santo che non verrà perdonato, ne parla per l’appunto Gesù nel Vangelo di oggi contro gli scribi che lo accusavano di scacciare i demoni nel nome di belzebù. Cioè consiste nel contestare ovvero rifiutare o rinnegare la Verità contro ogni chiara ed anche razionale evidenza, ovvero rigirarla, stravolgerla. Non è proprio quello che sta facendo Bergoglio che tenta di stravolgere la Verità chiaramente espressa nel Vangelo, insegnata e proclamata in 2000 anni di Magistero, senza se e senza ma ?
        A proposito del beato Cardinale John Henry Newman, ecco quello che scriveva, a seguito della proclamazione del dogma della infallibilità pontificia (1870) nella Lettera al duca di Norfolk:
        “Con tutto ciò sono lontano dall’affermare che i papi non abbiano mai torto; che non ci si debba mai opporre a loro, oppure che le loro scomuniche abbiano sempre effetto. Non sono tenuto a difendere la politica e gli atti di singoli Papi… Indubbiamente ci sono azioni di papi alle quali nessuno amerebbe aver avuto parte”.
        E aggiungeva che la Chiesa docente non è sempre stata, nella storia, “lo strumento più attivo dell’infallibilità: vedi il caso della crisi ariana”: “Fu forse Pietro infallibile, quando ad Antiochia Paolo gli si oppose a viso aperto?( cosa c’entra, Don Ezio che non sia stato per una questione di adulterio?) O fu infallibile San Vittore allorché separò dalla sua comunione le chiese dell’Asia, o Liberio quando, egualmente, scomunicò sant’Atanasio?…”.

        PS: ho pure risposto a Lei e a Marco in data odierna con altro commento su “Tre vescovi…..”

        • Marco ha detto:

          @Roberto

          “Non è proprio quello che sta facendo Bergoglio che tenta di stravolgere la Verità chiaramente espressa nel Vangelo, insegnata e proclamata in 2000 anni di Magistero, senza se e senza ma ?”

          Quali sarebbero le Verità immutabili, dogmatiche e irreformabili stravolte dal Papa?

          • Roberto Ceccarelli ha detto:

            @ Marco
            Scusa, ma ritengo qui opportuno riproporti una mia risposta che forse non hai letto:
            Il Magistero della Chiesa, (quello che tu e Don Ezio volete fregare con la Pastorale bergogliana è sempre stato questo:
            “I divorziati risposati non possono ricevere la comunione perché la loro condizione di vita contraddice oggettivamente la verità naturale e cristiana sul matrimonio significata e attuata dall’Eucaristia. La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia. C’è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all’Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio.
            La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi»(Familiaris Consortio, § 84)” e (Giovanni Paolo PP. II, Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi 7 [25 Ottobre 1980]: AAS 72 [1980] 1082).
            Di seguito riporto anche un’autorevole commento del Card. Caffarra contro Kasper :
            “Qui si tocca la dottrina. Inevitabilmente. Si può anche dire che non lo si fa, ma lo si fa. Non solo. Si introduce una consuetudine che a lungo andare determina questa idea nel popolo non solo cristiano: non esiste nessun matrimonio assolutamente indissolubile. E questo è certamente contro la volontà del Signore. Non c’è dubbio alcuno su questo”.
            Il maligno compie il male con l’apparenza del bene, seguendo la logica del mondo. Non bisogna cercare scuse per non porre fine in modo radicale al peccato e/o per intraprendere le correzioni necessarie. In altre parole non è il cristiano cattolico che si deve uniformare al mondo ma convertire il mondo a Cristo.

            A proposito del “Motu proprio”, l’ho chiamato “il divorzio breve cattolico” non solo per la contrazione dei tempi ma soprattutto dei motivi spesso risibili in esso contenuti. Ve ne riporto uno stralcio:
            “Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve secondo i cann. 1683-1687, si annoverano per esempio: quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione, la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale e consistente nella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici, ecc.”

            Ora, poiché, ripeto, praticamente tutti potrebbero ottenere “l’annullamento” facendo appello a dette circostanze, vale l’assioma: se il numero delle eccezioni supera la norma, la norma decade e le eccezioni diventano la norma cioè il divorzio. E’ troppo difficile da capire?

            E, a proposito di divorzio, ecco quello che diceva S. Pio:
            ” IL DIVORZIO E’ LA STRADA DRITTA PER L’INFERNO”

            Allora, visto che fra non molto avremo anche un santo Martin Lutero ( in Vaticano stanno già stampando un francobollo commemorativo) ecco a voi la protestantizzazione della chiesa (quella che al Padreterno non piace) paventata dalla Emmerich.

          • Marco ha detto:

            Ho già risposto.

            Quella norma disciplinare è si fondata sul dogma, ma NON è l’unica applicazione lecita o possibile del dogma stesso.

            Quante volte dovrò ripeterlo?

            Cito nuovamente il teologo domenicano tomista Padre Giovanni Cavalcoli
            http://isoladipatmos.com/i-divorziati-risposati-e-quei-teologi-che-strumentalizzano-la-familiaris-consortio-di-san-giovanni-paolo-ii/

            “La Familiaris consortio, appunto perché tocca solo il foro esterno, non sfiora neppure la questione in esame, caratteristica del foro interno, ossia della condizione o dello stato o del dinamismo interiore della volontà dei conviventi e lascia quindi aperta la porta alla legittimità della discussione in atto nel Sinodo, se, in certi casi gravi, ben precisati e circostanziati, con forti scusanti, i divorziati possano o non possono accedere ai Sacramenti.

            Giovanni Paolo II si limita a ribadire la norma vigente, espressione di un’antichissima tradizione, sia pur corredandola di alti motivi teologici. Ma trattandosi di norma certo fondata sul dogma, ma non necessariamente connessa con esso, questo insegnamento del Papa non è da considerarsi immutabile, come non lo sono generalmente le norme positive, giuridiche e pastorali della Chiesa, senza che ciò comporti un insulto al dogma sul quale si basano. Infatti, un medesimo principio morale può avere diverse applicazioni. Non sarebbe saggio né prudente attaccarsi ostinatamente ad una sola delle possibili applicazioni, per il semplice fatto che essa si fonda su di un valore assoluto, il quale, viceversa, ammette una pluralità di diverse applicazioni, salvo restando il principio.

            Ora, il timore di alcuni che un mutamento della disciplina vigente possa intaccare il dogma, è infondato, perché l’attuale normativa non è così connessa al dogma come fosse la conclusione di un sillogismo dimostrativo, dove la premessa sarebbe il dogma; ma la detta normativa ha solo una connessione di convenienza col dogma, tale da ammettere anche altre possibili conclusioni. Similmente, dal proposto di vivere cristianamente ― valore assoluto ed irrinunciabile ― non discende necessariamente soltanto la vita laicale, come credeva Lutero, ma può scaturire anche la scelta sacerdotale o religiosa.”

          • Marco ha detto:

            Riguardo a questo

            “A proposito del “Motu proprio”, l’ho chiamato “il divorzio breve cattolico” non solo per la contrazione dei tempi ma soprattutto dei motivi spesso risibili in esso contenuti. Ve ne riporto uno stralcio:
            “Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve secondo i cann. 1683-1687, si annoverano per esempio: quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione, la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale e consistente nella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici, ecc.”

            Ora, poiché, ripeto, praticamente tutti potrebbero ottenere “l’annullamento” facendo appello a dette circostanze, vale l’assioma: se il numero delle eccezioni supera la norma, la norma decade e le eccezioni diventano la norma cioè il divorzio. E’ troppo difficile da capire?”

            Non ho capito. Il fatto che la Chiesa abbia compreso che perché un matrimonio sia valido occorrono più varianti di quelle che si credeva un tempo sarebbe introdurre il divorzio cattolico?

            Meno male che parli tanto di razionalità.

            Il divorzio c’è dove si scioglie un matrimonio valido, e il fatto che contrarre un matrimonio valido non sia così automatico come si credeva in passato ma la a Chiesa abbia approfondito e capito che sono necessarie più varianti e che i fattori di nullità sono di più non significa legittimare il divorzio.

            Ti ricordo che un matrimonio indissolubile cattolico è una benedizione se ci si è sposati con la persona adatta ma è un ergastolo se ci si sposa con la persona sbagliata.

            Perché vi dispiace che le persone possano constatare dove il matrimonio non è mai stato, e che questo avvenga più facilmente che nel passato?

            Perché volete vedere imposti alle persone dei pesi insopportabili?

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          @ Roberto Ceccarelli

          Ho già detto altrove che non si deve fare confusione tra la bestemmia contro lo Spirito Santo che è l’unico peccato imperdonabile ed è quello di cui parla Gesù, dai sei peccati contro lo Spirito Santo che sono una serie di peccati di cui parla san Tommaso d’Aquino. In ogni caso il Papa non ha commesso nessuna bestemmia contro lo Spirito Santo.
          Se non lo sa, glielo dico io.
          Non può strumentalizzare un discorso del Card. Newman sui limiti dell’infallibilità pontificia e applicare al papa Francesco per screditare AL: è ovvio che AL non è un documento infallibile, ma neanche le certezze degli anti-bergogliani sono infallibili. E allora come la mettiamo? Chi ha ragione e chi ha torto?

      • G. Gervasi ha detto:

        @ Newman? citazione bibliografica prego?
        Il Beato Cardinale Newman é stato un ottimo patrologo
        ma non ricordo alcun suo trattato sulla coscienza.
        Come teologo morale sembra proprio che Newman fosse una nullità.
        Qualcosa però che senz’altro non sarà simpatico ai nostri progessisti/modernisti: racconta Hans-Urs von Balthasar che Newman verso la fine della sua vita fosse
        assillato e profondamente turbato dal pensiero che tantissime anime sarebbero andate a finire all’inferno,
        e che questo pensiero non gli lasciasse pace.
        Ci faccia un pensierino, Don Ezio!

        • Marco ha detto:

          La Madonna ad Anguera, se le può interessare, sostiene che la grande maggioranza delle anime, nella nostra epoca, va in Purgatorio quando muore (il che equivale a dire che la grande maggioranza delle anime si salva, perché chi va in Purgatorio è già salvo sicuramente e senza dubbio)

          85 – 24 settembre 1988

          “Iniziate ad amare i vostri nemici e avversari. Non giudicate. Non rimanete nell’amarezza. Non custodite avarizia nel vostro cuore, solo amore. Non desiderate alcun male per i vostri nemici ma, piuttosto, chiedete a Dio di benedirli e proteggerli. Io e mio Figlio vi daremo la grazia di amarli sempre di più. Al giorno d’oggi, la grande maggioranza delle persone va in purgatorio quando muore. Un certo numero va all’inferno. Solo una minoranza va direttamente in paradiso, senza passare attraverso il purgatorio. Questo accade perché le persone non si preparano alla morte. Pensano che Dio e la sua legge non abbiano importanza. Tornate indietro. Ritornate a pregare per i sacerdoti. Pregate per le vocazioni sacerdotali. Pregate che satana non riesca a distruggere i miei piani. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.”

          Lo stesso disse a Medjugorie nel messaggio del 2 Novembre del 1983.

          Lo dico perché in genere i fedeli tradizionalisti credono che la maggior parte delle anime si danni.

          Ora, io non so se le apparizioni di Anguera sono vere, ma su Medjugorie ne sono personalmente certo, per motivi che adesso non sto qui ad elencare.

  • Dolce Gabbiano ha detto:

    Col Sacerdote colombiano è stato applicato il vecchio Magistero, c’è confusione e contraddizione anche qui.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Nessuna confusione, forse mano troppo dura da parte del vescovo. E’ sempre meglio il dialogo e, se non se ne viene a capo, il cambio di ufficio. In un periodo di mutamento di una prassi poi bisogna dare il tempo necessario perché sia mentalizzata. Dal XIII secolo a metà del secolo XX la teologia morale è stata inficiata dal volontarismo e dal nominalismo. La svolta antropologica del Vaticano II deve essere ancora assimilata.

      • Cesare Baronio ha detto:

        Don Fozio, abbiamo capito che Lei è progressista e non serve che lo ribadisca. Faccia però la cortesia di non impancarsi a maestrino.

        Si ripassi il Codice di Diritto Canonico, in particolae il can. 1321 – §1: Nessuno è punito, se la violazione esterna della legge o del precetto da lui commessa non sia gravemente imputabile per dolo o per colpa. I canonisti parlano di principio di imputabilità e prevedono che vi sia dolo e colpa. Si ha dolo quando il soggetto conosce la legge che intende violare: deve esserci la volontà di porre in essere l’atto conosciuto come contrario alla legge o al precetto. L’altro fondamento dell’imputabilità è la colpa, ossia l’omissione della debita diligenza. L’autore che ha commesso il delitto per colpa rimane esente da pena, tranne che la legge o il precetto dispongano espressamente in modo diverso. Questo significa che il delitto colposo è soggetto a pena solo nei casi espressamente previsti dal legislatore.

        E poi vi sono anche le circostanze esimenti della pena, che la legge canonica considera purché l’atto delittuoso non sia estrinsecamente cattivo o torni a danno delle anime.

        Quanto al foro interno, Lei mi insegna che de occultis Ecclesia non judicat.

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Chi sono per giudicare se c’è stato dolo o colpa nel caso del sacerdote colombiano? Il vescovo avrà avuto le sue buone ragioni e per questo ipotizzo che possa avere ragione. Nel contempo il confessore giudica nel foro interno. Non mi pare che il mio ragionamento sia in contrasto col can. 1321 del codice di diritto canonico da lei citato.

          • G. Gervasi ha detto:

            @ Don Ezio
            suvvia, Don Ezio, la smetta. I suoi ragionamenti sono fuori tema e non reggono.
            Forse vorrà dedicarsi alla preghiera o all’accompagnamento di qualcuno nel processo di discernimento, del tutto inutile, per altro,
            se ciascuno, pensandoci bene sopra, può decidere
            da solo in che stato la sua coscienza si trovi, come cercano di insegnarci i cattivi maestri maltesi, ricopiando in questo ciò che i cattivi vescovi tedeschi già fecero con l’infausta “Königsteiner Erklärung”
            del 1968, che ha ridotto la chiesa tedesca in pezzi.

  • Mary ha detto:

    Questa sospensione è la chiara risposta ai dubia.
    Tu Sacerdote sarai OBBLIGATO a comunicare i risposati.

    • cosimo de matteis ha detto:

      Si signora Mary:
      è ESATTAMENTE come ha scritto lei.
      E varrà per l’intera Orbe cattolica.

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      No Mary, si è obbligati ad accettare il Magistero pontificio e a fare discernimento, al termine del quale si può giudicare di ammettere o non ammettere all’Eucaristia i divorziati risposati.

      • Enza ha detto:

        Carissimo Don, il signore ha dato degli ordini e non ha detto di fare discernimento. Cosa vuol dire discernimento davanti al peccato? Me lo deve spiegare per favore

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Il Signore ha dato degli ordini? Ma è sicura? Ha solo portato a compimento la Legge di suo padre. Nessun mutamento dei comandamenti, ma solo una lettura… cristiana.
          Discernimento davanti al peccato: significa distinguere se è peccato mortale o veniale. Se non ci fosse bisogno di discernimento non ci sarebbe bisogno di accusa dei peccati, basterebbe dare valore sacramentale all’atto penitenziale della Messa.

          • Enza ha detto:

            Mi scusi, forse mi sono espressa male don, volevo dire che se il peccato sta nel copulare tra persone che già sono state sposate, mi vuol dire che discernimento occorre? Ho avuto la fortuna di partecipare per quasi due anni ai 10 comandamenti, questo grazie a Dio prima che papà Benedetto lasciasse. Non c’era bisogno però di quelli per sapere che il peccato del sesto comandamento va a colpire anche il primo e il nono comandamento, perché si adora più l’uomo che Dio, che si desidera la donna/uomo d’altri, vero don? Tutti questi “gnè gnè gnè che Papa Francesco si è inventato nell’Amoris Letizia compresa la propria coscienza, guarda caso solo a senso unico, stanno rovinando completamente la Chiesa allontanando così la gente dal Vangelo e dal vero magistero saluti

          • Marco ha detto:

            @Enza

            ‘Mi scusi, forse mi sono espressa male don, volevo dire che se il peccato sta nel copulare tra persone che già sono state sposate, mi vuol dire che discernimento occorre? M

            Lo stesso discernimento che occorre per tutti gli altri peccati, ovvero vedere dove la colpevolezza sia piena (peccato mortale) o dove non lo sia (peccato veniale).

            Ci sono peccati che, quanto alla materia oggettiva, sono sempre gravi (l’adulterio è uno di questi) ma non basta la sola materia grave perché ci sia peccato mortale, occorrono anche piena avvertenza (conoscenza e comprensione della norma) e deliberato consenso (libertà di agire in quel modo o non agire).

          • Marco ha detto:

            Quando lei chiede “di che discernimento c’è bisogno” purtroppo mostra l’impianto mentale kantiano che oggi ha inquinato molti cattolici, come se se la sola materia grave del peccato bastasse a togliere la grazia santificante ad una persona e metterla in pericolo di dannazione e le circostanze attenuanti non ci fossero mai o non contassero.

            Mi spiace ma il Magistero dice altro. Ciò che dice la CKA (Chiesa Kantiana Apostolica) non è di mia competenza nè interesse.

          • Marco ha detto:

            @Enza

            “Non c’era bisogno però di quelli per sapere che il peccato del sesto comandamento va a colpire anche il primo e il nono comandamento, perché si adora più l’uomo che Dio, che si desidera la donna/uomo d’altri, vero don? ”

            Anche col settimo comandamento allora si va a colpire sia il primo che il decimo comandamento, perché si adorano di più i soldi (pensiamo ai tanti evasori fiscali e strozzini) che Dio e si desidera la roba d’altri.

            Eppure pensi un po’ lo scandalo, Enza: da sempre i confessori fanno discernimento anche in questi casi, come ho spiegato a fondo pagina a Roberto Ceccarelli, facendo l’esempio di un padrone strozzino che al momento non è in condizione di agire diversamente.

            Chissà perchè, peró, voi tradizionalisti non avete problema sul discernimento rigurdante i peccati economici, ma condannate senza appello alcuno il peccato della mutanda.

            Sarà mica che siete un po’ braghettoni/sessuofobi/farisei/aggiungi-il-termine-che-più-ti-piace? Buona lettura http://isoladipatmos.com/cattolici-e-sessuofobia-la-verginita-degli-eretici-e-piu-impura-delladulterio/

      • G. Gervasi ha detto:

        @ Don Ezio
        non é da distinguere di che magistero pontificio si tratti
        e che solo il magistero infallibile straordinario e ordinario (cui Amoris Laetitia NON appartiene) obbliga le coscienze dei fedeli?
        Legga pure gli articoli di importanti teologi contemporanei su quest’argomento in “Quaestiones Theologicae” e insegni alla signora Mary a distinguere, invece di darle una risposta errata, facendo di ogni erba un fascio e imponendo ai fedeli oneri che questi non sono per nulla tenuti a portare.
        La Sua, mi dispiace dirlo, é una risposta sbagliata, dovuta ad ignoranza teologica.

    • Ira Divina ha detto:

      Il Caudillo ha poco tempo prima di mandarlo a Guidonia e quindi deve affrettare i tempi della sua devolution, quella che deve minare alle fondamenta la Chiesa di Cristo, poi fanno fuori anche Lui. È solo un burattino! 😁 Chi muove i fili è il “cerchio magico”, quelli che hanno fatto il colpo di stato e che hanno individuato nel Caudillo il giusto personaggio. Da una mano elargisce misericordia e dall’altra tiene il bastone, tanto che, avrebbe detto a un Prefetto, ( si parlerebbe di Müller) “il Papa sono io e non devo dare spiegazioni a nessuno su quello che ho deciso” . E questo metodo è già stato adottato da molti, stile Gerarchi! Prima che si giunga allo scisma di preti ne faranno fuori molti. Ho timore che dopo di lui né possa arrivare uno peggiore visto che stanno preparando le basi per la nuova tendenza

      • cosimo de matteis ha detto:

        Tutto vero, assolutamente (o, al più, verosimilissimo ed altamente probabile).

        C’è solo un diverso “finale”: prima che i capi scelgano un altro ambizioso pupazzo da piazzare lì (questo lo aveva ben scelto Carlo Maria Martini) interverrà la Madre di Dio e Madre della Chiesa.

        • Enza ha detto:

          Giusto ne sono convinta anch’io, Maria le sue promesse le ha sempre mantenute: vedi Fatima è Lourdes, e tanto altro

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            @ Cosimo De Mattesis
            @ Enza

            La Madonna si è iscritta al club degli anti-bergogliani? Non lo sapevo. E dire che Marco assicura che la Madonna chiede di sostenere papa Francesco con la preghiera.
            I casi son due: o anche la Madonna sta andando in confusione oppure sono autentiche le apparizioni anti-bergogliane e false quelle bergogliane. Però io come faccio a sapere qual è la Madonna giusta? Devo fare discernimento. Aiuto!

      • Don Ezio Fonio ha detto:

        @ Enza

        Ma i casi di diminuenti e esimenti il peccato mortale non li ha inventati papa Francesco, come si può vedere dalle note che lo stesso Pontefice mette ai nn. 301-302 di AL, citando san Tommaso d’Aquino e il Catechismo della Chiesa Cattolica.

        • Marco ha detto:

          Don Ezio, è evidente che queste persone pensano, per motivi a noi oscuri, che le circostanze attenuanti si possano applicare a tutti i peccati tranne che al peccato di adulterio.

          In questo caso chiedo loro di indirizzare una lettera alla Congregazione per la dottrina della Fede, nella quale chiedano che venga precisato che quanto scritto nel Catechismo ai paragrafi 1860 e 1862 non può applicarsi al caso dei divorziati risposati.

          • LONGINO ha detto:

            Al contrario, noi vogliamo che il metodo usato per il 6 ora venga esteso a tutti i peccati;
            attenuanti e coscienza invincibilmente erronea hanno avuto un peso marginale per tutti i peccati fino ad oggi:
            non solo per il 6;
            quindi chiediamo l’applicazione universale del principio di coscienza invincibilmente erronea a tutti i peccati, omicidio compreso; così che chiunque sia erroneo incolpevolmente possa persistere nella sua posizione di peccato ed accedere ai sacramenti; senza pentimento (non ce ne è più bisogno perchè si è erronei); proprio come viene fatto per il 6;

            la conseguenza di ciò sarà molto semplice, dopo un po’ di tempo e con il progressivo e sicuro decadere dei costumi in poco tempo non ci saranno più persone in peccato mortale; ma non per santità, ma perchè incolpevolmente erronee; e chi potrà mai dire il contrario?

            OGNUNO PENSI AL SUO FORO INTERNO senza immischiarsi nei fori degli altri

          • G. Gervasi ha detto:

            @ Marco
            La Congregazione per la dottrina della fede potrebbe rispondere a tali lettere da Lei suggerite solo con il consenso del Pontefice, il quale, come Lei sa e noi tutti sappiamo, pare allergico a rispondere a delle domande, tanto più quando si tratta di fare chiarezza, vide i dubia dei quattro cardinali, e non permette alla suddetta congregazione di farlo.
            Porre un “dubium” al pontefice caudillo é già un’offesa di lesa maestà. Cosa vuole, dopo tutto é sudamericano, e lui stesso ci ha raccontato dei suoi difetti, per esempio della sua inclinazione ad un agire autoritario (e, aggiungiamo pure, vendicativo).
            Il prefetto della suddetta congregazione, Ludwig Müller, dice che, Gesù qui o Gesù là, non si può obbligare il pontefice satrapo a rispondere con un si o un no, come auspicato dal Vangelo e previsto da questo procedimento.
            Il pontefice deve avere la possibilità di rispondere con un chiaro “ni” o un chiaro “so”, se nella sua sovrana potestà così decidesse. E senza dover renderne conto ad alcuno.
            Dopo tutto é l’ultimo dei sovrani assoluti europei (lasciamo da parte gli africani) sopravissuto al suo tempo.
            Che metamorfosi: da “servo dei servi” a padrone assoluto dei suoi disgraziati sudditi.
            Se si continua per questa strada, dove si và a finire, nevvero, Sig. Marco?
            Un giorno qualche sprovveduto, al passaggio del pontifex tra le folle giubilanti di cialtroni e sicofanti, potrebbe dire in modo che tutti lo sentano: “ma Bergoglio é nudo! ” In senso metaforico, per carità. Non si scandalizzi! Nel senso di una fede ortodossa
            evidentemente mancante.

          • Marco ha detto:

            @Longino

            “Al contrario, noi vogliamo che il metodo usato per il 6 ora venga esteso a tutti i peccati;
            attenuanti e coscienza invincibilmente erronea hanno avuto un peso marginale per tutti i peccati fino ad oggi:
            non solo per il 6;”

            Ma questo lo dice lei. Don Ezio può confermare che le attenuanti di cui parla Amoris Laetitia vengono già considerate per tutti i peccati, e che semplicemente oggi vengono applicate anche a chi ha fallito nella vita matrimoniale.

            Inoltre lei parla di coscienza invincibilmente erronea, ma ci sono anche casi dove la persona ha piena avvertenza di ciò che sta facendo ma non può agire diversamente, non è libera di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa.

            Veda l’esempio già fatto sulla donna che vorrebbe vivere in castità ma il marito non ne vuole sapere e quindi se la donna continuasse ad imporgliela rischierebbe seriamente di sfasciare l’unione con grave danno dei figli.

            Chissenefrega, direte voi tradizionalisti. Son figli di secondo letto, non meritano tutele; e poi una volta erano anche chiamati “bastardi”.

            Giusto?

            “quindi chiediamo l’applicazione universale del principio di coscienza invincibilmente erronea a tutti i peccati, omicidio compreso; così che chiunque sia erroneo incolpevolmente possa persistere nella sua posizione di peccato ed accedere ai sacramenti; senza pentimento (non ce ne è più bisogno perchè si è erronei); proprio come viene fatto per il 6”

            Ma infatti si applica già a tutti. Solo, chi avesse ignoranza invincibile sull’omicidio (ammesso che sia possibile senza essere pazzi o indemoniati, e non lo sto negando per principio, ma non credo che qualche confessore abbia mai incontrato un individuo sano di mente che non capisca perché è sbagliato prendere a colpi di accetta
            un passante per derubarlo; invece di gente che non capisce perché è sbagliata la contraccezione, la masturbazione, avere una seconda possibilità dopo un matrimonio fallito e i rapporti prematrimoniali i confessori ne incontrano parecchia) non può comunque essere lasciato libero perché è un pericolo per la società intera.

            “OGNUNO PENSI AL SUO FORO INTERNO senza immischiarsi nei fori degli altri”

            Bravissimo, si faccia i cazzi suoi e lasci ai confessori il compito del discernimento, invece di distribuire condanne via web.

            Bravo Longino, finalmente ha capito.

            Ora attendo che i suoi amici tradizionalisti la seguano, invece che si preoccupano che venga mostrata clemenza a chi, a norma di legge, non la meriterebbe (ma una clemenza e una misericordia meritata a norma di legge che clemenza e misericordia è?).

      • G. Gervasi ha detto:

        Sono perfettamente d’accordo, Ira Divina.
        L’ipocrisia di Francesco & Co. é talmente evidente e le sue burattinate sarebbero più adatte ad essere trattate come esemplificazione del comico, se quest’ottantenne ideologo non fosse animato quasi da una frenesia nel distruggere quanto più possibile di ciò che ha retto la Chiesa da 2000 anni, prima di dover renderne conto nel giudizio finale.
        E’ proprio il caso di dire: Che Dio abbia misericordia di lui!

  • nat ha detto:

    Per la misericordia vale oggi quanto valeva ieri per la giustizia.
    Come diceva Giolitti “Le leggi con i nemici si applicano, con gli amici si interpretano”.

  • Dolce Gabbiano ha detto:

    Dopo Amoris Laetitia, “la mia coscienza soggettiva ha oggettivamente il primato su tutto”, quindi se io sono convinto di non peccare, io non pecco punto, e tu mi devi assolvere, comunicare, etc.
    Non puoi giudicare la mia coscienza. La mia coscienza è per me il primo e sommo Vicario di Cristo in terra.
    Quindi non potendo giudicarla, come puoi sospendermi a divinis compiendo così quell’abominevole delitto chiamato giudizio oggettivo?

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Dolce Gabbiano,
      il ragionamento che fa sulla coscienza vale anche per il vescovo. Vede, un conto è permettere in foro esterno che nella Chiesa ognuno predichi la teologia morale che vuole, indipendentemente dalla direttive del Papa, e un conto il compito del confessore che in foro interno deve giudicare le cause diminuenti e scusanti di un peccatore: questo discernimento deve essere fatto dal confessore anche nei confronti di don Luis Carlos Uribe Medina. Se questo sacerdote venisse a confessarsi da me, gli darei senz’altro l’assoluzione se mi dice che ha seguito la propria coscienza, ma nel contempo di direi che deve accettare la pena canonica della Chiesa anche se lui non è convinto della bontà delle disposizioni pontificie.

      • Don Ezio Fonio ha detto:

        Aggiungo: un sacerdote non può essere colpito simultaneamente con la scomunica latae sententiae per eresia, scisma e apostasia. Eretico è colui che non accetta qualcuno dei dogmi della Chiesa Cattolica, scismatico colui che si separa volontariamente dalla Chiesa Cattolica, ma deve essere almeno vescovo, apostata colui che pubblicamente ripudia la fede cattolica, ipotesi per diventare protestante o islamico. Non ricorrono queste ipotesi per il sacerdote colombiano, quindi non c’è scomunica latae sentenziae e quini il sacerdote può accedere ai sacramenti ed essere assolto, come detto sopra.

      • Enza ha detto:

        Perché la pena canonica? Il peccato è peccato oggi come lo era ieri. Ma possibile una confusione così, creata ora più che mai causa questa nuova moda di parlare solo della coscienza? Secondo me questo sacerdote ha messo in atto la parola di Dio, è quella la via la verità e la vita. D’altronde il magistero c’è e non si può buttarlo nel Vater in questo modo.
        Cosa diranno tutti quelli che stanno facendo, o hanno fatto un cammino di castità, i quali hanno trovato la grande forza dello spirito Santo in loro diventando persino evangelizzatori.
        Come si può dare la comunione a due persone che poi copulano andando contro così, non solo al 6• comandamenti, ma ancor più al primo comandamento perché amano più la persona che Dio. Vanno contro il 10º comandamento perché desiderano una cosa che non appartiene a loro….

        Poveri sacerdoti! E pensare che Santa Veronica Giuliani ha visto cadere nell’inferno come pioggia le anime dannate causa proprio i sacerdoti che non le hanno portate a vivere in santità ma hanno dato loro ciò che desideravano, e questo a loro danno.

        • Marco ha detto:

          Insomma, l’unico peccato imperdonabile sarebbe quello contro il sesto comandamento, presso il quale le attenuanti non possono mai esserci o, se ci sono, non contano; quello è sempre mortale.

          Fonti?

          “Poveri sacerdoti! E pensare che Santa Veronica Giuliani ha visto cadere nell’inferno come pioggia le anime dannate causa proprio i sacerdoti che non le hanno portate a vivere in santità ma hanno dato loro ciò che desideravano, e questo a loro danno.”

          Se un fedele si confessa con sincerità e viene assolto l’assoluzione è valida certamente, persino se il Confessore avesse sbagliato nel discernimento. Si chiama Ecclesia Supplet.

          Addirittura l’assoluzione è valida persino se uno si confessa da un falso sacerdote, se l’ha fatto in buona Fede senza sapere che quello fosse un falso sacerdote. Certo, poi se lo viene a sapere deve confessarsi da un sacerdote vero, ma comunque l’assoluzione è valida. Questo aldilà del terrorismo spirituale che veniva fatto secoli fa.

          Cito da qui http://www.unionecatechisti.it/Catechesi/Lezioni/F_Cat_I/2003_12_13.htm#11

          “Uno va a confessarsi da questo finto sacerdote, ha ricevuto l’assoluzione o no?
          Sì, in quel momento sì; appena l’ha saputo, quando andrà a confessarsi la volta successiva, dirà guardi mi è capitato questo questo e quest’altro, io avevo confessato queste cose avevo ricevuto l’assoluzione, credevo di essere assolto.
          Il confessore in quel caso lo capisce subito e dirà: non si preoccupi tutto quello che lei ha confessato questa volta lo confermiamo per questa volta qui.
          E lei come se già avesse ricevuto l’assoluzione il mese scorso.”

          E anche all’epoca di Santa Veronica Giuliani le cose erano così. Poi è chiaro che se uno mente deliberatamente in confessione o omette volontariamente dei peccati o espone giustificazioni inventate per strappare l’assoluzione allora essa non è valida.

          Ma se il fedele si è confessato sinceramente e ha completato la penitenza essa è sempre valida, persino in caso di errore del sacerdote e persino se si confessasse da un falso sacerdote.

      • G. Gervasi ha detto:

        Don Ezio,
        il papa come dottore privato può errare. Amoris Laetitia non é un documento del magistero ordinario infallibile, quindi nessuno é obbligato all’obbedienza
        ex fide a questo documento. Se il vescovo leccac… vi si sente obbligato e lo identifica con la morale cattolica tout court, questo é dovuto alla sua ignoranza teologica.
        Ma, Lei dirà, AL si basa sul Sinodo sulla Famiglia.
        Nelle parti oggi discusse della comunione ai divorziati risposati, il Sinodo si é espresso chiaramente per il divieto.
        Poi Lei sà, come me, che il Sinodo in ambedue sessioni,
        é stato vergognosamente manipolato e che la proposta di dare la santa comunione ai risposati é stata rifiutata
        dalla maggioranza dei padri sinodali.
        Infine, grazie a Dio, la teologia morale cattolica include insigni esponenti che rendono le chiacchiere di Franceso del tutto trascurabili come opinione teologica, anzi da evitare come sorgente di sostanziali errori, come messo in luce da insigni esponenti ODIERNI della teologia morale e dogmatica, nonché della filosofia.
        @ riguardo a Enza, Enza ha perfettamente ragione
        e Lei, con il suo ragionamento mette benissimo in luce in che confusione ci si precipita nella Chiesa quando
        le coscienze individuali assurgono a “ultima istanza” e non sono più rette dalla “sana dottrina” ma dalle proprie follie.
        Il Suo tentativo di spiegazione é altamente generico,
        da buon parroco, direi, peró elude il problema di cui
        qui si parla e pertanto é da considerarsi “fuori tema”.

        • Marco ha detto:

          @Gervasi

          “Ma, Lei dirà, AL si basa sul Sinodo sulla Famiglia.
          Nelle parti oggi discusse della comunione ai divorziati risposati, il Sinodo si é espresso chiaramente per il divieto.
          Poi Lei sà, come me, che il Sinodo in ambedue sessioni,
          é stato vergognosamente manipolato e che la proposta di dare la santa comunione ai risposati é stata rifiutata
          dalla maggioranza dei padri sinodali.”

          Ma davvero davvero davvero?

          Qua https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/10/24/0816/01825.html ci sono le votazioni dei Vescovi su ogni singolo punto esaminato. Buona lettura.

        • Marco ha detto:

          In particolare i punti 85

          85. San Giovanni Paolo II ha offerto un criterio complessivo, che rimane la base per la valutazione di queste situazioni: «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido» (FC, 84). È quindi compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio. Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno.

          Inoltre, non si può negare che in alcune circostanze «l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate» (CCC, 1735) a causa di diversi condizionamenti. Di conseguenza, il giudizio su una situazione oggettiva non deve portare ad un giudizio sulla «imputabilità soggettiva» (Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000, 2a). In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. Perciò, pur sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi.

          E 86

          86. Il percorso di accompagnamento e discernimento orienta questi fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio. Il colloquio col sacerdote, in foro interno, concorre alla formazione di un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere. Dato che nella stessa legge non c’è gradualità (cf. FC, 34), questo discernimento non potrà mai prescindere dalle esigenze di verità e di carità del Vangelo proposte dalla Chiesa. Perché questo avvenga, vanno garantite le necessarie condizioni di umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta ad essa.

          Hanno ricevuto rispettivamente 178 ” SI” e 80 “NO” e
          190 “SI” e 64 “NO”.

          E quei punti in particolare sono la colonna portante di Amoris Laetitia.

          Però si, Gervasi, ha ragione, la maggioranza dei padri sinodali erano contrarissimi alle riforme del Papa. 😉

          È per questo che nella grande maggioranza hanno votato si, infatti è notorio che quando non si è d’accordo con qualcosa si vota a favore.

          Seriamente, ma anche basta con questa disinformazione?

  • LILLO ha detto:

    MA PERCHÉ SOSPENDERLO O SCOMUNICARLO?
    NON HANNO FATTO UN DISCERNIMENTO?
    MAGARI COMPIE UN PECCATO OGGETTIVO, NON DANDO LA COMUNIONE A CHI VIVE IN ADULTERIO (PECCATO GRAVISSIMO, D’ALTRO CANTO NON DARE LA COMUNIONE AGLI ADULTERI, COME SI C’È SCRITTO CHIARAMENTE NEI 10 COMANDAMENTI, NEL VANGELO , NEL CCC, ED IN TUTTE LE ALTRE FONTI)
    MA AVRÀ ANCHE LUI DEI MOTIVI CHE ATTENUANO LA COLPA, POI SE LUI IN COSCIENZA NON SI SENTE DI PECCARE, NON PECCA PERDINCI.
    LA SUA COSCIENZA PROBABILMENTE È INVINCIBILMENTE ED INCOLPEVOLMENTE ERRONEA! QUINDI IN FORO ESTERNO PECCA, MA IN FORO INTERNO, NO.
    E COMUNQUE CHI SIAMO NOI PER GIUDICARE?
    MISERICORDIA PER TUTTI NON SOLO QUANDO SI È POLITICALLY CORRECT CON LA DITTATURA VIGENTE!
    COME INSEGNA AMORIS LAETITIA SE UNO IN COSCIENZA È CONVINTO DI NON PECCARE, NON PECCA, DI CONSEGUENZA È INNOCENTE, E DEVE ESSERE ASSOLTO! NONDIMENO DEVE ESSERE ASSOLTO ANCHE IL DON COLOMBIANO, PERCHÉ SE NON LO ASSOLVONO NON STANNO APPLICANDO L’AMORIS LAETITIA!!!

    • cosimo de matteis ha detto:

      Caro Lillo, un attimo:
      il “cerchio magico”
      -teste d’uovo, turiferari, leccascalze et cetera-
      sta decidendo quale risposta dare a tale questione.
      Non temere: appena troveranno la versione “giusta” da fornire allora saremo sommersi da tali risposte.

      Y SIEMPRE VIVA LA REVOLUSSSIONE DELA TENERESSSSA

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Lillo,
      al prete colombiano non è stata negata l’assoluzione, è stato sospeso a divinis. Eì un’altra cosa. Io penso, però, ma posso sbagliarmi, che non sia stato sospeso solo perché non vuole applicare il discernimento chiesto da AL. Questo, probabilmente, è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un atteggiamento di disubbidienza in genere al Magistero del Santo Padre. Un impiegato comunale che critichi l’Amministrazione Comunale di cui è dipendente oppure un dipendente della FIAT che critichi le scelte di Marchionne può essere licenziato in tronco, senza preavviso. Un sacerdote, anzi già prima di ricevere il diaconato, ha giurato sulla Bibbia di essere fedele anche al Magistero ordinario del Papa. Può manifestare i suoi “dubia” come hanno fatto alcuni cardinali, ma intanto deve obbedire, altrimenti a che serve la costituzione gerarchica della chiesa, in cui si distinguono le potestà di ordine e di governo: papa, vescovo, presbitero e diacono? Poi è probabile che la mentalità latino-americana vada più per le spicce che non in Europa, ma così è.

      • antonio zampetti ha detto:

        Concordo in pieno!

      • G. Gervasi ha detto:

        Don Enzo, sostituisce Lei forse Marco come difensore d’ufficio dell’indifendibile? La Sua loquacità annoia.
        Non pensa anche Lei, che ciò che questo vescovo ha fatto é una idiozia pura e semplice dal punto di vista teologico, in quanto Amoris Laetitia non é un documento del magistero ordinario infallibile?
        Non é accettabile che, perché “Franciscus dixit” o meglio “annuit”, non valga più nella Chiesa cattolica il principio di Sant’Agostino: In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas.
        Non é accettabile che si facciano pressioni di natura puramente ideologica che non hanno nulla a che fare con la fede cattolica e nulla da invidiare alle dittature più retrograde di questo pianeta ed ai metodi staliniani di tristissima memoria, su clero e fedeli.
        Le purghe dei non-allineati non sono accettabili nella Chiesa cattolica.
        I tentativi di zittire i critici e distruggerli nella loro personalità, irridendoli e accusandoli falsamente, da sacerdoti, intimi di Francesco, che mentono e calunniano (Lei sa a chi mi riferisco), non sono accettabili nella Chiesa cattolica.
        Le manipolazioni evidenti dei Sinodi per raggiungere i fini voluti dal Satrapo non sono accettabili nella Chiesa cattolica.
        Il regime di confusione e di divisione istaurato in questo infelice pontificato non contribuisce alla salvezza delle anime e non é accettabile nella Chiesa cattolica.
        Che Francesco e i suoi accoliti, inclusi vescovi idioti e servili, si vergognino e ci liberino al più presto della loro presenza, per il bene della Chiesa e per la salute delle anime!

        • G. Gervasi ha detto:

          @ correggo: Don Ezio

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          G. Gervasi,
          capisco che un conto è avere un contradditore (Marco) e un conto è averne due (Marco ed io).
          Si metta nei nostri panni: quasi tutti coloro che scrivono su questo blog attaccando il Vicario di Cristo e i pastori della Chiesa, ripetendo sempre gli stessi argomenti privi di fondamento.
          Io non sostituisco Marco, ma intervengo quando lo ritengo necessario.
          Lei in un solo post dà dell’idiota al vescovo colombiano e auspica la fine del Papa e dei vescovi idioti e servili. Ma non si accorge di esagerare?
          Rispetto al vescovo colombiano ho già detto che poteva forse dare un altro incarico al sacerdote che non segue il magistero del papa piuttosto che sospenderlo a divinis.
          In verità non ho capito a chi allude scrivendo:
          “I tentativi di zittire i critici e distruggerli nella loro personalità, irridendoli e accusandoli falsamente, da sacerdoti, intimi di Francesco, che mentono e calunniano (Lei sa a chi mi riferisco), non sono accettabili nella Chiesa cattolica.”

          • G. Gervasi ha detto:

            @ Don Ezio
            Dicendo che i critici del Satrapo non hanno argomenti validi, caro Don Ezio, Lei squalifica se stesso come interlocutore serio.
            Ponga seriamente la domanda sulla VERITA’ di ciò che vien detto e non difenda per partito preso e alla cieca, come stà facendo per un erroneo senso di missione.
            I suoi interventi, poi, sono talmente tanti e talmente lunghi che monopolizzano il blog.
            Nessuno può esprimere la sua opinione senza che Don Ezio intervenga, puntualmente e prolissamente, per la maggior parte con considerazioni fuori tema.
            Si dia pace che non tutti la pensano come Lei su Bergoglio e accetti questo fatto con un senso di rispetto sia per l’intelligenza dei commentatori, sia per la loro libertà di esprimere la propria opinione, una libertà garantita dalla Costituzione Italiana, oltre che dai Diritti dell’Uomo, senza essere messi sotto processo dal “difensori d’ufficio” di turno.
            Si dia pace e ci dia pace! I suoi discorsi non cambiano i fatti, che sono sotto gli occhi di tutti, e che ognuno é libero di interpretare come crede. Non siamo, dopo tutto, i suoi parrocchiani. E a Lei non dobbiamo assolutamente nulla.
            Spero che il Dott. Tosatti blocchi un bel giorno e definitivamente i “difensori d’ufficio” dal suo blog.
            Sarebbe un grande contributo alla fluidità della discussione.
            Con l’adolescente ed impertinente Spadaro ho fatto
            la prova su facebook, scrivendo un commento critico: il commento é stato subito cancellato ed io sono stato seduta stante bloccato. Non che me ne dolga.
            Così intendono i bergogliosi il diritto civile alla libertà di espressione!
            Ho ripetuto lo stesso esperimento con il capo della sezione di lingua inglese della Sala Stampa, un prete spiacevolissimo, irruento e violento, con gli stessi risultati.
            La critica ed i critici nella Chiesa della misericordia non vengono tollerati. Vengono soppressi.
            I processi si fanno (v. Francescani dell’Immacolata)
            senza far conoscere all’imputato i punti d’accusa.
            Il Cardinale Caffarra ha perfettamente ragione quando dice che ciò che il circolo magico attorno a Bergoglio (e Bergoglio stesso) non comprendono é semplicemente la libertà.

          • Marco ha detto:

            @Gervasi

            “Spero che il Dott. Tosatti blocchi un bel giorno e definitivamente i “difensori d’ufficio” dal suo blog.
            Sarebbe un grande contributo alla fluidità della discussione.”

            In altre parole, lei prima scrive tutto un commento dove critica (giustamente!) alcuni bergogliani che applicano la censura (cosa che io non farei mai, se avessi un mio blog), DOPODICHÈ, dopo aver giustamente criticato questo comportamento, auspica che nel blog di Tosatti venga adatto lo stesso comportamento sbagliato da lei criticato.

            Oooooookkkkkkkkkkk! 🙂

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            @ Gervasi

            Il Dott. Tosatti garantisce a me come a lei e a tutti quanti la possibilità di intervenire su questo blog.
            Per il resto ha già risposto Marco che ringrazio.

          • Marco ha detto:

            Ho scritto

            “auspica che nel blog di Tosatti venga adatto lo stesso comportamento sbagliato da lei criticato.”

            Venga adottato, volevo scrivere, non “venga adatto”.

      • Paolo Azzaroli ha detto:

        “un dipendente FIAT che critichi le scelte di Marchionne NON può essere licenziato” Si informi sullo Statuto dei lavoratori. E’ legge dello Stato.

      • Beatrice ha detto:

        @don Ezio
        «Un impiegato comunale che critichi l’Amministrazione Comunale di cui è dipendente oppure un dipendente della FIAT che critichi le scelte di Marchionne può essere licenziato in tronco, senza preavviso.»

        Il licenziamento da parte del datore di lavoro, però, non è sempre legittimo: non lo è se la critica risponde al vero ed è stata esposta in maniera rispettosa delle regole civili. E vorrei ben vedere se fosse diverso! Viviamo in una democrazia, almeno per ora, non in un regime stalinista! Esiste il diritto di criticare le decisioni del proprio capo e di contestarle attraverso varie forme di lotta come lo sciopero.
        Le cito un articolo di pochi giorni fa:
        “È legittimo criticare aspramente il datore di lavoro, purché i fatti narrati corrispondano a verità e le espressioni utilizzate rimangano nell’ambito della correttezza e della civiltà. Così ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza n. 996 depositata il 17 gennaio 2017 […] Nel decidere la controversia la Corte di legittimità ricorda che il diritto di critica concesso al dipendente richiede, per il suo legittimo esercizio, che siano rispettati «il principio della continenza sostanziale (secondo cui i fatti narrati devono corrispondere a verità) e quello della continenza formale (secondo cui l’esposizione dei fatti deve avvenire misuratamente), precisandosi al riguardo che, nella valutazione del legittimo esercizio del diritto di critica, il requisito della continenza formale, comportante anche l’osservanza della correttezza e civiltà nelle espressioni utilizzate, è attenuato dalla necessità, ad esso connaturata, di esprimere le proprie opinioni e la propria personale interpretazione dei fatti, anche con espressioni astrattamente offensive e soggettivamente sgradite alla persona cui sono riferite» (cfr. Cassazione n. 465/96 e n. 5947/97)”.
        Il resto dell’articolo lo trova a questo link: http://www.diritto-lavoro.com/2017/01/19/criticare-datore/
        Qui si dice addirittura che è possibile manifestare odio verso il proprio datore di lavoro senza per questo poter essere licenziati: http://www.laleggepertutti.it/18092_odiare-il-datore-di-lavoro-non-e-causa-di-licenziamento-salvo-il-diritto-di-critica
        E qui si parla di una donna che è stata reintegrata dall’azienda che aveva criticato: http://ilcaffe.tv/articolo/30941/integrata-al-lavoro-e-risarcita-dalla-fiorucci-il-licenziamento-era-illegittimo

        «Può manifestare i suoi “dubia” come hanno fatto alcuni cardinali, ma intanto deve obbedire, altrimenti a che serve la costituzione gerarchica della chiesa, in cui si distinguono le potestà di ordine e di governo: papa, vescovo, presbitero e diacono?»

        Per obbedire occorre però avere degli ordini chiari e inequivocabili, che nel caso dell’accesso all’Eucaristia da parte dei divorziati risposati non sono stati dati da chi di dovere nelle forme previste dal Magistero. Ad oggi infatti non sono state date indicazioni magisteriali vincolanti perché l’Amoris Laetitia venga interpretata in un modo solo, le lettere private del Papa a chicchessia non hanno valore magisteriale e men che meno ce l’hanno risposte date balbettando durante un viaggio in aereo. Poi sinceramente mi viene da dire: “da che pulpito viene la predica!” Galantino e molti altri consacrati hanno ammesso esplicitamente di avere disobbedito agli ordini, quelli sì chiarissimi, dati da San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI circa il divieto di accesso all’Eucaristia da parte dei divorziati risposati conviventi more uxorio. Alcuni sacerdoti italiani hanno detto che tra di loro lo chiamavano simpaticamente “artigianato locale”. Quindi mi dica, don Ezio, se si è eterodossi si può disobbedire agli ordini di un Papa, ma se si è fedeli alla dottrina di sempre bisogna per forza obbedire a degli ordini dati apposta in maniera ambigua perché di dubbia ortodossia?

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          @ Beatrice

          C’è critica e critica e però mi riferivo a quest’altra sentenza della Corte di Cassazione:

          http://www.newsfood.com/chi-pubblicamente-critica-il-datore-di-lavoro-e-denigra-la-struttura-aziendale-puo-essere-licenziato-legittimamente/

          A me sembra che AL sia un documento estremamente chiaro. Si tratta di una forma usuale in cui si esprime il Magistero ordinario: l’esortazione apostolica. Non c’è bisogno di andare a cercare lettere private del Papa o balbettii su un aereo per capire AL. Siccome ai tradizionalisti non piace, perché essi sono i puri e i peccati sessuali fanno “schifo”, allora tirano fuori che l’esortazione sarebbe ambigua, contraddice la dottrina di sempre (non è vero, perché dà ai confessori dei criteri di valutazione contenuti nel Catechismo della Chiesa Cattolica). San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno proibito ai sacerdoti di assolvere in casi singoli: Mons. Galantino e altri consacrati hanno fatto un’epicheia alla legge ecclesiastica su una materia in evoluzione e che poi ha trovato la sua sistemazione in AL. D’altra parte il rigorismo dei documenti pontifici in generale e verso i singoli non è buona cosa: è noto l’episodio di Cavour che in punto di morte chiama un frate per confessarsi, era scomunicato e la legge ecclesiastica del tempo avrebbe dovuto fare una ritrattazione pubblica della sua politica di annessione dello Stato Pontificio. Il sacerdote lo assolse seguendo la propria coscienza e fu sospeso a divinis per parecchio tempo:
          http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/camillo-cavour-confessione-chiesa-unita-829261/
          Io avrei fatto come il frate.

          • Beatrice ha detto:

            @don Ezio
            «San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno proibito ai sacerdoti di assolvere in casi singoli: Mons. Galantino e altri consacrati hanno fatto un’epicheia alla legge ecclesiastica su una materia in evoluzione e che poi ha trovato la sua sistemazione in AL.»

            Don Ezio, ma sta scherzando? E allora la novità di Amoris Laetitia tanto sbandierata dai progressisti dove starebbe? E che senso aveva la formula sbattuta in prima pagina da tutti i mass media: “sì alla Comunione ai divorziati risposati caso per caso”? Lei mi sta forse dicendo che “in casi singoli” si poteva già fare e quindi la novità è che adesso si assolvono tutti quanti in blocco senza neanche più passare dal prete a confessarsi perché tanto l’adulterio è diventato un peccato veniale? Mons. Galantino ha detto in un programma televisivo che lui di fronte a una coppia irregolare ha lasciato scegliere ai singoli individui se accedere o meno all’Eucaristia, l’uomo ha deciso in coscienza di non fare la Comunione e la donna invece sì: questo si chiama protestantesimo ed è quello che prevedono le disposizioni dei vescovi maltesi. Che razza di guida spirituale è una che non guida, che non ti aiuta a capire la strada giusta da seguire per arrivare in Paradiso! A proposito di epicheia cito quanto scritto da Ratzinger in un testo del 1998:
            “Epicheia ed aequitas canonica sono di grande importanza nell’ambito delle norme umane e puramente ecclesiali, ma non possono essere applicate nell’ambito di norme, sulle quali la Chiesa non ha nessun potere discrezionale. L’indissolubilità del matrimonio è una di queste norme, che risalgono al Signore stesso e pertanto vengono designate come norme di “diritto divino”. La Chiesa non può neppure approvare pratiche pastorali – ad esempio nella pastorale dei Sacramenti -, che contraddirebbero il chiaro comandamento del Signore. In altre parole: se il matrimonio precedente di fedeli divorziati risposati era valido, la loro nuova unione in nessuna circostanza può essere considerata come conforme al diritto, e pertanto per motivi intrinseci non è possibile una recezione dei sacramenti. La coscienza del singolo è vincolata senza eccezioni a questa norma”.
            Il testo di Ratzinger lo trova a questo link: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19980101_ratzinger-comm-divorced_it.html
            Almeno Marco ammette che questo Papa ha cambiato le cose rispetto ai due Papi precedenti!

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            @ Beatrice

            cit. “E la massima “in dubio pro reo” al sacerdote colombiano non si applica?”

            Non c’è nessun dubbio che il sacerdote colombiano non applichi le indicazioni del Papa.

            cit. “Quel sacerdote non voleva per niente danneggiare i suoi fedeli, ma condurli veramente alla salvezza dell’anima nell’unico modo insegnato da Gesù, cioè spingendoli ad abbandonare il peccato.”

            Gesù disse: “18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». (Mt 16, 18-19)

            Il discernimento richiesto dal Papa non è per autorizzare a peccare, ma per verificare se gli irregolari siano in peccato mortale o veniale.

            cit. “San Domenico Savio, che lei dovrebbe conoscere bene, diceva: “piuttosto la morte ma non i peccati!”

            Bene! Vogliamo la morte di tutti gli irregolari? Tanto sulla terra siamo miliardi. Domenico Savio scrisse quella frase nel quaderno dei propositi della prima comunione. Comunque anche lui peccava: prendeva a calci e pugni i compagni, non obbediva a don Bosco. Poi, sotto la guida di don Bosco ha cambiato modi di fare.

            cit. “Non serve a niente prendere l’Eucaristia in una condizione di probabile peccato mortale (dico probabile perché nessuno tranne Dio è in grado di sapere con certezza una cosa del genere),”

            No, il sacerdote colombiano sì che lo sapeva, infatti negava l’Eucaristia ai divorziati risposati.

            cit. “anzi peggiora la situazione del peccatore impenitente che non ha intenzione di cambiare vita perché aggiunge il sacrilegio alla violazione dei Comandamenti divini, di cui non gli viene più fatta capire la gravità. L’Eucaristia non serve a colui che è privo della grazia santificante, costui ha bisogno della Confessione, che, insieme al Battesimo, è detta appunto Sacramento dei morti. Tra l’altro il sacerdote colombiano non ha disobbedito a nessun ordine papale. L’Amoris Laetitia non ha detto in maniera chiara e univoca se l’accesso all’Eucaristia è consentito o meno per i divorziati risposati, infatti sono state date interpretazioni opposte della stessa esortazione! Se non se n’è accorto oggi nella Chiesa cattolica regna la confusione più totale, ogni Diocesi fa come cavolo le pare basandosi sullo stesso documento scritto in modo dichiaratamente ambiguo (vedi dichiarazioni di Forte) e questo non lo dicono gli anti-bergogliani ma è un dato di fatto. Nei precedenti pontificati invece il comportamento da seguire era chiaro come il sole e se qualche consacrato, tipo Galantino, voleva discostarsene lo faceva di nascosto senza per questo venire sospeso a divinis (molti preti lo chiamavano “artigianato locale”).”

            Chi si discostava dal Magistero lo faceva in favore del reo, caso per caso, senza pubblicità. Il sacerdote colombiano contro il reo facendo pubblicità. E’ proprio l’opposto.

            cit. “San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano fermi sui principi ma tolleranti nella pratica, invece i misericordiosi del nuovo corso hanno più volte dimostrato di essere liquidi nei principi (che hanno smesso di essere “non negoziabili”) e intolleranti nella pratica (infatti giù di bastonate a ogni minima voce dissenziente).”

            Ma a che servivano quei principi, se poi nella pratica erano tolleranti? Mi viene a dire che è meglio che il papa Francesco avesse ribadito la non liceità in ogni caso della ricezione dell’Eucaristia da parte dei divorziati risposati e avesse tollerato che i confessori agissero in contrasto con le norme?

            cit. “Padre Reginald Garrigou-Lagrange disse: “la Chiesa è intransigente sui principi, perché crede e tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano. La Chiesa assolve i peccatori, i nemici della Chiesa assolvono i peccati”.

            Bisogna sapere chi erano i nemici della Chiesa per il padre Garrigou-Lagrange, per lei, Beatrice, è evidente che il papa Francesco è nemico della Chiesa.

            cit. “Scalfari su Repubblica disse a proposito di Papa Francesco che è un Pontefice rivoluzionario “soprattutto su un punto fondamentale: di fatto ha abolito il peccato”. Qui trova l’articolo di Scalfari dove lo dice: http://www.repubblica.it/politica/2013/12/29/news/la_rivoluzione_di_francesco_ha_abolito_il_peccato-74697884/

            Scalfari fu smentito:
            http://it.radiovaticana.va/storico/2013/12/30/editoriale_scalfari._p._lombardi_il_papa_non_ha_abolito_il_peccato/it1-759874

            “Dopo tutto quello che è successo nei due sinodi sulla famiglia, che sono stati palesemente manovrati dall’alto, e dopo la pubblicazione di Amoris Laetitia si è avuta la dimostrazione che Scalfari aveva ragione: di fatto è stato abolito il peccato di adulterio.”

            Non è così, perché il discernimento si può concludere con la negazione dell’assoluzione.

          • Don Ezio Fonio ha detto:

            @ Beatrice

            cit. “che senso aveva la formula sbattuta in prima pagina da tutti i mass media: “sì alla Comunione ai divorziati risposati caso per caso”? Lei mi sta forse dicendo che “in casi singoli” si poteva già fare e quindi la novità è che adesso si assolvono tutti quanti in blocco senza neanche più passare dal prete a confessarsi perché tanto l’adulterio è diventato un peccato veniale?”

            No! Sto dicendo quello che lei sa benissimo e fa finta di non sapere. Il Papa ha fatto diventare norma quel discernimento per valutare se si tratti di peccato mortale o veniale, e che nella pratica veniva già applicato da alcuni. Il discernimento, come le ho risposto a proposito di Scalfari, è obbligatorio proprio perché l’adulterio è un peccato grave e quindi con AL non diventa veniale né tanto meno ci può essere un’assoluzione in blocco.

            cit. “Mons. Galantino ha detto in un programma televisivo che lui di fronte a una coppia irregolare ha lasciato scegliere ai singoli individui se accedere o meno all’Eucaristia, l’uomo ha deciso in coscienza di non fare la Comunione e la donna invece sì: questo si chiama protestantesimo ed è quello che prevedono le disposizioni dei vescovi maltesi.”

            Il sacerdote ha il dovere di illuminare le coscienze. Poi, quando c’è la fila dei comunicandi, è il sacerdote che li mette in fila o sceglie il singolo, come avviene da duemila anni? Tra l’altro io assolvo oggi, dopo la confessione il penitente ricasca in peccato, se il peccato non viene fatto in pubblico (tipo bestemmia, atti osceni in pubblico ecc.), come posso io decidere di escludere uno dalla Comunione? Se poi Mons. Galantini e i vescovi maltesi siano andati oltre AL, non è dovuto all’ambiguità di AL, probabilmente non sanno leggere o fanno finta di capire una cosa per un’altra. Forse anche in Vaticano fanno finta di non sapere di queste interpretazioni diciamo “liberali”.

            cit. “Che razza di guida spirituale è una che non guida, che non ti aiuta a capire la strada giusta da seguire per arrivare in Paradiso!”

            Giusto, ma la strada l’addita il Romano Pontefice, non il singolo sacerdote e neanche lei, Beatrice.

            cit. “A proposito di epicheia cito quanto scritto da Ratzinger in un testo del 1998:
            “Epicheia ed aequitas canonica sono di grande importanza nell’ambito delle norme umane e puramente ecclesiali, ma non possono essere applicate nell’ambito di norme, sulle quali la Chiesa non ha nessun potere discrezionale. L’indissolubilità del matrimonio è una di queste norme, che risalgono al Signore stesso e pertanto vengono designate come norme di “diritto divino”. La Chiesa non può neppure approvare pratiche pastorali – ad esempio nella pastorale dei Sacramenti -, che contraddirebbero il chiaro comandamento del Signore. In altre parole: se il matrimonio precedente di fedeli divorziati risposati era valido, la loro nuova unione in nessuna circostanza può essere considerata come conforme al diritto, e pertanto per motivi intrinseci non è possibile una recezione dei sacramenti. La coscienza del singolo è vincolata senza eccezioni a questa norma”.
            Il testo di Ratzinger lo trova a questo link: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19980101_ratzinger-comm-divorced_it.html

            dove si evince che non si tratta del pensiero del Card. Ratzinger ma di due studiosi:
            I due contributi di don Marcuzzi e del prof. Rodríguez Luño illustrano questa complessa problematica.
            In ogni caso il documento del Card. Ratginger è uno studio, non un atto del Magistero pontificio.

            cit. “Almeno Marco ammette che questo Papa ha cambiato le cose rispetto ai due Papi precedenti!”

            Non è obbligatorio che i bergogliani pensi tutti allo stesso modo.

          • PetrusLXXVII ha detto:

            E’ un bel tipo lei padre.. imputa al sacerdote colombiano di non aver applicato le indicazioni del Papa e poi nella situazione ipotetica che le avevo prospettato, prima sostiene che si atterrebbe alle indicazioni del nuovo pontefice, salvo poi adottare un suo atteggiemento che ricalcherebbe esattamente quello tenuto dal sacerdote colombiano! Ricorda? Ha scritto: “Ebbene, sì. Obbedirei al nuovo corso, ma se la coscienza mi imponesse la necessità di salvare un’anima, seguirei la coscienza”.

          • Marco ha detto:

            Una precisazione: io ammetto, come Don Ezio, che il Magistero è stato cambiato solo in una norma disciplinare/pastorale, ovvero la possibilità di discernere dove i divorziati risposati, che pure vivono in situazione oggettiva di peccato grave, non commentano peccato mortale a causa di varie attenuanti (menzionate nel Catechismo in particolare al 1860 e ribadite in Amoris Laetitia).

            Perciò direi che il pensiero mio e di Don Ezio coincide in pieno su Amoris Laetitia.

            Altra cosa Beatrice: con quel testo da te citato di Ratzinger, dai prova per l’ennesima volta che per chi non conosce la teologia, il diritto canonico e la dogmatica cattolica sarebbe meglio che si astenesse dal commentare cose più grandi di lui, invece che oggi tutti si sentono dei Sant’Atanasi o Sante Caterine Da Siena.

            Quel testo parla di epicheia. Ora, l’epicheia non è mai applicabile ad atti intrinsecamente malvagi (e l’adulterio lo è), ossia non esiste un caso nel quale il confessore possa legittimare un adulterio, chiamandolo lecito.

            L’epicheia, quindi, come dice correttamente quel testo, non è applicabile al precetto “non commettere adulterio”, ma solo e soltanto alla persona che lo commette.

            Infatti, se è vero che non esistono circostanze che rendano buono l’atto di adulterio e che cancellino la sua intrinseca malvagità, esistono però circostanze che rendono non imputabile la persona che lo compie, ad esempio una donna che non può imporre la castità al coniuge perché questi non l’accetta e provocherebbe la fine della relazione con grave danno dei figli.

            In questo caso (menzionato in Al quando parla dell’impossibilità di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa) è forse possibile applicare l’epicheia al precetto “legittimando” l’adulterio? Ovviamente no. È però possibile per il confessore constatare che questa persona, pur col grave peccato che commette, sia rea solo di colpa veniale, perché non ha la libertà di agire diversamente senza una nuova colpa.

            Lo stesso dicasi per i casi di ignoranza invincibile.

          • Beatrice ha detto:

            @don Ezio
            «Non c’è nessun dubbio che il sacerdote colombiano non applichi le indicazioni del Papa.»

            Invece il dubbio c’è visto che per essere applicate le indicazioni del Papa devono essere chiare e invece non lo sono (vedi diverse interpretazioni dell’Amoris Laetitia che sono distanti l’una dall’altra persino all’interno del fronte progressista). Se il Papa vuole dare indicazioni chiare deve farlo secondo i criteri imposti dal Magistero, rispondendo ai dubia o dando un’interpretazione autentica della sua esortazione che impegni la sua infallibilità, finora non l’ha fatto quindi i preti non possono essere obbligati ad alcunché.
            Oltretutto le è già stato fatto notare che sulla base dell’interpretazione che i progressisti danno di Amoris Laetitia se il prete colombiano in coscienza sentiva di fare la cosa giusta e di essere in pace con Dio non poteva essere perseguito altrimenti i “misericordiosi” dimostrano ancora una volta che la loro misericordia è selettiva, cioè rivolta solo a chi non vedono come un nemico.

            «Il discernimento richiesto dal Papa non è per autorizzare a peccare, ma per verificare se gli irregolari siano in peccato mortale o veniale.»

            Nessuno tranne Dio ha la capacità di vedere con assoluta certezza se il peccato grave è mortale oppure no, se un prete pensa di riuscirci pecca di superbia, non esiste un metodo scientifico in grado di verificare una cosa del genere, in presenza di materia grave la Chiesa ha sempre ritenuto indispensabile accompagnare il fedele verso l’abbandono definitivo del peccato. Un conto è la legge della gradualità secondo cui bisogna far progredire il peccatore nella conversione a piccoli passi seguendo le sue forze, un conto è la gradualità della legge per cui il comandamento divino può essere rispettato o meno a seconda delle circostanze in cui una persona si trova a vivere (che è né più né meno che la già più volte condannata “etica della situazione”).

            «Bene! Vogliamo la morte di tutti gli irregolari? Tanto sulla terra siamo miliardi. Domenico Savio scrisse quella frase nel quaderno dei propositi della prima comunione. Comunque anche lui peccava: prendeva a calci e pugni i compagni, non obbediva a don Bosco. Poi, sotto la guida di don Bosco ha cambiato modi di fare.»

            No, vogliamo la vita degli irregolari, per questo la Chiesa mostra la più grande misericordia proprio nel ricordare loro i pericoli che corrono le loro anime, invece di illuderli facendo credere loro di essere in grazia di Dio quando ci sono buone probabilità che non sia così. Sa benissimo che San Domenico Savio non intendeva dire che bisogna uccidere tutti i peccatori, ma che lui avrebbe preferito morire piuttosto che offendere Dio. Il fatto che San Domenico Savio fosse un monello rende ancora più meritevoli la sua conversione e l’impegno educativo di don Bosco, gliel’ho detto che le storie dei peccatori che hanno trasformato la loro vita dopo l’incontro con Cristo sono le storie più belle.

            «Chi si discostava dal Magistero lo faceva in favore del reo, caso per caso, senza pubblicità. Il sacerdote colombiano contro il reo facendo pubblicità. E’ proprio l’opposto.»

            Chi si discostava dal Magistero disobbediva alle indicazioni chiare date da due Papi tra cui uno santo, che lo facesse pubblicamente o meno non ha importanza, sempre di disobbedienza si trattava. Che tale disobbedienza fosse a favore del reo poi lo dice lei, non va a favore di chi commette un peccato grave reiterato fargli credere di non essere in pericolo e di poter tranquillamente mangiare e bere la propria condanna assumendo il Sangue e il Corpo di Cristo indegnamente. Invece il prete colombiano non ha disobbedito a nessun ordine papale, perché il Santo Padre nell’Amoris Laetitia non ha mai parlato esplicitamente dell’obbligo di dare la Comunione ai divorziati risposati previo discernimento, ha usato espressioni ambigue che hanno dato adito alle interpretazioni più variegate possibili.

            «Ma a che servivano quei principi, se poi nella pratica erano tolleranti? Mi viene a dire che è meglio che il papa Francesco avesse ribadito la non liceità in ogni caso della ricezione dell’Eucaristia da parte dei divorziati risposati e avesse tollerato che i confessori agissero in contrasto con le norme?»

            Quei principi servivano a ribadire davanti al mondo l’insegnamento di Cristo sull’indissolubilità del Matrimonio. Le parole del Vangelo sul Matrimonio erano rivoluzionarie all’epoca di Gesù quando era diffusissimo il divorzio e lo sono a maggior ragione oggi nella società liquida in cui viviamo. Se la Chiesa cambia la Verità che propone sulla base dei tempi e delle mode perde di credibilità e di conseguenza non attrae più nessuno.
            Quanto alla tolleranza dei Papi precedenti essa era dettata dalla carità verso i propri confratelli che spesso pensavano in buona fede di agire per misericordia verso i peccatori. Inoltre temo sarebbero stati molti i preti da sospendere a divinis soprattutto in paesi come la Germania e il Belgio dove c’è una grandissima penuria di vocazioni. E comunque sì preferivo che Papa Francesco avesse ribadito i principi e fosse stato tollerante coi trasgressori, invece ha ceduto sulla verità e allo stesso tempo ha mancato di carità più e più volte nei confronti dei suoi avversari, che sono i preti ortodossi fedeli alla Dottrina.
            Adesso siamo al paradosso per cui chi si mantiene fedele all’ortodossia nella Chiesa viene perseguitato, ma ce lo volete lasciare a noi poveri fedeli rimasti ancorati alla sana Dottrina qualche prete come piace a noi che abbia davvero a cuore la salvezza delle nostre anime?

            «No! Sto dicendo quello che lei sa benissimo e fa finta di non sapere. Il Papa ha fatto diventare norma quel discernimento per valutare se si tratti di peccato mortale o veniale, e che nella pratica veniva già applicato da alcuni. Il discernimento, come le ho risposto a proposito di Scalfari, è obbligatorio proprio perché l’adulterio è un peccato grave e quindi con AL non diventa veniale né tanto meno ci può essere un’assoluzione in blocco.»

            Ribadisco che quel discernimento che veniva applicato da alcuni per far accedere ai Sacramenti i divorziati risposati conviventi more uxorio era illecito, contravveniva senza se e senza ma alle chiare indicazioni date da diversi documenti papali sotto i due pontificati precedenti. Questo tra l’altro ho visto che gliel’ha spiegato pure Marco di cui condivide le opinioni.

            «Il sacerdote ha il dovere di illuminare le coscienze. Poi, quando c’è la fila dei comunicandi, è il sacerdote che li mette in fila o sceglie il singolo, come avviene da duemila anni? Tra l’altro io assolvo oggi, dopo la confessione il penitente ricasca in peccato, se il peccato non viene fatto in pubblico (tipo bestemmia, atti osceni in pubblico ecc.), come posso io decidere di escludere uno dalla Comunione? Se poi Mons. Galantini e i vescovi maltesi siano andati oltre AL, non è dovuto all’ambiguità di AL, probabilmente non sanno leggere o fanno finta di capire una cosa per un’altra. Forse anche in Vaticano fanno finta di non sapere di queste interpretazioni diciamo “liberali”.»

            Sì certo, come no, tutti che fanno finta: il problema è che c’è in ballo la salvezza delle anime e il pericolo di sacrilegi mica quisquilie. Comunque Galantino, e sospetto molti altri, non ci pensa proprio a illuminare le coscienze, le lascia completamente allo sbaraglio. Un conto è il fedele che sapendo di non potersi comunicare lo fa lo stesso a suo rischio e pericolo, un conto è il sacerdote che abdica al suo ruolo di guida abbandonando le anime al loro destino senza minimamente avvertirle sulla strada giusta da seguire.

            «Giusto, ma la strada l’addita il Romano Pontefice, non il singolo sacerdote e neanche lei, Beatrice.»

            La strada l’addita Gesù che ha parla attraverso il Vangelo interpretato alla luce della Tradizione bimillenaria della Chiesa, una Tradizione che se il Papa vuole cambiare deve farlo rispettando le regole ecclesiali, non attraverso mezze parole dette in due noticine a piè di pagina e questo l’hanno detto sia Muller che Ganswein.
            Muller ne parlò qui http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351295:
            “Alcuni hanno affermato che la “Amoris laetitia” ha eliminato questa disciplina e ha permesso, almeno in alcuni casi, che i divorziati risposati possano ricevere l’eucaristia senza la necessità di trasformare il loro modo di vita secondo quanto indicato in FC 84, cioè abbandonando la nuova unione o vivendo in essa come fratello e sorella. A questo bisogna rispondere che se la “Amoris laetitia” avesse voluto cancellare una disciplina tanto radicata e di tanta rilevanza l’avrebbe detto con chiarezza e presentando ragioni a sostegno. Invece non vi è alcuna affermazione in questo senso; né il papa mette in dubbio, in nessun momento, gli argomenti presentati dai suoi predecessori, che non si basano sulla colpevolezza soggettiva di questi nostri fratelli, bensì sul loro modo visibile, oggettivo, di vita, contrario alle parole di Cristo”.
            Ganswein invece ne parlò qui http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/07/22/don-georg-non-va-in-vacanza-e-dice-la-sua-su-papa-francesco/:
            “Quando un papa vuole cambiare qualcosa nella dottrina, allora deve dirlo con chiarezza, in modo che sia vincolante. Importanti concetti dottrinali non possono essere cambiati da mezze frasi o da qualche nota a piè di pagina formulata in modo generico. La metodologia teologica ha criteri chiari a riguardo. Una legge che non è chiara in se stessa, non può obbligare. Lo stesso vale per la teologia. Le dichiarazioni magisteriali devono essere chiare, affinché siano vincolanti. Dichiarazioni che aprono a diverse interpretazioni sono rischiose… Alcuni vescovi hanno davvero la preoccupazione che l’edificio della dottrina possa subire delle perdite a motivo di un linguaggio non cristallino”.

            «In ogni caso il documento del Card. Ratzinger è uno studio, non un atto del Magistero pontificio.»

            Sì, però esistono numerosi documenti magisteriali che parlano in maniera chiara del divieto di accesso all’Eucaristia da parte dei divorziati risposati conviventi more uxorio e quei documenti sono ancora in vigore a detta del prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede (vedere stesso link di sopra):
            «Ciò che afferma, dunque, la nota 351 non tocca la disciplina precedente: è sempre valida la norma di FC 84 e di SC 29 e la sua applicazione in ogni caso. Il principio di fondo è che nessuno può veramente desiderare un sacramento, quello dell’eucaristia, senza desiderare anche di vivere in accordo con gli altri sacramenti, tra cui quello del matrimonio. Chi vive in contrasto col vincolo matrimoniale si oppone al segno visibile del sacramento del matrimonio; in ciò che tocca la sua esistenza corporea, anche se dopo soggettivamente non fosse colpevole, egli si rende “anti-segno” dell’indissolubilità. E precisamente perché la sua vita corporea è contraria al segno, non può formare parte, ricevendo la comunione, del supremo segno eucaristico, dove si rivela l’amore incarnato di Gesù. La Chiesa, se lo ammettesse, cadrebbe in quello che san Tommaso d’Aquino chiamava la “falsità nei segni sacramentali”»

    • Enza ha detto:

      La coscienza: non ho detto papà Francesco che bisogna dare molto valore alla propria coscienza? E se questo sacerdote in coscienza non si è sentito di dare la comunione, non ha fatto un peccato così grave da meritarsi la scomunica. Questo è un inizio molto pericoloso !
      E poi, se è come si è sempre detto L’Amoris Letitia c’è da interpretarla , perché questa interpretazione deve essere solo a senso unico ?
      Io non faccio parte di questo tipo di chiesa e prego il signore sempre perché ci ridiano la vera Chiesa: Cristiana apostolica romana, diversamente altro che terremoti e valanghe di neve e alluvioni ci arriveranno addosso in questa Italia, nazione che ha prodotto molti santi, Dove davanti a tanta superstizione ci sono state però milioni di famiglie che hanno portato avanti la fede e la dirittura morale; dove Pietro e Paolo ci hanno lasciato la testa, E ora gli si vuole mettere in parte. Il signore non credo sarà molto contento vedere i suoi consacrati messi alla gogna solo perché non accolgono il peccato e non danno la comunione a chi non è pentito e non cambia vita!

      • antonio zampetti ha detto:

        ….e con quei signori che si comunicano da divorziati in chiese dove il sacerdote non conosce la loro situazione come la mettiamo? Non è più giusto lasciare la responsabilità dell’atto alle singole persone che si accostano al sacramento dell’Eucarestia piuttosto che prendersela con il Papa o il Vescovo o sacerdote che sia ?

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Enza,
          lasci perdere. Io sono del parere di Antonio Zampetti. Si tratta:
          a) di dare il buon esempio;
          b) di accompagnare le coppie in stato “irregolare”;
          c) aiutarle a maturare.
          Stracciarsi le vesti, scandalizzarsi per questi pubblici peccatori, non significa vivere il Vangelo.
          Vivere il Vangelo non significa osservare un codice di regole imposto da Dio, ma significa amare il prossimo perché amato da Dio, amare anche il peccatore, fare in parrocchia gruppi di ascolto, di riflessione sulla parola di Dio, far capire loro che l’Eucaristia è cosa seria e non va presa alla leggera, che devono fare un cammino.
          Il semplice provvedimento autoritativo di negare la Comunione a chi crede in buona fede di poterla ricevere, non porta da nessuna parte. Ed è per questo che il Papa ha scritto l’esortazione apostolica.
          Poi il prete colombiano sicuramente non è stato sospeso perché nega la comunione ai divorziati risposati; probabilmente è tutto l’insieme di come intende e svolge il suo ministero di sacerdote che non va: Dio non è il Giudice che manda la gente all’inferno, è il buon Pastore che è venuto per i malati non per i giusti che non hanno bisogno di conversione. Non va bene il prete colombiano e non vanno bene gli anti-bergogliani. Poi, è chiaro che il Papa può commettere degli errori, dovrebbe stare più attento alla comunicazione ecc., ma quel che conta è l’impostazione del suo pontificato che non niente a che fare con la Massoneria, il lassismo e gli abusi che si trovano in diverse parti nella Chiesa. Questo è il punto. Alla fine tutte le puntualizzazioni di Marco non servono a convincere nessuno, se non c’è questa visione più evangelica e meno antico-testamentaria della religione.

        • G. Gervasi ha detto:

          @ Antonio Zampetti
          Le singole persone che si accostano in stato di peccato mortale a ricevere il santissimo corpo del Signore, se sanno quello che fanno, mangiano e bevono la loro condanna, come dice San Paulo.
          Non può attribuire alcuna colpa al sacerdote che,
          non conoscendo queste persone, dà loro la comunione.
          Con Francesco entriamo in un ben altro paradigma:
          é la Chiesa stessa che dovrebbe abbandonare la pratica di duemila anni ed ammettere costoro ai sacramenti della penitenza e dell’eucaristia.
          Con giustificazioni che non reggono alcuna analisi oggettiva e basandosi alla fine sul giudizio della coscienza individuale, informata ed illuminata ma
          non necessariamente corretta, su se stessa.
          La coscienza soggettiva, anche erronea, diventa così
          il supremo principio di moralità.
          E la Chiesa non ha altro da dire che non può negare l’eucaristia a tali individui.
          Un individuo non può vivere in uno stato abituale
          di adulterio e dire che non ha peccato; non può commettere peccato mortale e dire che si sente in stato di grazia e di amicizia con Dio e perciò può accostarsi liberamente ai sacramenti.
          Non é più il giudizio del confessore su di lui, ma é il suo giudizio personale e soggettivo su se stesso: protestantesimo puro!

      • Don Ezio Fonio ha detto:

        @ Petrus

        Il sacerdote colombiano non ha negato l’assoluzione in foro interno dopo un discernimento, dice che non obbedirà alle indicazioni del Papa, cioè lui fa quello che vuole, perché anche lui è papa.
        Io invece dico che obbedirò al Papa, ma se mi si dovesse presentare un caso che interpella la mia coscienza dovrei in quel caso seguire la mia coscienza in foro interno. Se poi si venisse a sapere e dovessi essere sospeso, io non ho nulla da rimproverare alla mia coscienza, come quel frate che diede l’assoluzione a Cavour in punto di morte, senza che egli avesse fatto una pubblica ritrattazione della sua politica di annessione allo Stato Pontificio. Si trattava di scegliere se obbedire al Papa e lasciare andare un’anima alla perdizione o disobbedire al Papa, seguendo la propria coscienza, per salvare un anima.
        Il sacerdote colombiano invece ha deciso di disobbedire al Papa perché non gli va il Magistero del Papa, non si trova nella drammatica scelta del frate chiamato dal Cavour. Il quale frate poi successivamente è stato reintegrato perché appunto era un pio frate. In questo blog invece in molti non vedo casi di coscienza, ma la sicurezza che il Magistero del Pontefice non sia autentico, che anzi il Papa vorrebbe diluire il cattolicesimo in una religione sincretista, che si è allontanato dalla dottrina di sempre, che dovrebbe dimettersi per il bene della Chiesa, ecc. ecc.

  • cosimo de matteis ha detto:

    La notizia -purtroppo vera- di don Luis Carlos Uribe Medina non può e non deve lasciarci indifferenti.
    Anzitutto: sosteniamo con FERVENTE PREGHIERA questo giovane presbitero colombiano.
    Poi: con garbo facciamo CONOSCERE l’assurdo “terrorismo” a cui si è giunti
    (parentesi: è una specialità tutta latinoamericana -colpi di stato, dittature, ferocia coi dissidenti et cetera- ma presto giungerà pure qui. I Pastori nostrani già si fregano le mani e pensano quali odiati preti “educare” col metodo-corredor).

    Infine un pensiero: quando si arriva a giustificare tutto ciò significa che non si è in buonafede. Si è complici, correi.

  • Enza ha detto:

    E chissà quanti altri ….!
    A me a Brescia hanno negato l’eucaristia in bocca e ho dovuto uscire dalla Chiesa senza fare la comunione. Siamo messi male in mano a gente senza scrupoli ….. E il Papa non ce l’abbiamo più

    • Don Ezio Fonio ha detto:

      Negare l’Eucaristia in bocca è un abuso che va denunciato al Vescovo e se questi non prende provvedimenti alla Sacra Congregazione del Culto Divino. Tra l’altro ricevere l’Eucaristia sul palmo della mano è lecito in Italia, ma si tratta di un indulto, cioè di una concessione. Il modo normale di ricevere l’Eucaristia è in bocca.

      • Enza ha detto:

        Certo caro Don lo so, le so queste cose, ed è per questo che ho scritto al vescovo. Non so se l’abbia ripreso, ma di certo dopo aver girato la mia lettera al sacerdote, mi sono vista passare quasi dalla parte del torto. Comunque sia, è uno schifo vedere ormai come molti fedeli assumono l’eucarestia: senza rispetto è amore, è non mi si dica che giudico per favore, perché gli occhi li abbiamo per vedere il bello ma anche il brutto delle persone. Io stessa mi sono sentita dire che sono confusione per i fedeli quando mi vedono genuflettermi davanti all’ostia. È proprio una strana chiesa, E sarebbe ora di cambiare se non volete vedere le anime all’inferno. La saluto

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Enza,
          se è lei che ha girato la lettera al sacerdote, doveva aspettarsi una reazione di tal genere, se l’ha girata il vescovo è stata una grave scorrettezza.
          Purtroppo, aver abolito quasi dappertutto la ricezione dell’Eucaristia in ginocchio alla balaustra ha ingenerato una grande leggerezza. E’ vero che gli orientali la ricevono in fila, ma hanno una tradizione di devozione che da noi non si è instaurata. Ha cercato di porre rimedio Benedetto XVI introducendo un inginocchiatoio in san Pietro, ma era solo un gesto dimostrativo, non ha preso alcun provvedimento in merito. Sembra che il dibattito verta su altre cose importanti ma non come questa: tipo l’orientamento della celebrazione, il silenzio ecc. Tra l’altro, i parroci e rettori non intervengono quasi mai a spiegare come si deve ricevere l’Eucaristia. Io stesso da diacono fui ripreso dal parroco per aver dato un avviso sul corretto modo di riceverla in mano (cioè comunicandosi davanti o vicino al ministro e non mente si cammina per tornare al proprio posto), un’altra volta per aver detto da sacerdote ad una ragazzina che non si fa la genuflessione dopo ma prima della Comunione, sono stato aggredito dal Padre che mi ha definito un prete autoritario che non sa educare, quindi deduco che la gente vuole preti che facciano prediche brevi e non li disturbino dalle loro abitudini.
          Non dica “davanti all’ostia”, ma “davanti a Gesù-Eucaristia” che è meglio, comunque ho capito. Le norme dicono che il fedele deve fare un gesto di riverenza:

          http://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/La-Comunione-e-corretto-riceverla-nella-mano

          La norma non dice di quale gesto si tratti, ma si sa che la riverenza nella Liturgia latina è la genuflessione o l’inchino.
          E’ certamente ora di cambiare, ma attenzione va all’inferno chi rifiuta la salvezza. Ricevere l’Eucaristia in modo sciatto non va bene, ma da lì non può dedurre che le anime vadano all’inferno. Ci penserà nel caso un Altro. Noi preghiamo per questa povera Chiesa.

      • natan ha detto:

        ,don Ezio,come passò quell indulto? Utilizzando il “metodo Bugnini”.

        • Don Ezio Fonio ha detto:

          Ma che c’entra il metodo Bugnini? Vuol dire che fu un complotto massonico? La storia della ricezione dell’Eucaristia è riportata nell’articolo citato nella mia risposta ad Enza e che ripeto qui:

          http://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/La-Comunione-e-corretto-riceverla-nella-mano

          Evidentemente si era fatta strada l’idea di ritornare al modo di ricevere l’Eucaristia come al tempo dei Padri. I tempi delle riforme nella Chiesa spesso durano secoli: nell’epoca dei Padri ricezione nel palmo della mano, nel secondo millennio in bocca, dopo il Concilio indulto a richiesta delle conferenze episcopali nazionali di poterla ricevere anche in mano. Tutti noi vorremmo risposte rapide per poter porre rimedio ad abusi e fraintendimenti, ma così purtroppo non è. La Massoneria non c’entra e non c’entrava neppure con Mons. Bugnini.

      • antonio zampetti ha detto:

        Ottimo chiarimento che tutti avrebbero dovuto già capire da soli!

      • Georg Stuhlhofer ha detto:

        Denunciare l’abuso a quale vescovo, quello di Brescia che ha organizzato un pellegrinaggio nei luoghi di Lutero?

    • Leo ha detto:

      Anche a mia figlia in provincia di Como…