HO RIMOSSO L’ARTICOLO SU DON PUSCEDDU. VI SPIEGO PERCHÉ. E ACCENNO A UNA REALTÀ NASCOSTA (PERSECUZIONE?).
8 Gennaio 2017
Marco Tosatti
Cari lettori di Stilum Curiae, vi devo una spiegazione.
Venerdì scorso, 6 gennaio, ho pubblicato un articolo su don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote linciato mediaticamente e punito per aver citato a giugno un passo molto duro di San Paolo sui comportamenti omosessuali in un’omelia. Si era durante la battaglia per la legge sulle unioni civili, e le sue parole sono state usate in maniera distorta dai giornali per creare un caso.
Nell’articolo si parlava della posizione del vescovo nei suoi confronti.
Non conoscevo personalmente don Pusceddu. L’ho sentito ieri, al telefono, per la prima volta, avendo chiesto il suo numero di cellulare a un collega.
Volevo chiedergli scusa per l’articolo; non perché contenesse cose non vere, ma perché avevo saputo che gli aveva creato ulteriori problemi, in una situazione già difficile.
Don Pusceddu è stato molto gentile; non mi ha chiesto da chi avessi avuto quelle notizie, e ha espresso comprensione per l’intenzione che mi aveva mosso nello scriverlo. E cioè lo stupore, e forse anche l’indignazione, che un sacerdote venga punito dalla Chiesa per aver annunciato quella che in ogni messa viene definita, alle Letture, “Parola di Dio”.
E’ stato così delicato da non chiedermi neanche di rimuoverlo.
Quella è stata una mia decisione, presa in totale autonomia, per le ragioni che ho già esposto sopra.
Mi è costata, perché non sono mancati commenti all’articolo in cui mi si accusava di aver scritto cose non vere. E l’orgoglio professionale mi spingeva a ribadire che l’articolo era preciso, non conteneva menzogne o esagerazioni. In un certo senso, se così fosse ne sarei persino sollevato. Ma non è così.
La scomparsa dell’articolo ha provocato curiosità; mi è stato chiesto perché non fosse più visibile.
Fra gli altri, mi ha contattato Paolo Deotto, di Riscossa Cristiana. E così sono venuto a conoscenza di una realtà che non conoscevo: quella di sacerdoti in difficoltà – come don Pusceddu, che non avendo più nessun incarico, non percepisce stipendio – non per colpa loro. E ho saputo che c’è chi cerca di aiutarli.
Così condivido con voi questa informazione:
“La ‘Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina’ è un’associazione di beneficenza, formata da confratelli della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Il suo scopo, come si legge nello Statuto, è di ‘portare assistenza economica a quanti si trovino in situazioni di indigenza, non dipendenti da loro colpa grave’. L’indigenza può avere molte cause, e oggi ci troviamo, purtroppo, a dover fronteggiare una situazione nuova, impensabile un tempo: la persecuzione dei sacerdoti fedeli alla Dottrina. Non è qui il luogo per descrivere la situazione della Chiesa; i nostri lettori la conoscono bene, e tutti ne patiamo profondamente. Accade anche che ci siano sacerdoti che proprio per la loro fedeltà alla Dottrina e alla Tradizione vengono perseguitati, emarginati e si trovano senza mezzi di sussistenza.
Per venire in aiuto di questi sacerdoti, che sono un prezioso e provvidenziale dono, la Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina rivolge un appello a tutti coloro che vogliano impegnarsi, per almeno un anno, a fare un versamento mensile. L’importo indicativo è di 50 euro, ma qualsiasi importo, relativamente alle possibilità di ognuno, può essere di grande utilità. È importante che vi sia un impegno di almeno un anno, per garantire la continuità dell’aiuto”.
Questo è il link di Riscossa Cristiana.
E qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina.
Scusatemi ancora, e grazie per la vostra pazienza.
Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa”.
Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.
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Tag: CHIESA. CAGLIARI, miglio, nozze gay, OMOSESSUALITA, persecuzione, pusceddu, san paolo, unioni civili
Categoria: Generale
Perdonatemi, ma fate un casino mai visto! In quest’epoca difficilissima il reciproco sostegno è importantissimo per chi intende seguire realmente il Signore e il sostegno passa per l’ascolto. In quest’epoca mancano sacerdoti che preghino e testimonino con la loro vita e l’esempio la bellezza e la serietà di un cammino di fede serio voi vi mettete ad accusarvi??? Vi manca e ci manca una cosa: la preghiera! Quello a cui mira il nemico è dividere e si diverte a farlo almeno tra noi er distogliere l’attenzione da Dio . Non sarebbe meglio limitarsi ad una diffusione di informazioni anzicchè questo ha detto, quello ha fatto… E che barba!
“Altra cosa: non è lei a decidere a chi va il perdono, ma la Chiesa.
Capito, insopportabile e farisaico, nonché superbo, giansenista lapidatore?
Se la Chiesa valuta che non vi sia peccato mortale in una persona (cosa possibile nonostante l’adulterio, vedere CCC 1862) può concedere il perdono anche senza richiedere di vivere come fratello e sorella.
E ora glielo ripeto: non mi scocci più, con i lapidatori come lei non voglio avere a che fare.”
LEI CHE PER SUA STESSA DICHIARAZIONE HA AVUTO PIù DONNE PRIMA DI SPOSARSI, CHE APPROVA LA CONTRACCEZIONE E L’ADULTERIO DOVREBBE AVERE IL BUON GUSTO DI STARSENE ZITTO, INVECE DI INSUDICIARE LA CHIESA. LEI LA PUREZZA NON SA NEMMENO COSA SIA.
DATO CHE HA ORMAI 60 ANNI SI VERGOGNI, CONOSCO GIOVANI DI 20 ANNI CHE SONO MOLTO MA MOLTO PIù AVANTI DI LEI;
Scusi, Longino,
mi hanno insegnato che le maiuscole nel Web significano “Gridare”. Veda, se può, di fare la cortesia di abbassare i toni.
Poi: non conosco i trascorsi di Marco, sono noti quelli di sant’Agostino e di san Paolo. Io sono un confessore: so che posso sbagliare negando un’assoluzione e allora vale quel che ha detto Marco “supplet Ecclesia”. So anche che posso sbagliare assolvendo chi non è pentito, in questo caso, se il penitente mi inganna peggio per lui. Mi capitano però anche casi come quello raccontato da Marco: non posso come dire, come lei: che m’importa. Se io pecco, la Chiesa non mi toglie il pane, se quella donna vuole osservare la legge canonica rovina probabilmente lei e la sua famiglia. Ora, quando una penitente o un penitente vengono al Confessionale per confessarsi e piangono, come posso dire che sia solo una messa in scena? Poi, se Cristo dice che bisogna perdonare settanta volte sette, io non posso dire sì ti perdono solo sessantanove volte sette. Tutti sanno che si fanno i propositi e si sa già che difficilmente si potranno mantenere, e però c’è il desiderio di poter vivere diversamente. Del resto anche il bambino dice alla mamma: non lo faccio più ed è sincero e la mamma sa che lo farà ancora. La difficoltà è qui: l’adulto sa che non ce la farà. E allora, caro Longino, se lei ha già raggiunto un alto grado di impeccabilità, sono contento per lei, però Gesù dice:
12 Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,12-13).
Io cerco di fare il medico, con l’aiuto di Dio.
#Io cerco di fare il medico, con l’aiuto di Dio#
Il medico, degno di tale nome, non si limita a fasciare la ferita, ma prima di tutto si impegna lavarla e a disinfettarla bene. Processo doloroso (per il ferito) e impegnativo (per il medico), ma è proprio tale processo che può fornire una qualche garanzia di guarigione.
A leggere le vostre arrampicate, e le vostre citazioni abilmente ritagliate dal resto del Messaggio evangelico, la tristissima impressione che ne consegue è: la Grazia di Dio, che sempre aiuta il peccatore che si vuol convertire (e che chiede la conversione di chi gli sta vicino), non esiste più.
Questa è la verità. E che un sacerdote si preoccupi di mantenere una situazione di peccato grave protratto, piuttosto che invitare alla preghiera e alla conversione il penitente, è fonte di grande smarrimento e tristezza.
Se voi sacerdoti, che dovreste additare ai fedeli la via stretta già tracciata da Cristo, siete i primi a giustificare i peccati gravi protratti (mentre le Scritture ci dicono chiaramente che Dio non sottopone MAI la creatura a prove superiori alle proprie forze; il che significa che, se non si esce da una situazione di peccato, è semplicemente perché non se ne vuole uscire), veramente si può dire che la Chiesa va verso il protestantismo più sfacciato.
Nell’Atto di dolore ci si propone di non peccare più e di fuggire le prossime occasioni di peccato, con la Grazia di Dio e per quanto ci sarà possibile: ora mi piacerebbe tanto sapere se, a lei sacerdote, la coscienza non rimorde neppure un po’, quando assolve un penitente peccatore seriale (peccati gravi di qualunque tipo) il quale sta chiaramente mentendo, in merito al non peccare più: infatti sa benissimo – nei casi da lei citati – che continuerà a vivere nel peccato oggettivamente grave protratto.
E l’Atto di dolore, come lei sa meglio di me, non fa distinzione neppure fra peccati gravi e peccati veniali: il peccato offende Dio, e chi ama il Signore dovrebbe far di tutto per tenersi lontano dal peccato.
E, per buona misura, lei rimprovera pure di alzare la voce una persona che ha semplicemente risposto per le rime a un trollatore seriale, il quale non si fa scrupolo di accusare di durezza di cuore chiunque richiami al Vangelo. Nel quale Vangelo MAI, il Cristo, ha dato ad alcuno il permesso di peccare, e SEMPRE ha richiamato i peccatori, e li ha chiamati alla conversione.
A meno che, anche per voi, valga ormai una Bibbia personalizzata, sulla scia del modo di insegnare di Galantino.
Se lo chieda, don Ezio, se lo chieda bene se lei è veramente, in quanto consacrato, una reale “immagine di Cristo”, nel momento in cui dà una bella pacca sulla spalla al peccatore grave seriale, senza alcun invito alla conversione.
Si chieda se lei sta ministrando per il Signore… o per altri…
Che tristezza…
Mi sto convincendo che forse apparteniamo a due religioni diverse che coabitano nella stessa struttura ecclesiale. C’è qualcosa che non torna, caro Adolfo.
Provo a risponderle, consapevole di avere poveri mezzi a mia disposizione, rispetto alla dialettica che lei e altri in questo blog padroneggiano molto bene.
1. Certo il medico fa anche male, quando usa il bisturi. Le posso dire che anch’io ho avuto qualche penitente che se è andato sbattendomi la porta in faccia, solo perché gli ho detto che la convivenza è condannata dalla Chiesa Cattolica, un’altra persona non l’ha fatto, ma mi ha risposto che le stavo facendo un discorso troppo duro sullo stesso argomento, perché non voleva neppure prendere in considerazione l’ipotesi di un proposito, convinta che l’attuale Papa avesse cambiato la dottrina (io le avevo semplicemente detto che non avevo ricevuto disposizioni dal Papa in merito). Vede quindi che non che io assolva sempre, ma quel che si vuol dire qui in questo blog bisogna anche considerare chi è nell’impossibilità pratica di cambiare vita: o perché recherebbe un grave danno ai figli o non avrebbe i mezzi per sopravvivere. Lei potrebbe dire: possono vivere come fratello e sorella. Vero: vede se la moglie viene picchiata regolarmente che fa? Purtroppo, questi sono i casi concreti che sono più frequenti di quelli che si possono immaginare. Poi c’è il caso di una coppia che ha fatto il proposito sincero di vivere come fratello e sorella, perché si sono accorti dopo che la convivenza o le seconde nozze vivo il precedente coniuge non sono ammesse dalla Chiesa Cattolica. Si impegnano, lottano e poi ci cascano: che fa? E’ diverso da chi viene a dire in Confessionale: per me va bene così. Questo è il discernimento che chiede il Papa e che la Teologia Morale ha sempre ammesso per tutti gli altri peccati. Questa severità verso coppie che sono state sfortunate non è stata applicata in passato verso i sacerdoti concubinari (una piaga durata secoli e che perdura in qualche parte del mondo) e ancora recentemente, in questi anni, verso i preti pedofili. Ci sono dunque due morali? La morale del diritto per i laici e la morale dell’ipocrisia per il clero? Mi sembra che rispetto ai secoli passati, la Chiesa oggi sia più autentica e più fedele a Cristo.
2. Non si può citare tutto il Vangelo, ma i passi significativi citati hanno senso compiuto. Semmai sono i detrattori dell’attuale Pontefice che ritagliano una frase per dargli addosso. Certo che la Grazia esiste ancora, però esiste anche la debolezza umana, conseguenza del peccato originale.
3. Ma chi le ha detto che io non invito alla conversione e alla preghiera, ma che mi preoccupo di mantenere una situazione di peccato grave protratto. Do le indicazioni giuste, però so che non sono facili da applicare, non le giustifico, ma se uno mi chiede perdono perché non riesce a venirne fuori, non posso dirgli peggio per te, perché al Signore di ha dato la Grazia con la quale, basta che l’avessi voluto, non avresti peccato. Io non credo che la Chiesa vada verso il protestantesimo. Guardando al mondo protestante, vedo una grande frammentazione e confusione in quel mondo che sta esaurendosi da solo, mentre la Chiesa Cattolica nel mondo sta avanzando, sebbene questo non avvenga nel mondo occidentale.
4. Per il fatto che un peccatore sia recidivo (o seriale come preferisce chiamarlo) non significa automaticamente che stia mentendo. Se me ne accorgo non gli do l’assoluzione, perché sta peccando durante la Confessione stessa, ma è difficile sapere fino a che grado uno non stia mentendo. In questo caso, non è colpa mia se assolvo e non devo avere alcun rimorso: in dubio pro reo.
5. Può darsi che lei sia riuscito a tenersi lontano anche dal peccato veniale. Ringrazi il Signore e preghi per i poveri mortali, me compreso.
6. Lei ha usato toni duri con una persona, Marco non “trollatore seriale” cui deve lo stesso rispetto che gli altri devono a lei. In questo senso sia almeno un po’ kantiano, se non le riesce di essere caritatevole.
7. A proposito di S.E. Mons. Galantino non capisco l’accostamento per una lettura della Bibbia personalizzata. Io, non credo di farla.
8. Io credo di essere ministro del Signore e di invitare tutti alla conversione, in particolare i peccatori seriali.
#1. Certo il medico fa anche male, quando usa il bisturi. Le posso dire che anch’io ho avuto qualche penitente che se è andato sbattendomi la porta in faccia, solo perché gli ho detto che la convivenza è condannata dalla Chiesa Cattolica…#
Molto bene: se l’ha fatto, e per questo è stato sbeffeggiato e in vario modo perseguitato, il Signore gliene renderà merito.
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#Vero: vede se la moglie viene picchiata regolarmente che fa? Purtroppo, questi sono i casi concreti che sono più frequenti di quelli che si possono immaginare#
In quel caso la moglie, che vorrebbe vivere come sorella dell’uomo con cui convive (suppongo sia questa la situazione: se non lo è, mi corregga pure), più che peccatrice è vittima di un compagno violento.
Rimane il fatto che questa donna, quando ha deciso di convivere con una persona che non è suo marito, s’è messa in condizione di adulterio… a meno che quell’uomo non l’abbia addirittura rapita e costretta a vivere con lui, il che francamente mi pare un’ipotesi molto poco probabile.
E, siccome il CCC 1650 non lascia alcuno spiraglio aperto, in simili casi [… essi (i divorziati risposati) non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione], io continuo a ritenere che un contrasto ci sia eccome, col Catechismo, quando si dà il permesso di accedere all’Eucaristia a chi vive in adulterio, indipendentemente da eventuali attenuanti.
Se lei valuta che la donna in questione è “più vittima che peccatrice”, può anche assolverla… ma ciò non cambia la realtà adulterina della donna. Sarebbe meglio fare la Comunione spirituale, in casi simili, in modo da rispettare il Catechismo.
Se poi Francesco cambierà anche il Catechismo (sempre nel caso in cui Dio lo permetta, e ho forti dubbi su questo: mi si consenta di averli), allora si rivedrà anche la prassi applicata in casi simili.
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#Ci sono dunque due morali? La morale del diritto per i laici e la morale dell’ipocrisia per il clero?#
Non ci devono essere due morali; e, se ci sono, è gravemente ingiusto.
Ma questo, come ho detto più volte, non può giustificare alcun peccato grave. Così come un peccato grave non può giustificare – mediante un paragone sofistico – un altro peccato grave.
Semmai va corretta la devianza di cui lei parla.
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#Si impegnano, lottano e poi ci cascano: che fa? E’ diverso da chi viene a dire in Confessionale: per me va bene così#
Questo l’ho sostenuto varie volte anche io, ossia ogni volta che ho fatto distinzione fra peccato grave occasionale, e peccato grave protratto.
Un conto è cadere ogni tanto, pur non volendo; e un conto è fare del peccato grave la norma della propria vita.
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#2. Non si può citare tutto il Vangelo, ma i passi significativi citati hanno senso compiuto#
Certo, ma non penso si possa negare che è ingiusto battere sempre sul tasto della Misericordia, ricordando poco o per nulla la Giustizia e la Verità.
Se l’attuale papa dice, e lo dice in più occasioni, che lui non sopporta coloro i quali, nel richiamare l’episodio dell’adultera, ricordano che Nostro Signore, oltre a salvarla dalla lapidazione, le ha anche chiesto di non peccare più… beh, io ci vedo un grosso problema.
Lei non ce lo vede?
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#3. Ma chi le ha detto che io non invito alla conversione e alla preghiera, ma che mi preoccupo di mantenere una situazione di peccato grave protratto#
Le chiedo scusa: da varie cose che lei ha scritto io ero stato portato a interpretare in tal maniera. Se così non è, non posso che esserne felice.
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#Guardando al mondo protestante, vedo una grande frammentazione e confusione in quel mondo che sta esaurendosi da solo, mentre la Chiesa Cattolica nel mondo sta avanzando, sebbene questo non avvenga nel mondo occidentale#
E questo accade proprio perché, nell’Occidente secolarizzato e presuntuoso ed edonista, la morale oggettiva viene sempre più posta sotto i tacchi.
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#4. Per il fatto che un peccatore sia recidivo (o seriale come preferisce chiamarlo) non significa automaticamente che stia mentendo. Se me ne accorgo non gli do l’assoluzione…#
Va benissimo. Nulla da aggiungere.
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#5. Può darsi che lei sia riuscito a tenersi lontano anche dal peccato veniale. Ringrazi il Signore e preghi per i poveri mortali, me compreso#
Ma quando mai avrei detto che riesco a star lontano pure dai peccati veniali…
Vero è che, se pecco gravemente (ripeto l’esempio già fatto, e che purtroppo mi appartiene: gravi scatti d’ira, a fronte di situazioni gravemente ingiuste: umanamente mi ritengo perfettamente giustificato, però – dal punto di vista spirituale – so che, anche in quei momenti difficili, sono chiamato a tenere un atteggiamento calmo e rispettoso… e difficilmente ci riesco), non mi accosto all’Eucaristia, se prima non mi sono confessato (e ovviamente ce la metto tutta, per migliorare in futuro).
In casi simili, io ricorro alla Comunione spirituale: ed evito alla base il rischio di un eventuale sacrilegio.
Ciò che mi dà fastidio, è vedere che spesso si citano i peccati veniali, per sminuire in qualche modo pure i peccati gravi. Del resto è vero che nell’Atto di dolore ci si propone (con l’aiuto di Dio) di star lontano dai peccati in genere, e dunque pure da quelli veniali.
Volevo semplicemente sottolineare che ogni peccato è offesa verso Dio: e chi ama davvero il Signore, parimenti si sforza di tenersi lontano da ogni forma di peccato.
Spero di essere stato più chiaro.
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#6. Lei ha usato toni duri con una persona, Marco non “trollatore seriale” cui deve lo stesso rispetto che gli altri devono a lei. In questo senso sia almeno un po’ kantiano, se non le riesce di essere caritatevole#
Il termine da me usato è veritiero, come sa bene chiunque frequenti questi blog, e conosce (virtualmente) il personaggio in questione.
Avrei anche potuto dirgli che è “cattivo”, per come si scaglia nei confronti di chi non la pensa come lui. Ma, proprio perché non leggo i cuori (e meno che mai nell’ambito virtuale), ho taciuto, in merito.
Sinceramente, non mi pare affatto una cattiva persona: però rimango convinto che certi suoi modi di fare sono irrispettosi. E lo dico senza problemi, visto che non amo girare attorno a certe questioni.
Mi pare strano, invece, che lei non abbia parimenti richiamato il Marco, visto che lui, quando non può ottenere ragione, offende gli altri, chiamandoli lapidatori e sepolcri imbiancati, il che è invece tutto da dimostrare; amare la Legge di Dio non significa essere ipocriti, vale a dire sepolcri imbiancati.
Io sono il primo, come già detto, a tenermi lontano dalla Comunione sacramentale, se ho commesso peccati gravi, e come faccio io amo supporre che facciano anche altri che commentano in questo blog: “in dubio pro reo”, l’ha detto lei… o no?
Dunque: perché in casi simili il nostro Marco non dà almeno il beneficio del dubbio a chi non la pensa come lui?
Uno come me (e come altri amici di questo blog) sarà anche severo, ma non è certo un ipocrita né un lapidatore: infatti applico per primo a me stesso quel modo di procedere che ho illustrato in molti miei commenti.
**#7. A proposito di S.E. Mons. Galantino non capisco l’accostamento per una lettura della Bibbia personalizzata. Io, non credo di farla#
Infatti era un’iperbole (lo specifico, se non s’era capito). Galantino ha “annullato” la distruzione di Sodoma e Gomorra, in cui gravi peccatori impenitenti furono bruciati dal fuoco.
Molti misericordisti, su quella scia, “riscrivono” anche altri passi della Bibbia. Questo intendevo.
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#8. Io credo di essere ministro del Signore e di invitare tutti alla conversione, in particolare i peccatori seriali#
Le ripeto che sono molto contento di ciò.
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#Marco, la ringrazio ancora una volta per le sue considerazioni che integrano molto bene il mio pensiero e mi confortano che c’è almeno uno in questo blog che usa la ragione come insegnava san Tommaso d’Aquino#
Attenzione, attenzione: anche noi usiamo San Tommaso, pur pervenendo a conclusioni opposte. Non significa che non usiamo la ragione. Così come anche un Padre Bellon utilizza San Tommaso, e afferma il contrario di ciò che afferma Marco.
Se dice così, caro don Ezio, vuol dire che ci ritiene ebeti tutti quanti, ossia tutti noi che non concordiamo con lei e Marco.
Ma in questo caso, il beneficio del dubbio dove va a finire?
Perché non può negare l’accostamento logico: se chi non la pensa come Marco, non usa la ragione, allora è un ebete.
Non è forse una irrispettosità – per non dire un’offesa – pure questa?
@Adolfo
“Un conto è cadere ogni tanto, pur non volendo; e un conto è fare del peccato grave la norma della propria vita.”
Ripeto di nuovo: ci sono condizioni dove, a causa di fattori attenuanti già abbondantemente sviscerati, anche una condizione oggettiva di peccato grave materiale (l’adulterio dei risposati) per l’anima di chi lo compie è peccato veniale.
In questi casi (e il Don può confermare) si può applicare Al come fanno il Cardinale Vallini, I vescovi argentini, i vescovi maltesi ecc ecc, ovvero assolvere anche se il penitente non ha il fermo proposito di non peccare più.
Per il semplice motivo che tale proposito è necessario solo per l’assoluzione dal peccato mortale.
Che ti piaccia o no esistono situazioni di adulterio dove il peccato di tali risposati non è mortale, e quindi non c’è bisogno di trattarlo come tale.
Punto.
È inutile che continui a parlare di quelle situazioni come se fossero sempre peccato mortale, come ha fatto erroneamente Bellon da me confutato.
#Che ti piaccia o no esistono situazioni di adulterio dove il peccato di tali risposati non è mortale, e quindi non c’è bisogno di trattarlo come tale.
Punto#
Io ho sempre parlato di peccato grave come materia, perciò non scrivere “mortale” quando ti riferisce a me. Sennò vuol dire che sei in mala fede.
Ripeto: fin quando il papa non cambia il Catechismo, non ci sono spiragli affinché i divorziati risposati accedano all’Eucaristia. Se si dà tale permesso, si va contro il Catechismo.
Puoi girartela come ti pare, ma questo è.
**
#È inutile che continui a parlare di quelle situazioni come se fossero sempre peccato mortale, come ha fatto erroneamente Bellon da me confutato#
Ripeto: Bellon s’è limitato a citare l’Aquinate, il quale, fra tutti i peccati gravi, dice che il peccato sessuale è a sé.
Così come lo dice anche San Paolo: “Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l’uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo” (1Corinzi 6,18).
Evidentemente il peccato carnale ha delle caratteristiche proprie, che non si esauriscono nel dire che la materia è sempre grave, ma che vi possono essere (e vi possono certamente essere) attenuanti varie.
Il peccato impuro – anche se occasionale e non protratto – provoca dei reali sovvertimenti nell’anima, come ci insegnano vari Santi nel corso del tempo. Per questo motivo, l’anima di chi vive nell’impurità (ripeto: pur con tutte le attenuanti possibili) subisce delle “lesioni spirituali”.
Questo ci insegnano la Scrittura e vari Santi.
Se però tu vuoi continuare a ritenere tali insegnamenti alla stregua di “teologia della mutanda”, sei ovviamente liberissimo di farlo.
@Adolfo
“Io ho sempre parlato di peccato grave come materia, perciò non scrivere “mortale” quando ti riferisce a me. Sennò vuol dire che sei in mala fede.
Ripeto: fin quando il papa non cambia il Catechismo, non ci sono spiragli affinché i divorziati risposati accedano all’Eucaristia. Se si dà tale permesso, si va contro il Catechismo.”
A volte può essere necessario, per il bene delle anime. Anche San Giovanni Paolo II, quando fece uscire Familiaris Consortio, nel 1981, non aveva ancora abolito il vecchio codice di diritto canonico del 1917 (nel quale i risposati erano chiamati infami e scomunicati misericordiosamente), eppure in FC afferma che non sono scomunicati. Farà uscire il nuovo codice di diritto canonico solo nel 1983.
Papa Francesco sistemerà le cose in futuro.
“Ripeto: Bellon s’è limitato a citare l’Aquinate, il quale, fra tutti i peccati gravi, dice che il peccato sessuale è a sé.”
Bellon ha detto che è erroneo pensare che i risposati possano essere in Grazia se non vivono in castità assoluta.
Ma questo è platealmente falso, poichè possono darsi attenuanti che impediscano loro la piena avvertenza e/o il deliberato consenso rendendo il loro peccato solo veniale.
“Il peccato impuro – anche se occasionale e non protratto – provoca dei reali sovvertimenti nell’anima, come ci insegnano vari Santi nel corso del tempo. Per questo motivo, l’anima di chi vive nell’impurità (ripeto: pur con tutte le attenuanti possibili) subisce delle “lesioni spirituali”.”
Ci sarebbe da chiedersi perché, allora, assistiamo a delle persone, come la cara amica di cui ti ho parlato (che è stata assolta) che dopo un matrimonio infernale nel quale avevano anche quasi perso la Fede sono realmente RINATE in una unione che per la Chiesa è adulterina e intrinsecamente malvagia.
Tutto questo è strano, quando Cristo stesso disse che l’albero cattivo si riconosce dai frutti cattivi.
È strano, quindi, che il matrimonio amato e benedetto da Dio avesse portato questa povera donna sull’orlo della depressione, mentre la nuova unione, che dovrebbe essere maledetta e anatematizzata da Dio, l’ha fatta rinascere letteralmente e, dopo Amoris Laetitia, l’ho anche convinta a tornare a frequentare la Chiesa, e infatti ora che è stata assolta partecipa ai Sacramenti e fa vita di Fede.
Se il peccato impuro producesse lesioni spirituali anche quando ci sono attenuanti che lo rendono non mortale come mai, allora, questa donna è RINATA SPIRITUALMENTE in una seconda unione?
Mentre, ripeto, il primo matrimonio è stato un inferno?
L’albero cattivo non produce frutti buoni.
Con questo non voglio dire che l’adulterio non sia un atto intrinsecamente malvagio, voglio dire che:
1) le questioni sono molto più complesse di come le fate voi (e il caso sopra; e molti altri casi di famiglie da seconde nozze molto migliori di matrimoni validi lo dimostrano);
2) i Santi sono anche figli del loro tempo, e un tempo, nel Medioevo, l’ossessione per la sessualità era dirompente. Nella Chiesa esistevano demenziali manuali di etica sessuale che mettevano sotto peccato qualunque posizione oltre al missionario e sanzionavano come peccato grave un amplesso durato troppo a lungo. La Chiesa si è solo lentamente liberata di certe fobie.
Riguardo all’ignoranza invincibile di cui parlava il Cardinale Antonelli, essa era stata perfetta anche dallo stesso Gesù.
Nel Vangelo di Matteo, dopo il suo durissimo insegnamento sul divorzio, gli apostoli gli dissero “Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”
E Gesù gli rispose “Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso.”
Evidentemente non è affatto così palese la peccaminosità di certe cose, alle coscienze.
Adolfo, ho spiegato mille volte che un conto è il peccato veniale e un conto il peccato mortale.
Dio da sempre la forza di evitare il peccato mortale, per il peccato veniale è diverso, e il Concilio di Trento dice chiaramente che, a meno che non si abbia avuto il privilegio specialissimo avuto dalla Beata Vergine, è impossibile evitare i peccati veniali.
Ora, ci sono situazioni dove un peccatore grave (come ad esempio una persona risposata) avendo una colpevolezza diminuita (mancanza di piena avvertenza e/o deliberato consenso con varie attenuanti) è rea solo di colpa veniale e quindi si applica quanto detto sopra.
E come può confermare Don Ezio il peccato veniale non richiede del fermo proposito di non peccare più per essere perdonato; anzi se ci si accosta all’Eucaristia in peccato veniale l’Eucaristia lo cancella.
E che la coscienza invincibilmente erronea
Marco, la ringrazio ancora una volta per le sue considerazioni che integrano molto bene il mio pensiero e mi confortano che c’è almeno uno in questo blog che usa la ragione come insegnava san Tommaso d’Aquino.
Un mio confratello, ormai mancato, anni fa mi diceva che i peccati sessuali sono i più difficili da evitare e quindi bisogna tenere presente questa difficoltà, soprattutto con i giovani. Ricordo che preparava bene i suoi allievi di ginnasio (insegnava greco tra l’altro) e faceva puntuali esami di coscienza sui comandamenti. Quindi nessun permessivismo nei confronti del peccato, ma incoraggiamento a vivere la fede, nonostante le cadute. Il permessivismo invece è di coloro che non invitano i giovani a confessarsi e non chiamano il peccato col suo nome. Nei confronti dei peccatori bisogna stare attenti anche alle nevrosi in cui cadono soggetti che, non riuscendo ad evitare certi peccati (per esempio quello solitario) giungono alla disperazione. Io uso un’immagine che anni fa ho sentito ed è quella della montagna.
La vita cristiana è come scalare una montagna alla cima della quale vi è Cristo. La salita è faticosa e richiede impegno. Col peccato mortale è come smarrire il sentiero, però posso fermarmi e cercare il sentiero giusto (è quello che faccio con la Confessione), può darsi che per la fatica mi debba fermare ma non perdo di vista il sentiero (peccato veniale), poi mi riprendo (ecco l’Eucaristia, pane che mi sostiene nel cammino), può darsi che arrivato all’ultimo momento proprio non ce la faccio più, il bene che ho fatto però non viene dimenticato e Gesù mi lancia una corda e mi tira su (Gesù ha veramente preso su di sé il peccato del mondo e mi salva). Può anche darsi che, smarrito il sentiero, invece di cercare quello che va in alto, decida di scendere per evitare la fatica (mi dànno, non è Dio che mi castiga, sono io che mi castigo da solo e Dio rispetta la mia libertà).
@Don
Riguardo a questo suo commento http://www.marcotosatti.com/2017/01/08/ho-rimosso-larticolo-su-don-pusceddu-vi-spiego-perche-e-accenno-a-una-realta-nascosta-persecuzione/#comment-3973 concordo su tutto.
Dica pure se secondo lei ho sbagliato in qualcosa nei commenti successivi o se ho scritto inesattezze.
Di certo ho commesso alcune intemperanze; con soggetti come Longino che mi fanno perdere la calma. 😀
Don, sono io che ringrazio lei per i suoi contributi!
Che il Signore la benedica e la aiuti nel suo ministero.
E, caro Adolfo, che la coscienza invincibilmente erronea scusi dal peccato mortale non sono io a dirlo, ma la teologia morale e anche, recentemente, il Cardinale Antonelli
“Amoris laetitia” conferma la cosiddetta legge della gradualità (cf. AL 295), già formulata da san Giovanni Paolo II: “[L’uomo] conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita” (“Familiaris consortio” 34). Tale legge implica che a volte la coscienza può essere erronea senza cessare di essere retta; può agire in contrasto con la norma morale senza essere colpevole o senza esserlo pienamente.
La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio). Potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).”
E
“in caso di errore temporaneamente invincibile e perciò di rifiuto circa la continenza sessuale, ritenuta nel proprio caso impossibile o assurda e senza valore, valutare la possibile rettitudine della coscienza alla luce della personalità e del vissuto complessivo (preghiera, amore del prossimo, partecipazione alla vita della Chiesa e rispetto per la sua dottrina, umiltà e obbedienza davanti a Dio); esigere che la persona si impegni almeno a pregare e a crescere spiritualmente, allo scopo di conoscere correttamente e compiere fedelmente la volontà di Dio nei propri confronti, come si manifesterà;”
Se per te una situazione di peccato grave implica automaticamente (o quasi) il peccato mortale per l’anima allora si; la tua è una religione diversa, come ben dice Don Ezio.
Tra l’altro Don Ezio lei dice e conferma che questo (la valutazione delle attenuanti, e della coscienza) è l’insegnamento di sempre della teologia morale.
La cito
“Questo è il discernimento che chiede il Papa e che la Teologia Morale ha sempre ammesso per tutti gli altri peccati. Questa severità verso coppie che sono state sfortunate non è stata applicata in passato verso i sacerdoti concubinari (una piaga durata secoli e che perdura in qualche parte del mondo) e ancora recentemente, in questi anni, verso i preti pedofili. Ci sono dunque due morali? La morale del diritto per i laici e la morale dell’ipocrisia per il clero? Mi sembra che rispetto ai secoli passati, la Chiesa oggi sia più autentica e più fedele a Cristo.”
E questo (cioè che la Chiesa sta finalmente applicando anche ai risposati ciò che ha sempre applicato agli altri peccatori, senza più odiosi apartheid) l’ho detto mille volte ad Adolfo, e lui seguita a ripetere la solita solfa.
Poi sarei io il TROLL..
La verità, caro Don, è che ci troviamo di fronte a persone che hanno fatto del peccato della mutanda (come lo chiamava Padre Ariel) una ossessione, tale che vogliono vederlo trattato diversamente dagli altri peccati, e della Fede Cattolica una ideologia reazionaria.
Che tristezza…..
P.s le citazioni del Cardinale Antonelli le ho prese da qui http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351390?refresh_ce
E ripeto, la sua applicazione di AL è molto più restrittiva rispetto a quella della maggioranza delle diocesi italiane, dei vescovi argentini, maltesi, del Cardinale Vallini eccetera.
#La verità, caro Don, è che ci troviamo di fronte a persone che hanno fatto del peccato della mutanda (come lo chiamava Padre Ariel) una ossessione, tale che vogliono vederlo trattato diversamente dagli altri peccati, e della Fede Cattolica una ideologia reazionaria#
Ho già detto altre volte che si batte sul peccato sessuale non perché sia di per sé un abominio (anche se può diventarlo, in certi casi in cui vi sia sadismo o inversione, ad esempio), ma perché è diffusissimo; e anche perché, come hai scritto tu stesso, non di rado le persone non si rendono conto della gravità di tale peccato.
Vari Santi e anime mistiche hanno affermato che è proprio quello, il peccato che regala più clienti all’Inferno… con buona pace della “teologia della mutanda”, locuzione altamente “sbeffeggiatoria”, e per più motivi.
Inoltre proprio l’Aquinate [“Sed actu luxuriae castitas per se privatur”] ci offre ottima compagnia, come dice Padre Bellon nello stralcio seguente (ne riporto solo una parte, per comodità); e proprio tu, che tanto dichiari amore per il tomismo, dovresti essere più d’accordo di me.
Chiedo scusa per le maiuscole (che ho usato pure altrove), ma l’editor di testo che uso non consente il grassetto.
**
TRA L’ALTRO PER SAN TOMMASO SE UN SINGOLO ATTO CONTRARIO AD UNA VIRTÙ ACQUISITA NON FA PERDERE TALE VIRTÙ PERCHÉ L’ATTO CONTRARIA L’ATTO MA NON L’ABITO (sicché se uno si ubriaca una volta non si può dire che ha perso la virtù della sobrietà), TUTTAVIA VI FAREBBE ECCEZIONE LA LUSSURIA: “Ma con un atto di lussuria la castità viene meno di per sé stessa” (“Sed actu luxuriae castitas per se privatur”, s. tommaso, In II Sent., d. 42, q. 1, a. 2, ad 4).
Per cui interpretando in meliorem partem questo n. 301 dell’Esortazione si può dire che i divorziati risposati, anche se vivono come fratello e sorella, dovendo stare insieme a motivo della presenza dei figli, non esercitano nel migliore modo la castità.
MA SE CON QUESTO TESTO SI VOLESSE DIRE CHE VIVONO IN GRAZIA ANCHE SE HANNO RAPPORTI SESSUALI SAREBBE COMPLETAMENTE SBAGLIATO, PERCHÉ È CONTRARIO NON SOLO ALL’INSEGNAMENTO DI SAN TOMMASO, MA A QUELLO DI DIO E DELLA CHIESA.
http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4675
La chiosa finale di Bellon li è una boiata contraria al Magistero.
L’ho confutato da qui http://www.marcotosatti.com/2017/01/14/malta-comunione-ai-divorziati-risposati-contro-il-catechismo-nuove-voci-chiedono-al-papa-una-riposta-di-chiarezza-ai-dubia/#comment-3956 in poi.
@Adolfo
“E l’Atto di dolore, come lei sa meglio di me, non fa distinzione neppure fra peccati gravi e peccati veniali: il peccato offende Dio, e chi ama il Signore dovrebbe far di tutto per tenersi lontano dal peccato.”
Tecnicamente per il peccato veniale la confessione non è nemmeno necessaria, perché:
1) accostarsi all’Eucaristia in peccato veniale non è sacrilegio;
2) non solo non è sacrilegio, ma addirittura l’Eucaristia CANCELLA il peccato veniale.
Ovviamente chi vive in situazione di peccato grave deve far discernere al Confessore, e solo a lui, se ha delle attenuanti di coscienza o di altro tipo che lo sgravano dalla colpa mortale, perciò deve confessarsi, ma quanto ti ho detto sul peccato veniale è un fatto.
Poi, se per la tua religione neo-giansenista questo non è accetto pazienza, io ripeto il Magistero della Chiesa, ti piaccia o no.
Se qualcuno è in grado di contestare quel post lo faccia.
un esempio peggiore di quello che ha fatto non poteva farlo;
è stata forse obbligata a risposarsi questa persona o lo ha fatto volontariamente?
lo ha fatto volontarimente; pur essendo cattolica, e pur sapendo (in quanto come dice lei ha resistito 15 anni per il bene del figlio) che l’adulterio è un peccato;
risposarsi o convivere con un altro uomo è una scelta libera e personale che poteva anche non fare, accettando la sua condizione;
DOVE STA L’ATTENUANTE NEL VOLERSI RISPOSARE O CONVIVERE CON UN ALTRO UOMO?
è STATA FORSE OBBLIGATA? NO LO HA SCELTO.
è per questo che le ho chiesto di fare esempi concreti, perchè dagli esempi concreti emerge che le sue teoria alla prova dei fatti non reggono minimamente;
ci riprovi; ne faccia un altro di esempio concreto;
IL SUO DELIRIO FINALE DI ONNIPOTENZA LO LASCIO A LEI, ACCECATO COME è DALLA SUA SUPERBIA
Ripeto, questa persona non riesce a vedere il male in quello che ha fatto, nè riesce a credere che Dio voglia la sua infelicità e che la danni ora che ha trovato una persona che la rende felice.
Non riesce proprio a crederci. Nè riesce a sentirsi in colpa.
Ed è stata assolta da ben due sacerdoti, dopo essersi riavvicinata alla Chiesa grazie a Papa Francesco.
Non le sta bene che sia stata assolta? Pace e amen, è così lo stesso.
Sfoghi il suo farisaico odio e il suo livore come meglio crede.
Era solo per mostrare concretamente che di persone che non capiscono certe cose e che hanno una coscienza incolpevolmente erronea ce ne sono eccome.
Per lei sono tutti in peccato mortale? Come ho detto amen, prima di tutto questa persona è stata assolta, secondo verrà giudicato con lo stesso metro col quale giudica gli altri.
E lì ci sarà da divertirsi. Oh si, eccome.
Buona domenica.
E l’unico fariseo superbo che condanna gli altri giudicando milioni di persone in peccato mortale arrogandosi il diritto di sentenziare (quando solo un confessore può giudicare, e ha il mandato dalla Chiesa per farlo) è lei, perciò non parli proprio di superbia con me, caro giudice Longino.
Ma chi se ne importa che quella persona non riesce a vedere il male fatto?
questo caso dimostra come lei sia in ESTREMO ERRORE
questa persona era perfettamente consapevole;
semplicemente ha scelto di sbagliare; non riesce (non vuole diciamolo meglio) vedere che ha sbagliato? sono problemi suoi; la Chiesa (quella vera) è chiara in merito;
anche i mafiosi secondo i loro canoni uccidono giustamente ; dovrebbe forse essere un’attenuante quella di essere convinta del proprio peccato?
e lei la giustifica
dato l’andazzo della pseudo chiesa attuale non è sorprendente l’assoluzione in tali casi;
ormai come dimostra questo caso DI FATTO il matrimonio non è più indissolubile;
VADA A PARLARE DI INCOSCIENTI E A PRENDERE IN GIRO LE PERSONE SU ALTRI BLOG
LEI è UN IPOCRITA
Prima di tutto non sono stato io a giustificarla.
In secondo luogo è normale che una persona che ha passato un matrimonio infernale, se dopo tanti anni trova un po’ di felicità non riesca a credere in un Dio così crudele da volerla punire.
Per questo non riusciva a sentirsi in colpa.
Sta di fatto che è andata dal Confessore ed è stata assolta, e tale assoluzione è valida.
Mi dispiace per lei, Longino, che nella sua grande bontà vorrebbe vedere una persona come quella bruciare all’inferno solo per aver trovato un po’ di felicità.
Il matrimonio è sempre indissolubile, ma gli esseri umani possono fallire in questo compito.
Riconoscerlo è realtà, perdonarli è misericordia.
Paragonare una donna che ha sofferto 15 anni di matrimonio infernale per il bene del figlio e che poi, dopo essersi separata consensualmente, ha trovato la felicità, ad un mafioso o ad un assassino, è degno di un bigotto idiota come lei.
Ben felice di essere considerato ipocrita da gente come lei.
Saluti.
Quando sbaglierà e le verrà mostrata, dagli uomini e da Dio, la stessa misericordia che lei mostra agli altri, si ricorderà dei suoi giudizi tranciante da giudice.
Perdonare gli esseri umani per il loro errore non significa rendere dissolubile il matrimonio, significa per l’appunto questo: perdonarli per il loro errore, riconoscendo che la vita è complessa, senza metterli in una strada senza uscita e condannarli alla dannazione.
Lei, Longino, si fa giudice dei suoi fratelli in difficoltà, e glielo ripeto di nuovo e ancora: verrà giudicato secondo lo stesso metro col quale giudica gli altri.
“Il Giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia”. Lei, che farisaicamente condanna chi ha tanto sofferto e ora ha trovato un po’ di felicità, verrà condannato dallo stesso giudizio che elargisce agli altri.
Perché questo lei fa: lei condanna farisaicamente le persone, negando loro il perdono, paragonando una madre di famiglia che ha sopportato l’inferno per 15 anni ad un mafioso.
Non si aspetti di venire giudicato con Misericordia, perché non accadrà. La stessa misericordia che mostra a queste persone sarà quella che verrà mostrata a lei.
L’assoluzione in quel caso significa semplicemente che il confessore ha valutato di dargliela per il bene delle sua anima, tutto li.
Perdonare una persona che ha sbagliato (anche se in questo caso la colpa è più del marito, che le ha reso la vita un inferno) e che non può più tornare indietro non significa negare che ci sia stato un grave errore.
Significa, per l’appunto, questo: perdonare. Se non vi è un errore, un peccato, il perdono non ha senso.
E dove, come in questo caso, pretendere di usare la durezza della legge avrebbe rischiato di mandare in perdizione una persona, la Chiesa (quella vera) può liberare la sua coscienza per il bene della sua anima.
Il Confessore ha valutato che non vi fosse colpa mortale in quell’anima e l’ha assolta.
Non le piace? Vorrebbe vedere questa persona bruciare all’inferno? Oh, ma quanto è buono lei… Purtroppo però dovrà accettare che Dio e la Chiesa sono più buoni di voi farisei del web.
Lei, 2000 anni fa, Longino, sarebbe stato un ottimo lapidatore, lo sa?
Dopo le sue risposte di sotto, è chiaro che lei vive nella MENZOGNA;
LA SUA AMICA VOLONTARIAMENTE DOPO 15 ANNI DI MATRIMONIO HA SCELTO DI FORNICARE CON UN ALTRO UOMO; UOMO CON CUI NON è SPOSATA; HA DECISO DA SOLA DI NON AVERE COLPA; E TANTO è VERO CHE NON CI CREDE NEMMENO LEI A QUESTA NOVITà CHE SI è CONFESSATA DUE VOLTE;
SE LEI LA HA CONVINTA A FARE QUESTO HA LA SUA PARTE IN CIò;
QUESTI SONO FATTI;
L’ADULTERIO è UN PECCATO MORTALE; IL PERDONO ESISTE PER CHI SI PENTE NON PER CHI PERSISTE;
LA SUA AMICA POTEVA BENISSIMO SCEGLIERE DI NON CONVIVERE CON UN ALTRO UOMO; SECONDO QUANTO SCRITTO NEL VANGELO; DOVE è L’INCONSAPEVOLEZZA IN UNA DECISIONE PRESA LIBERAMENTE?
MA IN FONDO LO SA ANCHE LEI, CHE STA RACCONTANDO SOLO FROTTOLE……………….
Le ho già risposto, farisaico lapidatore.
Questa persona, dopo tanta sofferenza, ha finalmente trovato un po’ di felicità.
Si è confessata due volte perché voleva essere certa di non approfittarsi di un confessore troppo di manica larga, ma anche l’altro ha confermato l’assoluzione.
Riguardo alla coscienza ripeto da qui http://www.marcotosatti.com/2017/01/14/malta-comunione-ai-divorziati-risposati-contro-il-catechismo-nuove-voci-chiedono-al-papa-una-riposta-di-chiarezza-ai-dubia/#comment-3853
“E l’esempio che ho fatto è un esempio ben conosciuto dalla teologia morale (con la differenza che questo non è solo un “esempio” ma il resoconto della situazione di quella persona) dove in caso di errore temporaneamente invincibile e perciò di rifiuto circa la continenza sessuale, ritenuta nel proprio caso impossibile o assurda e senza valore, è possibile valutare la possibile rettitudine della coscienza alla luce della personalità e del vissuto complessivo (preghiera, amore del prossimo, partecipazione alla vita della Chiesa e rispetto per la sua dottrina, umiltà e obbedienza davanti a Dio) ed esigere che la persona si impegni almeno a pregare e a crescere spiritualmente, allo scopo di conoscere correttamente e compiere fedelmente la volontà di Dio nei propri confronti.
In questi casi, di coscienza incolpevolmente erronea, il confessore può dare l’assoluzione ( e ripeto, se anche il confessore assolve chi formalmente non dovrebbe essere assolto il principio dell’ecclesia supplet stabilisce che il penitente fruisce lo stesso dell’assoluzione ed è giustificato, se la Confessione è stata sincera).
Oltre ai casi in cui la persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio) ci sono infatti i casi esposti sopra in cui la persona potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).
Tutte queste cose non sono nuove, sono ben conosciute, e sono ciò che possono rendere possibile un’assoluzione di queste persone, checchè ne dica, imperturbabile giudice Longino, che dall’alto della sua purezza staglia, con la sua spada a doppia lama, giudizi implacabili su milioni di persone e famiglie ferite.
Per lei e quelli come lei vale sempre il monito di Giacomo 2, 12-13.”
È contento, ora, fariseo lapidatore?
Si, ha scelto, finalmente è felice dopo una vita di merda, e non riesce minimamente a credere che Dio odi la sua felicità e odi una relazione che ha dato solo frutti buoni (al contrario del precedente matrimonio infernal).
E ora, insopportabile e farisaico lapidatore, non mi scocci più.
Glielo ripeto: 2000 anni fa come lanciatore di pietre sarebbe stato inimitabile.
Altra cosa: non è lei a decidere a chi va il perdono, ma la Chiesa.
Capito, insopportabile e farisaico, nonché superbo, giansenista lapidatore?
Se la Chiesa valuta che non vi sia peccato mortale in una persona (cosa possibile nonostante l’adulterio, vedere CCC 1862) può concedere il perdono anche senza richiedere di vivere come fratello e sorella.
E ora glielo ripeto: non mi scocci più, con i lapidatori come lei non voglio avere a che fare.
se c’è una persona che scoccia ammorbando questo blog con ormai evidenti ERESIE è LEI
ancora una volta le chiedo DOVE STà L’INCONSAPEVOLEZZA IN CHI SCEGLIE CONSAPEVOLMENTE L’ADULTERIO COME IL CASO REALE PRESENTATO DA LEI?
se la sua amica non crede che quello è peccato, la posizione della CHIESA è che quello è PECCATO;
e quello che DOVREBBE FARE LEI NON è INCORAGGIARE UNA POSIZIONE DI PECCATO MA AIUTARE A NON PECCARE PIù
MA LEI EVIDENTEMENTE NON HA FEDE
faccia un altro esempio concreto e vedrà che anche in quello l’inconsapevolezza non c’è
nessuno lapida nessuno; si fa riferimento a 2000 anni di Tradizione Apostolica;
Le ho citato il Cardinale Antonelli, che parla chiaramente della coscienza incolpevolmente erronea.
Cito le parole del Cardinale Antonelli
“E l’esempio che ho fatto è un esempio ben conosciuto dalla teologia morale (con la differenza che questo non è solo un “esempio” ma il resoconto della situazione di quella persona) dove in caso di errore temporaneamente invincibile e perciò di rifiuto circa la continenza sessuale, ritenuta nel proprio caso impossibile o assurda e senza valore, è possibile valutare la possibile rettitudine della coscienza alla luce della personalità e del vissuto complessivo (preghiera, amore del prossimo, partecipazione alla vita della Chiesa e rispetto per la sua dottrina, umiltà e obbedienza davanti a Dio) ed esigere che la persona si impegni almeno a pregare e a crescere spiritualmente, allo scopo di conoscere correttamente e compiere fedelmente la volontà di Dio nei propri confronti.”
Perciò ora la finisca di ammorbarmi, farisaico lapidatore, e vada ad ammorbare qualcun altro.
Grazie.
Quella donna è validamente assolta, alla faccia sua e della sua farisaica è oscena rabbia contro i peccatori, che lei vuole condannare.
Non mi ammorbi più.
@Don Ezio
#La volta dopo che si confessa, dice che non è andato a Messa la domenica e certamente questa volta è consapevole del precetto. Che farebbe lei? Non le dà l’assoluzione? Così facendo non cura niente, scristianizza un intero paese#
L’assoluzione la si deve dare solo se il penitente è veramente pentito, e intenzionato a partecipare alle future Messe di precetto. E questo vale ovviamente per qualsiasi peccato grave.
Scristianizzare un paese?
E permettere che peccatori impenitenti (tali sono quelli che vengono eventualmente assolti, pur senza avere l’intenzione di abbandonare il peccato) accedano ai Sacramenti, senza che facciano un minimo sforzo per convertirsi, non significa scristianizzazione di fatto?
E con bella aggiunta di sacrilegi su sacrilegi?
Allora è meno peggio che uno, la cui vita è difforme dal Vangelo, stia lontano dalla Chiesa: almeno non è ipocrita.
Proprio questi esempi “estremi” che voi, fautori del nuovo corso sacramentario, riportate con tanta disinvoltura, mostrano che, una volta aperta la strada al famigerato “discernimento caso per caso”, è solo questione di tempo prima che si instauri il caos.
Perché, comunque ve la vogliate girare, è un dato di fatto che nessun confessore è realmente in grado di valutare il vero stato interiore di un’anima. Per questo la Chiesa, fino a ieri, saggiamente – pur fra tante difficoltà – ha invitato ad attenersi al dato oggettivo.
E l’esempio di una volta, in cui se non ci si asteneva dai rapporti in Quaresima non si poteva accedere all’Eucaristia, è del tutto mal posto: lì era in ballo l’ubbidienza a una regola; chi invece vive in peccato grave protratto, va contro i Comandamenti. Il che è ben più grave (non che la disubbidienza sia peccato da poco, sia chiaro).
Ed è ben diverso. E un sacerdote dovrebbe saperlo meglio degli altri.
Alla fine, a furia di sofismi e scusanti speciose… tutto sarà ammesso. Protestantismo allo stato puro.
Ciò che vale per gli adulteri, che eventualmente si appellano al “bene dei figli”, perché non dovrebbe valere – come è stato fatto giustamente notare – per chiunque pecchi gravemente in altre materie, ad esempio ladroni e omicidi?
Basta trovare un qualche bene, da contrapporre al male commesso… e si sta a posto.
E si osa anche dire che ancora esistono gli atti intrinsecamente cattivi…
@adolfo
Ti chiedo scusa per l’altro giorno dove ti ho dato indirettamente del sepolcro imbiancato. Scusami ok?
Ora però mi costringi ad intervenire di nuovo
“L’assoluzione la si deve dare solo se il penitente è veramente pentito, e intenzionato a partecipare alle future Messe di precetto. E questo vale ovviamente per qualsiasi peccato grave.”
Come ti ho già detto dipende.
Ad esempio se una madre ha un figlio malato e non può partecipare alla Messa per i prossimi due mesi, dovendo curarlo costantemente, ecco che il peccato non è mortale e il sacerdote può assolverla anche senza che, per il momento, abbia il fermo proposito di non peccare più, poichè è solo il peccato mortale che richiede tale proposito, non quello veniale (e può essere veniale anche se si compie un peccato grave quanto alla materia, vedi Catechismo 1862).
“Scristianizzare un paese?
E permettere che peccatori impenitenti (tali sono quelli che vengono eventualmente assolti, pur senza avere l’intenzione di abbandonare il peccato) accedano ai Sacramenti, senza che facciano un minimo sforzo per convertirsi, non significa scristianizzazione di fatto?
E con bella aggiunta di sacrilegi su sacrilegi?”
Se i penitenti vengono assolti sono assolti di fatto ( a meno che non abbiano mentito o nascosto qualcosa o non completato la penitenza) e non c’è nessun sacrilegio perché essendo assolti non sono più in peccato mortale.
Se il Confessore voluta bene col discernimento che non vi è peccato mortale poi è giusto assolverli senza pretendere che abbiano il proposito di non peccare più, perché è solo il peccato mortale che richiede tale proposito per essere assolto.
Anche questo l’ho già detto un milione di volte.
Come ho già detto e ripetuto che se il Confessore sbaglia e assolve chi non dovrebbe essere assolto questo è comunque assolto per l’ecclesia supplet.
“Allora è meno peggio che uno, la cui vita è difforme dal Vangelo, stia lontano dalla Chiesa: almeno non è ipocrita.”
La Chiesa è qui per salvare, non per condannare. La Chiesa di cui parli tu condanna all’inferno il 99% delle persone visto che in quest’epoca tutti o quasi vivono una vita ben diversa dalla RADICALITÀ evangelica.
Che però chissà perché voi la pretendete sempre e solo per ciò che riguarda i peccati dalla cintola in giù.
Quello che hai detto è gravissimo, perché consigliare a queste persone di stare lontane dalla Chiesa vuol dire consigliare loro la dannazione.
“Perché, comunque ve la vogliate girare, è un dato di fatto che nessun confessore è realmente in grado di valutare il vero stato interiore di un’anima. Per questo la Chiesa, fino a ieri, saggiamente – pur fra tante difficoltà – ha invitato ad attenersi al dato oggettivo.”
Falso, la Chiesa applica il discernimento a tutti, erano solo i risposati ad essere esclusi. Per il resto lo applica a tutti, anche a chi evade per ragioni di sopravvivenza le tasse, ovvero vive in stato di costante peccato grave contro il settimo comandamento.
Perché anche in chi evade le tasse possono esserci ragioni che ne diminuiscono l’imputabilità, come il fatto che devono sopravvivere e che pagandole tutte fallirebbe l’azienda, mandando in malora la famiglia e i figli.
In questi casi la Chiesa può applicare il discernimento. Eppure, se chiedessi la radicalità evangelica, non dovrebbe farlo, perché Gesù disse
” Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” 32 Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. 33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. 34 Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.”
Eppure per queste persone le attenuanti vengono ammesse nonostante che Gesù abbia promesso che se uno sacrifica tutto per il settimo comandamento non gli farà mancare il pane (e il pane è l’unica cosa necessaria, non guadagnare bene) però il discernimento sulle questioni dalla cintola in giù secondo voi non è possibile.
Ma perché questa fissazione sul sesso?
Il sacerdote può eccome discernere se un penitente ha coscienza erronea o se ha attenuanti, se il penitente è sincero. E se sbaglia ad assolverlo il penitente è comunque assolto, ecclesia supplet come già detto.
“Ciò che vale per gli adulteri, che eventualmente si appellano al “bene dei figli”, perché non dovrebbe valere – come è stato fatto giustamente notare – per chiunque pecchi gravemente in altre materie, ad esempio ladroni e omicidi?”
Se uno ruba per fame viene assolto e non commette peccato mortale, poichè la sopravvivenza è un bene più importante del denaro altrui…
Per gli omicidi non esiste una occasione simile, a parte che per la legittima difesa.
“Basta trovare un qualche bene, da contrapporre al male commesso… e si sta a posto.
E si osa anche dire che ancora esistono gli atti intrinsecamente cattivi…”
Gli atti intrinsecamente cattivi esistono, ciò che cambia non è la qualità dell’atto (che come adulterio e contraccezione non possono essere ammessi come leciti in se) ma l’imputabilità del peccatore.
Quella si che cambia in base alle circostanze. Anche questo detto un milione di volte.
Cito da qui https://pellegrininellaverita.com/2017/01/14/amoris-laetitia-ecco-veri-fautori-di-pace/comment-page-1/#comment-29068
, Adolfo
Mons. Caffarra ha dato un intervista al Foglio apparsa oggi e leggibile qui: http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/01/14/news/carlo-caffarra-papa-sinodo-famiglia-coscienza-newman-chiesa-114939/
Aldilà di tutta una verbosità per giustificare l’ingiustificabile per chi aveva giurato non essere mai occasione di scandalo per la Chiesa e cioè il portare nel dominio pubblico una problematica che aveva da rimanere tra persone competenti per non dare presa ai soliti groppuscoletti di facinorosi della movenza tradi-protestante, l’eminente Monsignore cerca di spiegare la giustezza della sua posizione.
E mette in evidenza il punto centrale dell’errore concettuale sul quale si basa tutta l’argomentazione dei quattro monsignori “ribelli” e che riportiamo qui:
«Il problema nel suo nodo è il seguente», argomenta Caffarra: «Il ministro dell’eucaristia (di solito il sacerdote) può dare l’eucaristia a una persona che vive more uxorio con una donna o con uomo che non è sua moglie o suo marito, e non intende vivere nella continenza? Le risposte sono solo due: Sì oppure No. Nessuno per altro mette in questione che Familiaris consortio, Sacramentum Caritatis, il Codice di diritto canonico, e il Catechismo della Chiesa cattolica alla domanda suddetta rispondano No. Un No valido finché il fedele non propone di abbandonare lo stato di convivenza more uxorio.
Amoris laetitia ha insegnato che, date certe circostanze precise e fatto un certo percorso, il fedele potrebbe accostarsi all’eucaristia senza impegnarsi alla continenza? Ci sono vescovi che hanno insegnato che si può. Per una semplice questione di logica, si deve allora anche insegnare che l’adulterio non è in sé e per sé male.
Non è pertinente appellarsi all’ignoranza o all’errore a riguardo dell’indissolubilità del matrimonio: un fatto purtroppo molto diffuso. Questo appello ha un valore interpretativo, non orientativo. Deve essere usato come metodo per discernere l’imputabilità delle azioni già compiute, ma non può essere principio per le azioni da compiere. Il sacerdote – dice il cardinale – ha il dovere di illuminare l’ignorante e correggere l’errante».
«Ciò che invece Amoris laetitia ha portato di nuovo su tale questione, è il richiamo ai pastori d’anime di non accontentarsi di rispondere No (non accontentarsi però non significa rispondere Sì), ma di prendere per mano la persona e aiutarla a crescere fino al punto che essa capisca che si trova in una condizione tale da non poter ricevere l’eucaristia, se non cessa dalle intimità proprie degli sposi. Ma non è che il sacerdote possa dire “aiuto il suo cammino dandogli anche i sacramenti”. Ed è su questo che nella nota n. 351 il testo è ambiguo. Se io dico alla persona che non può avere rapporti sessuali con colui che non è suo marito o sua moglie, però per intanto, visto che fa tanto fatica, può averne… solo uno anziché tre alla settimana, non ha senso; e non uso misericordia verso questa persona. Perché per porre fine a un comportamento abituale – un habitus, direbbero i teologi – occorre che ci sia il deciso proposito di non compiere più nessun atto proprio di quel comportamento. Nel bene c’è un progresso, ma fra il lasciare il male e iniziare a compiere il bene, c’è una scelta istantanea, anche se lungamente preparata. Per un certo periodo Agostino pregava: “Signore, dammi la castità, ma non subito”».
Abbiamo messo in grassetto dove si situa l’errore nel ragionamento di Mons Caffarra.
(1) Per una semplice questione di logica, si deve allora anche insegnare che l’adulterio non è in sé e per sé male : qui infatti il Cardinale confonde l’ordine della ragion pratica con quello della ragion teoretica. La relazione tra la prima non è univoca e tanto meno biunivoca ma suriettiva.
Tutti sappiamo che la Dottrina insegna che non si deve rubare. Supponiamo adesso che ci sia un penitente poverissimo e che è ogni tanto costretto a rubare per far mangiare la sua famiglia, certo a volte potrebbe lasciar senza mangiare i propri figli per qualche giorno senza ucciderli, ma sotto la pressione di vederli soffrire ogni tanto fa qualche latrocinio. Ma è cattolico e va a confessarsi: quando il sacerdote gli chiede di impegnarsi a mai più rubare al che risponde : farò come posso quanto posso. Il sacerdote gli potrebbe dare l’assoluzione e ciò non vuol dire che la dottrina debba insegnare che rubare non è in sé un male.
La soluzione l’aveva data San Tommaso già 9 secoli fa: infatti nella realtà reale e non nel mondo delle idee c’è una gerarchia tra le varie leggi divine, ad esempio la sopravvivenza personale, degli innocenti e delle persone amate viene prima, d’altro canto si riconosce che l’istinto materno o paterno è molto violento e può diminuire negli atti concreti la giusta valutazione morale di una situazione. Ragione per la quale inquadrare una legge in un contesto preciso non vuole negare la necessaria validità di tale legge.
Quindi qui la Logica non c’entra un bel niente
(2) Ma non è che il sacerdote possa dire “aiuto il suo cammino dandogli anche i sacramenti”. : questo non è al sacerdote di affermarlo e neanche a Mons Caffarra, ma solo alla Chiesa e la Chiesa ha sempre detto che i sacramenti sono li per aiutare nel cammino della vita. Il COME lo debbano essere non è materia di Dottrina ma di Disciplina.
(3) Se io dico alla persona che non può avere rapporti sessuali con colui che non è suo marito o sua moglie, però per intanto, visto che fa tanto fatica, può averne: questa frase un po’ disonesta rispetto a AL e a tutte le interpretazioni finora accettate, è semplicemente una conseguenza dell”errore descritto al punto (1) : il voler rimpiazzare il giudizio che deve portare la Chiesa (attraverso il sacerdote) sulla situazione particolare con un testo astratto di dottrina. Ma la verità non scaturisce dalla sola dottrina, la dall’incontro di questa con il reale come già mostrato. La questione è sapere se non possono esistere situazioni dove un penitente non si senta nell’obbligo di avere rapporti sessuali per un fine più alto che la castità sua personale ad esempio come la salute fisica e psichica, l’integrità materiale e spirituale, di veri innocenti come ad esempio figli/ se si riuscisse a dimostrare che questa situazione non potrà mai esistere allora su questo ultimo punto potremmo dire che il Caffarra avrebbe ragione di porre un limite, sennò ha proprio torto.
Come sempre risponde solo a quello che le fa comodo;
Dato che proprio non capisce, DI FATTO significa che persone che prima non potevano comunicarsi, adesso lo stanno facendo, chiaro? anche se formalmente (e neanche tanto) la dottrina sembra inalterata nei fatti le cose sono cambiate; è proprio questa la caratteristica del caso per caso; non è necessario intaccare la dottrina;
d’altronde se le cose non fossero cambiate nei fatti non ci sarebbe tutta questa polemica; quelli che lei definisce senza misericordia si attengono semplicemente alla bimillenaria Tradizione della Chiesa;
quando ho citato Kant non lo ho fatto per contrapporlo al pensiero tomista, ma solo per farle capire che anche nel cosiddetto pensiero laico si ammette che ci sia una morale interna all’uomo; figurarsi i cattolici che sanno perchè essa è presente!! o vuole negare che l’uomo abbia la capacità di discernere il bene dal male?
ma tant’è la libertà umana per lei è fortemente limitata;
l’Ecclesia supplet non è una bacchetta magica; non è ciò che salva peccatore e confessore;
dove è la volontà di non peccare più in persone che non prendono nemmeno in considerazione di vivere almeno castamente la loro unione adultera? l’Ecclesia supplet non serve a nulla se c’è l’intenzione di continuare a peccare;
glielo ripeto : qui l’unico scopo che si ha è permettere ad adulteri di persistere nella loro situazione con la scusa di un lunghissimo (e pieno di attenuanti) riavvicinamento; riavvicinamento che permetterà di continuare a vivere la situazione di peccato come se nulla fosse;
lei si è costruito un sistema logico che vive di vita propria ed è completamente scollegato dal buon senso;
“No, la coscienza non è solo conoscere la norma, ma comprenderla, può esistere la coscienza incolpevolmente erronea.”
si, risaliamo sempre di più fino a negare completamente la libertà umana per fare i comodi nostri.
d’altronde e glielo ripeto lei ha detto che il 99,9% DEI CATTOLICI ha avuto PIù DONNE PRIMA di sposarsi; glielo richiedo questa non è una calunnia? lei può parlare per lei, non per persone che nemmeno conosce;
“Auguroni davanti a Dio, che per chi la pensa come lei sarà giusto giudice e non salvatore misericordioso (esattamente come voi, nel vostro fariseismo ributtante, vi fate giudici degli altri stabilendo VOI quando sono in peccato mortale, cosa che non potete fare ma che spetta solo al Confessore).”
“Legga quanto ho detto nel topic su Burke e ci trova tutto, io non sto qui a servirle la pappa scodellata.”
la superbia la ha completamente accecata;
inizi a studiare la storia invece che teologia e capirà molte delle cose che stanno succedendo;
“Non le piace? Cambi Chiesa, la dottrina questo dice.
Se voi, con durezza di cuore spietata, volete che il discernimento che si fa con tutti i peccatori sia negato alle famiglie ferite il problema è solo vostro, non della Chiesa.”
è questa la sua chiesa?
@Longino
“Dato che proprio non capisce, DI FATTO significa che persone che prima non potevano comunicarsi, adesso lo stanno facendo, chiaro? anche se formalmente (e neanche tanto) la dottrina sembra inalterata nei fatti le cose sono cambiate; è proprio questa la caratteristica del caso per caso; non è necessario intaccare la dottrina”
Certo che le cose sono cambiate, e certo che persone che prima non potevano accostarsi ai Sacramenti ora possono.
Ma questo non significa che sia stata intaccata la dottrina, solo il modo di applicarla.
Quindi, qual’è il problema? Lo sa quante volte nella storia della Chiesa la disciplina/pastorale è cambiata?
“d’altronde se le cose non fossero cambiate nei fatti non ci sarebbe tutta questa polemica; quelli che lei definisce senza misericordia si attengono semplicemente alla bimillenaria Tradizione della Chiesa; ”
La polemica c’è perché non si vuole accettare che questo cambiamento è legittimo.
” l’ecclesia supplet non è una bacchetta magica; non è ciò che salva peccatore e confessore;
dove è la volontà di non peccare più in persone che non prendono nemmeno in considerazione di vivere almeno castamente la loro unione adultera? l’Ecclesia supplet non serve a nulla se c’è l’intenzione di continuare a peccare;”
Se il peccatore non è colpevole di peccato mortale ma solo di peccato veniale, cosa possibile anche per chi vive in stato oggettivo di peccato, la volontà di non peccare più non serve nè per l’assoluzione nè per l’Eucaristia, poichè il peccato veniale non uccide la Grazia di Dio.
Ora, ci sono persone che, pur vivendo in peccato grave materiale, non portano colpa mortale? Si.
L’ecclesia supplet era per dire che, se il confessore assolve chi non dovrebbe essere assolto (esempio valuta sbagliando che una persona sia in peccato veniale quando invece è in peccato mortale) l’assoluzione è comunque valida se il penitente è stato sincero, e difficilmente tornerà in peccato mortale, se il Confessore lo dispensa dall’obbligo di vivere in castità, poichè libera la sua coscienza.
Se la coscienza del penitente è liberata dal Confessore questi non pecca mortalmente.
“lei si è costruito un sistema logico che vive di vita propria ed è completamente scollegato dal buon senso;”
È l’insegnamento già applicato a tutti gli altri peccatori.
“si, risaliamo sempre di più fino a negare completamente la libertà umana per fare i comodi nostri.”
Che esista la coscienza incolpevolmente erronea è un fatto, per la dottrina cattolica. Parli di quello che conosce.
“d’altronde e glielo ripeto lei ha detto che il 99,9% DEI CATTOLICI ha avuto PIù DONNE PRIMA di sposarsi; glielo richiedo questa non è una calunnia? lei può parlare per lei, non per persone che nemmeno conosce;”
Nella mia vita ho conosciuto solo tre maschi cattolici arrivati vergini al matrimonio, perciò la mia stima si basava sui cattolici che conoscevo.
” è questa la sua chiesa?”
La mia è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
“Se il peccatore non è colpevole di peccato mortale ma solo di peccato veniale, cosa possibile anche per chi vive in stato oggettivo di peccato, la volontà di non peccare più non serve nè per l’assoluzione nè per l’Eucaristia, poichè il peccato veniale non uccide la Grazia di Dio.”
Ecco qua…………….
Se non è una scappatoia logica questa………..
Queste scappatoie non hanno nulla a che fare con la fede e la salvezza.
Le chiedo di fare un esempio concreto per poterle far vedere che in realtà sono tutte scusanti;
quindi faccia un esempio concreto di una persona che conosce così capirà quanto la realtà sia lontana dalle sue teorie giustificative;
Scappatoie logiche, dici giustamente, Longino.
Se il CCC non è stato abrogato (e sto iniziando ad avere seri dubbi in merito), dovrebbe valere ancora anche il punto seguente:
CCC 1650
Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione.
La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (« Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio »: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio.
Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio.
Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione.
Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali.
La riconciliazione mediante il Sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.
@Adolfo
“Ecco qua…………….
Se non è una scappatoia logica questa………..
Queste scappatoie non hanno nulla a che fare con la fede e la salvezza.
Le chiedo di fare un esempio concreto per poterle far vedere che in realtà sono tutte scusanti;
quindi faccia un esempio concreto di una persona che conosce così capirà quanto la realtà sia lontana dalle sue teorie giustificative;”
Ne ho già parlato con Adolfo, e casca proprio male caro Longino, perché una mia cara amica è proprio in una situazione simile.
Ha sopportato un matrimonio infernale (si, INFERNALE, senza sesso nè amore per 15 anni) per il bene di suo figlio.
Poi, quando il figlio era abbastanza cresciuto (aveva 16 anni, parliamo del 2005), e anche lui non ne poteva più della situazione infernale creatasi in casa, lei e il marito si sono separati consensualmente.
Dopo due anni ha trovato un uomo che la ama, e ora è una persona felice, completamente nuova.
Io però sono tenuto a credere che il primo matrimonio, l’unico valido, infernale com’era fosse amato da Dio, il quale Dio odierebbe la nuova unione, e odierebbe talmente tanto la felicità di questa persona da privarla della sua grazia e dannarla….
Comunque, lasciamo perdere queste considerazioni personali.
Questa persona con Papa Francesco, dopo Al, è tornata a Messa e a vivere la vita di Fede, non sentendosi più scomunicata.
Quando le ho detto che Amoris Laetitia aveva aperto una porta le ho detto di andarsi a confessare sinceramente, di non mentire e nascondere nulla e completare la penitenza.
Lei l’ha fatto ed è stata assolta. E nonostante quello che le avevo detto (sulla validità dell’assoluzione sempre e comunque, se è sincera) è andata da un altro sacerdote che ha confermato l’assoluzione.
Nessuno due due le ha imposto di vivere in castità e ora fa la Comunione, nessuno le ha imposto di troncare questa relazione che ha portato solo frutti buoni, a differenza del matrimonio valido ma infernale che ha vissuto, 15 anni di calvario.
Lei non riusciva a credere in un Dio malvagio che odia la sua felicità e che la vuole infelice altrimenti la danna per l’eternità, non ci credeva minimamente.
Sta di fatto che è stata assolta.
E altrochè scappatoie logiche, stiamo parlando di persone reali, di vite reali.
Quindi come vede di persone che non riescono a vedere la malvagità di una nuova unione e degli atti sessuali in essa compiuti ce ne sono parecchie, caro GIUDICE LONGINO, che sputa sentenze sulla vita di milioni di persone giudicandole DI FATTO in peccato mortale, prive della Grazia di Dio.
Gliel’ho detto, il bello è che lei verrà giudicato con lo stesso metro.
Buona Domenica.
Perciò come vede è ben possibile che una persona sia soggettivamente innocente PUR in una situazione di peccato grave (quanto alla materia) protratto.
E non stiamo certo parlando di una persona obnubilata dal vizio, dato che fino alla separazione non è mai stata con un altro uomo e ha sofferto 15 anni per il bene del figlio.
Ma no, nessuna misericordia per queste persone, pugno duro ci vuole! Hanno trovato un po’ di felicità dopo un matrimonio infernale? Luridi adulteri, sono certamente in peccato mortale! All’inferno maledetti!
Se questo fosse Dio non sarebbe diverso da Satana, come malvagità, solo più “altolocato”.
E. questo di cui ho parlato è un caso da manuale di coscienza incolpevolmente erronea. E lo so bene perché qjesta perdona è una mia cara amica perciò so come la pensa e che non si sente minimamente in colpa.
Poi ci sono i risposati che magari hanno figli e la situazione della continenza assoluta creerebbe loro maggior danno e sarebbe impraticabile. Anche questa è un’attenunante che i confessori prendono in considerazione, cioè la mancanza di libertà di agire diversamente (deliberato consenso).
È per questo che il Papa in Al ha detto
” Non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mort vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale»[339] o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. ”
Altrochè scappatoie logiche, si tratta di situazioni reali, che Familiaris Consortio non considerava imponendo a tutti lo stesso fardello.
Ed è su queste situazioni reali che si fonda il discernimento, vedere qui http://www.lastampa.it/2017/01/14/vaticaninsider/ita/vaticano/amoris-laetitia-losservatore-pubblica-le-linee-guida-maltesi-jLki2r55pShr97d1iL80qL/pagina.html?zanpid=2255580707819025408
Lei può, giudice Longino, pensare che tutte queste persone siano prive della Grazia di Dio e in peccato mortale, ma oltre a non corrispondere alla realtà si attira su di se il giudizio, visto che Cristo non poteva essere più chiaro nel dire che “con la misura con la quale giudicate sarete giudicati”.
Nemmeno la lettera di Giacomo poteva essere più chiara nel dire che “il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia”.
Dovrei dire che mi dispiace molto ecc ecc…. Ma sa qual’è il problema? Che non mi dispiace affatto, e non posso mentire.
Non mi dispiace affatto che verrete giudicati con lo stesso metro spietato, freddo, farisaico, bigotto è crudele col quale giudicate le famiglie in difficoltà.
Ma proprio per nulla mi spiace. Volete Giustizia e non Misericordia? Avrete Giustizia. Vi garantisco che l’avrete.
Anzi, è la Parola di Dio che ve lo garantisce. Mica l’ho detto io “con il metro col quale misurate verrete misurati”.
Auguroni quindi.
Il Card. Ravasi che partecipa ad un culto idolatrico non rappresenta la Chiesa, di certo.
Eppure, ha ragione Marco…
La coscienza incolpevolmente erronea potrebbe applicarsi persino ai mafiosi o ai tanto condannati trafficanti d’armi; eppure vengono condannati pubblicamente;
perchè tale mancanza di misericordia nei loro confronti?
Rispondo a Longino sui mafiosi e i trafficanti d’armi. Per quanto riguarda la teologia morale si applicano per tutti i peccati le stesse regole:
– in foro esterno la condanna pubblica,
– in foro interno si valuta caso per caso.
Non potrebbe essere diversamente.
Concordo anche qui.
Ad esempio, un sacerdote si trova di fronte uno che ha una azienda, con molti dipendenti, questo evade le tasse e deve continuare ad evaderle per non fallire, non rovinare la sua famiglia e non lasciare a casa tutti i suoi dipendenti.
Che si fa qui?
Perché anche qui, caro Longino, ci troviamo in una posizione di peccato grave protratto contro il settimo comandamento.
Quest’altro esempio serve ancora una volta per dire che la condanna del peccato non deve diventare la condanna del peccatore, che può trovarsi in situazioni dove agire diversamente è praticamente impossibile (salvo miracolo, ad esempio quell’imprenditore potrebbe vincere una grande somma e poter quindi pagare le tasse senza rovinarsi e rovinare la sua famiglia e i doni dipendente) senza incorrere in una nuova colpa.
Se questo vale per le questioni economiche perché non può valere anche per le questioni sessuali?
Perché solo nelle questioni sessuali e matrimoniali si chiede il pugno di ferro?
Caro Adolfo,
non mi risulta che la prassi bimillenaria della Chiesa in materia di confessione stia come dice lei. Mi riferisco al peccato oggettivo. Della coscienza parlava già san Tommaso, e quando a Beatrice di questo blog citavo le parole di Gesù in croce sul perdono di quelli che ne volevano la morte, non c’è bisogno che dica Beatrice che i suoi persecutori non avevano capito che si trattava di mettere a morte il Figlio di Dio (è ovvio). Secoli di giansenismo, ricordato da Marco, hanno lasciato ancora seguaci numerosi in questo blog, per cui ho solo da sperare che i confessori, se già non l’ho fanno, seguano le indicazioni dell’attuale Papa che non sta affatto precipitando la Chiesa nel caos. Certo, è meglio avere un prontuario che mi dica quali siano le azioni peccaminose da evitare (anche se poi nella pratica non riuscissi ad evitarle tutte) che praticare il discorso della montagna, dove non c’è la misura dell’obbligo. Invero la morale del dovere e dell’obbligo, derivata da san Bonaventura da Bagnoregio, dal beato Duns Scoto e da Guglielmo di Occam, è una morale basata sul volontarismo e sul nominalismo che ha portato parecchi guai nella Chiesa e nella società civile, anche se i primi due dei tre personaggi citati sono stati beatificati e/o canonizzati.
Chiedo scusa dell’errore: se già non lo fanno.
“Rispondo a Longino sui mafiosi e i trafficanti d’armi. Per quanto riguarda la teologia morale si applicano per tutti i peccati le stesse regole:
– in foro esterno la condanna pubblica,
– in foro interno si valuta caso per caso.
Non potrebbe essere diversamente.”
e dove sta la condanna pubblica dell’adulterio?
La condanna pubblica dell’adulterio sta per esempio qui:
http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201401311200417230&chkAgenzie=ITALIAOGGI
Esatto.
Semplicemente il Papa chiede che la condanna del peccato non implichi anche la condanna del peccatore, che può trovarsi in situazioni materialmente irrecuperabili o dove la sua colpevolezza soggettiva è molto diminuita.
Un conto è la condanna del peccato, un conto la condanna del peccatore.
Grazie Don.
dal catechismo di San Pio x n°347. Siamo noi obbligati ad osservare i comandamenti?
Si, siamo tutti obbligati ad osservare i comandamenti, perché tutti dobbiamo vivere secondo la volontà di Dio che ci ha creati, e basta trasgredirne gravemente uno solo per meritare l’inferno.
I’ll hero responsabile e’ I’ll modernists Badoglio e I suoi papoltri, preghiamo e agiamo, in verita’ LA falsa Chiesa di Bergoglio perseguita ogni cattolico veto….ports avanti una falsa federal frutto dell ‘ eresia satanica della teologia della liberazione, purtroppo riesce a ingannare molti pseudo cristiani perche’ non conoscono la Bibbia, il magistero bimillenario e la tradizione viva. Per salvare la Chiesa bisogna ridare la conoscenza BIBLICA e I’ll veto magistero.
L’episodio di don Pusceddu, così come è raccontato, è veramente triste. Togliere lo stipendio ad un prete e proibirgli di predicare per aver citato le parole di san Paolo sugli omosessuali, non è giustificabile. E però non occorre fare confusione: non è la Chiesa che perseguita, è un vescovo che ricatta un suo sottoposto (voglio dire che i vescovi non sono tutti così). Poi, non esiste la Chiesa bergogliana, esiste la Chiesa Cattolica che ha in queso momento un Papa che invita a confessarsi, ma non ha mai detto che la misericordia è esclusiva per il peccatore che non vuole convertirsi; certamente ci sono molti tradizionalisti che non vogliono neppure prendere in considerazione certi documenti del Vaticano II, ma il papa Francesco ha fatto molte aperture nei confronti dei tradizionalisti, tipo la liceità della confessione dai loro sacerdoti e la continuazione del dlialogo dottrinale per poter giungere alla costituzione di una prelatura personale. Non è che la fedeltà alla Parola porti necessariamente di essere considerati fuori della Chiesa e di conseguenza la persecuzione da parte della Curia (di certa comunità cristiana sì): tante volte è sufficiente che il predicatore che vuole essere fedele alla Parola distingua il peccato dalla responsabilità soggettiva del peccatore (il problema della coscienza è trattato dalla Chiesa sin dai tempi di san Tommaso d’Aquino, per conseguenza non si può commentare un passo della Sacra Scrittura relativo a questioni di morale, senza la mediazione della teologia morale non quella di “papa Bergoglio” che non esiste, ma quella che si è consolidata a partire da san Tommaso d’Aquino e che è pure approvata dall’attuale papa). Come si fa a sostenere che Colui che invita a confessarsi avalla il peccato, se così fosse, abolirebbe la confessione o non ne parlerebbe mai né confesserebbe mai, come facevano tanti altri papi probabilmente cari ai tradizionalisti? Il gesuita padre Bergoglio in Argentina facilitò l’arresto di due gesuiti che si erano schierati per la teologia della liberazione, quindi non si può parlare di falsa Chiesa di Bergoglio. Con ciò mi dispiace per l’aspirante sacerdote che non è stato accettato: succede, è successo anche in passato, magari un ordine religioso sarà più propenso ad accettarlo. Attenzione, però. Quando succedono fatti spiacevoli, si cerca sempre qual è lo specifico episodio che può aver determinato un provvedimento: le persone, credo, vengono valutate nel loro complesso. Chi deve decidere può sbagliare, ma normalmente non si basa su un singolo episodio. Poi, a volte, c’è la presunzione che a sbagliare siano sempre gli altri e che ci sia una persecuzione di essere nel giusto perché fedeli ad una dottrina tradizionale: anche un certo Simon Pietro aveva presunzione, poi un certo Paolo di Tarso andò a discutere con lui, dicendogli che aveva torto. Questo dico con tutto il dovuto rispetto per i due casi: il prete messo a tacere e il candidato al sacerdozio non ordinato. Parlo in generale.
In realtà il mio allora Rettore poco prima di scrivere quella lettera aveva riconosciuto verbalmente che quello che io sostenevo era realmente tutto secondo la retta dottrina. Quindi non era un problema di interpretazione della retta dottrina. E nella lettera che scrisse al mio allora Arcivescovo considerava negativo il mio attaccamento alla retta dottrina, ma non contestava minimamente che io sostenessi effettivamente la retta dottrina.
Se il rettore ha detto “retta dottrina” non avrebbe dovuto scrivere all’Arcivescovo. Perché mai uno non dovrebbe essere attaccato ad una dottrina, se è riconosciuta come “retta”. Forse il rettore nega il principio di non-contraddizione. Ma forse non è così: il rettore ritiene che quella che tu, Carlo Maria, definisci “retta dottrina” per lui è “dottrina tradizionale superata”. E allora, non c’è niente da fare. Si possono trovare ambienti che valutano diversamente le cose: un chierico “tradizionalista” di una diocesi del Piemonte non è stato fatto continuare nel seminario di quella diocesi, ma è diventato sacerdote in una Congregazione (il secondo istituto più numeroso del mondo…).
Può darsi che il mio allora Rettore considerasse la “retta dottrina” come superata, ma allora avrebbe dovuto dire e scrivere che in realtà non era retta dottrina. Proprio per questo verbalmente a quattr’occhi gli avevo chiesto se considerava non veramente secondo la retta dottrina quello che io sostenevo, e lui mi aveva risposto con forza che anche secondo lui (quello che io sostenevo) era tutto effettivamente secondo la retta dottrina. Forse ce l’aveva proprio con la retta dottrina, in quanto per iscritto, nella lettera riservata al mio allora Arcivescovo, ha considerato negativo il mio “attaccamento alla retta dottrina”, senza insinuare in alcun modo che non fosse effettivamente retta dottrina.
“Non è che la fedeltà alla Parola porti necessariamente di essere considerati fuori della Chiesa e di conseguenza la persecuzione da parte della Curia (di certa comunità cristiana sì): tante volte è sufficiente che il predicatore che vuole essere fedele alla Parola distingua il peccato dalla responsabilità soggettiva del peccatore (il problema della coscienza è trattato dalla Chiesa sin dai tempi di san Tommaso d’Aquino, per conseguenza non si può commentare un passo della Sacra Scrittura relativo a questioni di morale, senza la mediazione della teologia morale non quella di “papa Bergoglio” che non esiste, ma quella che si è consolidata a partire da san Tommaso d’Aquino e che è pure approvata dall’attuale papa). ”
Oooohhhh grazie Don. Sono giorni che ripeto che questo è l’argomento di Al (la distinzione tra imputabilità soggettiva e peccato oggettivo) che affonda le sue radici in San Tommaso. Non so se ha letto i miei post ma la ringrazio per aver ricordato questa cosa, che è fondamentale per capire Al.
Con chi ha un approccio kantiano al Cattolicesimo purtroppo si fa fatica ad approfondire quel discorso.
No, anzi anche di questo blog sono un frequentatore da poco. Grazie per la considerazione del mio commento.
inutile cercare di separare il peccato dal peccatore invocando la coscienza di fatto rischia di finire all’inferno il peccatore e non il peccato….
@M.I
Quello che dice non corrisponde all’insegnamento della Chiesa Cattolica.
O, se corrisponde, lo dimostri.
Salve.
mi rendo conto che ha ragione Marco: con chi ha un approccio kantiano al Cattolicesimo si fa fatica a farsi capire. Eppure basterebbe riflettere sulle parole del Crocifisso:
– riguardo al ladrone pentito: “Oggi sarai con me in paradiso”;
– riguardo alla massa che aveva gridato “Crucifige”: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”;
– riguardo al ladrone che lo insultava: non l’ha degnato di alcuna considerazione.
Ha ragione, don Ezio, riflettiamo sulle parole di Gesù, Colui che lei ha deciso di seguire fedelmente per tutta la vita rinunciando a tutto il resto sull’esempio degli apostoli:
«Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio». (Mt 19, 4-9)
Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio». (Mc 10, 4-12)
Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. (Lc 16, 18)
Adesso mi citi un passo del Vangelo dove Gesù dà a qualcuno il permesso di peccare.
Beatrice,
non esiste alcun passo del Vangelo, nessun passo della Bibbia e nessuno documento di papa o vescovo che dia a qualcuno il permesso di peccare. Esiste invece lei che fa finta di darmi ragione e mi fa una domanda provocatoria, non avendo argomenti per contraddirmi.
Don Ezio,
eppure esistono intere conferenze episcopali e diverse diocesi che sulla base della Amoris Laetitia danno proprio il permesso di peccare ad alcune persone senza richiedere loro alcun tipo di conversione e, cosa ancor più grave, consentono loro di assumere indegnamente il Corpo e Sangue di Cristo. Non glielo devo spiegare io quello che sta avvenendo nella Chiesa, la vede benissimo da sè la confusione che si è creata a causa dell’ambiguità dell’Amoris Laetitia, ambiguità che mons. Forte ci ha informato essere stata proprio voluta dall’autore dell’esortazione per favorire certe interpretazioni libere come quella dell’arcivescovo di San Diego, McElroy. Posso citarle nomi di famosi intellettuali, rinomati teologi e di colti prelati che hanno manifestato la loro preoccupazione per la situazione creatasi nel mondo cattolico, ma penso che li conosca già e li abbia già letti, quindi se non le hanno fatto cambiare idea loro non credo di poterci certo riuscire io. Poco fa le ho portato gli argomenti più importanti che contraddicono quanto lei sostiene insieme all’amico Marco (che in altri siti cattolici ho conosciuto con diversi altri pseudonimi): mi riferisco ovviamente ai passi del Vangelo sul divorzio. Quindi non posso fare altro che augurarle la Grazia di arrivare un giorno a pensare secondo le parole del cardinale Burke: “Quello di cui ho paura è apparire davanti a Nostro Signore il giorno del Giudizio e dover rispondere: no, non ti ho difeso quando eri attaccato, e la verità che hai insegnato era tradita”.
Ps: l’approccio kantiano al Cattolicesimo ce l’avevano anche i due Papi precedenti di cui uno è diventato Santo e tutta la Chiesa di questi ultimi duemila anni.
Senta Beatrice,
1°. Le conferenze episcopali e diocesi che sulla base della Amoris Laetitia dànno il permesso di peccare ad alcune persone senza richiedere loro alcun tipo di conversione e, cosa ancor più grave, consentono loro di assumere indegnamente il Corpo e Sangue di Cristo, non credo, forse dànno un’interpretazione un po’ larga dell’Amoris laetitia. Sbagliano comunque.
2°. Non credo che Mons. Forte sia l’autentico conoscitore degli intendimenti di papa Francesco.
3°. Io so che non si sbaglia a stare cum Petro e sub Petro, non ho garanzie dallo Spirito Santo che combinazione, invece di assistere il Romano Pontefice, assista intellettuali, teologi e colti prelati. Se dovessi dare ragione a Lei, dovrei concludere che lo Spirito Santo si sta sbagliando, ma questa sarebbe una bestemmia.
4°. Gli insegnamenti di Gesù sul matrimonio sono tutt’ora seguiti dalla Chiesa Cattolica, ma quel che Marco ed io diciamo che bisogna distinguere la materia grave dal peccato mortale e per questo le ho citato le parole di Gesù in croce rispetto a chi lo aizzava perché fosse crocifisso. Tra parentesi, Gesù nei passi sul divorzio parla dell’indissolubilità del matrimonio, non parla delle condizioni per accedere alla Comunione Sacramentale che sono state stabilite dalla Chiesa, assistita dallo Spirito Santo. Lo sa che fino a circa cento anni fa i rapporti naturali tra marito e moglie fatti in Quaresima impedivano di accedere alla Comuniuone?
5°. Bene, un cardinale ha il dovere di difendere la dottrina della Chiesa anche davanti al Papa, di cui è collaboratore. Io, come lei, faccio parte della Chiesa discente e non della Chiesa docente. E però, in questo blog agisco con gli stessi sentimenti del cardinale Burke: “Quello di cui ho paura è apparire davanti a Nostro Signore il giorno del Giudizio e dover rispondere: no, non ti ho difeso quando eri attaccato, e la verità che hai insegnato era tradita”. Il problema è per lei nella verità è il Card. Burke e seguaci e per me è nel Papa e seguaci. Chi ha ragione e chi ha torto?
6°. Non direi che l’approccio kantiano al Cattolicesimo ce l’avevano i due Papi precedenti di cui uno non è diventato Santo ma è stato proclamato Santo (è diverso!) visto che il loro punto di riferimento è il Concilio Vaticano II e quindi san Tommaso che non aveva un approccio volontaristico, come invece aveva Kant. Certamente non si può dire che l’approccio kantiano sia quello della Chiesa per duemila anni.
7°. Quanto al Marco e ai suoi pseudonimi non entro nel merito (avrà i suoi motivi), io sto alle ragioni che uno porta. Condivido il suo commento. Comunque io mi firmo col mio vero nome e cognome.
@ Don Ezio Fonio
“Beatrice,
non esiste alcun passo del Vangelo, nessun passo della Bibbia e nessuno documento di papa o vescovo che dia a qualcuno il permesso di peccare. Esiste invece lei che fa finta di darmi ragione e mi fa una domanda provocatoria, non avendo argomenti per contraddirmi”
È proprio così.
Scambiare il discernere dove, pur in una situazione oggettiva di peccato grave quanto alla materia non vi sia peccato mortale a causa di circostanze attenuanti e/o coscienza incolpevolmente erronea che facciano si che il peccato, pur grave quanto alla materia, sia veniale per il peccatore che lo commette (cfr Catechismo 1860 e 1862) scambiare questo con un “permesso di peccare” purtroppo denuncia la mancanza di argomenti di chi lo propone.
@ Beatrice
L’interpretazione della Diocesi di San Diego è completamente assurda ed eretica, poichè esclude il discernimento del Confessore affidando tutto alla “coscienza del risposato”.
Ben diversa, e perfettamente ortodossa, e l’interpretazione del Cardinale Vallini nella Diocesi di Roma (che è seguita dalla maggior parte delle diocesi italiane) e quella indicata dal Papa stesso nella lettera ai vescovi argentini, ovvero il discernimento del Confessore, che può discernere dove non vi sia peccato mortale (l’unica condizione che richiede il proposito fermo di non peccare più per essere assolti) nonostante la materia grave a causa di varie attenuanti.
E riguardo a questo
“l’approccio kantiano al Cattolicesimo ce l’avevano anche i due Papi precedenti di cui uno è diventato Santo e tutta la Chiesa”.
Ti comunico che è falso.
San Giovanni Paolo II era un grande Papa, semplicemente all’epoca valutò che non era possibile andare oltre coi risposati.
Ma, tanto per dire, l’approccio che adoperò coi coniugi facenti uso di contraccezione (fino a prova contraria gli atti di contraccezione sono materia grave contro il sesto comandamento tanto quanto quelli di adulterio) nel suo Vademecum di 20 anni fa lo dimostra http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1344740
Quel Vademecum è proprio la negazione del presunto approccio kantiano che avrebbe acuto GPII.
Semmai l’approccio kantiano è una degenerazione degli ultimi secoli, fino al Vaticano II, ma nel primo millennio era molto meno presente, Chiesa Ortodossa docet.
Ovviamente la Chiesa ortodossa ha degli errori dotrrinale che non possiamo accettare, introdottisi dopo lo scisma, ma il concetto spero si sia capito.
@Marco
Mi fa piacere che consideri l’interpretazione della Diocesi di San Diego “assurda ed eretica” (per usare le tue parole), ma si dà il caso che tale intepretazione non è mai stata sconfessata dalla Santa Sede ed è perfettamente legittimata dall’Amoris Laetitia, che in un punto dice: “stentiamo anche a dare spazio alla coscienza dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle.” Quindi come vedi l’arcivescovo McElroy ha proprio messo in pratica le novità introdotte dall’esortazione post-sinodale, non per niente si tratta di uno dei pupilli del Papa da lui insediato nella Diocesi di San Diego per virare in senso progressista la conferenza episcopale degli Stati Uniti, che insieme a quella polacca e a quella africana è una delle più conservatrici. Sul quotidiano “La Stampa” il vescovo McElroy è stato definito così: “una versione statunintense dell’ultimo cardinal Martini.” Qui trovi l’articolo: http://www.lastampa.it/2015/03/03/esteri/vatican-insider/it/il-papa-nomina-mons-mcelroy-vescovo-di-san-diego-HEdTMS7DCfnTV2nAzA94Q
Tra l’altro anche Galantino ha rivelato di comportarsi esattamente come l’arcivescovo di San Diego, lasciando, cioè, alla coscienza del singolo fedele la scelta se accedere o no all’Eucaristia. Cosa che ha ammesso di aver fatto anche sotto i pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, contravvenendo agli ordini papali senza il minimo ritegno. Se non mi credi puoi verificare tu stesso andando a vedere la puntata incriminata del programma di Rai1 “A Sua immagine” dal minuto 12.30 in poi: http://www.raiplay.it/video/2016/04/A-sua-immagine-del-10042016-e372b35d-d2cd-42ff-b2d4-844a904a0a5a.html
«San Giovanni Paolo II era un grande Papa, semplicemente all’epoca valutò che non era possibile andare oltre coi risposati.»
Questo è falso e tu lo sai bene, perché lungo tutto il suo pontificato San Giovanni Paolo II si è speso in maniera particolare proprio a difesa dellla famiglia, creando anche il “Pontificio Istituto per studi su Matrimonio e Famiglia” che ha preso il suo nome e che guarda caso è stato estromesso dai due sinodi del 2014 e del 2015. Nel leggere i resoconti dei due sinodi mi è rimasta impressa l’affermazione di uno dei partecipanti che disse: “Era come se Giovanni Paolo II non fosse mai esistito”.
E adesso vediamo di risolvere la questione del Vademecum per i coniugi facenti uso di contraccezione. Leggo nel testo:
“Certamente è da ritenere sempre valido il principio, anche in merito alla castità coniugale, secondo il quale è preferibile lasciare i penitenti in buona fede in caso di errore dovuto ad ignoranza soggettivamente invincibile, quando si preveda che il penitente, pur orientato a vivere nell’ambito della vita di fede, non modificherebbe la propria condotta, anzi passerebbe a peccare formalmente; tuttavia, anche in questi casi, il confessore deve tendere ad avvicinare sempre più tali penitenti, attraverso la preghiera, il richiamo e l’esortazione alla formazione della coscienza e l’insegnamento della Chiesa, ad accogliere nella propria vita il piano di Dio, anche in quelle esigenze”.
Cosa dice il Vademecum? Nel caso in cui i coniugi ignorino la peccaminosità della contraccezione il confessore che li segue, se pensa che non cambierebbero il loro stile di vita, dovrebbe evitare di informarli per non far sì che essi pecchino formalmente. Ed effettivamente nella società secolarizzata di oggi molti fedeli potrebbero proprio ignorare che fare uso di metodi contraccettivi è un peccato grave. Qualcosa del genere non è possibile che si verifichi con l’adulterio, perché tutti, ma proprio tutti, sanno che la Chiesa cattolica non riconosce il divorzio nè le nozze celebrate con rito civile, ma riconosce solo il matrimonio sacramentale celebrato in chiesa che dura finché morte non separi i due coniugi. Inoltre nel Vademecum da te spesso citato San Giovanni Paolo II invita comunque i confessori “ad avvicinare sempre più tali penitenti, attraverso la preghiera, il richiamo e l’esortazione alla formazione della coscienza e l’insegnamento della Chiesa, ad accogliere nella propria vita il piano di Dio, anche in quelle esigenze”.
Poi sinceramente non ho capito il tuo continuare a citare questo Vademecum come per dire “se permettiamo a queste persone di peccare gravemente, dobbiamo permetterlo anche a tutti gli altri che commettono peccati diversi ma altrettanto gravi”. Quindi secondo il tuo ragionamento oltre ai coniugi che fanno uso di contraccezione e ai divorziati risposati dobbiamo permettere di perseverare nella loro situazione di peccato anche ad altri se no li discriminiamo, tanto per chiunque qualche attenuante del caso la troviamo, per esempio dobbiamo permettere di peccare anche alle coppie omosessuali stabili, ai politici corrotti che hanno dovuto accettare compromessi per portare a casa la pagnotta, agli evasori che lamentano l’oppressione fiscale dello stato nei loro confronti, ai medici abortisti che sono tali perché se scegliessero l’obiezione non verrebbero assunti in nessun posto (cosa che oggi come oggi può accadere in Svezia: http://www.tempi.it/svezia-aborto-ostetrica-cristiana-fa-obiezione-di-coscienza-licenziata-ricorre-al-consiglio-d-europa#.WHjpz1x5FPY) e così via per tutti i gravi peccati protratti nel tempo senza alcuna intenzione da parte di chi li commette di abbandonarli.
Ps: ti ho già detto che se ti piacciono tanto gli ortodossi, nessuna legge italiana ti vieta di entrare a far parte di quella Chiesa, che ha i Sacramenti e la Successione apostolica, quindi è molto diversa dalle sette protestanti.
Don Ezio,
le rispondo punto per punto:
1) Sono contenta che riconosca che quelle conferenze episcopali e quelle Diocesi che danno un’interpretazione un po’ larga dell’Amoris Laetitia sbaglino. Non riesco a capire, però, come mai non la preoccupa il fatto che queste conferenze episcopali e queste Diocesi non siano smentite da chi di dovere. Per questo i cardinali dei dubia chiedono che venga data un’interpretazione autentica dell’esortazione, per evitare che vi siano abusi, visto che in gioco c’è la salvezza delle anime oltreché il rispetto dovuto al Santissimo Sacramento.
2) Quanto alle affermazioni di Mons. Forte, che le ricordo è stato scelto dal Papa come segretario speciale del Sinodo, le cito un passo da un articolo che può trovare a questo link: http://www.zonalocale.it/2016/05/03/-nessuno-si-deve-sentire-escluso-dalla-chiesa-/20471?e=vasto
«Monsignor Forte ha infatti rivelato un particolare “retroscena” del Sinodo: “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati – ha riferito monsignor Forte riportando una battuta di Papa Francesco – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fai in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io”. “Tipico di un gesuita” ha scherzato monsignor Forte, attribuendo a quella indicazione una saggezza che ha permesso la maturazione necessaria per giungere alla “Amoris laetitia” che, come precisato da monsignor Bruno Forte, non rappresenta una nuova dottrina, ma “l’applicazione misericordiosa” di quella di sempre». Ora, l’Amoris laetitia è effettivamente ambigua, sarà stato un caso?
3) Durante la crisi ariana il Papa Liberio arrivò a scomunicare Sant’Atanasio, l’unico rimasto a difendere l’ortodossia in quel periodo di crisi profonda per la Chiesa. Evidentemente in quel preciso frangente storico lo Spirito Santo stava agendo per mezzo di Sant’Atanasio e non per mezzo del Papa Liberio. Ci sono altri grandissimi Santi che hanno criticato duramente i Papi della loro epoca senza mai mettere in dubbio l’autorità di Pietro, io penso che conosca già i nomi, anche perché una Santa in particolare lei l’ha già citata in altri interventi. Vuole forse dire che tutti quei Santi quando criticarono il Papa non erano mossi dallo Spirito Santo che agisce attraverso tutte le membra del Corpo Mistico di Cristo? Ma se anche tutto questo non le bastasse troviamo la prova di ciò che sostengo nelle Sacre Scritture, conoscerà certamente il passo della lettera ai Galati in cui Paolo dice di essersi opposto a Pietro pubblicamente perché c’era a rischio la fede, ancora una volta quindi lo Spirito Santo agì non per mezzo del capo degli apostoli ma per mezzo di un suo sottoposto. Poi, visto che lei mi ha detto “non ho garanzie dallo Spirito Santo che combinazione, invece di assistere il Romano Pontefice, assista intellettuali, teologi e colti prelati”, mi sembra utile ricordare un episodio particolare della storia della Chiesa. All’inizio del XIV secolo un Papa, Giovanni XXII cadde nell’eterodossia. I cattolici più zelanti del suo tempo lo ripresero pubblicamente. Giovanni XXII – ha scritto il cardinale Schuster – «ha delle gravi responsabilità innanzi al tribunale della storia (…)», perché «offrì alla Chiesa intera lo spettacolo umiliante dei principi, del clero e delle università che rimettono il Pontefice sulla retta via della tradizione teologica cattolica, mettendolo nella dura necessità di disdirsi» (Idelfonso Schuster o.s.b., Gesù Cristo nella storia. Lezioni di storia ecclesiastica, Benedictina Editrice, Roma 1996, pp. 116-117).
4) Quando Gesù dice “Padre, pedona loro perché non sanno quello che fanno”, da come l’ho intesa io, voleva dire non “Padre, pedonali perché non sanno quanto sia grave invocare la morte di una persona”, ma voleva dire “Padre, perdonali perché non sanno Chi è veramente Colui del quale invocano la morte”, perché desiderare di veder morire un uomo è un peccato grave, ma desiderare di veder morire Dio è un peccato gravissimo, e sottolineo gravissimo. Poi, io non metto in dubbio che non tutte le persone che commettono un peccato grave abbiano necessariamente commesso un peccato mortale che li priva della Grazia santificante, io metto in dubbio che un sacerdote (a meno che non sia un novello Padre Pio in grado di leggere i cuori) abbia la possibilità di capire quali peccati gravi siano mortali e quali no, soprattutto se si tratta di peccati gravi protratti nel tempo, come se fosse possibile fare valutare scientificamente e obiettivamente da un uomo qualcosa del genere. Anche perché esistono preti con sensibilità diverse, alcuni più rigidi altri più lassisti, per cui la stessa identica situazione verrebbe quasi sicuramente trattata in maniera diversa producendo grandi ingiustizie, o peggio, come io temo, si arriverebbe ad assolvere facilmente qualsiasi comportamento fortemente contrario ai comandamenti divini.
Gesù non parla delle condizioni per accedere alla Comunione Sacramentale, ma San Paolo sì: «Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1 Cor 11, 27-29). Il Cardinale Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, recentemente ha detto: «La Chiesa intera ha sempre tenuto fermo sul fatto che non si può ricevere la Comunione quando si è consapevoli di aver commesso un peccato grave, principio che è stato confermato definitivamente dall’enciclica Ecclesia de Eucharistia di San Giovanni Paolo II». Ed il Cardinale Prefetto aggiunge: «Neanche un Papa può sciogliere da questa legge divina». Il Cardinale Sarah ha parlato di peccato grave, perché il peccato mortale lo può vedere solo Dio leggendo nei cuori delle persone. Il Codice di Diritto Canonico stabilisce che: «Non siano ammessi alla sacra Comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l’irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto» (can. 915). Come vede si parla ancora una volta di “peccato grave manifesto” e non di “peccato mortale” per le ragioni che ho già spiegato. So che in passato l’Eucaristia non la potevano prendere i bambini, che non la si poteva prendere tutti i giorni, che bisognava rispettare un tempo di digiuno prima di assumerla, ma il fatto è che tutti questi cambiamenti disciplinari non hanno mai messo in pericolo nè l’indissolubilità del matrimonio nè il fatto che il Santissimo Sacramento debba essere assunto degnamente pena la nostra condanna.
5) La Verità non la possiedo io, nè Burke, nè il Papa, nè lei, la Verità con la V maiuscola la possiede solo Dio, che in un tempo a noi lontano è venuto a farci visita qui sulla Terra e in quel frangente ha detto a noi poveri uomini dalla visione limitata delle cose: “sul Matrimonio non avete capito nulla, il progetto che avevo in mente era un altro, non un’unione a tempo determinato, ma un legame fedele e indissolubile che nessun uomo al mondo ha la facoltà di sciogliere”. Questa Verità era talmente sconvolgente che scandalizzò persino gli apostoli, cioè i seguaci più fedeli di Gesù, il quale, però, ribadì tale Verità e andò avanti a dirne tante altre ugualmente sconvolgenti al punto che pensarono bene di farlo fuori. Tutti coloro che in seguito difesero tali Verità rivelateci da Gesù andarono incontro a persecuzioni terribili se non addirittura alla morte. Sotto i due pontificati precedenti, se difendevi tali Verità, eri aspramente criticato dal mondo, ma potevi trovare protezione all’interno della Chiesa. Oggi invece accade che la persecuzione sia perpetrata non solo da parte della società, ma anche da parte della Chiesa gerarchica, il caso di don Pusceddu è emblematico in questo senso e le assicuro che non è l’unico. Io non posso negare ciò che sta avvenendo sotto i miei occhi, vorrei tanto poterlo fare, perché avrei vita più facile nell’ambiente in cui vivo, ma non ci riesco, in quanto equivarrebbe a tradire Gesù. Non giudico se lei sia in buonafede o meno nel difendere a spada tratta il Papa, non mi permetterei mai, il suo cuore e le motivazioni che la spingono ad agire così le conosce solo Dio. L’augurio che le ho fatto e che le rinnovo è quello di difendere sempre la Verità di Cristo anche e soprattutto quando è una Verità scomoda per le orecchie dell’uomo di oggi, di difenderla anche a costo di venire perseguitato fuori e dentro la Chiesa. E per me questo lo stanno facendo Burke e gli altri. Lei mi dice che dal suo punto di vista lo sta già facendo anche lei? Allora è a posto! Non ha nulla da temere!
6) L’uso che ho fatto dell’espressione “approccio kantiano al Cattolicesimo” era volutamente provocatorio in risposta a quanto detto da lei e da Marco, intendevo dire: “se voi credete che noi abbiamo un approccio kantiano al Cattolicesimo, allora dovete credere che ce l’avevano pure tutti i Papi che si sono succeduti in questi duemila anni prima del Pontefice attuale”. Chiarisco che io non penso di avere un approccio kantiano al Cattolicesimo e non penso che ce l’avessero i Papi del passato, di cui condivido il pensiero.
@Beatrice
“@Marco
Mi fa piacere che consideri l’interpretazione della Diocesi di San Diego “assurda ed eretica” (per usare le tue parole), ma si dà il caso che tale intepretazione non è mai stata sconfessata dalla Santa Sede ed è perfettamente legittimata dall’Amoris Laetitia, che in un punto dice: “stentiamo anche a dare spazio alla coscienza dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle.” Quindi come vedi l’arcivescovo McElroy ha proprio messo in pratica le novità introdotte dall’esortazione post-sinodale, non per niente si tratta di uno dei pupilli del Papa da lui insediato nella Diocesi di San Diego per virare in senso progressista la conferenza episcopale degli Stati Uniti, che insieme a quella polacca e a quella africana è una delle più conservatrici. Sul quotidiano “La Stampa” il vescovo McElroy è stato definito così: “una versione statunintense dell’ultimo cardinal Martini.” Qui trovi l’articolo: http://www.lastampa.it/2015/03/03/esteri/vatican-insider/it/il-papa-nomina-mons-mcelroy-vescovo-di-san-diego-HEdTMS7DCfnTV2nAzA94Q
Tra l’altro anche Galantino ha rivelato di comportarsi esattamente come l’arcivescovo di San Diego, lasciando, cioè, alla coscienza del singolo fedele la scelta se accedere o no all’Eucaristia. Cosa che ha ammesso di aver fatto anche sotto i pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, contravvenendo agli ordini papali senza il minimo ritegno. Se non mi credi puoi verificare tu stesso andando a vedere la puntata incriminata del programma di Rai1 “A Sua immagine” dal minuto 12.30 in poi: http://www.raiplay.it/video/2016/04/A-sua-immagine-del-10042016-e372b35d-d2cd-42ff-b2d4-844a904a0a5a.html”
Poco importa, sbagliano.
Comunque ho visto che l’arcivescovo di San Diego propone almeno un colloquio coi penitenti, perciò se, come penso io, li assolve tutti a prescindere in tal caso l’assoluzione è comunque valida e i fedeli non commettono sacrilegio.
Però la colpa di tale leggerezza ricade su di loro. Preghiamo per loro, quindi.
“Questo è falso e tu lo sai bene, perché lungo tutto il suo pontificato San Giovanni Paolo II si è speso in maniera particolare proprio a difesa dellla famiglia, creando anche il “Pontificio Istituto per studi su Matrimonio e Famiglia” che ha preso il suo nome e che guarda caso è stato estromesso dai due sinodi del 2014 e del 2015. Nel leggere i resoconti dei due sinodi mi è rimasta impressa l’affermazione di uno dei partecipanti che disse: “Era come se Giovanni Paolo II non fosse mai esistito”.”
Ho detto che secondo me San Giovanni Paolo II avrebbe voluto essere più misericordioso e il vademecum citato lo dimostra, semplicemente non ha potuto in quel momento. Così la penso io.
“Cosa dice il Vademecum? Nel caso in cui i coniugi ignorino la peccaminosità della contraccezione il confessore che li segue, se pensa che non cambierebbero il loro stile di vita, dovrebbe evitare di informarli per non far sì che essi pecchino formalmente. Ed effettivamente nella società secolarizzata di oggi molti fedeli potrebbero proprio ignorare che fare uso di metodi contraccettivi è un peccato grave. Qualcosa del genere non è possibile che si verifichi con l’adulterio, perché tutti, ma proprio tutti, sanno che la Chiesa cattolica non riconosce il divorzio nè le nozze celebrate con rito civile, ma riconosce solo il matrimonio sacramentale celebrato in chiesa che dura finché morte non separi i due coniugi. Inoltre nel Vademecum da te spesso citato San Giovanni Paolo II invita comunque i confessori “ad avvicinare sempre più tali penitenti, attraverso la preghiera, il richiamo e l’esortazione alla formazione della coscienza e l’insegnamento della Chiesa, ad accogliere nella propria vita il piano di Dio, anche in quelle esigenze”.
Come ho già spiegato mille volte, anche nel topic su Burke, la coscienza incolpevolmente erronea non si da solo quando non si conosce la norma, ma anche quando, pur conoscendola, non si capiscono i valori intrinseci della norma morale.
Perciò sia con l’adulterio che con la contraccezione può darsi questa eventualità.
Infatti il Vademecum non parla solo di persone che non conoscono la norma ma anche di persone che la conoscono e non la capiscono (vedi Al 301) cito
“La novità del documento – concludeva padre Muraro – consiste nell’ammettere che la coscienza possa formulare in modo incolpevole un giudizio diverso da quello del magistero gerarchico, e possa applicare questo giudizio alla sua vita individuale, tenendo conto delle particolari circostanze in cui si trova a vivere.”
Ora, il fatto che non vi sia peccato mortale dove non si conosce la norma è sempre stato detto dalla Chiesa, pertanto se fosse solo questo non si parlerebbe di novità.
Evidentemente qui la novità è che la Chiesa ha deciso di applicare ai fedeli un insegnamento già ben conosciuto (quello della coscienza incolpevolmente erronea) ma non applicato nei secoli scorsi, dominati dal giansenismo pratico.
E si, per risponderti trovo assurdo ed ipocrita attuare il pugno di ferro solo coi risposati, tanto è vero che con tutte le altre categorie da te citate la Chiesa valuta già dove vi sia peccato mortale oppure no, col discernimento.
Sull’abortista, il caso più grave, io gli imporrei di lasciare il suo lavoro per l’assoluzione ma lo aiuterei in ogni modo personalmente e con la comunità, se fossi un sacerdote.
“@Marco
Mi fa piacere che consideri l’interpretazione della Diocesi di San Diego “assurda ed eretica” (per usare le tue parole), ma si dà il caso che tale intepretazione non è mai stata sconfessata dalla Santa Sede ed è perfettamente legittimata dall’Amoris Laetitia, che in un punto dice: “stentiamo anche a dare spazio alla coscienza dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle.” Quindi come vedi l’arcivescovo McElroy ha proprio messo in pratica le novità introdotte dall’esortazione post-sinodale, non per niente si tratta di uno dei pupilli del Papa da lui insediato nella Diocesi di San Diego per virare in senso progressista la conferenza episcopale degli Stati Uniti, che insieme a quella polacca e a quella africana è una delle più conservatrici. Sul quotidiano “La Stampa” il vescovo McElroy è stato definito così: “una versione statunintense dell’ultimo cardinal Martini.” Qui trovi l’articolo
Tra l’altro anche Galantino ha rivelato di comportarsi esattamente come l’arcivescovo di San Diego, lasciando, cioè, alla coscienza del singolo fedele la scelta se accedere o no all’Eucaristia. Cosa che ha ammesso di aver fatto anche sotto i pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, contravvenendo agli ordini papali senza il minimo ritegno. Se non mi credi puoi verificare tu stesso andando a vedere la puntata incriminata del programma di Rai1 “A Sua immagine” dal minuto 12.30 in poi”
Poco importa, sbagliano.
Comunque ho visto che l’arcivescovo di San Diego propone almeno un colloquio coi penitenti, perciò se, come penso io, li assolve tutti a prescindere in tal caso l’assoluzione è comunque valida e i fedeli non commettono sacrilegio.
Però la colpa di tale leggerezza ricade su di loro. Preghiamo per loro, quindi.
“Questo è falso e tu lo sai bene, perché lungo tutto il suo pontificato San Giovanni Paolo II si è speso in maniera particolare proprio a difesa dellla famiglia, creando anche il “Pontificio Istituto per studi su Matrimonio e Famiglia” che ha preso il suo nome e che guarda caso è stato estromesso dai due sinodi del 2014 e del 2015. Nel leggere i resoconti dei due sinodi mi è rimasta impressa l’affermazione di uno dei partecipanti che disse: “Era come se Giovanni Paolo II non fosse mai esistito”.”
Ho detto che secondo me San Giovanni Paolo II avrebbe voluto essere più misericordioso e il vademecum citato lo dimostra, semplicemente non ha potuto in quel momento. Così la penso io.
“Cosa dice il Vademecum? Nel caso in cui i coniugi ignorino la peccaminosità della contraccezione il confessore che li segue, se pensa che non cambierebbero il loro stile di vita, dovrebbe evitare di informarli per non far sì che essi pecchino formalmente. Ed effettivamente nella società secolarizzata di oggi molti fedeli potrebbero proprio ignorare che fare uso di metodi contraccettivi è un peccato grave. Qualcosa del genere non è possibile che si verifichi con l’adulterio, perché tutti, ma proprio tutti, sanno che la Chiesa cattolica non riconosce il divorzio nè le nozze celebrate con rito civile, ma riconosce solo il matrimonio sacramentale celebrato in chiesa che dura finché morte non separi i due coniugi. Inoltre nel Vademecum da te spesso citato San Giovanni Paolo II invita comunque i confessori “ad avvicinare sempre più tali penitenti, attraverso la preghiera, il richiamo e l’esortazione alla formazione della coscienza e l’insegnamento della Chiesa, ad accogliere nella propria vita il piano di Dio, anche in quelle esigenze”.
Come ho già spiegato mille volte, anche nel topic su Burke, la coscienza incolpevolmente erronea non si da solo quando non si conosce la norma, ma anche quando, pur conoscendola, non si capiscono i valori intrinseci della norma morale.
Perciò sia con l’adulterio che con la contraccezione può darsi questa eventualità.
Infatti il Vademecum non parla solo di persone che non conoscono la norma ma anche di persone che la conoscono e non la capiscono (vedi Al 301) cito
“La novità del documento – concludeva padre Muraro – consiste nell’ammettere che la coscienza possa formulare in modo incolpevole un giudizio diverso da quello del magistero gerarchico, e possa applicare questo giudizio alla sua vita individuale, tenendo conto delle particolari circostanze in cui si trova a vivere.”
Ora, il fatto che non vi sia peccato mortale dove non si conosce la norma è sempre stato detto dalla Chiesa, pertanto se fosse solo questo non si parlerebbe di novità.
Evidentemente qui la novità è che la Chiesa ha deciso di applicare ai fedeli un insegnamento già ben conosciuto (quello della coscienza incolpevolmente erronea) ma non applicato nei secoli scorsi, dominati dal giansenismo pratico.
E si, per risponderti trovo assurdo ed ipocrita attuare il pugno di ferro solo coi risposati, tanto è vero che con tutte le altre categorie da te citate la Chiesa valuta già dove vi sia peccato mortale oppure no, col discernimento.
Sull’abortista, il caso più grave, io gli imporrei di lasciare il suo lavoro per l’assoluzione ma lo aiuterei in ogni modo personalmente e con la comunità, se fossi un sacerdote.
@Beatrice
“L’uso che ho fatto dell’espressione “approccio kantiano al Cattolicesimo” era volutamente provocatorio in risposta a quanto detto da lei e da Marco, intendevo dire: “se voi credete che noi abbiamo un approccio kantiano al Cattolicesimo, allora dovete credere che ce l’avevano pure tutti i Papi che si sono succeduti in questi duemila anni prima del Pontefice attuale”. Chiarisco che io non penso di avere un approccio kantiano al Cattolicesimo e non penso che ce l’avessero i Papi del passato, di cui condivido il pensiero.”
Invece l’approccio kantiano in passato, negli ultimi secoli, c’è stato, a causa del rigorismo morale del giansenismo, dottrina eretica condannata dalla Chiesa ma che ha pesantemente influenzato la pratica morale della Chiesa Cattolica.
Cito da qui
https://pellegrininellaverita.com/2017/01/14/amoris-laetitia-ecco-veri-fautori-di-pace/comment-page-1/#comment-29065
“Infatti personalmente risento questo irrigidimento dei quattro cardinali e di chi li segue nel pensiero di stampo aut aut come un ultimo colpo di coda di protestantesimo nella sua versione cattolica giansenista contro la Chiesa
In finis, riconosciamolo una volta per tutte: non è cattolico essere kantiano…
Eppoi, il tutto è semplicemente una questione di buon senso.
Amoris Laetita è probabilmente una ripetizione dell’uovo di Colombo.”
Perciò altrochè: il giansenismo, come Kant, è rigorista; e la Chiesa ne è stata pesantemente influenzata nella pratica, come dico fin da quando mi sono iscritto e come ha ripetuto anche il direttore di croce-via.
Basta vedere la scomunica di un secolo fa per i risposati, che nel codice di diritto canonico era chiamati infami e scomunicati (cosa che molti che scrivono qui deciderebbero, nel loro fariseismo e giudizio morale spietato, accadesse ancora)
Can 2356. Bigami, idest qui, obstante coniugali vinculo, aliud matrimonium, etsi tantum civile, ut aiunt, attentaverint, sunt ipso facto infames; et si, spreta Ordinarii monitione, in illicito contubernio persistant, pro diversa reatus gravitate excommunicentur vel personali interdicto plectantur.
(CODEX IURIS CANONICI – 1917)
Altrochè misericordia.
@Beatrice
Ho scritto
“Sull’abortista, il caso più grave, io gli imporrei di lasciare il suo lavoro per l’assoluzione ma lo aiuterei in ogni modo personalmente e con la comunità, se fossi un sacerdote.”
Volevo dire anche economicamente, se per ricevere l’assoluzione ha perso il lavoro.
Ma non si può continuare con un lavoro dove si uccidono degli innocenti.
@Marco
«Infatti il Vademecum non parla solo di persone che non conoscono la norma ma anche di persone che la conoscono e non la capiscono (vedi Al 301) cito
“La novità del documento – concludeva padre Muraro – consiste nell’ammettere che la coscienza possa formulare in modo incolpevole un giudizio diverso da quello del magistero gerarchico, e possa applicare questo giudizio alla sua vita individuale, tenendo conto delle particolari circostanze in cui si trova a vivere.”»
No, il Vademecum di San Giovanni Paolo II parla solo di persone che non conoscono la norma e che, se il confessore le informasse, andrebbero a peccare formalmente. Come al solito tu fai il taglia e cuci e riporti solo quello che ti fa comodo. Cito dall’articolo di Sandro Magister anche la parte precedente rispetto a quello che hai riportato tu:
«Nell’illustrare questo documento su “Vita Pastorale” – una rivista molto letta in Italia dai sacerdoti – il teologo domenicano Giordano Muraro, docente di morale all’Angelicum di Roma, scrisse che si tratta di “un documento coraggioso, che ha riportato pace e serenità nel cuore di molti confessori, ma anche di molti fedeli”.
Ma obiettò anche che il documento aveva una lacuna. Introduceva delle novità rispetto alla precedente linea “rigorista”, ma non spiegava la ragione di questi cambiamenti.
E tale ragione fondante – a giudizio di padre Muraro – era proprio “una nuova e rilevante importanza data alla coscienza del fedele, intendendo per coscienza la capacità della persona di valutare e decidere il comportamento da scegliere e da vivere”.
“La novità del documento – concludeva padre Muraro – consiste nell’ammettere che la coscienza possa formulare in modo incolpevole un giudizio diverso da quello del magistero gerarchico, e possa applicare questo giudizio alla sua vita individuale, tenendo conto delle particolari circostanze in cui si trova a vivere.»
Come vedi è padre Muraro che del tutto autonomamente interpreta il Vademecum come lo interpreti tu (infatti padre Muraro dice che il Vademecum ha delle lacune). Il testo di San Giovanni Paolo II mai dice che se il fedele crede in coscienza di agire bene allora il confessore deve lasciarlo fare perché in quel caso il fedele non pecca. Il testo di San Giovanni Paolo II mai parla del fatto che il fedele potrebbe non comprendere il valore di una norma e allora sarebbe per questo legittimato a non rispettarla. Se tu sostieni il contrario devi riportare i brani del Vademecum che provano quello che dici e non l’interpretazione arbitraria che ne fa padre Muraro.
Non è un’interpretazione arbitraria, è una cosa ben conosciuta dalla teologia morale, tanto che anche il Cardinale Ennio Antonelli (che interpreta Amoris Laetitia in modo restrittivo) ammette che la coscienza di una persona che conosce bene la norma può essere invincibilmente erronea e quindi non colpevole di peccato mortale.
Cito da qui http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351390?refresh_ce
“La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio). ”
E fin qui tutto nella norma, è ovvio che se una persona non sa che il sesso fuori dal matrimonio è peccato allora non pecca.
Poi però dice
” potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).”
E come vedi parliamo del giudizio incolpevolmente erroneo, che non è affatto una mia interpretazione arbitraria, ma appartiene alla Chiesa il riconoscere che la coscienza possa essere erronea senza smettere di essere retta (e cioè che la persona sia in stato di grazia PUR vivendo in situazione contrastante con la lettera della legge e conoscendo la norma cfr Al 301).
“Come si fa a sostenere che Colui che invita a confessarsi avalla il peccato, se così fosse, abolirebbe la confessione o non ne parlerebbe mai né confesserebbe mai, come facevano tanti altri papi probabilmente cari ai tradizionalisti?”
di fatto permette a persone in peccato mortale, che sanno di essere in peccato mortale, di comunicarsi;
ma tant’è oggi esiste solo il peccato; i peccatori non esistono più; sono tutti PRL peccatori a responsabilità limitata
e quindi forse ha ragione lei
Longino,
nessuna persona che sa di essere in peccato mortale ha il permesso dall’attuale papa di comunicarsi; una persona può sapere di aver commesso una colpa grave, pentirsi e confessarsi. Ci vuole anche il proposito di non più commettere il peccato per l’avvenire. Ma esistono situazioni difficilmente risolvibili, come lo stato di peccato generato da una convivenza illegittima. Se uno è pentito, non è così semplice separarsi. In questo caso il Papa ha chiesto ai confessori di considerare le cause esimenti o diminuenti la colpa. Queste cause sono sempre esistite: il Papa le ha ricordato perché fossero applicate. Quindi dire che i peccatori non esistono più o sono a responsabilità limitata è una conclusione inaccettabile perché non è vera: è solo gettare discredito sul Papa.
“Se uno è pentito, non è così semplice separarsi. In questo caso il Papa ha chiesto ai confessori di considerare le cause esimenti o diminuenti la colpa. ”
e la soluzione di vivere come fratello e sorella non va bene?
in ogni caso una volta che il confessore alla prima confessione informasse questi “inconsapevoli” che si trovano in una situazione di peccato mortale, per le volte successive come la mette? possono continuare a fornicare consapevolmente? o hanno ancora le attenuanti?
Caro Longino,
certo che vivere come fratello e sorella è una soluzione che va bene. E se non riescono a vivere come fratello e sorella, si fa di nuovo il discernimento e si applicano le attenuanti applicabili al caso.
Mi dica un po’? E’ di precetto che occorre andare a Messa tutte le domeniche e feste dette per l’appunto comandate (salvo impedimenti di forza maggiore). Uno viene confessarsi a Pasqua e dice che non è andato a Messa nell’anno precedente. Si confessa e fa la comunione pasquale. La volta dopo che si confessa, dice che non è andato a Messa la domenica e certamente questa volta è consapevole del precetto. Che farebbe lei? Non le dà l’assoluzione? Così facendo non cura niente, scristianizza un intero paese. Così fece il parroco di Arzo in Svizzera: non ha battezzato i figli dei genitori che non andavano a Messa tutte le domeniche in parrocchia. Risultato: paese scristianizzato. Veda un po’ lei.
Ma loro sono i duri e puri, caro Don.
Come ha visto sotto Longino giudica i risposati persone DI FATTO in peccato mortale, permettendosi, con un farisaismo (giudico il suo comportamento, io, in il suo foro interno come fa lui) che definire ributtante è un eufemismo, arrogandoti il diritto di mettere in stato di peccato mortale, ovvero prive della grazia di Dio, tutte le famiglie ferite.
Questi sono i “cattoliconi”, i super cattoliconi che si vantano della loro fedeltà alla dottrina, quando il loro comportamento è lo stesso di chi ha crocifisso Cristo.
Il signor Longino si permette di parlare di quelle persone come persone DI FATTO in peccato mortale, giudicando il loro foro interno.
Verrà giudicato con lo stesso metro.
@Longino
“di fatto permette a persone in peccato mortale, che sanno di essere in peccato mortale, di comunicarsi;”
Lei ha appena detto una menzogna (peccato materialmente grave contro l’ottavo comandamento, in questo caso aggravato dal fatto che è calunnia contro il Santo Padre), infatti il Santo Padre chiede solo una cosa: discernimento.
Dove c’è il peccato mortale i peccatori in questione non potranno fare la Comunione nè essere assolti, senza il fermo proposito di non peccare più, dove, invece, pur essendoci una situazione oggettiva di peccato, il peccatore, a causa di varie attenuanti, abbia una colpevolezza diminuita, si potrà accordargli l’accesso regolare al Sacramento della Riconciliazione e dell’Eucaristia http://www.lastampa.it/2017/01/07/vaticaninsider/ita/vaticano/dubia-sui-sacramenti-ai-risposati-la-via-di-vallini-rZJGCELLnVmgHLr14G4zJO/pagina.html
Eviti quindi di dire menzogne; e invece che preoccuparsi dei peccati degli adulteri, che lei disprezza, confessi il peccato grave di calunnia che ha appena commesso (quello che il Santo Padre permetterebbe l’accesso alla Comunione a chi è in peccato mortale, ovvero che permetterebbe il sacrilegio), altrimenti la prossima Comunione sacrilega la farà lei, non le famiglie in difficoltà contro le quali si scaglia con farisaico zelo.
attenzione attenzione, quanto giudizio
chi è che punta il dito? Lei dato che sa addirittura quello che si deve o non si deve confessare;
per usare le sue stesse parole, le verrà usata la stessa misericordia, dato che lei sta giudicando Longino;
in ogni caso ribadisco quanto detto, e legga bene questa volta; ho detto DI FATTO, (capito?) DI FATTO permette a persone in peccato mortale di comunicarsi.
E può fare tutti i sofismi e le speculazioni logiche che vuole, chi sta distorcendo il precetto evangelico sull’indissolubilità del matrimonio è lei, per adeguarlo ai comodi ed alle necessità di ognuno; da buon primatista della prassi;
tanto per farle un esempio……….
qui si parla di persone che persistono in uno stato di peccato mortale; possono essere non consapevoli? glielo posso pure accordare (anche se non ci crede nessuno); ma appena si confessano e il sacerdote li avvisa della gravità della loro situazione, ne prendono coscienza; proponendosi di non peccare più devono interrompere la situazione di peccato;
quali attenuanti ci possono essere dopo?
lei dirà che non saranno pienamente consapevoli nemmeno dopo?
qui l’unico scopo che si ha è permettere ad adulteri di persistere nella loro situazione con la scusa di un lunghissimo (e pieno di attenuanti) riavvicinamento; riavvicinamento che permetterà di continuare a vivere la situazione di peccato come se nulla fosse;
lei lo sa perfettamente ed è per questo che reagisce con tanta acredine;
d’altronde lei ha sostenuto che il 99,9% dei cattolici ha avuto almeno un altra donna prima di sposarsi; questa non è una calunnia? parli per lei; lei che ritiene che le influenze di un epoca siano così forti sulla persona, da attenuare le azioni di peccato; la legge morale è insita ad ogni uomo; ma Kant da quello che si è capito non le piace;
@Longino
“in ogni caso ribadisco quanto detto, e legga bene questa volta; ho detto DI FATTO, (capito?) DI FATTO permette a persone in peccato mortale di comunicarsi.”
Completamente falso, lei è un menzognero.
Nessuna possibilità di accedere alla Comunione per chi è in peccato mortale, solo discernimento per stabilire quando, pur in una situazione oggettiva di peccato, il peccato sia solo veniale.
“qui si parla di persone che persistono in uno stato di peccato mortale; possono essere non consapevoli? glielo posso pure accordare (anche se non ci crede nessuno); ma appena si confessano e il sacerdote li avvisa della gravità della loro situazione, ne prendono coscienza; proponendosi di non peccare più devono interrompere la situazione di peccato;”
No, la coscienza non è solo conoscere la norma, ma comprenderla, può esistere la coscienza incolpevolmente erronea.
Legga quanto ho detto nel topic su Burke e ci trova tutto, io non sto qui a servirle la pappa scodellata.
“d’altronde lei ha sostenuto che il 99,9% dei cattolici ha avuto almeno un altra donna prima di sposarsi; questa non è una calunnia? parli per lei; lei che ritiene che le influenze di un epoca siano così forti sulla persona, da attenuare le azioni di peccato; la legge morale è insita ad ogni uomo; ma Kant da quello che si è capito non le piace;”
Il pensiero kantiano non c’entra nulla col cattolicesimo, il tomismo e il suo realismo è l’opposto della morale deontologica kantiana che è entrata nelle corde di molti cattolici.
Comunque, oltre al discorso di coscienza, ci possono essere altre attenuanti, come la presenza di figli, una nuova famiglia già stabilita ecc.
Nessun permesso di accedere alla Comunione in peccato mortale, anche perché a causa dell’ecclesia supplet anche se il confessore ha sbagliato ad assolvere l’assoluzione per il penitente è valida.
Non le piace? Cambi Chiesa, la dottrina questo dice.
Se voi, con durezza di cuore spietata, volete che il discernimento che si fa con tutti i peccatori sia negato alle famiglie ferite il problema è solo vostro, non della Chiesa.
Vi verrà mostrata la stessa misericordia che mostrate agli altri “parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non ha avrà avuto misericordia; la misericordia ha sempre la meglio sul giudizio”.
Auguroni davanti a Dio, che per chi la pensa come lei sarà giusto giudice e non salvatore misericordioso (esattamente come voi, nel vostro fariseismo ributtante, vi fate giudici degli altri stabilendo VOI quando sono in peccato mortale, cosa che non potete fare ma che spetta solo al Confessore).
@Longino
“chi è che punta il dito? Lei dato che sa addirittura quello che si deve o non si deve confessare;
per usare le sue stesse parole, le verrà usata la stessa misericordia, dato che lei sta giudicando Longino”
Io giudico i suoi atti, lei mente dicendo che la Chiesa oggi permetterebbe di mandare alla Comunione chi è in peccato mortale. Questa è una vilissima calunnia contro la Chiesa.
Quindi peccato grave materiale contro l’ottavo comandamento, aggravato dal fatto che lei sta mentendo contro la Chiesa.
Se abbia peccato mortalmente non lo so, lo lascio giudicare al suo confessore che è l’unico che può fare un giudizio.
E che si debbano confessare atti in materia grave contro il sesto comandamento (come i rapporti sessuali in seconde nozze) lo sa anche un bambino che ha fatto il Catechismo, poi è il confessore che (come nel suo caso, dove lei si è reso materialmente colpevole di calunnia contro la Chiesa) dovrà valutare l’imputabilità morale di questa persona, e se ha delle attenuanti che la sgravino dalla colpa mortale oppure no.
“Questi sono i “cattoliconi”, i super cattoliconi che si vantano della loro fedeltà alla dottrina, quando il loro comportamento è lo stesso di chi ha crocifisso Cristo.
Il signor Longino si permette di parlare di quelle persone come persone DI FATTO in peccato mortale, giudicando il loro foro interno.”
come le ho già detto facendo esempi concreti, come quello della sua amica, si renderà perfettamente conto che le sue sono solo giustificazioni costruite sul nulla;
tanto è vero che la posizione della Chiesa è stata chiara per 2000 anni; si chieda come mai;
Invece no, è lei che, oltre ad essere un insopportabile lapidatore (seppur solo virtuale) non conosce la dottrina.
La teologia morale ammette, oltre ai casi di attenuanti dove è impossibile agire diversamente (e manca quindi il deliberato consenso) anche i casi di coscienza invincibilmente erronea PUR a fronte della conoscenza della norma.
Le cito il Cardinale Antonelli, così magari la finisce di ammorbarmi con la sua mefitica e farisaica ignoranza
“La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio). Potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).”
“in caso di errore temporaneamente invincibile e perciò di rifiuto circa la continenza sessuale, ritenuta nel proprio caso impossibile o assurda e senza valore, valutare la possibile rettitudine della coscienza alla luce della personalità e del vissuto complessivo (preghiera, amore del prossimo, partecipazione alla vita della Chiesa e rispetto per la sua dottrina, umiltà e obbedienza davanti a Dio); esigere che la persona si impegni almeno a pregare e a crescere spiritualmente, allo scopo di conoscere correttamente e compiere fedelmente la volontà di Dio nei propri confronti, come si manifesterà;”
E ora fora di ball!
Fonte http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351390?refresh_ce
Io penso che la situazione sia chiarissima. Don Pusceddu ha avuto veramente gli attributi per dire a fine maggio quello che pensavamo tutti a buon ragione, ovvero che la legge sulle unioni civili é un’offesa a Dio e porterá grandi mali. Miglio con la sua dichiarazione per chiedere scusa ai gay screditandolo si é auto-escluso da qualsiasi serietá che deve avere ogni uomo di Chiesa. Io l’articolo di Tosatti lo conserveró gelosamente in forma privata, perché gli credo. E credo anche che non abbia sbagliato a rimuovere l’articolo, anzi, si é comportato da vero uomo, rendendosi conto che quelle veritá avrebbero probabilmente causato ulteriori rappresaglie contro il povero eroico Don Pusceddu. Queste sono cose che stanno facendo la storia, ragazzi, perché quando i nodi verranno al pettine, il buon Dio fará i suoi bilanci. Allora chi sará stato ingannato dall’eresia misericordista (cosí mi piace chiamarla), che avalla il peccato e anestetizza le coscienze con un infantile e beffardo entusiasmo, cosa avrá guadagnato? Umanamente fama, gloria terrena e tanta comoditá. Ma poi? Riceverá forse un premio per aver agito in modo lassista e fintamente buono per evitare il vizio peggiore? Ma dico ci rendiamo conto che gli omosessuali possono maritarsi e comprare bambini, continuando le loro squallide crociate all’insegna delle parole “diritto”, “omofobia” e menzogne affini? Abbiate fiducia, ragazzi miei. Ci sará un giorno in cui preti come Don Pusceddu verranno convocati dal proprio Arcovescovo, ma per ricevere una Comunicazione dalla Santa Sede in cui é contenuta la nomina a Vescovo.
Franco
P.s. Tosatti mi sento di dirle che si é comportato da vero cristiano. Tanto di cappello. Il Signore queste cose non le dimentica.
cosa ci si può aspettare da un arcivescovo che tranquillamente accetta regali dalla massoneria: Basilica di Bonaria, il nuovo portale in legno donato dal Rotary
Un’opera inaugurata dall’arcivescovo, Arrigo Miglio
Autore: Redazione Casteddu Online il 17/12/2016 15:37
Per “m.i” (commento dell’8 gennaio 2016, ore 9.34 pm)
Grazie per l’indicazione (che mi scandalizza e mi indigna: un Pastore della Chiesa di Cristo che accetta costosi regali dalla massoneria. E’ ragionevole ipotizzare un sulfureo “do ut des”) ma andando sul sito che hai citato come fonte non ho trovato quanto hai riferito.
Potresti, per favore, indicare il link esatto dell’articolo?
Io metto a disposizione il mio misero blogghetto per dare questa notizia ossia che, come hai scritto, “l’arcivescovo che tranquillamente accetta regali dalla massoneria: Basilica di Bonaria, il nuovo portale in legno donato dal Rotary
Un’opera inaugurata dall’arcivescovo, Arrigo Miglio”.
Grazie fin da ora.
E grazie a Tosatti, un abbraccio a Carlo Maria e l’impegno di pregare per don Pussceddu: chissà quanti altri sacerdoti (od anche Religiosi e Religiose, nel chiuso del convento) subiscono tali mortificanti ostracismi per la loro fedeltà a Cristo ed alla sana Dottrina.
Bisogna precisare che il Rotary in quanto tale non è un’organizzazione massone e non è mai stato condannato dalla Chiesa. Non è proibito ad un massone iscriversi al Rotary. Quindi, è possibile che un Rotary faccia una donazione alla Chiesa.
Che io sappia comunque nessun vescovo può lasciare senza mezzi di sussistenza un sacerdote.
Bisogna ricorrere alla Congregazione per il clero che corregge le decisioni sbagliate dei vescovi.
Si può chiedere anche il risarcimento dei danni.
Per chi non ha soldi il ricorso è gratis.
Non mi stupisce quanto riportato in questo articolo (anche se ovviamente è scandaloso al massimo grado il fatto riportato), in quanto sostanzialmente mi è stata negata l’ordinazione sacerdotale per la mia fedeltà alla retta dottrina: il mio allora Rettore di Seminario ha avuto la spudoratezza di mettere per iscritto nella lettera riservata al mio allora Arcivescovo (che non avrei potuto leggere, ma il mio allora Arcivescovo mi ha permesso di leggerla) come elemento negativo il mio attaccamento alla retta dottrina e il mio allora Arcivescovo in pratica ha considerato valida una tale lettera bloccando così l’iter per la mia ordinazione sacerdotale. Quando finalmente, dopo alcuni anni, l’allora Arcivescovo si era deciso ad ordinarmi rapidamente sacerdote è stato sostituito prima di poterlo fare (aveva superato i 75 anni da poco). E di nuovo il suo successore (l’attuale Arcivescovo) ha rifiutato di ordinarmi (fino ad ora) sulla base di quella lettera!
Lasciagli il colletto,facendoti santo con ‘ubbidienza ai Comandamenti,la preghiera incessante,la calma la S.Comunione,i sacrifici e come motto:Castita’ o morte e infine amare tutti anche coloro che ti fanno soffrire anche se sai che non sono buoni.
Carlo Maria, offri questo dolore al Signore, Lui solo saprà ricompensarti. Io non credo al caso, credo piuttosto all’opera del maligno che dopo aver distrutto le famiglie ora vuole distruggere la Chiesa, e gli dà fastidio che ci siano persone che credono fermamente nella Parola. Sai qual’è il lavoro sottile che fa satana? E’ quello di aver messo in bocca a molti sacerdoti che chi segue la vera dottrina di Cristo è un fanatico. Dopotutto queste parole sono uscite anche dalla bocca del nostro “capo” no? Ha messo alla stessa stregua i cristiani con i fanatici musulmani, questo è il colmo. Da qui aspettiamoci di tutto.
Carlo, in alto il cuore, e donati così come sei al Signore e Lui saprà cosa fare di te. Siine certo! Auguri per un buon cammino santo ciao
Rimuovere l’ articolo penso che sia stato un errore. Dobbiamo sapere che la Chiesa di oggi è in mano per molta parte all’avversario. Il male che tramite il vescovo o chiunque viene fatto a don Pusceddo e tanti altri preti santi come lui, non cambierà dimensione, l’ avversario gli farà tutto il male che Dio gli permetterà. I fedeli pregano per questi sacerdoti e supplicano sempre attraverso il Santo Padre che vengano custoditi nel bene e protetti da ogni male. Del resto i tempi sono quelli dell’ anticristo e tutto va visto tenendo presente questa tremenda realtà. Le rammento il caso di Don Stefano Mannelli, Figlio spirituale del Santo Padre Pio, fondatore dei Francescani dell’ Immacolata. Credo che su FWB fui il primo a gridare la sua innocenza e ho sempre detto che avrebbe vinto lui perchè chi ha il Santo Padre Pio come Padre viene buttato nella mischia per acquisire meriti, ma quando è ora il Padre rovescia in un attimo ogni situazione. Ci troviamo in una Chiesa i cui posti di comando sono in mano ai massoni ecclesiastici e non e la persecuzione diventa sempre più forte. Quello che posso dire, onestamente, come appartenente alla famiglia spirituale del Santo Padre Pio, è certamente aiutare questi consacrati economicamente, quel poco che si può dare, perchè i rivoli che ha creato l’ ingiustizia umana sono una infinità e alcuni attraversano la nostra realtà e poco si può singolarmente. Quello che posso dire, per la tremenda persecuzione che, tanti come me essendo all’ ombra del Padre subiscono, è questo. Chiamate, a vostra difesa e custodia, il Sole di santità, che il Santo Padre Pio da Pietrelcina, egli risponde subito, può tutto per certi versi come Dio, egli non ha rifiutato nessuna sofferenza che Dio gli ha chiesto e Dio non rifiuta nulla di quello che Egli chiede a nostro favore. Occorre evitare anche la minima ansia, compensarsi con la totale fiducia in Dio, se si cade, umiliarsi e ripartire facendo più frutti perchè siamo difesi dall’ Onnipotente e siamo sotto il Manto di Maria. Sappiamo bene che il Santo Padre Pio combatte per noi e i Padre non perde mai le sue battaglie. Non confidiamo le nostre pene o desideri a nessuno perchè in questa tempesta, di gente e altri consacrati bui, ce ne sono tanti e sanno bene come fare per mettere impedimenti.
Mi piange il cuore…. e questi sacerdoti possono contare sulla mia solidarietà, non solo a parole ma anche concretamente secondi le mie possibilità.
Io credo ormai che tutto coloro che seguono realmente la Parola di Dio vengono considerati “fuori” dalla Chiesa e perciò perseguitati, non solo dalla curia ma anche da certa comunità cristiana.
Un caro saluto e un abbraccio a don Pusceddu è ai sacerdoti che si trovano nella stessa difficoltà.
Dio li benedica.
https://www.facebook.com/groups/1783543265225602/
Ho commentato la situazione di don Pusceddu sul gruppo che ho legato al mio profilo fb
La chiesa che perséguita non é la Chiesa Cattólica; é quella bergogliana, quella della misericordia esclusiva col peccatore che non vuole convertirsi perche non sente la necessitá di farlo.
Pienamente d’accordo con te