RIMINI, 19 AGOSTO. UN MONUMENTO A DON LUIGI GIUSSANI.

12 Agosto 2019 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto notizia che a Rimini verrà inaugurato il 19 agosto un monumento a don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Ecco il comunicato. In calce una spiegazione del significato del monumento. Buona lettura.

 

COMUNICATO STAMPA

Enigmatico e umano: lo schema alla lavagna di don Giussani irrompe come nuovo “segno” stradale a Rimini

Lunedì 19 agosto in zona Palacongressi l’inaugurazione del monumento alla presenza delle Autorità civili e religiose

Che cosa sono quelle frecce direzionali con sopra una “X”, che campeggiano nella rotonda che porta al Palacongressi? Se lo stanno domandando molti riminesi e ancor più i turisti provenienti dall’autostrada e diretti al mare, da quando – tra la fine di luglio e l’inizio di agosto – è stato completato un nuovo originale manufatto. Si tratta di una scultura sui generis, commissionata da Marco Ferrini, Antonio Smurro e Sergio de Sio, sostenuta dalla società civile e progettata dall’architetto Marco Benedettini, allo scopo di ricordare una grande figura: don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione di cui è in corso la causa di beatificazione. L’intenzione è quella di ricordare il sacerdote lombardo non certo in stile formale e celebrativo, bensì in modo da suscitare una domanda, uno stimolo razionale, e proporre la risposta, così come ha sempre fatto “il Giuss” durante la sua vita, incontrando e intessendo legami con intere generazioni di studenti, lavoratori e adulti per annunciare loro Gesù Cristo “presente qui ed ora”.

La scultura, dunque, si è incaricata di un compito ambizioso e non facile: ricostruire uno schema che Giussani era solito tracciare alla lavagna, mentre insegnava al liceo o in università, quando interveniva alle “Scuole di Comunità” (incontri di catechesi che contraddistinguono il metodo educativo da lui stesso ideato) oppure nel corso di conferenze e incontri pubblici in Italia e tanti altri paesi del mondo. Lo schema dell’«enigma come fatto nella traiettoria umana» (si veda la spiegazione analitica nella scheda di approfondimento allegata). L’invenzione grafica di don Giussani, in estrema sintesi, raffigura i termini del rapporto tra l’uomo e Dio lungo la vicenda umana: nello svolgersi della storia, che procede nel suo corso, gli uomini hanno tentato e tentano di immaginare e di stringere rapporto con il “quid” che la ragione stessa – se correttamente aperta alla realtà e non richiusa nella sua misura – riconosce come il proprio destino; tutti questi tentativi, nobili ma insufficienti, vengono superati dalla discesa stessa della “X” nella storia, cioè dalla compromissione di Dio con l’uomo. In poche parole, è un modo per illustrare a un pubblico vasto l’Incarnazione, cioè il dogma centrale della fede cristiana, mediante una suggestiva immagine logico-razionale, adatta allo stile comunicativo tecnico-scientifico che predomina nella cultura odierna.

Lo schema ha fatto il giro del mondo: tanto per avere un’idea, se ne è parlato anche al Palazzo di vetro, quando nel maggio 1999 venne presentato alle Nazioni Unite il libro All’origine della pretesa cristiana, occasione nella quale alcuni autorevoli rappresentanti di altre culture e religioni apprezzarono – pur dal loro diversissimo punto di vista – la dimostrazione giussaniana «che il cristianesimo rappresenta il supremo esempio dell’entrata di Dio nel regno della storia umana»; «mentre Giussani rimane saldamente ancorato a una teologia cristiana, propone strade innovative per darne ragione» (citazioni del rabbino Neil Gillman e dell’ambasciatore dello Stato islamico dell’Afghanistan Razan A.G. Farhadi tratte da A. SAVORANA, Vita di don Giussani, Milano 2013, pag. 1052).

C’è appena il bisogno di ricordare un tema già noto alla pubblica opinione locale, e cioè il notevole influsso ed impatto della figura di Luigi Giussani nel territorio e fra la popolazione riminese: fin dagli anni Settanta sono stati svolti, soprattutto nel capoluogo ma anche in altre località della provincia, innumerevoli convegni annuali (studenti, lavoratori, adulti) del movimento e della Fraternità laicale da lui guidati, tradizione che continua ancora oggi per decine di migliaia di aderenti; già ben quaranta edizioni del Meeting per l’amicizia fra i popoli – iniziativa nata dai seguaci di Giussani – si sono svolte, per molti anni nella zona della vecchia Fiera–attuale Palacongressi, poi nella Fiera nuova, con la partecipazione di centinaia di migliaia di visitatori; fin dal 1962, dall’incontro con il compianto don Giancarlo Ugolini, il metodo educativo di Giussani ha messo saldamente le radici a Rimini e provincia; del resto fu proprio “viaggiando verso Rimini”, nei primissimi anni Cinquanta – discutendo in treno con un gruppo di studenti liceali e scoprendo “la loro enorme, cosmica e spaventosa ignoranza” del cristianesimo – fu così che nel giovane sacerdote ambrosiano nacque l’intuizione che lo portò da quel momento in poi ad impegnarsi a fondo proprio nell’educazione dei giovani; viaggiando verso Rimini nacque in lui «la voglia che la gente capisca», «non il mio parere o quel che dice il mio partito», ma «ciò per cui il cuore è fatto; che la gente capisca un po’ di più il destino per cui è fatta» (A. SAVORANA, Vita di don Giussani cit., pag. 146-7); quel destino reso graficamente nella “X” che si cala dentro la traiettoria della storia umana, come tutti possono vedere oggi nel monumento.

L’inaugurazione alla presenza delle Autorità civili e religiose è in programma lunedì 19 agosto 2019 alle ore 9 del mattino, al centro della rotatoria fra via Monte Titano, viale Simonini e via della Fiera; rotatoria che – su iniziativa di un comitato di cinque ex sindaci di Rimini – era stata intitolata al nome di Luigi Giussani il 24 agosto 2014.

Nota tecnica sul monumento

Il basamento e la parete di circa due metri di altezza sono in antiche pietre d’Istria, materiale di recupero da lavori di scavo e di proprietà comunale.

Sui due lati (mare e monte) sono stati apposti gli elementi dello schema grafico in acciaio cor-ten. Illuminazione e verde di decorazione fanno il resto.

Il progetto è stato autorizzato dalla Soprintendenza alle Belle Arti di Ravenna.

La realizzazione è stata a cura del gruppo dei promotori, che si sono fatti carico di tutti gli oneri.

Il manufatto è stato donato al Comune di Rimini.


Spiegazione del monumento.

L’enigma come fatto nella traiettoria umana

 I.

La linea orizzontale rappresenta la traiettoria della storia umana.

II.

Sulla traiettoria incombe la presenza di una X: quid ultimo, mistero, “Dio”.

III

Le linee diagonali rappresentano la costante ricerca da parte dell’umanità di capire il rapporto tra la propria realtà contingente e il senso ultimo.

IV

La X è penetrata nella storia, si è incarnata in un “Fatto” tra noi.





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9 commenti

  • Gaetano2 ha detto:

    Non mi esprimo sulla bellezza o meno del monumento.
    Trovo la spiegazione dei segni veramente efficace se gli si pone attenzione, almeno per me (ovviamente non so se sia possibile osservandoli durante la guida)

    I. La linea orizzontale rappresenta la traiettoria della storia umana.

    II. Sulla traiettoria incombe la presenza di una X: quid ultimo, mistero, “Dio”.

    III. Le linee diagonali rappresentano la costante ricerca da parte dell’umanità di capire il rapporto tra la propria realtà contingente e il senso ultimo.

    IV. La X è penetrata nella storia, si è incarnata in un “Fatto” tra noi.

  • Milli ha detto:

    Me li immagino i riminesi mentre fanno la rotonda a disquisire dei massimi sistemi ammirando le freccette, speriamo non facciano un incidente!
    L’amministrazione comunale dovrebbe come minimo costruire un’altra rotonda dove mettere la spiegazione a questo momumento, visto che la suddetta spiegazione è un monumento all’incomprensibilità.
    Infine vorrei dedicare a questo monumento la famosa battuta di Fantozzi rivolta alla corazzata Potemkin …

  • Federico ha detto:

    Dopo aver fondato quel mostro catto-liberale di CL, dopo gli applausi dell’ONU e delle “altre religioni”, mi pare giusto che gli venga tributato onore con una bruttura di arte moderna.
    C’è coerenza.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    sono in vacanza in una graziosa cittadina barocca in provincia di Ragusa, vado al mare, e vedo tutta questa gioventù che c’è. Sono anche abbastanza bravi, ma pensano solo a fare sport di spiaggia, ballare e divertirsi. Niente di male, ma è evidente che la nostra Chiesa non è riuscita a intercettare il desiderio di senso e di verità, che, pure celato nel profondo, sta nel cuore di ciascuno. Evidentemente, se non lo ha intercettato, è perché non ce l’ha essa stessa in prima persona. Nessuno può dare quello che non ha, e la Chiesa si perde tra ambientalismo e buonismi di varia natura. Il Giussani, invece, aveva questo dono, e ha lasciato un metodo, una grande eredità.

    • Iginio ha detto:

      Sì, ma lei tutti i mitici giovani che pensano solo a divertirsi li scopre solo adesso? Ma negli anni Ottanta, Novanta ecc. dov’era? Lo sa che quando andavo a scuola ero ridicolizzato anche dagli insegnanti perché troppo “serio”? Lei e i pensatori accigliati di questo blog (quelli in grado di esprimersi in un italiano decente e raziocinante) che facevate in quegli anni? Troppo comodo lagnarsi adesso della decadenza dei tempi. Dovevate fare qualcosa prima.
      Certo, don Giussani ha detto molte cose giuste e ha proposto qualcosa di buono e valido, checché ne dicessero allora i cattosinistri e oggi i sedicenti tradizionalisti pliniani. Però anche CL ha i suoi limiti, innanzitutto il gregarismo, con risvolti grotteschi, come il modo di parlare ripetendo alcuni stilemi tipici (e alcune parolacce, con la scusa di “non temere lo scandalo”) e tendenze affaristiche dei vertici. Per questo ora è appannata e si limita a ripetere i luoghi comuni dell’era Bergoglio.

    • Raffaele Vargetto ha detto:

      Io ho frequentato le spiagge ragusane dal 1971 fino al 1985, in particolare Marina di Ragusa, adesso diventata famosa per la pubblicità derivata dalle “fiction” del “Commissario Montalbano”. Non vi sono tornato più per una mia scelta spirituale. Mi è costato molto rinunciarvi, perché sono luoghi dotati di una certa bellezza. La popolazione di una volta era più semplice e si caratterizzava per l’uso ordinario del dialetto locale. Poche volte ho sentito parlare in lingua italiana. Quanto alla gioventù, fin da quegli anni ha cercato quel che lei Tossani ha descritto nel commento di sopra. Molte famiglie del “ragusano”, sono state e, presumo soprattutto adesso, sono molto benestanti. Pensi che già fra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta vi erano dei miliardari in lire italiane, con ville come seconde o terze case veramente di lusso e motoscafi costosi. Dal punto di vista ecclesiale, fin dagli anni sessanta e settanta, dopo il Concilio, hanno seguito l’andazzo del progressismo “cattolico”. Lei mi dirà: niente di nuovo sotto il sole, poiché ciò è avvenuto dappertutto. Sì, ma io ho toccato da vicino una certa superficialità nella pratica religiosa, perché, inesorabilmente, quando si sta troppo bene materialmente è facile allontanarsi dalle realtà divine. Buone vacanze.

  • Iginio ha detto:

    Se un monumento ha bisogno di una spiegazione, viene meno al suo compito. E’ un fallimento.
    D’altra parte a Rimini sono notoriamente con le idee confuse: c’è gente lì che si vanta di aver lavorato con don Benzi e contemporaneamente di fare carriera nel PD…

  • Maria Cristina ha detto:

    Giusto fare un monumento che ricordi Don Giussani ma scusate la franchezza il “monumento”mi pare dal punto di vista estetico molto brutto e l’idea che ne e’alla base assurda:non si puo’esprimere con i mezzi propri dell’arte della scultura una spiegazione logica alla lavagna.
    Una altra bruttura in piu’di quest’epoca senza sen s o del bello (e quindi del buono e del vero)

  • Adriana ha detto:

    ” Monumento ” ? Scarti di segnaletica stradale…