ASSEMBLEA CEI, OGGI. UN REMINDER: L’OMELIA DEL CARDINALE BIFFI SU PRESENZA E IDENTITÀ CRISTIANE NELLA SOCIETÀ.

20 Maggio 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari Stlumcuriali, oggi pomeriggio il Pontefice regnante aprirà l’Assemblea di maggio della Conferenza Episcopale Italiana. Secondo le notizie ufficiali, “Sono all’ordine del giorno l’approvazione delle Linee guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, un aggiornamento circa l’incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo, in programma a Bari dal 19 al 23 febbraio 2020 e una prima proposta di Orientamenti pastorali per il quinquennio 2020-2025. Il tema principale ruota attorno a “Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria”: i lavori di approfondimento nei gruppi vedranno anche la partecipazione di una quindicina di missionari”.

L’amco Giorgio Spallone, di Bologna, ci ha inviato un’omelia pronunciata dal cardinale Giacomo Biffi su temi quali presenza cristiana, lavoro, globalizzazione e valori. Ci sembra un contributo molto interessante, anche alla luce della situazione ecclesiale e politica attuale. Buona lettura.

 

“Progetto culturale, pastorale sociale e del lavoro e ruolo del laicato”

Convegno nazionale

dei delegati diocesani della Pastorale del lavoro,

dei responsabili delle Scuole di formazione all’impegno sociale e politico e

dei responsabili delle aggregazioni operanti nel settore

promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei

Pieve di Cento (Grand Hotel Bologna) giovedì 27 – sabato 30 maggio.

 

Venerdì 28 maggio, ore 12.00,

  1. E. IL CARDINALE GIACOMO BIFFI

celebra la Santa Messa per i convegnisti.

 

OMELIA DI S. EM.ZA IL CARDINALE GIACOMO BIFFI

 

Il rito, che ci raduna attorno all’altare del Signore ha un suo prezioso significato, che merita di essere giustamente e adeguatamente percepito.

Potremmo dire che basterebbe questa Messa – celebrata nel cuore di un convegno sul lavoro – a far capire a noi stessi e a tutti, che i lavoratori cristiani possiedono una loro inalienabile identità e una visione delle cose originale e inconfondibile, in grado di dare a ogni realtà una significanza e una dimensione nuova.

Questa Messa – nella quale noi ascoltiamo la divina parola ed eleviamo la nostra preghiera – ci dice prima di tutto che noi siamo e ci riconosciamo come gli interlocutori di Dio. È la più semplice e fondamentale ragione della nostra nobiltà e della nostra fiducia.

Ogni uomo che davvero crede, trova qui la sorgente di ogni vera e sostanziale uguaglianza: chi è interlocutore di Dio, non è subalterno a nessuno, e può trattare con ogni autorità terrena e con ogni potere nell’intima persuasione che nessuno è davvero più grande di lui, dal momento che Egli può rivolgersi a Dio chiamandolo padre.

Il sangue, il censo, la funzione sociale, la proprietà non determinano la rilevanza di un uomo, più di quanto non faccia la prerogativa che egli ha di entrare in una relazione personale col Dio vivo e vero.

Non può mai essere intimidito o umiliato chi sa di poter compiere tutto (tutto) nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Chi ha Gesù come suo Signore, non riconosce e non accetta nessun altro padrone sulla terra: né il datore di lavoro, che non è un padrone dei lavoratori ma è un fratello e un collega nel servizio dell’unico Re; né lo Stato, che, a lasciarlo fare, finisce sempre coll’essere il più prepotente dei padroni; né i partiti, che, come tali, non hanno mai il diritto di comandare niente a nessuno; né l’ideologia, che non può pretendere da noi nessuna adorazione, ma anzi richiede di essere giudicata alla luce dell’eterna verità che ci è stata portata da Cristo

Qui, nell’assemblea dei figli Dio e nell’offerta del sacrificio liberatore di Cristo, troviamo dunque la vera radice della nostra libertà e la fonte del nostro coraggio sociale.

L’Eucarestia, celebrata in questa occasione, ci ricorda che noi rifiutiamo le separazioni artificiose tra la nostra qualità di credenti e il nostro impegno nel mondo.

La fede, vissuta con intelligente coerenza, ci porta a essere non lavoratori assimilabili a tutti, ma lavoratori cristiani, che hanno una loro storia, un loro modo di vivere la propria condizione, un loro giudizio sulle questioni concrete dell’esistenza, un loro progetto per rendere più giusti e fraterni i rapporti tra gli uomini.

E la passione con cui portiamo oggi davanti a Dio, col pane e col vino dell’offertorio, i problemi, le ansie, le difficoltà del mondo del lavoro (per esempio, la disoccupazione, specialmente giovanile, l’organizzazione dei compiti, la gerarchia dei valori che deve presiedere e guidare l’evoluzione tecnologica, ecc.) pongono davanti a tutti il fatto che noi non pensiamo alla religione come a un fenomeno che possa star racchiuso nell’intimità dei nostri cuori e nella sacralità dei nostri riti, e non riteniamo che le nostre certezze – pur trascendenti nei loro contenuti diretti – siano irrilevanti nella vita di ogni giorno e non arrivino a qualificarci anche nell’ambito della nostra professione e del nostro modo di guadagnarci il pane.

La convinzione della nostra precisa identità cristiana però non ci isola affatto all’interno dell’umanità che lavora; al contrario proprio essa ci consente di dialogare con tutti, conservando per tutte le persone quel rispetto che nasce dall’amore sincero per tutti gli appartenenti alla famiglia umana, specialmente quelli che condividono con noi la nostra quotidiana fatica.

Infatti il primo rispetto che dobbiamo avere verso i nostri interlocutori è quello di presentarci a loro con il nostro volto, con la chiarezza delle nostre idee, con la sincerità dei nostri intenti, senza mascherature o abnormi contaminazioni delle dottrine.

La nostra franchezza e la nostra coerenza ci permetteranno anche di offrire a tutti l’apporto specifico delle ricchezze spirituali che ci vengono dalla fede.

In primo luogo dobbiamo rianimare la speranza di questo nostro popolo.

Si avverte di questi tempi come una caduta di tensione verso qualunque traguardo, sicché il rischio è quello che si diventi tutti prigionieri di una squallida filosofia del presente, che mira solo ai vantaggi e ai piaceri immediati.

Siamo in un’epoca che per qualche aspetto potrebbe essere forse definita post-ideologica, nella quale le masse – pur restando largamente inquadrate in rigidi sistemi di aggregazione e di potere – non sembrano neppur più capaci degli erronei sogni e delle ingenue illusioni di un tempo, e così diventano (ed è una sorte più tragica) preda solo dell’ossessiva aspirazione al benessere effimero e dell’edonismo.

Dobbiamo ridare ai lavoratori il gusto di guardare ancora in avanti, con determinazione, con impegno, con la volontà di realizzare almeno per i propri figli una miglior condizione di giustizia e soprattutto uno stato di vita che sia più umano, cioè che abbia più sapore e più senso.

Bisogna poi ricordare a tutti, specialmente di fronte ai grandi problemi della trasformazione tecnica e culturale, il grande e necessario principio della solidarietà tra gli uomini e tra le varie componenti della realtà sociale.

‘Il passo decisivo per entrare correttamente nel futuro sembra consistere proprio nel far prevalere sugli interessi di categoria la logica della solidarietà, che è la base della vita associata. Nessuna forza economica, sociale o politica, potrà dunque rivendicare per sé la guida del processo di trasformazione; piuttosto ciascuna dovrà aprirsi alla reciproca integrazione dei ruoli e dei contributi’.

Infine è urgente aiutare questo popolo a ritrovare l’antica anima cristiana della nostra terra, procedendo alla riscoperta di una organica pastorale sociale.

***

Prima di concludere, vorrei richiamare anche a questa qualificata assemblea un motivo di apprensione che ho manifestato lo scorso primo maggio ai lavoratori bolognesi.

Non possiamo guardare senza perplessità alla così detta ‘globalizzazione dell’economia’, per cui il mercato e il potere finanziario non conoscono più confini, e danno l’impressione di non tollerare nessun influsso e nessun controllo esterno al proprio ambito. In tal modo capita sempre più spesso che la sorte delle imprese e l’avvenire dei lavoratori vengano decisi da potentati anonimi, lontani e invisibili.

Noi non sappiamo se davvero questa sia una realtà ineluttabile e fatale. Sappiamo però che è preoccupante.

Un’economia senza barriere non deve diventare anche un’economia senza regole, senza attenzione all’occupazione e alla disoccupazione, senza sollecitudine per i disagi delle persone e delle famiglie.

Il nostro auspicio è che la ‘globalizzazione’ non divenga il nome nuovo di ‘capitalismo selvaggio’: sarebbe un’altra sconfitta dell’uomo, immagine viva di Cristo.

***

Il Signore Dio nostro – in virtù di questo sacrificio che con tutta la Chiesa oggi gli offriamo a favore di tutti i lavoratori credenti e non credenti, dei loro figli e delle loro famiglie – ci doni sempre la luce della sua verità e la forza inesauribile della sua grazia.



Oggi è il 261° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.


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24 commenti

  • Adriana ha detto:

    Com’è che si fanno ancora circolare questi testi ” arcaici ” ?
    Eliminiamoli ! Non facciamo soffrire il sedicente Abate di Bose e neanche quell’altro…Papa !

  • Nicola B. ha detto:

    Tanto paga Pantalone….Senza Vergogna……..Sempre Peggio….e poi si lamentano che aumentano il razzismo e l’odio….

    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lelemosiere-papa-viminale-chiedere-corridoi-umanitari-1698265.html

  • Lucy ha detto:

    Un nostro amico sacerdote ci ha inviato il testo di un’altra omelia del card.Biffi veramente profetica.Ne riporto alcuni brani.
    ” Verranno giorni quando nella cristianità si tenderà a risolvere il Fatto Salvifico in una serie di valori facilmente smerciabili sui mercati mondani ,il cristianesimo ridotto a pura azione umanitaria nei vari ambiti dell’assustenzialismo , della solidarietà , del filantropismo ; il messaggio evangelico identificato nell’impegno al dialogo tra i popoli e le religioni nella ricerca del benessere o del progresso e nell’esortazione a rispettare la natura .Se un cristiano per amore di apertura al mondo stempera il Fatto Salvifico e si preclude la connessione col Figlio di Dio crocifisso e risorto consuma a poco a poco il peccato di apostasia e si ritrova dalla parte dell’Anticristo.
    Questa è l’insidia mortale che va profilandosi nella famiglia dei redenti dal sangue di Cristo .”
    Questa profezia del card.Biffi è il ritratto implacabilmente vero della chiesa di oggi.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    E pensare che tanti monsignori che sono venuti a patti col mondo e che vogliono normalizzare il peccato per non sentirsi in colpa, potrebbero diventare testimoni di Cristo come Biffi, se solo chiamassero peccato il peccato, invocassero la grazia divina e confidassero in Dio e nella Madonna…
    Dio non perdona solo una volta, ma settanta volte sette…
    Io prego per il Papa e i Vescovi tutti i giorni, anche se la loro ostinazione nel fare politica, nel non rispondere ai dubia (cosa gravissima), nel giustificare DI FATTO l’omosessualità nella Chiesa… fa sì che non possa non denunciarli

  • Antonella ha detto:

    L’omelia del Cardinale Biffi è da leggere e rileggere soprattutto per riscoprire il “ruolo sociale” dei cristiani in risposta alle sfide culturali e politiche che partono anche da contesti complessi come quelli odierni, pianificati all’insegna della globalizzazione.
    Ma non possiamo allo stesso tempo evadere di considerare l’ambiguità che si cela dietro certi annunci, apparentemente scontati, eppure formulati in rapporto a precisi obiettivi, che perseguono una “mission” del tutto ribaltata rispetto agli ideali che l’impegno cristiano invece invita a perseguire ed in ogni campo del sociale.
    Se la dimensione della “vulnerabilità ” è annunciata per giustificare aspetti fin troppo noti ed inconciliabili dal punto di vista dottrinale, dovremo prendere semplicemente atto del fatto che il Cristianesimo andrà avanti comunque e separatamente da certe dichiarazioni, che saranno pronunciate per legittimare un nuovo modo di concepire la società, di cui la Chiesa poi dovrebbe diventare il riflesso. Le nuove sfide impegnano ad andare fino in fondo, rilanciando il messaggio evangelico nella sua vera fonte di trasmissione e con la forza della sua sapienza magisteriale.

  • Anima smarrita ha detto:

    Parole chiare, quelle dell’omelia del card. Biffi, che trasmettono un messaggio di speranza e orientano le coscienze verso quelle virtù sopraffatte oggi da una triste litania monocorde, che – troppo spesso – induce allo sconforto. Parole proferite con garbo e termini rassicuranti, in netto contrasto con il linguaggio e il piglio da comizi politici o sindacali, cui ci hanno abituato oggigiorno.
    Era soltanto… l’altro ieri, eppure sembra intercorsa un’era geologica! Il tutto rivelava una ricchezza spirituale innestata saldamente nel “deposito della fede” e nel bagaglio di studi teologici e dottrinali, cui si faceva riferimento per offrire una chiave di lettura ai problemi e alle preoccupazioni reali della società contemporanea.
    Oggi, nonostante l’app lanciata dal papa per dotare i preti di un sussidio al passo con i tempi e ispirato alla “tematica” moderna nella preparazione delle prediche – per non annoiare i fedeli; quante volte ha puntato il dito contro omelie e modi di pregare errati, secondo lui! ha offerto anche per le preghiere un’app – abbiamo sentito addirittura il card. Parolin pronunciare quell’ormai famosa frase per condannare parole e gesto di Salvini.
    Giusto un telegramma- due striminzite frasette- con l’incipit: “Io credo…”, interpretato e divulgato come “replica del Vaticano”, e tralascio la polemica che si è sviluppata…
    Negli ultimi tempi mi chiedo con frequenza se sia diventata incapace di cogliere il significato letterale esatto di quanto ascolto e leggo.
    A me sembra che con “io credo” si esprima un pensiero personale, soggettivo… Forse il Segretario di Stato, con astuzia diplomatica di cui mi sfugge la positività dei risultati raggiunti, intende mettere al riparo il papa da eventuali …attacchi…, data anche l’oggettiva difficoltà di una situazione di perenne allerta, e si presta a fare da parafulmine?
    E non ho ben capito quel finale: “è pericoloso invocare Dio per sé stessi”. Certo che prego spesso e volentieri per me, soprattutto nei momenti di necessità, più o meno stringenti…
    Questa “uscita” estemporanea del cardinale ha aumentato i miei dubbi; sarei stata ben contenta se non fosse accaduto!

    • Diversamente abile ha detto:

      @ Valeria Fusetti
      L’amore dell’uomo per Dio è l’unico amore che non è possessivo; non ha nulla a che vedere con l’eros. E’ Agape. Il cardinale Parolin queste cose le conosce, solo che è irretito, come molti, nel politically correct, specialmente alla vigilia delle elezioni europee, che non possono essere sottovalutate in un pontificato che è essenzialmente, se non esclusivamente, politico. Il Dio in cui noi crediamo, e verso il Cui regno abbiamo indirizzato il nostro pellegrinaggio su questa terra, non si nega a nessuno, nemmeno ad un peccatore pubblico, come può essere un uomo politico, la cui vita privata è costantemente sotto i riflettori dei media nazionali e non. Il problema, secondo me, è un altro: tutti, o quasi, gli uomini che occupano posti importanti nella gerarchia ecclesiastica non possono non tener conto di quello che pensa e dice il loro capo. Il signor Bergoglio, temo, si comporta come quegli ebrei che ancora attendono il messia che risolve i problemi politici, sociali ed economici del popolo eletto, e per conseguenza di tutta la stirpe abramitica. Cioè, non si rassegnano, dopo 2.000 anni, al fatto che il vero Messia è già venuto, non già per annunciare una vittoria terrena, orizzontale, ma per annunciare il Regno di Dio, che ha bensì il suo inizio in questa vita, come il granello di senape, ma che trova il suo compimento, la sua piena realizzazione nell’aldilà. Purtroppo, come gli ebrei, troppi cosiddetti cristiani stanno ancora aspettando il vero Messia, e nonostante si riempiano la bocca di citazioni evangeliche, nei fatti dimostrano che il “quaerite primum regnum Dei” a loro è del tutto indifferente, se non addirittura sconosciuto. Esagero nel pensare che il sig. Bergoglio si ritenga questo nuovo messia, interessato solo a risolvere i problemi sociali? Potrebbe anche essere; humanum sum. Resta il fatto che né nelle sue parole, e ancor meno in quello che fa, riesco a trovare un sostegno, un aiuto, una conferma ai miei sforzi di essere fedele a quella Rivelazione alla quale il mio libero intelletto ha dato il suo assenso.

  • Il veritiero ha detto:

    Vorrei divulgare una notizia che esce fuori tema, sempre se il dottor Tosatti lo consente.
    Quel Alessandro Di Stefano, quel seminarista Romano del quale in passato ho accennato ha fatto una cosa che ha lasciato molti a bocca aperta. CON 10-15 GIORNI DI ANTICIPO HA ANNUNCIATO CHE IL GIORNO SABATO 18 MAGGIO 2019 “UN VULCANO SAREBBE ERUTTATO CON GRANDE POTENZA”
    ED È SUCCESSO DAVVERO, IL VULCANO ETNA IL GIORNO 18 MAGGIO 2019 HA INCOMINCIATO A ERUTTARE VERAMENTE E ADESSO SONO 2-3 GIORNI DI SEGUITO CHE ERUTTA E NON SI FERMA, LANCIANDO LAVA IN ALTO PER CENTINAIA DI METRI DI ALTEZZA E COLANDO COME UNA FIUMICIATTOLO SUL LATI EST.
    E QUESTO RAGAZZO LO AVEVA ANNUNCIATO CON 15 GIORNI DI ANTICIPO, ( È TUTTO SCRITTO E DOCUMENTATO CHE QUESTO ALESSANDRO AVEVA AVVERTITO CON 10-15 GIIRNI DI ANTICIPO IL GIORNO ESATTO CHE SAREBBE ERUTTATO ) È TUTTO DOCUMENTATO E PROVABILE.
    FOSSI IN VOI INIZIEREI A CHIEDERMI CHI È VERAMENTE QUESTO RAGAZZO, E COSA È VERAMENTE CAPACE DI FARE….
    IL SUO ORDINE RIMARRÀ ANCORA IN SILENZIO?
    Ecco l’articolo di giornale di oggi, ma è da sabato che L’ETNA erutta.
    https://www.meteo.it/articolo/eruzione-dell-etna-dal-satellite-nasa-1329.shtml

  • Gian Piero ha detto:

    Scusate OT
    Il Papa ha fatto il “ minimo sindacale” di quanto avrebbe dovuto secondo il suo ruolo per il caso Vincent Lambert.
    Ha mandato un tweet in cui non viene nominato il caso ma si dice Custodiamo sempre la vita, non cediamo alla cultura dello scarto.
    Non pare questo caso scaldare il suo cuore e la sua retorica quanto il riscaldamento globale e i barconi dei clandestini.
    Per quelli che dicono, tipo Magris: ma il Papa parla sempre a favore della vita.
    Bisogna anche vedere il “ come” lo fa. Gli argomenti che gli stanno a cuore si capisce quali sono. Su aborto ed eutanasia ripeto dice il “ minimo sindacale”. Per non essere accusato di
    non aver detto nulla. Per dare un contentino ai pro-life. Per
    far finta di essere un papa e non un uomo politico di sinistra.
    Forse sarebbe meglio stesse zitto del tutto .
    Io da oggi in poi lo chiamero’ L’ uomo politico di sinistra Bergoglio. Che e’ cio’ che lui e’ , ne’ piu’ ne’ meno.

    • Adriana ha detto:

      Suggerisco una specificazione : ” di sinistra turbocapitalista “.

    • Pierluigi ha detto:

      Se poi aggiungiamo che pose quali esempi di grandi italiani Emma Bonino (con quel che ha fatto sull’aborto) e Giorgio Napolitano (che condannò a morte per fame e sete Eluana Englaro) possiamo misurare la sua coerenza. A me non la dà più a bere.

    • virro ha detto:

      “non cedere alla cultura dello scarto” vuol dire anche : italiani non lasciamoci scartare dal nuovo ordine mondiale,
      non lasciamoci scartare dalla loro prepotenza,
      non lasciamoci scartare dal loro sorriso beffardo,

      poiché Bergoglio, Parolin, Paglia…. sono molto bravi a non condannare l’aborto, l’eutanasia……quindi LORO sono i gestori della cultura dello scarto

      Noi adoriamo il DIO CHE SI E’ FATTO UOMO, loro …..l’uomo che si fa Dio

  • manzi marco ha detto:

    Il vaticano – la CEI e Bergoglio hanno dato mandato a vendere i 400.000 immobili in italia a dei delinquenti bancarottieri ,evasori ,inquinatori della Agedi immobiliare di Milano e montecarlo ????

    massimo cimatti condannato il 10/2018 a 6 anni
    maurizio cimatti condannato il 2/2019 a 7 anni
    per bancarotta fraudolenta ed altri 9 reati
    Le conseguenze di azioni fraudolente ripetute in diversi anni
    su decine di scatole cinesi :
    REAM, OIKOS , NORMAN95 200 milioni buco
    BEMBERG 50 milioni buco NOVACETA 70 milioni buco
    SOFIE 2,5 milioni buco , ENERCELL ,COEMI PROPERTIES
    BMI , BMI ENERGIE ,PASELL ORTA ,FDG ,GZ POLO
    AVAREL ,CESI COOP IMOLA
    nelle varie fabbriche , che prima andavano bene , almeno 850 lavoratori operai lasciati a casa senza lavoro di cui molti senza cassa integrazione…
    Bemberg disastro ambientale- in cui lavoravano 320 operai – rame e ammoniaca sversati nel lago d’orta per anni
    per la bonifica oggi ci vorrebbero 18 milioni, un’area di 400000 mq con disastro ambientale grave
    Per gli altri processi in corso altre condanne arriveranno.
    Condanne anche per corrado coen, roberto tronchetti provera e gianni lettieri. Il padre romano cimatti , fu anche lui coinvolto in vicende di bancarotta e crack NUOVA EDIFICATRICE, EUROGEST ,LASA
    perdite e buchi per 200 milioni
    già socio di Di benedetti, anche lui era stato condannato a 6 anni, palenzona, corrado coen, bisignani, fiorani, etc
    centinaia di investitori truffati

    Nella condanna la pubblico ministero Albertini parla di spregiudicatezza di finanzieri senza scrupoli, che hanno distratto 70 milioni e provocato il fallimento di un’azienda famosa nel mondo.
    gli indagati “concorrevano a cagionare la crisi della società attraverso operazioni di depauperamento del patrimonio sociale e realizzavano condotte distruttive”. Cervellotico il meccanismo per far ‘sparire’ 70 milioni. 
    Novaceta aveva una storia lineare di 53 anni, che si complica all’improvviso nel 2003, quando la gestione passa all’immobiliarista Maurizio Cimatti .e alla fine la gloriosa fabbrica chimico-tessile con 400 lavoratori, viene fatta fallire nel 2010 dopo 59 anni

  • La Verità vi farà liberi ha detto:

    Scusate, ma mentre uccidono Lambert, Bergoglio e Paglia che fanno di bello?
    Gelatino defatcante come con Alfie?

  • Pierluigi ha detto:

    Lo stesso cardinale una volta affermò che “Non bisogna aver paura dei cattolici non praticanti, ma dei praticanti non cattolici”. Frase profetica, oggi purtroppo attuale come non mai, soprattutto nella CEI.

    • Gian Piero ha detto:

      Oggi e’ piu’ che mai vera la frase “ il dialogo fra cattolici e marxisti va a gonfie vele da quando i cattolici hanno falsificato Cristo e i marxisti hanno falsificato Marx”
      Vedendo la CEI di oggi ( i cattolici) e il PD di oggi ( i marxisti) il loro dialogo e’ ormai un coretto all’ UNISONO, entrambi traditori, gli uni di Cristo, gli altri di Marx.

      • deutero.amedeo - biblista dilettante ha detto:

        Ci sono casi nei quali anche secondo il Vangelo il dialogo non è possibile.
        Esempio lampante:–Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.– (Mt 6,24)

        Per analogia possiamo dire : non potete servire a Cristo e a Karl Marx o se volete al Vangelo e al Manifesto .

        • Gian Piero ha detto:

          E non potete servire Cristo e chi ritiene l’ aborto un diritto…
          Non potete servire Cristo e Soros…
          Non potete servire Cristo e lobby gay…
          Non potete servire Cristo e quelli che uccidono Vincent Lambert..

          Ma loro hanno gia’ risolto il dilemma: NON servono Cristo,
          Voila’ ….

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Oggi il Papa, la CEI, Spadaro e trombettieri vari, chiedono una testimonianza cristiana MINIMALISTA.
    Ma una testimonianza grigia, neutra, non è cristiana.
    Cristo detesta il grigio (“Il vostro parlare sia si si, no no) e detesta la neutralità (“Chi non è con me è contro di me”).
    La neutralità riguardo a vita e famiglia, come quella dimostrata da tanti Vescovi e dal Papa, in realtà è una scelta CONTRO la vita e la famiglia, esattamente come il non denunciare gli abusi sui minori è una scelta A FAVORE degli abusi.
    Potrei scommettere che i Pastori che hanno preso le distanze dalla marcia per la vita COINCIDONO, almeno in gran parte, con abusatori o omertosi riguardo agli abusi. Sodomiti essi stessi o filo omosessualisti. Non dico tuti, ma… molti.
    E’ inutile il motu proprio del Papa sulla pedofilia se continua ad avvalersi della collaborazione di Maradiaga e Farrel, come è inutile che una volta l’anno parla contro l’aborto se poi disprezza i pro live.
    Da buon REALISTA dovrebbe sapere bene che il messaggio che passa è la sua ostilità verso chi difende la vita e la famiglia.
    Non è certo un caso che Repubblica è entusiasta di Papa Francesco! Conta il RISULTATO e il Papa è un arbitro di parte.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Leggendo il testo dell’ omelia del card. Biffi mi sono venuti in mente alcuni pensieri, forse un po’ in libertà, ma che desidero condividere. Mons. Biffi, come i monsignori Siri, Lefevre, Cafarra, Ottaviani, Bacci ed alcuni altri che ormai sono con il Signore, sono stati dei veri pastori per il gregge a loro affidato. Ognuno di loro, mi sembra, è stato fedele alla Chiesa perché era fedele al Signore della Chiesa, al Capo che l’ ha fondata e la santifica. Tutti hanno lasciato ricordi, e scritti, importanti per la formazione di coscienze rettamente conformate a cercare di rimanere e progredire nella Grazia di Dio. Questa omelia di mons. Biffi, tenuta cara da un cattolico di Bologna che, condividendola con altri, dimostra di aver ben compreso il messaggio evangelico ” gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Messaggio, o meglio comandamento (poiché il Signore è, appunto ” Il” Signore, non un simpatico amico che esprime la sua opinione), viene qui tradotto con il concetto di “solidarietà”. Ognuno di loro ha lasciato una preziosa eredità che nessuno può distruggere, poiché ha le sue radici nella continuità di fede, predicazione, insegnamento, amministrazione dei Sacramenti che risale, attraverso la successione apostolica, a nostro Signore, che è anche presente nella sua Chiesa secondo la Sua promessa ” Sarò con voi sino alla fine dell’ età presente”. Il Signore non può aver fatto una promessa che non poteva, o non voleva mantenere. La Sua presenza è, da Lui stesso, assicurata. Quando riusciamo ad avere questa certezza, allora siamo in grado di affrontare ogni cosa, poiché avremo chiaro con Chi condividiamo il giogo. In cordibus Jesus et Mariae.