GAY PRIDE RIMINI. PROCESSIONE DI RIPARAZIONE. L’IMBARAZZO DEI VESCOVI, LE DEFORMAZIONI DI AVVENIRE.

25 Luglio 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Il 28 luglio prossimo, a Rimini, sfilerà un Gay pride, cioè una manifestazione pubblica di orgoglio omosessuale. Saranno, come di consueto, sbandierate rivendicazioni di ogni genere: matrimonio egualitario, adozione per le coppie omo e anche per i single, riconoscimento della legalità dell’utero in affitto, procreazione assistita anche per i single, oltre che per le coppie. Ci sarebbe da stupirsi se ad esse non si accompagnasse il solito show oscillante dal carnavalesco all’osceno con qualche spruzzatina eventuale di blasfemia. Come già è accaduto l’anno scorso laici cattolici,  riuniti nel Comitato Beata Giovanna Scopelli hanno indetto una processione e un rosario di riparazione, che si svolgeranno sabato 28 con partenza alle 10.30, in piazza Mazzini.  Abbiamo rivolto alcune domande a uno degli organizzatori, Cristiano Lugli.

1) Che cosa è una processione di riparazione? Credo che molte persone lo ignorino. E quando si fa?

Ha ragione, molte persone ignorano il vero significato della riparazione e, quindi, anche di un Atto di Culto come è la Processione che si terrà sabato 28 luglio Rimini. Come ho detto, è anzitutto un Atto di Culto che da sempre Santa Romana Chiesa utilizza, fino al punto che Papa Pio XI è arrivato a scriverci l’enciclica Miserentissimus Redemptor con allegato un preciso Atto di riparazione. Esiste una vera e propria teologia della riparazione, unita anche alla liturgia. Si pensi a tutti gli atti devozionali rivolti al Sacro Cuore di Gesù trafitto, ad esempio. Una Processione di Riparazione si rende necessaria laddove il peccato viene vantato pubblicamente  – come accade nei Gay Pride – procurando un grave scandalo. Sia chiaro, però: se anche gli omosessuali manifestassero in giacca e cravatta, cosa che chiaramente non avviene, la riparazione sarebbe comunque necessaria: è l’oggetto del Gay Pride il problema, ovvero glorificare l’orgoglio del peccato impuro contro natura.

2) Perché avete deciso, per il secondo anno di seguito, di farla?

Pensiamo che uno degli aspetti più dimentichi nel Cattolicesimo oggi sia la militanza. La Chiesa è Militante. I cattolici, quali membra del Corpo, devono esserlo a loro volta. E oggi più che mai!

Se il Summer Pride riesce ad essere ripetuto ogni anno, perché non dovrebbe ripetersi la Processione nei luoghi in cui ci sono le forze per farlo?

Dopo quella dello scorso anno a Reggio-Emilia, molti cattolici hanno preso coraggio e hanno provveduto ad organizzare riparazioni in diverse città colpite dal flagello del Gay Pride. Ecco perché sabato è importante essere a Rimini, anche con il sacrificio di fare un lungo viaggio.

3) Vi accusano di essere omofobi e di odiare gli omosessuali. È vero?

L’“omofobia” non esiste, come ha giustamente detto il cardinale Müller, e l’odio non è un sentimento che ci appartiene, in quanto cristiani. Gli omosessuali sono peccatori come noi, anche se accecati da uno dei peggiori vizi che “sconvolge l’intelletto”, come insegna San Pier Damiani. In quanto peccatori vanno convertiti, parola che alla “chiesa in uscita”, me ne rendo conto, dà un pochino da fare.

Odiamo invece l’ideologia, ovvero l’omosessualismo, che conduce le anime all’Inferno e scandalizza l’innocenza dei piccoli.

4) Avete coinvolto la Chiesa locale? E se sì, che risposta avete avuto?

L’anno scorso avvisammo il Vescovo locale, Mons. Francesco Lambiasi, chiedendogli di presiedere la Processione. Lambiasi non ci rispose, ma mandò avanti un vicario che “rispose”, pensi un po’, attraverso un’omelia fatta in parrocchia durante la Messa domenicale.

Quest’anno abbiamo agito diversamente: in quanto battezzati, se ci pensa, io, lei e Mons. Lambiasi abbiamo gli stessi diritti. Come insegna il Codice di Diritto Canonico i laici hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di riunirsi in associazioni, comitati e quant’altro per evangelizzare e difendere la Fede Cattolica. Allo stesso tempo, nell’umiltà che ci deve diversificare, ci siamo preoccupati semplicemente di avvisare il vescovo di questa nostra iniziativa, proprio per quel rispetto e quella trasparenza che ci caratterizzano.

Come spesso purtroppo accade ultimamente, la Diocesi ha preso una posizione “cerchiobottista”. Tuttavia apprezziamo che almeno una risposta personale quest’anno ci sia stata, e che sia stata anche cortese.

Certo, che un vescovo dica che il Summer Pride non è il giusto modo per poter avanti la discussione sui “legittimi diritti delle persone omosessuali”… è tutto dire”.

Qui di seguito riportiamo la lettera che il Comitato ha indirizzato al quotidiano Avvenire che che ha dedicato un articolo alle iniziative come quella di Rimini, titolando “Mai la preghiera può essere ‘contro’”.

Alla cortese attenzione del direttore del quotidiano cattolico Avvenire   

Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». (Gv 18, 23)

Anche quest’anno tocca lamentare il rude, ingiusto e un po’ vile trattamento che il suo quotidiano riserva a coloro che da laici, senza nulla chiedere alla Chiesa se non la benevola comprensione verso chi a viso scoperto offre il fianco alla rappresaglia civile e al linciaggio massmediatico di una società che ha in odio il vero e in opposizione feroce il santo, tentano di mettere in pratica l’obbligo evangelico della testimonianza, mettendo a rischio il proprio nome e l’onorabilità propria e dei congiunti, sorte che con ogni evidenza non sta a cuore del quotidiano e dei suoi redattori.

Non si può infatti giudicare né benevolo né equilibrato l’articolo che Luciano Moia ha dedicato alla Processione di riparazione per il Summer pride di Rimini, organizzata da laici cattolici costituitesi in un Comitato intitolato ad una donna, la Beata Scopelli, che nel secolo XV ebbe il coraggio della testimonianza integrale e coraggiosa della dignità suprema della vita cristiana.

Poco conta che nella premessa il Moia, sulla scia del vescovo di Rimini e degli altri ordinari che hanno voluto cimentarsi con la scabrosità del problema, abbia preso le distanze da “quello che succede, purtroppo anche sguaiatamente e in modo urtante e persino offensivo per la religione, durante le manifestazioni del cosiddetto “orgoglio omosessuale”; la completezza dell’informazione avrebbe dovuto portarlo a corredare, con ampia disponibilità di materiale, tutte le nefandezze, oscenità, blasfemie, sacrilegi, bestialità e odio radicale verso il religioso cristiano che in quelle occasioni viene ostentato; né si può sottacere l’enorme pressione esercitata da questi ambienti e dai loro fiancheggiatori politici, molti dei quali fuoriusciti dai lombi stessi della Chiesa Cattolica, e tuttora felici ospiti di sacrestie e retrobottega clericali,volta a prendere possesso dei luoghi di elaborazione della pubblica opinione, in modo particolare la violenza perpetrata verso le giovani e giovanissime personalità in formazione, spietatamente e ordinariamente attuata nelle scuole di stato, come tristemente segnalato da recenti fatti di cronaca: si sarebbe ben compreso allora come l’evocato ponte non possa che essere percorso interamente (e non a metà) nell’unica direzione possibile: quello della conversione e del cambiamento di vita. Né risulta che il suo quotidiano abbia dedicato a questi terribili progetti di manipolazioni delle coscienze infantili tutta l’indignazione che riserva a chi decide opporsi a questi tentativi di assuefare la società al falso e al perverso.

Ma il peggio il suo redattore lo riserva manipolando ad arte il significato della processione, addirittura titolando “preghiera contro”, e imbastendo su questo concetto un miserabile processo inquisitoriale, volto a screditarci anche nella fede. Sfuggono evidentemente all’estensore del pezzo non solo il titolo contenente la preposizione causale per (per il gay pride, PER signor Moia, PER!), ma addirittura i due cardini che inducono gli scriventi a non più essere proni a questo massivo, potente ed abominevole tentativo di corruzione sociale.

E i due cardini sono i seguenti

1) il termine PRIDE, che vuol dire orgoglio, superbia, ostentazione ed esaltazione di una condizione in se stessa disordinata, sovvertitrice dell’ordine naturale, scardinatrice di ogni fondamento sociale che ha nella famiglia, cellula sessualmente differenziata perché orientata alla procreazione e quindi alla perpetuazione della specie umana, il proprio nucleo fondativo e perpetuativo. Un esaltazione luciferina contro la quale avremmo sperato, invano col senno di poi, fosse elevata la residuale forza anche giuridica del buon pastore a tutela di coloro che nella veridicità di questo progetto creativo ancora scommettono. Mancò il pastore; mancò persino il sostegno dei presunti correligionari.

2) il termine RIPARAZIONE, realtà ontologica e soprannaturale a cui siamo come credenti tenuti non solo in virtù degli obblighi discendenti dal sacramento del battesimo e della cresima, ma dal magistero perenne della Chiesa Cattolica consolidatasi in moltissimi documenti e specialmente, quanto alla necessità di pubblica riparazione, nella Miserentissimus Redemptor di S.S. Pio XI – facente parte del Magistero che fino ad oggi nessun papa ha mai rinnegato o cancellato  – e perfino nel C.C.C. ai numeri 2284 ss. quanto al peccato di scandalo, e al 2487 quanto alla necessità della riparazione.

Scandalo: questo è l’oggetto disputato sul quale non si vuole prendere posizione perché foriero di opposizioni che non si vogliono e non si reputano necessari, preferendo accodarsi alla vulgata misericordiosa che smussa gli angoli di ogni contrapposizione nella speranza vana di generare una pace sociale proteiforme e adattabile ad ogni capriccio rivendicativo.

E qui sorge un sospetto: ovvero che si sia già pensato l’impensabile, vale a dire che ci si appresti a percorrere i sentieri che hanno già condotto molti ecclesiastici a sommare le tinte paonazze e purpuree al gaio arcobaleno, come tristemente avvenuto più e più volte senza strilli e commenti del Moia, di Avvenire, delle conferenze episcopali e delle romane congregazioni.

È questo l’obbiettivo di Avvenire? È questo ciò che auspica il successore di San Gaudenzo?

Dio non voglia! Noi sabato 28 p. v. pregheremo per questo.

Il Comitato Beata Giovanna Scopelli da Reggio, sezione di Rimini.

In chiusura della lettera ci giunge l’elogio entusiastico che l’Arcigay riminese, nella persona del presidente Marco Tonti, indirizza alle pubbliche dichiarazione di aperta sconfessione della processione riparatrice di Mons. Lambiasi, esaltando la “caleidoscopica e MERAVIGLIOSA varietà umana” che si manifesta in “questo bisogno radicale e umano di libertà e benessere”  nel “ rifiuto della convinzione sociale che ci vorrebbe assimilati e mimetizzati”, mentre “ il travestirsi è figurazione esuberante del reclamare visibilità per ogni identità”.

Ecco: predisponga il monsignore le strutture di accoglienza che ci rinfacciò l’anno scorso; dal lungomare ne arriveranno a frotte.

“E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, e pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa” (Rom 1, 28.32).

 







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32 commenti

  • Mazzarino ha detto:

    Il Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X benedice i partecipanti alla processione di riparazione per il Gay Pride di Rimini.

  • Michele ha detto:

    Giusto per curiosità. Chi ha scritto questo articolo/sviluppato il concept della locandina, è al corrente del fatto che quella particolare Passione di Cristo è stata dipinta da Caravaggio? Il quale, è risaputo, ha avuto innumerevoli rapporti omosessuali. Giusto per coerenza, niente di che.

  • Echenique ha detto:

    Una chiesa che non condanna l’errore, che non condanna il peccato, lascia l’errante nel errore, lascia il peccatore nel peccato, non lo salva. Ma una chiesa che non salva non é la Chiesa fondata per Gesucristo, l’única Chiesa fondata per Lui, la Chiesa Cattólica.

  • Nicola B. ha detto:

    Il foglio Avvenire ( perché dire che sia un giornale è una parola grossa) è da tempo passato dalla parte del mondo. Un po’ perché ormai da tempo nella sua redazione non vi sono più direttori e giornalisti cattolici, un po’ perché ormai da tempo la linea editoriale la dettano i pezzi grossi della Chiesa che un giorno sì ed uno no invitano all’ invasione, all’elogio della Religione della Pace Eterna, all’abolizione del peccato ecc. per cui può mai essere la linea editoriale diversa da quella che dettano i capoccioni quasi quotidianamente? Quando avremo l’unica Chiesa con la fusione con i Protestanti, vedrete che questo foglio diventerà come fu la la Pravda per il vecchio Partito Comunista Sovietico ( o come la vecchia Unità per il vecchio PCI) ovvero l’organo ufficiale che detta la linea del love & peace dalla quale sarà VIETATO DISSENTIRE.

  • Luky ha detto:

    Fortunatamente è parecchio tempo che non acquisto più avvenire. IRRITANTE… Chissà come commenterebbe San Paolo…

  • Sempliciotto ha detto:

    “IL PECCATO
    NON OFFENDEREBBE DIO
    SE NON FACESSE MALE ALL’UOMO”

    (S. Tommaso d’Aquino)

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Una volta si diceva: “Chiesa in MISSIONE”, oggi si preferisce: “Chiesa in USCITA”.
    Poco male PURCHE’ con “USCITA” non si voglia intendere un qualcosa di diverso di “MISSIONE”. E, se qualcuno dovesse intendere in modo errato la parola USCITA, Qualcuno che conta nella Chiesa gli faccia capire che no, la Chiesa non deve uscire dalla Chiesa, ma semplicemente deve andare e portare a tutti la FEDE, cioè Gesù.
    E’ come col termine PORTA. porta è lui stesso, cioè il legame tra i cristiani e il “mondo” è rappresentato dal fatto che chi crede, “uscendo” attraverso Gesù, collabori con lui nel mondo testimoniandolo.
    Anche qui occorre intendersi perché si corre il rischio che a furia di dire che occorre abbattere i muri, quella Porta possa essere considerata inutile

  • Anna ha detto:

    Leggete l’ultimo messaggio mariano proveniente da Anguera , tristemente chiaro e vero per la situazione della Chiesa odierna.

  • Luigi ha detto:

    Luciano Moia è uno dei più accesi e subdoli promotori della revisione dell’Humanae Vitae già redarguito a dovere da Costanza Miriano.
    Ultimo esempio l’articolo di Avvenire:

    Humanae vitae, 50 anni dopo: dieci punti per capire
    https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/chiesa/pagine/il-dibattito-su-humanae-vitae-un-momento-provvidenziale
    Notare che dice di valorizzare l’Enciclica, ma di fatto col suo discorso la mina dalle fondamenta.

  • Nicola B. ha detto:

    Gli ultimi due messaggi della Madonna che appare al Veggente Pedro Regis ad Anguera in Brasile. Dove si dice( anzi si ripete perché Maria Santissima lo ha ripetuto più volte in questi anni nei suoi messaggi) che gli uomini diranno che la salvezza viene dalle ideologie e che il prezioso Cibo Eucaristico sparirà dalle Chiese ( e questo Maria lo sta ripetendo insistentemente negli ultimi due anni ) .

    http://www.apelosurgentes.com.br/it-it/mensagens/4668

    http://www.apelosurgentes.com.br/it-it/mensagens/4669

  • Iginio ha detto:

    Se si può parlare di “omofobia”, allora si deve parlare anche di “eterofobia”: come descrivere altrimenti la paura e lo schifo che gli omosessuali provano per l’altro sesso?

  • Iginio ha detto:

    Una sola osservazione: io parlerei di “vulgata pseudomisericordiosa”, anziché di “vulgata misericordiosa”. Per evitare lo scadimento della “misericordia” (un bellissimo attributo divino, anche se non in senso islamico) e per evitare di prestare il fianco ad accuse di “leso papa” (ci siamo capiti).
    Per il resto, dichiarazione ineccepibile. Avrebbe dovuto farla qualche “pastore”, non un semplice laico. Segno dei tempi, evidentemente.
    Meno male che nel postconcilio era tutto un inneggiare ai laici che protestavano contro la guerra in Vietnam, accusavano quegli altri laici che raccoglievano le firme contro il divorzio, si dolevano di Giovanni Paolo II tanto cattivo e reazionario ecc. ecc. Se invece i laici protestano contro il blasfemo e l’osceno “progressista”, allora non va bene, sono cattivi e reazionari. Mah. Ripeto: qui il deficit è di logica, prima ancora che ideologico.
    Tra l’altro non è vero che la preghiera non possa essere contro: pensiamo solo a quante volte nell’Antico Testamento gli ebrei pregano contro i loro nemici.

    • deutero.amedeo - biblista ha detto:

      Bravo. Eccoti un esempio(Salmo 5,9-11):
      [9] Signore, guidami con giustizia
      di fronte ai miei nemici;
      spianami davanti il tuo cammino.

      [10] Non c’è sincerità sulla loro bocca,
      è pieno di perfidia il loro cuore;
      la loro gola è un sepolcro aperto,
      la loro lingua è tutta adulazione.

      [11] Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame,
      per tanti loro delitti disperdili,
      perché a te si sono ribellati.

  • Lucius ha detto:

    Quel giorno tutto l’inferno sarà li’presente; i buoni cristiani che sono in Grazia Dio potranno scacciare i diavoli che scortano il corteo orrendo di Sodoma ,ricorrendo ai segni di croce e invocando con Fede il Nome di MARIA SS.

  • deutero.amedeo ha detto:

    Paradossalmente trovo complessivamente più coerenti gli atteggiamenti dei gay, che non quelli di vescovi e preti. Gli uni volutamente provocatori e scandalosi, gli altri sfuggenti, titubanti, se non conniventi col peccato. Questo fatto mi ricorda ciò che disse san Paolo ai giudei di Roma dopo aver constatato che parecchi di loro rifiutarono di accettare e aderire al Vangelo da lui predicato.
    Atti 28, 24-27
    [24] Alcuni aderirono alle cose da lui dette, ma altri non vollero credere

    [25] e se ne andavano discordi tra loro, mentre Paolo diceva questa sola frase: “Ha detto bene lo Spirito Santo, per bocca del profeta Isaia, ai nostri padri:

    [26] Và da questo popolo e dì loro:
    Udrete con i vostri orecchi, ma non comprenderete;
    guarderete con i vostri occhi, ma non vedrete.

    [27] Perché il cuore di questo popolo si è indurito:
    e hanno ascoltato di mala voglia con gli orecchi;
    hanno chiuso i loro occhi
    per non vedere con gli occhi
    non ascoltare con gli orecchi,
    non comprendere nel loro cuore e non convertirsi,
    perché io li risani.

    Tristemente attuale!

  • Luigi ha detto:

    Una bellissima lettera. Avvenire ha risposto?…
    Sono sempre più convinto che saranno i laici e un pugno di sacerdoti a salvare la Chiesa da questo pericolosissimo virus che è il Neomodernismo.

  • Roberto ha detto:

    Mi sembra che gli schieramenti per la battaglia finale si siano ormai delineati cioè, come profetizzato dalla Madonna di Anguerra, un manipolo di fedeli a difesa della vera Fede contro tutti, con la preghiera e la testimonianza.
    Cristo regni!

  • pier luigi Tossani ha detto:

    E’ così. I pastori sono diventati pecore, e le pecorelle sono senza pastori. In compenso, Luciano Moia è diventato il nuovo segretario della cei…

  • Pierluigi ha detto:

    Lo leggevamo non più tardi di Domenica scorsa nella prima lettura tratta dal libro del profeta Geremia:
    “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
    Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
    Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.”
    Fossi uno di questi vescovi drizzerei le orecchie….

  • Echenique ha detto:

    Il lobby gay é molto forte, anche nella Chiesa, e ha fatto un patto tácito con la misericorditi, per cui questi rosari di riparazione vengono ostacolati e ridiculizzati al fine di ottenere un risultato: la piena accetazione del omosessualitá.

  • Anonima ha detto:

    Un grande elogio al giovane Cristiano Lugli per questo suo appassionato impegno a difesa della verità e dei diritti di Dio, diritti che i nuovi pastori di un gregge sempre b più smarrito, stanno definitivamente cancellando e sostituendo con oceaniche ondate di misericordia; a senso unico, però, ché se si tratta di applicarla ai difensori del Padreterno, scompare per diventare stizzito rimbrotto. E pensare che Avvenire è il giornale che quotidianamente acquistano i conventi. Vedi mai che qualche frate, casualmente ispirato davanti al Sacramento, dovesse finire di pensare con la testa propria.

    • Luciano Motz ha detto:

      Da quanto ho visto in questi anni girando per conventi, scuole cattoliche, associazioni, ecc. molti sono abbonati ad Avvenire, ma nessuno lo legge, infatti il quotidiano il più delle volte rimane intonso.

  • Sherden ha detto:

    Non fateci caso, è il periodo dei saldi.
    Dottrina un tanto al chilo, prendi due paghi uno.
    E con garanzia di restituzione se non piace.

  • IM ha detto:

    Se gli omosessuali accampano diritti per essere riconosciuti, perchè poi ti querelano se su uno scontrino di un ristorante romano trovano scritto “frocio” ossia omosessuale? Se uno volesse offendermi chiamandomi “cristiano” otterrebbe il risultato opposto: non mi sentirei offeso ma ne sarei orgoglioso. Se invece aggiungesse un epiteto denigratorio tutto cambierebbe. Se la legge consente a costoro di querelare per discriminazione, perchè noi cattolici non facciamo altrettanto querelandoli quando nelle loro esibizioni pubbliche organizzate, con blasfemie e sacrilegi offendono Dio e tutti i credenti (questi ultimi davvero discriminati in tutti gli ambiti della società e su tutti i mass – media)? Quanto ci manca per essere ammazzati per la sola colpa di credere veramente in Dio (vedi Nicaragua)? E se i nostri boia venissero benedetti da qualche alto prelato? Maranathà, vieni Signore Gesù!

    • Iginio ha detto:

      “Frocio” è un termine romano molto insultante (che poi ormai è conosciuto anche altrove, chissà come mai, ma evidentemente chi non è romano non ne conosce la connotazione offensiva). Non può essere equiparato a “omosessuale”. Senza ovviamente con questo giudicare positivamente l’omosessualità.

      • Klaus B ha detto:

        A Roma anni fa era molto conosciuta la gelateria dei “tre frocetti”. La chiamavano tutti così ed era considerata un’ottima gelateria, sempre piena di clienti. Il termine era usato in modo scherzoso e anche con simpatia, né intendeva in qualche modo discriminare i proprietari oppure offenderli.
        Dopo di che, sono d’accordo che sia bene evitare quel termine, che peraltro in origine significava “tedesco”, né alcun altro termine che possa risultare offensivo.
        Né un cameriere può permettersi di sfottere un cliente in alcun modo, quindi il licenziamento se l’è cercato. Certamente, se mi venisse portato uno scontrino con scritto “pelato panzone”, mi infurierei, anche se sono entrambe le cose.

  • IM ha detto:

    Se costoro accampano diritti per essere riconosciuti, perche’ poi ti querelano se in uno scontrino di un ristorante romano scrivono “frocio” ossia omosessuale? Se uno volesse offendermi chiamandomi cristiano otterrebbe il risultato opposto: non mi sentirei offeso ma ne sarei orgoglioso. Se invece aggiungesse un epiteto denigratorio tutto cambierebbe. Se la legge consente a costoro di querelare per discriminazione, perche’ noi cattolici non facciamo altrettanto querelandoli quando nelle loro esibizioni pubbliche organizzate, con blasfemie e sacrilegi offendono Dio e tutti e credenti (questi ultimi davvero discriminati in tutti gli ambiti della societa’)? Quanto ci manca per essere ammazzati per il solo fatto di credere veramente in Dio (vedi Nicaragua)? E se i nostri boia venissero benedetti da qualche alto prelato? Maranatha’, vieni Signore Gesu’!

  • giulia anna meloni ha detto:

    “[…] se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e Gomorra, perché fossero di esempio a tutti gli empi futuri, e se liberò il giusto Lot, rattristato dalla condotta di quegli uomini senza freno nella loro disso­lutezza – poiché quest’uomo, pur abitando in mezzo a loro, si manteneva giu­sto di fronte a tutto quello che vedeva ed ascoltava, nonostante che tormen­tassero ogni giorno la sua anima retta con opere nefande – il Signore sa liberare dalla prova gli uomini pii e riserbare gli empi per esser puniti nel giorno del Giudizio, specialmente quelli che seguono la carne nei suoi desideri immondi e disprezzano l’autorità. Audaci e arroganti, essi non temono d’insultare le glorie dei cieli, mentre gli stessi angeli ribelli, pur essendo supe­riori a costoro per forza e potenza, tuttavia non osano portare contro di esse un giudizio ingiurioso davanti al Signore” (2 Pt 2, 6-11).

    Per chi abbandona la legge di Dio sarà quello che è scritto

  • Nicola B. ha detto:

    Adesso ci sarà per la Chiesa ed Avvenire anche l’imbarazzo per Salvini dal momento che il Ministro ” razzista, xenofobo, non accogliente ” VUOLE il Crocifisso in tutti i luoghi pubblici e che la tanto amata ( da una certa parte di clero) ( ultra)sinistra non lo vuole ed è sul piede di guerra. Sarà anche questa una bella cartina al tornasole per vedere gli schieramenti ( anche se é facile immaginarli)