APPELLO DI UN LETTORE AI VESCOVI ITALIANI: CONTRO LA DERIVA ANTROPOLOGICA PARLINO CHIARAMENTE. CI HA SCRITTO GOTTI TEDESCHI.

28 Febbraio 2018 Pubblicato da

Marco Tosatti

Un amico di Stilum Curiae che non conosciamo personalmente, ma di cui conosciamo un’opera molto interessante di devozione mariana, e che preferisce in questa occasione mantenere l’anonimato, ci ha inviato un contributo che pubblichiamo molto volentieri. In primo luogo perché ci sembra di una chiarezza cristallina, un aiuto prezioso verso la lucidità a ormai pochi giorni da un voto politico di grandissima importanza per le sorti umane e antropologiche del nostro Paese. Poi perché lo condividiamo in larghissima parte; semmai, saremmo ancora più severi dell’autore nei confronti di quello che riteniamo sia una pesante contiguità dei vertici della Conferenza Episcopale nei confronti di un partito e di un governo responsabili di leggi chiaramente contrarie a quello che la Chiesa insegna e – forse – crede. È un contributo lungo e documentato; ma vale la pena leggero con attenzione, e condividerlo e discuterlo. Buona lettura.

Nel frattempo abbiano ricevuto questo messaggio, che ci sembra interessante.

“Caro dottor Tosatti, ho letto l’appello che ha qui sotto pubblicato. Chi lo ha scritto,implicitamente ed esplicitamente, pone domande complesse. Per contribuire ad una risposta, soprattutto sul tema antropologico, sulla deriva  della Chiesa, sul che dovrebbe fare e con quale autorità, suggerisco di leggere un opera di grande valore, pubblicata recentemente dalla casa editrice di mons. Antonio Livi ( C.E.Leonardo da Vinci ) nell’ultimo  quaderno “Divinitas Verbi”. Titolo dell’opera è “Los fundamentos filosoficos de la teologia trascendental de Karl Rahner”, l’autore è un filosofo:  Jaime Mercant Simò. Se non si intende la Chiesa di Karl Rahner (cioè quella in corso), è impossibile rispondere  con precisione e concretezza alle domande  che il suo amico lettore pone nella lettera allegata. Ettore Gotti Tedeschi”.

 

Basta timidezza! Contro la deriva antropologica i vescovi parlino chiaramente

E’ necessario che i pastori tornino a segnalare i punti fermi, quei principi su cui non è possibile scendere a compromesso alcuno senza stravolgere la società perdendo di vista il bene comune e quello della persona.

Perché la Chiesa italiana ha smesso di parlare chiaro ai politici che si dicono cattolici e agli elettori. che si apprestano a votare? Oggi è più che mai necessario che la Chiesa italiana si pronunci chiaramente, se non vorrà rassegnarsi a raccogliere domani “i cocci” di una società che – in questi ultimi anni – ha visto la maggioranza al governo legiferare indisturbata contro la famiglia e la vita sposando una visione nichilista e relativista e accelerando in maniera spaventosa su quella che viene ben definita una “deriva antropologica”.

La questione non è di poco conto, come ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco:

La questione antropologica non è una fissazione o un passatempo accademico: chiama in causa il volto della famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, il bene dei figli che hanno diritto a un padre e una madre, la natura dell’amore e della libertà educativa, il valore della vita e della sessualità (A. Bagnasco, Cose che ricordo, San Paolo 2017, p. 37).

Il problema è che il Partito Democratico si presenta alle elezioni apparentemente indebolito nei sondaggi ma rafforzato nella sua ala più radicale (grazie agli alleati Grasso, Boldrini e Bonino) e pronto ad accelerare sui “temi sensibili” forte delle sue vittorie su divorzio, unioni civili e DAT. Il leader Renzi ha recentemente fatto appello ai cattolici rispolverando la retorica di candidato moderato “contro gli estremisti” per far colpo su quella parte dell’elettorato cattolico priva di consapevolezza sui temi sensibili di vita e famiglia.

E’ per questo che, in piena campagna elettorale, sarebbe bene lasciar da parte l’eccessiva prudenza dietro alla quale troppo spesso si nascondono posizioni equivoche e compromessi col male. Se la Chiesa ha ancora qualcosa da dire all’uomo sulla sua vita, la sua piena realizzazione e la sua felicità, è un dovere di carità affermare con coraggio la verità e non tirarsi fuori dalla discussione mentre i lupi divorano le pecore, mentre cioè, viene sovvertita l’antropologia cristiana alla luce del sole.

Come affermava mons. Bregantini nel 2016, (unico vescovo sceso in piazza in occasione del Family Day), molti vescovi non si espongono perché è «comodo non esporsi». Pare che col tempo i successori degli apostoli stiano subendo una metamorfosi mortifera che da sentinelle e profeti depositari del mandato di annunciare la verità agli uomini del proprio tempo li sta portando a diventare dei “nonni”, onesti, gentili, educati e aperti al dialogo.

Se infatti Renzi si dice “moderato” bisognerà constatare che i vescovi italiani lo sono ancora di più. Con la vittoria della coalizione democratica e un nuovo governo di sinistra i danni per la società italiana saranno irreparabili. Ma alla maggioranza dei vescovi non sembra destare particolare preoccupazione l’ipotesi che a guidare il paese sia una coalizione ancora più agguerrita di quella precedente. L’importante – così pare – è non alzare i toni del dibattito, non alzare muri.

A parlare di valori non-negoziabili all’interno della gerarchia italiana sono rimasti in pochi. Oltre a mons. Crepaldi (fin troppo discreto e lontano dai riflettori mediatici) e ai cardinali Ruini e Bagnasco (l’uno passato alla storia e l’altro non più al vertice della CEI) il resto dell’episcopato italiano sembra anestetizzato e incapace di offrire ai cattolici indicazioni precise (che esulino da generici appelli alla “moderazione” e al “buon senso”) per la costruzione di una società equa, giusta e attenta ai valori della vita e della famiglia. Eppure siamo in un momento cruciale per il paese. Un bivio dove gli italiani – e solo gli italiani – potranno decidere se continuare sulla via segnata dai governi scelti da Napoletano oppure voltare definitivamente pagina.

COSA LA CHIESA NON HA FATTO.

Se Renzi si assegna la medaglia di moderato lo fa forte del sostegno della gerarchia ecclesiastica italiana che in questi anni ha dimostrato la sua incapacità di opporsi alla deriva antropologica messa in atto dalla sinistra cercando compromessi e aggiustamenti piuttosto che denunciare fermamente la deriva. Più che un atteggiamento di prudenza, la posizione dei vescovi è quella del compromesso politico e (per alcuni prelati) di connivenza di intenti. Sappiamo che alcuni vescovi nutrono piena fiducia nei confronti di Renzi (primo tra tutti mons. Paglia di S. Egidio legato al segretario da sentimenti di amicizia) e che molti altri (come ad es. mons. Galantino e mons. Forte) si sono espressi a favore delle Unioni Civili per le persone omosessuali. I vescovi italiani non si sono pronunciati con fermezza mentre il governo legiferava sul simil-matrimonio omosessuale (legge Cirinnà) lasciando ai laici l’incombenza di alzare la voce per guadagnarsi l’etichetta di integralisti (intolleranti, farisei, costruttori di muri, ecc…).

Stessa cosa su altri temi sensibili come l’ingerenza dello stato nell’educazione dei figli (attraverso corsi impartiti da associazioni LGBT in obbedienza ai dettami dell’OMS), la decurtazione di fondi alle scuole paritarie (finanziaria 2018), il divorzio breve (legge dal 2015), la liberalizzazione della pillola dei “5 giorni dopo” (2015) e del “giorno dopo” (2016), la spinta verso l’utero in affitto e l’adozione a coppie omosessuali (che molti parlamentari avrebbero voluto legalizzare), la legalizzazione delle droghe “leggere” e la legge anti-omofobia (DDL Scalfarotto), queste ultime proposte felicemente respinte grazie anche alle forze di opposizione presenti in parlamento.

In tutti questi casi, nel breve spazio di dibattito lasciato aperto dal Governo (che ha posto fiducia su Unioni Civili e sbrigato la pratica sulle DAT senza un reale dibattito), la Chiesa italiana non ha fatto sentire la sua voce in maniera ferma ed autorevole limitandosi a qualche considerazione prudente, ad appelli al dialogo e all’invito ad abbassare i toni del dibattito. E’ anche per questo che oggi la chiesa italiana rappresenta una voce marginale e poco influente nel dibattito pubblico, utilizzata e strumentalizzata solo quando parla di temi cari alla cultura dominante come l’accoglienza dei migranti e il dialogo con l’islam.

COSA LA CHIESA ITALIANA HA FATTO

Ciò che la Chiesa ha fatto in questo periodo è stato concentrarsi sui temi sociali insistendo, ad esempio, sul lavoro, sull’inclusione, sul dialogo, sull’accoglienza agli immigrati e sull’attenzione nei confronti dei poveri. Una scelta che ha alimentato un’importante convergenza con le posizioni Partito Democratico, anche nello stile sobrio, nel linguaggio politicamente corretto e nelle frequente condanne dei “populismi” e di chi si appella alle “paure verso il diverso”. Così viene letta la svolta nella stampa italiana:

…Dopo quasi cinque anni l’episcopato italiano ha cambiato volto, nei vertici, nei molti vescovi-pastori nominati da Jorge Mario Bergoglio, e nelle tematiche. E una Chiesa più attenta alle questioni sociali, dall’immigrazione alla povertà, meno ossessionata (ma non dimentica) dalle questioni bioetiche, convinta di una salutare distanza dalle dinamiche parlamentari, rappresentata dal volto cordiale dell’arcivescovo di Perugia, si avvicina alle elezioni in modo ben diverso da cinque anni fa. (Today, 23/01/2018)

Ma anche nel 2013 la “strategia cattolica” fu fallimentare tanto che il giornalista cattolico Riccardo Cascioli commentava così:

E’ vero che nessun partito coinciderà totalmente con la Dottrina sociale della Chiesa, ma c’è una bella differenza tra chi permette che quei princìpi vengano difesi e chi li nega nel suo programma. Come è possibile, tanto per fare un esempio, conciliare quei criteri con un partito (Pd) che conta entro un anno di approvare una legge che equipari le unioni di fatto ai matrimoni? O con un movimento (5 stelle) che tra le prime cose da fare vorrebbe statalizzare tutte le scuole?

Da parte sua, il nuovo presidente della CEI, mons. Bassetti ha affermato che il compito della Chiesa è quello di «ricostruire, ricucire, pacificare l’Italia». Questa è l’obbiettivo che la Chiesa italiana si pone in questi tempi di confusione e smarrimento. Tirandosi, di fatto, fuori dal dibattito sui temi messi in ballo dalla politica ed elevandosi al ruolo di arbitro super partes in nome della imparzialità e della non-interferenza politica, la Chiesa lascia fare, restando a guardare e limitandosi ad esprimere la propria opinione (una delle tante) attraverso qualche comunicato senza più la volontà di incidere nel dibattito pubblico.

Oggi (che la difesa della vita viene considerata una battaglia “divisiva” da molti ecclesiastici) tra le cose che la Chiesa italiana ha fatto, è degno di rilievo il sostegno offerto al partito Radicale che continua a perseguire battaglie contrarie alla vita e alla famiglia. Il riconoscimento pubblico fatto da papa Francesco (pur sempre il Primate d’Italia) all’abortista Emma Bonino («Una delle grandi d’Italia») ha destato stupore e molte polemiche; in nome del dialogo alla Bonino sono stati concessi pulpiti delle Chiese per parlare ai cattolici destando sconcerto e malumore; infine l’elogio di Pannella fatto da mons. Paglia («lo Spirito di Marco Pannella ci guidi…») resta un monumento alla resa di alcuni vescovi allo spirito del mondo. [Tralasceremo – per motivi di spazio – il fatto che il suddetto monsignore è stato posto da papa Francesco a capo della Pontificia Accademia per la Vitae dell’Istituto Giovanni Paolo II].

COSA LA CHIESA POTREBBE (TORNARE A) FARE

Non staremo qui a dire cosa la Chiesa dovrebbe fare (in Italia siamo tutti allenatori ma – ultimamente – siamo anche tutti papi). Quello che potremmo suggerire – mossi solo da una sincera volontà di risvegliare le coscienze – è cosa si potrebbe tornare a fare.

Per il bene della società e dei suoi cittadini è necessario che i pastori tornino a segnalare i punti fermi, quei principi su cui non è possibile scendere a compromesso alcuno senza stravolgere la società perdendo di vista il bene comune e quello della persona. Non sarà certamente una posizione comoda e popolare per i vescovi, ma è quanto mai necessario che si denunci il male che i “cattolici” al governo stanno mettendo in atto, mostrando il limite che non è bene valicare se veramente si ha a cuore il bene della società e degli uomini. Ne va la dignità della persona, ma anche la tenuta democratica della società, come ha affermato A. Bagnasco:

Rischiamo che venga a mancare la forza valoriale della nostra tradizione, che è stata un argine all’imporsi di quell’individualismo che assolutizza il mercato, a scapito della dignità della persona, della solidarietà e della stessa democrazia. (A. Bagnasco, Cose che ricordo, San Paolo 2017, p. 45).

Per farsi un’idea basterebbe rileggersi il discorso rivolto da papa Benedetto XVI ai partecipanti del Convegno del Partito Popolare Europeo dodici anni fa, esattamente il 30 marzo del 2006 quando affermava che:

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che non sono negoziabili.

Benedetto XVI ricordava che se la Chiesa interviene nel dibattito pubblico ricordando i “principi” non negoziabili, non lo fa per una forma di intolleranza o interferenza in affari politici ma per cercare di «illuminare le coscienze, affinché le persone possano agire liberamente e con responsabilità, in base alle autentiche esigenze della giustizia, anche se questo può entrare in conflitto con situazioni di potere e di interesse personale». Negare o fraintendere questi principi significherebbe provocare «un’offesa alla verità della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia stessa».

SVEGLIARE LE COSCIENZE DEI CATTOLICI DI SINISTRA

I vescovi dovranno parlare chiaro, non solo ai politici di sinistra ma anche a quegli elettori cattolici che, pronti a sostenere la candidatura del governo uscente, non si curano dei principi non negoziabili considerandoli elementi di secondo piano, temi “divisivi” e oggetto di mera disquisizione teorica. Così la Comunità di San Egidio (di Riccardi e mons. Paglia) ma così anche Comunione e Liberazione che in nome di un non meglio specificato dialogo, ha disertato le piazze del Family Day additandole ingenerosamente come battaglie “divisive”. Così molti altri ambiti dell’associazionismo cattolico come gli Scout sempre più fluidificati e imbevuti di una mentalità laicista e – nel migliore dei casi – assistenzialista.

È per amore della verità e per amore dell’uomo e della donna dei quali sono chiamati ad essere pastori e maestri che i vescovi debbono chiamare le cose per nome ricordando che nascere è un diritto e uccidere nel grembo della madre un omicidio; che l’unica forma di famiglia è tra un uomo e una donna; che la teoria gender (con tutti i suoi corollari) è una grande menzogna e che propinarla ai bambini è un abuso e una violenza fisica e psicologica (oltre che un’indebita ingerenza nell’educazione dei figli; che l’omosessualità è un peccato grave e che le coppie omosessuali vivono in situazione moralmente disordinata; che ogni figlio ha diritto ad avere un papà e una mamma, che la separazione è un dramma da scongiurare (non una pratica da facilitare e snellire; che la denatalità una piaga preoccupante che minaccia il futuro del paese, che rinnegare le radici cristiane è un male per l’europa, che il cristianesimo non è una religione come e alla pari delle altre, che l’uomo non dispone della sua vita ne della sua morte. Se la Chiesa sarà capace di affermare con coraggio queste verità abbandonando il buonismo dialogante e il linguaggio politicamente e religiosamente corretto, a chi ancora troverà dei motivi per votare Bonino, Boldrini, Grasso, ma anche Renzi, Cirinnà, Fedeli e Del Rio, non resterà poi altro che fare i conti con la propria coscienza.

CON QUALE AUTORITA’?

In conclusione. Sembrerebbe che la “ritirata” della Chiesa dalla scena politica faccia trapelare un’ammissione di colpa: il sentirsi incapace di offrire alla società un insegnamento valido per tutti, al di fuori delle sacrestie. O forse il ritenersi priva della necessaria autorità per farlo. Resterebbe dunque da capire con quale autorità i vescovi possano e debbano offrire una parola al mondo, non come un precetto religioso da osservare per volere divino, ma come una verità sull’uomo valida per la costruzione di una nuova società improntata al bene comune. Se la chiesa ha l’autorità (e il dovere) per farlo è perché la verità che annuncia è ragionevole e comprensibile da tutti gli uomini “di buona volontà”. Se la Chiesa ha la pretesa di insegnare qualcosa a chi detiene il potere politico non è per pura presunzione ma per rispondere alla sua profonda vocazione, quella di annunciare agli uomini la verità, la verità su se stessi, sulla sessualità e sulla famiglia, mettendosi dalla parte dei più deboli, in difesa della vita contro una cultura di morte che pervade il pensiero della cultura dominante.

Ma com’è possibile che la fede abbia titolo per intervenire nel dibattito pubblico? Secondo il filosofo Stefano Fontana le ragioni dell’equivoco secondo cui la Chiesa può parlare soltanto nelle sacrestie e non si debba immischiare nei problemi sociali sono di natura filosofica. Esiste oggi in Occidente – afferma Fontana – una nuova forma di persecuzione dei cattolici, che consiste nel vietare loro la presenza della fede nello spazio pubblico. Se la fede è “irrazionale” non ha diritto di parola nella società. Ma se la fede è “razionale” (coerente con la ragione) la Chiesa ha il diritto, e il dovere di parlare in pubblico in forza di una ragione illuminata dalla fede e non di una fede irrazionale (così l’Islam e il Protestantesimo) rivelata direttamente da Dio a cui è richiesta la piena sottomissione della ragione.

Così difatti affermava Benedetto XVI parlando dei “principi non negoziabili”:

[…] Questi principi non sono verità di fede, anche se sono illuminati e confermati dalla fede; sono insiti nella natura umana, e pertanto sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nella loro promozione non è quindi di carattere professionale, ma si dirige a tutte le persone, indipendentemente dalla loro affiliazione religiosa. (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti del Convegno del Partito Popolare Europeo, 2006).

E’ per questo motivo che la Chiesa è chiamata a svolgere un ruolo profetico all’interno della società, a guardare lontano per denunciare tutto ciò che – ad uno sguardo miope – sembra dettato da esigenze del progresso ma che a lungo andare provocherà danni difficilmente riparabili nella società. Per questo la Chiesa deve alzare la voce, senza timidezza, senza complessi, certa che la sua parola è oggi – come in ogni epoca – necessaria per la piena realizzazione dell’uomo e per il bene della poleis in cui è chiamato a vivere.

Se il profeta è colui che disturba perché guarda un po’ più lontano dello stretto presente, è giusto che la voce della Chiesa continui a levarsi alta e chiara: più che arrenderci all’arroganza del pensiero unico, dobbiamo ricordare che lo Stato non è necessitato a impegnarsi con ogni desiderio individuale, ma soltanto con quelle realtà che hanno rilevanza per la vita del corpo sociale. (A. Bagnasco, Cose che ricordo, San Paolo 2017, p. 42).

 

CITAZIONI

  • «Il compito pastorale del Magistero è quindi ordinato a vigilare affinché il popolo di Dio rimanga nella verità che libera. Per compiere questo servizio, Cristo ha dotato i Pastori del carisma dell’infallibilità in materia di fede e di costumi». (Catechismo della Chiesa Cattolica n° 890)
  • «Se la Chiesa acquista sempre più chiara coscienza di sé, e se essa cerca di modellare se stessa secondo il tipo che Cristo le propone, avviene che la Chiesa si distingue profondamente dall’ambiente umano, in cui essa pur vive, o a cui essa si avvicina». (Paolo VI, Ecclesiam suam, 60)
  • «Per compiere la sua missione, essa dovrà anche continuamente prendere le distanze dal suo ambiente, dovrà, per così dire, essere distaccata dal mondo. […] Nello sviluppo storico della Chiesa si manifesta, però, anche una tendenza contraria: quella cioè di una Chiesa soddisfatta di se stessa, che si accomoda in questo mondo, è autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo. Non di rado dà così all’organizzazione e all’istituzionalizzazione un’importanza maggiore che non alla sua chiamata all’essere aperta verso Dio e ad un aprire il mondo verso il prossimo». (Benedetto XVI, Viaggio Apostolico in Germania, 25/09/2011)
  • «Certamente, a livello sociale è più facile raccogliere consensi sul terreno della carità piuttosto che in quello assai più contrastato della bioetica e di certi principi dottrinali. In realtà, il punto germinale di entrambe le tensioni – carità e verità – è il medesimo e rivela la cifra inconfondibile di ogni esistenza umana». (A. Bagnasco, Cose che ricordo, San Paolo 2017, p. 45)

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39 commenti

  • Catholicus ha detto:

    Papa, cardinali, vescovi, semplici sacerdoti, sempre più frequentemente e spudoratamente tacciono la Verità (quella con la V maiuscola)) e diffondono menzogne colossali, fabbricate da loro stessi o ripescate dalla rivoluzione modernista del C.V. II e dei papi conciliari (Roncalli e Montini), se non addirittura della rivoluzione luterana, calvinista, anglicana. Credono ormai di poter fare e dire tutto ciò che vogliono (e che per lungo tempo hanno covato nel loro animo carico di odio), pensando di aver vinto su tutta la linea, e di aver così la possibilità di imporre a tutti le loro folli idee. Ai recalcitranti viene imposto il silenzio, con minacce, intimidazioni, ricatti, specialmente se appartenenti al clero, ma ce n’è anche per i laici, gli intellettuali difensori della Tradizione cattolica bimillenaria, della Chiesa preconciliare, dei suoi papi, dei suoi santi, dei suoi martiri: emarginazione, dileggio, diffamazione, eventuale ricorso al “braccio secolare” con querele per diffamazione.

    Alcuni esempi di menzogne spudorate (pura gnosi, “verbum massonicum”) :
    * tutte le religioni conducono alla salvezza (ecumenismo relativista e sincretista, anticamera dell’ateismo, come insegna S. Pio X) ;
    * gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori, ci insegnano a leggere la Bibbia (altro che perfidi ebrei, per di più deicidi);
    * cristiani, ebrei, musulmani, professano tutti la stessa religione (la religione “del libro”, come se Corano, Torah e Santi Evangeli si equivalessero!) hanno tutti lo stesso Dio (negazione della SS.ma Trinità, dell’Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di NSGC, i due misteri fondamentali del Cristianesimo);
    * anche Noi abbiamo il culto dell’uomo, disse più volte Paolo VI (antropocentrismo anziché cristocentrismo, immanentismo anziché trascendenza, silenzio totale sui Novissimi, cioè morte, giudizio, inferno e Paradiso);
    * tacita rinunzia all’evangelizzazione di tutte le genti (rifiuto di obbedienza a Cristo che, al momento della Sua Ascensione, lasciò tale compito ai Suoi discepoli ed a tutti i loro successori, fino alla fine dei tempi).

    Il progressivo declino, o meglio il degrado, della convivenza civile nella seconda metà de secolo scorso ed in questo scorcio di terzo millennio è sicuramente dovuto all’azione dei progressisti in campo politico e dei modernisti (o meglio neomodernisti) in campo religioso, al loro tradimento del mandato ricevuto dai loro elettori (nel primo caso) e della fiducia che le pecorelle del gregge di Cristo hanno riposto in loro (nel secondo caso).
    Il tradimento dei politici è brutto, dato che carpisce la fiducia e la buona fede di coloro che li hanno votati, che poi passano da destra a sinistra (o viceversa) pur di rimanere in sella ai posti di potere, dando ad intendere di averlo fatto per il bene del Paese.
    Se il tradimento dei politici è grave, gravissimo è quello del clero, dei pastori di anime, e ciò poiché carpiscono la fiducia di chi si affida loro per giungere alla salvezza eterna, mentre invece viene dirottato verso l’abisso infernale, facendogli credere che continuando a comportarsi come già si comporta (cioè a peccare) il Signore lo perdoni “a prescindere” (direbbe Totò) e l’accolga comunque in Paradiso, malgrado l’impenitenza finale. Un clero di tal fatta non solo non lo si può più considerare cattolico, bisogna riconoscere che è passato dal servizio di Cristo al servizio di satana.
    In tal modo si consuma quello che potremmo definire “il tradimento peggiore”, in quanto attuato da chi mai si supporrebbe che potesse tradire il proprio mandato, essendogli questo stato affidato da Cristo stesso.
    Concludendo, vorrei citare la definizione di modernismo, termine con cui si indica, normalmente, la ribellione (dapprima tacita e nascosta, poi sempre più aperta ed arrogante, superba, orgogliosa) del clero contro Cristo e la Sua legge, proposta da un coraggioso esponente della Resistenza Cattolica Antimodernista, il professor Lamendola, :
    “il modernismo è questo: con la scusa di “aggiornare” la Chiesa, di mettere al passo la cultura cattolica con il mondo moderno, con la civiltà moderna e le sue “conquiste” vuole far entrare lo spirito del mondo dentro di esse, e, con il cavallo di Troia della compassione, del dialogo, della misericordia, dei muri da abbattere e dei ponti da gettare, sovvertire in maniera radicale il Magistero, stravolgere il Vangelo e in tal modo vanificare o distruggere i frutti della divina Rivelazione. Ora, se non si deve chiamare satanico tutto questo, non sapremmo davvero a che cosa si dovrebbe rivolgere un tale appellativo… “

  • rosario ha detto:

    scusate però se mi permetto,sappiamo tutti che la chiesa ufficiale e quasi tutta corrotta.Perciò non prendiamoci in giro noi stessi ,perchè sappiamo già in anticipo quello che ci aspetta. saluti a tutti

  • Adriana ha detto:

    Antropologia…ma la Chiesa NON ha pronunciato parole chiare, attualmente, sul rapporto tra Cristianesimo e Identità avallando , a quel che sembra, il discorso enfatico e propagandistico della Boldrini . Mi riferisco alle molteplici identità antropologiche e storiche . Alle tradizioni , ai costumi , ai valori che , forzatamente omologati nel melting pot , ne vengono disconosciuti e deformati ; ai quali la Chiesa assieme alla Politica manca di “autentico” rispetto . Del resto non potrebbe esser diversamente dal momento che la Chiesa stessa -non riconoscendo più la propria cultura – va vagando ( nel Tempo superiore allo Spazio ) alla ricerca di una propria identità . Impresa problematica come se si volesse attribuire a una particella sub-atomica la capacità volontaristica di incocciarne un’altra nel campo di forza in cui si trova casualmente . E’ stata coniata una nuova definizione per la nuova, presuntuosa ignoranza : “Plebeità cognitiva “. Dote grazie alla quale i politici prima , gli altri a seguire , scalano i gradini del potere e del successo mondiale in questi nostri tempi . Non mi dilungo ulteriormente sui motivi di denaro e potere che “spintonano “gli Eccelsi dell’Entità a pronunciarsi sulle elezioni in maniera ossessivamente unidirezionale . “Sunt lacrimae rerum”…

  • Lucy ha detto:

    @Paolo Giuseppe, prima mi era sfuggito il tuo post.Volevo chiarire un concetto ancora una volta.
    Quando Bergoglio i quell’intervista al corriere disse :” non ho mai compreso l’espressione ” valori non negoziabili” fece un voluto e astuto “trasbordo linguistico ” passando da PRINCIPI a VALORI .Ora l’espressione di Papa Benedetto è PRINCIPI NON NEGOZIABILI e sono tre :” vita , famiglia , libertà educativa .I VALORI invece sono tanti : lavoro , cultura , casa etc e possono anche essere negoziabili Ora l’astuzia di Bergoglio è aver inserito tra i “valori ” anche i Principi di Papa Benedetto rendendoli così negoziabili come sta facendo per es. l’accademia pontificia della vita che ha eliminato per i suoi membri il giuramento per la vita prima obbligante.

    • Lo spettro di QC ha detto:

      Cara Lucy, la tua ermeneutica è fallace:
      – i “principi” sono “non negoziabili” proprio perché costituiscono “valori”. Se non avessero “valore” non si capisce perché non si potrebbero negoziare e nemmeno che cosa ce ne facciamo;
      – la riconduzione dei “principi” nel novero dei “valori” non può avere, nel discorso del Papa, l’esito di ridurre i principi a questioni negoziabili: il Papa ha infatti escluso di ritenere sussistenti “valori” negoziabili e quindi i “principi” assorbiti tra i “valori” continuerebbero ad esse “non negoziabili”.
      In definitiva, tenuto conto che 2+2 deve fare quattro anche per te e non solo per teologastri, esercitati a creare sofismi un po’ più raffinati.

    • Paolo Giuseppe ha detto:

      @ Lucy
      Speravo che tu fossi un pochino più umile.
      Non sai che per essere valido un commento deve ottenere l'”imprimatur” dallo spettro di QC ?
      A proposito spettro, che vvo ddì “imprimatur”?

  • Lucy ha detto:

    Lettera densa, piena di ottime considerazioni. È vero che da tempo era cominciata dentro la chiesa la contestazione alle affermazioni del Magistero e del Catechismo , ma prima tutto ciò aveva trovato un argine un MURO in Lettere apostoliche, Note dottrinali degli ultimi due grandi Papi, tra cui , importantissima, la nota del giugno 2003 sul VOTO DEI CATTOLICI circa il riconoscimento legale delle unioni omosessuali .Nota chiarissima , nessun margine all’ambiguità ( che bei tempi!).Per i religiosi e per i laici è stato un avere ” le spalle coperte”.
    Poi dal 2013 il disastro; non solo un’infiltrazione sempre più massiccia ma anche un ‘accelerazione con sparate teologiche allucinanti di religiosi tanto che si può parlare di ” concorso esterno ” in favoreggiamento di una deriva antropologica anticristiana e antiumana.Si va da vescovi apertamente favorevoli alla unioni civili( alias matrimonio gay) come in T.V. mons.Mogavero a Galantino e ak suo feeling con la Cirinnà.Ultimo ma solo in ordine di tempo l’osceno entusiastico applauso di Avvenire al film ” Chiamami con il tuo nome ” che esalta l’amore gay tra un adulto e un minorenne. Se questa è la situazione( solo alcuni tra i numerosissimi esempi) , del clero e della stampa”cattolica” non meravigliamoci che il grido di Obama ” love is love” alla sentenza della Corte Suprema USA circa le nozze gay sia stato fatto proprio dal ” cattolico” Renzi appena approvata a colpi di fiducia la Cirinnà. ” Love is love ” ripetè anche lui aggiungendo ” ha vinto l’amore”(!!!).
    Arrivo a Bergoglio .Spariti dai radar i Principi ( non i valori come ha fatto con astuto e voluto trasbordo linguistico) non negoziabili , finora nè una Nota della CDF nè una dua parola è stata spesa per riportare all’ordine preti , vescovi e cardinali che spingono per un ‘accettazione dell’omosessualità praticata.Anzi è stato durissimo , per i cattolici dei due Family day , accorgersi del suo silenzio se non anche ostentata indifferenza verso chi ancora oggi cerca di combattere IN PUBBLICO le derive antropologiche connesse ai temi eticamente sensibili.Insomma è terribile constatare di avere “le spalle scoperte “.
    Per quanto riguarda la CEI dopo le ultime parole del card.Bagnasco ( già troppo flebili ) ormai i pronunciamenti della CEI sembrano proclami della Camusso.Perchè?
    PERCHÈ HANNO PERSO LA FEDE.
    Altrimenti parlerebbero cone quel gigante del card.Wishinskij che al partito comunista polacco che imponeva alla Chiesa cattolica restrizioni all’educazione cattolica rispose semplicemente :” NON POSSUMUS “.E patì il carcere.
    Quanti NON POSSUMUS ci piacerebbe sentire dalla neochiesa e che non abbiamo ancora sentito.

  • L'osservatore brembano ha detto:

    Così l’Osservatore Romano di ieri:
    27 febbraio 2018

    Una comunità in piena espansione, dove il numero dei fedeli è in crescita, le vocazioni sacerdotali e religiose sono abbondanti e lo slancio missionario raggiunge territori lontani migliaia di chilometri dal suo centro originario che è lo stato del Kerala in India: è la Chiesa siro-malabarese, che ultimamente ha visto aumentare il numero delle sue eparchie perché sia assicurata la cura pastorale a tutti i fedeli sparsi nel paese. L’arcivescovo segretario della Congregazione per le Chiese orientali Cyril Vasil’, che nello scorso mese di gennaio ha compiuto un viaggio in India, accompagnato dal sotto-segretario del dicastero, il domenicano Lorenzo Lorusso, racconta nell’intervista all’Osservatore Romano alcune impressioni su questa realtà ecclesiale.

    Sì in India sarà così. Chi lo può verificare?
    Ma in Italia, culla del cattolicesimo, non è così.

  • Vitmarr ha detto:

    “Come affermava mons. Bregantini nel 2016, (unico vescovo sceso in piazza in occasione del Family Day), molti vescovi non si espongono perché è «comodo non esporsi». Pare che col tempo i successori degli apostoli stiano subendo una metamorfosi mortifera che da sentinelle e profeti depositari del mandato di annunciare la verità agli uomini del proprio tempo li sta portando a diventare dei “nonni”, onesti, gentili, educati e aperti al dialogo”
    Come si inquadra tutto questo nelle profezie.
    Così la beata Caterina Emmerich:
    “Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del Santuario e dell’Altare principale. San Michele venne giù nella chiesa, vestito della sua armatura, e fece una pausa, minacciando con la spada un certo numero di indegni pastori che volevano entrare. Quella parte della Chiesa che era stata distrutta venne prontamente recintata… così che l’ufficio divino potesse essere celebrato come si deve. Allora, da ogni parte del mondo vennero sacerdoti e laici che ricostruirono i muri di pietra, poiché i distruttori non erano stati capaci di spostare le pesanti pietre di fondazione”. (10 settembre 1820) ”

    Quindi i ricostruttori saranno sacerdoti e laici ( non alti gradi della gerarchia vaticana) venuti da tutte le parti del mondo.

    Così Abramo parla nella Genesi:
    «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci.
    Ma Sodoma fu distrutta come lo sarà San Pietro secondo la Emmerich la quale finora è stata sempre confortata da riscontri alle sue visioni , inclusa la descrizione della casa della Vergine Maria che fu ritrovata esattamente come era stata descritta.
    Non c’è bisogno di aggiungere altro.

  • Fabio ha detto:

    Scusate, ma trovo ingenuo l’appello ai Vescovi affinché prendano posizione a favore dei valori non negoziabili: quelli che ci hanno provato sono stati emarginati, perciò gli altri se ne stanno muti. Gli esempi si sprecano.
    Inoltre Bergoglio nomina sistematicamente ai vertici delle varie istituzioni pontificie personaggi che si orientano a favore di tutto ciò che è contro la vita e la natura umana.
    Se poi consideriamo che la sua elezione è stata attribuita dal Card. Daneels all’azione lobbistica della Mafia di San Gallo e che John Podesta, consigliere della Clinton, operava già da 2011 affinché si realizzasse la ‘primavera vaticana’ per rimuovere l’avversione della Chiesa Cattolica ad aborto, divorzio, gender ed orientarla su immigrazione, problemi climatici ecc. mi sembra che il quadro di riferimento ed il ruolo di Bergoglio siano più chiari

  • Sulcitano ha detto:

    Ringraziamo il Signore Gesù, per il chiaro ed efficace appello rivolto ai Vescovi della CEI, da questo anonimo lettore e amico di Stilum Curiae.
    Sulle traballanti sorti dell’Italia e della crisi di identità della Chiesa Cattolica, gli Ecc.mi Vescovi hanno cessato di parlare ormai da troppo tempo; i pochi e soliti che l’hanno fatto, si sono dimostrati dei perfetti ventriloqui del regnante Pontefice. Le sacre Verità Cristiane, non essendo più in auge nei pensieri dei pavidi pastori, sono trascurate e tradite.
    Preghiamo il Signore, affinché Domenica 4 c.m., l’elettorato Italiano,faccia scelte in maggioranza: ponderate e sagge, al fine di riuscire a fermare e sconfiggere le radicaleggianti filosofie anticristiane che ancora permeano la società Italiana.
    SIA LODATO GESÙ CRISTO!

  • deutero.amedeo ha detto:

    E intanto gli imam si danno da fare.

    Gli islamici pro ius soli: “Votate Pd, Allah vi vede”
    La moschea di Segrate si schiera con la sinistra: i musulmani non devono perdere questa occasione

    Alberto Giannoni – Mer, 28/02/2018 – 08:00
    commenta
    Per chi votare? Dall’alto del minareto di Milano arriva chiara e forte un’indicazione. Anzi, di più, un «suggerimento, quasi precetto», rivolto a «musulmani elettori, loro famiglie e parentele votanti».

    • EquesFidus ha detto:

      Le risate a pensare che il PD dichiarava di volere lo ius soli in maniera disinteressata: certo, come no. Un partito vecchio di cinquant’anni già alla nascita, che aveva bisogno di un nuovo bacino elettorale per dare libero sfogo ai propri deliri anticattolici ed europeisti e che lo ha intravisto nelle orde di clandestini islamici, da presentare come profughi da aiutare per far digerire l’invasione ai cittadini italiani. Meno male che tale legge non è (ancora) passata, altrimenti avremmo rischiato di trovarci ora un altro governo del PD e domani qualche bel partito islamico (magari wahabita, come piace ai maomettani) al potere.

  • g.vigni ha detto:

    Sorores ac fratres, munitevi di qualsivoglia volume di TACITO, con latino a fronte, mettetevi comodi, occhiali se necessita, toscano/pipa, grappino/tisana e cosa meravigliosa, dopo un po’ di pagine scoprirete che quattro o cinque parole sono più che sufficienti, più chiare, più gradevoli, più pregne che un’evanescente, mortifera sbrodolatura di 20 parole.
    Il post, per sua natura intrinseca, dovrebbe essere più che tacitiano.
    Parcete, ad ogni modo provateci .

    G. Vigni

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Caro Anonimo Lettore,
    nel tuo intervento, che nelle sue linee generali condivido, richiami più volte i”valori non negoziabili” che dovrebbero costituire il riferimento della Chiesa e dei credenti.
    Ma lo sai o non lo sai che il Capo, in una intervista del 5/3/14 a De Bortoli (Corriere della Sera) dichiarò: “Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra. Per cui non capisco in che senso vi possano essere valori negoziabili”.
    Potrei chiosare dicendo che il pollice è leggermente più utile del mignolo, ma preferisco non infierire.
    E tu, anonimo lettore, ti affanni a sollecitare i vescovi e i preti affinchè prendano posizioni chiare sui valori non negoziabili?
    I valori non negoziabili sono già annegati nel grande lago dell’etica della situazione, del caso per caso, un lago costantemente alimentato dal fiume in piena della misericordia.

    • Lo spettro di QC ha detto:

      Signor Paolo Giuseppe, è vero che in vista delle Olimpiadi da queste parti ci si allena intensamente allo sport di capire sempre il contrario di quello che uno ha detto; però, mi permetta una piccola considerazione: se il Capo dice: “non capisco in che senso vi possano essere valori negoziabili”, significa che intende dire: “oltre a quelli che generalmente chiamiamo non negoziabili, ci sono altri valori, considerati negoziabili, che invece sono non negoziabili anche loro per il fatto stesso che li consideriamo valori”.

      Ciò detto, Le suggerirei di concentrarsi su altre affermazioni più agevolmente fraintendibili, perché in questo specifico caso, rovesciare un significato tanto chiaro nel suo esatto opposto sarebbe impresa che potrebbe riuscire soltanto ad un atleta da Guinness dei primati. Qualora Lei non fosse tale, non passerebbe le prime eliminatorie. Verrei comunque a farLe il tifo.
      Saluti cordiali.

      • Sempliciotto ha detto:

        @Spettro

        Mettiamola così:
        il corpo umano è un unità di parti tutte importanti, ma non tutte necessarie alla sopravvivenza.
        Se togliamo il cervello o il cuore ad esempio, l’organismo morirà, se leviamo la milza, o un rene, o un polmone, o un braccio o una gamba, certo soffrirà , sarà limitato, ma non morirà.
        Solo alcuni organi o parti del corpo sono per così dire “non negoziabili”, poiché tolte quelle tutto l’organismo morirà.
        Spero sia chiaro il concetto, non tanto per lei che, come me conta niente, quanto per l’ex Pontefice Romano J.M.Bergoglio.

        • Lo spettro di QC ha detto:

          Non mi è chiaro perché essendo un povero spettro non ho confidenza con le parti del corpo umano. Per aiutarmi a comprendere, potrebbe farmi uno o due esempi di valori cattolici negoziabili e/o rinunciabili (spiegandomi anche in che senso siano da considerare “valori”).
          Detto questo, non era il valore della considerazione del Papa in discussione, ma il suo significato, che nella lettura del nostro PiGi era completamente invertito.

      • Paolo Giuseppe ha detto:

        @ Lo spettro di Q.C.
        Già alcuni giorni fa Le ho chiesto scusa per i miei maldestri interventi. Forse Lei non ha letto le mie scuse che comunque Le ribadisco.
        Ogni volta credo di portare un contributo utile alla discussione, ma dopo ciascuno dei suoi chiarimenti, sempre puntuali e illuminati, mi accorgo di meritare di essere “minus quam caculam consideratum”.
        Queste parole in latino me le ha suggerite un amico ragioniere, perchè lui ha studiato.
        Cordialmente.

      • Gian ha detto:

        Già, di cazzate ed eresie ne ha dette sempre talmente tante che c’è solo l’imbarazzo della scelta, senza dover spaccare il pelo in quattro con tutta l’abbondanza che ci travolge.

    • deutero.amedeo ha detto:

      E dal discernimento degli spiriti: grappa per il raffreddore, ron (rum) per tutte le occasioni, brandy per una buona digestione……

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Caro amico che scrivi, Caro Marco e cari tutti,

    per praticità, rispondo per punti.

    1. Oggi come oggi, il dato di fatto palese è che non possiamo aspettarci nulla dalla CEI, che anzi – spiace dirlo ma bisogna essere realisti – anche tramite il suo quotidiano Avvenire, ha tradito il popolo in tutti i modi possibili e immaginabili. I dirigenti della CEI che hanno fatto questo ne risponderanno al Creatore. Non si può cavar sangue da una rapa, in questo momento è inutile insistere. Poi, se la CEI avesse voluto dire qualcosa di udibile sul momento elettorale, l’avrebbe già fatto. Ora è tardi. Dopo, vedremo cosa disporrà la Provvidenza.

    2. Il testo in esame ha il grande limite di considerare solo i pur ben noti misfatti politici della sinistra, che ha demolito le basi antropologiche della nostra civiltà.

    Ma il voto del 2013 condusse in Parlamento anche coloro che, nel centrodestra, appoggiando tutte le peggiori leggi promosse dal centrosinistra in un contesto di sostanziali quando non esplicitamente praticate larghe intese, hanno permesso di approvare le norme sul divorzio breve (appena 11 voti contrari al Senato, 19 alla Camera su 240 eletti), biotestamento (37 voti contrari alla Camera) e ovviamente la legge Cirinnà, che MAI sarebbe passata se eletti del centrodestra, persino venuti in piazza ai Family Day, non avessero voltato gabbana. Ora quegli esponenti vengono tutti ricandidati, con l’aggiunta del capolavoro leghista di Giulia Bongiorno, apertamente ostile ai Family Day e favorevole a ogni nefandezza, dall’eterologa, all’utero in affitto, fino alla legge Scalfarotto, la quale guida le liste in cinque circoscrizioni con un esponente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli a fare da riempilista in ultima posizione in una di queste, e costretto così a portarle i voti per sperare di acchiappare una poltrona.

    Ci ricordiamo bene anche le dichiarazioni di Salvini medesimo, che, nonostante brandeggi il rosario e giuri sul Vangelo, come è ben noto si è espresso a favore del papponaggio di Stato. Infatti la riapertura dei bordelli dovrebbe essere tra i primi provvedimenti del suo governo.

    Nel CdX troviamo ovviamente anche il leader Silvio Berlusconi, animalista e relativista dell’”allegra anarchia etica”, propugnatore dei consumi fini a sé stessi, che stordiscono, distraggono e alla fine distruggono il popolo, che deve eseguire e non pensare, che tanto a questo, paternalisticamente, provvede lui. Silvio ha i parlamentari che vanno ai gay pride e, come si sa, mezzo gay pride ce l’ha pure in casa.
    C’è poi il FdI della Meloni, sostenitrice, a leggere i suoi manifesti, della “famiglia tradizionale”, ma della quale però in 15 anni di Parlamento, cinque dei quali trascorsi in Consiglio dei ministri, non si ricorda un provvedimento sul quoziente familiare o sul reddito di maternità.
    Merita un cenno, ormai per completezza, anche la “quarta gamba”: Maurizio Lupi e l’ex ministro Costa, Tosi e Zanetti, tutti coloro che dissero sì alla legge Cirinnà facendo commercio dei princìpi non negoziabili, vendendoseli non per trenta denari, ma per quindici.

    Volendo considerare, in questa sede, l’intero arco costituzionale, last but not least, ricordiamo anche il M5S, che si presenta ontologicamente come una gnosi 2.0.

    3. Tutto ciò premesso, come ho già detto altre volte, la conclusione è semplice: l’unica sana alternativa alla suddetta desolazione è il “Popolo della Famiglia”, che, pur laico, imposta il suo programma sulla Dottrina sociale della Chiesa cattolica. Per maggiori dettagli vedere qui

    http://ilpopolodellafamiglia.it/2018/02/15/considerazioni-sul-voto-del-4-marzo/

    e, se qualcuno avesse qualche legittima perplessità a votare il PdF, a motivo del “voto utile” o della possibile dispersione del voto, può vedere qui:

    http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2018/02/16/politica/osservazioni-giuridiche-sul-voto-responsabile

    Un cordiale saluto a tutti voi.

  • ettore ha detto:

    Ripropongo perchè le ritengo tuttora valide le linee guida che il grande card. Caffarra – un vero pastore – espresse ai fedeli della Diocesi di Bologna per il voto del 2013:
    https://www.tempi.it/caffarra-cari-fedeli-ecco-quali-sono-gli-orientamento-per-il-voto

  • Mazzarino ha detto:

    Considerazioni ben articolate, pacate, condivisibili. Purtroppo la realtà ecclesiale è già molto molto molto lontana da quanto auspicato. Brandelli di Fede cattolica sono reperibili solamente fra i laici più fortunati che per vicissitudini personali o disegni di provvidenza sono riusciti a stare lontani dai movimenti (embrioni delle sette protestanti in una Chiesa post-conciliare da cinquant’anni in marcia verso Lutero) e dalle sacrestie pelose.
    Lasciando perdere i vescovi cattosinistrorsi e neoluterani, l’altro 10% perchè tace ? Perchè è tutto il giorno occupato a chiudere parrocchie, vendere chiese evitando che finiscano in mano a Cattolici che possano usarle come tali, a concordare sponsorizzazioni, sostegni finanziari ed impegni di scambio immobiliaristico con amministrazioni locali e con istituti bancari che per il 95 % sono e saranno di certo, fino a che loro resteranno vescovi, DI SINISTRA.
    Alzereste voi la voce in difesa della vita, dopo aver firmato decine di mutui, fidejussioni, contratti etc che potranno essere onorati solo con la “benevolenza” di tali poteri? Come potrebbero mantenere il loro ruolo di “vicesindaci”, tagliare quotidianamente nastri, avere telefono aperto per la soluzione di qualunque problema, se facessero come faceva Caffarra e cioè urlassero un bel VAFFA a Renzi e al PD? Aborto, convivenze civili e omosessuali, dat, gender, eutanasia in fondo sono “mali minori”. E poi è una aspirazione legittima divenire “grandi Italiani”.

  • Vittorio ha detto:

    Ritengo la famiglia eterosessuale il male minore. Antropologicamente o darwinianamente. Anche se molte cose ancora non si conoscono. E va da se’ che certe scienze non son per nulla esatte 😭 Bisognerebbe incentivare le famiglie eterosessuali. In quanto ai gay ecc. e’ successo, come sempre , che si e’ passati da un eccesso all’altro. Sì alle unioni no ai matrimoni e alle adozioni. Sì i vescovi dovrebbero farsi più sentire. Anche se….le cose son molto piu’ complicate PER TUTTI. (ho citato come San Paolo volesse vescovi sposati per condurre bene la chiesa). Ma anche qui, miriamo piu’ al basso, che intervengano sulla naturalita’ della famiglia eterosessuale.

    Personalmente non ho mai idolatrato la natura, in quanto decaduta e in attesa, per chi riesce a crederlo, della redenzione promessa.

    Ma tale natura “imperfetta” ha tentato con l evoluzione di arginare “gli errori”. La famiglia e’ connaturata alla specie homo sapiens.

    • Vittorio ha detto:

      Errata corrige

      Sono CONTRO la legittimazione Delle UNIONI gay, per un fatto di bilancio. Ritenendo “naturale” la famiglia etero, penso -in tempi di magra- abbia precedenza su unioni che “naturalmente” sarebbero sterili.

      Per me l omosessualita’ e’ naturale, da un punto di vista antropologico. La natura non ha leggi ferree o se le ha ha le eccezioni, magari numerose. Non sappiamo da cosa derivi. Come non sappiamo tante altre cose. Antropologicamente.

      • Paolo Giuseppe ha detto:

        @Vittorio
        Scrivi: “per me l’omosessualità è naturale da un punto di vista antropologico”.
        Vedi Vittorio, sono arrivato a 75 anni convinto, erroneamente, che ciascun orifizio avesse una sua precisa ragion d’essere.
        Ho sbagliato tutto. Ti ringrazio perchè mi hai aperto gli occhi, per fortuna solo quelli.

      • Grog ha detto:

        Se l’omosessualitá fosse naturale non sarebbe un peccato mortale. Evidentemente tu sei un cattolico fa-da-te. Ammesso e non concesso che tu sia cattolico. Antropologicamente.

    • deutero.amedeo ha detto:

      Ai tempi di San Paolo non c’erano i seminari e nella Chiesa non si faceva “carriera” . Si entrava da adulti, convertendosi dal giudaismo o da religioni pagane. Per questo San Paolo scrisse quella frase sui vescovi e scrisse anche:
      – Ognuno nello “stato” in cui fu chiamato (cioè celibe o sposato) in quello rimanga.-

      E adesso Amadeus – Ordo Parochianorum Ignorantorum – dice: oportet studere antequam docere.

      Ad meliora

    • EquesFidus ha detto:

      Lo sai vero che liberalismo e che la dottrina do Teilhardt de Chardin sono eresie per la Chiesa cattolica, vero?

      • Lo spettro di QC ha detto:

        Eques, non so interpretare il tuo rilievo sul liberalismo, perché è in funzione di un messaggio di Vittorio di cui non ho capito nulla.
        In generale – oggidì – si dovrebbe distinguere tra liberalismo e liberalismo. Altrimenti non si capisce che ci stiano a fare tanti rognosi “teo-con” cattolico-antibergogliani a stelle e strisce, che di quell’ideologia seguono pedissequamente le direttive economiche (travestendole da “dottrina sociale”) e quelle sulla libertà di espressione/stampa (senza la quale ultima dovrebbero starsene a cuccia a rosicare in silenzio).
        Faccio presente che è proprio la matrice liberale/economica a stelle e strisce che fa loro scrivere (giusti) proclami contro Governo e CEI riguardanti vita e famiglia, trascurando però di sottolineare lo scempio ignobile che Renzi ha fatto di qualsiasi tutela del lavoratore, mettendo i giovani in condizioni di non sapere neppure come fare a “metter su famiglia” e “mettere al mondo figli”.
        Non è questione da “cattocomunisti”, visto che l’abolizione del jobs act è nei programmi sia di Casapound sia di Forza Nuova. Il dato rilevante è che delle tutele cancellate non interessa alle destre liberali, di cui i suddetti “teo-con” cattolico-antibergogliani a stelle e strisce fanno parte a pieno titolo.

  • C.B. ha detto:

    Caro dott. Tosatti, come lei anch’io condivido in toto quanto scritto nel contributo e come lei sarei ancora più severo nei confronti dell’ignavia della gerarchia ecclesiastica.
    Farò quindi un commento sintetico e semplice, anche se non semplicistico.
    Caro amico, tu scrivi che i vescovi dovrebbero……… potrebbero ………., ma i vescovi semplicemente NON VOGLIONO, per scelta. E’ questo il vero dramma che la nostra Chiesa sta vivendo.

  • Adriana ha detto:

    Il “dialogo” della Chiesa con l’Islam mi pare apertissimo .-La Moschea di Segrate si schiera con la Sinistra per queste elezioni .

    • Grog ha detto:

      Specifichiamo: non la Chiesa ma la cei e gli alti(ssimi) vertici. La Chiesa é di Nostro Signore e non può stare dalla parte dei satanisti.