CHARLIE GARD E IL PAPA. TROPPO POCO, E, SPERIAMO NON TROPPO TARDI. STORIA DI UN IMBARAZZO.

3 Luglio 2017 Pubblicato da

Marco Tosatti

Troppo poco, e speriamo ardentemente, non troppo tardi. Ci riferiamo alla linea impacciata che il Papa e il Vaticano ha seguito nella vicenda Charlie Gard. Una linea che è stata costituita essenzialmente da tre punti. La dichiarazione del presidente dell’Accademia per la Vita, l’arcivescovo Paglia (che, en passant diciamo può rivelarsi una delle scelte meno felici di questo regno, che di scelte discutibili abbonda); un tweet di @Pontifex, in cui non si parlava di Charlie Gard; e infine della dichiarazione di Greg Burke.

Per la dichiarazione di mons. Paglia vi rimandiamo all’articolo che abbiamo scritto qualche giorno fa.

Questo è il tweet: “Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”. E’ della sera del 30 giugno.

E infine questa è la dichiarazione di Greg Burke, di ieri: “Il Santo Padre – dichiara il portavoce vaticano, – segue con affetto e commozione la vicenda del piccolo ed esprime la propria vicinanza ai suoi genitori. Per essi “prega, auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo”.

In realtà quest’ultima dichiarazione suona come una sconfessione di quanto dichiarato dai vescovi inglesi e da mons. Paglia; in particolare per quanto riguarda il desiderio e il naturale diritto dei genitori di percorrere ogni via possibile che dia speranza di salvezza per il piccolo.

Qualche riflessione.

Sono giorni e giorni che il mondo cattolico è mobilitato contro l’eutanasia di Charlie. Sin dalla prima sera, con un rosario in piazza San Pietro, sotto quella che era la finestra del Papa. Ma il Pontefice è nel suo bunker di Santa Marta, circondato da suoi fedeli e meno fedeli, e non può averlo visto. Però a Santa Marta, come all’Ambasciata inglese, come all’ospedale sono arrivate molte telefonate.

La lentezza della reazione può far pensare a due cose. La prima: l’informazione che giunge al Pontefice è fortemente condizionata da quello che scrivono i mass media mainstream che di Charlie si sono occupati poco o niente, più importanti i concerti. E il Pontefice sappiamo – l’ha detto egli stesso – che cosa legge.

Questo vuoto comunicativo è stato rafforzato dall’atteggiamento dei suoi vari spin doctor e giannizzeri comunicativi. Basta leggere certi accenni di vescovi e preti sul timore che il caso di Charlie sia “strumentalizzato politicamente” per capire che il bambino a cui i genitori vogliono dare un’ultima chance per quanto labile, e la burocrazia tanatologica britannica e internazionale no, sia considerato un caso “di destra”. Non è Trump, l’aborrito Trump, che è pro-life? Vade retro! Questa etichettatura – ma quanto è ideologico, questo regno! – ha contribuito a non far capire che la battaglia non è solo per Charlie, ma per il diritto di non venire terminati per ordini superiori un giorno anche contro il parere magari nostro, magari di chi ci vuole bene, se c’è.

Così quello che in teoria dovrebbe essere un tema, e una battaglia, eminentemente cattolica: due genitori che lottano per la speranza, solo ben tardi è giunta all’attenzione del Pontefice, e anche lì, permettetemi di dirlo, non è che si sia rovinato. Solo dopo che la rete era piena di messaggi di cattolici sbalorditi dal suo silenzio all’Angelus Greg Burke ha emanato il comunicato, che tradisce tutto lo sforzo e l’imbarazzo della situazione. Greg Burke: il Papa degli imprevisti, delle visite a sorpresa, delle telefonate a questo e a quello non si è speso personalmente. Almeno per quello che ci è stato dato di sapere. Non ci sembra che abbiamo assistito a un episodio esaltante. Né per la Chiesa, né per la sua comunicazione.



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200 commenti

  • Adolfo ha detto:

    @Marco
    #Sulla questione del libero arbitrio da te idolatrato, dove tu in sostanza affermi che Dio ci mette la Grazia ma tale Grazia è efficace solo in virtù dell’assenso dell’uomo, mettendo quindi la Grazia e l’azione dell’uomo sullo stesso piano, ti ripeto che questo è semi-pelagianesimo#

    Finiscila di calunniarmi, perché queste sono calunnie vere e proprie (mi accusi addirittura di idolatria: vedi di darti una regolata, piuttosto): io ho sempre affermato che “la Grazia viene sempre prima” (puoi rileggerti i miei commenti su tale tema, e MAI troverai un’equiparazione idolatrica come quella di cui mi accusi con tanta leggerezza); ma ho anche detto che, secondo certe tue formulazioni, e certi tuoi “ritagli”, pare (e dico pare) che il libero arbitrio venga annullato.

    Se ti sembra che questo mio dire significhi equiparare Grazia e libero arbitrio, allora evidentemente hai qualche problema con la lingua italiana.

    Continui a mettermi in bocca cose che mai mi sono sognato di affermare, e questo non solo è offensivo, ma impedisce pure un serio e sereno dialogo.

    Non è la prima volta che mi offendi, in varie maniere, e questo non può certo farmi piacere.

    E per fortuna tu sei uno di quelli che leggono con attenzione i commenti altrui: per fortuna…

    CCC 2008
    Il merito dell’uomo presso Dio nella vita cristiana deriva dal fatto che
    _Dio ha liberamente disposto di associare l’uomo all’opera della sua grazia_.
    _L’azione paterna di Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero agire dell’uomo viene dopo nella sua collaborazione_,
    così che
    _i meriti delle opere buone devono essere attribuiti innanzi tutto alla grazia di Dio, poi al fedele_.
    Il merito dell’uomo torna, peraltro, anch’esso a Dio, dal momento che le sue buone azioni hanno la loro origine, in Cristo, dalle ispirazioni e dagli aiuti dello Spirito Santo.

    CCC 2010
    Poiché nell’ordine della grazia
    _l’iniziativa appartiene a Dio, nessuno può meritare la grazia prima_,
    quella che sta all’origine della conversione, del perdono e della giustificazione.
    Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità,
    _possiamo in seguito meritare per noi stessi e per gli altri le grazie utili per la nostra santificazione_,
    per l’aumento della grazia e della carità, come pure per il conseguimento della vita eterna.
    Gli stessi beni temporali, quali la salute e l’amicizia,
    _possono essere meritati_
    seguendo la sapienza di Dio.
    Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera cristiana. Questa provvede al nostro bisogno di grazia per le azioni meritorie.

    ***
    Mai ho affermato qualcosa di diverso, rispetto a ciò che è evidenziato nei paragrafi del CCC riportati qui sopra. Si comprende chiaramente che il valore della Grazia è di gran lunga superiore a ciò che l’uomo può meritare (utilizzando al bene il suo libero arbitrio); ma parimenti viene sottolineato che, accogliendo “la mozione dello Spirito Santo e della carità”, noi “possiamo meritare per noi stessi e per gli altri…”.

    Si dice con chiarezza che i meriti delle opere buone vanno attribuiti prima di tutto alla Grazia, e poi al fedele. Non si dice, come tu pari affermare in certi passaggi, che nel caso di opere buone il merito è “tutto” della Grazia.
    Piuttosto: il merito del fedele è infinitesimo, rispetto a quello della Grazia, ma c’è.

    E su questo siamo in disaccordo, tu e io. Ma io non mi trovo in disaccordo coi paragrafi del CCC riportati qui sopra. E tanto mi basta. Se permetti, preferisco seguire il CCC piuttosto che certe arbitrarie interpretazioni, anche se si basano sugli insegnamenti di un grande Dottore come Tommaso.

    Perciò, se hai voglia di crearti “affermazioni immaginarie”, allo scopo di dare sfogo alla tua lungaggine, questo è e rimane un problema tuo.

    ***
    #Sulla concisione chiedo scusa davvero, ma purtroppo è difficile essere concisi su questi temi#

    Questa tua richiesta di scuse – davvero! – mi sa tanto di fasullo: infatti, come ti ho detto in passato, hai proprietà di linguaggio, e potresti ben esprimere e sintetizzare certi concetti con parole tue, SENZA ricorrere a continui e invasivi copia e incolla.

    Non è affatto difficile: basta volerlo. Le capacità le hai, ti manca dunque la buona volontà.

    Sintesi, sintesi, per la miseria. E anche con la sintesi, i commenti spesso si allungano. Figuriamoci che accade, con copia e incolla compulsivi.

    ***
    #Quando io avevo già spiegato n volte, e proprio parlando con te in questo topic, che non è la piena avvertenza che è in ballo per i cattolici in quelle condizioni, ma la libertà, il deliberato consenso#

    Infatti continui a non capire (e per questo poi ti trovi a spiegare n volte): io non metto in dubbio la questione del deliberato consenso; però affermo che, anche per il confessore, è difficile “pesare” se e quanto il consenso sia deliberato. Esattamente ciò che dice Mons. Livi, ad esempio.

    Dunque, e molto semplicemente, sottolineo la necessità di muoversi con estrema prudenza, in caso di peccato in materia grave.
    Se nessuno, come affermi pure tu, si può ritenere in Grazia, a maggior ragione NON si possono ritenere in Grazia i peccatori gravi e incalliti.

    Non ho problemi ad accettare le tue scuse; ma rimane il fatto che, siccome tu scrivi tantissimo (e ciò richiede tempo e impegno, prima a te, e poi a chi ti legge), può accadere che ti trovi (magari per stanchezza) a travisare i concetti espressi da altri commentatori. E anche fatalmente accade che gli altri commentatori si trovino in serie difficoltà, nel districarsi dentro la giungla (tale è, senza offesa) dei tuoi commenti.

    Anche se sei in perfetta buona fede (spero di sì, ovviamente), rimane il fatto che, più di una volta, è difficile rapportarsi con te, proprio a causa dei tuoi interminabili papiri.

    Se deciderai sul serio di darti una regolata, tanto meglio per tutti. Sennò pazienza.

    • Marco ha detto:

      “Finiscila di calunniarmi, perché queste sono calunnie vere e proprie (mi accusi addirittura di idolatria: vedi di darti una regolata, piuttosto): io ho sempre affermato che “la Grazia viene sempre prima” (puoi rileggerti i miei commenti su tale tema, e MAI troverai un’equiparazione idolatrica come quella di cui mi accusi con tanta leggerezza); ma ho anche detto che, secondo certe tue formulazioni, e certi tuoi “ritagli”, pare (e dico pare) che il libero arbitrio venga annullato”

      L’equiparazione c’è, perché te è la Grazia insieme al consenso dell’uomo che porta a giustificazione. Non è così, perché la Grazia CAUSA il consenso dell’uomo, la Grazia efficace è la causa prima, il libero arbitrio la causa seconda dipendente dalla prima.

      Rileggi quello che scriveva Bellon

      “Mi pare che un esempio possa aiutare in qualche modo, ma solo in qualche modo: se tu inserisci in un organismo sano un ottimo cibo, questo cibo viene accolto e trasformato in ottimo sangue e dispone l’organismo a riceverne del nuovo.
      Il cibo dunque è la causa prima. E la buona disposizione dell’organismo è causata dal buon cibo precedentemente assunto. Quindi alla fine il merito è tutto del cibo ed è anche dell’organismo sano.”

      I passi del Catechismo da te citati dicono esattamente ciò che sto dicendo io, guardacaso.

      “Si comprende chiaramente che il valore della Grazia è di gran lunga superiore a ciò che l’uomo può meritare (utilizzando al bene il suo libero arbitrio); ma parimenti viene sottolineato che, accogliendo “la mozione dello Spirito Santo e della carità”, noi “possiamo meritare per noi stessi e per gli altri…”.”

      Si, ma l’accettazione della Grazia è essa stessa Grazia, lo dice anche il Catechismo al paragrafo 2001
      “La preparazione dell’uomo ad accogliere la grazia è già un’opera della grazia. Questa è necessaria per suscitare e sostenere la nostra collaborazione alla giustificazione mediante la fede, e alla santificazione mediante la carità. Dio porta a compimento in noi quello che ha incominciato: « Egli infatti incomincia facendo in modo, con il suo intervento, che noi vogliamo; egli porta a compimento, cooperando con i moti della nostra volontà già convertita ”

      Quando dice che

      “Egli infatti incomincia facendo in modo, con il suo intervento, che noi vogliamo ;

      egli porta a compimento, cooperando con i moti della nostra volontà già convertita ”

      Sta descrivendo esattamente la Grazia Efficace. Ti ripeto che una della mani che scrissero il nuovo Catechismo è il Cardinale Schönborn, un tomista domenicano.

      “Si dice con chiarezza che i meriti delle opere buone vanno attribuiti prima di tutto alla Grazia, e poi al fedele. Non si dice, come tu pari affermare in certi passaggi, che nel caso di opere buone il merito è “tutto” della Grazia.
      Piuttosto: il merito del fedele è infinitesimo, rispetto a quello della Grazia, ma c’è. E

      su questo siamo in disaccordo, tu e io.”
      Guarda che pure io non ho mai negato i meriti del fedele, conseguenti alla Grazia. Ho sempre detto però che anche l’accettazione della Grazia è effetto della Grazia, e solo dopo merito del fedele, in accordo sia col Catechismo che con la dichiarazione congiunta sulla Giustificazione al paragrafo 20 dove è scritto che

      ” Quando i cattolici affermano che l’uomo, predisponendosi alla giustificazione e alla sua accettazione, «coopera» con il suo assenso all’azione giustificante di Dio, essi considerano tale personale assenso non come un’azione derivante dalle forze proprie dell’uomo, ma come un effetto della grazia.”

      In altre parole:

      1) dove vi è stato il libero assenso vi è stato innanzitutto per merito della Grazia Efficace e solo secondariamente per merito nostro;

      2) dove l’assenso non vi è stato non vi è stato solo per colpa nostra, perché abbiamo rifiutato la Grazia sufficiente;

      3) quando riceviamo la Grazia efficace diamo sempre l’assenso, pur rimanendo liberi di rifiutarlo, perché la Grazia Efficace muove il libero arbitrio infallibilmente al Bene, pur senza violare la libertà, come insegna San Tommaso

      “Se quindi è intenzione di Dio che l’uomo di cui egli muove il cuore ottenga la grazia, infallibilmente essa sarà ottenuta; come confermano le parole evangeliche [Gv 6, 45]: “Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me”. “. (Summa Teologica, I-II, 112, 3 );

      4) quando riceviamo la Grazia sufficiente neghiamo sempre il nostro assenso per colpa solo nostra, della nostra cattiva volontà.

      Il problema è che tu non accetti questo, e sembri voler affermare che i meriti dell’uomo in qualche modo siano causa parziale della Giustificazione; non è così. Sono conseguenza della stessa, non causa. Anche qui San Tommaso lo spiega bene in Summa Teologica I, 23, 5 dove insegna che “non si può distinguere ciò che proviene dal libero arbitrio da ciò che proviene dalla predestinazione, come non si può mai distinguere ciò che deriva dalla causa seconda da ciò che deriva dalla causa prima: poiché la provvidenza, come è stato già detto [q. 22, a. 3], produce i suoi effetti mediante le operazioni delle cause seconde. Quindi anche le azioni compiute dal libero arbitrio derivano dalla predestinazione. ”

      Tu invece fai la distinzione, ed è un errore pelagiano. San Tommaso infatti lo dice proprio senza mezzi termini in quel capitolo.

      “Infatti continui a non capire (e per questo poi ti trovi a spiegare n volte): io non metto in dubbio la questione del deliberato consenso; però affermo che, anche per il confessore, è difficile “pesare” se e quanto il consenso sia deliberato. Esattamente ciò che dice Mons. Livi, ad esempio.”

      Ma è sempre stato difficile pesare, con tutti i peccatori.

      “Dunque, e molto semplicemente, sottolineo la necessità di muoversi con estrema prudenza, in caso di peccato in materia grave.
      Se nessuno, come affermi pure tu, si può ritenere in Grazia, a maggior ragione NON si possono ritenere in Grazia i peccatori gravi e incalliti.”

      E chi ha detto il contrario? Un peccatore deve andarsi a confessare, poi al limite deciderà il sacerdote se assolverlo oppure no. Un sacerdote deve anche prendersi le responsabilità, altrimenti uno potrebbe confessarsi con un programma informatico, se l’individuo e la sua vita non contassero una mazza e contasse solo l’atto oggettivo.

      ” Non ho problemi ad accettare le tue scuse; ma rimane il fatto che, siccome tu scrivi tantissimo (e ciò richiede tempo e impegno, prima a te, e poi a chi ti legge), può accadere che ti trovi (magari per stanchezza) a travisare i concetti espressi da altri commentatori. E anche fatalmente accade che gli altri commentatori si trovino in serie difficoltà, nel districarsi dentro la giungla (tale è, senza offesa) dei tuoi commenti.”

      Capisco perfettamente. Non credere che mi diverta a perdere 10/15 minuti per ogni commento, non mi diverto affatto. Purtroppo è l’argomento che è complesso.

      ‘Anche se sei in perfetta buona fede (spero di sì, ovviamente), rimane il fatto che, più di una volta, è difficile rapportarsi con te, proprio a causa dei tuoi interminabili papiri. ”

      Capisco, mi dispiace.

      “Se deciderai sul serio di darti una regolata, tanto meglio per tutti. Sennò pazienza.”

      Faccio il possibile.

    • Marco ha detto:

      Sulla Grazia ripeto che anche San Paolo è chiaro più che mai

      “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; nè viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.” (Efesini 2,4-10)

      Ora dimmi: se fossimo noi a determinare la nostra salvezza, non avremmo forse motivo di vanto? Certo che si. E se Dio desse a tutti le stesse Grazie e la loro efficacia dipendesse dal nostro assenso cosa sarebbe a salvarci? Noi stessi, il nostro atto di volontà, non la Grazia in se, poiché secondo questa prospettiva la Grazia era la stessa per tutti e se Tizio si salva si salva perché, al contrario di Caio, vi ha dato il suo assenso.

      Avrebbe forse senso, ripeto, in un tale scenario, affermare che ” per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; nè viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene” quando di fatto a salvarci sarebbe un’opera nostra, cioè l’atto di volontà di accettazione della Grazia?

      Non avrebbe nessun senso.

      Ancora meno senso, anzi deliranti, sarebbero in questo caso le parole di San Paolo in Rm 9,16 dove afferma che ” non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia”.

      Nella tua prospettiva infatti San Paolo avrebbe dovuto scrivere “non dipende da Dio che elegge e fa Misericordia, ma dalla volontà dell’uomo di accettare il dono dell’Eterno”.

      E che dire di Rm 9,10-12?

      ” Rebecca ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre; quando essi non erano ancora nati e nulla avevano fatto di bene o di male – perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull’elezione, non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama -, le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, come sta scritto: Ho amato Giacobbe
      e ho odiato Esaù.”

      Nella tua prospettiva bisognerebbe riscriverlo così

      “Rebecca ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre; quando essi non erano ancora nati e in previsione di ciò che avrebbero fatto di bene o di male – perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sulle opere, non in base all’elezione di Colui che chiama,, ma alla volontà di colui che è chiamato -, le fu dichiarato: Il minore sarà uguale al minore, come sta scritto: Ho amato Giacobbe quanto ho amato Esaù.”

      L’inversione, in pratica. Ciò che sostengo io invece ha il supporto della Scrittura, del Catechismo e di San Tommaso.

      San Tommaso infatti spiega bene quel passo, senza doverne rovesciare il significato.

      Spiega infatti, in Summa Teologica I, 23, 3 http://www.mysticreader.eu/Somma%20Teologica/Somma_Teologica1/Parte%20I/QUESTIONE%2023.html

      “Dio riprova alcuni. Infatti abbiamo già detto [a. 1] che la predestinazione è una parte della provvidenza. E si è anche dimostrato [q. 22, a. 2, ad 2] che la provvidenza può ragionevolmente permettere qualche deficienza nelle cose ad essa sottoposte.
      Essendo quindi gli uomini indirizzati alla vita eterna dalla provvidenza divina, appartiene ad essa il PERMETTERE che alcuni manchino di raggiungere questo fine. E ciò viene detto riprovare.
      Quindi, come la predestinazione è una parte della provvidenza relativamente a coloro che da Dio vengono ordinati alla salvezza eterna, così la riprovazione è una parte della divina provvidenza rispetto a coloro che non raggiungono tale fine. Per cui la riprovazione NON dice soltanto prescienza, ma aggiunge concettualmente qualcosa, come si è già visto [q. 22, a. 1, ad 3] per la provvidenza. Come infatti la predestinazione include la volontà di conferire la grazia e la gloria, così LA RIPROVAZIONE INCLUDE LA VOLONTÀ DI PERMETTERE CHE QUALCUNO CADA NELLA COLPA, e [la volontà] di infliggere la pena della dannazione per il peccato.

      Soluzione delle difficoltà: 1. Dio ama tutti gli uomini, anzi ama tutte le creature, in quanto a tutti gli esseri vuole del bene; NON A TUTTI PERÒ VUOLE OGNI BENE. Per cui quando ad alcuni non vuole il bene della vita eterna si dice che li ha in odio, o che li riprova.
      2. Quanto al modo di causare, la riprovazione si comporta DIVERSAMENTE dalla predestinazione. La predestinazione infatti è CAUSA tanto di ciò che è atteso dai predestinati nella vita futura, cioè della GLORIA, QUANTO DI CIÒ CHE DA ESSI È PERCEPITO NEL PRESENTE, CIOÈ DELLA GRAZIA. La riprovazione invece NON È CAUSA di ciò che si verifica nella vita presente, cioè DELLA COLPA, ma solo dell’abbandono da parte di Dio. È tuttavia causa di ciò che sarà inflitto nel futuro, cioè della pena eterna. Ma LA COLPA PROVIENE DAL LIBERO ARBITRIO DI COLUI CHE È RIPROVATO E ABBANDONATO DALLA GRAZIA. E così si avvera il detto del profeta: “La tua perdizione proviene da te, o Israele!”.
      3. La riprovazione di Dio non riduce affatto le capacità dei reprobi. Per cui, quando si dice che i reprobi non possono ottenere la grazia, ciò va inteso non di una impossibilità assoluta, ma di una IMPOSSIBILITÀ CONDIZIONATA: nel senso in cui sopra [q. 19, a. 8, ad 1] abbiamo detto che è necessario che il predestinato si salvi, cioè di una necessità condizionata, la quale non toglie il libero arbitrio. Quindi, sebbene chi è riprovato da Dio non possa ottenere la grazia, tuttavia DIPENDE DAL SUO LIBERO ARBITRIO CHE CADA IN QUESTO IN QUEL PECCATO. Giustamente dunque ciò gli viene imputato a colpa. ”

      E sui predestinati afferma che la predestinazione è infallibile, in Summa Teologica I, 23, 6, dove scrive che

      “La predestinazione certissimamente e infallibilmente ottiene il suo effetto; e tuttavia non comporta necessità, nel senso cioè che il suo effetto provenga necessariamente. Infatti sopra abbiamo dimostrato [a. 1] che la predestinazione è una parte della provvidenza. Ora, non tutto ciò che è soggetto alla provvidenza è reso necessario, ma alcune cose accadono in modo contingente, secondo la natura delle cause prossime che la divina provvidenza ha posto per produrre tali effetti.
      Tuttavia l’ordine della provvidenza è infallibile, come sopra si è dimostrato [q. 22, a. 4]. Così dunque anche l’ordine della predestinazione è certo; e tuttavia non è abolito il libero arbitrio, da cui deriva che l’effetto della predestinazione si produca in modo contingente. ”

      E soprattutto che

      “Considerando la cosa in se stessa, è possibile che un predestinato muoia in peccato mortale; ma posto (come di fatto si pone) che sia predestinato, allora è impossibile. Non ne segue quindi che la predestinazione possa fallire. “

      • Marco ha detto:

        E ultima cosa, con questo spero di chiudere il discorso, poi se avessi oniezioni dimmi pure.

        Quando San Tommaso scrive che

        “Così dunque anche l’ordine della predestinazione è certo; e tuttavia non è abolito il libero arbitrio, da cui deriva che l’effetto della predestinazione si produca in modo contingente. ”

        Cioè che la predestinazione è infallibile ma non abolisce il libero arbitrio (da lì li contingenza dell’effetto della predestinazione), ha potuto dire ciò perché il libero arbitrio, pur essendo mosso da Dio, rimane veramente libero, non viene mosso necessariamente come un oggetto inanimato.

        Lo chiarisce meglio in dove scrive che

        “Il libero arbitrio è sì causa del suo atto, in quanto l’uomo a motivo della libertà muove se stesso ad agire. ”

        Quindi il libero arbitrio non è annullato, al contrario di quanto affermi, erroneamente tu, affermando altrettanto erroneamente che questa sarebbe la mia posizione.

        Per sempre l’Aquinate spiega

        “Non si richiede tuttavia, per salvare la libertà, che ciò che è libero sia la causa prima di sé… E Dio che è la causa prima che muove sia le cause naturali che quelle volontarie. E come muovendo le cause naturali non toglie ad esse che i loro atti siano naturali, così MUOVENDO LE CAUSA VOLONTARIE NON ESCLUDE CHE LE LORO AZIONI SIANO VOLONTARIE, ma piuttosto fa questo in esse: opera infatti in tutte le cose secondo la loro natura”. (Somma teologica I, 83, 1, ad 3; cfr. I, 29, 8; I-II, 10, 4).

        Chiaro? Spero di essere stato chiaro. E altrochè “arbitrarie interpretazioni, anche se si basano sugli insegnamenti di un grande Dottore come Tommaso”, di cui tu mi accusi.

        Non c’è niente di arbitrario in ciò che ho scritto. Quando e se avrai tempo e voglia ti consiglio di studiare questo http://www.arpato.org/testi/lezioni_grazia/Grazia_7_Lezione.pdf testo del grande padre tomista padre Tyn, per verificare come io non sostenga nulla di diverso.

        E, se e quando vorrai andare sul pesante, ti consiglio la sintesi tomistica di Garrigou Lagrange, preceduta da elementi di filosofia volume 1 e 2 della Vanni Rovighi per familiarizzare meglio col linguaggio tomista e affrontare con più profitto il Lagrange.

        • Marco ha detto:

          Dal link che ho segnalato, dove Padre Tyn parla della perseveranza finale

          “Comunque sia, la perseveranza finale è tuttavia oggetto di preghiera. Noi moderni abbiamo un po’ perso il senso della morte, di una morte santa. Una volta nelle litanie c’era: “da una morte subitanea ed improvvisa, liberaci Signore”. Ora c’è la tendenza a dire: “che io non me ne accorga neanche!”. La mentalità è cambiata e devo dire non in meglio!

          La cosa più bella che dobbiamo chiedere al Signore è che ci dia una morte consapevole, cioè una morte nella quale noi possiamo compiere un ultimo atto di amore divino. Poi il Signore provvederà Lui, ma è veramente una grande grazia che il Signore ci dia proprio una buona morte, nel senso che ci faccia morire ben disposti.

          E questo nessuno lo può meritare, perchè la perseveranza finale non è oggetto di merito, proprio perchè consiste in quella continuazione delle grazie, continuazione che è principio e non oggetto di merito. Perciò, non potendo la perseveranza finale essere meritata, bisogna che venga chiesta con la preghiera.

          Infatti S.Tommaso dice che non tutti coloro che hanno la grazia perseverano in essa: è terribile questo: tra tanti giustificati, c’è ne sono alcuni che possono morire senza stato di grazia; hanno avuto in precedenza la grazia, ma poi l’hanno persa. Una cosa è avere la grazia, un’altra cosa è conservarla. Per conservarla fino alla fine della vita, bisogna che Signore ci aiuti con un aiuto attuale speciale e continuato, il che vuol dire ovviamente un aiuto del tutto speciale, perchè quella stessa continuazione è ancora una predilezione particolare di Dio.

          Leggete voi stessi l’ad tertium, dove c’è una analisi di S.Agostino sulla differenza tra la grazia di Adamo e la grazia di Cristo24. Ecco una spiegazione rifacendoci sempre a Giovanni di S.Tommaso: la grazia abituale dà diritto alla vita eterna e gli atti compiuti nella grazia abituale, cioè i meriti, ancora meritano sia la vita eterna sia l’aumento della grazia stessa. Quindi si può meritare e di fatto si merita con ogni atto buono soprannaturale, si merita la vita eterna e l’aumento della grazia.

          Ma la grazia abituale, come tale, non dà diritto alla perseveranza finale. Quindi la grazia abituale non dà diritto al suo possesso costante in un soggetto labile e potenzialmente deficiente25 e quindi si esige ulteriormente il dono della perseveranza.

          Perciò, se io faccio delle opere buone soprannaturali, con queste opere buone e questi meriti, io mi merito la vita eterna; però non subito, ma merito la vita eterna per il momento della mia morte. Se io, dopo essere stato buono, perdo la grazia santificante e muoio senza la grazia santificante, i miei meriti non contano nulla.

          Ciò significa che io non posso meritare, con gli stessi meriti, quel bene supremo che è il perseverare nella stessa grazia che dà diritto alla vita eterna fino alla fine della vita; questo è oggetto di una particolare donazione di Dio. Che cosa si esige infatti nel dono della perseveranza? Anzitutto una morte provvidenziale: il dono della perseveranza comporta questa particolare grazia di Dio che è una morte provvidenziale.

          Questo rientra in qualche modo nella guida esterna di Dio; il Signore fa coincidere queste due circostanze: cioè il mio stato di grazia e il momento della mia morte. In un secondo momento g Dio mi concede gli aiuti interni, per vincere tutte le tentazioni, fino alla morte. E infine occorre la continuazione di questi aiuti: quindi si esige una morte provvidenziale, come aiuto esterno. L’aiuto interno sta nel vincere di volta in volta tutte le tentazioni che si presentano e nella conservazione continuata nello stato di grazia abituale.

          Tutto questo comporta un dono speciale della grazia di Dio. Vedete come la grazia della perseveranza finale supera la grazia stessa della vita presente e le sue esigenze. Quella grazia che merita la vita eterna non è però in grado di meritare una buona morte, solo la preghiera può impetrarla”.

          E come insegna San Tommaso già la preghiera che impetra le cose necessarie alla salvezza è dono di Dio.

          Lo spiega bene qui, in Summa Teologica, II-II, 83,2

          “noi preghiamo non allo scopo di mutare le disposizioni divine, ma per impetrare quanto Dio ha disposto che venga compiuto mediante la preghiera dei santi: cioè, come dice S. Gregorio [Dial. 1, 8], affinché gli uomini “pregando meritino di ricevere quanto Dio onnipotente fin dall’eternità aveva disposto di donare ad essi”.

          E quindi perché non dà a tutti la Grazia della preghiera la quale impetra la Grazia della perseveranza finale? Perché non dà a tutti la Grazia di fare quelle devozioni che ho esposto sopra, alle quali ha legato la Grazia della salvezza?

          Perché non tutti sono predestinati alla salvezza, infatti come riporta qui chi riceve la Grazia Efficace infallibilmente si salva, se la riceve in punto di morte

          http://www.studiodomenicano.com/testi/lezioni_villapace/27_Villa_Pace_Cristo_capo_della_Chiesa.pdf

          “Dio rende efficace la grazia. L’uomo al massimo può renderla inefficace. Però – e questa è la vostra domanda che è interessante, – se Dio mi dà non la grazia sufficiente ma la grazia efficace, cioè mi dà la grazia con la modalità dell’efficacia prima ancora della mia decisione; se Dio me la dà in questa maniera, io sono libero di rifiutarla e quindi di dannarmi oppure no? Allora bisogna rispondere così: SE DIO MI DA LA GRAZIA EFFICACE PER SALVARMI, IO INFALLIBILMENTE MI SALVERÒ perché naturalmente l’efficacia dell’azione di Dio non può venir meno; la creatura non può renderla vana, per così dire.”

          La Grazia della perseveranza finale come ha ben spiegato, si impetra con la preghiera, non è possibile meritarla. È vero che si salvano anche alcuni che in vita non hanno pregato, o hanno pregato poco e male e sono in peccato mortale poco prima della morte, ma questo perché ad esempio altri hanno pregato per loro, impetrando per loro dalla Misericordia divina le Grazie che DIO aveva già deciso di concedere loro.

          Santa Monica pregò per suo figlio (Sant’Agostino) e ottenne da Dio, per lui, la Grazia della conversione. Ma è stato Dio a muovere Santa Monica a pregare, perché come insegna l’Aquinate in Summa Teologica, II-II, 83,15 “La preghiera fatta senza la grazia santificante non è meritoria, come non lo è neppure alcun atto virtuoso. Tuttavia la stessa preghiera che IMPETRA LA GRAZIA SANTIFICANTE deriva da qualche altra grazia, cioè da un dono gratuito; poiché, come dice S. Agostino [De persev. 23], anche il pregare è un certo “dono di Dio”” (Summa Teologica, II-II, 83,15)

          In questo caso non fu la sua preghiera, ma quella di sua madre, mossa dalla Grazia di Dio.

          Tanti peccatori ogni giorno muoiono in Grazia per le preghiere dei cristiani. Molti cattolici (tra cui anche io) ad esempio, ogni giorno recitano alle 15:00 la coroncina della Divina Misericordia, e tali preghiere impetrano innumerevoli grazie di conversione ai morenti, specie perché Cristo ha voluto legare la Grazia Efficace a questa preghiera.

          È vero che San Tommaso insegna che la preghiera viene sicuramente esaudita quando si chiedono cose necessarie alla salvezza per se stessi, ma quella preghiera è una “eccezione”, perché è una devozione voluta da Cristo stesso e insegnata a Santa Faustina per essere un canale di grandi Grazie.

          Basti vedere cosa dice

          “Quando verrà recitata vicino agli agonizzanti, mi metterò fra il Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso.Gesù ha promesso la grazia della conversione e della remissione dei peccati agli agonizzanti in conseguenza della recita della Coroncina da parte degli stessi agonizzanti o degli altri” (Quaderni…, II, 204 – 205)

          Ora, con “vicino” agli agonizzanti non va intesa necessariamente come vicinanza fisica. Basta pregare per loro, sia in senso generale, per i morenti (poi ci penserà Cristo a far arrivare le Grazie a chi vuole Lui) sia in senso più specifico, se ad esempio preghi per un tuo caro o un tuo amico che sta morendo.

          Da capo: Dio lo convertirà, l’ha promesso, e può farlo con la Sua Grazia Efficace senza violare il suo libero arbitrio. Ma questo significa forse che sei stato tu a salvarlo, che tu hai cambiato le disposizioni di Dio?

          Ancora una volta: no, significa che Dio ti ha mosso a pregare per questa persona affinchè tu impetrassi dalla Misericordia divina le grazie che Dio dà tutta l’eternità aveva deliberato di concedergli/concederle.

          È importante capire questo punto. Ricordati queste due cose:

          1) “noi preghiamo non allo scopo di mutare le disposizioni divine, ma per impetrare quanto Dio ha disposto che venga compiuto mediante la preghiera dei santi: cioè, come dice S. Gregorio [Dial. 1, 8], affinché gli uomini “pregando meritino di ricevere quanto Dio onnipotente fin dall’eternità aveva disposto di donare ad essi”. (Summa Teologica, II-II, 83,2 );

          2) ” nella predestinazione ci sono da considerare due elementi: il disegno divino e il suo effetto. Quanto dunque al primo elemento, in nessuna maniera la predestinazione può ricevere aiuto dalle preghiere dei santi: poiché non potrà mai avvenire che uno sia predestinato per le preghiere dei santi. Quanto invece al secondo elemento si può dire che la predestinazione è aiutata dalle preghiere dei santi e dalle altre opere buone: la provvidenza infatti, di cui la predestinazione è una parte, non elimina le cause seconde, ma dispone gli effetti in maniera che anche l’ordine delle cause seconde sia compreso sotto di essa. Come dunque è stato provveduto agli effetti naturali preordinando ad essi anche le rispettive cause naturali, senza di cui tali effetti non sarebbero prodotti, così è stata predestinata da Dio la salvezza di un singolo in maniera che entro l’ordine della predestinazione venga compreso anche tutto ciò che porta l’uomo alla salvezza, come le sue proprie preghiere o quelle degli altri, le opere buone o qualunque altra cosa del genere, senza di cui nessuno consegue la salvezza.”

          Spero di essere stato chiaro. Mi scuso sinceramente per la lenzuolata, e ti faccio una proposta: siccome l’argomento è complesso prenditi del tempo per rileggere i miei post, non scrivere di getto, al massimo se avrai delle obiezioni da farmi me le farai tra qualche giorno, non scrivere subito perché altrimenti finiamo col ripeterci.

          Ok? Se c’è qualcosa che non ti quadra prenditi il tuo tempo e scrivimi un lungo post dettagliato nei prossimi giorni in questo topic (tanto il dottor Tosatti non chiude i commenti), così evitiamo di occupare troppo spazio.

          Perché io vorrei essere succinto ma è difficile, data la complessità. dell’argomento, oserei dire impossibile. Perciò aiutami in questo, per favore, così mi eviti lunghi papiri e almeno scriveró un solo lungo papiro invece che decine. 😆

  • Adolfo ha detto:

    @Marco

    #La mia battuta sul sesto era per dire che ciò che “riguarda” i peccati sotto la cintola trova spesso un’intransigenza kantiana da parte di alcuni, che poi però si mostrano assai più “ragionevoli” su altri tipi di peccati. Tutto li#

    Ah, ora era una battuta. Una battuta che però rivolgi a me, che ho sempre trattato allo stesso modo i peccati gravi (e non solo quelli contro il Sesto). Sinceramente mi pare che tu voglia giustificare a ogni costo ciò che scrivi, sentendoti superiore agli altri: non ti fai problemi, infatti, a darmi più volte dell’ottuso, e non tieni minimamente in conto ciò che ti ho scritto in varie occasioni, ossia che i tuoi lunghi commenti non rendono facile la lettura. Spero mi perdonerai, dunque, se non ho letto tutti i tuoi interventi (mi riferisco a quelli in cui rispondi ad altri commentatori).

    Più che accusare me di ottusità, perciò, accusa te stesso: è la tua stessa lungaggine che preclude una buona fruizione (chiamiamola così) di tutto quanto scrivi.

    Ma visto che a nulla serve domandarti un po’ di concisione, e che spesso riporti gli stessi lunghi ritagli più e più volte (evidentemente consideri ottusi molti dei commentatori di questo blog, dato il tuo modo di procedere), possiamo chiudere qui il discorso.

    • Marco ha detto:

      “Ah, ora era una battuta. Una battuta che però rivolgi a me, che ho sempre trattato allo stesso modo i peccati gravi (e non solo quelli contro il Sesto). Sinceramente mi pare che tu voglia giustificare a ogni costo ciò che scrivi, sentendoti superiore agli altri: non ti fai problemi, infatti, a darmi più volte dell’ottuso, e non tieni minimamente in conto ciò che ti ho scritto in varie occasioni, ossia che i tuoi lunghi commenti non rendono facile la lettura. Spero mi perdonerai, dunque, se non ho letto tutti i tuoi interventi (mi riferisco a quelli in cui rispondi ad altri commentatori).”

      La mia era una battuta generale, non riferita specificamente a te. E comunque mi ero innervosito perché tu hai detto che ” non è tanto il peccato contro il Sesto, che viene trattato, bensì la rottura del vincolo matrimoniale” assumendo che io non lo sapessi.

      Se permetti la cosa mi ha un po’ infastidito.

      Sulla concisione chiedo scusa davvero, ma purtroppo è difficile essere concisi su questi temi.

    • Marco ha detto:

      Poi ti chiedo scusa per averti dato dell’ottuso, ho sbagliato.
      Mi è scappato perché hai scritto per l’ennesima volta che

      “La questione degli scismatici, per molti aspetti, è ben diversa dalla questione dei cattolici adulteri: gli scismatici possono ben avere delle scusanti diciamo di ignoranza, che gli adulteri cattolici _non_ possono avere. Inutile che batti sempre sullo stesso chiodo.”

      Quando io avevo già spiegato n volte, e proprio parlando con te in questo topic, che non è la piena avvertenza che è in ballo per i cattolici in quelle condizioni, ma la libertà, il deliberato consenso.

      Te lo avevo già spiegato e tu sei ritornato alla carica con l’ignoranza che i cattolici, a differenza degli ortodossi, non avrebbero.

      Perciò ti chiedo di scusarmi per averti dato dell’ottuso, ma se puoi fai più attenzione anche tu. Ok, sarò anche prolisso, ma queste cose te le avevo già dette e le avevi anche già lette.

    • Marco ha detto:

      Ultima cosa sul discorso sulla Grazia.

      C’è un commentatore su un blog americano che mi ha impressionato col suo racconto, praticamente suo padre gli apparve la notte che morì, da quello che dice era un pessimo padre, violento e cattivo.

      Leggi cosa scrive tale utente https://forums.catholic.com/showpost.php?p=14450641&postcount=16

      “I’ve told this ad infinitum before, but the night my father died, he appeared in my room.

      I believe he went to hell, because his final act was a scream of absolute terror, and it was obvious something was coming for him, even though I couldn’t see what it was. I only saw him.

      Now I was an atheist at the time (1979), and didn’t become Christian till late 1982.

      But during our discussion at one time he blurted out, “I always was doomed! I didn’t really have any choice!” I argued back, saying “That can’t be right!” He replied, “Oh, it’s right, all right. You can see that from here.”

      But later in our exchange he said “I was WILLING!” (to act as he did – I’d say very willing.)

      So this business of predestination and free will is a bit of a bug bear for me. It’s not just a case of some dry theological doctrine, but for me the personal experience of having my own father turn up in my own bedroom on the night he died. He apologised for the way he’d treated me (bit late as the damage was already done). He told me I needed to forgive him for my sake, saying that if I didn’t, I’d “destroy myself.” He also said it wasn’t for him – it was too late for him, as all that he was expected to do was to look after his own famlly, and he didn’t even do that!

      Then there was the bit about “always being doomed.”

      For me its a case of trying to justify our claim to “God is love”, and “God is good”, while knowing full well from personal experience that for some people, including my father, they are “doomed, and never had much choice” about it. Mind you my father had been cruel all my life, and admitted he “did it deliberately”. So i’m not saying he didn’t deserve to be punished – what sticks in my craw was his claim “I always was doomed! I didn’t really have any choice!”

      Did Judas really have a choice, or was he always doomed?

      John 17:12 NIV
      Quote:
      While I was with them, I protected them and kept them safe by that name you gave me. None has been lost except the one DOOMED to destruction so that Scripture would be fulfilled.
      Bit tough if you’re Judas, doomed as a baby, doomed as an infant, doomed as a teenager, doomed as an adult etc.

      Maybe I could say the same thing about my father – bit tough if you’re Terrence John Crowley aka Jack Crowley (as he preferred) doomed as a baby, doomed as a child and teenager living in very austere circumstances in the Great Depression, doomed as a young serviceman fighting in New Guinea, doomed as a young married man, doomed as an middle aged man.

      I have trouble getting my head around it – for me it’s a bit more than an academic argument between Augustinians, Molinists, Calvinists and Arminians. For me it’s the spectacle of my father absolutely screaming his head off just before he disappeared into eternity on a hot night in January 38 years ago.

      If you can shed light on it, let me know by all means”.

      A mio avviso mostra bene cosa è la riprovazione.

      • Marco ha detto:

        Mostra bene perché da un lato c’è il decreto divino, che non è una predestinazione alla dannazione ma la decisione di non dare la Grazia Efficace.

        In questo senso poteva dire che “i always was doomed”, cioè che era condannato da sempre. Suo figlio replica che è un’ingiustizia, dice “That can’t be right!” un po’ come le tue proteste sulla Grazia sufficiente. Ma il padre risponde che invece è giusto, tutto giusto, e che te ne puoi rendere conto da li, infatti dice “Oh, it’s right, all right. You can see that from here”. E perché è giusto? Perché, come dice lui stesso, ha compiuto deliberatamente, col suo libero arbitrio, gli atti che lo hanno condannato.

        Infatti dice “I was WILLING!”.

        E quindi ritorniamo a quello che ti dicevo sopra, dove scrivevo che “Il dannato si danna da se, per propria colpa, non perché Dio lo predestina alla dannazione”.

        Certo, Dio potrebbe prevenire con la Grazia Efficace tale indurimento nella colpa, e potrebbe prevenire la morte in peccato mortale, ma in nessun modo “deve” farlo per essere giusto.

        Nessun dannato può dire che Dio sia stato ingiusto. Nemmeno il padre di quel tizio, che anzi confessa la Giustizia di Dio pur dicendo che “I always was doomed! I didn’t really have any choice!”.

        dall’altro dice anche ha compiuto volontariam

        • Marco ha detto:

          L’ultima riga non c’entra nulla, è un refuso.

          Ad ogni modo credo che sia signficativa questa esperienza.

  • Adolfo ha detto:

    @Marco

    #Che Dio dia a tutti gli stessi talenti e le stesse Grazie è una assurdità#

    Forse sei troppo occupato a scrivere (e ad allegare i soliti, interminabili papiri), per comprendere che io, questa assurdità, mai l’ho pronunciata.

    Infatti io ho asserito (puoi andare a rileggere quanto ho scritto) che Dio dà a tutti dei talenti, non certo che i talenti sono uguali.

    Però aggiungo anche: è giusto che chi ha ottenuto un talento diciamo d’oro, è chiamato a portare più frutto di chi ne ha ottenuto uno d’argento. In tal senso possiamo ben sottolineare che Dio è meritocratico… anche se Bergoglio ha detto chiaro e tondo che la meritocrazia non gli piace.

    ***
    “grazie a Dio la Santa Sede ha subito chiarito che non è affatto una attenuazione del peccato di aborto, ma solo un rendere più facile la riconciliazione per chi ha commesso questo delitto (che in quanto assassinio, per giunta di un innocente, è tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio)”

    Purtroppo i giornali, certe cose, tendono a non sottolinearle. Così come non sottolineano che delle persone ingiustamente accusate (e che dagli stessi giornali sono state trattate da colpevoli), sono infine state riconosciute innocenti.

    Speriamo (per lui) che Francesco abbia inteso “facilitare” la riconciliazione: rimane il fatto che certe scelte dimostrano un’imprudenza estrema. Vuoi o non vuoi, ormai è passato il messaggio che il papa abbia declassato il delitto di aborto.

    Inoltre, visto che il delitto in questione è gravissimo, era forse un grosso problema andare, ad esempio, dal proprio parroco, che avrebbe condotto la penitente (e chiunque abbia partecipato a tale abominio, e poi si sia pentito) dal proprio vescovo?

    Quel “piccolo fastidio”, non costituiva forse, già di suo, una pur parziale riparazione (diciamo un “inizio di riparazione”) per quel grave peccato?

    Le donne che hanno abortito, e che si sono veramente pentite, non hanno alcuna voglia di “facilitazioni”, bensì sono seriamente intenzionate ad espiare il loro delitto (o i loro delitti, nel caso in cui abbiano abortito più volte): basta leggere le testimonianze che si trovano in rete. Loro hanno compreso che nessuna riparazione sarà mai “troppa”, per aver ammazzato uno o più innocenti. Molte di loro affermano che sono disposte ad affrontare anche gravi sofferenze, pur di emendarsi.

    E questo è l’atteggiamento che dovrebbe avere chiunque abbia peccato in materia grave o molto grave: altro che facilitazioni varie. Per una mera questione di giustizia.

    ***
    #Egli distribuisce i Suoi doni come vuole, e ogni nostro merito è prima di tutto un Suo dono, con buona pace di chi vorrebbe il contrario per potersi vantare della propria giustizia#

    Nessun vanto, e nessuna giustizia propria: la quale, anche se c’è, è ben poca cosa rispetto alla Giustizia Divina. In realtà è quest’ultima che viene affermata, quando si dice che Dio rispetta il libero arbitrio umano. Se non lo rispettasse, Dio sarebbe ingiusto, perché salverebbe o dannerebbe le anime “a casaccio”.

    Assurdo dire che ci si vuol vantare della propria giustizia, posto che stiamo ribadendo (io e chi la pensa come me) il concetto che, quando si pecca in materia grave, è bene pentirsi e confessarsi, col serio proposito di emendarsi.

    Se ribadiamo tale concetto, evidentemente siamo ben consapevoli di essere poveri peccatori. Altro che giustizia propria. Questa è una delle tante conclusioni strampalate a cui tu giungi spesso, forse per la foga di rispondere: foga che ti impedisce di condurre un minimo di riflessione su quanto ti dicono gli altri.

    ***
    #Dio ha permesso al Papa di allora, San Giovanni Paolo II, di ammettere gli scismatici che NON vogliono convertirsi ai Sacramenti cattolici#

    La questione degli scismatici, per molti aspetti, è ben diversa dalla questione dei cattolici adulteri: gli scismatici possono ben avere delle scusanti diciamo di ignoranza, che gli adulteri cattolici _non_ possono avere. Inutile che batti sempre sullo stesso chiodo.

    In ogni caso aggiungo che io, al posto di GPII, avrei evitato questa “apertura” (così come avrei evitato come la peste l’incontro “ecumenico” di Assisi): sempre per la solita questione della prudenza, che nell’ambito della salvezza delle anime non è mai troppa.

    Se dico che un peccatore grave è chiamato alla conversione, con la Grazia di Dio che sostiene la sua buona volontà, ciò vale per ogni peccato grave, e non solo per il peccato di adulterio. E se GPII è stato imprudente con quell’apertura agli scismatici, non significa che questo giustifichi le ancor più grosse imprudenze di Francesco.

    Spesso infatti si tende a citare un peccato grave, per declassare un altro peccato ancor più grave. Il che è una fallacia logica vera e propria. Il fatto che il secondo peccato sia più grave del primo, non annulla la gravità del primo peccato.

    ***
    #Mi dispiace ma i peccati contro il sesto comandamento non sono più gravi degli altri, sebbene per certi cattolici pare che esistano solo i peccati dalla cintola in giù, mentre sugli altri peccati, che siano contro la Fede come il rifiuto della conversione alla Fede Cattolica in età adulta (memorabile inoltre il gallo sgozzato sull’altare alla cerimonia pagana a cui ha presenziato GPII ad Assisi 1986), o peccati economici, si mostrano sempre molto più “ragionevoli”#

    Guarda che non è tanto il peccato contro il Sesto, che viene trattato, bensì la rottura del vincolo matrimoniale. Infatti il divieto del CCC e del CIC non riguarda tutti coloro che peccano contro il Sesto (ovviamente alle solite condizioni: occorre pentirsi e confessarsi, prima di comunicarsi sacramentalmente), bensì coloro che hanno rotto le promesse matrimoniali, le quali sono in relazione all’unione di Cristo e della Sua Chiesa.

    Non saltare di palo in frasca, mostrando, ancora una volta, di non aver affatto capito il reale argomento di cui stiamo parlando.

    Del tutto ridondante, poi, che tu rivolga una risposta a me, dicendo che la dura lex vale per tutti: io ti ho sempre specificato che, nel mio discorrere, mi riferisco a ogni peccato grave, e non solo a quelli contro il Sesto.

    Sempre per giusta prudenza, io tendo a non parlare di peccato mortale, ma “solo” di peccato grave: però ribadisco che è gravemente temerario, per chi pecca gravemente, ritenersi in Grazia di Dio.

    Ripeto ciò che già ti ho scritto, anche se probabilmente non servirà: per la foga di intervenire, tu neppure leggi ciò che gli altri scrivono. E spero che si tratti di distrazione, e non di un modo cosciente di procedere: altrimenti sarebbe molto peggio. Vorrebbe dire che vuoi avere ragione ad ogni costo, e per tal motivo eviti certi rilievi che contraddicono le tue tesi.

    • Marco ha detto:

      “Però aggiungo anche: è giusto che chi ha ottenuto un talento diciamo d’oro, è chiamato a portare più frutto di chi ne ha ottenuto uno d’argento. In tal senso possiamo ben sottolineare che Dio è meritocratico… anche se Bergoglio ha detto chiaro e tondo che la meritocrazia non gli piace.”

      Io non l’ho mai negato questo. Ho solo affermato che i meriti socrannaturali (cioè che meritano l’aumento di Gloria per la vita eterna) sono prima di tutto doni di Grazia.

      “Le donne che hanno abortito, e che si sono veramente pentite, non hanno alcuna voglia di “facilitazioni”, bensì sono seriamente intenzionate ad espiare il loro delitto (o i loro delitti, nel caso in cui abbiano abortito più volte): basta leggere le testimonianze che si trovano in rete. Loro hanno compreso che nessuna riparazione sarà mai “troppa”, per aver ammazzato uno o più innocenti. Molte di loro affermano che sono disposte ad affrontare anche gravi sofferenze, pur di emendarsi.”

      Come ho detto credo che quel gesto sia stato fatto per mostrare vicinanza da parte della Chiesa, per incoraggiare queste persone .

      “Nessun vanto, e nessuna giustizia propria: la quale, anche se c’è, è ben poca cosa rispetto alla Giustizia Divina. In realtà è quest’ultima che viene affermata, quando si dice che Dio rispetta il libero arbitrio umano. Se non lo rispettasse, Dio sarebbe ingiusto, perché salverebbe o dannerebbe le anime “a casaccio”.’

      Su questo ho già risposto. Dio rispetta il libero arbitrio, è per questo che chi si danna si danna per propria colpa. Ma non è il Libero arbitrio che salva, ma la Grazia. Punto.

      Il dannato si danna da se, per propria colpa, non perché Dio lo predestina alla dannazione. Al contrario chi si salva si salva per Grazia. C’è questa asimmetria che i tomisti hanno sempre messo in evidenza.

      “Assurdo dire che ci si vuol vantare della propria giustizia, posto che stiamo ribadendo (io e chi la pensa come me) il concetto che, quando si pecca in materia grave, è bene pentirsi e confessarsi, col serio proposito di emendarsi.”

      Ma lo vedi che sei ottuso? Ho detto e ribadito che il proposito di emendarsi è necessario ma può non essere attualizzabile senza distruggere intere famiglie? Quante volte devo ripeterlo? La riparazione si esige da chi può darla, non a tutti indiscriminitamente. La Chiesa non è Equitalia.

      “La questione degli scismatici, per molti aspetti, è ben diversa dalla questione dei cattolici adulteri: gli scismatici possono ben avere delle scusanti diciamo di ignoranza, che gli adulteri cattolici _non_ possono avere. Inutile che batti sempre sullo stesso chiodo.”

      Aridaje. Lo vedi che sei ottuso? Oppure fai apposta, una delle due. I cattolici non hanno la scusante dell’ignoranza ma possono avere limitazioni della libertà, perché se una persona esempio è con una persona cattolica non praticante o con una persona che proprio non è cattolica imporre Fc84 sfascia intere famiglie.

      E quindi non sempre è attualizzabile. Se questo non valesse come attenuante i risposati sarebbero ipso facto imperdonabili, cosa negata anche dai cardinali.

      Ora mi raccomando, scrivi un altro post dove mi parla ancora dell’attenuante dell’ignoranza che i cattolici non hanno, forza.

      “In ogni caso aggiungo che io, al posto di GPII, avrei evitato questa “apertura” (così come avrei evitato come la peste l’incontro “ecumenico” di Assisi): sempre per la solita questione della prudenza, che nell’ambito della salvezza delle anime non è mai troppa.”

      E qui almeno dimostri coerenza.

      “Guarda che non è tanto il peccato contro il Sesto, che viene trattato, bensì la rottura del vincolo matrimoniale. Infatti il divieto del CCC e del CIC non riguarda tutti coloro che peccano contro il Sesto (ovviamente alle solite condizioni: occorre pentirsi e confessarsi, prima di comunicarsi sacramentalmente), bensì coloro che hanno rotto le promesse matrimoniali, le quali sono in relazione all’unione di Cristo e della Sua Chiesa.

      Non saltare di palo in frasca, mostrando, ancora una volta, di non aver affatto capito il reale argomento di cui stiamo parlando.”

      Lo so perfettamente, infatti la legge di Fc84 “colpisce” il loro status oggettivo, non è una dichiarazione di peccato mortale, esattamente come nel pre Concilio (anzi in tutti i 2000 anni) l’esclusione degli scismatici non era una dichirazione di perdizione per queste persone ma colpiva il loro status oggettivo.

      Il punto è che queste sono leggi ecclesiastiche che possono cambiare.

      I requisiti minimi che non possono cambiare per accedere all’Eucaristia sono:

      1) essere battezzati e fare parte di una Chiesa che abbia una vera Eucaristia, e una vera Fede nella stessa, cioè essere cattolici o ortodossi;

      2) essere in stato di Grazia.

      Questi sono gli unici due requisiti minimi.

      E poi sarei io a non aver capito di cosa stiamo parlando? Sono mesi che spiego che l’esclusione di FC84 colpisce lo status dei divorziati risposati e che è una misura prudenziale che la Chiesa può tenere come no e proprio tu vieni a ricordarmelo? Ma dai.

      “Sempre per giusta prudenza, io tendo a non parlare di peccato mortale, ma “solo” di peccato grave: però ribadisco che è gravemente temerario, per chi pecca gravemente, ritenersi in Grazia di Dio.”

      Nessuno può ritenersi in Grazia, al limite è il confessore che deve decidere se assolvere oppure no, prendendo una decisione in coscienxa.

      “Ripeto ciò che già ti ho scritto, anche se probabilmente non servirà: per la foga di intervenire, tu neppure leggi ciò che gli altri scrivono. E spero che si tratti di distrazione, e non di un modo cosciente di procedere: altrimenti sarebbe molto peggio. Vorrebbe dire che vuoi avere ragione ad ogni costo, e per tal motivo eviti certi rilievi che contraddicono le tue tesi.”

      No, io leggo tutto e non evito proprio nulla, sei tu che non ascolti quello che gli altri ti dicono (vedere in questo post che mi hai riproposto obiezioni già confutate n volte), perciò non fare come il bue che da del cornuto all’asino.

      Come il rilievo sullo stato pubblico degli adulteri, che è proprio ciò che ho sempre messo in evidenza spiegando che la Chiesa può anche decidere di non tenerlo in considerazione e basarsi sull’imputabilità soggettiva, e tu me lo porti in evidenza come se io non lo sapessi. Dai, va la, piuttosto leggi meglio ciò che scrivo.

    • Marco ha detto:

      Giusto per chiarire; leggi cosa scrivevo il primo Luglio

      “L’esclusione dei divorziati risposati si basava sul loro stato OGGETTIVO di adulteri, esattamente come l’esclusione degli scismatici che non volevano convertirsi si basava sul loro stato OGGETTIVO di scismatici.

      NON, come sembra credere lei e molti altri, su una presunzione di colpevolezza soggettiva.

      Se lo stato OGGETTIVO di scismatico non esclude ipso facto dai Sacramenti allora nemmeno lo stato OGGETTIVO di adultero esclude ipso facto dai Sacramenti.” https://www.marcotosatti.com/2017/06/27/don-minutella-rimosso-e-sospeso-a-divinis-i-fedeli-chiedono-spiegazioni-al-vescovo-non-accetteremo-nessun-nuovo-parroco/#comment-15820

      E, secondo te, non mi era chiaro che

      “Guarda che non è tanto il peccato contro il Sesto, che viene trattato, bensì la rottura del vincolo matrimoniale. Infatti il divieto del CCC e del CIC non riguarda tutti coloro che peccano contro il Sesto (ovviamente alle solite condizioni: occorre pentirsi e confessarsi, prima di comunicarsi sacramentalmente), bensì coloro che hanno rotto le promesse matrimoniali, le quali sono in relazione all’unione di Cristo e della Sua Chiesa.”

      Certo che mi era chiaro, altrimenti non avrei parlato di esclusione basata sul loro status oggettivo. Perciò sbagli a sottovalutarmi in questo modo.

      La mia battuta sul sesto era per dire che ciò che “riguarda” i peccati sotto la cintola trova spesso un’intransigenza kantiana da parte di alcuni, che poi però si mostrano assai più “ragionevoli” su altri tipi di peccati. Tutto li.

    • Marco ha detto:

      Ho scritto che

      “I cattolici non hanno la scusante dell’ignoranza ma possono avere limitazioni della libertà, perché se una persona ad esempio è con una persona cattolica non praticante o con una persona che proprio non è cattolica imporre Fc84 sfascia intere famiglie.”

      E a questo aggiungo che anche i quattro cardinali (tre, ora che è morto Meisner, pace all’anima sua) ammettevano la possibilità concreta di attenuanti per queste persone, non relegavano certo tale possibilità in un iperuranio meramente teorico e speculativo.

      Li cito
      http://www.scuolaecclesiamater.org/2016/11/la-mancata-risposta-ai-dubia-sullamoris.html

      “Nel paragrafo 301 “Amoris laetitia” ricorda che “la Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti”. E conclude che “per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”.
      Nella Dichiarazione del 24 giugno del 2000 il Pontificio consiglio per i testi legislativi mirava a chiarire il canone 915 del Codice di Diritto Canonico, che afferma che quanti “ostinatamente persistono in peccato grave manifesto, non devono essere ammessi alla Santa Comunione”. La Dichiarazione del Pontificio consiglio afferma che questo canone è applicabile anche ai fedeli che sono divorziati e risposati civilmente. Essa chiarisce che il “peccato grave” dev’essere compreso oggettivamente, dato che il ministro dell’Eucarestia * non ha mezzi per giudicare l’imputabilità soggettiva della persona.
      Così, per la Dichiarazione, la questione dell’ammissione ai sacramenti riguarda il giudizio della situazione di vita oggettiva della persona e non il giudizio che questa persona si trova in stato di peccato mortale. Infatti soggettivamente POTREBBE NON ESSERE PIENAMENTE IMPUTABILE** , o NON ESSERLO PER NULLA.
      Lungo la stessa linea, nella sua enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, n. 37, San Giovanni Paolo II ricorda che “il giudizio sullo stato di grazia di una persona riguarda ovviamente solo la persona coinvolta, dal momento che è questione di esaminare la coscienza”. Quindi, la distinzione riferita da “Amoris laetitia” tra la situazione soggettiva di peccato mortale e la situazione oggettiva di peccato grave è ben stabilita nell’insegnamento della Chiesa.
      Giovanni Paolo II, tuttavia, continua a insistere che “in caso di condotta pubblica che è seriamente, chiaramente e stabilmente contraria alla norma morale, la Chiesa, nella sua preoccupazione pastorale per il buon ordine della comunità e per il rispetto dei sacramenti, non può fallire nel sentirsi direttamente implicata”. Egli così riafferma l’insegnamento del canone 915 sopra menzionato.
      La questione 3 dei “dubia” vorrebbe così chiarire se, anche dopo “Amoris laetitia”, è ancora possibile dire che le persone che abitualmente vivono in contraddizione al comandamento della legge di Dio vivono in oggettiva situazione di grave peccato abituale, anche se, per qualche ragione, NON È CERTO CHE ESSI SIANO SOGGETTIVAMENTE IMPUTABILI per la loro abituale trasgressione”.

      Come vedi anche loro non dicono nulla di diverso da me, chiedono se “è ancora possibile dire che le persone che abitualmente vivono in contraddizione al comandamento della legge di Dio vivono in oggettiva situazione di grave peccato abituale” è la risposta è ovviamente si, anche se ammettono la possibilità di diminuzione della colpa.

      E l’ammettono nonostante sappiano benissimo che un cattolico ben difficilmente può essere ignorante su queste cose (e se lo fosse sarebbe con ogni probabilità ignoranza colpevole) quindi la non imputabilità di cui parlano anche loro non riguarda la piena avvertenza, ma semmai il deliberato consenso, la libertà di agire diversamente senza nuove colpe.

      Questo per quanto riguarda i divorziati risposati veri e propri.

      Perché molti di quelli che sono in questa situazione manco sono adulteri, essendo il loro primo Matrimonio nullo, e quindi non vincolante a vita.

    • Marco ha detto:

      Sulla questione del libero arbitrio da te idolatrato, dove tu in sostanza affermi che Dio ci mette la Grazia ma tale Grazia è efficace solo in virtù dell’assenso dell’uomo, mettendo quindi la Grazia e l’azione dell’uomo sullo stesso piano, ti ripeto che questo è semi-pelagianesimo.

      Padre Bellon lo afferma molto chiaramente

      “Quando si ragiona sul rapporto tra grazia e libertà non si deve pensare che da una parte vi sia l’azione di Dio e dall’altra l’azione dell’uomo. Se così fosse, saremmo nel pelagianesimo o nel semipelagianesimo”.

      Chiaro?

      Poi insegna che

      “L’azione di Dio e l’azione dell’uomo non sono sullo stesso piano, ma la prima è nella linea della causa principale; la seconda nella linea della causa strumentale.
      Ecco che cosa San Tommaso scrive: “Il libero arbitrio è sì causa del suo atto, in quanto l’uomo a motivo della libertà muove se stesso ad agire. Non si richiede tuttavia, per salvare la libertà, che ciò che è libero sia la causa prima di sé… E Dio che è la causa prima che muove sia le cause naturali che quelle volontarie. E come muovendo le cause naturali non toglie ad esse che i loro atti siano naturali, così muovendo le cause volontarie non esclude che le loro azioni siano volontarie, ma piuttosto fa questo in esse: opera infatti in tutte le cose secondo la loro natura”. (Somma teologica I, 83, 1, ad 3; cfr. I, 29, 8; I-II, 10, 4).
      Mi pare che un esempio possa aiutare in qualche modo, ma solo in qualche modo: se tu inserisci in un organismo sano un ottimo cibo, questo cibo viene accolto e trasformato in ottimo sangue e dispone l’organismo a riceverne del nuovo.
      Il cibo dunque è la causa prima. E la buona disposizione dell’organismo è causata dal buon cibo precedentemente assunto. Quindi alla fine il merito è tutto del cibo ed è anche dell’organismo sano.
      Se tu trasferisci tutto questo nell’anima, dirai che Dio infonde la grazia nell’anima che è libera. E la infonde muovendo la libertà, ma in modo tale da non fare violenza alla libertà. Sicché in definitiva, il dono ricevuto è del tutto dono di Dio ed è meritorio da parte dell’uomo.
      È tutto dono di Dio perché è causa prima di tutto.
      Ed è meritorio da parte dell’uomo perché vi ha dato l’assenso libero, SEBBENE PER DARE QUESTO ASSENSO ABBIA AVUTO BISOGNO DI UNA MOZIONE DIVINA ”

      E questa è la spiegazione di come agisce la Grazia efficace.

      Poi spiega anche che

      “Nel caso del peccatore invece Dio offre la grazia, ma questa viene bloccata e rigettata dalla cattiva disposizione del peccatore.
      Per cui la causa del male è solo dell’uomo.’.

      E per l’appunto ciò avviene con la Grazia sufficiente, che viene rifiutata per sola colpa dell’uomo.

      Dio avrebbe potuto prevenire questo rifiuto colpevole con la Grazia Efficace, ma è un dono di Misericordia che in quanto tale non è tenuto a dare per Giustizia.

      E quindi no, non c’è nessuna ingiustizia nel salvare alcuni e non altri, perché tutti nasciamo dannati e privi della Gloria di Dio (tanto che i bambini non battezzati vengono affidati alla MISERICORDIA di Dio non a caso, nonostante non abbiano peccati attuali, perché il peccato originale basta ed avanza di per se) ma siamo giustificati gratuitamente per la Sua Grazia.

      Nessuno può accusare DIO di ingiustizia, quindi, se lascia alcuni nel loro stato di riprovazione.

      Cito San Paolo, che aveva risposto ad obiezioni come le tue duemila anni fa

      ” Rebecca ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre; quando essi non erano ancora nati e nulla avevano fatto di bene o di male – perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull’elezione, non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama -, le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, come sta scritto: Ho amato Giacobbe
      e ho odiato Esaù. Che diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No, certamente! Egli infatti dice a Mosè:
      Avrò misericordia per chi vorrò averla, e farò grazia a chi vorrò farla. Quindi NON dipende dalla volontà NÈ dagli sforzi dell’uomo, MA DA DIO CHE HA MISERICORDIA. Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole. Mi potrai però dire: «Ma allora perché ancora rimprovera? Chi infatti può resistere al suo volere?». O uomo, chi sei tu, per contestare Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». Forse il vasaio non è padrone dell’argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare? Anche Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande magnanimità gente meritevole di collera, pronta per la perdizione. E questo, per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso gente meritevole di misericordia, da lui predisposta alla gloria, cioè verso di noi, che egli ha chiamato non solo tra i Giudei ma anche tra i pagani.” (Rm 9,10-24)

      • Marco ha detto:

        “Ah, ora era una battuta. Una battuta che però rivolgi a me, che ho sempre trattato allo stesso modo i peccati gravi (e non solo quelli contro il Sesto). Sinceramente mi pare che tu voglia giustificare a ogni costo ciò che scrivi, sentendoti superiore agli altri: non ti fai problemi, infatti, a darmi più volte dell’ottuso, e non tieni minimamente in conto ciò che ti ho scritto in varie occasioni, ossia che i tuoi lunghi commenti non rendono facile la lettura. Spero mi perdonerai, dunque, se non ho letto tutti i tuoi interventi (mi riferisco a quelli in cui rispondi ad altri commentatori).”

        La mia era una battuta generale, non riferita specificamente a te. E comunque mi ero innervosito perché tu hai detto che ” non è tanto il peccato contro il Sesto, che viene trattato, bensì la rottura del vincolo matrimoniale” assumendo che io non lo sapessi.

        Se permetti la cosa mi ha un po’ infastidito.

        Sulla concisione chiedo scusa davvero, ma purtroppo è difficile essere concisi su questi temi.

      • Marco ha detto:

        Il discorso di Bellon l’ho citato da qui http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=362

  • Luigi9 ha detto:

    @Marco

    “Quello su cui mi batto, qualora non fosse chiaro, è la falsità che Al contenga eresie; non è così. Si può giudicare inopportuna visto il clero che abbiamo, non eretica.”

    E allora di cosa stiamo parlando? Nella migliore delle ipotesi tutte le “azioni” del regime bergogliano si possono facilmente collocare nella categoria della non-opportunità.

    Dai discorsi “a braccio” (per non dire a vanvera) ad atti piu’ formali.
    Lo stesso risultato (di demolizione) si puo’ ottenere, e forse in modo ancora piu’ efficace e subdolo (perchè non formalmente e platealmente eretico) proprio giocando su queste gravi debolezze.
    Siamo proprio sicuri che non sia questo lo scopo ? Trovo difficle (ed inverosimilmente ingenuo) pensare il contrario, dal momento che situazioni di questo genere ormai cadono al ritmo di “produzione industriale”… peraltro non venendo formalmente corrette qualora ambigue, anzi … poi la frittata perfetta la confeziona ad hoc l’esercito del clero (di varia estrazione gerarchica) braccio armato del bergoglismo piu’ bergoglioso dello stesso Bergoglio. Ma è esattamente quello che lui vuole.

    Cito ad esempio, in tema di non-opportunità, la possibilità data durante lo scorso misericordioso giubileo ai semplici sacerdoti di assolvere dal peccato di aborto. Che il mainstream ha prontamente recepito com un tana (quasi) libera. E sfido chiunque a dimostrare il contrario.

    • Marco ha detto:

      Purtroppo lei, caro Luigi9, ha ragione in questo.
      Nel senso che ci sono molte azion discutibili in questo Pontificato.

      Però, come le ho detto l’altro giorno, anche ipotizzando che l’intera gerarchia sia composta da diavoli incarnati, non riusciranno mai a disteuggere la Chiesa. Nemmeno lo volessero con tutte le forze. La Chiesa è opera divina, non umana, e in quanto opera divina non è distruttibile, nemmeno da Satana, Astaroth e Belial in persona.

      C’è solo una cosa sulla quale sono un po’ in disaccordo. Lei scrive

      “Cito ad esempio, in tema di non-opportunità, la possibilità data durante lo scorso misericordioso giubileo ai semplici sacerdoti di assolvere dal peccato di aborto. Che il mainstream ha prontamente recepito com un tana (quasi) libera. E sfido chiunque a dimostrare il contrario.”

      È vero che (purtroppo) il mainstream l’ha percepita così.

      Tuttavia:

      1) grazie a Dio la Santa Sede ha subito chiarito che non è affatto una attenuazione del peccato di aborto, ma solo un rendere più facile la riconciliazione per chi ha commesso questo delitto (che in quanto assassinio, per giunta di un innocente, è tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio);

      2) credo che nelle intenzioni del Papa ci fosse per l’appunto una facilitazione della riconciliazione, cioè un allargare le braccia verso le donne che hanno commesso questo peccato e i medici e famigliari che l’hanno favorito affinchè possono riconciliarsi con la Chiesa.
      Io credo che questo sia un tempo particolare, un tempo dove si abbonda il peccato ma dove abbonda ancora di più la Grazia. Secondo me per capire alcune cose occorre una “ermeneutica” della situazione attuale, che sotto molti aspetti è senza precedenti. A mio avviso Gianluca Marletta ha fatto un’ottima disamina in questo articolo http://www.gianlucamarletta.it/wordpress/2017/04/tempi-ultimimisericordia/ dove parla dell’apparente “assurdità” di alcuni regali del Cielo degli ultimi secoli, motivandoli in un modo che condivido. Secondo me capire i tempi in cui viviamo porta a capire meglio anche il senso di alcune aperture della Chiesa e di alcune promesse “assurde” del Cielo: viviamo in tempi dove il peccato è incoraggiato in ogni modo, dove il peccato trionfa. Ma dove è abbondato il peccato ha sovrabbondato la Grazia. È probabile che noi siamo i “lavoratori dell’undicesima ora”, Luigi.

    • Marco ha detto:

      Quello che voglio dire, Luigi, è che ad esempio se guardiamo la cosa da un punto di vista meramente “razionale”, queste promesse di Cristo sono realmente assurde

      1) “Chiunque reciterà la Coroncina alla Divina Misericordia otterrà tanta misericordia nell’ora della morte – cioè la grazia della conversione e la morte in stato di grazia – anche se si trattasse del peccatore più incallito e la recita una volta sola”….(Quaderni…, II, 122)

      2)”Quando verrà recitata vicino agli agonizzanti, mi metterò fra il Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso.Gesù ha promesso la grazia della conversione e della remissione dei peccati agli agonizzanti in conseguenza della recita della Coroncina da parte degli stessi agonizzanti o degli altri” (Quaderni…, II, 204 – 205)

      3) “Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e reciteranno la Coroncina nell’ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia li proteggerà in quell’ultima lotta” (Quaderni…, V, 124).

      Poiché queste tre promesse sono molto grandi e riguardano il momento decisivo del nostro destino, Gesù rivolge proprio ai sacerdoti un appello affinché consiglino ai peccatori la recita della Coroncina alla Divina Misericordia come ultima tavola di salvezza . http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/coroncina-della-divina-misericordia.asp

      I primi cristiani ad esempio non avevano questi grandi mezzi di Grazie, come ha ben spiegato Gianluca Marletta sono roba più recente, nonostante la Chiesa abbia riconosciuto tali rivelazioni.

      Potremmo chiederci: come mai Cristo ha deciso di, passatemi il termine, “strafare” in questo modo?

      Forse perché per l’appunto siamo negli ultimi tempi, tempi in cui il peccato sembra virtù e la virtù sembra peccato, tempi dove, come dice Gianluca Marletta, la salvezza sembra un miraggio? Potrebbe essere che siano gli ultimi tempi e che noi siamo i lavoratori dell’undicesima ora, pagati come quelli che hanno lavorato tutto il giorno?

      A mio avviso è possibilissimo. Ma in ogni caso chi siamo noi per mettere i paletti a Dio e dirgli “no, questo non puoi farlo”? Non siamo nessuno per fare ciò.

      Egli distribuisce i Suoi doni come vuole, e ogni nostro merito è prima di tutto un Suo dono, con buona pace di chi vorrebbe il contrario per potersi vantare della propria giustizia.

    • Giusy ha detto:

      Già, braccio armato bergogliano e bergoglioso sguinzagliato anche su ogni blog Cattolico ove con toni spesso melliflui e concilianti ma sempre saccenti e invadenti, ha comunque il compito preciso di portare confusione e divisione (in perfetto stile bergogliano) e e far passare come accettabili e non eretiche le fughe in avanti e le aperture protestanti di amoris schifezza e di ogni iniziativa che esce dagli impostori di santa Marta.

      • Marco ha detto:

        Certo, anche i padri dell’isola di Patmos sono eretici, nonostante dicano le stesse cose che dico io.

        Ma andiamo. Io non sono bergoglioso nè bergogliano, e non lesino critiche al Papa dove sbaglia e ha sbagliato.

        Questo lo può testimoniare chiunque abbia letto i miei posts.

        Ora informi anche padre Ariel che è un eretico, e anche Padre Cavalcoli http://isoladipatmos.com/il-santo-padre-francesco-eretico-e-apostata-e-se-fosse-un-provvidenziale-pifferaio-magico/#comment-3888

        Perché dicono esattamente ciò che dico io.

        • Giusy ha detto:

          Ma la smetta di ficcarsi ovunque e in ogni commento, il mio era di carattere generale! Se poi lei si sente chiamato in causa, magari non a torto, è un altro paio di maniche, su cui si aprirebbe un’altro capitolo infinito. Chi va su ogni blog, cambiando nome come calzini e insistendo in maniera ossessiva sulla non eresia delle bergoglionate, pur condita da qualche spruzzatina di disapprovazione sull’impostore argentino la dice lunga sulla sua mission e non tutti sui blog sono disposti a farsi prendere per i fondelli o a farsi manipolare da suoi copia incolla ove mette in evidenza solo ciò che è funzionale alla sua mission stessa. Ora, se non le dispiace, vado contrariamente a lei a lavorare, mentre lei a quanto pare occupa il suo tempo okkupando blog.

          • Marco ha detto:

            Ripeto: che Al non sia eretica è un dato di fatto, come ammesso anche dai padri dell’isola di patmos.

            Se sia OPPORTUNA è invece tutto un altro discorso, sul quale si potrebbe discutere, e anche tanto.

            Ma non è il caso.

            Mi sento chiamato in causa perché in genere lei ha sempre da criticarmi, tutto li.

            E soprattutto perché mi annovera in una fazione, quella degli ultras bergogliani, alla quale nè appartengo nè voglio appartenere.

          • Giusy ha detto:

            👋👋👋👋

          • Marco ha detto:

            👌

  • Adolfo ha detto:

    @Marco

    #Ma infatti a rigor di legge è così, bisogna attenersi alla legge ecclesiastica; ma se il Papa da un permesso ad una conferenza espiscopale, come fatto con gli argentini (ai quali ha detto che la loro interpretazione andava bene) allora possono seguire ciò che ha detto il Papa#

    E no: prima del papa viene il Magistero dei suoi predecessori: e se quel Magistero (CCC e CIC) dice chiaro e tondo che gli adulteri non possono accedere ai Sacramenti, il papa: o cambia CCC e CIC (ripeto: ammesso che Dio gli consenta di farlo), oppure compie una grave scorrettezza, di cui renderà conto a Dio.

    Neanche un papa è esonerato dall’obbligo di seguire il Catechismo.

    Tant’è che queste “permissioni papali” stanno ingenerando il caos: in Argentina, a Malta, in Germania e in altri luoghi, ormai, prelati e prelatoni hanno dato il libera tutti.

    Sacrilegi su sacrilegi: e ricadranno pesantemente (anche) sulle spalle di Francesco, quando il Giudice gli chiederà conto di come ha gestito la Sua Chiesa.

    • cosimo de matteis ha detto:

      Qui un caso
      -certo e documentato-
      di una Diocesi italiana dove le “permissioni papali” stanno ingenerando il caos:
      https://linformatoreweb.wordpress.com/2017/07/03/il-prete-agli-adulteri-potete-fare-la-comunione-mi-assumo-io-la-responsabilita/

      • Adolfo ha detto:

        Grazie per la segnalazione, Cosimo.

        Quando la Legge Divina viene calpestata (tanto più se ciò viene fatto in maniera subdola, coprendo di “buone intenzioni” il proprio cattivo insegnamento), arriva il caos. E aumenterà sempre di più.

        Con gli altri Pontefici, i modernisti dovevano operare sottotraccia; adesso “il tappo è saltato”, grazie al papa argentino, e i risultati li abbiamo sotto gli occhi.

    • Marco ha detto:

      “E no: prima del papa viene il Magistero dei suoi predecessori: e se quel Magistero (CCC e CIC) dice chiaro e tondo che gli adulteri non possono accedere ai Sacramenti, il papa: o cambia CCC e CIC (ripeto: ammesso che Dio gli consenta di farlo), oppure compie una grave scorrettezza, di cui renderà conto a Dio.”

      La responsabilità è sua infatti. Io ho detto che non c’è nessuna eresia in Al, non che sia “opportuna”.

      Se dipendesse da me farei applicare le disposizioni dei vescovi polacchi, e magari darei la possibilità di discernimento solo in diocesi dove so che ci sono vescovi e sacerdoti ortodossi.

      Ad esempio ad uno come Padre Cavalcoli non avrei nessun problema a far applicare Al. Il problema c’è coi modernisti che ammettono tutti indiscriminatamente.

    • Marco ha detto:

      @Adolfo

      “non possono accedere ai Sacramenti, il papa: o cambia CCC e CIC (ripeto: ammesso che Dio gli consenta di farlo)”

      Dio ha permesso al Papa di allora, San Giovanni Paolo II, di ammettere gli scismatici che NON vogliono convertirsi ai Sacramenti cattolici.

      Questa è una cosa mai vista prima in 2000 anni, mentre coi divorziati risposati le prassi sono state differenti in passato, in alcune zone (come ammesso anche da Papa Benedetto XVI a suo tempo). Buona lettura, su questo la FSSPX ha ragione (nel senso che loro coerentemente rifiutano sia Al che l’apertura di GPII, non accettano incoerentemente la seconda mentre rifiutano la prima) http://www.sanpiox.it/articoli/crisi-nella-chiesa/745-concilio-vaticano-ii-e-comunicazione-con-gli-acattolici

      • cosimo de matteis ha detto:

        Tutte queste cose che Marco Cherubini scrive dimostrano soprattutto una cosa: la FSSPX (visto che si offendono ad esser appellati lefreviani o sedevacantisti) palesa tutta la sua ambiguità.
        E poiché l’albero si giudica dai frutti ecco che scopriamo in tutta la sua pochezza la flottiglia tradizionalista creatasi attorno ad Econe ed al Vescovo Francese morto scomunicato (nonostante tutte le possibilità di riconciliazione offertegli da Ratzinger fin sul letto di morte).
        E quell’assurdo movimento sedevacantista si rivela per quello che era e che è.
        Ed anche Associazioni (o “autorevoli” singoli esponenti) passate dalla difesa del Sillabo alla apologia dell’ecologismo dimostrano quello che sono sempre state e son ancora oggi: FANATICI.

        Da non confondere col Popolo di Dio che, dal 13 marzo ad oggi, giustamente si indigna. Ed è scandalizzato dalla “nuova chiesa” e dalla sulfurea sfacciataggine di certuni.

        Ma l’immacolata vincerà.

        • Marco ha detto:

          A parte che la FSSPX non è affatto sedevacantista, semmai lo sono alcuni suoi fedeli.

          A parte questo, chiariamo due punti:

          1) come ho già detto non ho la più pallida idea di chi sia questo Marco Cherubini;

          2) quello che hanno esposto in quell’articolo è giusto. Sbagliano solo a dire che l’esclusione degli scismatici fosse “Legge divina” (non è così, altrimenti il Papa non avrebbe potuto cambiarla), ma sul principio hanno perfettamente ragione.

          Loro coerentemente rifiutano sia l’apertura ai divorziati risposati non casti di Papa Francesco sia l’apertura agli scismatici che non vogliono convertirsi di San Giovanni Paolo II.

          Questa si chiama coerenza. A meno che non si pensi che la Chiesa per 2000 anni abbia sbagliato nel negare i Sacramenti Cattolici agli scismatici che volevano restare tali.

          Cito il vecchio codice di diritto canonico

          “La Chiesa, per proteggere la fede dei suoi figli, ha in proposito una dottrina ben precisa, fondata sulla legge divina. Essa permette ai non cattolici di ascoltare le prediche, assistere alla Santa Messa e alle cerimonie della Chiesa, ricevere benedizioni per disporli alla fede o alla salute del corpo (CJC senior can. 1149). Essi possono anche beneficiare degli esorcismi (CJC senior can. 1152). Non è però permesso agli eretici e agli scismatici, seppure in buona fede, di ricevere i sacramenti, se non hanno prima rigettato i loro errori e si siano riconciliati con la Chiesa” (Can 731,2).

          Ed è stato così per 2000 anni, senza eccezioni. Però siccome questo cambiamento l’ha fatto GPII, invece del “tanghero” (come è stato chiamato qui) argentino, allora va bene.

          Ottima coerenza, non c’è che dire. Se potessi la manderei indietro nel tempo di modo che lei possa dire ad Antonio Ghislieri (Papa San Pio V ) di ammettere gli scismatici ortodossi ai Sacramenti senza che prima si convertano, mi piacerebbe che poi mi dicesse che reazione ha avuto.

          Peccato che non sia possibile.

    • Marco ha detto:

      E ultima cosa: sugli scismatici il cambiamento del codice di diritto canonico è avvenuto solo nel 1983; però essi erano già ammessi ai Sacramenti fin dalla promulgazione di Orientalium Ecclesiarum, che cito al par. 27

      “Posti i principi sopra ricordati, agli orientali che in buona fede si trovano separati dalla Chiesa cattolica, si possono conferire, se spontaneamente li chiedano e siano ben disposti, i sacramenti della penitenza, dell’eucaristia e dell’unzione degli infermi, anzi anche ai cattolici è lecito chiedere questi sacramenti ai ministri acattolici nella cui Chiesa si hanno validi sacramenti, ogniqualvolta la necessità o una vera spirituale utilità lo domandino e l’accesso a un sacerdote cattolico riesca fisicamente o moralmente impossibile” (33).

      Ora, a parte il fatto che la buona Fede non è valutabile con certezza assoluta, quindi chi rifiuta Al sulla base che il confessore non può avere la certezza assoluta sulla diminuzione della colpa dovrebbe rifiutare pure Orientalium Ecclesiarum, come ho detto la formalizzazione di questa apertura è avvenuta solo nel 1983, mentre Orientalium Ecclesiarum è del 1964.

      Perciò è davvero assurdo attaccarsi ad Al quando abbiamo un precedente chiarissimo.
      Mi dispiace ma i peccati contro il sesto comandamento non sono più gravi degli altri, sebbene per certi cattolici pare che esistano solo i peccati dalla cintola in giù, mentre sugli altri peccati, che siano contro la Fede come il rifiuto della conversione alla Fede Cattolica in età adulta (memorabile inoltre il gallo sgozzato sull’altare alla cerimonia pagana a cui ha presenziato GPII ad Assisi 1986), o peccati economici, si mostrano sempre molto più “ragionevoli”.

      È solo quando si arriva alla cintola in giù che diventano kantiani e scatta l’imperativo categorico. Mi dispiace ma non funzione così. Non esiste la Misericordia per i non cattolici che vogliono rimanere tali (e che spesso sono pure adulteri con la benedizione della loro Chiesa, ma immagino che se un divorziato risposato ortodosso presenzia ai Sacramenti Cattolici va tutto bene) e le bastonate per i cattolici che vivono in peccato.

      O si ammette che sia gli uni che gli altri possono essere ammessi a certe condizioni oppure si applica la dura lex sed lex per tutti.

  • Adolfo ha detto:

    @Giusy

    #“Ne manda più all’inferno la misericordia di Dio che non la sua giustizia” (S. Alfonso Maria de’ Liguori)#

    Pensa un po’, cara Giusy: Marco utilizzò più volte Sant’Alfonso, per “sdoganare” i Sacramenti ai peccatori gravi, con tripli salti carpiati, che nelle sue intenzioni dovevano declassare i peccati gravi a peccati veniali.

    • Marco ha detto:

      “Pensa un po’, cara Giusy: Marco utilizzò più volte Sant’Alfonso, per “sdoganare” i Sacramenti ai peccatori gravi, con tripli salti carpiati, che nelle sue intenzioni dovevano declassare i peccati gravi a peccati veniali.”

      Io avevo riportato queste parole testuali di Sant’Alfonso

      Cito da qui http://www.redentoristinapoletani.it/s-alfonso-de-liguori-il-fondatore/la-morale-alfonsiana/ (enfasi mia, uso il maiuscolo perché non so usare il grassetto su questo blog)

      “Significativo al riguardo è la maniera in cui Alfonso chiede al confessore di affrontare le situazioni di ignoranza invincibile. Ricorda innanzitutto che «sebben egli come padre dee con carità sentire i penitenti, nulladimeno è obbligato come medico ad ammonirli e correggerli quanto bisogna». Questo perché «le ammonizioni del confessore sono più efficaci che le prediche dal pulpito», dato che «il predicatore non sa le circostanze particolari, come le conosce il confessore; onde questi assai meglio può far la correzione ed applicare i rimedi al male». Ne deriva che «è obbligato il confessore ad ammonire chi sta nell’ignoranza colpevole di qualche suo obbligo, o sia di legge naturale o positiva». Quando però si tratta di ignoranza incolpevole, se è «circa le cose necessarie alla salute, in ogni conto gliela dee togliere; se poi è d’altra materia, ancorché sia circa i precetti divini, e ‘1 confessore prudentemente giudica che 1’ammonizione sia per nocere al penitente allora DEE FARNE DI MENO E LASCIARE IL PENITENTE NELLA SUA BUONA FEDE”. La motivazione sta nel fatto che «DEESI MAGGIORMENTE EVITARE IL PERICOLO DEL PECCATO FORMALE CHE DEL MATERIALE, MENTRE DIO SOLAMENTE IL FORMALE PUNISCE, POICHÈ DA QUESTO SOLO SI REPUTA OFFESO.”

      Ovviamente il discorso dell’ignoranza invincibile sugli adulteri cattolici non può applicarsi, possono però applicarsi in certi casi le attenuanti sulla libertà, dove essa sia compromessa per i motivi detti sopra.

  • Adolfo ha detto:

    @Marco
    #Ma accogliere la Grazia è atto buono che giova alla vita eterna, ergo è effetto prima di tutto della Grazi#

    Dici bene: prima di tutto.

    Ma non esclusivamente. Altrimenti neghi il libero arbitrio, e neghi il Concilio di Trento: Concilio dogmatico, al contrario degli scritti di alcuni Santi, e senza nulla togliere al loro insegnamento e alla loro santità.

    • Marco ha detto:

      “@Marco
      #Ma accogliere la Grazia è atto buono che giova alla vita eterna, ergo è effetto prima di tutto della Grazi#

      Dici bene: prima di tutto.

      Ma non esclusivamente. Altrimenti neghi il libero arbitrio, e neghi il Concilio di Trento: Concilio dogmatico, al contrario degli scritti di alcuni Santi, e senza nulla togliere al loro insegnamento e alla loro santità.”

      Ma io questo mai l’ho negato, nè l’ha negato San Tommaso. L’uomo coopera sempre con la Grazia Efficace perché essa rigenera il libero arbitrio, il quale quindi vuole liberamente il Bene, ciò non toglie che la cooperazione sia reale.

      È reale ma è, per così dire, effetto della Grazia, perché senza la Grazia rigenerante non sarebbe mai avvenuta.

      Lo afferma anche il Catechismo

      2001 “La preparazione dell’uomo ad accogliere la grazia è già un’opera della grazia. Questa è necessaria per suscitare e sostenere la nostra collaborazione alla giustificazione mediante la fede, e alla santificazione mediante la carità. Dio porta a compimento in noi quello che ha incominciato: « Egli infatti incomincia FACENDO IN MODO, CON IL SUO INTERVENTO, CHE NOI VOGLIAMO*; egli porta a compimento, cooperando con i moti della nostra volontà GIÀ CONVERTITA**»: 235

      * Quindi non avremmo voluto se Dio non ci avesse dato la Grazia. Vogliamo proprio PERCHÉ ci è stata data la Grazia, non è che vogliamo indipendentemente da essa e solo in conseguenza del nostro volere essa diventa efficace.

      ** per l’appunto, volontà già convertita. Cioè prima Dio ci converte con la Sua Grazia, dopodichè, in quanto convertiti, c’è la cooperazione.

      È quello che afferma anche il paragrafo 20 della dichiarazione congiunta sulla Giustiicazione coi luterani

      “Quando i cattolici affermano che l’uomo, predisponendosi alla giustificazione e alla sua accettazione, «coopera» con il suo assenso all’azione giustificante di Dio, essi considerano tale personale assenso non come un’azione derivante dalle forze proprie dell’uomo, ma come un effetto della grazia.”

      Ed è anche quello che afferma San Tommaso. Quindi dalla mia parte ho il Catechismo, la dichiarazione congiunta sulla Giustificazione, e San Tommaso.
      Nessuna contraddizione con Trento.

    • Marco ha detto:

      Ti riporto altri insegnamenti di San Tommaso

      “Come sopra [q. 109, aa. 2, 3, 6, 9] si è notato, col termine grazia si possono intendere due cose: talora si intende il dono abituale di Dio, ma spesso si intende lo stesso aiuto di Dio che muove l’anima al bene.
      Presa dunque nel primo senso la grazia esige una preparazione: poiché una forma non può trovarsi in una materia che non sia disposta.
      Se invece parliamo della grazia in quanto aiuto attuale di Dio che muove al bene, allora non si richiede alcuna preparazione da parte dell’uomo come precedente all’aiuto di Dio: anzi, qualunque possa essere la preparazione da parte dell’uomo, essa va attribuita all’aiuto di Dio che muove l’anima al bene.
      E in base a ciò lo stesso moto virtuoso del libero arbitrio con cui uno si prepara a ricevere il dono della grazia è un atto del libero arbitrio mosso da Dio: per cui si può dire, come fa la Scrittura [Pr 16, 1], che l’uomo si prepara: “Sta all’uomo preparare l’animo”. E tuttavia esso va attribuito principalmente alla mozione esercitata da Dio sul libero arbitrio: per cui si legge nella Scrittura che “spetta a Dio predisporre la volontà dell’uomo” [Pr 8, 35 Vg], e che “il Signore dirige i suoi passi” [Sal 36, 23].

      Soluzione delle difficoltà: 1. C’è una preparazione alla grazia che è simultanea all’infusione della grazia.
      E questo atto è meritorio: non però della grazia che già allora si possiede, bensì della gloria che ancora non si possiede.
      C’è poi un’altra preparazione imperfetta alla grazia, che talora precede il dono della grazia santificante, e che tuttavia viene dalla mozione di Dio.
      Ma questa non basta per meritare, non essendo ancora l’uomo giustificato dalla grazia: poiché, come vedremo [q. 114, a. 2], non ci può essere alcun merito senza la grazia.
      2. Non potendo l’uomo prepararsi da solo alla grazia se Dio non lo previene e non lo muove al bene, non importa che egli raggiunga la perfetta preparazione in modo graduale o improvvisamente: infatti, come dice la Scrittura [Sir 11, 21], “è facile per il Signore arricchire un povero all’improvviso”.
      Capita però talvolta che Dio muova l’uomo a un certo bene, non tuttavia perfetto: e questa preparazione precede la grazia.
      Talora invece lo muove subito perfettamente al bene, e l’uomo riceve immediatamente la grazia, secondo le parole evangeliche [Gv 6, 45]: “Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me”.
      E così avvenne per S. Paolo: poiché all’improvviso, mentre sprofondava nei peccati, il suo cuore fu mosso perfettamente da Dio ad ascoltare, a imparare e a venire.
      Per cui conseguì immediatamente la grazia.
      3. Una causa agente di potenza infinita non ha bisogno né della materia né della disposizione di essa come di presupposti dovuti ad altre cause.
      Tuttavia è necessario che essa, secondo la condizione dell’essere da produrre, causi tanto la materia quanto la dovuta disposizione alla forma.
      E similmente perché Dio infonda nell’anima la grazia NON SI ESIGE ALCUNA PREPARAZIONE CHE NON PRODUCA EGLI STESSO” (Summa Teologica, I-II, 112,2).

      Esattamente in accordo col nuovo Catechismo (che del resto è stato redatto primariamente da un tomista, cioè Schönborn, perciò non mi stupisce).

      Perciò come ti dicevo è Dio che muove efficacemente l’anima al Bene. La cooperazione dell’uomo è libera e reale, ma agisce solo in quanto causa seconda. Non è, quindi, che la Grazia e il libero arbitrio siano agenti concorrenziali, tali che da una parte c’è Dio che da la Grazia dall’altra l’uomo che l’accetta e questi due atti insieme portano alla Giustificazione.

      No, la Giustificazione è 100% Grazia di Dio e 100% cooperazione umana, ma la cooperazione umana è, per così dire, “generata” dalla Grazia.

      Ecco perché il Concilio di Trento afferma, citando Sant’Agostino, che Dio ha voluto che diventassero nostri meriti quelli che sono Suoi doni (vedere Concilio di Trento, Sessione VI, capitolo XVI).

      Perché senza la premozione divina della Grazia Efficace tutti resteremmo nel peccato per colpa nostra.

      Infatti la resistenza alla Grazia sufficiente proviene solo dalla nostra peccaminosità.

    • Marco ha detto:

      Sempre San Tommaso

      “La giustificazione del peccatore AVVIENE PERCHÈ DIO MUOVE L’UOMO ALLA GIUSTIZIA: è lui infatti, come insegna S. Paolo [Rm 4, 5], “che giustifica l’empio”.
      Dio però muove tutti gli esseri secondo la natura di ciascuno: come vediamo tra gli esseri fisici che egli muove i corpi gravi diversamente da quelli leggeri, per la loro diversa natura.
      E così egli muove l’uomo alla giustizia secondo la condizione della natura umana.
      Ma l’uomo secondo la sua natura è dotato di libero arbitrio.
      Perciò in chi possiede l’uso del libero arbitrio non c’è una mozione di Dio verso la giustizia senza l’esercizio di esso; e DIO NON INFONDE IL DONO DELLA GRAZIA GIUSTIFICANTE SENZA MUOVERE AL TEMPO STESSO IL LIBERO ARBITRIO AD ACCETTARLO, in coloro che sono capaci di esercitare tale facoltà.” (Summa Teologica, I-II, 113.3)

      Più chiaro di così si muore.

      Non basta?

      ” La giustificazione dell’empio consiste originariamente nell’infusione della grazia: da questa infatti VIENE MOSSO IL LIBERO ARBITRIO, E VIENE TOLTO IL PECCATO (quindi non è che, dopo che il peccatore muove da se il libero arbitrio al Bene accettando la Grazia, essa agisca togliendo il peccato; no, la Grazia fa l’uno e l’altro, muove il libero arbitrio al Bene, causando la libera cooperazione dell’uomo, e quindi toglie il peccato)
      Ma l’infusione della grazia avviene senza fasi successive, cioè all’istante.
      E il motivo è che una forma non si imprime immediatamente in un soggetto solo quando il soggetto non è disposto, e la causa agente ha bisogno di tempo per predisporlo.
      Perciò vediamo che non appena la materia è predisposta dall’alterazione precedente, subito acquista la nuova forma sostanziale: e per questo un corpo diafano, essendo disposto per se stesso a ricevere la luce, viene illuminato all’istante da un corpo luminoso in atto.
      Ma sopra [q. 112, a. 2] abbiamo spiegato che Dio, per infondere la grazia in un’anima, non ha bisogno di altra disposizione oltre a quella che egli stesso produce.
      Ed egli alcune volte produce istantaneamente la disposizione richiesta per accogliere la grazia; altre volte invece la produce gradatamente e in fasi successive, come si è visto sopra [ib., ad 2].
      Infatti l’impossibilità in cui si trova un agente naturale di disporre istantaneamente la materia dipende da una sproporzione tra la resistenza della materia e la virtù della causa agente.
      Per cui si nota che quanto più è forte la virtù dell’agente, tanto è più rapida la disposizione della materia.
      Essendo quindi la virtù divina infinita, essa può predisporre istantaneamente alla forma qualsiasi materia creata: e molto più può così disporre il libero arbitrio, i cui moti possono essere istantanei per natura.
      Così dunque la giustificazione del peccatore è compiuta da Dio istantaneamente. ” (Summa Teologica, I-II, 113,7).

      Trento condannava i luterani perché essi negavano il libero arbitrio, non ha mai negato il primato della Grazia come fanno oggi molti cattolici.

      Il problema dei luterani è che loro sostengono il “mere passive”, cioè negano qualsiasi cooperazione dell’uomo alla Grazia. Ma un conto è questa eresia, un conto è sostenere che anche la cooperazione (che c’è, è reale) sia effetto della Grazia.

      Questa è sempre stata dottrina Cattolica, fin da San Paolo

      “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; NÈ VIENE DALLE OPERE, PERCHÉ NESSUNO POSSA VANTARSENE. SIAMO INFATTI OPERA SUA , creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.” (Efesini 2,4-10)

  • Adolfo ha detto:

    @Marco

    #Il serio proposito può non essere attuabile nonostante la buona volontà. La riparazione si chiede, ed è giusto esigerla, da chi può farla, non a chi non può farla#

    Avevo dimenticato questa corbelleria, che è tale nel senso che spiego.
    Giorni fa tu affermasti che un furto (ad esempio) si può riparare, ma non un omicidio.

    Però non dicesti che una riparazione è comunque richiesta, per la Giustizia Divina. Se non è “diretta” sarà “indiretta”, ma sempre c’è bisogno di riparazione.

    Troppo comodo asserire il contrario.

    Gloria Polo, ad esempio, aveva spinto molte donne ad abortire: quel danno, lei, non lo può più direttamente riparare (non può riportare in vita quei bimbi abortiti). Però lo può riparare indirettamente, testimoniando “cento e mille volte” ciò che ha vissuto nel suo viaggio nell’al di là, e ribadendo che l’aborto è un peccato abominevole.

    E questi concetti andrebbero tenuti presenti, in luogo di dire che certi peccati non possono essere riparati, e basta.

    Un po’ troppo comodo, non ti pare?

    Ma questa è la neo-chiesa del misericordismo, e questi sono i subdoli rischi che corre chiunque le vada appresso.

    • Marco ha detto:

      “Avevo dimenticato questa corbelleria, che è tale nel senso che spiego.
      Giorni fa tu affermasti che un furto (ad esempio) si può riparare, ma non un omicidio.”

      Fu Francesco ad affermarlo, un altro utente.

      “Però non dicesti che una riparazione è comunque richiesta, per la Giustizia Divina. Se non è “diretta” sarà “indiretta”, ma sempre c’è bisogno di riparazione.”

      Certo, uno deve fare tutto quello che può. Quello che può, sottolineo. Non si può dire che un divorziato risposato o ripara imponendo al coniuge la castità; distruggendo quindi la fsmiglia se il coniuge non è cattolico o è non praticante, altrimenti è in sicuro stato di peccato mortale.

      No, qui è importante la buona volontà ma si prende atto anche delle circostanze reali, che possono rendere impossibile una riparazione senza nuove colpe. È chiaro che chi può riparare e non lo fa, ad esempio, non puó essere assolto.

    • Marco ha detto:

      Poi anche se uno non è ammesso ai Sacramenti Dio tiene comunque conto delle attenuanti, quindi concordo con te che l’ammissione non sia necessaria; e visti i tanti sacerdoti modernisti che ammettono tutti può anche essere dannosa;

      Quello su cui mi batto, qualora non fosse chiaro, è la falsità che Al contenga eresie; non è così. Si può giudicare inopportuna visto il clero che abbiamo, non eretica.

      Ripeto che un clero formato da gente preparata come Cavalcoli e Ariel Levi di Gualdo saprebbe applicarla bene, quindi il problema non è nel documento, ma nel “materiale umano” che dovrebbe applicarlo.

      Perciò ripeto: sono arrivato anche io alla conclusione che la soluzione migliore sia quella polacca. Perciò non parli con uno che sostiene la bontà della soluzione aperturista di Al, parli che uno che, pur giudicandola inopportuna, la reputa ortodossa.

  • Adolfo ha detto:

    @cosimo de matteis
    #A questi livelli stiamo. E spadaro è “maestro” in tali gesuitismi fecali.
    Ora Marco Cherubini, ad esempio, ha usato -del tutto fuori contesto- alcuni passi del Domenicano Padre Tyn.
    Ma pure Bergoglio, volutamente, usa “pezzetti” (che le sue teste d’uovo faticosamente gli trovano) di discorsi o scritti in particolare di Giovanni Paolo II (la persona che odia particolarmente) per poi, alla minima critica, far presente chi è l’Autore.
    Squallido?
    No. Diabolico#

    Come darti torto?
    Infatti costoro _non_ dicono che certe decisioni contrastano direttamente col CCC e col CIC, ma si arrampicano sugli specchi, per “dimostrare” che anche i peccatori gravi e protratti possono accedere ai Sacramenti.

    “In certi casi”, ovvio.
    Secondo la strategia della rana bollita, basta poi un po’ di tempo e di pazienza, affinché “certi casi” diventino “tutti i casi”.

    E la Chiesa sprofonda sempre di più.

  • Adolfo ha detto:

    #Marco
    #Un laico può correggere un vescovo che va contro la Fede (cosa giustissima) ma un laico non può essere corretto quando dice boiate?#

    Le boiate, ovviamente, sono sempre quelle degli altri. Tu sei infallibile, a quanto pare.

    Beato te.

  • Adolfo ha detto:

    #Marco
    #Anche Padre Ariel sul suo blog ha spiegato più volte, su Al, che, proprio per i motivi da me esposti più e più volte, non c’è nessuno dogma che imponga l’esclusione dei divorziati risposati dai Sacramenti, eppure molti insistono nel dire che no, ammettere i divorziati risposati ai Sacramenti contraddice l’indissolubilità matrimoniale; e che quindi Padre Ariel è un eretico modernista#

    E non era forse ciò che io affermavo fin dall’inizio, quando tu ti ostinavi a dire che “è sufficiente il confessore”, per stabilire se un’anima è in Grazia o no?

    Ammettere i divorziati risposati che non vivono in castità non contraddice un dogma (anche se è verissimo che il popolo di Dio potrebbe facilmente essere indotto in errore: se gli adulteri fanno la Comunione, vuol dire che l’adulterio non è peccato grave: questo il semplice ragionamento), bensì contraddice il CCC 1650 e il CIC 915.
    E tanto basta.

    Se il papa fosse onesto, avrebbe _prima_ cambiato i due punti qui sopra (ammesso che Dio gliel’avrebbe lasciato fare: io sono praticamente certo di no, in quanto Nostro Signore, contro l’adulterio, ha parole dure e secche, anche se Bergoglio addirittura ha affermato che Gesù non avrebbe risposto alla domanda; ma ovviamente posso sbagliare), e poi, solo poi, avrebbe scritto (meglio: firmato, visto che l’hanno scritta altri, in gran parte) l’AL, di fatto – anche se in modo ambiguo e dunque subdolo – sdoganando i Sacramenti per chi vive in peccato grave protratto.

    Inoltre giustamente Mons. Livi – non certo l’ultimo arrivato – ha ben spiegato che nessun confessore può, con certezza, conoscere se un peccatore grave non è caduto anche in peccato mortale. Si tratta di una semplice questione di prudenza. E non solo per gli adulteri, ma per chiunque viva nel peccato grave protratto.

    • Marco ha detto:

      “E non era forse ciò che io affermavo fin dall’inizio, quando tu ti ostinavi a dire che “è sufficiente il confessore”, per stabilire se un’anima è in Grazia o no?”

      Cosa c’entra col virgolettato che hai citato? Il confessore può formarsi una certezza morale, non una certezza assoluta. La certezza morale basta.

      Poi che oggi valga ancora, a meno di permessi del Papa, il codice di diritto canonico, è un altro discorso.

      “Se il papa fosse onesto, avrebbe _prima_ cambiato i due punti qui sopra (ammesso che Dio gliel’avrebbe lasciato fare: io sono praticamente certo di no, in quanto Nostro Signore, contro l’adulterio, ha parole dure e secche, anche se Bergoglio addirittura ha affermato che Gesù non avrebbe risposto alla domanda; ma ovviamente posso sbagliare), e poi, solo poi, avrebbe scritto (meglio: firmato, visto che l’hanno scritta altri, in gran parte) l’AL, di fatto – anche se in modo ambiguo e dunque subdolo – sdoganando i Sacramenti per chi vive in peccato grave protratto.”

      Guarda che sono già sdoganati da quando si fanno partecipare gli scismatici che pure NON vogliono convertirsi, nonostante la dichirazione ex cathedra della cantate domino.

      “Inoltre giustamente Mons. Livi – non certo l’ultimo arrivato – ha ben spiegato che nessun confessore può, con certezza, conoscere se un peccatore grave non è caduto anche in peccato mortale. Si tratta di una semplice questione di prudenza. E non solo per gli adulteri, ma per chiunque viva nel peccato grave protratto.”

      Vero che non può avere (nessuno può) la certezza assoluta, di Fede; falso che non può formarsi una certezza morale. Altrimenti se così non fosse nemmeno gli scismatici potrebbero essere ammessi, visto che la Buona Fede non è valutabile con certezza, solo Dio lo sa certamente (e infatti prima del CVII l’apertura che ha fatto San Giovanni Paolo II era impensabile).

  • Adolfo ha detto:

    #Marco
    #Togliti dalla testa l’equazione post moderna giustizia = egualitarismo e non avrai problemi. Se io devo ai miei dipendenti 1200 euro non commetto nessuna ingiustizia se a cinque di loro do 1700 euro, nel momento in cui agli altri do quanto dovuto#

    Ecco che riporti nuovamente un esempio che nulla c’entra, perché non si tratta di 1200 euro, bensì della salvezza eterna delle anime: anime per le quali Cristo è morto in Croce: e se non le salva tutte (come di fatto è), ciò accade semplicemente a causa del loro libero arbitrio.

    Usare la Grazia efficace solo su alcune anime, “a casaccio”, e non su altre (di fatto destinandole alla dannazione, come hai ripetuto più volte non molti giorni fa), nulla c’entra, con una vera giustizia.

    Quanto all’egualitarismo, si tratta di una tua deduzione, del tutto sballata. Guarda che è proprio Nostro Signore che appoggia la meritocrazia (e anche qui Bergoglio dissente: ormai non ce ne stupiamo): basta leggere la parabola dei talenti.

    Gesù infatti dice che i talenti vengono dati a tutti i protagonisti, ma non tutti li fanno fruttare. Se tu affermi che coloro che li fanno fruttare, lo fanno per esclusivo merito della Grazia, allora vuol dire che il libero arbitrio è azzerato. E allora questo è protestantismo, e non certo Magistero cattolico.

    • Marco ha detto:

      “Ecco che riporti nuovamente un esempio che nulla c’entra, perché non si tratta di 1200 euro, bensì della salvezza eterna delle anime: anime per le quali Cristo è morto in Croce: e se non le salva tutte (come di fatto è), ciò accade semplicemente a causa del loro libero arbitrio.”

      Infatti è così. La causa della dannazione di alcuni è solo il libero arbitrio, ma al contrario il libero arbitrio non è la sola causa della salvezza. La Grazia è la prima causa della salvezza.

      “Usare la Grazia efficace solo su alcune anime, “a casaccio”, e non su altre (di fatto destinandole alla dannazione, come hai ripetuto più volte non molti giorni fa), nulla c’entra, con una vera giustizia.”

      Non ho mai detto che le destina alla dannazione. Si destinano da se alla dannazione rifiutando la Grazia sufficiente. Al contrario gli eletti vengono portati alla salvezza dalla Grazia di Dio.

      Il perché Dio predestini alcuni e non altri non lo sappiamo, San Tommaso dice che i predestinati mostrano la Misericordia di Dio, i reprobi invece la Giustizia di Dio.

      Ti cito di nuovo l’Aquinate

      “Dalla stessa bontà divina si può desumere la ragione della predestinazione di alcuni e della riprovazione di altri.
      Si dice infatti che Dio ha creato tutte le cose a motivo della sua bontà perché così la sua bontà fosse rappresentata in tutti gli esseri. Ma è necessario che la bontà divina, che in se stessa è una e semplice, sia rappresentata nelle cose sotto varie forme: infatti le cose create non possono raggiungere la semplicità divina.
      Quindi per la perfezione dell’universo si richiedono vari gradi nelle cose: alcune dovranno occupare un posto elevato nell’universo e altre un luogo infimo. E perché si conservi questa multiforme varietà di gradi Dio permette che avvengano alcuni mali in modo che non siano impediti molti beni, come sopra abbiamo visto [q. 2, a. 3, ad 1; q. 22, a. 2].
      Così dunque consideriamo ora tutto il genere umano alla stregua dell’universo: Dio volle che tra gli uomini alcuni, da lui predestinati, rappresentassero la sua bontà sotto l’aspetto della misericordia, e usò ad essi misericordia; [volle invece] che altri, da lui riprovati, [rappresentassero la sua bontà] sotto l’aspetto della giustizia, e li sottopose alla punizione.
      Questo è il motivo per cui Dio elegge alcuni e riprova altri.
      E lo stesso Apostolo [Rm 9, 22 s.] assegnò una tale causa con le seguenti parole: “Dio, volendo manifestare la sua ira”, cioè la giustizia vendicativa, “e far conoscere la sua potenza, ha sopportato”, cioè ha permesso, “con grande pazienza vasi di collera, già pronti per la perdizione, e questo per far riconoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla gloria”. E in un altro luogo [2 Tm 2, 20] egli afferma: “In una casa grande non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati a usi nobili, altri a usi più spregevoli”.-> Ma che egli elegga questo alla gloria e riprovi quello NON HA ALTRA CAUSA CHE LA DIVINA VOLONTÀ. ” (Summa Teologica, I, 23, 5)

      Poi scrivi

      “Quanto all’egualitarismo, si tratta di una tua deduzione, del tutto sballata. Guarda che è proprio Nostro Signore che appoggia la meritocrazia (e anche qui Bergoglio dissente: ormai non ce ne stupiamo): basta leggere la parabola dei talenti.”

      Che Dio dia a tutti gli stessi talenti e le stesse Grazie è una assurdità.

      Infatti è Dio che crea e infonde la bontà nelle cose

      ” Dio ama tutte le realtà esistenti: infatti tutto ciò che esiste, in quanto esiste, è buono, e l’essere di ciascuna cosa è un bene, come pure è un bene ogni sua perfezione. Ora, sopra [q. 19, a. 4] si è dimostrato che la volontà di Dio è causa di tutte le cose, e per conseguenza ogni ente ha tanto di essere, o di qualsiasi bene, nella misura in cui è oggetto della volontà di Dio.
      Quindi a ogni essere esistente Dio vuole qualche bene. Per cui, siccome amare non è altro che volere del bene a qualcuno, è evidente che Dio ama tutte le realtà esistenti.
      Dio però non [ama] come noi.
      La nostra volontà, infatti, non causa il bene che si trova nelle cose, ma al contrario è mossa da esso come dal proprio oggetto: e così il nostro amore, con il quale vogliamo del bene a qualcuno, non è causa della sua bontà, ma piuttosto la sua bontà, vera o creduta tale, provoca l’amore, che ci spinge a volere che gli sia mantenuto il bene che possiede e acquisti quello che non ha; e ci adoperiamo a tale scopo.
      Invece l’amore di Dio INFONDE E CREA LA BONTÀ NELLE COSE” (Summa Teologica, I, 20, 2).

      Perciò chi è più buono di un altro lo è per Grazia di Dio, la quale poi causa il merito dell’individuo.

      “Gesù infatti dice che i talenti vengono dati a tutti i protagonisti, ma non tutti li fanno fruttare. Se tu affermi che coloro che li fanno fruttare, lo fanno per esclusivo merito della Grazia, allora vuol dire che il libero arbitrio è azzerato. E allora questo è protestantismo, e non certo Magistero cattolico.”

      Ma i talenti vengono dati in misura diseguale, non uguale per tutti. Pensa solo alla Vergine Maria la quale è stata colmata di Grazie che ogni altro vivente può solo sognare. Ripeto: quello che affermi tu, cioè che Dio dia a tutti le stesse Grazie e che dipenda dall’individuo la salvezza, è semi-pelagianesimo puro. Il libero arbitrio è necessario, altroché azzerato, ma è mosso al Bene da Dio, come ho mostrato con San Tommaso e con Padre Tyn.

  • Giusy ha detto:

    “Ne manda più all’inferno la misericordia di Dio che non la sua giustizia” (S. Alfonso Maria de’ Liguori)

  • Adolfo ha detto:

    @Marco
    #il Concilio di Trento dice che NESSUNO, nemmeno chi vive una vita esemplare, può essere certo della Grazia di Dio, quindi se lo si applicasse alla lettera nessuno dovrebbe mai comunicarsi perché non può essere assolutamente certo di non commettere Sacrilegio#

    Ripeto: a maggior ragione abbiano timore di _non_ salvarsi coloro che non solo cadono nei peccati veniali (e questo riguarda tutti noi), ma vivono nel peccato grave (di qualsiasi tipo) protratto.

    Facile dire che certi canoni (nello specifico il canone XVIII) non vanno assolutizzati, quando si vuole, di fatto, giustificare i peccatori gravi. Un modo di procedere siffatto non solo è illogico, ma è pure gravemente pernicioso.

    Il penitente e il confessore farebbero bene ad attenersi _sempre_ al dato oggettivo, ossia alla materia del peccato. Se si batte troppo sulla piena avvertenza e sul deliberato consenso (i quali, essendo “intimi” all’uomo, sono di fatto difficilmente quantificabili), si rischia di prendere delle severe cantonate.

    Un peccatore incallito, infatti, può ben essere “sincero”, nella sua coscienza obnubilata (come chiaramente insegna il CCC). Se il confessore dice, a un peccatore siffatto, che “tutto va bene”, valutando che non abbia piena avvertenza (e dunque non preoccupandosi di richiamarlo sulla via del bene), esso confessore non farà altro che contribuire alla perdizione di quell’anima. E anche alla perdizione della propria.

    Nostro Signore non ci ha chiesto di tacere in merito ai peccati, bensì di annunziare il Vangelo, e di chiamare le anime alla conversione.

    Senza contare il rischio di cui ti avvisai mesi fa, e che infine hai ammesso tu medesimo: ossia il fatto che, visti i numerosi sacerdoti modernisti che amministrano i Sacramenti, sta accadendo in molti luoghi che essi Sacramenti vengano amministrati a chiunque, anche a chi non ha la minima intenzione di pentirsi, e vive secondo una logica anti-evangelica.

    Così si persevera nel peccato grave, e si commettono pure sacrilegi su sacrilegi. Bel risultato veramente, e tante grazie a Bergoglio.

    ***
    #Tutte cose, queste, che ti ho già detto e ripetuto. Tu cosa fai? Prendi atto quando te le scrivo, non potendo confutarle (e non è che non puoi confutarle perché sei tu, non puoi confutarle perché semplicemente sto dicendo il vero ed esponendo la dottrina cattolica), per poi riproporre le stesse cose già da me confutate in altri topic.
    Mi chiedo che senso abbia#

    Me lo chiedo anche io: infatti _non_ avevo risposto a te, qualche ora fa, ben sapendo che il tuo pensiero è quello che è. E non dire che non posso confutarle, perché te le ho confutate molte e molte volte (ad esempio ti ho detto che, fin quando il papa non muta il CCC e il CIC, sta di fatto che i divorziati risposati non possono accedere ai Sacramenti, al contrario di quanto tu affermi). Ma coi muri è impossibile dialogare.

    Infatti mi chiedo: come mai, quando ti cito il CCC 1650 e il CIC 915… tu procedi come se nulla ti avessi detto?

    Forse perché vuoi avere ragione a ogni costo, e dunque eviti ogni osservazione che mostri la debolezza di certe tue tesi?

    A me pare che sia tu, quello che non può confutare certe questioni. Non io.

    Ciò che tu affermi, in questi casi, non è certo Magistero della Chiesa, bensì un tuo personale magistero. Se permetti, io continuo a seguire il Magistero di sempre.

    Tempo fa dicesti a Giusy che “anche Adolfo ha dovuto darmi ragione”: guarda che qui non stiamo combattendo una battaglia a due, bensì stiamo cercando di sottolineare la verità delle cose e della Dottrina.

    Se dici cose logiche (ad esempio il discorso che facevi sulla validità dell’elezione papale), non ho alcun problema a “darti ragione”. Però non metterla sempre sul personale, e per favore risparmiaci i tuoi lunghissimi papiri: non ci stai solo tu, su questo blog, e non è giusto che monopolizzi i quattro quinti dello spazio concesso ai commentatori.

    Non saranno certo i tuoi papiri, e non sarà il tuo selezionare solo ciò che ti fa comodo, a rendere logico ciò che logico non è.

    • Marco ha detto:

      “Ripeto: a maggior ragione abbiano timore di _non_ salvarsi coloro che non solo cadono nei peccati veniali (e questo riguarda tutti noi), ma vivono nel peccato grave (di qualsiasi tipo) protratto.”

      Vedi quello che ho già scritto sopra.

      “Facile dire che certi canoni (nello specifico il canone XVIII) non vanno assolutizzati, quando si vuole, di fatto, giustificare i peccatori gravi. Un modo di procedere siffatto non solo è illogico, ma è pure gravemente pernicioso.”

      È insegnamento del Magistero che la Grazia di Dio aiuta coi peccati mortali e non coi veniali, non una mia interpretazione.

      Dove ci sono attenuanti che rendono il peccato soggettivamente veniale nonostante la materia grave il peccatore non può essere tenuto responsabile del tutto.

      “Il penitente e il confessore farebbero bene ad attenersi _sempre_ al dato oggettivo, ossia alla materia del peccato. Se si batte troppo sulla piena avvertenza e sul deliberato consenso (i quali, essendo “intimi” all’uomo, sono di fatto difficilmente quantificabili), si rischia di prendere delle severe cantonate.”

      Ma io non parlavo di piena avvertenza, ben difficile da non avere per un cattolico, ma di deliberato consenso. Il deliberato consenso dipende anche da circostanze esterne che sono giudicabili.

      Per esempio (uno tra i tanti) una prostituta che è tenuta sotto ricatto da un pappone non è difficile capire che non sia libera di agire diversamente, e che quindi non sia libera. Le attenuanti che limitano la libertà possono essere giudicate senza problemi.

      “Un peccatore incallito, infatti, può ben essere “sincero”, nella sua coscienza obnubilata (come chiaramente insegna il CCC). Se il confessore dice, a un peccatore siffatto, che “tutto va bene”, valutando che non abbia piena avvertenza (e dunque non preoccupandosi di richiamarlo sulla via del bene), esso confessore non farà altro che contribuire alla perdizione di quell’anima. E anche alla perdizione della propria.”

      Ripeto: non parlo di piena avvertenza, ma della libertà. I confessori hanno sempre tenuto in considerazione queste cose, è una pura invenzioni che ci si debba basare solo sul dato oggettivo; la teologia morale dice ben altro.

      “Senza contare il rischio di cui ti avvisai mesi fa, e che infine hai ammesso tu medesimo: ossia il fatto che, visti i numerosi sacerdoti modernisti che amministrano i Sacramenti, sta accadendo in molti luoghi che essi Sacramenti vengano amministrati a chiunque, anche a chi non ha la minima intenzione di pentirsi, e vive secondo una logica anti-evangelica.”

      Questo è tutto un altro discorso e riguarda se Al sia OPPORTUNA o no, NON se sia ortodossa. Un bravo sacerdote come padre Cavalcoli ad esempio può applicarla bene, quelli che menzioni no, Ovviamente.

      Ma ripeto, questo semmai mette in dubbio che Al sia opportuna, non che sia ortodossa. Sono due cose diverse. Anche io sono arrivato a conclusioni come quelle dei vescovi polacchi proprio per questa ragione, che però non ha NULLA a che vedere con la dottrina di Al, ma solo col materiale umano del clero che abbiamo.

      Tuttavia penso che questa confusione da un lato diminuirà la colpa di molti penitenti, e la colpa ricadrà di più su chi la deviati, come molti modernisti fanno.

      “Me lo chiedo anche io: infatti _non_ avevo risposto a te, qualche ora fa, ben sapendo che il tuo pensiero è quello che è. E non dire che non posso confutarle, perché te le ho confutate molte e molte volte (ad esempio ti ho detto che, fin quando il papa non muta il CCC e il CIC, sta di fatto che i divorziati risposati non possono accedere ai Sacramenti, al contrario di quanto tu affermi). Ma coi muri è impossibile dialogare. Infatti mi chiedo: come mai, quando ti cito il CCC 1650 e il CIC 915… tu procedi come se nulla ti avessi detto?”

      Ma infatti a rigor di legge è così, bisogna attenersi alla legge ecclesiastica; ma se il Papa da un permesso ad una conferenza espiscopale, come fatto con gli argentini (ai quali ha detto che la loro interpretazione andava bene) allora possono seguire ciò che ha detto il Papa.

      E comunque è una legge ecclesiastica, non un dogma.

      “Ciò che tu affermi, in questi casi, non è certo Magistero della Chiesa, bensì un tuo personale magistero. Se permetti, io continuo a seguire il Magistero di sempre.”

      Io affermo che le leggi della Chiesa sono cambiabili dal Papa; e il Papa può cambiare quando vuole la legge sui divorziati risposati. Fine.

      “Se dici cose logiche (ad esempio il discorso che facevi sulla validità dell’elezione papale), non ho alcun problema a “darti ragione”. Però non metterla sempre sul personale, e per favore risparmiaci i tuoi lunghissimi papiri: non ci stai solo tu, su questo blog, e non è giusto che monopolizzi i quattro quinti dello spazio concesso ai commentatori.”

      Il problema è che tu giudichi logico e non logico in base ai tuoi personalissimi parametri, vedi la lettura che dai del Canone di Trento menzionato sopra; che mai è stata l’intepretazione della Chiesa.

  • Adolfo ha detto:

    @Marco
    #Il Concilio di Trento dice che NESSUNO può sapere con certezza assoluta di essere in Grazia di Dio, non solo i peccatori gravi#

    Ma a maggior ragione – a maggior ragione – il peccatore grave, specie se protratto nel tempo, NON si accosti all’Eucaristia, se prima non si è confessato, col serio proposito di abbandonare il peccato.

    Ciò che tu affermi è la miglior conferma di quanto sopra.

    ***
    #San Paolo parla della Carità sovrannaturale, che è dono di Dio, non certo un qualcosa che uno si da da se, anche se ai semi-pelagiani piace pensarlo#

    Che parli (solo) della Carità sovrannaturale lo dici tu: vi sono vari punti in cui Paolo non lo specifica affatto. E finiscila con la storia dei semi-pelagiani, che affibbi a chiunque ti faccia notare che certi tuoi discorsi, ancor prima che la Dottrina, contraddicono la semplice logica.

    ***
    #Ti ho già spiegato mille volte che la Grazia deve essere accettata liberamente, ma quando viene accettata tale accettazione è effetto della Grazia, non proviene da una supposta giustizia intrinseca dell’uomo di cui Dio non sarebbe causa#

    Puoi spiegarlo anche duemila volta: se la stessa accettazione della Grazia è _esclusivo_ merito della Grazia medesima, il libero arbitrio va a ramengo.

    Non ci vuole una cima, per capirlo. E non è necessario (e non sarebbe possibile, visto che l’uomo è “tarato” dal peccato d’origine) che la giustizia sia “intrinseca” all’uomo (il che infatti non è vero): basta che l’uomo accolga, liberamente, gli impulsi della Grazia.

    Come puoi affermare che l’accettazione è libera, se subito dopo affermi che è _esclusivo_ merito della Grazia?

    Ecco perché un dio siffatto è gravemente ingiusto: perché salva solo uno dei due ladroni, e lascia che l’altro si danni.

    Se invece si assume che Iddio abbia chiamato entrambi i ladroni alla conversione, ricevendo risposta affermativa dal cuore di uno solo di essi, ecco che tutto ritorna nell’alveo della Giustizia.

    Tu dirai, per l’ennesima volta, che Dio non è tenuto a salvare alcuno: ma, se così è, il Suo Amore – che vuole tutti salvi – dove va a finire?

    Se Dio è Amore, e vuole tutti salvi; e se non tutti si salvano, da cosa dipende la mancata salvezza?
    Esattamente dalla cattiva – e libera – disposizione dell’animo di coloro che non si salvano. Non certo dal fatto che abbiamo a che fare con un dio schizofrenico, che salva o non salva, secondo il suo capriccio.

    ***
    #Chi si danna si danna per propria esclusiva colpa, perché ha rifiutato la Grazia sufficiente#

    E certo: sennonché, più volte, tu stesso hai affermato che la Grazia sufficiente è di fatto insufficiente alla salvezza. Se la lingua italiana ha ancora un valore, un dio che dona la sola Grazia sufficiente, ben sapendo che essa è “insufficiente” di fatto, è un dio ingiusto.

    Puoi girartela come ti pare, ma così è.

    Inoltre tu batti molto sulla Grazia, però solo quando ti fa comodo. Se ti faccio notare che i peccatori gravi, con l’aiuto di Dio, possono mutare vita, ecco che di nuovo ti arrampichi sugli specchi, nel tentativo di giustificare certi comportamenti non buoni. E tiri fuori degli ostacoli che, a tuo dire, impedirebbero la conversione di costoro; e dimentichi che, ai tempi di Cristo, la situazione morale e spirituale non era certo rosea: eppure Egli ha invitato alla conversione e al passaggio dalla via stretta.

    “Il bene dei figli, il bene dei figli”: e chi lo dice che il bene dei figli consista nel fatto che i genitori (parlo dei divorziati risposati) vivano nel peccato grave protratto? Che razza di esempi cattolici (dico “cattolici”, parlando di coloro che vivono in peccato grave, e pretendono pure i Sacramenti) possono fornire dei genitori che si comportano in tale maniera?

    Ciò che dici, in certi punti, è solo un ossimoro. Se non te ne vuoi rendere conto, non so che farci.

    Finiscila pure con la storia degli scismatici: ti è già stato fatto notare, più volte, che uno che nasce scismatico può benissimo, in buona fede, ritenere di trovarsi nella religione giusta. Non così un cattolico che divorzia e si risposa, ben sapendo che Nostro Signore ha condannato l’adulterio.

    Anche il discorso che fai sui peccati veniali lascia il tempo che trova. A noi interessano i peccati gravi, che in vari casi possono anche essere mortali. E siccome nessuno che pecchi gravemente ha la garanzia che, in realtà, ha peccato solo venialmente, è saggio ed è prudente che ci si confessi, col serio proposito di cambiare vita.

    Se poi vuoi giustificare i peccatori gravi, fallo pure, ma a tuo rischio: Iddio ti chiederà conto delle anime che, col tuo misericordismo, hai contribuito a portare su vie non buone.

    • Marco ha detto:

      “Ma a maggior ragione – a maggior ragione – il peccatore grave, specie se protratto nel tempo, NON si accosti all’Eucaristia, se prima non si è confessato, col serio proposito di abbandonare il peccato.

      Ciò che tu affermi è la miglior conferma di quanto sopra.”

      Il serio proposito può non essere attuabile nonostante la buona volontà. La riparazione si chiede, ed è giusto esigerla, da chi può farla, non a chi non può farla.

      “Che parli (solo) della Carità sovrannaturale lo dici tu: vi sono vari punti in cui Paolo non lo specifica affatto. E finiscila con la storia dei semi-pelagiani, che affibbi a chiunque ti faccia notare che certi tuoi discorsi, ancor prima che la Dottrina, contraddicono la semplice logica.”

      È solo la Carità sovrannaturale che salva, non gli atti buoni naturali.

      “Puoi spiegarlo anche duemila volta: se la stessa accettazione della Grazia è _esclusivo_ merito della Grazia medesima, il libero arbitrio va a ramengo.”

      No, perché la Grazia efficace rigenera l’uomo dall’interno e l’uomo rigenerato vuole liberamente cooperare. Quindi il libero arbitrio non va a ramengo.

      “Non ci vuole una cima, per capirlo. E non è necessario (e non sarebbe possibile, visto che l’uomo è “tarato” dal peccato d’origine) che la giustizia sia “intrinseca” all’uomo (il che infatti non è vero): basta che l’uomo accolga, liberamente, gli impulsi della Grazia.”

      Ma accogliere la Grazia è atto buono che giova alla vita eterna, ergo è effetto prima di tutto della Grazia. Nessun atto che giova alla vita eterna viene compiuto dall’uomo senza la Grazia. Ecco perché “anche il si che diciamo alla Grazia di Dio è Grazia di Dio”.

      “Come puoi affermare che l’accettazione è libera, se subito dopo affermi che è _esclusivo_ merito della Grazia?”

      Non ho detto che è esclusivo merito della Grazia. Ho detto che è prima di tutto merito della Grazia e in secondo luogo, come causa seconda, merito dell’individuo. L’accettazione non ci sarebbe stata senza la Grazia efficace, però, quindi per quanto sia meritoria è comunque prima di tutto dono di Dio.

      “Ecco perché un dio siffatto è gravemente ingiusto: perché salva solo uno dei due ladroni, e lascia che l’altro si danni.”

      Non è ingiusto, perché anche a Gestas ha dato la Grazia sufficiente, quindi Gestas non si è salvato per sua propria colpa, non per carenza di Grazia. Di nuovo: giustizia NON è egualitarismo.

      “Se invece si assume che Iddio abbia chiamato entrambi i ladroni alla conversione, ricevendo risposta affermativa dal cuore di uno solo di essi, ecco che tutto ritorna nell’alveo della Giustizia.”

      No, questo è semi-pelagianesimo. Grazia è libero arbitrio non sono forze concorrenziali. Cito Padre Bellon http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=362

      “Caro Luca,
      1. Quando si ragiona sul rapporto tra grazia e libertà non si deve pensare che da una parte vi sia l’azione di Dio e dall’altra l’azione dell’uomo. Se così fosse, saremmo nel pelagianesimo o nel semipelagianesimo.
      L’azione di Dio e l’azione dell’uomo non sono sullo stesso piano, ma la prima è nella linea della causa principale; la seconda nella linea della causa strumentale.
      Ecco che cosa San Tommaso scrive: “Il libero arbitrio è sì causa del suo atto, in quanto l’uomo a motivo della libertà muove se stesso ad agire. Non si richiede tuttavia, per salvare la libertà, che ciò che è libero sia la causa prima di sé… E Dio che è la causa prima che muove sia le cause naturali che quelle volontarie. E come muovendo le cause naturali non toglie ad esse che i loro atti siano naturali, così muovendo le cause volontarie non esclude che le loro azioni siano volontarie, ma piuttosto fa questo in esse: opera infatti in tutte le cose secondo la loro natura”. (Somma teologica I, 83, 1, ad 3; cfr. I, 29, 8; I-II, 10, 4).”

      Ripeto: il tuo è semi-pelagianesimo a tutti gli effetti, perché se fosse come dici tu la causa della salvezza risiederebbe nell’uomo e non in Dio.

      “Tu dirai, per l’ennesima volta, che Dio non è tenuto a salvare alcuno: ma, se così è, il Suo Amore – che vuole tutti salvi – dove va a finire?”

      Dio vuole tutti salvi solo con volontà antecedente e condizionale, ma non vuole la salvezza di tutti con volontà assoluta e conseguente. Solo la salvezza degli eletti è voluta con volontà assoluta e conseguente.

      “Se Dio è Amore, e vuole tutti salvi; e se non tutti si salvano, da cosa dipende la mancata salvezza?
      Esattamente dalla cattiva – e libera – disposizione dell’animo di coloro che non si salvano. ”

      Esatto. La loro cattiva disposizione fa si che loro rifiutino la Grazia sufficiente.

      “E certo: sennonché, più volte, tu stesso hai affermato che la Grazia sufficiente è di fatto insufficiente alla salvezza. Se la lingua italiana ha ancora un valore, un dio che dona la sola Grazia sufficiente, ben sapendo che essa è “insufficiente” di fatto, è un dio ingiusto.”

      Ma è insufficiente di fatto solo per la cattiva volontà del peccatore, non perché intrinsecamente insufficiente. Se fosse intrinsecamente insufficiente, se non desse il reale potere di fare il bene ed evitare il male, avresti ragione, ma così non è.

      Viene rifiutata solo per la cattiva volontà umana. La Grazia efficace invece rigenera la volontà, il cuore dell’uomo, e l’uomo rigenerato vuole liberamente il bene e coopera con la Grazia.

      “Puoi girartela come ti pare, ma così è.”

      Così non è.

      “Inoltre tu batti molto sulla Grazia, però solo quando ti fa comodo. Se ti faccio notare che i peccatori gravi, con l’aiuto di Dio, possono mutare vita, ecco che di nuovo ti arrampichi sugli specchi, nel tentativo di giustificare certi comportamenti non buoni.”

      Ho già risposto a questo: la Grazia di Dio dà la possibilità di evitare i peccati mortali, non i veniali.

      Inoltre non giustifico affatto i comportamenti non buoni. Essi non possono mai essere giustificati; cosa diversa per il peccatore, che può non essere imputabile per il suo peccato, se ha attenuanti. Te lo avevo già spiegato e tu hai ottusamente ignorato.

      “tiri fuori degli ostacoli che, a tuo dire, impedirebbero la conversione di costoro”

      La conversione può esserci anche se al momento non può tradursi fattivamente in ogni ambito della vita. Sei manicheo, la vita non è manichea. Una peccatrice può essere più in Grazia di chi vive una vita esemplare, vedere il Vangelo di Luca e la peccatrice.

      La riparazione la si chiede a chi può farla, non a chi al momento non può farla.

      “Il bene dei figli, il bene dei figli”: e chi lo dice che il bene dei figli consista nel fatto che i genitori (parlo dei divorziati risposati) vivano nel peccato grave protratto? Che razza di esempi cattolici (dico “cattolici”, parlando di coloro che vivono in peccato grave, e pretendono pure i Sacramenti) possono fornire dei genitori che si comportano in tale maniera?”

      Nessuno pretende i Sacramenti, chi lo fa sbaglia.

      Il punto è che solo nel 2015 ci sono stati più di 30.000 matrimoni in seconde nozze, e se uno/una sta con un/una non cattolico/a e ad un certo punto gli impone la castità la fsmiglia va a ramengo, perché nel 99% dei casi non lo accetterà.

      È un dato di fatto. Cosa diversa dove entrambi sono cattolici praticanti.

      “Finiscila pure con la storia degli scismatici: ti è già stato fatto notare, più volte, che uno che nasce scismatico può benissimo, in buona fede, ritenere di trovarsi nella religione giusta. Non così un cattolico che divorzia e si risposa, ben sapendo che Nostro Signore ha condannato l’adulterio.”

      Ma li non si parla di buona Fede, quella è un’altra attenuante. Li si parla di deliberato consenso, della capacità di agire diversamente senza nuove colpe. Questa è una attenuante che (al contrario della buona Fede) può valere anche per i cattolici.

      E se dici che un confessore non può sapere con certezza quando dette attenuanti riducono la colpa allora rispondo che non può sapere con certezza assoluta nemmeno della buona Fede dello scismatico. Ma non è la certezza assoluta che si richiede, ma solo la certezza morale.

      ” E siccome nessuno che pecchi gravemente ha la garanzia che, in realtà, ha peccato solo venialmente, è saggio ed è prudente che ci si confessi, col serio proposito di cambiare vita.”

      Siccome sei ottuso (si, ottuso) lo ripeto di nuovo : il proponimento deve esserci, ma può non essere attualizzabile per circostanze che sfuggono al proprio controllo come quelle dette sopra. Di nuovo: la riparazione la si esige da chi può farla, non da tutti indiscriminitamente senza valutare le attenuanti. Questo non solo per Misericordia, ma anche per Giustizia.

      “Se poi vuoi giustificare i peccatori gravi, fallo pure, ma a tuo rischio: Iddio ti chiederà conto delle anime che, col tuo misericordismo, hai contribuito a portare su vie non buone.”

      È solo Dio che giustifica i peccatori, non certo io.

  • Giusy ha detto:

    Gentile dottor Tosatti le confesso una cosa…. sono stati troppo belli per essere veri questi ultimi giorni senza lenzuolate e docenti in cattedra che vogliono inculcarci ad ogni costo una Chiesa diversa da Quella che DUEMILA ANNI fa Gesù Cristo ci ha lasciato e che fino al 2013 non aveva bisogno di manipolazioni né di interpretazioni né di dotte spiegazioni. Troppo bello esprimersi liberamente con semplicità senza che qualcuno dall’alto della sua preparazione culturale, ma non so se altrettanto di spessore quella umana e spirituale, si metta a dare lezioni credendosi superiore a tutti i partecipanti a questo blog. Vabbe’ pazienza, offriremo questo sacrificio per la Liberazione al più presto possibile della Santa Chiesa dagli usurpatori che con l’inganno si sono piazzati ai Suoi vertici. Grazie a tutti i commentatori trasparenti limpidi e fedeli che non hanno bisogno di arzigogolate acrobazie e di interminabili lenzuola e che scrivono liberamente, non comandati da Santa Marta.

    • wp_7512482 ha detto:

      Il cardinale Tardini, segretario di stato, a un ambasciatore che si lamentava di una cosa scritta dall’Osservatore Romano rispose : faccia come me. Non lo legga.

      • Adolfo ha detto:

        Esattamente, esattamente 🙂

        E inevitabilmente è ciò che accade, quando vengono riprodotte, allo sfinimento, le medesime considerazioni: specie se esse vengono staccate dal Magistero di sempre, oltre che dalla semplice logica.

        Grazie per l’ospitalità, dottor Tosatti. E grazie anche per la sua (enorme) pazienza.

    • Marco ha detto:

      @Giusy

      “Troppo bello esprimersi liberamente con semplicità senza che qualcuno dall’alto della sua preparazione culturale, ma non so se altrettanto di spessore quella umana e spirituale, si metta a dare lezioni credendosi superiore a tutti i partecipanti a questo blog. ”

      Non do nessuna lezione. Semplicemente quando vengono affermate delle inesattezze ho il diritto di correggerle. I laici possono correggere i pastori (come da Codice di diritto canonico) dove questi errano mentre invece, secondo lei, uno su un blog può scrivere sfondoni che non stanno nè in cielo nè in terra e nessuno deve dire nulla?

      Un laico può correggere un vescovo che va contro la Fede (cosa giustissima) ma un laico non può essere corretto quando dice boiate?

      Cara Giusy, se davvero pensa questo, lei ha qualche problema di connessione col reale.

      @ WP_7512482

      Ottimo consiglio, dottor Tosatti.

  • Giusy ha detto:

    Un amico di Percorso mi dice che spadaro il gesuita super bergogliano di ferro scrive insistentemente sui blog Cattolici con pseudonimi diversi, spesso offendendo, per creare scompiglio, come del resto è tipico dei gesuiti….non sarà mica arrivato anche qui?

  • Adolfo ha detto:

    @Andrea P
    #“trattato meno dura­mente di te” non significa trattato bene o salvo#

    E tanto è vero, questo, che Dio avrebbe dato retta ad Abramo… se solo ci fossero stati dieci giusti, in quella città. I giusti non c’erano (Lot a parte, che fu tratto in salvo: e qui si vede la perfetta sintesi di Misericordia e Giustizia: Lot non venne “accomunato” ai peccatori di quella città), e Sodoma fu distrutta.

    Ciò dimostra che, se pur la Grazia “viene sempre prima”, è necessario anche la libera accettazione di essa, da parte dell’uomo: altrimenti, checché se ne dica, da parte dei fautori del misericordismo (con tanto di papiri allegati), l’uomo non può salvarsi. Il Concilio di Trento parla chiaramente, in tal senso.

    Così come San Paolo, che dai misericordisti viene sempre e solo citato quando parla della Grazia, più volte insiste sul primato della carità. Se valesse solo la Grazia, a che scopo preoccuparsi di agire con carità?

    ***
    #Non rischiamo di passare l’idea di un dio del tutto indecifrabile, capriccioso o ingiusto dove il nostro pentimento non sia più necessario (non sarebbe più giustizia, si andrebbe a “simpatie” sul modello delle divinità pagane)#

    In effetti l’idea che passa è proprio quella di un dio indecifrabile e schizofrenico, che “salva o non salva”, a suo arbitrio.

    Mi sfugge dove starebbe la Giustizia, in un siffatto comportamento, e mi sfugge nonostante le arrampicate sugli specchi che pure abbiamo avuto modo di osservare più volte (e che purtroppo continuiamo a osservare), su questo blog, da parte di certi commentatori.

    ***
    #Avvisiamo chi compie tali atti che è peccato gravissimo o gli suggeriamo poi, che pentimento non occorre, ché tanto se c’è un dio buono e misericordioso, son salvi lo stesso?
    O che agisce in modo insensato?
    O forse Dio ci ha fatto sapere altro?
    Possiamo forse cavarcela a buon mercato con un “chi sono io per giudicare” ingannando altri perché diventino come ciechi dietro altri ciechi?#

    E infatti la tiritera sull’azione della Grazia fu portata, alcuni mesi fa, proprio per giustificare le aperture bergogliose, in merito al libero accesso ai Sacramenti da parte dei peccatori gravi.

    A nulla servì ribadire che il Concilio di Trento afferma chiaro e tondo che nessuno – né confessore né penitente – può arrogarsi il diritto di dire che un peccatore grave è, contemporaneamente, in Grazia di Dio (ciò che invece fa Bergoglio, con l’AL); così come, sempre il medesimo Concilio, dice chiaro e tondo che, con l’aiuto di Dio, è possibile vivere in Grazia (come ci ricorda Nostro Signore, con l’aiuto di Dio tutto è possibile; mentre, nell’AL, viene detto che nessuno è tenuto all’impossibile).

    Ormai si assiste a una corsa il cui scopo è quello di giustificare progressivamente ogni peccato grave. Ci si fissa su alcuni aspetti delle Scritture e del Magistero, e si tralascia il resto, con l’obiettivo di rendere valida la propria tesi.

    • Marco ha detto:

      @Adolfo

      “E tanto è vero, questo, che Dio avrebbe dato retta ad Abramo… se solo ci fossero stati dieci giusti, in quella città. I giusti non c’erano (Lot a parte, che fu tratto in salvo: e qui si vede la perfetta sintesi di Misericordia e Giustizia: Lot non venne “accomunato” ai peccatori di quella città), e Sodoma fu distrutta.”

      Ma uno non può essere giusto da se stesso. È Dio che rende giusti, con la Sua Grazia, che non si limita a “coprire” i peccati (come affermano erroneamente i luterani) ma rinnova( rigenera dall’interno.

      “Ciò dimostra che, se pur la Grazia “viene sempre prima”, è necessario anche la libera accettazione di essa, da parte dell’uomo: altrimenti, checché se ne dica, da parte dei fautori del misericordismo (con tanto di papiri allegati), l’uomo non può salvarsi. Il Concilio di Trento parla chiaramente, in tal senso.”

      Ti ho già spiegato mille volte che la Grazia deve essere accettata liberamente, ma quando viene accettata tale accettazione è effetto della Grazia, non proviene da una supposta giustizia intrinseca dell’uomo di cui Dio non sarebbe causa.

      “Così come San Paolo, che dai misericordisti viene sempre e solo citato quando parla della Grazia, più volte insiste sul primato della carità. Se valesse solo la Grazia, a che scopo preoccuparsi di agire con carità?”

      San Paolo parla della Carità sovrannaturale, che è dono di Dio, non certo un qualcosa che uno si da da se, anche se ai semi-pelagiani piace pensarlo.

      “In effetti l’idea che passa è proprio quella di un dio indecifrabile e schizofrenico, che “salva o non salva”, a suo arbitrio Mi sfugge dove starebbe la Giustizia, in un siffatto comportamento, e mi sfugge nonostante le arrampicate sugli specchi che pure abbiamo avuto modo di osservare più volte (e che purtroppo continuiamo a osservare), su questo blog, da parte di certi commentatori.”

      Dio dà a tutti la Grazia sufficiente, la Grazia Efficace invece è altra questione. Chi si danna si danna per propria esclusiva colpa, perché ha rifiutato la Grazia sufficiente.

      La Grazia Efficace invece è dono di Dio, che egli dona nella Sua Misericordia, non per Giustizia.

      “A nulla servì ribadire che il Concilio di Trento afferma chiaro e tondo che nessuno – né confessore né penitente – può arrogarsi il diritto di dire che un peccatore grave è, contemporaneamente, in Grazia di Dio (ciò che invece fa Bergoglio, con l’AL)”

      Ma perché la gente si ostina a parlare di ciò che non conosce? Il Concilio di Trento dice che NESSUNO può sapere con certezza assoluta di essere in Grazia di Dio, non solo i peccatori gravi.

      Ma la Chiesa ha sempre riconosciuto che è possibile formarsi una certezza morale sulle attenuanti, a patto che il penitente sia sincero. Del resto l’ammissione all’Eucaristia degli scismatici ortodossi che non vogliono convertirsi si basa proprio sulla loro “buona Fede”, e secondo te un sacerdote può essere certo assolutamente che uno sia in buona Fede?

      Se la risposta è no allora, secondo i tuoi criteri, l’apertura di GPII è illegittima come quella di Al.

      “così come, sempre il medesimo Concilio, dice chiaro e tondo che, con l’aiuto di Dio, è possibile vivere in Grazia (come ci ricorda Nostro Signore, con l’aiuto di Dio tutto è possibile; mentre, nell’AL, viene detto che nessuno è tenuto all’impossibile).”

      Anche questa cosa te l’ho già spiegata mille volte: il Concilio di Trento insegna che DIO dà a tutti la Grazia almeno sufficiente per evitare i peccati mortali, non per evitare i peccati veniali. La Grazia di evitare i peccati veniali l’ha avuta solo la Beata Vergine.

      Ci sono situazioni dove peccati materialmente gravi (materia grave) non sono mortali per chi lo commette a causa delle attenuanti, e quindi non si può incolpare una persona se non vive all’altezza della norma.

      Mille volte l’ho già spiegato? Inutilmente, visto che vengo ignorato.

      “Ormai si assiste a una corsa il cui scopo è quello di giustificare progressivamente ogni peccato grave. Ci si fissa su alcuni aspetti delle Scritture e del Magistero, e si tralascia il resto, con l’obiettivo di rendere valida la propria tesi.”

      Confondi la Giustificazione del peccatore con la giustificazione del peccato.

    • Marco ha detto:

      Per essere chiari, tu con ogni probabilità ti riferisci al seguente Canone del Concilio di Trento

      “Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in grazia i comandamenti di Dio sono impossibili ad osservarsi, sia anatema. ” (Concilio di Trento, sessione VI, canone XVIII sulla Giustificazione).

      Eppure questo canone, come dicevo, non va assolutizzato, poiché esso si riferisce alla possibilità di evitare i peccati mortali, non i peccati in genere. Se Dio non desse la Grazia sufficiente per evitare il peccato mortale (come sostenevano i giansenisti), del resto, il peccatore non potrebbe nemmeno essere tenuto responsabile. Ma, come dicevo, tale Grazia viene data per avere la possibilità di evitare i peccati mortali (o di pentirsi quando si è peccato mortalmente, al fine di tornare in Grazia di Dio), non per evitare anche i peccati veniali.

      Questo è confermato dal seguente Canone

      “Se qualcuno afferma che l’uomo, una volta giustificato, non può piú peccare, né perdere la grazia, e che quindi chi cade e pecca, in realtà non mai è stato giustificato; o, al contrario, che si può per tutta la vita evitare ogni peccato, anche veniale, senza uno speciale privilegio di Dio, come la Chiesa ritiene della beata Vergine: sia anatema. ” (Concilio di Trento, sessione VI, Canone XXIII sulla Giustificazione)

      Ora, come abbiamo visto a nessuno è data la Grazia per evitare i peccati veniali, a meno che non riceva uno speciale privilegio di Dio, come quello ricevuto dalla Madonna. E siccome vi sono situazioni dove trasgredire un precetto in materia grave è peccato veniale, per mancanza di libertà, allora non si può dire che sia sempre possibile non peccare. È sempre possibile non commettere peccato mortale, ma al contrario può non essere possibile evitare un peccato veniale.

      È vero che il confessore non può leggere i cuori, ma questo è relativo alla coscienza e alla piena avvertenza, non alle attenuanti che limitano la libertà di agire diversamente. Se viene una prostituta a confessarsi e mi dice in lacrime che non può smettere di prostituirsi perché ha la madre malata e deve guadagnare soldi per curarla in fretta o che non può smettere di prostituirsi perché altrimenti il suo pappone gliela farà pagare non c’è bisogno di avere il dono della lettura dei cuori per capire che questa povera ragazza non è libera di agire diversamente.

      Chiaro, se dovesse mentire per “strappare” l’assoluzione commetterebbe sacrilegio, ma questo vale per ogni penitente.

      Perciò è falso dire che il confessore non può valutare dove il peccato sia veniale: non si può leggere nei cuori, questo è vero, ma si può valutare, in base a quello che il penitente afferma, dove c’è una limitazione della libertà, e se questa limitazione della libertà è accompagnata da una buona volontà, buona volontà che pure al momento non può passare dalla potenza all’atto per condizioni esterne che sfuggono alla volontà del peccatore, ciò è più che sufficiente.

      Citare la seguente affermazione del Tridentino

      “Infatti come nessun uomo pio deve dubitare della misericordia di Dio, del merito del Cristo, del valore e dell’efficacia dei sacramenti, cosí ciascuno nel considerare se stesso, la propria debolezza e le sue cattive disposizioni, ha motivo di temere ed aver paura della sua grazia, non potendo alcuno sapere con certezza di fede, scevra di falso, se ha conseguito la grazia di Dio. ” (Concilio di Trento Sessione VI capitolo IX)

      Per affermare che un confessore non possa formarsi una certezza morale su un penitente è una completa idiozia, poiché:

      1) il Concilio di Trento dice che NESSUNO, nemmeno chi vive una vita esemplare, può essere certo della Grazia di Dio, quindi se lo si applicasse alla lettera nessuno dovrebbe mai comunicarsi perché non può essere assolutamente certo di non commettere Sacrilegio;

      2) si riferisce chiaramente alla certezza assoluta dei luterani di essere in Grazia, non ad una ragionevole certezza morale.

      Anche perché se fosse come dici tu non avrebbe alcuna base nemmeno l’ammissione degli scismatici ortodossi ai Sacramenti Cattolici.

      Nuovo Codice di diritto Canonico, canone 844.3

      ” i ministri cattolici AMMINISTRANO LECITAMENTE i sacramenti della penitenza, dell’Eucaristia e dell’unzione degli infermi AI MEMBRI DELLE CHIESE ORIENTALI, CHE NON HANNO COMUNIONE PIENA CON LA CHIESA CATTOLICA**** , qualora li richiedano spontaneamente e SIANO BEN DISPOSTI”.

      Può forse leggere nel cuore dello scismatico, il confessore, tale da sapere con assoluta certezza che il suo rifiuto di convertirsi alla Fede Cattolica sia un rifiuto in buona Fede e che quindi sia in stato di Grazia?

      La risposta è chiara: no, può solo avere, formarsi, una certezza morale. Punto. E se questa certezza morale basta per ammettere uno scismatico alla Comunione, nonostante quanto detto dalla Cantate Domino Ex Cathedra

      “La chiesa crede fermamente, confessa e annuncia che nessuno di quelli che sono fuori della chiesa cattolica, non solo i pagani, ma anche i giudei o gli eretici e GLI SCISMATICI, potranno raggiungere la vita eterna, ma andranno nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli (Mt 25,41), se prima della morte non saranno stati ad essa riuniti; crede tanto importante l’unità del corpo della chiesa che, solo a quelli che in essa perseverano, i sacramenti della chiesa procureranno la salvezza, e i digiuni, le altre opere di pietà e gli esercizi della milizia cristiana ottengono il premio eterno: nessuno, per quante elemosine abbia fatto e persino se avesse versato il sangue per il nome di Cristo può essere salvo, se non rimane nel grembo e nell’unità della chiesa cattolica.”

      È evidente che ciò si può allargare anche ai peccatori de sexto, e che uno possa formarsi una certezza morale su un penitente che magari vive situazioni difficili.

      Tutte cose, queste, che ti ho già detto e ripetuto. Tu cosa fai? Prendi atto quando te le scrivo, non potendo confutarle (e non è che non puoi confutarle perché sei tu, non puoi confutarle perché semplicemente sto dicendo il vero ed esponendo la dottrina cattolica), per poi riproporre le stesse cose già da me confutate in altri topic.

      Mi chiedo che senso abbia.

    • Marco ha detto:

      Inoltre, giusto per chiarire, tu scrivi riguardo alla questione della Grazia Efficace e della Grazia Sufficiente

      “In effetti l’idea che passa è proprio quella di un dio indecifrabile e schizofrenico, che “salva o non salva”, a suo arbitrio.

      Mi sfugge dove starebbe la Giustizia, in un siffatto comportamento, e mi sfugge nonostante le arrampicate sugli specchi che pure abbiamo avuto modo di osservare più volte (e che purtroppo continuiamo a osservare), su questo blog, da parte di certi commentatori.”

      Quando io ti ho spiegato che non c’è nessuna ingiustizia. Questo perché:

      1) Dio dà a tutti la Grazia sufficiente per fare il Bene ed evitare il male, il fatto che venga rifiutata è colpa esclusiva del peccatore;

      2) il fatto che Dio dia ad alcuni la Grazia efficace non è ingiustizia verso coloro a cui detta Grazia viene negata, perché tale Grazia viene negata solo perché hanno rifiutato colpevolmente la Grazia sufficiente. Se infatti avessero accettato la Grazia sufficiente detta Grazia sarebbe diventata efficace. È vero, se Dio l’avesse data subito con la modalità dell’efficacia il peccatore avrebbe certamente ottenuto la Grazia, ma questo è un dono di Misericordia che Dio non è tenuto a fare a nessuno. L’ingiustizia la si ha quando si nega a qualcuno il bene dovuto, non quando si nega (come in questo caso) il bene non dovuto. Confondi giustizia con egualitarismo, errore banale se permetti. Ti riporto di nuovo quanto insegnato dall’Aquinate

      “La giustificazione del peccatore AVVIENE PERCHÈ DIO MUOVE L’UOMO ALLA GIUSTIZIA: è lui infatti, come insegna S. Paolo [Rm 4, 5], “che giustifica l’empio”.
      Dio però muove tutti gli esseri secondo la natura di ciascuno: come vediamo tra gli esseri fisici che egli muove i corpi gravi diversamente da quelli leggeri, per la loro diversa natura.
      E così egli muove l’uomo alla giustizia secondo la condizione della natura umana.
      Ma l’uomo secondo la sua natura è dotato di libero arbitrio.
      Perciò in chi possiede l’uso del libero arbitrio non c’è una mozione di Dio verso la giustizia senza l’esercizio di esso; e DIO NON INFONDE IL DONO DELLA GRAZIA GIUSTIFICANTE SENZA MUOVERE AL TEMPO STESSO IL LIBERO ARBITRIO AD ACCETTARLO, in coloro che sono capaci di esercitare tale facoltà.” http://www.mysticreader.eu/Somma%20Teologica/Somma_Teologica1/Parte%20I-II/QUESTIONE%20113.html.

      Quindi quando entriamo in Grazia ciò avviene perché Dio ci ha mosso al Bene, la cosiddetta “praemotio physica”, cioè la Grazia efficace. Quando pecchiamo mortalmente o rifiutiamo il pentimento ciò avviene invece perché abbiamo rifiutato la Grazia sufficiente per colpa nostra e solo nostra.

      Togliti dalla testa l’equazione post moderna giustizia = egualitarismo e non avrai problemi. Se io devo ai miei dipendenti 1200 euro non commetto nessuna ingiustizia se a cinque di loro do 1700 euro, nel momento in cui agli altri do quanto dovuto.

    • Marco ha detto:

      Ecco l’insegnamento del grande padre tomista Tomas Tyn, che era certamente ortodosso e di sicuro non inncontrasto col Concilio di Trento

      http://www.studiodomenicano.com/testi/lezioni_villapace/27_Villa_Pace_Cristo_capo_della_Chiesa.pdf

      1) “nel concetto stesso di predestinazione è racchiusa questa conduzione divina, efficace, efficacissima, anzi, che DI FATTO OTTERRÀ la salvezza. Quindi se uno dicesse che tutti sono predestinati vorrebbe dire che tutti sono salvati . Io me lo auguro, io me lo auguro*** ;

      2) “I non predestinati non si salvano perchè sono loro che non vogliono. E’ così?
      Padre Tomas: Vedete, c’è questo, la predestinazione riguarda questa conduzione divina dell’anima dell’uomo alla patria celeste. Cioè si può dire che CHI È PREDESTINATO, sarà mosso dalla grazia di Dio in maniera tale che INFALLIBILMENTE arriverà alla salvezza”;

      3) “Dio rende efficace la grazia. L’uomo al massimo può renderla inefficace. Però – e questa è la vostra domanda che è interessante, – se Dio mi dà non la grazia sufficiente ma la grazia efficace, cioè mi dà la grazia con la modalità dell’efficacia prima ancora della mia decisione; se Dio me la dà in questa maniera, io sono libero di rifiutarla e quindi di dannarmi oppure no? Allora bisogna rispondere così: SE DIO MI DA LA GRAZIA EFFICACE PER SALVARMI, IO INFALLIBILMENTE MI SALVERÒ perché naturalmente l’efficacia dell’azione di Dio non può venir meno; la creatura non può renderla vana, per così dire.”

      Il che è esattamente quanto sto affermando io. Ma tu, nonostante le mie precedenti confutazioni, ritieni di poter dire che io sarei eterodosso e che mi opporrei al Concilio di Trento.

      Non è ridicolo? Il problema è che oggi tutti vogliono parlare di teologia e citano Concili e il Magistero senza capire (non avendo alle spalle studi adeguati) cosa vogliono dire certe definizioni, e quando lo spieghi ti si rivoltano contro.

      Anche Padre Ariel sul suo blog ha spiegato più volte, su Al, che, proprio per i motivi da me esposti più e più volte, non c’è nessuno dogma che imponga l’esclusione dei divorziati risposati dai Sacramenti, eppure molti insistono nel dire che no, ammettere i divorziati risposati ai Sacramenti contraddice l’indissolubilità matrimoniale; e che quindi Padre Ariel è un eretico modernista.

      Forse non sarebbe meglio evitare?

      • cosimo de matteis ha detto:

        la irritante “tattica” di molti modernisti (o, piu in generale, “bergogliani”, con le virgolette naturalmente) è usare parti di discorsi (e/o di scritti) di Autori al di sopra di ogni sospetto di modernismo.
        Oltre che scorretto moralmente (poichè vi è la deliberata intenzione di strumentalizzare l’Autore) trattasi pure di una subdola manovra che trova il diaboligo orgasmo nel momento in cui una persona fa notare un qualcosa che non va: ed allora, sulfureo e brutto come la fame, interviene il cinico modernista che dice “sa chi ha scritto quelle cose? Benedetto XVI! Anche lui un comunista?”

        A questi livelli stiamo. E spadaro è “maestro” in tali gesuitismi fecali.

        Ora Marco Cherubini, ad esempio, ha usato -del tutto fuori contesto- alcuni passi del Domenicano Padre Tyn.

        Ma pure Bergoglio, volutamente, usa “pezzetti” (che le sue teste d’uovo faticosamente gli trovano) di discorsi o scritti in particolare di Giovanni Paolo II (la persona che odia particolarmente) per poi, alla minima critica, far presente chi è l’Autore.

        Squallido?
        No. Diabolico.

        • Marco ha detto:

          “Ora Marco Cherubini, ad esempio, ha usato -del tutto fuori contesto- alcuni passi del Domenicano Padre Tyn”

          Non ho la minima idea di chi sia tale Marco Cherubini.

          Per il resto mi dica, dove Padre Tyn (o San Tommaso) affermerebbero cose contrastanti con quelle che ho detto, tale da poter giudicare le mie affermazioni come “del tutto fuori contesto”?

  • Catholicus ha detto:

    “il deserto che caratterizza le chiese del Centreuropa. ” : e chi ci dice che Bergoglio e i suoi degni compari non cerchino anche questo risultato? cioè desertificare la Chiesa, azzerare il numero dei fedeli praticanti, di modo che rimangano tutti peccatori impenitenti e finiscano più facilmente all’inferno? se si sono messi al servizio di Lucifero, qualsiasi mezzo possa servire a spedirgli tra le braccia le anime ingenue sarà da loro ben accetto : sia che si tratti di adunate oceaniche osannanti Bergoglio e le sue eresie, sia che si tratti di un “vuoto pneumatico”, segno evidente di abbandono dell’affezione alla religione da parte delle masse.
    Tutte le strade portano a Roma, ehm, cioè all’inferno , con gaudio immenso di Bergoglio, Kasper, Sosa, Paglia, Coccopalmerio, mons. Capozza, ecc. ecc. ecc.

  • Sabino ha detto:

    Non leggo da molti anni Famiglia Cristiana, il periodico che quando era in linea con i papi allora regnanti aveva la maggiore tiratura in Italia. Dopo la ribellione comincio’ la sua parabola discendente, giunta ora, con la crisi generale dell’editoria, a un punto (forse) di non ritorno. E’ una vicenda che colpisce tutte le posizioni c.d. progressiste nella Chiesa. Il Timone nel numero di giugno ha documentato il deserto che caratterizza le chiese del Centreuropa. Ma le forze che oggi ispirano l’azione e la parola della Chiesa, che sono poi quelle, o le loro eredi, che ci avevano asfissiato con i segni dei tempi, sembrano non capire niente, liete e contente di una distruzione che colpira’ prima di tutto loro.
    Anche le udienze di un papa ancora molto popolare sono meno affollate di quelle dei loro predecessori. Raccomando pero’ ad alcuni degli interventori di questo blog di leggere “La mistica della riparazione” di don Divo Barsotti. Si renderanno conto che ciascuno di noi e’ responsabile del peccato del mondo, e tanto piu’ quanto piu’ si è’ ricevuto, e quindi della situazione in cui si trova la Chiesa, compreso il silenzio sulla sorte di Charlie.

  • Peter ha detto:

    Concordo con Maria Cristina ed Antonio!

  • Antonio Radeghieri ha detto:

    “Sono venuto a portare la confusione sulla terra; e come vorrei che fosse già tutto confuso!

    Pensate che io sia venuto a portare la pace nella Chiesa?
    No, vi dico, ma la divisione.

    D’ora innanzi in ogni istituto, o parrocchia o casa che sia,
    di cinque persone
    si divideranno tre contro due e due contro tre;
    Cardinale contro Vescovo e Vescovo contro Cardinale,
    madre superiora contro suora e suora contro madre superiora,
    suocera contro nuora e nuora contro suocera”.

    dal Vangelo secondo FRANCESCO

  • Maria Cristina ha detto:

    Il centesimo intervento.
    Concordo con Peter che ogni epoca ha il papa che si merita e che una persona ignorante e piena di boria come il parvenu argentino sarebbe stato , solo ai tempi di San Pio X, sbeffeggiato come si addice a un tanghero ignorante.
    Ma dobbiamo guardare in faccia la realta’:nel deserto spirituale che dobbiamo attraversare oggi,nel deserto che e’la nostra PROVA oggi,il nostro Sinai oggi ,il nostro errare oggi,la figura del papa non puo’piu’essere come prima .Il papa e’diventato inanzitutto un personaggio mediatico,e di questo non ha colpa Bergoglio perche’il fenomeno e’iniziato molto prima di lui,direi da Giovanni XXIII e s i e’intensificato sotto Giovanni Paolo II
    Il papa non e’piu’una figura ieratica e sacra,ma un “personaggio” sulla scena dei media,un attore,piu’o meno apprezzato dal pubblico.
    Il deserto spirituale in cui dobbiamo camminare assetati e stanchi oggi,non dipende solo dalla figura umana di Bergo g lio.
    Egli non ha che portato al punto di crisi,di smaccata parodia,la desacralizzazione della figura del papa.
    Bergoglio e’l’epigono di processi iniziati molto prima di lui.
    I processi storici proseguono inesorabili:non illudiamoci,a Bergo g lio succederanno pontefici simili a lui o anche piu’ progressisti. Ci vorrano decenni per fermare questa spinta modernista. Ci vorranno decenni,centinaia di anni forse,per ritornare ad apprezzare la dottrina ela fede cattolica c ome trasmessa dagli apostoli e c onservata dalla Chiesa.
    Cosa possono fare intanto i fedeli cattolici?Stare calmi,pazienti,fedeli,leali ala dottrina,coraggiosi nel difenderla.
    Non si trattera’di stare calmi e pazienti per anni. ma per DECINE di anni!
    Questa e’una prova,una grande prova che il Signore ci manda.

    • Luigi9 ha detto:

      @Maria Cristina

      I tempi, purtroppo o fortunatamente, non li possiamo conoscere.

      Certamente il nostro mondo sta correndo, e con velocità impressionante, su una via antitetica a quella cristiana.

      Come ci vollero secoli per costruire la civiltà cristiana sulle ceneri del mondo pagano, in modo analogo è ragionevole supporre tempi molto lunghi per un ritorno alla “retta via”… si possono fare tante ipotesi, con esiti finali piu’ o meno tragici, e dall’entità della tragedia dipenderà la durata della riscostruzione.

      Tuttavia, e questa è una mia personalissima opinione, non ne sarei cosi’ sicuro… “infine il mio Cuore Immacolato trionferà”… è qualcosa di piu’ di una promessa (di cui nessuno di noi dubita)…

      Qui si parla di trionfo, non di un semplice “scampato pericolo”.

      Il trionfo implica anche una certa dinamica dell’azione. Una dinamica che è rapportata alla velocità degli eventi in corso. E l’azione demolitrice in corso, pur con radici molto lontane (poniamo il 1517 ?) ha subito un accelerazione impressionante negli ultimi 50 anni. Ma il “clou” dell’accelerazione è sotto i nostri occhi in questi fatidici 4 anni… e di questo passo non possiamo andare avanti cosi’ ancora per molto…

      Come possa attuarsi una totale inversione di tendenza è un grande mistero, ma difficilmente potra’ attuarsi senza un processo di catarsi collettiva e di conversione dei cuori, processo che per quando drammatico non potrà avere il respiro dei decenni per potersi dire davvero un trionfo.

      Maria sta mettendo in campo il suo esercito come mai prima è successo nel corso dei secoli. Gli esiti saranno certamente sorprendenti. Sotto ogni punto di vista.

      A noi perseverare sulla giusta via.

  • peter ha detto:

    Gentile Sabino,
    Lei ha centrato il problema! L’ analisi di questo disastroso (per noi poveri cattolici pensanti) pontificato è più che condivisibile.
    Purtroppo, sono pochi i cattolici consapevoli, il resto è una massa di individui che si fanno manipolare senza alcun spirito critico. Questi cosiddetti cattolici hanno accettato lo spirito della modernità, come pecore condotte al macello.
    Ogni epoca ha il papa che si merita!
    Bergoglio, cent’anni fa, sarebbe stato preso a pedate e ridotto allo stato laicale! Non vi pare…?

    • Giusy ha detto:

      Certo che sarebbe andata così, ma il demonio, piaccia o no a sosa, sono anni anzi secoli che lavora per distruggere la Santa Chiesa Cattolica, per farlo prende a prestito le mani della massoneria che, come ben sappiamo, non ha mai avuto fretta, pur di arrivare allo scopo, e così tassello dopo tassello, una nomina mirata qua, una nomina mirata là ora sta al vertice della Santa Chiesa, circondato dai suoi collaboratori, per non dire complici!

      • Luigi9 ha detto:

        Basterebbe leggere i testi di Angela Pellicciari (ce ne sono vari) incentrati sul periodo prima e dopo l’unificazione d’Italia, per conoscere (da fonti originali incontrovertibili) tutte le malefatte della massoneria per raggiungere il suo scopo.
        Qualsiasi mezzo era consentito, con tanto di raccomandazioni ed istruzioni per l’uso da parte degli adepti: menzogna, spergiuro e sacrilegio, pur di raggiungere lo scopo.

        • Catholicus ha detto:

          Anch’io ho letteralmente divorato i libri di Angela Pellicciari (e quelli di Massimo Viglione) sulla rivisitazione del cd Risorgimento (Rivoluzione italiana, così era chiamato dagli storici dell’800); è stata un ventata d’aria fresca e pulita dopo 150 anni di falsità, di menzogne e di spudorata retorica della massoneria, dei pennivendoli, degli storici traditori della loro patria. Quella stessa massoneria poi ha aggredito direttamente la Chiesa di Cristo dall’interno, sconfitta dapprima da San Pio X e poi tornata nelle catacombe, dove con metodi carbonari ha preparato la sua riscossa, che si è rivelata vittoriosa con l’intronizzazione di Roncalli e poi di Montini al posto, in entrambi i casi, del papa legittimamente eletto, il card. Siri. Da allora Satana spadroneggia a Rom, in Italia e in tutto l’orbe ex cattolico.

          • Sabino ha detto:

            Ma come si può’ dire che il cardinale Siri era il pontefice legittimamente eletto e non Giovanni XXIII? Sono affermazioni assurde e prive di ogni fondamento tanto più in chi si definisce Catholicus e che percio’ dimostra di non esserlo. I papi si possono criticare, ma non e’ consentito metterne in dubbio la loro legittimita’ una volta che siano stati eletti regolarmente nel conclave.

          • Marco ha detto:

            Ben detto Sabino. Ma questi personaggi non vengono mai attaccati, viene attaccato solo il sottoscritto.

          • Marco ha detto:

            Due cose Catholicus:

            1) Giovanni di San Tommaso, da “Cursus Theologicus” Tomo 6, questione 17 sulla Fede, disputazione 8: “È immediatamente di FEDE DIVINA che questo uomo in particolare, legittimamente eletto e accettato dalla Chiesa, è il supremo pontefice e successore di Pietro, non solo quoad se (in sé) ma anche quad nos (per noi) – anche se è molto più manifesto per noi (quad nos) quando de facto il Papa definisce qualcosa. In pratica, nessun cattolico non concorda con la nostra conclusione. […] cristo Signore ha dato responsabilità alla Chiesa di scegliersi un uomo che, per un certo periodo, sia il tipo di regola della fede appena descritto; e, conseguentemente, la Chiesa ha anche ricevuto il compito di determinare, attraverso il suo atto di accettazione, che questo uomo sia stato eletto canonicamente e legittimamente. Perché, proprio come spetta al Papa e alla Chiesa determinare quali libri sono canonici, così spetta alla Chiesa [non al giudizio privato] di determinare quale uomo è stato scelto per essere norma e regola vivente della fede. […] [Dunque questa materia] è qualcosa che la Chiesa può determinare come una VERITÀ DI FEDE”

            4) dichiarazione ex cathedra dalla Unam Sanctam: “Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: “L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso non è giudicato da alcun uomo”, perché questa autorità, benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma senz’altra divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: “Qualunque cosa tu legherai…”. Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principi; il che NOI AFFERMIAMO FALSO ED ERETICO, poiché come dice Mosè non nei principi, ma “nel principio” Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi DICHIARIAMO, STABILIAMO, DEFINIAMO ED AFFERMIAMO che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa SIA SOTTOMESSA AL PONTEFICE DI ROMA.”

            Si faccia due conti in tutta calma.😐

          • Marco ha detto:

            Due cose Catholicus:

            1) Giovanni di San Tommaso, da “Cursus Theologicus” Tomo 6, questione 17 sulla Fede, disputazione 8: “È immediatamente di FEDE DIVINA che questo uomo in particolare, legittimamente eletto e accettato dalla Chiesa, è il supremo pontefice e successore di Pietro, non solo quoad se (in sé) ma anche quad nos (per noi) – anche se è molto più manifesto per noi (quad nos) quando de facto il Papa definisce qualcosa. In pratica, nessun cattolico non concorda con la nostra conclusione. […] cristo Signore ha dato responsabilità alla Chiesa di scegliersi un uomo che, per un certo periodo, sia il tipo di regola della fede appena descritto; e, conseguentemente, la Chiesa ha anche ricevuto il compito di determinare, attraverso il suo atto di accettazione, che questo uomo sia stato eletto canonicamente e legittimamente. Perché, proprio come spetta al Papa e alla Chiesa determinare quali libri sono canonici, così spetta alla Chiesa [non al giudizio privato] di determinare quale uomo è stato scelto per essere norma e regola vivente della fede. […] [Dunque questa materia] è qualcosa che la Chiesa può determinare come una VERITÀ DI FEDE”

            2) dichiarazione ex cathedra dalla Unam Sanctam: “Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: “L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso non è giudicato da alcun uomo”, perché questa autorità, benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma senz’altra divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: “Qualunque cosa tu legherai…”. Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principi; il che NOI AFFERMIAMO FALSO ED ERETICO, poiché come dice Mosè non nei principi, ma “nel principio” Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi DICHIARIAMO, STABILIAMO, DEFINIAMO ED AFFERMIAMO che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa SIA SOTTOMESSA AL PONTEFICE DI ROMA.”

            Si faccia due conti in tutta calma.😐

    • Luigi9 ha detto:

      Certo.
      E nemmeno vescovo … altro che Papa.

  • Sabino ha detto:

    Paolo Giuseppe. Non pretendo che la mia analisi sia esauriente, perche’ le persone sono più’ complesse delle valutazioni che si fanno su di loro, tanto piu’ poi quando si devono condensare in poche righe. Tuttavia, come riconosci, vi sono nell’agire e nel dire del pontefice dei tratti inquietanti che paiono sconvolgere il cristianesimo come lo si è’ inteso, sia pure con tante sfumature diverse, fino ad oggi. A me la cosa che appare più’ grave e’ un’orizzantalita’ che sembra trascurare il primato di Dio, senza il quale anche l’amore per il prossimo rischia di cadere in un’azione filantropica cosi’ come e’ concepita dal mondo e risolversi quindi nel suo contrario. Madre Teresa indicava nel concepito il piu’ povero ed indifeso, che purtroppo oggi sembra completamente ( o quasi) del tutto trascurato da una Chiesa che si occupa prevalentemente di migranti.

  • Enza ha detto:

    Voglio rispondere agli amici che mi hanno scritto in risposta ai miei post. Sono spiacente di aver letto solo ora ma purtroppo non mi arriva più niente in posta e io mi scordo anche di guardare l’articolo; comunque ringrazio Catholicus, Giusy e quelli che eventualmente mi hanno risposto. Sono così tanti gli interventi che non ho il tempo di leggerli tutti.
    Se il signor Tosatti riuscirà a risolvere il problema prego di farmelo sapere grazie.
    Diversamente posso cancellarmi e re iscrivermi di nuovo mi faccia sapere grazie
    Enza

  • Sabino ha detto:

    Si etiam omnes. L’attuale pontefice non e’ un uomo che brama il denaro. Il giudizio sulla concezione che ha della fede deve essere oggettivo e fondato su quello che dice e fa. A me pare che egli sia il frutto della teologia della liberazione, sia pure collegata piu’ ad una nozione di popolo che di classe. Il suo cristianesimo mira a piu’ al riscatto delle masse anonime e povere che ad una conversione interiore. Di qui lo scarso peso che egli da ai peccati individuali che sono gia’ coperti dalla misericordia divina a causa della condizione di povertà’ e di subalternita’ cui sono soggette. Questa visione, piu’ ideologica che religiosa, ha naturalmente bisogno di un approccio abbastanza disinvolto con le scritture di cui si tacciono gli aspetti che la contradicono e in qualche caso, come i passi che riguardano il matrimonio, di qualche manipolazione ( come quando egli dice che Gesu’ non avrebbe risposto al quesito se fosse lecito risposare una ripudiata, mentre la risposta è’ chiarissima dato che Nostro Signore dice che sarebbe adulterio). Le differenze dottrinali sono percio’ un impaccio perche’ ostacolano l’avvento di un’era di fraternita’, di pace e di uguaglianza tra i popoli, che non puo’ che essere favorita da migrazioni anche di massa, cui deve corrispondere un dovere di accoglienza. Naturalmente le forze politiche che, sia pure nominalmente, si ispirano a una tale ideologia sono le favorite dal pontefice che quindi guarda senza troppa simpatia o almeno benevolenza ai perseguitati dai regimi di sinistra, come quelli cubani che egli non volle nemmeno incontrare. Non stupisce nemmeno che gli esponenti di regimi e ideologie elitari, purche’ tributino formali ricoscimenti a tali idee, sono sempre da preferirsi a chi non rinnega una concezione identitaria del proprio popolo, senza quindi che contino molto concezioni etiche e bioetiche che erano state considerate incompatibili con il cristianesimo. Ma la realtà’, si potrebbe obiettare, anzi la storia, non smentisce queste utopie? Ma quando mai l’ideologo ha mai imparato qualcosa da esse?

    • Ecclesia afflicta ha detto:

      Condivido l’analisi di Sabino. A questa aggiunerei che, oltre all’ideologia populista, nel caso di Bergoglio è presente anche un desiderio di affermazione personale. Il papa ama le grandi masse e prima di fare o dire qualcosa calcola se gli conviene oppure no, come nel caso della dichiarazione sul piccolo Charlie. Inoltre detesta le manifestazioni di cattolicesimo tradizionale “europeo”, pur sfruttandolo a suo favore quando gli porta vantaggi. E’ andato a Fatima, pur disprezzando il contenuto della devozione mariana, attratto dalla possibilità di parlare davanti a folle di cattolici che venerano ancora per un po’ la figura del papa. E’ il primo papa della storia che offende ripetutamente e continuamente intere categorie e generazioni di cattolici per il loro modo di essere e di pregare non abbastanza populista e non in linea con la sua ideologia gesuitico-sessantottin – peronista. Si atteggia a paladino dei poveri e degli emarginati, ma si è alleato con le chiese più ricche e istituzionali europee, come la chiesa tedesca, perché progressiste e danarose . E’ astuto, ma non particolarmente intelligente e soprattutto non ha cultura. La teologia non gli piace, anche perché la conosce poco e fondamentalmente non crede ai dogmi, o non li ritiene importanti. Per lui sono sovrastrutture del vangelo, il quale è essenzialmente una espressione del desiderio di liberazione del popolo oppresso e lui si vede come il profeta e lider maximo di questa liberazione. Un profeta però che non vuole esporsi troppo e che ama il potere, che gestisce in modo del tutto terreno, creando fazioni, sfruttando il carrierismo di personaggi di scarsa levatura e dividendo la chiesa in partiti contrapposti. Un approccio al governo della chiesa fortemente personalistico e capriccioso, nella tradizione dei dittatori sudamericani, che hanno portato il continente, potenzialmente ricchissimo, alla miseria e al fallimento.

      http://ecclesiaafflicta.blogspot.it/

      • Paolo Giuseppe ha detto:

        @Sabino
        @Ecclesia afflicta
        La vostra è una critica severa, ma ragionata.
        Può darsi che il Papa non sia SOLO quello che voi scrivete, ma nella sua personalità ci sono quanto meno i risvolti dell’analisi che voi fate.
        Vorrei smentirvi: non ci riesco!

  • si etiam omnes ha detto:

    Questa terribile e quanto mai foriera di tranelli vicenda del piccolo Charlie è stata affrontata dai vertici Vaticani e da Bergoglio in modo volutamente ambiguo e dimesso. Sul sito dell’Ansa di oggi c’è l’ennesimo sproloquio di questo castigo divino vestito di bianco sul dovere di accogliere i “migranti” e compagnia. Tanto reiterato rumore, sovraesposizione (si pensi anche all’ingerenza sullo Ius Soli), insistenza stridono malamente con il flebile flautus vocis emesso per Charlie. Tutto ciò, a mio modesto parere, dice una sola desolante cosa, chiara e distinta: a questi interessa fare quattrini, il più possibile, null’altro. E’ gente di potere, ma quello becero, che non ha nessunissimo scrupolo a piegare le parole di Nostro Signore manipolando strumentalmente le anime delle pecorelle che si fidano del brand che usano per i loro interessi. Prendiamone atto ed agiamo di conseguenza. Una preghiera per Charlie.

    • Giusy ha detto:

      Lei ha totalmente ragione e solo chi non vuole vedere sentire riflettere pensare con attenzione e spirito critico non se ne accorge…. purtroppo!

  • Luigi9 ha detto:

    ARTICOLO DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE !

    “Il trionfo della società dei diritti umani”:

    https://ilpontelevatoiodimassimoviglione.wordpress.com/

  • A.C. ha detto:

    Proviamo a immaginare se Charlie fosse stato un immigrato.
    Altroché triplice vergogna…

  • Gian ha detto:

    Mi ha scritto Filippo Savarese dell’Associazione CitizenGo che da tempo si stava occupando della vicenda del piccolo Charlie Gard. Già lo scorso 15 giugno avevano organizzato una fiaccolata presso l’ambasciata britannica a Roma e la manifestazione aveva avuto un’eco anche a Londra. I parenti di Charlie commossi hanno ringraziato per l’iniziativa. Ma F.Savarese non si è dato per vinto ed ha lanciato la campagna #Trump4Charlie chiedendogli di esprimere pubblicamente l’appoggio al piccolo Charlie. E pochi minuti fa il Presidente Trump ha postato il seguente messaggio dal suo profilo Twitter: “Se possiamo aiutare il piccolo Charlie Gard, come chiesto dai nostri amici in UK e dal Papa, saremmo contentissimi di farlo” Donald J.Trump.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Noi possiamo essere dei puri cristiani, pieni di buona volontà, pronti al martirio. Però, noi non abbiamo il grado di “sergenti maggiori”. Nell’esercito anglosassone, il “sergente maggiore” è quel sottufficiale che, quando esercita il suo grado nell’addestramento della truppa, non può essere sottomesso ad alcun altro graduato superiore, fosse pure il suo “colonnello”.
    Quindi, io posso essere il più colto, il più santo tra tutti i laici, MA IL SACERDOTE ADDESTRATO NELLA TECNOLOGIA E NELLA TEOLOGIA E’ – pur peccatore – SUPERIORE A ME.
    Chiediamo, cari Fratelli e Sorelle, ai Sacerdoti fedeli al Cristo e a Santa Madre Chiesa cattolica Apostolica Romana di mettersi alla nostra testa e con la loro “scienza e coscienza” e la loro fede a guidare i nostri manipoli contro Satana e i suoi accoliti eretici, infiltrati e camuffati nella Chiesa.
    Solo i Sacerdoti possono controllare i loro confratelli, se eseguono i Sacramenti secondo la Dottrina. E solo loro possono darci le munizioni per attaccare i nemici del Cristo.
    Ho chiesto ad un caro Sacerdote delle mie parti di rivelarsi su STILUM CURIAE, onde ci dia la sua “scienza e la sua Conoscenza”, le quali poi ci daranno la forza da usare in questa battaglia dura, che farà vittime e martiri.

  • peter ha detto:

    Fedeli torinesi, scrivete al vostro arcivescovo. Denunciate il sacerdote Fredo Olivero. Fermatelo! Siate uniti e compatti! L’eresia di questo presbitero è manifesta. Bisogna preservare le povere anime dall’errore!

    • cosimo de matteis ha detto:

      E per chi non conosce don Fredo (Chiaffredo):

      +++Don Fredo vuole rileggere il dogma della Transustanziazione+++
      Un sacerdote cattolico italiano (piemontese di Centallo) , don Chiaffredo Olivero, anziano presbitero della Diocesi di Fossano (ha oltre cinquant’anni di Messa), ma che opera da anni nella Arcidiocesi di Torino col diminutivo di “don Fredo”, ha reso noto che il gruppo interconfessionale “Spezzare il pane” al quale partecipa si riunisce una volta al mese a celebrare l’eucaristia….. (SEGUE)

      LINK DIRETTO ALL’ARTICOLO: https://ilbenevincera.wordpress.com/2017/06/20/don-fredo-vuole-rileggere-il-dogma-della-transustanziazione/

      • Luigi9 ha detto:

        dalla foto siamo messi molto male … un novello Tommaso d’Aquino …
        ora capisco … non voglio giudicare dall’abbigliamento, ma purtroppo i conti tornano … eccome…

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Sto leggendo, lentamente, quasi ogni notte, dopo aver fatto un viaggio, “La Nuova Chiesa di Karl Ranher” di Stefano Fontana, edito da Fede & Cultura. Vado lentamente, in quanto ad ogni frase, oltre a comprendere il significato delle parole, mi vengono addosso tonnellate di notizie che ho registrato nella mia mente come Conoscenza. Voglio dire subito: Enza, Giusy, siete nel mio cuore…
    Temo che Karl Rahner sia il solito imbecille che, cercando il sentiero di Dio, ci vada con la sua mente. Mente fallace, pesante, in quanto nella mente ci sono registrati dei dati che possono non essere esatti-.
    Se Karl Rahner e l’attuale Pontefice fossero stati degli aderenti a Scientology, sarebbero stati messi in condizione di confrontare i dati della loro mente e con i dati scritti, contenuti nei Vangeli, negli Atti, in San Paolo, eccetera, e poi, se non uniformati ad essi, immediatamente espulsi. In Scientology esiste il detto “se non è scritto non è vero…”. Infatti, i dati delle conferenze e degli scritti e della tecnologia di L. Ron Hubbard, il Fondatore, sono tutti scritti. Chi non si uniforma ad essi viene espulso da chi è addetto al controllo.
    Nella Chiesa Cattolica un imbecille dice che il diavolo non esiste, smentendo il Cristo nelle occasioni in cui parla del diavolo, facendolo passare per uno psicotico visionario, e tutti tacciono, pronti però a discutere dialetticamente una Verità.
    Il Papa, diversi Cardinali, certi Vescovi e parroci, non si uniformano a ciò che è scritto nei Vangeli, negli Atti, in San Paolo, eccetera. Quindi, dovrebbero essere cacciati dalla Chiesa, come eretici.
    Perché ciò non avviene? Perché i fedeli (e non solo loro) sono ignoranti delle Sacre Scritture. Soprattutto non conoscono la parte occulta che è dietro alla parte visibile dei Sacramenti… Per cui possono essere ingannati dal Papa e dai Cardinali e dai Vescovi.
    Poiché io conosco la parte occulta, posso dire che il Papa, certi Cardinali, Vescovi, parroci e sacerdoti, operano sulla Via della Mano Sinistra, che è la Via della Mente, divenendo i Capri che saranno gettati nella fornace ardente. Mentre, chi opera sulla Via della Mano Destra, la Via del Cuore, la Via del Cristo, sono gli Agnelli che si salveranno… Potere trovare tutto impostando su Google…
    Parlando del bimbo Charlie da sacrificare al nuovo corso illuminista, dico che è solo l’inizio. Ci saranno altri Charlie. Poi ci saranno anziani incurabili, da eliminare. E’ l’eugenetica di marca nazista che sta arrivando.
    Per battere questi vermi di Satana, c’è solo lo Spirito Santo. E Maria, che schiaccerà loro il capo… Bergoglio & affini, kaputt!

    • Marco ha detto:

      @Giorgio

      “Poiché io conosco la parte occulta, posso dire che il Papa, certi Cardinali, Vescovi, parroci e sacerdoti, operano sulla Via della Mano Sinistra, che è la Via della Mente, divenendo i Capri che saranno gettati nella fornace ardente.”

      Se permette non sta a lei stabilire chi sarà salvato e chi no. La Grazia di Dio può convertire qualsiasi persona, perciò lasciamo decidere a Dio se sarà davvero così.

      Si ricordi che, se è vero che chi si danna per propria colpa, è altrettanto vero che chi si salva si salva per Grazia. Anche il si che diciamo alla Grazia di Dio è Grazia di Dio.

      • Luigi9 ha detto:

        Bellissimo !

      • Andrea P. ha detto:

        Ciò nonostante, Dio non ci impone salvezza.
        La Grazia di Dio può convertire chiunque, ma non lo fa. Per così dire: Grazia ricevuta anche quella di essere liberi di non essere salvati, di non accettarla.

        Dio ci ha creati a Sua immagine è somiglianza in questo poter essere liberi di rifiutare Grazia.
        La quale è un dono gratuito, libera iniziativa di Dio che richiede risposta dell’uomo.

        Analogamente: lo Spirito Santo può presenziare per ispirare un conclave dove si decide per il nuovo papa a guida della Chiesa ma i cardinali restando liberi di ignorare lo Spirito Santo, per es. molti tra loro preferendo far valutazioni e scelte affinchè la chiesa si converta al mondo, allo spirito del tempo o perché si protestantizzare o di modo che si sblocchino i bancomat..

        • Andrea P. ha detto:

          .. e somiglianza .. si protestantizzi.. (dannato T9).

          Vabbé: il commento sopra era perché non passasse un’idea un po’ protestante della Grazia che la frase “Anche il si che diciamo alla Grazia di Dio è Grazia di Dio ” potrebbe veicolare.

          Non siamo noi a decidere chi si salva oppure no. Ma non sarà a caso o per capriccio, abbiamo infatti indicazioni, insegnamento, siamo stati avvisati.
          Abbiamo una dottrina.

          Insomma, da cristiani cattolici, nonostante personaggi dal linguaggio serpentino, ambiguo, gesuitico mi viene da dire, sappiamo bene che il sodomita impenitente non si salva: non la vuole!
          Sodoma non si salvò: non meritava Grazia, ma vendetta agli occhi di Dio.

          Ma già, a proposito: si è dovuto dimettere Galantino? Ha ricevuto consegna di starsene isolato a meditare sulla sua inclinazione eretica, senza poter rilasciare dichiarazioni, comunicazioni?
          Ha fatto almeno ammenda chiarendo pubblicamente il suo errore grave, gravissimo dove lo semina, potendo sviare altri?

          Che lo Spirito Santo, il giorno dell’elezione di Bergoglio, così tanto sia stato ignorato che abbia poi fatto le valigie per andarsene via dal conclave, in cerca di miglior accoglienza? E lasciando a Roma solo strafulmini come promemoria, solo appena accennato, dell’ira di Dio?

          Che Dio sia sempre lodato.

        • Marco ha detto:

          @Andrea P

          “La Grazia di Dio può convertire chiunque, ma non lo fa. Per così dire: Grazia ricevuta anche quella di essere liberi di non essere salvati, di non accettarla.”

          Qua sta facendo confusione tra Grazia sufficiente e Grazia efficace.

          La Grazia sufficiente lascia la libertà di rifiutarla per propria colpa, la Grazia efficace invece, pur non violando il libero arbitrio, fa si che colui che la riceve non la rifiuti.

          Non perché è stato costretto ad accettarla, ma perché detta Grazia fa si che l’uomo voglia liberamente accettarla.

          Quindi è vero che

          “Dio non ci impone salvezza”

          Ma è altrettanto vero che la salvezza è un atto di Grazia, non “dipende” dal nostro assenso.

          Il nostro assenso è necessario alla salvezza ma è effetto della Grazia, non ciò che fa si che la Grazia agisca.

          http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=3014

          Anche questo

          “Analogamente: lo Spirito Santo può presenziare per ispirare un conclave dove si decide per il nuovo papa a guida della Chiesa ma i cardinali restando liberi di ignorare lo Spirito Santo”

          È vero ma bisogna fare attenzione. Per esempio lo Spirito Santo non potrà mai permettere che il Magistero insegni eresie o che vengano negate eresie ex cathedra, rendendole vincolanti per tutti i cattolici.

          • Marco ha detto:

            O che vengano affermate eresie ex cathedra volevo dire, ovviamente.

          • Marco ha detto:

            Riguardo a Sodoma lei scrive

            “Insomma, da cristiani cattolici, nonostante personaggi dal linguaggio serpentino, ambiguo, gesuitico mi viene da dire, sappiamo bene che il sodomita impenitente non si salva: non la vuole!
            Sodoma non si salvò: non meritava Grazia, ma vendetta agli occhi di Dio.”

            Innanzitutto nessuno “‘merita” la Grazia, perchè la Grazia è tale proprio perchè gratuita, cioè non meritata per definizione.

            Una Grazia meritata non sarebbe più grazia.

            In secondo luogo, Gesù stesso afferma che anche Sodoma avrebbe potuto salvarsi

            “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perchè se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i miracoli compiuti in mezzo a voi, già da gran tempo avrebbero fatto penitenza cinti di cilicio e ricoperti di cenere. Perciò vi dico: nel giorno del Giudizio Tiro e Sidone sarano trattate meno severamente di voi. E tu Cafarnao, sarai esaltata sino al cielo? Tu discenderai all’inferno: perchè se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli operati in te, oggi ancora sussisterebbe. E però vi dico, che nel giorno del giudizio il paese di Sodoma sarà trattato meno dura­mente di te” (Mt 11, 21-24

            Quando dice

            “se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli operati in te, oggi ancora sussisterebbe”

            È molto chiaro. Sodoma ha meritato l’inferno, ma Dio avrebbe potuto, per Misericordia, fare si che non lo meritasse e salvare i suoi abitanti.

            Perché quindi ha permesso che Sodoma venisse distrutta e la dannazione dei suoi abitanti? Per giustizia.

            Perché invece ha salvato, dopo una vita di peccato, il buon ladrone, muovendolo a conversione, e San Paolo, il quale era un assassino e persecutore di cristiani? Per Misericordia.

          • Marco ha detto:

            Tutto questo non è altro che la dottrina tomista

            “La giustificazione del peccatore AVVIENE PERCHÈ DIO MUOVE L’UOMO ALLA GIUSTIZIA: è lui infatti, come insegna S. Paolo [Rm 4, 5], “che giustifica l’empio”.
            Dio però muove tutti gli esseri secondo la natura di ciascuno: come vediamo tra gli esseri fisici che egli muove i corpi gravi diversamente da quelli leggeri, per la loro diversa natura.
            E così egli muove l’uomo alla giustizia secondo la condizione della natura umana.
            Ma l’uomo secondo la sua natura è dotato di libero arbitrio.
            Perciò in chi possiede l’uso del libero arbitrio non c’è una mozione di Dio verso la giustizia senza l’esercizio di esso; e DIO NON INFONDE IL DONO DELLA GRAZIA GIUSTIFICANTE SENZA MUOVERE AL TEMPO STESSO IL LIBERO ARBITRIO AD ACCETTARLO, in coloro che sono capaci di esercitare tale facoltà.” http://www.mysticreader.eu/Somma%20Teologica/Somma_Teologica1/Parte%20I-II/QUESTIONE%20113.html

            Perciò ripeto, è assolutamente vero che noi accettiamo volontariamente il dono di Grazia di Dio, quando veniamo giustificati o quando recuperiamo la Giustificazione dopo il peccato mortale.

            Ma è altrettanto vero che detto atto libero della nostra volontà non sarebbe mai avvenuto se Dio non ci avesse mosso al Bene. Se Dio ci avesse lasciato la sola Grazia sufficiente, infatti, noi l’avremmo rifiutata per nostra esclusiva colpa.

            Invece la mozione divina (la “praemotio physica “) della Grazia Efficace fa si che noi vogliamo accettare la Grazia di Dio liberamente, ottenendo (o riottenendo) la Giustificazione.

            San Tommaso spiega anche che

            “Se quindi è intenzione di Dio che l’uomo di cui egli muove il cuore ottenga la grazia, INFALLIBILMENTE ESSA SARÀ OTTENUTA; come confermano le parole evangeliche [Gv 6, 45]: “Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me”.” (Summa Teologica, I- II, 112, 3).

          • Marco ha detto:

            Perciò, caro Andrea P, ci andrei piano con parole come

            “sappiamo bene che il sodomita impenitente non si salva: non la vuole!”

            Per due ragioni:

            1) non sappiamo se detto sodomita impenitente sia pienamente imputabile del suo atto, molti lo sono altri non lo sono;

            2) anche se fosse pienamente imputabile Dio, nella Sua Misericordia (che può essere impetrata dalle preghiere dei suoi cari, dei cari di questo peccatore), può comunque, prima della fine della vita, muovere la volontà di questo sodomita impenitente al Bene, salvandolo, senza minimamente violare o forzare il suo libero arbitrio.

            Questa è la ragione di promesse come quella per chi fa i nove venerdì del Sacro Cuore, dove Gesù dice che

            “Io prometto nell’eccesso della misericordia del mio Cuore che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro rifugio sicuro in quell’ora estrema.”

            Gesù ha “potuto” fare questa promessa proprio perché, essendo Dio, ha in serbo delle Grazie che l’uomo, pur mantenendo la sua libertà che lo differenzia dal mondo animale, non rifiuta.

            Al proposito le consiglio di leggere questo articolo http://www.gianlucamarletta.it/wordpress/2017/04/tempi-ultimimisericordia/ di Gianluca Marletta.

          • Andrea P. ha detto:

            Marco: “Per esempio lo Spirito Santo non potrà mai permettere che il Magistero insegni eresie o che vengano negate eresie ex cathedra, rendendole vincolanti per tutti i cattolici.”

            Dunque non è mai accaduto?
            Sicuro?

            La Grazia agisce efficacemente senza pentimento?

            “trattato meno dura­mente di te” non significa trattato bene o salvo.

            “ma perché detta Grazia fa si che l’uomo voglia liberamente accettarla.”.
            E dunque si può ribadire: o liberamente accettando si pente il sodomita o non ha avuta Grazia e non si salva.

            Sempre dove non costretto ad esserlo ma, infatti, chiedo ulteriore precisazione al punto “1) non sappiamo se detto sodomita impenitente sia pienamente imputabile del suo atto, molti lo sono altri non lo sono;”: ovvero? Cosa intende? Esempi?

            Il buon ladrone è, appunto, buon: l’altro, impenitente, non ha le stesse parole di Gesù.

            San Paolo poteva rifiutarsi ed opporsi a Dio che sempre ci vuol liberi di amarlo: è nella natura stessa dell’amore non poter essere che libero o amore non è.

            Non rischiamo di passare l’idea di un dio del tutto indecifrabile, capriccioso o ingiusto dove il nostro pentimento non sia più necessario (non sarebbe più giustizia, si andrebbe a “simpatie” sul modello delle divinità pagane).

            E non credo che San Tommaso intendesse sminuire la gravità dei comportamenti contro l’ordine di Dio quali gli atti (e la propaganda) dell’omoerotismo (e dell’omoeresia dove cattolici a far propaganda anche strusciante), lei, invece, Marco, lo crede?

            Avvisiamo chi compie tali atti che è peccato gravissimo o gli suggeriamo poi, che pentimento non occorre, ché tanto se c’è un dio buono e misericordioso, son salvi lo stesso? O che agisce in modo insensato?
            O forse Dio ci ha fatto sapere altro?
            Possiamo forse cavarcela a buon mercato con un “chi sono io per giudicare” ingannando altri perché diventino come ciechi dietro altri ciechi?

          • Giusy ha detto:

            GRAZIE Andrea sei una bella persona trasparente e non ambigua. Che Dio ti benedica!

          • Marco ha detto:

            “Dunque non è mai accaduto?
            Sicuro?”

            Si, mai sono state pronunciate eresie ex cathedra e rese vincolanti per i cattolici. Nè mai potrà avvenire.

            “La Grazia agisce efficacemente senza pentimento?”

            No, la Grazia efficace causa il pentimento, muove efficacemente il peccatore a conversione.

            “il “trattato meno dura­mente di te” non significa trattato bene o salvo.”

            Nè io ho detto il contrario. Ho detto che, secondo Gesù, anche Sodoma avrebbe potuto salvarsi.

            “”ma perché detta Grazia fa si che l’uomo voglia liberamente accettarla.”.
            E dunque si può ribadire: o liberamente accettando si pente il sodomita o non ha avuta Grazia e non si salva.”

            Certo, ma ripeto che già l’accettazione libera della Grazia è effetto della Grazia efficace.

            “Sempre dove non costretto ad esserlo ma, infatti, chiedo ulteriore precisazione al punto “1) non sappiamo se detto sodomita impenitente sia pienamente imputabile del suo atto, molti lo sono altri non lo sono;”: ovvero? Cosa intende? Esempi?”

            Ci sono persone che hanno subito abusi di ogni tipo o che sono in situazioni famigliari e sociali disastrate e la loro imputabilità è molto difficile da giudicare.

            “Il buon ladrone è, appunto, buon: l’altro, impenitente, non ha le stesse parole di Gesù.”

            Esatto, ma è stato Dio a muoverlo al pentimento. Non ha ricevuto Misericordia perché pentito, si è pentito perché il Signore, nella Sua Misericordia, l’ha mosso a pentimento.

            “San Paolo poteva rifiutarsi ed opporsi a Dio che sempre ci vuol liberi di amarlo: è nella natura stessa dell’amore non poter essere che libero o amore non è.

            Non ho mai negato che San Paolo avrebbe “potuto” rimanere nel peccato. Ho detto che la Grazia efficace fa si che l’uomo liberamente ami Dio, senza forzare la sua (dell’uomo) libertà.

            “Non rischiamo di passare l’idea di un dio del tutto indecifrabile, capriccioso o ingiusto dove il nostro pentimento non sia più necessario (non sarebbe più giustizia, si andrebbe a “simpatie” sul modello delle divinità pagane).

            Ma il pentimento (dai peccati mortali) È necessario, assolutamente. Ma è anch’esso dono di Dio.

            “E non credo che San Tommaso intendesse sminuire la gravità dei comportamenti contro l’ordine di Dio quali gli atti (e la propaganda) dell’omoerotismo (e dell’omoeresia dove cattolici a far propaganda anche strusciante), lei, invece, Marco, lo crede?”

            No, non ho mai affermato nè pensato anche solo lontanamente una simile bestialità. Ci mancherebbe altro. Il peccato carnale omosessuale è uno dei quattro peccato che gridano vendetta al cospetto di Dio.

            “Avvisiamo chi compie tali atti che è peccato gravissimo o gli suggeriamo poi, che pentimento non occorre, ché tanto se c’è un dio buono e misericordioso, son salvi lo stesso? O che agisce in modo insensato?”

            Al contrario, dobbiamo dire a queste persone di pregare e che, se pregano con costanza e perseveranza, otterranno da Dio la Grazia efficace di osservare i Suoi comandamenti e della perseveranza finale.

            “O forse Dio ci ha fatto sapere altro?
            Possiamo forse cavarcela a buon mercato con un “chi sono io per giudicare” ingannando altri perché diventino come ciechi dietro altri ciechi?”

            Io non ho mai affermato questo, nè nell’esplicito nè nell’implicito.

          • Andrea P. ha detto:

            Marco, se non hai già avuto occasione, posso ricambiare il suggerimento di lettura sul tema, sempre ricorrendo agli amici domenicani; e da cui traggo qualcosa (ma val la pena di leggerlo interamente):

            “Non sto a ribattere tutte le obiezioni (perfino nei riguardi di Sodoma!) che si tirano fuori per dire che la Sacra Scrittura non condanna gli atti omosessuali.
            È sorprendente questa cecità, probabilmente frutto della pratica sodomitica, che rende ragione di quanto san Paolo dice: “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne. (…)
            E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa” (Rm1,26-28.32).

            4. A proposito di Sodoma l’autorevole Bibbia di Gerusalemme annota a Gn 19,5: “Il vizio contro natura, che trae il nome da questo racconto, era in abominio agli israeliti (cfr. Lv 18,22: “Non avrai con un maschio relazioni come si hanno con una donna: è abominio”) e punito con la morte (cfr. Lv 20,13: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”), ma era diffuso intorno a loro (Lv 20,23: “Non seguirete le usanze delle nazioni che io sto per scacciare dinanzi a voi. Esse hanno fatto tutte quelle cose; perciò io le ho in abominio”).
            Non basta quest’affermazione?

            5. Di San Paolo però non c’è solo il testo che ti ho citato.
            C’è anche quello da te menzionato dove si parla di “effeminati e sodomiti”.
            Ebbene qui San Paolo dice: “Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti…. erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9.10).”

            http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4829

          • Andrea P. ha detto:

            Grazie Giusy!
            E con l’occasione scrivo che è stima ricambiata per stesse ragioni.

          • Marco ha detto:

            Riguardo alla preghiera che, ho scritto, ottiene da Dio la Grazia dell’osservanza dei comandamenti e della persevsranza finale, l’ho scritto basandomi ancora una volta su San Tommaso, infatti:

            1. Anche la preghiera stessa è dono di Dio, nel senso che preghiamo perché mossi dalla Grazia Efficace di Dio, come ricorda San Tommaso che scrive

            “La preghiera fatta senza la grazia santificante non è meritoria, come non lo è neppure alcun atto virtuoso.
            Tuttavia la stessa preghiera che IMPETRA LA GRAZIA SANTIFICANTE deriva da qualche altra grazia, cioè da un dono gratuito; poiché, come dice S. Agostino [De persev. 23], anche il pregare è un certo “dono di Dio”” (Summa Teologica, II-II, 83,15)

            2. La preghiera costante e perseverante dove si chiedono cose necessarie alla salvezza, come l’osservanza dei comandamenti, il pentimento dai peccati mortali ecc, viene sempre esaudita. Cito ancora una volta San Tommaso

            “Perché dunque uno ottenga sempre ciò che domanda si richiede il concorso di queste quattro condizioni: che preghi per se stesso, che chieda cose necessarie alla salvezza e che lo faccia con pietà e con perseveranza.
            La preghiera si fonda soprattutto sulla fede non per l’efficacia nel meritare, poiché in ciò si appoggia principalmente sulla carità, ma per l’efficacia nell’impetrare.
            Poiché dalla fede l’uomo riceve la sicurezza della divina onnipotenza e misericordia, da cui la preghiera ottiene ciò che domanda. ” (Summa Teologica, II-II, 83,15).

            Poi ci sono devozioni particolari alle quali Cristo ha legato la Grazia Efficace come quelle che ho elencato sopra.

          • Marco ha detto:

            @Andrea P

            Riguardo a quello che lei riporta la ringrazio, ma non ho mai messo in dubbio la gravissima peccaminosità degli atti omosessuali, mi creda.

            Ho semplicemente scritto che dobbiamo esortare questi fratelli a pregare e dobbiamo pregare per loro, affinchè ottengano da Dio la Grazia del pentimento.

            Tutto li.

          • Marco ha detto:

            Ultima cosa

            “il “trattato meno dura­mente di te” non significa trattato bene o salvo.”

            Gesù dice

            “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perchè se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i miracoli compiuti in mezzo a voi, già da gran tempo avrebbero fatto penitenza cinti di cilicio e ricoperti di cenere”

            Quindi afferma che gli abitanti di Tiro e Sidone avrebbero potuto salvarsi, se avessero ricevuto certe Grazie.

            Era questo che volevo dire.

            La stessa cosa Gesù la dice di Sodoma quando afferma che

            “E tu Cafarnao, sarai esaltata sino al cielo? Tu discenderai all’inferno: perchè se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli operati in te, oggi ancora sussisterebbe”.

            Il discorso qual’è? Dio può salvare tutti, e a tutti da le Grazie almeno sufficienti per la salvezza. Ma mentre Dio permette per Giustizia che alcuni, per propria colpa, rifiutino le Grazie sufficienti, muove altri, per Misericordia, alla salvezza, con le Grazie efficaci che di fatto non vengono mai rifiutate dall’uomo.

            È per questo che si dice che “chi si salva si salva per Grazia, chi si danna si danna per propria colpa”. È il mistero della predestinazione, di cui San Tommaso tratta qui http://www.mysticreader.eu/Somma%20Teologica/Somma_Teologica1/Parte%20I/QUESTIONE%2023.html

            E a proposito, riguardo alla preghiera, sempre San Tommaso in quel capitolo chiarisce che anch’esse rientrano nell’ordine della predestinazione.

            Lo chiarisce con ancora più precisione in Summa Teologica, II-II, 83,2 dove scrive che

            “noi preghiamo non allo scopo di mutare le disposizioni divine, ma per impetrare quanto Dio ha disposto che venga compiuto mediante la preghiera dei santi: cioè, come dice S. Gregorio [Dial. 1, 8], affinché gli uomini “pregando meritino di ricevere quanto Dio onnipotente fin dall’eternità aveva disposto di donare ad essi”.

          • Marco ha detto:

            Aggiungo una cosa.

            Io ho scritto

            “Per esempio lo Spirito Santo non potrà mai permettere che il Magistero insegni eresie o che vengano affermate eresie ex cathedra, rendendole vincolanti per tutti i cattolici.”

            E lei, Andrea, mi ha chiesto

            “Dunque non è mai accaduto?
            Sicuro?”

            Io le avevo risposto succintamente di no, ma preferisco dettagliare meglio questa mia risposta.

            In primo luogo, dobbiamo tenere presente una cosa: la Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus ha sancito che ai Papi, a tutti i Papi, degni o indegni, viene donata una Fede indefettibile.

            Cito dalla Pastor Aeternus

            “Questo INDEFETTIBILE carisma di verità e di fede fu dunque divinamente conferito a Pietro e ai suoi successori in questa Cattedra, perché esercitassero il loro eccelso ufficio per la salvezza di tutti, perché l’intero gregge di Cristo, distolto dai velenosi pascoli dell’errore, si alimentasse con il cibo della celeste dottrina e perché, dopo aver eliminato ciò che porta allo scisma, tutta la Chiesa si mantenesse una e, appoggiata sul suo fondamento, resistesse incrollabile contro le porte dell’inferno.”

            Poi la Pastor Aeternus prosegue insegnando che

            “Ma poiché proprio in questo tempo, nel quale si sente particolarmente il bisogno della salutare presenza del ministero Apostolico, si trovano parecchie persone che si oppongono al suo potere, riteniamo veramente necessario proclamare, in modo solenne, la prerogativa che l’unigenito Figlio di Dio si è degnato di legare al supremo ufficio pastorale.

            Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio PROCLAMIAMO E DEFINIAMO * dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa.”

            * quando si usa questa terminologia siamo di fronte ad una proclamazione ex cathedra, cioè infallibile.

            Perciò:

            1) la Fede che viene donata ai Papi è indefettibile, cioè non può cadere nell’eresia formale; un Papa può commettere errori dottrinali come dottore privato ma mai tali da sfociare nell’eresia. Anche i casi di Liberio, Onorio e Giovanni XII non sfociarono mai nell’eresia formale;

            2) quando un Papa si esprime ex Cathedra è infallibile, pertanto è assolutamente impossibile che un Papa renda vincolante per tutto il Cattolicesimo una eresia, o che neghi ex cathedra dei dogmi. Per esempio il Concilio di Trento, nella Sessione XXIV al VI canone sul Sacramento del Matrimonio, insegna che “Se qualcuno dirà che la Chiesa sbaglia quando ha insegnato ed insegna che secondo la dottrina evangelica ed apostolica non si può sciogliere il vincolo del matrimonio per l’adulterio di uno dei coniugi, e che l’uno e l’altro (perfino l’innocente, che non ha dato motivo all’adulterio) non possono, mentre vive l’altro coniuge, contrarre un altro matrimonio, e che, quindi, commette adulterio colui che, lasciata l’adultera, ne sposi un’altra, e colei che, scacciato l’adultero, si sposi con un altro, sia anatema. ” I canoni dogmatici sono, per l’appunto, dogmatici, e in quanto tali anch’essi infallibili. Perciò anche qui è impossibile che un Papa cambi la dottrina sul Matrimonio indissolubile;

            3) la Chiesa stessa è infallibile nel riconoscere il Papa, sicchè è impossibile che il corpo dei Vescovi e il Collegio Cardinalizio riconosca pacificamente, nella sua interezza, come legittimo Papa un antipapa. Il fatto che un Papa riconosciuto come tale dall’intera Chiesa sia sicuramente Papa è un cosiddetto “fatto dogmatico”, cioè una Verità di Fede, pur non rivelata direttamente da Dio. Cito Giovanni di San Tommaso, da “Cursus Theologicus” Tomo 6, questione 17 sulla Fede, disputazione 8: “È immediatamente di FEDE DIVINA che questo uomo in particolare, legittimamente eletto e accettato dalla Chiesa, è il supremo pontefice e successore di Pietro, non solo quoad se (in sé) ma anche quad nos (per noi) – anche se è molto più manifesto per noi (quad nos) quando de facto il Papa definisce qualcosa. In pratica, nessun cattolico non concorda con la nostra conclusione. […] cristo Signore ha dato responsabilità alla Chiesa di scegliersi un uomo che, per un certo periodo, sia il tipo di regola della fede appena descritto; e, conseguentemente, la Chiesa ha anche ricevuto il compito di determinare, attraverso il suo atto di accettazione, che questo uomo sia stato eletto canonicamente e legittimamente. Perché, proprio come spetta al Papa e alla Chiesa determinare quali libri sono canonici, così spetta alla Chiesa [non al giudizio privato] di determinare quale uomo è stato scelto per essere norma e regola vivente della fede. […] [Dunque questa materia] è qualcosa che la Chiesa può determinare come una verità di fede”;

            4) la sottomissione al Romano Pontefice è assolutamente necessaria alla salvezza, tale che persino gli ortodossi, gli islamici ecc che si salvano si salvano solo ed esclusivamente perché in buona Fede e in quanto tali “uniti” alla Chiesa Cattolica e al Papa dalla Grazia di Dio, seppur inconsapevolmente. La Chiesa insegna questa Verità di Fede, cioè l’assoluta necessità della sottomissione al Romano Pontefice, con un pronunciamento ex cathedra, nell’Unam Sanctam: “Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: “L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso non è giudicato da alcun uomo”, perché questa autorità, benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma senz’altra divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: “Qualunque cosa tu legherai…”. Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principi; il che NOI AFFERMIAMO FALSO ED ERETICO, poiché come dice Mosè non nei principi, ma “nel principio” Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi DICHIARIAMO, STABILIAMO, DEFINIAMO ED AFFERMIAMO che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa SIA SOTTOMESSA AL PONTEFICE DI ROMA.”

  • LILLO ha detto:

    Perché il Pastore di Palermo
    per risolvere la questione
    con le sue Pecore
    fa appello alla GIUSTIZIA?

    Ma insomma è quattro anni che ci state a sfracassare le scatole con il
    SOLA MISERICORDIA!

  • alessandro ha detto:

    In questo momento e sono le ore 14,31 del 3 luglio (ora di Roma) sul sito della sala stampa il comunicato di ieri del direttore dr. Burke non risulta ancora stato tradotto in inglese.
    E’ una scelta voluta e compiuta dai superiori del dr. Burke (segreteria di stato e/o vdr) perchè se il comunicato fosse solo stato tradotto in inglese avrebbe avuto una risonanza momdiale, senza bisogno di tradurlo in altre lingue. Ma si sa che il vdr non vuole inimicarsi i suoi amici, che non sono gli amici della difesa della vita.

  • Carlo Bianchi ha detto:

    Scusate l’OT ma questa è veramente SERISSIMA: c’è un tale sacerdote a Torino, tale Don Fredo Olivero, che a quanto si legge sul sito di Sandro Magister sta celebrando indifferentemente con comunità cattoliche e protestanti e ha proposto una “rilettura spirituale” del dogma della Transustanziazione convinto che sia l’interpretazione corretta del pensiero di Papa Francesco!!!!!!!!!!!!!!!!

    Sconcertato da tale notizia ho chiesto delucidazioni ai padri dell’Isola di Patmos, vi copio-incollo lo scambio che trovate anche qui (http://isoladipatmos.com/i-poteri-del-sommo-pontefice-infallibilita-e-fallibilita-maestro-supremo-della-fede-e-dottore-privato/#comments). Ora, poiché io non appartengo alla Diocesi di Torino, credo sia davvero opportuno che i lettori torinesi indignati seguano l’indicazione di p. Ariel e segnalino tutto al Vescovo e ai Dicasteri romani come descritto sotto:

    Carlo ha detto:
    3 luglio 2017 alle 11:56

    Reverendi padri,
    come sempre grazie di cuore per il vostro prezioso servizio per l’edificazione della nostra fede! A conferma della tesi circa le “menti perverse” di sacerdoti e laici che, circondando il Santo Padre, si ostinano ad autoproclamarsi “interpreti certi” del pensiero di Papa Francesco promuovendo la demolizione di ogni dogma, leggo su Settimo Cielo di Magister (20/06):

    “Sempre in Italia, a Torino, il sacerdote cattolico Fredo Olivero ha reso noto che il gruppo interconfessionale “Spezzare il pane” al quale partecipa si riunisce una volta al mese a celebrare l’eucaristia in rito ora cattolico ora protestante, con i presenti che fanno tutti la comunione. Si è detto sicuro che questo è il vero “pensiero personale” di papa Francesco, secondo quanto da lui detto il 15 novembre 2015 durante la visita alla chiesa luterana di Roma. Ha aggiunto che il dogma della transustaziazione va riletto in chiave “spirituale” e che, stando a Gesù, la messa la può celebrare chiunque e non solo un ministro ordinato. Don Olivero ha fatto questo “outing” sull’ultimo numero di “Riforma”, il settimanale della Chiesa valdese”

    Ariel S. Levi di Gualdo ha detto:
    3 luglio 2017 alle 14:14

    Caro Carlo,
    ciò che lei ci scrive è di una gravità inaudita, le spiego perché: la cosiddetta fattispecie da lei illustrata, rientra in quelli che il Codice di Diritto Canonico indica come delicta graviora, ossia dei delitti/peccati talmente gravi per i quali solo la Santa Sede può concedere l’assoluzione e la remissione della scomunica, nella quale si incorre in modo automatico alla commissione dell’atto stesso.

    E’ infatti ascritto tra i delicta graviora la
    «concelebrazione proibita del Sacrificio eucaristico insieme a ministri di Comunità ecclesiali i quali non hanno la successione apostolica, né riconoscono la dignità sacramentale dell’ordinazione sacerdotale» [cf. Codice di Diritto Canonico, can. 908 et 1365; Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica e agli altri Ordinari e Gerarchi interessati: sui delitti più gravi riservati alla stessa Congregazione per la Dottrina della Fede: AAS 93 (2001) p. 786].

    A tal proposito la invito a leggere l’Istruzione Redemptionis Sacramentum, capitolo VIII n. 172 e seguenti [testo, QUI].

    Come indica il testo di questa istruzione, è suo diritto ma soprattutto dovere denunciare immediatamente all’autorità ecclesiastica, ossia all’Arcivescovo metropolita di Torino, questa situazione gravissima, indicandogli tutti i fatti e le circostanze in cui essi si sono verificati [cf. Istruzione Redemptionis Sacramentum, nn. 183-184].

    Nel caso in cui l’Ordinario Diocesano non dovesse prendere immediatamente i provvedimenti che è obbligato a prendere, trascorso un ragionevole lasso di tempo, invii il tutto alla Congregazione per la dottrina della fede, alla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, alla Congregazione per i vescovi, facendo presente che adempiendo a quanto la Chiesa le raccomanda, ha doverosamente informato l’Ordinario Diocesano ma che non sono stati presi i dovuti e obbligatori provvedimenti canonici.

    • Marco ha detto:

      Caro Carlo,

      Padre Ariel le ha dato una ottima risposta, e le consiglio di prendere i provvedimenti che le ha detto.

      • Carlo Bianchi ha detto:

        La ringrazio ma purtroppo io non sono di Torino!!!

        Credo che la cosa migliore sarebbe che i fedeli della Diocesi di Torino si appellassero al proprio vescovo!!!

        • Marco ha detto:

          Sicuramente.

          Se ha seguito i recenti topic ho spesso citato Padre Ariel e Padre Cavalcoli riguardo ad altre questioni (in particolare Amoris Laetitia).

          Sono due ottimi sacerdoti, seguendo loro si va sul sicuro.

          Se c’è qualche fedele torinese che legge, gli consiglio caldamente di fare quanto detto da quei padri.

          Farebbero un grande servizio alla Verità.

  • alessandro ha detto:

    Signore, vieni presto in nostro aiuto e poni fine, secondo i tempi e i modi che la tua Provvidenza ha stabilito, a questo strazio di episcopato romano.

  • Kosmo ha detto:

    DA un commento su costanzamiriano.com
    https://costanzamiriano.com/2017/07/03/card-sgreccia-i-10-punti-critici-sul-caso-del-piccolo-charlie-gard/#comment-129490

    C’è anche un dettaglio secondario, ma forse non tanto secondario. Ieri sera il Daily Mail diceva che la Sala Stampa vaticana – almeno in quel momento – aveva pubblicato solo la versione in italiano. Considerato che il comunicato è di poche righe e che la Sala Stampa Vaticana magnifica in continuazione i suoi potenti mezzi (in più Burke è di madrelingua inglese), la mancanza di traduzione è incredibile. Logica vuole che ci si curi di scrivere il messaggio nella lingua del paese destinatario. A meno che, invece, quel comunicato non sia uscito più che altro per placare l’indignazione dei fedeli italiani…

    Non solo. Sempre il Daily Mail spaccava il capello in quattro se il termine “curare” presente nella dichiarazione fosse da tradurre come “prendersi cura” o “applicare un trattamento medico”. Ovviamente sono due cose molto diverse: “prendersi cura” vuol dire dare spazio alla volontà dei genitori di essere vicini al piccolo; “curare” vuol dire permettere loro di fare tutto ciò che è necessario per la cura americana. Fino a cinque minuti fa pensavo che la responsabilità di questo sofisma tutta del Daily Mail, perché in questo contesto la traduzione corretta è evidentemente la seconda. Ma mi sono dovuto ricredere: infatti, per esempio Crux Now e Catholic News Agency riportano la traduzione così:

    “He prays for them, wishing that their desire to accompany and care for their own child to the end will be respected.”

    “To care” non è applicare un trattamento medico. Qui stanno ancora giocando sull’ambiguità.

    • Gian ha detto:

      Uno zar è passato alla storia come Pietro il Grande, un altro come Ivan il Terribile, un imperatore come Nerone l’Incendiario. A Bergoglio toccherà Francesco l’Ambiguo…

  • peter ha detto:

    Degno di Torquemada, il misericordioso!
    Lo ripeto: non date più un centesimo a questa neochiesa|

  • Iginio ha detto:

    Caro dottor Tosatti,
    non sarà sfuggito a Lei, anche se lo sarà a tanti, che il quotidiano “La Verità” di ieri (domenica) mattina aveva in prima pagina un titolo di Mario Giordano che incitava il Papa a offrirsi di far ricoverare Charlie al Bambin Gesù per non farlo uccidere. La cosa è stata poi goffamente ripresa da Bassetti e soci in serata, senza ovviamente menzionare Giordano e “La Verità”, che probabilmente considerano indigesti e impresentabili, certo non all’altezza de “La Repubblica”.
    Il tutto rientra pienamente nella politica vaticana dell’attuale pontificato: “Sono il vostro capo, dunque vi seguo”. In poche parole: populismo e opportunismo. In altri termini: quando si sono accorti che a protestare per la sorte di Charlie non erano i soliti quattro retrogradi ratzingeriani, ma una buona parte di ciò che rimane dell’opinione pubblica cattolica (abitualmente silenziata), nonché tanti all’estero che – come i genitori di Charlie – non si sa di che religione siano ma hanno conservato un barlume di umanità genuina, allora anche in Vaticano hanno deciso di far vedere che facevano qualcosa. Più per scena che per altro: sanno bene che i “padroni del vapore” non ammettono dissenzienti, e poi in fondo l’Inghilterra è un paese tanto evoluto, moderno e intelligente. Sicché la cosa viene presentata come: beh, insomma, non esageriamo con le cure, tanto sono inutili e alla fine muore lo stesso, però se proprio i genitori vogliono tenerselo, e lasciateglielo, dai, pare brutto negarglielo…

    • cosimo de matteis ha detto:

      Ad Iginio:

      ho letto il tuo lucido e chiaro commento.
      E’ molto verosimile che sia andata davvero così.
      Ed è terribile.

      Grazie.
      Approfitto per ringraziare Marco Tosatti: questo (ed altri) blog sta offrendo la possibilità di confronto e conoscenza sulla inaudita crisi ecclesiale.

      Aggiungo: chi può, CON GARBO, còlga nei propri sacerdoti un certo disagio e, con garbo e discrezioni, LI ASCOLTI!!!! Molti presbiteri (soprattutto Religiosi e/o che vivono senza internet) sono totalmente all’oscuro e si trovano letteralmente spiazzati. Fate loro comprendere che NON SONO IMPAZZITI LORO ma che stiamo vivendo una crisi mai vissuta prima. Fategli capire che non sono i soli. Grazie!

    • ettore1 ha detto:

      Dopo Trump, i tg stasera dicono che anche il Papa avrebbe dato la disponibilità del Bambin Gesù per assistere Charlie, proprio come aveva suggerito Mario Giordano su la “Verità”.
      Sempre in affanno, a rincorrere
      https://www.avvenire.it/papa/pagine/francesco-al-fianco-dei-genitori-di-charlie
      https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/veglie-di-preghiera-e-pray4charlie-come-aderire

      • Giusy ha detto:

        berghy sta facendo una figura davvero misera e penosa, purtroppo però i media suoi zerbini enfatizzano ovviamente E i fedeli meno attenti ci cascano! Mah!

  • Luigi9 ha detto:

    Tipico di tutti i regimi totalitari.
    Il popolo lo amano solo a parole…

  • Enza ha detto:

    Questo post l’ho inviato su un altro articolo, sbagliando.
    Ascoltate il video e poi leggete la risposta del vescovo di Palermo

    https://youtu.be/Uv2VGbLSJao

    AVVISO URGENTE AI TANTI CHE HANNO SEGUITO LA VICENDA DEI PARROCCHIANI DI SAN GIOVANNI BOSCO

    IL VESCOVO HA RISPOSTO!
    Sì, HA RISPOSTO!
    SEMBRA INCREDIBILE, EPPURE HA RISPOSTO!
    NON POTEVA NON FARLO!
    VESCOVO DELL’ACCOGLIENZA, “PADRE DI TUTTI”, CON LA SUA CASA SEMPRE APERTA, VESCOVO AMICO DI TUTTI, DAI PROFUGHI AI MUSULMANI, SCELTO DA PAPA FRANCESCO PER IMPIANTARE A PALERMO LA CHIESA DELLA MISERICORDIA.
    HA RISPOSTO!
    SEMBRA UN SOGNO!
    HA DATO FINALMENTE UN CENNO, HA TESO LA MANO.
    INFATTI HA COMUNICATO CHE ENTRO STASERA SCATTERA’ DENUNCIA PENALE VERSO QUESTO PRESIDIO DI FEDELI CHE HANNO ATTESO LA SUA MANO PATERNA.

    Domanda: Che omicidio hanno fatto questi parrocchiani per denunciarli a livello penale? Siamo in mano a Satana grandemente

    • Mary ha detto:

      Ma non so voi, ma io ritengo ridicola questa denuncia. Mi sa che stavolta ci divertiamo ( se non ci fosse da piangere per la compassione che suscita sto figuro).
      Se non è diabolico questo comportamento, che cosa lo è?

    • alessandro ha detto:

      se scatta la denuncia penale, ammesso che vi sia reato il che è tutto da dimostrare, significa che al vescovo di palermo sono saltati i nervi. Cari parrocchiani, una mossa del genere rivela platealmente la debolezza del vescovo. Non demordete.

      • Andrea P. ha detto:

        Considerando che il vescovo è un beniamino di Bergoglio, il quale sembra particolarmente in sintonia, una sintonia aumentata sembra, per affinità o complicità di progetto, con il governo e presidenza della Repubblica (già è forse ancor più con G.Napolitano), non escluderei affatto che il vescovo con supporto bergogliano possano esercitare pressioni tali perché quei parrocchiani passino i loro guai, con denuncia “creativa”, già essendoci note sentenze “creative”, si pensi ai temi gender-pseudomatrimoniali, gender-matrimoniali, eutanasia…
        Se il vescovo o anche Bergoglio e ritengono che possano essere “pericolosi” (perché potrebbero contagiare altri di tanta volontà, determinazione a difesa fede e dottrina), può darsi che tale “collaborazione” di Stato, anche come segno di gratitudine per supporto politici, possa esserci.

        Ciò potrebbe spezzare la determinazione di quei tosti parrocchiani.
        O potrebbe pure rivelarsi mossa falsa e controproducente, chissà?

        • Andrea P. ha detto:

          Intendevo scrivere: sentenze creative gender-pseudomatrimoniali e gender-genitoriali..

    • Andrea P. ha detto:

      Parrocchiani tosti, questi con Don Minutella.
      Ce ne fossero!
      Perché, ce ne fossero, la strategia perversa di questo pontificato, ovvero del papa che introduce ambiguità e già così “fluidifica” dottrina salda, seguendo poi che suoi sodali comincino a smantellarla più palesemente (e non è solo questi: è anche la sirena del via libera a chi, da sempre, bramava o tramava come poco poteva prima, di convertire chiesa al mondo), ebbene, ce ne fossero di più così tenaci, tosti parrocchiani a difendere dottrina,
      sì rivelerebbe strategia fallimentare, anzi, controproducente perché messa subito all’angolo e, costretta a svelarsi alla luce del sole, al sole essiccando subito il marciume dell’ambiguità.
      Ambiguità serpentina che, nell’attuale strategia perversa di questo pontificato, ha un elemento chiave irrinunciabile nel papa Bergoglio per potersi sviluppare con successo.

      Anche il caso Charlie (col papa che, pur tardivamente, deve cedere almeno un tweet) suggerisce qualcosa di simile.

  • Fabrizio Giudici ha detto:

    Dott. Tosatti,

    c’è un dettaglio che mi disturba nell’ultima dichiarazione della Sala Stampa Vaticana e glielo sottopongo perché le sue competenze professionali la mettono in grado di capire la questione certamente meglio di me. Può essere che dopo quattro anni di ambiguità crescenti noi fedeli vediamo problemi dove non ci sono… anche se qui Andreotti docet.

    Ieri sera il Daily Mail rilanciava la dichiarazione con una cosa che io pensavo fosse un sofisma di quel giornale, infatti la traduceva in inglese come segue:

    http://www.dailymail.co.uk/news/article-4659392/Charlie-Gard-supporters-protest-outside-Buckingham-Palace.html

    ‘He prays for them, hoping that their desire to accompany and care for their child until the end is not disregarded.’

    The Italian term used – ‘curare’ – can be translated as ‘care for’ or ‘treat’ but the Vatican press office could not provide an official translation into English.

    Nel contesto di cui stiamo parlando, a me “curare” suona certamente come “applicare un trattamento medico”, ovvero “to treat”. La cosa non è indifferente, perché “prendersi cura” può ridursi a dare ai genitori la possibilità di stare vicino al piccolo (in pratica, cambierebbe poco e niente, magari una “gentile concessione” di uno o due giorni di vita in più), mentre “applicare un trattamento medico” vuol dire riconoscere il loro diritto alla “cura americana” (che è il punto fondamentale della questione).

    Il Daily Mail faceva presente che mancava la traduzione ufficiale in inglese del comunicato. Ma come è possibile? La Sala Stampa Vaticana si vanta della sua struttura e dei suoi mezzi, e non è in grado di tradurre uno striminzito comunicato (per di più il suo direttore, Burke, è di madre lingua inglese)? La logica vuole che se indirizzo un messaggio ad un contesto francese, mi curo che ci sia la traduzione ufficiale in francese, se il contesto è inglese, che ci sia la traduzione ufficiale in inglese, eccetera. Forse la traduzione ufficiale in inglese è uscita stamattina?

    A meno che, e qui viene da pensar male, il messaggio non sia rimasto in italiano perché il destinatario è italiano? Ovvero giusto per placare l’indignazione dei fedeli italiani?

    Comunque fino a pochi minuti fa pensavo di esagerare e che fosse un problema del Daily Mail. Ma vedo che, per esempio, Crux Now ha ripreso la stessa traduzione con “to care”:

    https://cruxnow.com/vatican/2017/07/02/pope-francis-backs-parents-uks-charlie-gard-drama/

    Se il problema fosse reale e si stesse ancora insistendo sull’ambiguità, l’indignazione dovrebbe aumentare, invece di placarsi.

    • G. Gervasi ha detto:

      @ Maurizio Giudici
      “to care for” vuol dire “prendersi cura di”
      “to cure” vuol dire “curare”
      Tradurre “to care for” con “curare” é pertanto un errore linguistico.

      • ualc ha detto:

        aggiungi a “to care for”: curarsi di qualcuno….
        Che, ovviamente non significa curare qualcuno.
        La baby-sitter si cura dell’infante, ma non lo cura.

      • Nemo ha detto:

        Infatti uno dei modi più frequentemente usati dagli inglesi per salutarsi è: ‘take care (of yourself)’, che significa, appunto, abbi cura di te stesso.

    • Andrea P. ha detto:

      L’ambiguità è, infatti, gran parte della cifra di questo pontificato.
      L’altra parte è anche peggio.

  • Luigi9 ha detto:

    Il Cardinal Elio Sgreccia, uno dei maggiori bioeticisti riconosciuti a livello mondiale, è stato presidente della Pontificia Accademia per la Vita dal 2005 al 2008 smonta le tesi tanatofile:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-charlie-gard-e-eutanasia-e-non-accanimentoil-cardinal-sgreccia-smonta-le-tesi-della-condanna-20353.htm

  • peter ha detto:

    scusate: chiesa della misericordina; episcopato occidentale.

  • peter ha detto:

    Ma Signori, è ora di svegliarci! Questa è la nuova chiesa della miericordina!
    Volete starci ancora? Vi sentite a vostro agio? Vi sentite accolti?
    Il vero problema è questo: Roma ha perduto la Fede.
    Fra qualche anno l’intero collegio cardinalizio sarà costituito da porporati modernisti.
    Fra non molti anni, l’intero episcopato occidente sarà bergogliano. Osservate i nuovi criteri di selezione dei candidati all’episcopato.
    Lo scisma è ormai di fatto! Basta dichiararlo. Ma chi lo dovrebbe ufficializzare? E con quali mezzi economici e sostegno politico? Il Vaticano è molto potente, economicamente, politicamente e diplomaticamente.
    E allora: non ci resta che discutere: parole, parole,parole…! In attesa di un miracolo dal Cielo. Chissà!

    • Andrea P. ha detto:

      Questa non è solo la nuova chiesa della misericordia!
      Questa è anche la neo-chiesa del Buon Pranzo e Buon Appetito, eh, vogliam mettere?

      Ed i risultati si vedono: con questo papa, già si capisce, solo ad ascoltarlo, con le sue parole e riflessioni così tanto ispirate, che si vola alti come non mai: talvolta, ad ascoltarlo bene, ci si può ​elevare e protendersi quasi fin sopra l’altezza d’un rutto.
      Talvolta anche meno, molto meno.

      L’altro, quello prima, sembrava esser il pontificato della coraggiosa e virtuosa difesa dei valori non negoziabili.

      Poi, neppure morto un papa se ne fa un altro: qualcosa deve essere andato dannatamente storto…

  • Gian ha detto:

    Questa banda di impostori può cercare di mettere tutte le toppe che vuole (pezo el tacòn del sbrego, dice un saggio detto popolare veneto, cioè: peggio la toppa dello strappo) ma ormai la frittata era fatta.

    Mi rendo sempre più conto di quanto siamo cresciuti nell’ignoranza, quel poco che conosco in fatto di catechismo l’ho imparato molti anni fa, quando ancora lo si insegnava e il resto lo sto imparando da solo, cercando di studiare per conto mio. Questo lo metto come merito all’attuale Junta presieduta da Bergoglio, effetto collaterale alla sua ascesa al trono, qualcosa di buono alla fine c’è…

    Ma tutti quelli che non hanno la possibilità, la capacità di tirarsi fuori da questo andazzo soporifero che sta annebbiando le menti, come faranno a non cadere nel colossale inganno?

    Episodi come la drammatica vicenda che stiamo commentando sono il coperchio che a chi sappiamo non gli riesce di fare, ecco allora uno sprazzo di risveglio dal torpore per tanti che diversamente andrebbero sereni dritto dritto giù nel burrone. Ma come… il papa che parla su tutto, perfino sulle zanzare e non ha nulla da dire sul bambino condannato a morte dalla corte europea degli alti papaveri! C’è qualcosa che non va… Ecco allora l’affanno e il goffo tentativo di metterci la toppa, troppo tardi.

  • Luigi9 ha detto:

    ….”Questa etichettatura – ma quanto è ideologico, questo regno! – ha contribuito a non far capire che la battaglia non è solo per Charlie, ma per il diritto di non venire terminati per ordini superiori un giorno anche contro il parere magari nostro, magari di chi ci vuole bene, se c’è.”…..

    Caro dott. Tosatti,

    il punto che lei espone è cruciale e dovrebbe (ma purtroppo non lo è) essere un vessillo trasversale che unisce tutti, cristiani, credenti e non.
    Si sta scherzando col fuoco, ma in pochi se ne avvedono!

    E’ ASSOLUTO INTERESSE di tutti sostenere la battaglia di Charlie, ed è proprio per questa ragione che il potentissimo mainstream mondialista laicista fa di tutto per ostacolarla!

    • Enza ha detto:

      CHARLIE È LA NOSTRA ANIMA
      (Dott. Silvana De Mari).

      Se non riusciamo a fermare la sua morte, il danno sarà incalcolabile. Il concetto che la morte possa essere preferibile alla vita al punto tale da essere imposta , sarà passato. Che la morte sia preferibile alla vita è un concetto già presente in ognuno delle migliaia di abortii volontari e nelle (al momento) poche centinaia di casi di eutanasia di bambini fatti ogni anno in Europa. Il concetto della sacralità della vita è stato massacrato: d’altra parte dove non c’è fede in Dio, il concetto della sacralità della vita salta. Almeno però fino ad ora , si era salvata la necessità del consenso del genitore.
      Non abbiamo ancora nessun caso di aborto imposto alla madre contro la sua volontà e Charlie è il primo caso di aborto postnatale imposto. Il termine aborto post natale lo dobbiamo a Singer, tizio che viene bizzarramente definito filosofo e filantropo, invitato ( a nostre spese) dall’Australia per partecipare a Torino Spiritualità.
      Tanto buono e ovviamente vegetariano, Singer è un antispecista, vale a dire che è contrario al fatto che una specie si ritenga superiore a un’altra.
      E quindi? E quindi sostiene che un cagnolino non vale meno di un bimbo che è una maniera cortese di dire che un bimbo non vale più di un cane. Il dottor Singer spiega il concetto che ora si sta applicando a Chiarlie: se in una famiglia nasce un bambino emofiliaco è giusto che i genitori ( o in caso di incapacità di questi un pietoso e misericordioso stato, nel silenzio di una ancora più misericordiosa Chiesa, che nel frattempo si occupa di cose serie, referendum sull’acqua e migranti) lo sopprimano perché così possono avere un figlio sano. Il prodotto fallato si butta e si sostituisce con quello buono perché se Dio non esiste, non esiste nemmeno l’anima. Come diceva Edith Stein, Santa Teresa della Croce, la tragedia dei grandi totalitarismi non è la perdita della libertà, ma la perdita dell’anima. Le persone diventano intercambiabili come tra le formiche e le api, quello che conta è lo stato, le persone diventano sostituibili e una sana vele di più di una fallata. E se viene emofiliaco anche il secondo? Aborto selettivo dei feti maschi e siamo al sicuro. Tra altro se una coppia ha in figlio emofiliaco l’ideale è affiancargli tre fratelli sani che lo proteggano.
      Torniamo a Charlie: è il prodotto fallato. Molto fallato. Charlie è un disastro.
      Quindi è stato scelto per aprire una finestra di Overton.
      Overton è un sociologo che ha studiato come rendere accettabile e poi obbligatoria quello che l’etica riteneva inaccettabile. Bisogna partire da una caso limite. Charlie era perfetto: una malattia drammatica, devastante. Purtroppo però i genitori di Charlie si sono messi di traverso e hanno radunato una ‘valangata’ di quattrini un milione e trecentomila sterline; e sono quei soldi che rendono tutto tremendo.
      Il potere ha dovuto gettare la maschera. Vuole uccidere per uccidere. Senza quei soldi il discorso avrebbe un senso perché esiste anche lo stato di necessità. Non posso tenere un respiratore e delle risorse bloccati su un bambino senza speranza perché il respiratore e le risorse posso usarle per altri bambini, e sia i respiratori che le risorse sono contate. Questo è un discorso che ha un senso, ma i genitori di Charlie possono comprare il respiratore e pagare un’infermiera professionale anzi quattro che si diano i turni. Non spreco soldi per farti andare negli USA per un cura che non serve e so già che non serve: ma i genitori del piccolo i soldi li hanno loro.
      Ci sarebbe da dire molto sull’anima, e sulla capacità di una creatura di provare gioia e sentire l’amore anche quando il cervello è danneggiato ma poi ci accusano di essere stronzi e bigotti.
      Noi che stronzi e bigotti onestamente lo siamo e anche fieri di esserlo, però questa volta vorremmo fare un discorso laico e razionale uno di quei discorsi carini e puliti.
      Charlie è una specie di vegetale. Saltiamo in tronco che la madre dice che lei capisce che il bambino è contento quando lei lo carezza e restiamo sul vegetale.
      Charlie il fallato è una specie di piantina di basilico, un vegetale. Lui sarà così, ma suo padre e sua madre sono cittadini ben in grado di intendere e di volere e ben in grado di provare dolore. E amore.
      Love is love, c’è gente che si vuole sposare con il proprio cane ( il dottor Singer approva) altri con la loro tartaruga. La civilissima Svezia ha legalizzato la necrofilia: il vostro amore è defunto ma voi lo amate tanto? Purché sia imbalsamato ve lo potete tenere in salotto, o anche in camera da letto, e buon divertimento. Il papà e la mamma di Charlie amano il loro bimbo fallato. Se qualcuno può amare il suo cane, in maniera coniugale, o un cadavere, perché i genitori di Charlie non possono amare il loro figlio basilico, e portarlo in giro per il mondo per l’ostinata speranza che qualcuno lo tocchi con la bacchetta magica e lo trasformi in un bimbo che apre gli occhi e dice mamma. Hanno raccolto una valangata di soldi.
      Perché non possono portarlo negli Usa, dove la cura non servirà a un fico, lui morirà e voi, medici inglesi ci farete la figura degli eroi: ecco lo avevamo detto noi. A voi che vi frega: mica sono soldi vostri. Avete paura che il bambino si stressi nel viaggio? Non avete appena detto che è un vegetale, che nel suo cervello i mitocondri hanno fatto uno sfascio, e allora? Non distingue il Gran Canyon dai mobili della cucina, che gli frega di essere su un aereo?
      Il bene supremo del minore è farlo morire per soffocamento?
      Charlie è la nostra anima, perché il suo assassinio sarà la fine della civiltà europea, quella basata sul cristianesimo.
      Si torna a Sparta.
      Qualcuno ha pensato di interpellare la Regina o la principessa Kate, ma nemmeno loro possono nulla.
      I medici e i giudici hanno sentenziato.
      Il medico, l’esperto, lo scienziato è il mito del XX e XXI secolo e il giudice, il semidio che ha in pugno l’etica del mondo.

      Charlie è la nostra anima. Charlie è tutti i noi.

      La tragedia dei totalitarismi non è solo la perdita della libertà, inclusa la libertà elementare di vivere, ma la perdita dell’anima.
      Edith Stein, Santa Teresa delle Croce.
      E noi che possiamo fare?

      Nulla .
      Non abbiamo alcun potere, salvo uno.
      Noi siamo i bigotti. Tutti insieme, alle sette del mattino, il Rosario per Charlie.
      Dott. Silvana De Mari

      Grazie dottoressa Mari, lei è un dono prezioso che il Signore ci ha donato insieme a tanti altri che stanno lottando contro la morte violenta voluta dei poteri forti, e contro l’arroganza delle lobby gay, frutto di un popolo ormai scristianizzato.
      Dio la benedica!

  • Enza ha detto:

    Buon inizio di settimana a tutti e grazie signor Marco per la sua premura.
    Io come tanti miei fratelli nella fede sto soffrendo fin dal terzo giorno dell’elezione del Papa, quando ho realizzato che saluta con un buongiorno tutti meno Gesù Cristo. Quando l’ho sentito dire: “io non sono Papa, e a seguire tutto il resto compreso la sua simpatia per l’operato di Pannella e la Bonino. Già queste affermazioni lo collocano fuori dalla Chiesa a mio modesto parere, perché sappiamo tutti che la carità è quella di saper perdonare, ma dopo aver istruito queste persone cosa significa lavorare contro la vita, ma sempre nel nome di Gesù Cristo, e mai nel proprio nome, anche se un vero cattolico è autorizzato ad evangelizzare mettendoci la propria faccia.
    Poi non parliamo delle 1000 altre affermazioni che sono state il motivo della grande confusione, dove molti ormai si sono aggregati a gruppi che lasciano il tempo che trovano.
    Quando mi hanno riferito che un sacerdote nuovo nella mia parrocchia ha affermato che il credo così come è pregato non va più bene perché non c’è dentro neppure una parola sulla “misericordia”, mi sono venuti i brividi. Chi me l’ha riferito è un amico parrocchiano che con la moglie erano a messa quella domenica. Ma il credo non è un atto di fede? Cosa c’entra la misericordia? È stata forse misericordia il silenzio della Chiesa per questo bimbo? È misericordia abbandonare i sacerdoti e buttarli via solo perché non credono nell’amoris Letizia?
    Io credo che stiamo vivendo un brutto momento nella Chiesa cattolica perché manca una vera guida e la vera carità!

    Sabato mattina nella mia confessione del primo sabato del mese mi è stato detto questo: signora, noi finora siamo stati abituati ad ascoltare messe, andare a messa e ci sono sempre tante messe, ma ora è venuto il momento di cambiare, perché il mondo esige altro.
    A voi la risposta. Io me la sono data, purtroppo! Guardando alle scelte che stanno facendo, non è che arriveranno a concelebrare messe magari una volta la settimana (vedi la direttiva nel seminario di Roma dove il papa dice di prediligere le concelebrazioni) con la scusa della mancanza di sacerdoti?E magari insieme ai protestanti.
    STIAMO A VEDERE!
    Intanto la Chiesa non parla più di peccati mortali che si commettono contro la vita umana, così ognuno faccio che vuole a danno dell’umanità.
    Meno male che ci sono ancora veri cristiani e non credenti con una buona morale.

    Ama, e fa’ ciò che vuoi! (Sant’Agostino).
    In questi giorni il piccolo Charlie ha vinto perché ha vinto l’amore che ha permesso di fare ciò che si è fatto!
    In Vaticano purtroppo non vedo più l’amore che il fondatore della Chiesa ci ha lasciato sulla “croce”. Grazie!

    • LILLO ha detto:

      @Enza

      In risposta all’apoststa da cui si è confessata:

      ” Sarebbe più facile che il mondo si reggesse senza sole che senza la Santa Messa ” (Padre Pio)

      La Chiesa non converte più perché ha perso la Fede, non perché il mondo, com’è ovvio, chiede altro.

      È un problema di Fede non di fare.

      Gesù non l’ho mai sentito dire “Va, la tua misericordia, o azione pastorale, o carità, ti ha salvato”

      Ma sempre nel Vangelo afferma
      “Va, la tua Fede ti ha salvato”

      È un problema di Fede.
      “Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell’Anticristo” (Madonna a La Salette)

      • Luigi9 ha detto:

        Si’, Lillo, purtroppo ha ragione ed è sempre piu’ evidente: il problema è la Fede.
        La battaglia che dobbiamo tutti sostenere è quella personale per “non perdere la Fede”, sperando, alla fine della nostra vita, di poter dire le stesse parole di San Paolo.

    • G. Gervasi ha detto:

      @ Enza
      Un piccolo appunto sulla sua citazione di S. Agostino.
      L’italiano “amare” é la traduzione dell’originale latino, ovviamente. A questa parola italiana corrispondono peró almeno tre parole latine con un senso profondamente diverso
      tra di loro: amor, amicitia, dilectio.
      Quali di queste tre viene usata da S. Agostino nel suo detto?
      La “dilectio” é in essenza l’amore per Dio, che si distingue sia dall’amore nel senso erotico-sessuale (eros), sia dall’amore puro di amicizia (agape), includendo peró quest’ultimo.
      Ebbene, S. Agostino non dice “ama, et fac quod vis” bensi’ “dilige, et fac quod vis”. Cerchiamo di capirne la differenza,
      che é profonda. Una persona che ama Dio come Dio deve essere amato, cioé sopra ogni cosa, (dilige), sara’ guidato da questo amore in tutte le sue scelte (fac). La forza propulsiva della sua “voluntas” (quod vis) e’ l’amore di Dio. Quindi tutto ció che vuole (quod vis) é voluto nella sfera di questo amore,
      e nulla é voluto al di fuori di essa.
      Queste distinzioni sono praticamente scomparse nella “coscienza linguistica comune” del concetto di amare. Specialmente nell’ideologia oggi imperante, che ha tutto l’interesse di offuscare il significato preciso del detto di Agostino, in modo da poterlo usare come foglia di fico per giustificare ogni perversitá. Cosí ci vien detto che per
      S. Agostino una pulsione amorosa autentica di qualsiasi natura, quindi sia pura che impura nel senso classico, “ama”,
      ci giustifichi in coscienza nel fare quello che vogliamo.
      Per esempio, amo la moglie del mio amico e questo mi giustifica in coscienza nell’avere sesso con lei, il che é ció che voglio, “quod vis”, anche se questo é oggettivamente adulterio e contraddice la volontá di Dio (contraddice pertanto la “dilectio”). Oppure amo una persona dello stesso sesso,
      e Sant’Agostino giustificherebbe la mia scelta di avere sesso con tale persona, anche se, secondo la morale cattolica, atti sessuali al di fuori del matrimonio sono un peccato grave,
      cioé distruggono l’amicizia tra me ed il Signore.
      In tali casi, secondo Agostino, io “amo” ma non “diligo”, e pertanto non posso fare in coscienza ciò che voglio (fac
      quod vis).
      La mia volontá contraddirebbe la volontá di Dio, di cui pertanto non sarei piú amico (amicizia, secondo Agostino, é identitá tra la volontá mia e quella dell’amico: “idem velle et idem nolle”, e non amerei piú Dio sopra tutte le cose (dilectio).

      • Isabella ha detto:

        Grazie mille per il commento, interessantissimo.
        Mi aveva sempre colpito l’assonanza dell’invito agostiniano con il motto del noto satanista Aleister Crowley “Fai ciò che vuoi”, ma adesso che conosco tutte le implicazioni linguistiche di quell'”ama” mi è ancora più chiara la totale pienezza del primo in confronto al vuoto del secondo.

        • Gian ha detto:

          Grazie G.Gervasi per l’importante spiegazione, anch’io infatti mi ponevo qualche perplessità ora pienamente fugata. E’ quello che intendevo in un mio precedente commento: sono QUESTE le cose che dovrebbero insegnarci, invece fanno il contrario tenendo il gregge nell’ignoranza. Troppe traduzioni tarocche o farlocche, con continue variazioni passate come NOVITA’… Quando invece nulla dovrebbe essere cambiato né aggiornato.

      • Paolo P. ha detto:

        Caro G. Gervasi, la ringrazio con tutto il cuore di questa sua spiegazione. Che Dio la benedica!

  • PetrusLXXVII ha detto:

    Io francamente sono rimasto colpito dal fatto che l’ultimo intervento di Papa Francesco per voce di Burke, non fosse tanto un grido contro la “cultura della morte”, bensì un sostegno alla “volontà dei genitori”, aspetto che per quanto importante, a mio modesto parere è assolutamente secondario rispetto al tema della tutela della dignità della vita umana in ogni sua fase! Non so che dire.. correggetemi se sbaglio!

    • LILLO ha detto:

      Bravo Petrus
      Hai colto il bersaglio!
      Cioè la solita logica del caso per caso, il Comandamento è

      Non Uccidere

      ma, però, dipende dai casi, se i genitori in coscienza si sentono di salvarlo o di ucciderlo, dipende da cosa è bene per loro, in quel momento storico, in quel contesto, per la loro esperienza, preparazione, cultura, etc.
      Insomma, fa un po’ come ti pare, tranquillo non è peccato…

      Seconda cosa, solita tecnica di quando una cosa non gli interessa, spallucce, frasette di circostanza ambigue che dicono e non dicono, parla per interposta persona, ma poi l’ha inviata lui, forse si o forse no.

      Invece come si espone ed urla ventiquattro sulle ventiquattro, fino allo sfinimento, quando di tratta di propagare il comunismo e farci invadere da milioni di islamici!

      • Stefano ha detto:

        Bravo, esattamente come ha detto lei. Chi non vede questi fatti evidenti o è stupido o non vuol vedere, come il peggiore degli ignavi!

      • Maria Luisa ha detto:

        Havete ragione.. Lillo e Petrus.. “non uccidere, però dipende dai casi”.. se mi lasciano dire, direi che, se il bimbo era figlio o nipote di qualche “blasonato”.. era già in America per un’ultima speranza e a spese “caritatevoli-statali”.. ma hai poveri senza blasone, arriva la casta blasonata in sentenze di morte..

    • Pier Luigi Tossani ha detto:

      sì hai pienamente ragione, a pelle m’aveva fatto immediatamente lo stesso identico effetto.

    • G. Gervasi ha detto:

      @ Petrus LXXVII
      E’ come dice Lei, Signor Petrus, con implicazioni da far rizzare i capelli.
      La difesa della vita non si può basare sulla “volontà dei genitori”. Si basa oggettivamente sul valore intrinseco della vita umana in quanto espressione della volontà di Dio creatore (l’uomo fatto a Sua immagine e somiglianza e l’affermazione assoluta del Suo dominio sulla vita umana con il
      “non uccidere”): due elementi assoluti, e pertanto non negoziabili, cui anche le alte corti europee ed internazionali sono oggettivamente soggette.
      La volontà dei genitori é spesso, purtroppo, la volontà di uccidere la loro prole, per aborto o per eutanasia sopratutto. Talvolta per i più futili motivi.
      Interessanti trovo le implicazioni etiche, del tutto üroblematiche, della presa di posizione bergogliana,
      e cioé la coincidenza filosofica, a veder bene, tra l’esaltazione bergogliana della coscienza individuale, in cui “il bene” e “ciò che l’individuo opina sia bene” coincidono, ed ora l’esaltazione della volontá individuale, (dei genitori, in questo caso, ma teoreticamente estensibile a “tutti” i soggetti dotati di volontà, e a “tutti” i casi) come fondamento del valore della vita, (teoreticamente estensibile a “tutti” i valori).
      Davvero una miniera di errori filosofici e teologici,
      la cui esplicitazione richiederebbe almeno un volume,
      che contraddice in pieno ciò che il cattolicesimo insegna
      e crede. E questo da un pontefice, da questo punto di vista,
      “nullatenente”.

  • Giusy ha detto:

    Ma se per bergoglio, pannella e la bonino sostenitori accaniti di eutanasia e aborto sono persone brave ed esemplari, è evidente che anche lui su questi temi etici così drammatici guarda da quella parte!!!! Anche il questionario in vista del sinodo dei giovani è come al solito ambiguo e inquietante e la dice lunga sul pensiero bergogliano relativamente ai Temi Etici.

  • Klaus ha detto:

    nessuno ha visto il tanto vituperato mons PAGLIA a UNO MATTINA ESTATE alle ore 8 inviato da Papa Francesco a commentare la situazione del piccolo CHARLIE ? caro Tosatti e & C

    • LILLO ha detto:

      Accidenti il 3 luglio, quando il bambino doveva già essere stato ucciso da tre giorni, alle 8 del mattino, quando la gente è al lavoro, sul network internazionale uno mattina!
      Scusi Klaus, dobbiamo vergognarci!

      • Giusy ha detto:

        Si Lillo solo tante arrampicate sugli specchi da Santa Marta e dai begli esemplari di cui il kapo argentino si è circondato.

    • G. Gervasi ha detto:

      @ Klaus
      scusi la mia curiosità, Signor Klaus, ma Lei é un pensionato,
      vetero sessanttottino, che si puo’ permettere di sorbire il suo “bicerin” davanti alla televisione alle otto del mattino?
      E poi, Lei si dichiara agnostico, il che rende ancor più enigmatico il suo entusiasmo per il bergoglismo, per la “nuova chiesa”, a cui Lei non appartiene, Sposa di Cristo, in cui Lei non crede.
      Davvero una contraddizione vivente.

      • Klaus ha detto:

        @A.GERVASI : Deve sapere per sua opportuna conoscenza del sottoscritto del quale ha evidentemente letto alcuni post che, ha una sola ragione di partecipare commentando quanto si scrive, che pur non essendo un “entusiasta” per il bergoglismo, trova ingeneroso e fuorviante un pensiero e una convinzione ben espressa da quasi tutti i partecipanti alle discussioni, che questo papa sia un “comunista” di prima maniera, mentre non lo si considerava tale un Giovanni XXIII. Eppoi proprio come agnostico razionale m’incuriosisco proprio come voi troviate una vs fede solo quando questa è perfettamente aderente a certi principi di un catechismo d’antan (secondo le vs attese). Pensi in una famiglia come la mia non ho avuto una educazione religiosa tanto che al secondo liceo i miei compagni riferirono al prof di religione (così lo si chiamava) ch’io non avevo mai fatto la prima comunione. Ebbene per accontentarlo/li la feci per il precetto pasquale ed è stata una prova senza alcun senso. Il mio interesse è veder che proprio voi tutti avete da combattere una battaglia senza senso contro questo papa ch’è un papa che trova inutili alcuni orpelli tramandati da secoli in un era “moderna” ma che da voi non sono compresi. “Confucio diceva che le stelle sono buchi da cui filtra la luce dell’infinito” Ecco chi potrebbe essere dio.

        • Isabella ha detto:

          Mi faccia capire, perché potrei aver frainteso.
          Lei non ha mai frequentato il catechismo, non ha svolto preparazione e nemmeno si è confessato, però, per accontentare i compagni di scuola, si è messo in fila e ha preso l’Eucaristia?
          Se è questo che lei ha scritto, a questo punto spero che lei ci stia trollando tutti.
          Così, come fosse al bancone del bar per un aperitivo con gli amici?
          E nessuno ha detto nulla, né allora né in seguito?
          S

        • Giusy ha detto:

          Vabbè incommentabile, mi dispiace comunque per lei si perde molto e non si dovrebbe in ogni caso parlare di ciò in cui non ci si addentra profondamente. La invidio invece per avere così tanto tempo libero. Buone cose.

        • G. Gervasi ha detto:

          @ Klaus
          pensa davvero che si tratti soltanto di “orpelli”?
          Ció che il papa stá cambiando é ció che la Chiesa ha insegnato ai fedeli per secoli circa la natura dei sacramenti
          dell’eucarestia, del matrimonio e della penitenza. Il che
          non é poco, tanto piú che si tratta del magistero ordinario
          infallibile, basato sulla tradizione (Überlieferung) apostolica, cui un cattolico é tenuto ad obbedire in coscienza. Il sacerdozio é il nuovo tema su sui si
          focalizza l’attenzione dei bergogliosi: perché no il sacerdozio delle donne (infallibilmente escluso da Papa
          Giovanni-Paolo II), e la relativizzazione dell’invalidità
          delle ordinazioni anglicane (proclamata da Papa Leone XIII), da parte del senescente Cardinale Coccopalmerio?
          A ció si aggiungono un mucchio di asserzioni erronee
          di natura filosofica e teologica e di comportamenti più da caudillo che da pontefice romano.
          Lasciamo poi da parte le convinzioni politiche di questo papa. Questo non é mai stato il punto cruciale della critica a Bergoglio.
          Il fatto che Lei sia privo di conoscenze teologiche, come Lei stesso ammette, non Le permette di apprezzare la gravità
          dei mutamenti voluti dal pontefice attuale nella pratica e nella dottrina della Chiesa cattolica, e la giustezza della “reazione di rigetto” dalla parte sana del cattolicesimo.
          I suoi giudizi su tutto ciò non possono che essere superficiali, come di fatto lo sono, e non rendono giustizia alla materia. A Lei, con tutto rispetto, applicherei il detto
          della sua madre patria: “Schuster, bleibe bei deinen Leisten!”

        • Claudius ha detto:

          Io, io, io, io, io, io….

  • gian piero ha detto:

    Forse è andata così:
    della vicenda di Charlie forse il papa non aveva avuto neppure notizia, oppure non aveva approfondito il caso, tutto affaccendato come era in altre faccende di governo, di rimozioni di cardinali e siluramento di curiali, nella sua famosa “riforma”
    Al suo giglio magico, alla cerchia dei fedelissimi collaboratori poco importava portare in primo piano sulla scrivania del papa la vicenda di Charlie, solita storia dei valori non negoziabili, per loro trascurabile.
    Poi lo stupore: arrivano migliaia di telefonate a Santa Marta di fedeli “indignados”, si prospettava persino un sit-in in piazza S. Pietro.
    Stupore , costernazione del cerchio magico bergogliano. Brusco risveglio. Esistono ancora cattolici pro-life, ma non li avevamo sterminati tutti? e non gli è bastato a questi fanatici il comunicato di Mons. Paglia?che facciamo adesso? Probabilmente hanno dovuto, spinti dagli eventi imprevisti, chiedere al papa di fare una dichiarazione e lui l’ha fatta,
    Io credo che venendo a conoscenza della vicenda Charlie lui stesso l’ha fatta con convinzione la dichiarazione.
    Forse è andata così.
    Forse non ha tutti i torti Padre Ariel dell’Isola di Patmos a pensare che il papa sia manovrato e prigioniero e come “chiuso” in una gabbia a Santa Marta e che dovere dei veri fedeli cattolici del Santo Padre oltre che pregare per lui, sarebbe quello di aiutarlo a liberarsi dai falsi amici di cui è circondato.
    Dico “forse” perchè è una possibilità.

    • Enza ha detto:

      😃😃😃😃😃 Scusa se rido @Gian Piero@ ma non è che il Papa non guarda mai la tv! 😂😂😂😂 E quelli che gli stanno accanto li ha scelti lui! Su svegliamoci un po’, dai da bravi!

      • Giusy ha detto:

        Enza hai ragione ma è difficilissimo svegliarsi se non si sta attenti e ci si tiene informati! In molte parrocchie c’è un vero lavaggio al cervello ai fedeli, io stessa non posso partecipare alla Santa Messa nella mia perché ho avuto un duro scambio con il parroco ultrabergogliano che mi accusa di essere fuori dalla Chiesa, in un Santuario poco distante, mi hanno cacciata dal confessionale per aver espresso il mio disorientamento su bergoglio. Perciò vado a Messa nei dintorni, dove c’è ancora qualche vero autentico Sacerdote fedele e quando posso vado più lontano alla Messa in Rito Antico. Perciò Preghiamo e resistiamo, dicendo a tutti i meno attenti come stanno davvero le cose. Sia Lodato Gesù Cristo.

        • Enza ha detto:

          Sei nelle mie stesse condizioni. E chissà quanto come noi! Io però mi sono imposta di ascoltare messa, e la predica la recepiscono solo se vedo che in sintonia con il Vangelo, diversamente la scarto. Non dico altro, perché non voglio farmi del male rivangando le passate questioni avute con il mio parroco in tutta carità e con tanta gentilezza, ma ho visto un muro proprio contro la tradizione, dove ormai molti sacerdoti proprio della mia età si sono inquinati con questo modernismo. Andiamo avanti noi tenendoci per mano e pregando, perché sarà il sacrificio di pochi che salverà molti, proprio come disse Maria Fatima ai pastorelli: volete voi soffrire per la salvezza delle anime? Sì lo vogliamo, risposero. E dopo meno di due anni Francesco e Giacinta sono morti con la gioia nel cuore sapendo che andavano da Gesù e Maria e salvavano tante anime Ciao 👋🏽

          • Giusy ha detto:

            Che Dio ti benedica carissima ti mando un abbraccio e Prego con te.

          • Catholicus ha detto:

            Care Enza e Giusy, vi voglio confidare il mio metodo personale antimodernista di ascoltare la messa (N.O. purtroppo): all’omelia ed alla preghiera dei fedeli mi ritiro in me stesso e prego mentalmente, magari in latino; se l’omelia è troppo scandalosa esco e rientro a omelia terminata (sono nella cattedrale, non mi nota quasi nessuno), non scambio mai il segno della pace (solo mentalmente), ricevo la Comunione in bocca, dopo una genuflessione, mi confesso ai vecchi confessionali (su espressa mia richiesta), confessando solo i “veri” peccati, come da catechismo di S. Pio X, e lasciando stare le mie idee su Bergoglio e la Chiesa modernista (per non azzuffarmi col prete). “Poi ripijo er camino, cor destino ‘n saccoccia” (come diceva Carlo alberto Maria Salustri, in arte Trilussa)

      • Maria Luisa ha detto:

        Buongiorno.. dici: scelti lui, ne sei proprio sicuro?.. oppure è stata barattata la scelta?.. sembra un Papa corrotto, ma a me pare più compromesso ed ora è circondato!!!.. a voi l’intesa..

    • Klaus ha detto:

      quanti “forse” ma di certezze sono solo quelle che tutti i commenti fatti su questo blog dai detrattori di questo “povero” bergoglio rappresentano il comune sentire dei vari contrari a un nuovo tipo di papato ??

      • Giusy ha detto:

        Se lei E agnostico, come ha dichiarato, e non invece uno dei vari disturbatori mandati da bergoglio o spadaro ( poverino berghy, attaccato da quei brutti Cattolici ormai ridotti alle catacombe ma osannato da tutti gli anticlericali affetti da bergogliolatria e con i media a lui prostrati stile zerbino, se lei è davvero agnostico, non si preoccupi no? Che problemi ha? Con rispetto per la sua veneranda età, almeno così ci dice lei.

        • Klaus ha detto:

          @GIUSY : io sono un povero agnostico con una moglie cattolicissima e osservantissima del vs vangelo. Va a messa tutte le domeniche anche al cimitero di Taranto dove viviamo ha trovato tantissime anime belle che non sono certamente bigotte e che ascoltano le omelie del cappellano che non fa mai riferimenti a Bergoglio come in effetti fanno molti parroci, ma certamente non esclude che la nuova forma di cattolicesimo condivisibile. In effetti bisogna considerare che sull’altare in quei momenti non c’è un uomo c’è solo CRISTO (questo lodi ce solo mia moglie beninteso) Va Bene ?????

      • G. Gervasi ha detto:

        Eminentissimo Klaus,
        es scheint mir, keine Frage des Stils zu sein, sondern des Inhalts bzw. der Inhaltsleere dieses Pontifikats.
        Non é una questione di Stile bensí di contenuto.
        Anche i più sfiatati sostenitori di questo infelice pontificato
        dovrebbero riuscire a distinguere tra stile e contenuto.
        Detrattori??? Ma che c’é da detrarre dal nulla?

    • Enza ha detto:

      Gian Piero, ho dimenticato di dire che il papa 👴 ha pure internet, non crediamo che viva dentro un bunker senza sapere ciò che avviene nel mondo, perché se davvero pensiamo questo, è sintomo che sono riusciti a rimbecillirci mostrandoci un Papa che non sa ciò che accade nel mondo e che solo i suoi “bracci” manovrano la cristianità: la Chiesa Cattolica!

    • G. Gervasi ha detto:

      Questo commento mi fa pensare al commento delle donnette tedesche quando venivano a conoscenza di qualche porcata
      nazionalsocialista: “Oh, se il Führer lo sapesse ….”
      Cosí penso, si tratterà del “prigioniero di Santa Marta”: “Oh, se
      il papa lo sapesse …” Immaginarsi se il volpone pontificio non
      lo sapeva! Parafrasando Clinton si dovrebbe invece dire, come lo fa intendere chiaramente il dott. Tosatti: “It’s the ideology, stupid!”
      Povera Chiesa, sposa immacolata di Cristo, di quanta sporcizia
      ti stanno coprendo i chierici traditori supermondani con a capo il loro Capo. La chiarezza del Vangelo viene sostituita da
      considerazioni ideologiche, da opportunismi politici e dalla “political correctness”, “conditio sine qua non” del potere, e della popolaritá mondana.
      “Habemus papam”, habemus un povero Cristo sudamericano, che di più poveri non si possono immaginare.

    • Claudius ha detto:

      Mi spiace ma il gioco del “trova il colpevole tra i suoi collaboratori” mi sembra un po’ patetico. Soprattutto quando si tratta di un papa.
      Anzi, sai cosa ti dico? Nella vita ho capito una cosa: che uno dei criteri piu’ infallibili per decidere dell’intelligenza di una persona e’ vedere di che tipo di gente si circonda. Un uomo intelligente si circonda sempre di persone intelligenti. Uno stupido di stupidi, eccetera. Ciascuno pensi alla gente di cui si circonda e si fida. E con questo, adesso prova a chiederti di che tipo di individui si circonda Bergoglio. La risposta non e’ difficile.

  • LILLO ha detto:

    Ottime riflessioni di Tosatti, per il resto
    NO COMMENT