FATIMA. UN LIBRO DI SPIRITUALITÀ E TEOLOGIA DI PADRE LANZETTA SU PENITENZA E PECCATO.

19 Maggio 2017 Pubblicato da

Marco Tosatti

Il centenario delle apparizioni di Fatima è appena iniziato, e certamente nel corso di questi prossimi dodici mesi assisteremo a un proliferare di iniziative editoriali per commemorare e studiare quello che è stato senza dubbio il fenomeno sovrannaturale più straordinario degli ultimi secoli. Ma a quanti siano interessati ad approfondire da un punto di vista spirituale e teologico il messaggio che la Madonna ha dato ai tre pastorelli, e tramite loro a tutto il mondo permettiamo di suggerire la lettura di un’opera particolarmente ricca e approfondita: “Fatima. Un appello al cuore della Chiesa. Teologia della storia e spiritualità̀ oblativa”, di padre Serafino Lanzetta, dei Francescani dell’Immacolata, per i tipi delle Casa Mariana Editrice, Frigento (AV). E’ la casa editrice dove appaiono pubblicazioni dei Francescani dell’Immacolata.

Padre Serafino Lanzetta è un giovane brillante teologo, che ha già al suo attivo numerose pubblicazioni di cui ricordiamo fra l’altro “Il Vaticano II – Un Concilio Pastorale: Ermeneutica delle Dottrine conciliari” (Edizioni Cantagalli), e frequenti articoli, ospitati anche su l’Osservatore Romano.

La sua opera attuale ci sembra particolarmente importante in un momento in cui si sentono, anche da pulpiti ben elevati, genericità e banalità scoraggianti sul significato di quello che è stato detto e diffuso dai tre pastorelli, trascurando alcune delle caratteristiche principali e potremmo dire chiave per comprendere il genere e l’urgenza degli avvertimenti offerti al nostro ascolto.

Sin dall’inizio padre Lanzetta ci ricorda che “Ogni ideologia pretende di dire agli uomini le cose degli uomini, ma dimentica che l’uomo che parla solo con se stesso ben presto diventa una minaccia per se stesso e per gli altri; anche le cose umane presto diventano disumane e in nome delle idee si calpestano i viventi, gli uomini in carne ed ossa”. Il secolo che abbiamo appena lasciato alle spalle, ma anche quello di cui abbiamo percorso una minima parte, ne sono dimostrazioni lampanti; ne è un’ulteriore prova la disumanizzazione quotidiana di cui ci nutriamo. A Fatima “la Madonna ci ricordava che bisogna parlare con Dio, che bisogna pregare incessantemente con una preghiera, il Santo Rosario, che è lode incessante e richiesta incessante di misericordia e di salvezza dalla perdizione eterna”.

Il messaggio di Fatima, sottolinea il teologo, ci indica però un altro grande antidoto al male prodotto e vissuto nella storia:  la penitenza. E’ uno strumento essenziale per riparare al male fatto contro Dio e contro l’uomo, “purifichiamo noi stessi e la storia”. E ci prepariamo, rinnovati interiormente, ad accogliere quello che il futuro riserva. In mancanza di ciò, il male commesso continua a sedimentare nelle nostre vite, e nella storia del mondo:  “È utopico pensare che il male si autoredima, che prima o poi scompaia, senza un serio impegno ad estirparlo con la penitenza. Gli ideologi senza Dio pensano che il male sia solo un errore della storia”; ma così non è. “Fatima ci offre una splendida visione teologica della storia e ci dice: solo con Dio l’uomo può̀ continuare a vivere. Solo se viviamo per Dio vive anche il mondo. Cacciare Dio dal mondo e dal cuore dell’uomo porta all’autodistruzione”.

Il libro di Lanzetta entra poi nell’analisi dettagliata – in una luce di teologia e di spiritualità – dei singoli accadimenti relativi alle apparizioni, e alla travagliata gestione del messaggio da parte di suor Lucia dos Santos. Sarebbe troppo lungo – e lo lasciamo ai lettori – seguire questo percorso in un articolo solo. Vogliamo però ricordare ancora un punto fondamentale, e cioè quello della scomparsa del concetto di peccato dal nostro mondo.

“In un tempo in cui già̀ si profilava quella cultura dell’assenza del peccato che avrebbe imperversato tristemente più tardi o della sua giustificazione come irrilevante, la Madonna veniva a Fatima a parlarci della verità̀ di questo male. Si tratta di un male reale e non ideale come potrebbe sembrare, solo perché́ non lo tocco, non lo vedo… La tentazione odierna è quella di colpevolizzare sempre gli altri, di dire che sempre gli altri sono la causa del male e intanto il peccato è sempre e solo degli altri, anzi il vero peccato sono gli altri. In un mondo fortemente individualista, l’unico peccato è il limite al mio arbitrio”.  Quindi “Sono arbitro iniquo della mia vita e pertanto condanno a morte anche gli altri. Purtroppo non si riesce a vedere che c’è un male più intimo, più profondo del mio egoismo, che si nasconde proprio nel viluppo del mio individualismo e si chiama peccato”.



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5 commenti

  • Antonio Radeghieri ha detto:

    Sembra paradossale, ma al giorno d’oggi, il fatto che un libro cattolico su Fatima, sia un libro cattolico su Fatima, è un miracolo..

  • Giancarlo ha detto:

    Grazie

  • Giancarlo ha detto:

    Interessante, anche se oscuro.

    • giorgio rapanelli ha detto:

      Caro Giancarlo, l’oscurità la trasformi in “luce” se segui con la massima fiducia del “Cuore” ciò che è scritto nelle Sacre Scritture e nelle “tecniche” (parola che non piace) dei Sacramenti e dei Sacramentali, così come sono scritte nel Catechismo.
      Perché l’acqua battesimale deve “bagnare” il cranio del bambino? Perché lì c’è un vortice (un chakra) che, quando viene aperto (messo in funzione), mette in comunicazione l’essere con i mondi più sottili, invisibili…
      Un sacerdote può essere un tramite con il Cristo durante l’Eucaristia (e non solo) perché ha quel canale aperto dal suo vescovo, quando gli furono dati i poteri per la Successione Apostolica, che il Cristo dette ai suoi Apostoli e da questi ai primi vescovi.
      Mosè aveva quel “chakra” aperto per comunicare con Dio ed emetteva raggi di luce. San Vincenzo de Paoli emetteva fiamme dalla sommità del capo e, predicando in catalano, cpivano le sue parore pure chi era di un’altra nazione.
      Alla Pentecoste, non si posero delle fiammelle alla sommità del capo dei presenti, per cui subito dopo, oltre ad altre abilità, potevano farsi comprendere da persone di qualsiasi nazionalità?
      Un sacerdote, durante la Consacrazione, può far così scendere il Cristo mettendosi in comunicazione (inconsapevole) con Lui.
      Nel Battesimo il sacerdote apre quel canale e, battezzando nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito santo, fa entrare nell’individuo il Verbo, sigillando poi l’apertura con il Sacro Crisma energizzato dal Vescovo per quello scopo. Il Verbo è in noi battezzati e (credo) che venga rimesso in moto con la Sacra Eucaristia.
      Se segui la via della Mano Sinistra, ossia la via della mente, come fa Rahner, e non quella del Cuore, la via del Cristo, allora sei portato a commettere errori, diventando soprattutto un eretico.
      Il segreto? Affidarsi completamente allo Spirito Santo e abbandonarsi completamente nelle Sue Mani.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Finalmente un teologo che elabora ciò che la fonte dice (o, meglio, che scrive!).
    Sto leggendo, con intralci sul percorso, “La nuova Chiesa di Karl Rahner” di Stefano Fontana, edito da Fede & Cultura. L’intralcio è che, seguendo il pensiero di Rahner, descritto da Fontana, immediatamente la mia mente viene affogata da una enorme quantità di notizie esoteriche, con relative mie esperienze in quel campo, facendomi infine dire che questo Rahner non sa nulla delle parti occulte che sono dietro il paravento che nasconde il visibile agli occhi di carne.
    Perché ho lasciato Scientology dopo dieci anni di studio e di procedimenti e senza raggiungere gli alti livelli “confidenziali”? Semplicemente perché avevo esperienze in quei piani “più sottili” di cui non parlava Scientology, ma di cui parlava il mago inglese Aleister Crowley e l’Ordo Templi Orientis e che il fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, che era un chiaroveggente, aveva sperimentato in quanto allievo di Crowley, seppure con i rituali dell’Ordo Templi Orientis, che Crowley aveva diretto…
    Ad esempio, Crowley forniva le tecniche “mentali” per penetrare in quei piani più sottili, che percorrerai dopo la morte del corpo fisico, con i tuoi corpi più sottili; tecniche che io già facevo come mia naturale attitudine di accesso…
    Interessante è la conoscenza anatomica, se così posso dire, del peccato: offesa verso Dio ai suoi comandamenti? Sì, è così, per noi che abbiamo avuto, o conquistato, il libero arbitrio, quindi la facoltà di scelta tra il Bene e il Male. Ma, pure un effetto pratico.
    Cosa ci impedisce di raggiungere il Paradiso, il Devachan (pron. devacian), immediatamente dopo la morte? Semplicemente il peso dei peccati, ossia – cerco di farmi capire e di capirci anche io – quel peso di energie elettromagnetiche che formano il Male, meno pesanti delle energie elettromagnetiche più pesanti che formano la “materia” fisica del corpo fisico, ma più pesanti di quelle energie che formano il Bene. Il pertugio per entrare nel Paradiso non è la cruna d’ago in cui non passa la gomena delle navi, che impropriamente fu tradotto in “cammello”, ma quel quasi impossibile pertugio attraverso cui può passare lo Spirito, diventato una entità reale senza più materia, energia, spazio e tempo, per entrare in una Beatitudine senza materia, energia, spazio e tempo…
    Cosa è che devi scaricare, lasciare indietro? Devi eliminare la “personalità”, ossia tutto ciò che tu sei in questa vita. Pesa troppo… Non passa. Per questo esistono diversi piani dove si confrontano le masse invisibili, dalle più pesanti alle meno pesanti, che formano la “personalità” umana e che scarichi, confrontandole e ripercorrendole,. in quello che viene definito “Purgatorio”.
    Invece le religioni e le pratiche magiche della Via della Mano Sinistra (Scientology, Ordo Templi, Orientis, Satanismo, eccetera) vogliono che passi pure la “personalità”, per potersela riprendere con la prossima incarnazione: cosa impossibile, perché essa non passa. Ciò vale per coloro che, ovviamente, hanno la fortuna di giungere al Paradiso. Altri, invece passano direttamente all’Inferno, detto pure Ottava Sfera, dove avvengono tormenti “di cui è meglio non parlare”, come si dice in Teosofia.
    Se non si ha la “gnosi”, la Conoscenza, o la “doppia vista”, che fare?
    E’ semplice: la via da seguire con umiltà sono le Sacre Scritture, unica via data da Dio. Questa è la Conoscenza. La tecnica è, invece, data dai Sacramenti e dai Sacramentali, così come sono scritti nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Il più vero ed esatto è quello Tridentino. Però, quello attuale va sempre bene, in quanto crea l’effetto che deve essere creato. Leggi, la Santa Eucaristia. Leggi il Santo Battesimo.
    Non è necessario sapere che il Battesimo del Catechismo attiva il “chakra” alla sommità del cranio. L’importante è usare l’acqua battesimale così come è scritto nel Catechismo. Non bagnando, invece, solo i piedi, o il culetto del bambino, dove c’è un “chakra” che nulla serve all’introduzione del Verbo, come ho visto in filmati di Battesimo, che denuncio.
    Significa che quei sacerdoti che non usato la legge del Catechismo non hanno battezzato i bambini e stanno solo facendo i danni che Rahner ha portato a fare.
    Maria, la Madonna, la Màryam dei Musulmani, è per me il più grande Mistero irrisolvibile. Mentre la Trinità ha un meccanismo comprensibile, Maria, la Madre Universale, la Grande Madre, è il mistero inconoscibile. Non provo nulla per Lei. Questa, è, però, una mia lacuna.
    Ma, guai a chi mette in dubbio le Sue Manifestazioni! Tutte hanno un fine, Medjugorje compresa. Che opera miracoli, conversioni, speranza, amore, manifestazioni cosmiche fisiche.
    Un cardinale è capace di capire tutto ciò e di dare un giudizio su Medjugorje? Come non lo può capire una cardinale diventato papa.
    Come quando mandarono uno scienziato della mente (che faceva congressi con scienziati gerarchi fascisti e nazisti), come padre Agostino Gemelli, a giudicare un mistico, chiaroveggente guaritore, autore rarissimo di bilocazione, come Padre Pio. Già soffriva di suo… E come lo fecero soffrire le aberrazioni mentali del clero dell’epoca…
    Perché sono ritornato nella Chiesa cattolica?
    Perché le Sacre Scritture sono per me reali, concrete, e i Sacramenti e i Sacramentali sono “scientifici”.