CENTO ANNI FA NASCEVA DOMENICO BARTOLUCCI, GRANDE MAESTRO DI MUSICA SACRA. A DISPETTO DELLE DEVASTAZIONI DEL POST CONCILIO.

6 Maggio 2017 Pubblicato da

Marco Tosatti

Domani, 7 maggio, si ricorda il centenario della nascita del cardinale, e Maestro, Domenico Bartolucci. Bartolucci fu per lungo tempo Maestro della Cappella Musicale Pontificia; fu autore di numerosissime opere nel campo della musica sacra e sinfonica: messe, oratori, sinfonie, concerti, mottetti e via dicendo. Egli visse su di sé tutto quello di devastante – dal punto di vista artistico e musicale – il post Concilio ha sparso nella Chiesa, quando, come è opinione di molti, anche ad altissimi livelli nella Chiesa, (papa Benedetto per citarne uno) incomparabili patrimoni di arte e di fede venivano svenduti (nei casi migliori) per fare posto al “nuovo” a tutti i costi; un nuovo che ahimè non era certo all’altezza di ciò che l’aveva preceduto.

Abbiamo posto qualche domanda sul cardinale Bartolucci ad Aurelio Porfiri, un esperto protagonista della musica sacra. Porfiri – maestro e compositore – fu discepolo di Bartolucci per lunghi anni. Fra l’altro sta preparando un libro sull’illustre musicista toscano.

Quale è il ricordo più forte del Maestro?

Lo ricordo specialmente nel tempo della vecchiaia avanzata, quando diveniva più fragile e non usciva più dalla sua casa di Via del Monte della Farina. Il suo carattere forte, di toscano verace, si era smussato, dando luogo ad una dolcezza che sicuramente era figlia della fragilità ma anche del piacere di vedere che molti suoi discepoli non lo avevano dimenticato“.

Perché è opportuno ricordare adesso la sua figura?

Molto semplice. Perché è stato il più grande musicista nel campo della musica sacra del XX secolo. Immagino che alcuni musicologi non saranno d’accordo con me. Ma, come anche per il suo grande estimatore Benedetto XVI, la sua grandezza si vedrà in avvenire“.

Sta preparando un libro su di lui. Che cosa ci può anticipare?

Sto preparando un testo che sarà presto disponibile. Ho avuto la fortuna di trovare elementi di grande interesse in vari archivi e nel tempo ho raccolto molto materiale su di lui. Non sarà un testo apologetico, cercherò di dargli una dimensione vera, senza nascondere luci e ombre della sua lunghissima attività. Poco prima che morisse gli annunciai questo testo, ed egli mi chiese di trattarlo bene. Certamente lo farò, cercherò di farlo vedere per quello che era (e la mia opinione su di lui, da quanto ho detto, mi sembra essere già molto chiara), non cercando raccontare storie per abbellire la sua personale vicenda. Non dimentichiamo che fu un uomo che visse la guerra, ma anche un uomo che visse un periodo drammatico della storia della Chiesa, in cui ancora ci troviamo. C’è poi tutta la vicenda del suo “pensionamento” dalla Cappella Sistina e varie altre cose che, con il rispetto per tutti, credo vadano comunque fissate su carta. La storia giudicherà. Vorrei farlo vedere in rilievo nel contesto storico e artistico in cui è vissuto“.

Ho visto che in questi giorni stanno nascendo varie iniziative in suo onore.

“Benissimo, spero sia qualcosa che duri nel tempo, che non si tratti di iniziative sporadiche. Ma il percorso per una sua efficace riscoperta non è solo quello dei concerti e delle esecuzioni musicali, che pure sono importanti, ma soprattutto quello di una musicologia che rimuova le incrostazioni che alcuni, tra i partigiani e tra gli avversari, ha contribuito a far proliferare”.



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11 commenti

  • Giovanni mascioni ha detto:

    ho conosciuto il maestro Bartolucci40 anni or sono.Ho avuto modo di apprezzarne i grandi valori non solo artistici ma soprattutto umani.La schiettezza,la Cultura,la sensibilità.Persone così non le si può incastrare in schemi e protocolli tanto cari-ahimè-ai burocrati che oggi imperano.
    Plaudo alla rivalutazione della sua figura ,a 360°.I tempi Roma era anche il centro della Cultura musicale Italiana,insieme a persone come i maestri Germani,Vignanelli.Sogni di un passato glorioso che ben difficilmente si ripeterà……..
    RISPONDI

  • Giovanni mascioni ha detto:

    ho conosciuto il maestro Bartolucci40 anni or sono.Ho avuto modo di apprezzarne i grandi valori non solo artistici ma soprattutto umani.La schiettezza,la Cultura,la sensibilità.Persone così non le si può incastrare in schemi e protocolli tanto cari-ahimè-ai burocrati che oggi imperano.
    Plaudo alla rivalutazione della sua figura ,a 360°.I tempi Roma era anche il centro della Cultura musicale Italiana,insieme a persone come i maestri Germani,Vignanelli.Sogni di un passato glorioso che ben difficilmente si ripeterà……..

  • Sabinoo ha detto:

    Per chiarezza esplicito che le accuse cadute sono quelle che pendevano davanti alla magistratura italiana, la cui proverbiale lentezza ha trovato emuli peggiori nelle persone dei commissari ecclesiastici.

  • Sabinoo ha detto:

    Il problema dello stravolgimento della liturgia non dipende dal concilio, ma di chi (mons. Bugnini) lo disapplico’ totalmente, come ha dimostrato, tra l’altro don Bux che, ricordo, ne parlo’ a radio Maria. Certo che il momento e’ tale che chi, come il card. Sarah, vorrebbe eliminare gli abusi per applicare il concilio, viene esautorato. La verità’ e’ che non conta il concilio, ma il suo spirito, che non e’ certamente, visti i frutti, loSpirito Santo. Vittime di quello spirito sembrano i francescani dell’Immacolata, delle cui colpe a quattro anni dal commissariamento nulla si sa di certo, se non che sono gia’ cadute le accuse, o almeno la maggioranza di esse, senza che le rimanenti abbiano avuto ancora conferma giudiziaria. Dott. Tosatti non potrebbe lei compiere un’inchiesta e ragguagliare coloro che lo seguono?

  • gabriele ha detto:

    Il primo maggio scorso ho avuto una piacevole sorpresa: mi sono recato a Fontanile, paesino in provincia di Asti (che ha una chiesa bellissima, vale il viaggio apposta) per la festa di S. Giuseppe e lì ho avuto modo, partecipando alla Messa, di ascoltare dal vivo dopo tanto tempo la Missa de Angelis: Kyrie, Gloria, Sanctus, Agnus Dei, era da 24 anni che non la sentivo, perché ormai il latino è quasi un tabù; la funzione, nel rito di Paolo VI, era celebrata bene, con un parroco vestito con bei paramenti (camice di pizzo e pianeta antica solenne), l’incenso e tutto il resto, insomma una liturgia quasi degna di Benedetto XVI, che davvero elevava lo spirito: segno che, anche in questi tempi di sciatterìa e anche senza cercare il rito tridentino, se un sacerdote vuole celebrare una Messa come si deve lo può fare.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Offo il mio modesto contributo alla crescita della fede tramite il canto gregoriano:
    http://video.corriere.it/parroco-canta-nomadi-chiesa-fedeli-applaudono-entusiasti/c2243a6a-f9dd-11e6-9b43-a08eac6546a0

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Caro Marco, sei imprevedibile. Mi ci voleva questa musica che porta al “piano astratto”, scaricando le tensioni, ossia molto in alto, come con il Gregoriano, che cantavo da ragazzo nel Coro Santa Cecilia di Corridonia, con cui arrivammo al terzo posto al Concorso Polifonico Internazionale di Arezzo 56 anni fa. L’obiettivo del Concilio Vaticano II era di modernizzare la Chiesa per avvicinarla alle masse. I Fratelli Venerabili mi parlavano di quel papa che lo volle, della sua bontà, del suo tentativo di avvicinare la Chiesa alle esigenze del mondo moderno… Da lì siamo andati a finire qua. Nelle musiche rock in chiesa che mi stimolavano il desiderio di abbattere a raffiche di mitra suonatori e preti…
    Come possono comprendere oggi Bartolucci che eleva in alto, quando oggi ti dicono che puoi rimanere imperterrito nel pantano e salvarti perché Cristo è morto per riscattare i tuoi peccati?
    A che servì farci cacciare dal paradiso terrestre per avere mangiato, per superbia, il frutto della Conoscenza del Bene e del Male, dotandoci del libero arbitrio della scelta, quando oggi puoi fare il porco comodo tuo e salvarti con la “misericordia” sempre e comunque?

  • Antonio Radeghieri ha detto:

    La vera spiritualità genera bellezza, non è questione di antico o moderno, quando Palestrina o Allegri composero certi immortali capolavori, la loro musica era nuova, è sbagliato affermare che solo in passato si poteva generare il bello, il problema non è l’arte moderna, il problema è che l’arte moderna è brutta, ” il sonno della ragione genera mostri ” si afferma in una sentenza attribuita forse giustamente a Goya. Nell’eterno dialogo tra fede e ragione, se si annienta l’una si tarpano le ali all’altra. Siamo in un periodo storico in cui sull’onda delle scuole eretiche, nella Chiesa si vuole delegittimare la fondamentale importanza di filosofia e teologia, le si vuole confinare su un’isola, derubricando la ratio come strumento “fondamentale” per credere in Cristo. La musica sacra oggi non è più bella semplicemente perché non è più sacra, ma sociologica, sentimentale, orecchiabile, ballabile, di sacrale non ha più nulla, essendo figlia di una spiritualità emozionale, come in architettura nelle chiese moderne non c’è più fede, sono orribili, non elevano più lo spirito a Dio, ma anzi..
    Teologicamente parlando Gesù ha assunto la natura umana, non l’ha inabissata, quando entro in una chiesa nuova della Nuova Chiesa, immediatamente mi chiedo dove siano gli spogliatoi, allo stesso modo quando ascolto un brano liturgico nuovo della Nuova Chiesa, non vedo l’ora arrivi un lento per ballare con qualche ragazza.
    Si vuole negare la ragione, per annientare la fede e senza fede non c’è bellezza.
    “Il sonno della ragione – infatti – genera mostri”.

  • Giovanni Gennari ha detto:

    Sono cresciuto con l’ammirazione e la gioia di ascoltare, spesso da vicino, la Cappella Sistina diretta da Bartolucci, in diversissime occasioni, tra le quali anche alcune durante il Concilio, ma soprattutto prima e dopo…Ho ancora occasione frequente di ascoltare meravigliose sequenze delle sue…e sono felice e grato anche di questa possibilità…
    Ma c’è un ma! Che nella sua lunga esistenza il Maestro abbia vissuto anche momenti difficili – del resto come i suoi colleghi, p. es. Laureto Bucci e Lavinio VIrgili al Laterano – è un fatto innegabile, ma assorbire il tutto nella repulsione totale e di principio del Concilio e della riforma liturgica mi pare una forzatura ideologica, per lo meno…grazie. Gianni Gennari

    • wp_7512482 ha detto:

      Caro Gianni, grazie per il tuo contributo. Nessuna parla di repulsione totale e di principio del Concilio. Si è fatto cenno solo alle forzature, bruttezze e devastazioni, innegabili, di certi zelanti del nuovo che purtroppo hanno trovato spazio nel post Concilio. Non il Concilio in sé, ma certi suoi interpreti ne sono responsabili. E non credo che questo sia negabile. D’altronde chi va a messa la domenica incontra di tutto, in particolare dal punto di vista musicale. E questa è un’esperienza comune, anche per i poveri ignoranti in materia come il sottoscritto…