FATIMA E IL SEGRETO NON SVELATO. A CENTO ANNI DAL FUTURO DELLA CHIESA. UN LIBRO DELLA CHORABOOKS.

25 Aprile 2017 Pubblicato da

Marco Tosatti

Un genitore che parla di una sua creatura è, in genere, ben poco attendibile. L’amore è una lente molto deformante. Così non pretenderò che mi crediate se vi dico che il libro – mio – di cui oggi annuncio l’uscita è meritevole di attenzione. Il poliedrico e creativissimo amico Aurelio Porfiri mi ha chiesto di lavorare, a cento anni dalle apparizioni di Fatima a una versione più completa e aggiornata di un’opera uscita nel 2002. E ha pubblicato per il suo Chorabooks “Fatima e il segreto non svelato. A 100 anni dal futuro della Chiesa”. Lasciando da parte ogni modestia e verecondia mi sembra di poter dire che sia un lavoro interessante per chi – senza essere uno specialista – voglia farsi un’idea di tutto ciò che è stato, ed è ancora, il problema Fatima. Per la Chiesa e per il mondo. E si vedrà che Fatima continua ancora a riservarci interrogativi e sorprese. Qui sotto trovate il comunicato dell’Editore e il link a una mia beve intervista sull’argomento. Grazie per la pazienza e la comprensione. Ma sapete, con i genitori ci vuole pazienza….



Comunicato stampa Chorabooks Publishing Limited 2017 Marco Tosatti (2017), Fatima e il segreto non svelato. A 100 anni dal futuro dellaChiesa.

Hong Kong: Chorabooks. EBook (formato Kindle) Euro 9.99 ISBN 9789887725657
Cartaceo Euro 16.63

ISBN 978‐9887725664

Disponibilità: immediata su tutti i negozi amazon
Per informazioni ed interviste rivolgersi a aurelioporfiri@hotmail.com

 

A cento anni di distanza dall’evento le apparizioni di Fatima fanno ancora parlare, discutere e suscitano molte polemiche. Il più̀ straordinario fenomeno sovrannaturale del secolo scorso riserba ancora dei misteri, che a volte sembrano quasi insolubili, almeno a viste umane. O che forse non saranno mai ammessi ufficialmente.

Il libro di Marco Tosatti riprende, quindici anni dopo la sua prima edizione, in una veste aggiornata fino alle più̀ recenti scoperte e discussioni, tutta la storia della Cova de Iria, proprio nel momento in cui due dei tre pastorelli stanno per salire alla gloria degli altari. Quindi non è semplicemente la ripresa di un’opera già̀ edita, ma rappresenta un testo confermato nei punti ancora validi, arricchito di molte informazioni nuove e con l’aggiunta di ulteriori capitoli.

Lo svelamento del 2000 è stato nelle intenzioni della Chiesa di Roma il “Punto finale” di decenni di attesa e di indiscrezioni eccellenti. Che la profezia contenuta nel Terzo Segreto riguardasse una grande persecuzione della Chiesa e dei cristiani è ormai pacifico. E’ quello a cui stiamo assistendo, in tutto il mondo, dopo le persecuzioni delle grandi dittature, nazismo e comunismo, e la cronaca ce lo conferma con quotidiano orrore.

Ma forse questo non era tutto. Il libro ripercorre con attenzione e passo dopo passo le parole e i gesti di coloro che sono venuti a contatto con il Segreto, e soprattutto, affronta quella che molti pensano sia una parte mai rivelata, e che riguarda direttamente la Chiesa, e la sua apostasia.

In Spagna di recente è stato sottoposto ad analisi grafologica da tre esperti di prima grandezza un documento attribuito a Suor Lucia, e che era apparso per la prima volta nel 2010. E’ una lettera dal contenuto impressionante, per i cattolici, in cui si parla esplicitamente dell’apostasia della Chiesa, a partire dal suo vertice. La perizia afferma che senza ombra di dubbio la calligrafia è quella della suora rinchiusa a Coimbra. Secondo gli esperti le lettere del documento non sono uguali a quelle dei testi di Suor Lucia a disposizione del pubblico; quindi, concludono i periti, non si tratta di una falsificazione. E’ un campo ancora aperto alla discussione, ovviamente; anche perché́ l’origine del documento, solo digitale, è ignota, e dell’originale cartaceo non si sa nulla.

Ma se si collega questo elemento a quanto affermano alcune persone molto vicine all’allora cardinale Ratzinger è comprensibile che a molti la versione proposta a suo tempo dal cardinale Tarcisio Bertone non appaia sufficiente a spiegare tutte le contraddizioni, le omissioni e le oscurità.

Fatima è stato, ed è tutt’ora un evento straordinario; tanto che in ambienti diversi da quello religioso, o cattolico, sono riconosciute la sua portata e la sua importanza. Anche di questo, delle interpretazioni che possono apparire stravaganti, ma non sono tali per molte persone, si racconta nel libro; così come del problema della consacrazione della Russia, e delle “creature” di Fatima, le apparizioni mariologiche che si sono susseguite negli ultimi decenni e che all’evento della Cova de Iria fanno riferimento, spesso esplicito.

Ma per i credenti resta aperta la questione: è stato detto realmente tutto? E se questo non è avvenuto, perché́? Per paura di che cosa?

Marco Tosatti è nato a Genova nel 1947. Dal 1981 si occupa di informazione su temi religiosi. E’ stato il vaticanista de La Stampa dal 1981 al 2008. Ha scritto numerosi libri, su temi di religione e storia, in particolare del M.O. “I Baroni di Aleppo”, “La vera storia del Mussa Dagh”, “Gli eroi traditi”, ”Inchiesta sul demonio”, “Padre Pio e il diavolo”, “Santi posseduti dal demonio”, “Inchiesta sulla Sindone” e altri. Con don Gabriele Amorth ha scritto “Memorie di un esorcista”.



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34 commenti

  • Sabinoo ha detto:

    Marco . Tu non hai risposto alle mie obiezioni e hai solo riproposto le tue tesi. Credo di aver chiarito bene in che cosa consistesse il gravissimo errore di Liberio, così ‘ come ho risposto, citando la teologia sulle conseguenze dell’eresia di un papa, che cosi’ non contraddice i documenti del magistero che hai citato, ma ne chiarisce la portata. Cosi’ per me la discussione e’ finita.

    • Marco ha detto:

      Ho risposto spiegando che Liberio non cadde affatto in eresia, come alcuni affermano erroneamente, perché a Sirmio vennero condannati gli ariani puri, e inoltre il Papa non era libero di agire diversamente.

      Tanto è vero che anche al Concilio Vaticano I il caso di Liberio venne archiviato più come mancanza di fortezza, e non come prova che un Papa regolarmente eletto potesse cadere in eresia.

      Capisco che molti, da tre anni a questa parte, vorrebbero dimostrare che è possibile essere Papi e cadere in eresia per potersi liberare del Pontefice regnante, il punto è che non è cosi.

      Ed è il motivo per cui anche nel Codice di diritto canonico, al Canone 1404, è scritto a chiare lettere che “Prima sedes a nemine iudicatur”, vale a dire che la Sede Apostolica Romana non può essere giudicata da nessuno (Nè da Vescovi, NÈ da Cardinali e nemmeno da un Concilio ecumenico, che non ha nessun potere contro un Papa).

      Tale Canone non ci sarebbe mai stato se fosse stato anche solo lontanamente possibile che la Chiesa cadesse nelle mani di un eretico che nega dogmi e verità di Fede, distruggendo la cattolicità.

    • Marco ha detto:

      Tanto è vero che, ripeto di nuovo, nessuno condannò Liberio per eresia. Ergo non ha commesso eresia

      Onorio invece fu condannato ma, come ho scritto sopra, Papa Leone II confermò la condanna di Onorio ma solo per negligenza nel contrastare l’eresia, ma non per avere commesso eresia egli stesso.

      Nella sua lettera a Sergio si preoccupò principalmente di ciò che andava negato, come ho scritto sopra (vale a dire l’esistenza di due volontà contrarie in Cristo), e:

      1) non affermò positivamente alcuna eresia;

      2) era solo una lettera privata.

      Per questi motivi Papa Leone II confermò la condanna solo per negligenza ma non per eresia.

      Perciò, da capo, la storia non registra alcuna eresia da parte del Papato, e anzi, con la dottrina come si è definita man mano oggi nessun Concilio potrebbe mai condannare un Papa (vedere Canone 1404 citato sopra).

      Ciò che affermano alcuni oggi, tralasciando le questioni sulle discutibili lettere private di Onorio, è che un Papa possa diffondere documenti di Magistero erronei, che contengono eresie.

      Questo è impossibile per i motivi spiegati sopra.

      Ripeto che capisco perfettamente la volontà di liberarsi di questo Papa, probabilmente se il 13 Marzo 2013 fosse salito al soglio petrino il Cardinale Burke ora sarebbero i modernisti a cercare di trovare un modo di defenestrarlo (e io confuterei anche loro allo stesso modo).

      Il punto è che non è possibile.

  • Sabinoo ha detto:

    Marco. Facciamo si’ chiarezza.
    1) E’ vero che il papa quando parla ex cathedra non può’ errare, ma tu sai bene che da sempre la teologia non ha escluso che un papa possa anche divenire eretico, ma ha aggiunto che in tal caso cesserebbe di essere papà. Quello che e’certo che il Signore non cesserebbe di assistere la Chiesa e di ristabilire la verità’.
    2) Di fatto l’eresia del papa e’ avvenuta e per limitarci al caso Liberio (per rispetto ai lettori di questo blog che hanno diritto all’essenziale), osservero’ che Liberio proclamo’ che il Verbo non era della stessa sostanza del Padre , ma era simile a Lui; simile si badi, ma non uguale. Cioe’ nego’ uno dei capisaldi della fede cattolica: l’Unita’ e la Trinita’ di Dio. E’ rese questa negazione ancor più’ evidente scomunicando chi era rimasto fedele alla formula diNicea. Gli ariani esultarono e la maggior parte dei vescovi (salvo tre) si adeguarono tanto che S. Girolamo osservo’ che tutto il mondo parlava ariano. Contra factum non valet argomentum, diceva S.Tommaso. Tutte le circostanze che citi sul caso Liberio, se non sono una cortina fumogena per celarne la gravita’, servono solo ad inquadrarlo nelle dispute del tempo e a spiegare, ma non a giustificare, la debolezza del papa. Quel che ci deve confortare e’ il fatto che il Signore non abbandono’ la sua Chiesa e fece capovolgere una situazione che sembrava disperata.
    3) Non ho equiparato l’errore dottrinale di un papa alla condotta immorale di taluno di essi, ma ho voluto dimostrare la fallacia dell’argomento che fa risalire a Dio la responsabilità’ della condotta, nella dottrina come nei costumi, dei suoi vicari.
    4) Dici che AL tocca solo la pastorale, concedendo dopo discernimento la Comunione ai divorziati risposati. Ora a parte il fatto che i criteri di tale discernimento sono tutt’altro che chiari e che l’unico che lo e’, purtroppo e’ inapplicabile perché la Chiesa può giudicare solo in foro esterno, essendo riservato a Dio, il solo in grado di scrutare i cuori, di giudicare la coscienza, vorrei rilevare che Gesù ( v. Luca,16,18) e’ stato di un estremo rigore’ chiamando adulterio anche il matrimonio con la ripudiata, con la parte cioe’ innocente della rottura del vincolo. Tale apparente severità’ ha il fondamento nell’essere Dio partecipe e garante dell’unione nuziale e cioe’ la fonte di quel l’amore senza se senza ma che regge il matrimonio. Quello che e’ certo è che se al papa piace aprire dei processi, i teologi da lui preferiti si sono gettati ia portare avanti l’AL e parlano gia’ di morte del vincolo non piu’ supportato dalla volontà’ degli sposi e molti vescovi ne hanno dato la lettura piu’ lassista senza essere stati per nulla richiamati.
    5) Citi S.Alfonso che in taluni casa preferiva lasciare il penitente nell’ignoranza di un errore, nel timore che, messo di fronte ad un dilemma, non avrebbe scelto la giusta alternativa. Ma vedi quello che puo’ essere una scelta opportuna, affidata alla saggezza del confessore,nel chiuso di un confessionale, come del resto si è’ sempre fatto, non può’ divenire oggetto di un proclama di un papa, perché’ così facendo, si incoraggia l’errore, come e’ puntualmente avvenuto, rendendo ancor più’ difficile quell’adesione alla verità’ che proprio il papa per suo compito deve tutelare e difendere.
    Detto questo, considero Francesco legittimo supremo pastore cui si devono rispetto ed amore, ma senza esimerci dal formulare quelle critiche che la coscienza e l’amore per la Chiesa ci suggeriscono. Per questo papà e per la Chiesa continuero’ sempre a pregare il Signore, nella certezza che Egli saprà sempre guidarla verso porti sicuri

    • Marco ha detto:

      @Sabino:

      1) non è così, le controversie sulla possibilità che un Papa potesse diventare eretico formale c’erano in gran parte prima del Vaticano I, il quale ha dato una parola dogmatica importante sulla questione. Le cito di nuovo la Pastor Aeternus “Questo indefettibile carisma di verità e di fede fu dunque divinamente conferito a Pietro e ai suoi successori in questa Cattedra, perché esercitassero il loro eccelso ufficio per la salvezza di tutti, perché l’intero gregge di Cristo, distolto dai velenosi pascoli dell’errore, si alimentasse con il cibo della celeste dottrina e perché, dopo aver eliminato ciò che porta allo scisma, tutta la Chiesa si mantenesse una e, appoggiata sul suo fondamento, resistesse incrollabile contro le porte dell’inferno.” https://w2.vatican.va/content/pius-ix/it/documents/constitutio-dogmatica-pastor-aeternus-18-iulii-1870.html
      Solo ai Papi viene donata una Fede indefettibile, vale a dire una Fede protetta dall’eresia formale. Perciò non è vero che il Papa possa cadere in eresia formale, altrimenti la sua Fede non sarebbe indefettibile. Affermare che la Fede dei Papi possa essere indefettibile e defettibile (come quella degli altri Vescovi) al tempo stesso è la violazione del principio di non contraddizione;

      2) su Liberio mi sono già espresso, e una vera e propria caduta in eresia formale non c’è stata. Ho spiegato sopra che il Papa in quell’occasione non fu libero di esprimersi liberamente e che, nonostante ciò, si espresse in senso anti-ariano, tanto è vero che al Vaticano I gli oppositori del dogma dell’infallibilità papale non riuscirono a far valere questo episodio come “prova”. Fu certamente una grave debolezza, non degna di un Papa santo (e infatti non è santo), non vera e propria eresia;

      3) se io avessi affermato ciò avrebbe ragione, ma io ho scritto che l’impossibilità è che la Chiesa diventi portatrice di perdizione “per se stessa”, insegnando dottrine false e diaboliche per mezzo del Papa e del collegio dei Vescovi. Se un fedele va in perdizione perché si è fatto traviare dalla condotta immorale di un Papa la colpa è sua, se è stato istruito nella Fede e sa qual’è il comportamento giusto da tenere secondo il Magistero. Ciò che non è ammissibile è sostenere che la Chiesa possa diventare sorgente di errore nel suo Magistero e mandare le anime in perdizione. Non è sostenibile affermare che un fedele, seguendo le direttive della sua Chiesa, vada in perdizione, perché vorrebbe dire accusare Cristo stesso di peccato;

      4) non si tratta di scrutare i cuori, cosa concessa solo a Dio e a pochi confessori che hanno avuto il dono speciale da Dio (come Padre Pio), si tratta di rilevare quando, ad esempio, vi sono condizioni dove la libertà di agire diversamente è coartata o diminuita. In questi casi la colpa mortale non c’è, perché dove non vi è libertà non vi è neanche responsabilità morale. Magari può esserci stata responsabilità morale dell’essersi messi in quella situazione, ma ora si è creata una situazione dalla quale non è più possibile uscire senza nuove colpe (vedere anche il 2355 del Catechismo sulla prostituzione, giusto per confutare chi afferma che si farebbero questi ragionamenti solo su peccati “politicamente corretti”). In questo caso si può essere perdonati dell’errore primigenio anche se al momento non è possibile riformare la propria vita, perché i peccati attuali non sono mortali. È chiaro che perché il Confessore possa accertare questo occorre che il fedele sia sincero, ma questo vale anche, ad esempio, per le cause di nullità matrimoniale. Anche li c’è la possibilità che il fedele inganni la Chiesa, ma non per questo la Chiesa rinuncia alle cause di nullità;

      5) il concetto di “morte del vincolo” è senza dubbio eretico. Un conto è affermare che un fedele in stato di adulterio possa essere in stato di Grazia perché manca, per varie ragioni, della responsabilità morale per fare una scelta diversa senza nuove colpe (almeno nell’immediato) o perché la sua coscienza è stata indotta in errore da sacerdoti lassisti, un conto è dire che un vincolo contratto validamente possa essere sciolto senza che uno dei due coniugi muoia e che quindi la nuova unione non sia adulterio. Questa seconda posizione è eretica e non verrà mai accettata dalla Chiesa, la quale afferma dogmaticamente che un matrimonio valido non può essere sciolto per nessuna ragione, nemmeno per l’adulterio di uno dei due

      ” Se qualcuno dirà che la chiesa sbaglia quando ha insegnato ed insegna che secondo la dottrina evangelica ed apostolica non si può sciogliere il vincolo del matrimonio per l’adulterio di uno dei coniugi, e che l’uno e l’altro (perfino l’innocente, che non ha dato motivo all’adulterio) non possono, mentre vive l’altro coniuge, contrarre un altro matrimonio, e che, quindi, commette adulterio colui che, lasciata l’adultera, ne sposi un’altra, e colei che, scacciato l’adultero, si sposi con un altro, sia anatema.” (Concilio di Trento, Sessione XXIV, Canone VII sul Sacramento del Matrimonio).

      Sicchè il secondo matrimonio o convivenza a fronte di un primo valido sarà sempre adulterio. Discorso diverso l’imputabilità personale di chi vi è coinvolto, quella varia da persona a persona in base a molti fattori.

  • Sabinoo ha detto:

    Marco. Quello che dici e’ condividisibile a condizione che non intendi dire che un papa non possa sbagliare. Abbiamo esempi nella storia (Liberio ed Onorio ) che hanno sostenuto tesi eretiche, magari in buona fede. Ne’ si può dire che i papi non possano essere di nocumento alle anime. Anche una condotta scandalosa (Alessandro VI ed altri) puo’ esserne cagione, senza che per questo bisogna pensare che Dio ne abbia responsabilità’. L’assistenza dello Spirito Santo, come insegnava l’allora cardinale Ratzinger non garantisce da errori un papa, rimanendo sempre il libero arbitrio. Certamente il Signore puo’ sottoporre la Chiesa a dure prove, ma non l’abbandonerà nelle mani del maligno. Il rispetto che si deve ad ogni papa non vieta critiche e rilievi purché fatti con animo scevro da risentimenti e nell’onesta ricerca della verità’. Penso che anche tu condivida che l’arcivescovo Bergoglio avrebbe fatto meglio ad ubbidire ai papi regnanti e non dare la Comunione a divorziati risposati e a conviventi.

    • Acchiappaladri ha detto:

      @Sabinoo

      è possibile e sperabile che il lettore @Marco sia in buona fede.

      E’ possibile e sperabile che quanto @Marco con una certa frequenza torna a proclamare (in una forma civile e a suo modo argomentata della quale lo ringrazio) qui sul blog del dr. Tosatti sia lo stesso che egli proclamava pubblicamente con pari assiduità e vigore in tutti gli anni della sua vita adulta prima del 2013.

      E’ possibile ma non sperabile che il Papa restauri l’Inquisizione, con tanto di tradizionali metodi investigativi praticati nelle segrete di Castel S.Angelo e che nomini inquisitore @Marco grazie al plauso ricevuto in Vaticano per il suo proclama giusto un tantinello talebano:

      “…Chi la pensa diversamente è eretico, e mette sullo stesso piano Cristo e Satana.”

      perché in quel caso io rischierei di fare una finaccia 😉 😀

      Può darsi che @Marco sia plurilaureato in teologia, in dogmatica, in storia ecclesiastica, filosofia, esegesi biblica, ecc. :
      rimane il fatto che la drastica tesi che egli (insieme ad altri anche molto titolati: è una tesi molto di moda da quando nel 2013 certe persone si sono più saldamente impadronite del potere politico dentro la Chiesa Cattolica) vuole imporre come dogmaticamente vera è … una sua interpretazione personale (da decenni confutata, in tempi non sospetti, cioè non infestati dalla strumentale polemica politica attuale, da tanti accademici e alti pastori cattolici specialisti di questi argomenti).

      Questo tormentone di @Marco dello spacciare come dogma cattolico una sua (altrimenti rispettabile) una sua personale interpretazione estensiva del dogma cattolico della infallibilità papale continua nonostante io ricordi qui sul blog parecchi misericordiosi commenti di lettori che lo invitavano a prendere atto che egli non è ancora papa 😉
      Segnalo a @Marco, casomai egli non l’avesse ancora notato, che egli condivide la sua rigorosa tesi dogmatica ad esempio col noto sacerdote don Floriano Abrahamowicz.

      Il giorno in cui @Marco sarà eletto validamente papa e, assunto validamente l’esercizio del ministero petrino, egli proclamerà nei dovuti modi un nuovo dogma così come ce lo ha esposto appena sopra, allora a me si porrà la scelta fra:

      opzione A) rimanere cattolico accettando il dogma di Papa @Marco;

      opzione B) abbandonare la Chiesa cattolica per coerenza con la mia eresia.

      Fino a quel giorno i dogmi di @Marco avranno grossomodo lo stesso valore dei dogmi miei 😀

      Per finire tornando, molto più seriamente, a Papa Francesco.
      Con rincrescimento molti lettori hanno appreso, grazie a indagini giornalistiche che hanno rispolverato testimonianze e documenti oggettivi di qualche anno fa, che il vescovo, poi cardinale ora papa Bergoglio ha esercitato in passato il suo ministero con atti di pubblica disobbedienza al C.C.C. e alle direttive di papi precedenti e in altre circostanze ha scritto e predicato a favore della ortodossa osservanza di quanto insegnato dai papi precedenti e che ultimamente constatiamo essere oggettivamente in contrasto con quanto esplicitamente detto, o quanto viene lasciato accadere senza suoi interventi di correzione, da Bergoglio ora papa.

      Non sono certo io, peccatore qualunque, a scandalizzarmi per il fatto che Bergoglio abbia fatto errori.

      Però devo constatare che la coerenza, il rigore dottrinale, la misericordia della verità e la chiarezza nel ministero non sono purtroppo fra le doti di Jorge Bergoglio (l’impressione mia è che proprio non gli interessino): probabilmente per le nostre colpe questo è il papa che ci siamo meritato.

      Continuiamo a pregare il Signore perché ispiri Papa Francesco sempre più a fare meno il leader politico di moda e più e meglio il successore di San Pietro che ci confermi con chiarezza nella autentica ed integrale Fede Cattolica.

      • Isabella ha detto:

        Ah sì, può anche essere che Marco sia il novello San Tommaso d’Aquino, ma visto solo l’assurdo minestrone che fa fra lefebvriani (eh, la famosa eresia lefebvrianahahahaha) e sedevacantisti tendo a escluderlo.
        Sul resto taccio, perché già mi immagino i 780 papiri a base di copiaincolla dritto per la sua strada e no, grazie, preferisco vivere.

        • Acchiappaladri ha detto:

          @Isabella

          🙂 “… preferisco vivere” 🙂

          Spero di non aver scatenato la deforestazione degli ultimi preziosi papiri siciliani di Fonte Aretusa, se no la prossima volta che andrò a confessarmi non avrò scampo: per penitenza imparare a memoria almeno il Capitolo Primo di ” LAUDATO SI’ “

        • Marco ha detto:

          @Isabella

          “Ah sì, può anche essere che Marco sia il novello San Tommaso d’Aquino, ma visto solo l’assurdo minestrone che fa fra lefebvriani (eh, la famosa eresia lefebvrianahahahaha) e sedevacantisti”.

          Non ho fatto alcun minestrone: sia i sedevacantisti che i lefreviani ritengono che seguendo la Chiesa Cattolica e i Papi del post Concilio, e in particolare Papa Francesco, si vada in perdizione, e questo genera tutte le conseguenze dette sopra.

          • Isabella ha detto:

            Sì certo, infatti è per questo che ormai da mesi si mormora (e siamo ben oltre i mormorii) di un accordo fra la Fraternità (i lefebvriani) e il Vaticano. Accordo sponsorizzato proprio da Papa Francesco.
            Ritenta, sarai più fortunato.

          • Marco ha detto:

            Ma che c’entra, io mi riferivo a come la vedono i fedeli lefreviani in maggioranza, non alla gerarchia.

          • Marco ha detto:

            Tanto è vero, cara Isabella, che molti fedeli lefreviani stanno già gridando al tradimento di Fellay contro Lefebvre.

            Perciò le sue contestazioni nei miei confronti non hanno fondamento alcuno.

      • Marco ha detto:

        Caro Acchappaladri,

        Si sono in buona Fede, e si, sostenevo questo anche nel 1986, quando i tradizionalisti davano dell’Anticristo a San Giovanni Paolo II per via di Assisi.

        Detto questo io non ho intenzione di imporle alcun dogma, per il semplice motivo che non sono io, ma la Chiesa, nella sua costituzione dogmatica “Pastor Aeternus”, a scrivere che al Papa viene donata una Fede indefettibile, che quindi come tale non può essere soggetta a caduta o eresia formale.

        Questo non vuol dire che se un Papa in una intervista critica i cattolici che fanno figli come conigli ciò sia puro Vangelo, come non sono puro Vangelo i suoi interventi in altri campi, spesso discutibili. Significa solamente che il Papa, oltre ad essere infallibile quando definisce un nuovo dogma ex cathedra, non può contraddire verità di Fede già riconosciute come tali, perciò non è possibile che il Papa neghi la divinitá di Cristo, che neghi la presenza reale di Cristo in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia, che neghi l’indissolubilità di un matrimonio validamente contratto, ecc ecc ecc.

        Se lei, invece, ritiene che sia compatibile, con la definizione dogmatica di Pastor Aeternus sulla Fede indefettibile donata al Romano Pontefice e solo al Romano Pontefice, la possibilità che un Papa possa negare verità di Fede ed essere colpevole di eresia formale, beh, prendo atto.

        Lei però, se è onesto intellettualmente (e non ho dubbi che lo sia), dovrebbe prendere atto che qualche problema col principio di non contraddizione ce l’ha, e non è cosa da poco.

        Nessuna intenzione da parte mia di essere inquisitore, la mia critica era rivolta a chi ritiene che seguendo la Chiesa (non Osho, Scientology o la Massoneria, la CHIESA!) si vada all’inferno, cosa che se fosse vera renderebbe imputabile, per ovvi motivi, Cristo stesso, visto che è Cristo, e non altri, ad essere capo della Chiesa.

        Ho semplicemente fatto presente, quindi, che ammesso e tutt’altro che concesso che il Papa stia prendendo decisioni pastorali sbagliate e troppo lassiste (cosa ben diversa da eretiche), Dio scriverà dritto su righe storte come ha sempre fatto, per la salvezza delle anime (veda i miei primi post in questo topic).

        La saluto.

        • Isabella ha detto:

          Questo rumore di unghie sui vetri comincia a diventare insopportabile.
          “Molti fedeli lefebvriani” non significa nulla. Come fa a quantificarli? Li ha intervistati tutti all’uscita della Messa in Italia e all’estero?

          Semplicemente da quel che scrive lei di tradizionalismo (una galassia variegata che abbraccia praticamente tutto il mondo), Lefebvre, di Fraternità e di sedevacantismo conosce poco o nulla. Probabilmente avrà orecchiato qualcosa qua e là e che ora per lei è Verità. Nulla di male, anche io, per esempio, so poco o nulla di fisica quantistica. Ma non vado sui forum scientifici cercando di spiegare che Max Planck in realtà aveva sbagliato tutto.

          • Marco ha detto:

            Invece conosco bene il mondo tradizionalista italiano, poi è chiaro che la mia valutazione non voleva essere omnicomprensiva (nel senso che ci saranno sicuramente fedeli che accettano questo riavvicinamento senza vederlo come un tradimento).

            Ma, sia per le mie conoscenze personali nella vita reale, che per la mia frequentazione di blogs tradizionalisti italiani e americani, posso dirle che sono in tanti a vederla così.

            Magari li avrò beccati tutti io. 😀

    • Marco ha detto:

      @Sabino

      “Marco. Quello che dici e’ condividisibile a condizione che non intendi dire che un papa non possa sbagliare. Abbiamo esempi nella storia (Liberio ed Onorio ) che hanno sostenuto tesi eretiche, magari in buona fede.”

      Facciamo un po’ di chiarezza:

      1) prima di tutto quelle di Liberio ed Onorio furono prima di tutto questioni disciplinari, cioè furono poco lesti nell’opporsi all’eresia, ma non arrivarono mai all’eresia loro stessi. Papa Liberio, per essere chiari, fu coinvolto nella crisi ariana e non si comportò in modo eroico come fece Sant’Atanasio o Sant’Ilario di Poitiers, ma si trovò frastornato in mezzo ad una quarantina di formule teologiche dove la presenza o l’assenza di un solo “iota” (omooùsios, omoioùsios), la presenza o l’assenza di un ”alfa” (anòmois, òmois) creavano difficoltà apparentemente insormontabili, inoltre Liberio fu anche condannato all’esilio dall’imperatore di allora, Costanzo II, che era ariano. Fu così che per stanchezza e per desiderio di pace, con la promessa di poter far ritorno a Roma, che il Papa si adattò a firmare una formula elaborata a Sirmio da Basilio di Ancira che respingeva l’”omoùsios” del Concilio di Nicea. Tale formula fu, però, sicuramente antiariana, infatti a Sirmio vennero condannati gli anomèi, cioè gli ariani puri. Questo caso, quindi, non può essere classificato come un errore teologico del Papa.Il Papa non poté esprimersi liberamente ed in una condizione “ex cathedra” ed agì diplomaticamente, sempre sotto la minaccia della continuazione dell’esilio;

      2) Il caso di Onorio I fu, invece, certamente più grave in quanto si ebbe addirittura una sua condanna come eretico nel VI concilio ecumenico, il III di Costantinopoli, nel 681. La sua vicenda fu considerata dagli oppositori dell’infallibilità papale al Concilio Vaticano I, come la principale difficoltà storica. Ma anche in questo caso il favore concesso da Onorio a Sergio, patriarca di Costantinopoli nel VII secolo fautore del monotelismo, fu pesantemente influenzato dall’ingerenza dell’imperatore e, nonostante questo, il papa si mantenne sempre nell’ortodossia negando che in Cristo coabitassero due volontà contrarie. D’altra parte lo stesso Massimo il Confessore, monaco martire, grande avversario del monotelismo, difese sempre la memoria di Onorio ritenendo che la lettera del Papa a Sergio, del 634, si preoccupò essenzialmente di ciò che andava negato, ossia l’esistenza di due volontà contrarie in Cristo. Per questo nel 682 Papa Leone II conferma la condanna di Onorio I, ma ammettendone la negligenza, non l’eresia. Inoltre questa famosa lettera fu indirizzata da Onorio solo al patriarca Sergio e non a tutti gli altri patriarchi, non rivestendo, così, un carattere di universalità, requisito indispensabile per poter parlare di infallibilità papale;

      3) Infine il caso di Papa Giovanni XXII che intervenne nella discussione teologica della visione beatifica delle anime dei giusti. Il Pontefice, un abile amministratore, ma pessimo teologo, abituato a prendere le questioni di petto, senza troppe riflessioni, si espresse su una questione teologica (l’immediatezza della visio beatifica) non ancora definita dogmaticamente dal Magistero, perciò fu un errore teologico, non una eresia. Ora, facendo le debite proporzioni (poichè San Tommaso non è mai stato Papa), anche San Tommaso negò a più riprese l’immacolata concezione di Maria Santissima, ma questo non rende lui un eretico, poiché all’epoca il dogma non era ancora stato fissato, esattamente come oggi non è ancora stata fissata la controversia sulla Grazia tra i tomisti (ai quali mi onoro di appartenere) e i molinisti (la questione sulla Grazia riguarda la disquisizione Teologica sulla Grazia intrinsecamente efficace -tesi sostenuta da noi- o estrinsecamente efficace e dipendente dalla volontà umana -tesi sostenuta dai molinisti), e nemmeno è stato proclamato il dogma di Maria Corredentrice (i Papi infatti possono negare che Maria sia corredentrice, al momento, senza incorrere in eresia).

      Perciò nella storia non è mai stato registrato il caso di un Papa eretico. Un Papa può sbagliare? Si. E allora bisogna vedere come vada intesa l’infallibilità. L’infallibilità non significa che qualunque cosa dica il Papa sia puro Vangelo calato dal Cielo, significa che:

      1) il Papa è infallibile quando si esprime ex cathedra definendo un nuovo dogma

      E che

      2) il Papa non può incorrere in eresia formale contraddicendo dogmi o verità di Fede già espressi.
      Cito la Pastor Aeternus “Questo indefettibile carisma di verità e di fede fu dunque divinamente conferito a Pietro e ai suoi successori in questa Cattedra, perché esercitassero il loro eccelso ufficio per la salvezza di tutti, perché l’intero gregge di Cristo, distolto dai velenosi pascoli dell’errore, si alimentasse con il cibo della celeste dottrina e perché, dopo aver eliminato ciò che porta allo scisma, tutta la Chiesa si mantenesse una e, appoggiata sul suo fondamento, resistesse incrollabile contro le porte dell’inferno.” https://w2.vatican.va/content/pius-ix/it/documents/constitutio-dogmatica-pastor-aeternus-18-iulii-1870.html

      L’eresia distrugge la Fede, ma la Fede del Papa è detta espressamente, in questa costituzione dogmatica, essere INDEFETTIBILE, vale a dire che non può cadere. L’eretico formale invece non solo è caduto nella Fede, ma l’ha perduta, perché eresia formale e Fede sono incompatibili.

      Perciò, da capo, non è possibile che il Papa contraddica dogmi di Fede e Verità di Fede.

      “Ne’ si può dire che i papi non possano essere di nocumento alle anime. Anche una condotta scandalosa (Alessandro VI ed altri) puo’ esserne cagione, senza che per questo bisogna pensare che Dio ne abbia responsabilità.”

      Non facciamo confusione: un conto è la condotta morale dei Papi, un conto è la loro direzione teologica del popolo di Dio. Se un Papa scandalizza il fedele con comportamenti turpi il fedele sa come comportarsi perché il Magistero glielo insegna, ed è immune dall’errore. Quello che alcuni prospettano, invece, è che il Papa possa essere causa di perdizione delle anime non a causa di suoi comportamenti immorali (vedi sopra) ma a causa di errori di Fede, tale che i fedeli, obbedendo alle direttive della Chiesa, finirebbero all’inferno.

      E siccome il capo della Chiesa è Cristo, se ciò avvenisse vorrebbe dire che Cristo è il tentatore, che Cristo usa il Suo corpo mistico per dannare le anime. È possibile questo? Ovviamente no.

      Semmai è possibile (ragionando da una prospettiva conservatrice) che Dio stia permettendo una pastorale “lassista” (ripeto: sto ragionando da una prospettiva conservatrice che non mi appartiene) per far si che le anime che altrimenti vivrebbero in peccato mortale possano salvarsi lo stesso, come ho scritto sopra, facendo sì che non siano imputabili a peccato mortale, poiché Dio ha sempre scritto dritto su righe storte.

      “Penso che anche tu condivida che l’arcivescovo Bergoglio avrebbe fatto meglio ad ubbidire ai papi regnanti e non dare la Comunione a divorziati risposati e a conviventi.”

      All’epoca sicuramente, in linea generale, avrebbe fatto meglio ad ubbidire, visto che la disciplina di allora era diversa, e cioè era quella di FC84, vale a dire escludere i divorziati risposati non casti dai dai Sacramenti anche qualora avessero delle attenuanti (ad esempio la mancanza di libertà di agire diversamente senza una nuova colpa) che li discolpassero dal peccato mortale.

      Però so anche che i confessori devono mettere al primo piano, anche sopra le leggi della Chiesa, la salvezza delle anime, che è la suprema lex Ecclesiae.

      Ad esempio Sant’Alfonso Maria De Liguori affermava che fosse meglio non imporre al fedele un determinato precetto, qualora il confessore avesse previsto, parlando col fedele e capendo di che pasta era fatto che, nonostante l’imposizione, non lo avrebbe seguito, passando quindi a peccare mortalmente.

      In questi casi Sant’Alfonso consigliava di evitare di istruire il fedele, di modo che detto fedele, trasgredendo il precetto senza malizia, non andasse in peccato mortale, e faceva esempi di fornicazione o di mancata restituzione. Lo stesso poteva fare un Sacerdote con un divorziato risposato anche ai tempi di San Giovanni Paolo II.

      Se poi Al sia stata “buona” per la Chiesa lo dirà il tempo. Di sicuro non è eretica, se vorrà sono disposto ad argomentare il perché.

  • Marco ha detto:

    Intendo dire che è impossibile che la Chiesa col Papa (questo o altri, qualunque Papa) diventi una trappola come insegna l’eresia lefevriana, cioè quel pseudotradizionalismo generalizzato che oggi impera, e che spedisca la gente comune all’inferno-lo dicono i sedevacantisti- e gli “intelligenti” ( i lefevriani) in Paradiso; è pura follia ed anche una forma sottile di gnosticismo perchè sarebbe solo l’eletto illuminato e messo al corrente del “grande segreto” e cioè “l’apostasia della Chiesa” da cui deve subitaneamente prendere le distanze capovolgendo la dottrina, esaltando la propria intelligenza e la propria “autorità” contro il Papa e Cardinali, a salvarsi.

    E’ un inganno del divisore, come lo hai chiamato, che rende i cattolici protestanti che si auto legittimano a soggettivizzare il Magistero facendone una sorta di libero esame come i protestanti fanno coi Vangeli per dimostare le proprie teorie.

    Al massimo, qualora le posizioni espresse in Amoris Laetitia e in altri documenti fossero sbagliate (in senso pastorale, perché di eresie dottrinali nel documento non ce ne sono), e una pastorale più morbida fosse, parlando in termini assoluti, sbagliata, possiamo ipotizzare che Cristo la stia permettendo perché nei tempi moderni molti si perderebbero se la Chiesa mettesse sulle loro spalle dei pesi pesanti (non per la mancanza della Grazia sufficiente, che Dio dà a tutti, ma per la loro mancanza di buona volontà), e così Cristo permette che i pastori inducano in errore le coscienze dei fedeli su alcuni punti di modo che questi fedeli non siano imputabili a peccato mortale. Una sorta di scrivere dritto sulle righe storte, cosa che Dio fa e ha sempre fatto.

    Ma pensare che Dio, che Cristo, stia permettendo che la SUA CHIESA, di cui Lui È CAPO, stia diventando strumento di DANNAZIONE per chi si affida, è eresia senza se e senza ma, perché vorrebbe dire che, se fosse vero, delle anime starebbero andando all’inferno perché ingannate da Cristo STESSO.

    In tal caso Cristo stesso sarebbe l’autore della loro dannazione, una sorta di doppia predestinazione calvinista, dove oltre alla predestinazione alla gloria (dottrina accettata anche nel cattolicesimo) c’è anche la predestinazione alla dannazione con Dio che induce al peccato i reprobi (teoria eretica completamente rigettata dalla nostra Fede), per poi dannarli.

    Completamente impossibile. Sotto ogni punto di vista.

    Chi la pensa diversamente è eretico, e mette sullo stesso piano Cristo e Satana.

  • Marco ha detto:

    Se Cristo permettesse un Anticristo in Sua Vece sul Suo soglio petrino, se Cristo permettesse un Papa servo di Satana sul soglio Petrino, oltre a violare il più puerile principio di non contraddizione, sarebbe anche imputabile e responsabile, tramite le Sue stesse Leggi morali, del massimo male alle anime con un inganno che violerebbe vari dogmi di Fede e tutte le Sue promesse.

    Cristo stesso, che è il Capo della Chiesa (vedere lettera ai Colossesi) si tramuterebbe in Satana, in questo caso, perché, come Satana, sarebbe fautore di inganno per le anime, e con quale titolo poi potrebbe punirle? Per essere cadute in un inganno promosso dalla Sua stessa Chiesa, cioè il Suo corpo mistico, di cui Lui è capo?? Per questo Ipotizzare ll Papa anticristo è grave eresia di complottisti completamente a digiuno di dottrina cattolica. Tanto vale che costoro cambiassero religione per mancanza totale di Fede perchè il Cattolicesimo è tutto al contrario delle loro idee.

  • Sabinoo ha detto:

    avete saputo del libro di mons . Azevedo su Fatima? Il messaggio della Madonna si ridurrebbe a ricordare le responsabilità’ in ordine al bene comune dell’utilizzazione delle risorse della terra. Insomma essa non preannunciava errori, persecuzioni, guerre, ma soli i messaggi dell’attuale papa.

  • LILLO ha detto:

    @acchiappaladri
    Sono d’accordissimo con te, ammettiamo però, ed è la prima volta nella storia della Chiesa Cattolica, che per noi soldati semplici non è facile essere parte di un già piccolo esercito nel quale proprio coloro che dovrebbero guidarti nella battaglia, in realtà, si sono arresi al nemico e combatteono contro il loro stesso esercito, facendo fuori tutti quelli che non si arrendono con loro.

  • La renuncia, huida, espantada, concierto de piano de jubilado o intento por “abreviar los tiempos” de Benedicto XVI, lo entendí como una advertencia o aviso, un “signo de los tiempos” que había que traducir el significado para nuestros días:
    https://lossegadoresdelfindelmundo.blogspot.com.es/2013/02/si-el-papa-huye.html
    Y sin olvidar otros temas que me ocupan me puse a elaborar este tema, que por su extensión me he visto obligado a dividirlo en dos partes y que va camino de una tercera parte más.
    En esa primera parte que titulo 2029-2031: FIN DEL PAPADO EN ROMA Y FIN DE… (I), comienzo con un análisis personal del llamado “secreto de Fátima”, y que para no alargar más este comentario dejo al lector el enlace:
    https://lossegadoresdelfindelmundo.blogspot.com.es/2014/05/2029-2031-fin-del-papado-en-roma-y-fin.html
    Saluti.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Caro Dottore, da noi si dice : “Ogni scarafone è bello a mamma sua”, ma non dubito che il suo libro non sarà uno scarafone (=scarafaggio).
    Il punto importante è un altro: siamo in tanti ad aspettare fiduciosi che “alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà”, ma viene da chiedersi : alla fine, che significa ? nel tempo, o nell’eternità ? e Trionferà, che cosa vuol dire ? che vedremo su questa Terra un regno pacifico e prospero al modo dei TdG, o non piuttosto che vivremo nel Suo Regno (di Lui e di Lei sua Madre) che sappiamo già non essere di questo mondo ?
    Tutto il male che vediamo oggi devastare il mondo, male sia spirituale sia temporale, sarà distrutto in un bel diluvio purificatore (di acqua o di fuoco) con NOI pochi eletti dentro una sicura arca o un bunker ? O non piuttosto il male continuerà imperterrito a mostrarsi enormemente più forte di noi poveri ingenui, finché … finché … boh ?

    • Acchiappaladri ha detto:

      @Non Metuens Verbum

      Mi permetta di osservare che la sua è una reazione umana scontata per un battezzato che abbia ancora accesa almeno una fiammella di fede cattolica e che quindi dà valore anche alle parti escatologiche delle S.Scritture e agli ammonimenti profetici che misericordiosamente sono stati dati alla Chiesa attraverso i santi:
      questo sconcerto lo condividiamo in tanti (se no difficilmente saremmo qui a commentare sul blog del dr. Tosatti!! 😉 )

      Però (e lo dico a lei per dirlo anche a me stesso) proprio per la fiammella di fede che cerchiamo di tenere accesa dobbiamo sforzarci di non farci mandare in depressione dal terrore e dal pessimismo: se no faremmo peccato contro gli insegnamenti di Gesù.

      Il Signore ce lo ha detto chiaramente nel Vangelo: a chi lo seguirà spetteranno sulla Terra difficoltà, dolori, persecuzioni.
      La Via, checché ne dicano i turiferari bergogliani, è stretta.
      In certi luoghi e periodi della storia della Cristianità questi problemi causati dalla diffusione della malvagità sono stati particolarmente acuti: chissà quante comunità cristiane, fin dai primi tempi, sono state afflitte dalla delusione e dal terrore perché tutto sembrava perduto materialmente e/o spiritualmente.
      Ma il mondo non finì e la Chiesa di N.S. Gesù ha continuato ad esistere sulla Terra, casomai spostando ad altro luogo il suo baricentro.
      A meno che non capiti proprio a noi l’unica coincidenza di vivere gli ultimissimi giorni del Mondo, succederà così anche questa volta: quando Dio lo riterrà giusto anche in considerazione del comportamento dell’umanità, la crisi verrà superata.

      E il Signore ci ha detto di non preoccuparci di quando dovranno avvenire le tragedie degli Ultimi Tempi: è naturale la nostra curiosità umana, una sorta di ossessione attraverso le generazioni, ma cerchiamo di non farci dominare da essa.
      I tempi nostri, della nostra effimera vita biologica, non sono i tempi dell’Onnipotente.

      Quello che noi siamo portati a dare per scontato mica è detto che lo sia nei piani divini: ricordiamoci degli Israeliti del tempo di Gesù che si aspettavano un Messia che facesse fuori i Romani invasori e conquistasse il resto del mondo “stile Maometto” con la spada!!!

      La sfida per ciascuno di noi è di riuscire (come sicuramente ci è possibile per la Divina Misericordia), anche se capitasse di vivere durante la più satanica delle crisi della Chiesa, a concludere la nostra vita in grazia di Dio.

  • Kosmo ha detto:

    Egr. Dott. Tosatti. Ammettiamo per un attimo (Dio ce ne scampi!), che quella lettera sia autentica. Cosa vuol dire, secondo Lei, che la pietra d’angolo va portata da Roma a Fatima? CHe bisognerebbe ricostruire la Sede di Pietro a Fatima? E che vuol dire che la città verrà distrutta?
    So che non è un teologo, ma facendo questo mestiere da tanti anni, qualcosina saprà no?
    Certo questo spiegherebbe l’angoscia e la titubanza di Suor Lucia di mettere il tutto per iscritto, e anche l’orrore di Papa Giovanni XXIII (figuriamoci se Giovanni XXIII avrebbe avuto paura di venire ucciso, questo è molto ma molto peggio!) nel leggerlo

    • wp_7512482 ha detto:

      Francamente, non lo so. Ma teniamo conto di una cosa, che credo valga per tutta questa letteratura: il linguaggio della profezia, e delle visioni, e dei messaggi di tipo straordinario è un linguaggio visionario, simbolico, parla per metafore e immagini. Mediate, inoltre, dallo strumento, cioè la persona che ascolta vede e riporta secondo i suoi mezzi e le sue caratteristiche culturali. Per il resto sono d’accordo con Lei.

      • Kosmo ha detto:

        AH, non sapevo del ruolo svolto anche dallo “strumento”.
        QUindi (ma so perfettamente che questa è soltanto una speculazione filosofica) la visione rivelata sinora, se deve essere mediata dalla cultura di Suor Lucia, nella quale il Santo Padre verrebbe ucciso da “un gruppo di soldati con armi da fuoco e frecce”, potrebbe anche significare che l’autorità del Santo Padre verrà meno?

        • Isabella ha detto:

          Ipotizzando che la profezia sia vera, questo “passaggio di testimone” fra Roma e Fatima a me pare piuttosto chiaro. Non passaggio materiale (è ovvio che non smonteranno San Pietro mattone su mattone per trasportarla a Fatima), ma spirituale.
          Roma= dimensione petrina della Chiesa Cattolica.
          Fatima= dimensione mariana.
          Nel momento di maggiore crisi della Chiesa, sarà la Madonna la “pietra” su cui si fonderà la promessa del “Non praevalebunt”.
          Profezia che si lega alle parole di Pio XII sulle Tre Fontane e sui benefici che portava ai fedeli, non ultima la catechesi (“cose che noi non facciamo più”) e ad altri simili vaticinii del passato, non ultimo il famoso sogno di Don Bosco, con l’Eucarestia e la Madonna viste come pilastri e salvezza della Chiesa Cattolica.

  • Alessandro2 ha detto:

    Uno scisma! Cosa possiamo fare noi? Noi che sappiamo dove sta andando la gran massa dei fedeli e la Chiesa ufficiale? Vi prego, datemi una risposta che non sia sconfortante.

    • giorgio rapanelli ha detto:

      Caro Alessandro, se ne dovranno andare gli eretici, quelli che vogliono rendere commestibile al palato dei peccatori “giustificazionisti” le Sacre Scritture. Gli eretici (teologi, vescovi, cardinali e oltre…) vogliono allargare la cruna d’ago per raggiungere il Regno di Dio fino a farla diventare un’autostrada, alimentata dalla “misericordia”, sparsa a piene mani e seguendo il comandamento della religione di Aleister Crowley, che dice: “fai ciò che vuoi sarà tutta la legge”. Tanto c’è la “misericordia”…
      E’ di questi giorni una polemica sul Cristo che non sarebbe morto in croce per i nostri peccati, secondo le Scritture. Infatti, il noto padre Alberto Maggi dell’Ordine dei Servi di Maria, che a Montefano, paesino della provincia di Macerata, ha il “Centro Studi Biblici Giovanni Vannucci”, sostiene – stando all’articolo sul Resto del Carlino, che riporta una disputa avvenuta attraverso una radio di Recanati – che Gesù Cristo non sarebbe morto per i nostri peccati. Lo ha contestato don Felice Prosperi di San Ginesio, con le Scritture alla mano, definendo padre Maggi un eretico.
      Padre Maggi ha molti seguaci laici; hanno fatto un film su di lui; i suoi polemici filmati sono su youtube… E allora? Potrà egli avere l’appoggio delle logge angloamericane, quelle che forse stanno manovrando i vertici vaticani e che ci hanno dato il Gender nelle scuole, ma ciò non significa che gli eretici abbiano ragione.
      Esiste una sola Roccia su cui si fonda la Chiesa di Cristo: Cristo stesso con i Vangeli, le Sacre Scritture, il Catechismo… Infatti, ho consultato questi testi e ho capito che Padre Maggi ha torto.
      Si dà il caso che io sia un fanatico del “se non è scritto non è vero”. Lo ero da comunista anticattolico, lo sono stato da fedele della chiesa di Scientology e lo sono oggi da neo-riconvertito alla Chiesa Cattolica.
      Può venire giù il papa, può scendere un angelo dal cielo, può apparirmi il Cristo stesso (sarà solo un sosia demoniaco) a smentire ciò “che è scritto” oggi e che fu scritto allora… Non me ne frega un bel niente. Rimango ancorato ai testi sacri e alle sue formule, che considero scientifiche, poiché è su questi testi che poggio i miei piedi e la mia testa e seguo solo coloro che rimangono fedeli alla Roccia. Quindi, i divorziati che continuano ad avere rapporti sessuali col nuovo coniuge, sono peccatori… E con i Luterani non abbiamo nulla da spartire, o nulla su cui accordarci. Cattolici e Luterani camminano su due rette parallele, come diceva Aldo Moro, e non si incontreranno mai. Se lo desiderano, saranno loro a decidere di incontrarsi con noi, convertendosi alla Chiesa Cattolica Romana e ai suoi dogmi.

      • Lucius ha detto:

        Una virile stretta di mano per Giorgio Rapanelli,che leggendo il suo commento mi ha fatto ricordare cio’che disse il Divino Maestro:”Il Cielo e la terra passeranno,ma non le mie Parole”.Chi insegna una dottrina diversa dal Magistero e’semplicemente un eretico,che invitiamo a studiare la Dottrina di sempre!

      • Catholicus ha detto:

        Bravo Giorgio, ma attenzione, serve una precisazione : attenersi a ciò che è scritto va bene, è sacrosanto … purché sia stato scritto prima dell’era di Roncalli, Montini e del loro sciagurato Concilio (?) Vaticano II. Io sono riuscito a rintracciare una Bibbia preconciliare dell’Abate Giuseppe Ricciotti (del 1940, ristampata nel 1991 da Salani Editore, in 2 tomi) e me la tengo ben stretta; quelle della CEI, postconciliari, sono taroccate, manipolate, ambigue e depistatrici nella terminologia, quindi da bruciare, (come dice il professor Salvatore Panzica, dell’ Editrice Salpan), come del resto tutta l’attuale stampa (ex) cattolica : Avvenire, Osservatore Romano, Famiglia Cristiana (?), (In)civiltà cattolica, ecc. Pace e bene

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Da ordinare e da leggere attentamente. E magari porre obiezioni e conferme.
    Mi diceva due giorni fa un santo monaco cistercense che arriverà uno scisma. Arriverà – aggiungo – perché la Chiesa sta crollando in quanto, pure tra i presbiteri, ma soprattutto tra i fedeli c’è una crassa ignoranza delle Sacre Scritture e del Catechismo. In esso è scritto come devono essere amministrati i Sacramenti, con le formule scientifiche e le “parole chiave”, affinché i Sacramenti possano creare l’effetto stabilito dal Verbo. Ripeto: SCIENTIFICO.
    I Sacramenti sono SCIENZA nel significato più vero. E, se volete, nel senso “magico” del termine. La “magia” è la Scienza e l’Arte di causare Cambiamenti in conformità della Volontà. E’ ciò che scriveva sulla Magia Aleister Crowley, nemico del cristianesimo. Nella Consacrazione eucaristica non esiste forse la “volontà” del sacerdote di “causare cambiamenti” della materia del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo nostro Signore, mediante, ovviamente, dell’effusione dello Spirito Santo?
    Come è noto, la Scienza cattolica è scritta, deve essere scritta. Perché – come si dice in Scientology – “se non è scritto non è vero”.
    La nostra Scienza Sacra è scritta nel Catechismo, sia l’attuale, che in quello magistrale in senso esoterico del Catechismo Tridentino. Invece, ci sono sacerdoti che battezzano immergendo solo i piedi del bimbo nell’acqua battesimale, come ho denunciato in alcuni miei filmati su youtube, ripresi da altri da youtube. Quei bimbi NON sono battezzati…
    Sono, intanto, all’opera gli eretici che cambieranno le due formule e le due “parole chiave” perché l’effetto della Consacrazione eucaristica non si compia. I fedeli, in massa, per la loro cieca fede nell'”autorità” (che credono ispirata dallo Spirito Santo e non da Lucifero) e per la loro ignoranza delle Scritture e del Catechismo, unici “DATI STABILI” (la roccia) su cui dovrebbe poggiare la loro Fede , lo permetteranno… Decretando con ciò la cessazione di un mezzo di Salvezza e di Evoluzione individuale e collettiva del popolo cattolico. E tutto per accoppiarsi con i Luterani, creati da un accolito di Arimane, ossia quel Martin Lutero, molto in auge negli ambienti vaticani..