HILLARY, TRUMP. LA RELIGIONE CONTA ANCORA ALLE ELEZIONI? PARE DI SÌ. UN MESSAGGIO PER IL PAPA.

10 Novembre 2016 Pubblicato da

alsmith

Marco Tosatti

La religione, la libertà religiosa, i principi “non negoziabili” come l’aborto e altre quisquilie del genere contano ancora, negli Stati Uniti. E’ questo uno dei risultati che la vittoria di Donald Trump ha portato alla luce, anche se questo elemento, così scomodo agli occhi del politically correct e dei mass media omologati viene spesso trascurato nelle analisi, che preferiscono arpeggiare su altri temi.

E’ un elemento di grande interesse, e che dovrebbe far suonare qualche campanello anche a Roma, dove il Papa o chi per lui sta pianificando una decisa campagna di rovesciamento della Conferenza Episcopale, giudicata troppo attenta alla battaglia sui valori fondamentali – vita, famiglia, libertà religiosa – e troppo poco ossessionata dai migranti, anche se anche in quel campo la loro posizione è chiara.

Il 23 per cento dei votanti, in questa tornata presidenziale, erano cattolici. E a Trump è andato il 52% di un elettorato tradizionalmente democratico, contro il 45% a Hillary; nonostante che – come c’era da aspettarsi – i latinos abbiano scelto la Clinton. Gli evangelici hanno votato in maniera schiacciante per Trump: 81 per cento contro 16 per cento a Hillary. Hanno battuto anche le percentuali (78-21) accordate a Bush. Il voto cattolico, nelle elezioni precedenti, era sempre andato a Obama in forma maggioritaria.

Chi ha seguito i social network in questi ultimi mesi, ha potuto rendersi conto, più di quanto apparisse sui mass media, che temi come aborto, libertà religiosa, famiglia e compagnia cantante fossero presenti in maniera forte. Le frasi di Hillary sulla necessità di modificare alcuni comportamenti e credenze religiose anche con l’aiuto della legge, la sua disponibilità a considerare fattibile l’aborto fino al nono mese di gravidanza e così via hanno probabilmente giocato un ruolo sull’elettorato religioso. Così come forse è stato di rilievo il riferimento di Trump, che non ha avuto quasi eco sui mass media, al fatto che il Paese sembrava avviato a “una cultura di morte”, una frase che a molti ricordava quella coniata da Giovanni Paolo II e Madre Teresa.

Non si può dimenticare che forse per la prima volta nelle elezioni di un presidente USA c’era stata – come definirla? Un’ingerenza? Un interferenza? – del Pontefice regnante, che rispondeva tornando dal viaggio oltreoceano a una domanda sui muri, e sul famoso muro fra Messico e Stati Uniti. Parlando di Trump disse. “Una persona che pensa soltanto di fare muri e non a fare ponti, non è cristiana. Ma – ha aggiunto – bisogna vedere se Trump ha detto così le cose”. Donald Trump reagì seccamente: “Per un leader religioso mettere in dubbio la fede di una persona è vergognoso. Io sono orgoglioso di essere cristiano e come presidente non permetterò alla cristianità di essere continuamente attaccata e indebolita, proprio come sta avvenendo adesso, con l’attuale presidente americano”. Poi ovviamente padre Lombardi e la diplomazia di entrambe le parti smussarono gli spigoli.

Resta il fatto che i cattolici Usa hanno dato la loro preferenza a un candidato di un’altra confessione (Trump è protestante) sgridato dal Papa. Una risposta? Forse. Come è stata una risposta il fatto che fra i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza della Conferenza Episcopale USA non ci sia nessuno del manipolo nominato da Roma per alterare gli equilibri della Chiesa americana. Che però sembra in sintonia con il Paese. C’è il sospetto che sul dossier “Stati Uniti” il Pontefice dia l’orecchio ad anziani consiglieri, discussi e discutibili, legati a schemi vecchi, e viziati ideologicamente.

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16 commenti

  • Ennio Cortuso ha detto:

    E anche Renzi dovrebbe pensarci, molto bene. La Cirinna’ e’ stato un osso buttato alla sinistra, ma potrebbe trasformarsi in un boomerang che gli ritorna sul faccino.

  • Diana ha detto:

    Tosatti, a quando una bella inchiesta sulle e-mail dello staff Clinton che discetta su una neo-Chiesa e dei neo-cattolici stranamente somiglianti a quelli bergogliani?

  • LUIGI CAZZOLA ha detto:

    Prima delle elezioni , nessuno aveva parlato dell’elettorato Cristiano (almeno io non l’ho mai sentito nominare per TV) . Storicamente è stato quello che ha fatto vincere i neo eletti . Trump , l’aveva capito e aveva stipulato un accordo con loro . Bravo . Ora dovrà tenerne conto . Finalmente . Che il Signore lo benedica

  • lucio ha detto:

    Certo “mondo” che ha sostenuto la Clinton, è lo stesso che stravede anche per Bergoglio.
    Attento papa!

  • Carlo ha detto:

    Il papa dopo l’intervista con Scalfari ha solo un pensiero gli immigrati senza pensate che anche noi stiamo diventando poverii nostri figli non riescono piu pagare il mutuo e perdono la casa non anno piu accesso al lavoro perche anno 50 anni e lui pensa ai migranti

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Per essere precisi, El Papa parlò di muri non cristiani durante le elezioni primarie a proposito di un altro candidato (forse un tale Cruz ?) che poi non arrivò alla nomination. Non parlava direttamente di Trump. Resta il fatto che quella fu un’intromissione politica assai pesante, e che poi il ritornello continuamente ripetuto dei muri da abbattere, sia da lui stesso sia dai pappagallini sapienti Mattarella e Renzi e compagnia comica di giro, possa essere stato applicato anche a Trump. Con quali risultati si vede.

  • Guido ha detto:

    Trump ha detto che difenderà il cristianesimo, a dispetto di un Papa che il cristianesimo lo difende per essere martirizzato da una religione assolutista e prevaricatrice.
    Vuoi vedere che Trump sarà il terzo Papa?

  • Echenique ha detto:

    Más que de victorias, en estas elecciones hay que hablar de derrotas y el gran derrotado ha sido Bergoglio, quien apostó por la Hilaria más abortista y pro gender que jamás se había visto, en sintonía con el mundialismo. Ha sido la segunda gran derrota en menos de dos meses, despues de la victoria del no en el referendum sobre el pseudo acuerdo de pseudo paz y gender en Colombia, a pesar de las presiones bergoglianas. Después de dos derrotas clamorosas y sucesivas, ha llegado la hora de que Bergoglio se retire a la Pampa argentina con el derrotado presidente Santos, con la eterna candidata Hilaria y con alguna obispa lésbica sueca. Los católicos se lo agradeceremos y hasta le felicitaremos por tan ecuménico gesto.

  • Luciano Conotter ha detto:

    Splendido Trump! Questo governante è capace di costruire un mondo nuovo più umano e fraterno nella pace e nella gioia. Si aprono nuove prospettive di amicizia con l’India, con la Russia e con l’Africa. Splendido!

  • Mauro Visigalli ha detto:

    Non è raro, quando in qualche Dicastero Vaticano capita di parlare dei Cattolici Statunitensi (fedeli e gerarchie), notare qualche testa scossa in bonario dileggio, come si trattasse di volenterosi indigeni da tenere buoni ma cui non vale la pena dare peso. Sarei felice se questo risultato elettorale rendesse qualcuno più sensibile e attento.